Collasso dell'Età del Bronzo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
AdertBot (discussione | contributi)
m Sistemazione posizione template {{Vedi anche}}
 
(47 versioni intermedie di 18 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Invasions, destructions and possible population movements during the Bronze Age Collapse, caEnd. 1200 BC.pngsvg|thumb|upright=1.5|Invasioni, distruzioni e possibili spostamenti di popolazioni tra il XIII e XI secolo a.C.]]
{{Età del bronzo}}
Il '''Collassocollasso dell'Età del Bronzo''' è la definizione usata per ilun periodo tra il [[XIII secolo a.C.|XIII]] e l'[[XI secolo a.C.]], contraddistinto da violenze e distruzioni materiali e culturali. Questo periodo di transizione vide il crollo delle [[Società palaziale|economie palaziali]] della [[regione dell'Egeo]] e dell'[[Anatolia]], che furono rimpiazzate dalle culture di villaggio nel [[Medioevo ellenico]] e nella prima [[età del ferro]] del [[Vicino Oriente antico]].
[[File:Invasions, destructions and possible population movements during the Bronze Age Collapse, ca. 1200 BC.png|thumb|Invasioni, distruzioni e possibili spostamenti di popolazioni tra il XIII e XI secolo a.C.]]
'''Collasso dell'Età del Bronzo''' è la definizione usata per il periodo tra il [[XIII secolo a.C.|XIII]] e l'[[XI secolo a.C.]], contraddistinto da violenze e distruzioni materiali e culturali. Questo periodo di transizione vide il crollo delle [[Società palaziale|economie palaziali]] della [[regione dell'Egeo]] e dell'[[Anatolia]], che furono rimpiazzate dalle culture di villaggio nel [[Medioevo ellenico]] e nella prima età del ferro del [[Vicino Oriente antico]].
 
Esso coincide con la diffusione della tecnologia della lavorazione del ferro nella regione, iniziata in quelle che ora sono la [[Bulgaria]] e la [[Romania]] nel XIII e XII secolo a.C.<ref>Vedi A. Stoia e gli altri saggi in M.L. Stig Sørensen e R. Thomas, ''Transizione Età del Bronzo—Età del Ferro in Europa'' (Oxford) 1989, e T.H. Wertime e J.D. Muhly, ''L'inizio dell'Età del Ferro'' (New Haven) 1980.</ref>
 
Tra il 1206 e il 1150 a.C. il crollo dei [[Civiltà micenea|regni micenei]], dell'[[Ittiti|impero ittita]] e dei piccoli regni in [[Siria]],<ref>Per la Siria, vedi M Liverani, "Il collasso del sistema regionale del Vicino Oriente alla fine dell'Età del Bronzo: il caso della Siria" in ''Centro e periferia nel Mondo Antico'', M. Rowlands, M.T. Larsen, K. Kristiansen. (Cambridge University Press) 1987.</ref> nonché del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno egizio]] in [[Siria]] e [[Canaan]],<ref>S. Richard, ''Fonti archeologiche per la storia della Palestina: l'antica Età del Bronzo: l'ascesa e il collasso dell'urbanesimo'', ''The Biblical Archaeologist'' (1987)</ref> portò all'interruzione dei [[Rotta commerciale|contatti commerciali]] a lunga distanza ed all'arresto del processo di alfabetizzazione in corso.
 
Nella prima fase di questo periodo, quasi ogni città fra [[Pilo]] e [[Gaza]] venne distrutta, qualcuna definitivamente. [[HattušaḪattuša]], [[Micene]], [[Ugarit]] sono solo le città più importanti che condivisero tale sorte.
 
Le epoche seguenti videro nell'[[mar Egeo|Egeo]] l'avvento del [[Medioevo ellenico]], in [[Anatolia]] e nella Siria settentrionale il sorgere dei regni [[stati siro-ittiti|neo-ittiti]] (metà del X secolo a.C.) e, ad est dell'Eufrate, l'ascesa dell'[[impero neo-assiro]].
 
== Testimonianze regionali ==
=== [[Anatolia]] ===
Ogni sito importante risalente alla tarda Età del Bronzo mostra uno [[Stratigrafia (archeologia)|strato di distruzione]] che interrompe lo sviluppo della civiltà [[Ittiti|ittita]]. [[Ḫattuša]], la capitale ittita, venne bruciata e abbandonata, e mai più ripopolata. Stessa sorte la subì [[Karaoğlan]] (nella quale i corpi delle vittime furono lasciati privi di sepoltura), così come [[Troia]], bruciata per almeno due volte prima di essere abbandonata.
[[Hattuša]], la capitale ittita, venne bruciata e abbandonata, e mai più ripopolata. Stessa sorte la subì [[Karaoğlan]] (nella quale i corpi delle vittime furono lasciati privi di sepoltura), così come [[Troia]], bruciata per almeno due volte prima di essere abbandonata.
 
=== [[Cipro]] ===
Una catastrofe separa il periodo [[Cipro preistorica|Tardo cipriota]] TC-II dal TC-III. I siti di [[Sito archeologico di Enkomi|Enkomi]], [[Kition]], e [[Sinda]] furono incendiati e saccheggiati, probabilmente per due volte, prima di essere abbandonati; numerosi altri siti, sebbene non distrutti, vennero ugualmente abbandonati. Ad esempio a [[KokkinokremosPyla-Kokkinokremnos]], un insediamento di breve durata, la presenza di varie scorte nascoste di metalli fa intuire che gli artigiani cui erano affidate non siano tornati a reclamarle, forse perché uccisi o ridotti in schiavitù. La ripresa dell'isola avvenne solo nella prima [[Età del ferro|Età del Ferro]], con nuovi insediamenti greci e [[fenici]].
 
=== [[Siria]] ===
I siti siriani prima del crollo mostrano la presenza di legami commerciali sia con l'Egitto che con l'Egeo. A [[Ugarit]] è evidente che la distruzione della città avvenne dopo il regno di [[Merenptah]] e la caduta dell'alto funzionario Bay<ref>Bay fu un personaggio di origine siriana che visse alla corte egizia alla fine della XIX dinastia, negli anni 1193-1183 a.C.</ref>. Le lettere di Ugarit, su tavolette d'argilla cotte dall'incendio che distrusse la città, parlano di un attacco giunto dal mare; in particolare, in una lettera proveniente da [[Alashiya]], l'antico nome di Cipro, si legge di città già distrutte da assalitori venuti dal mare, nel momento in cui la flotta di Ugarit non era presente, in quanto impegnata lontano, in pattugliamenti lungo le coste anatoliche.
 
Riga 29 ⟶ 28:
 
=== Mesopotamia ===
Le città di [[Norsuntepe]], [[Emar]] e [[Karkemiš]] vennero distrutte, e gli Assiri a stento riuscirono a sfuggire a un'invasione delle tribù dei [[Mushki]] durante il regno di [[Tiglatpileser I|Tiglath-Pileser I]]. Con la diffusione dei nomadi [[Aramei]] nelle campagne, il controllo statale nelle regioni [[Babilonia (regione storica)|babilonesi]] e [[Assiria|assire]] divenne malsicuro e si ritrovò ad estendersi appena oltre i confini delle città. Durante il regno del sovrano elamita [[Shutruk-Nakhunte I|Shutruk-Nakhunte]] Babilonia venne saccheggiata dagli [[elamElam]]iti, perdendo il controllo della valle del [[Diyala]].
 
=== Egitto ===
{{vedi anche|Terzo periodo intermedio dell'Egitto|Popoli del mare}}
[[File:Base obélisque Athribis 04.JPG|thumb|Stele dedicata a Rameses II, con iscrizioni sui [[popoli del Mare]]. Tempio di Horus ad Athribis, ora nei giardini del [[Museo del Cairo]].]]
{{vedi anche|Terzo periodo intermedio dell'Egitto|Popoli del mare}}
L'impero egiziano collassò verso la metà del XII secolo a.C., durante il regno di [[Ramesse VI]]. La [[Stele di Merenptah]], prima della crisi, descrisse attacchi sferrati da popolazioni [[Libia|libiche]], in combutta coi popoli [[Ekwesh]], [[Šekeleš|Shekelesh]], [[Terre di Lukka|Lukka]], [[Shardana]] e [[Popoli del mare#Tereš o Turša|Tursha o Teresh]], e di una rivolta di Cananei, nelle città di [[Ashkelon]], [[Yenoam]] e del popolo di [[Israele]]. Un secondo attacco durante il regno di [[Ramesse III]] coinvolse i [[Filistei|Peleset]], [[Popoli del mare|Tjeker]], Shardana e [[Denyen]].
 
Riga 39 ⟶ 38:
 
=== Conclusione ===
Il collasso è stato descritto da alcuni studiosi come "il peggiore disastro nella storia antica, anche più calamitoso del collasso dell'[[Impero romano d'Occidente|Impero romano occidentale]]"<ref>Drew (cfr. {{cita |Drews|pp.192 e ss}}) riporta la valutazione di Fernand Braudel sul fatto che le culture del Mediterraneo orientale ritornassero quasi al punto di partenza ("plan zéro") {{cita |Drews|pp.192 e ss}}. Vedi anche: {{fr}} L'Aube", in Braudel, F. (Ed) (1977), ''La Mediterranee: l'espace et l'histoire'' (Parigi)</ref>. Diversi popoli hanno ricordato il disastro nella mitologia, tramite storie di una "perduta [[età dell'oro]]". [[Esiodo]] per esempio parla delle tre età (dell'oro, argento e bronzo) separate dal duro e crudele mondo dell'[[Età del Ferroferro]] a lui coevo dall'[[Le opere e i giorni#trama|Età degli Eroi]].
 
== Natura e cause di distruzione ==
L'età buia tra la fine dell'[[etàEtà del bronzo|Età del Bronzo]] e l'inizio dell'[[etàEtà del ferro|Età del Ferro]] fu un periodo caratterizzato dal collasso delle autorità centrali, da un generale spopolamento, particolarmente in aree altamente urbanizzate, dalla perdita dell'alfabetizzazione in Anatolia e nell'Egeo (ede dalla sua limitazione altrove), dalla scomparsa di modelli consolidati di commerci internazionali a lunga distanza, e da aspre lotte per il potere fra le élite.
 
Varie teorie sono state avanzate per spiegare la situazione di collasso, molte delle quali tra loro compatibili.
Riga 51 ⟶ 50:
=== Migrazioni e incursioni ===
{{vedi anche|Popoli del Mare|Mushki|Aramei}}
Questa tesi è stata sostenuta<ref>Da [[EfremEkrem Akurgal]], Gustav Lehmann e Fritz Schachermeyer, seguendo le teorie di [[Gaston Maspero]]</ref> sulla base della vasta diffusione di ritrovamenti di spade [[Naue]]Spada dela IIlingua tipoda presa|Spade Naue II]] provenienti dall'Europa sud-orientale, e di testimonianze scritte sugli "abitanti di tutte le terre del nord"<ref>Robbins, Manuel (2001) ''Collasso dell'Età del Bronzo: la storia di Grecia, Troia, Israele, Egitto e i popoli del mare"'' (Authors Choice Press)</ref>
 
La corrispondenza di [[Ugarit]] pone al centro dell'attenzione tali gruppi come i misteriosi [[Popoli del Mare]]. Allo stesso modo, la traduzione dei documenti conservati in [[Lineare B]] nell'Egeo, proprio prima del collasso, dimostra un aumento della pirateria e delle incursioni, provenienti in particolare dall'Anatolia, allo scopo di procurarsi schiavi. Lungo la costa libica, dopo il regno di [[RamesseRamses II]], gli Egizi costruirono diverse fortezze per contrastare le incursioni.
 
=== Siderurgia ===
[[Leonard R.Robert Palmer]] ha sostenutoargomentò che il [[ferro]], anche se di qualità inferiore al bronzo per la produzione di armi e più difficile da lavorare, èera più abbondante e di più facile approvvigionamento, permettendo così di armare eserciti più grandi che possonoavrebbero potuto sopraffare quelli più piccoli dei [[maryannu]], equipaggiati con armi in bronzo.<ref>Palmer, Leonard R (1962) ''Micenei e minoici: preistoria egea alla luce delle tavolette della Lineare B''. (New York, Alfred A. Knopf, 1962)</ref>. Questo argomentoQuesta ètesi statofu successivamente indebolitoindebolita dalla scoperta che lo spostamento verso il ferro accadde ''dopo'' il collasso, non prima. Sembra adesso che la distruzionecontrazione del commercio a lunga distanza, un aspetto del "collasso di sistemi", possa aver facilitatocausato una diminuzione degli approvvigionamenti di [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], rendendo quindi più difficoltosa la fabbricazione del bronzo. Ciò costrinseavrebbe costretto al riuso degli utensili più vecchi ed all'impiego di sostituti in ferro.
 
=== Siccità ===
HarveyÈ Weiss, professore di archeologia del Vicino Oriente a Yale,stato argomentasostenuto che il collasso del Tardo Bronzo puòpossa essere spiegato da incisivimarcati quanto repentini periodi di siccità, più che da invasioni di popoli e che anzi, la migrazione dei [[Luvi]] dall'[[Anatolia]] occidentale, spesso associata alle migrazioni dei Popoli del mare, sia stata causata proprio dalla siccità<ref>{{en}} ''[https://link.springer.com/article/10.1007%2FBF02423389 The decline of Late Bronze Age civilization as a possible response to climatic change]'', in ''Climatic Change'', ISSN 0165-0009 (Paper) 1573-1480 (Online), Volume 4, Numero 2, giugno 1982, pp. 173-198.</ref>.
Più recentemente, [[Brian Fagan]]è hastato mostratoillustrato come la diversione delle tempeste [[Atlantico|atlantiche]] invernali, col loro passaggio a nord dei [[Pirenei]] e delle [[Alpi]], invece che portaa sud, porti condizioni più umide nell'Europa centrale, ma siccità nel Mediterraneo orientale,. possaUna diversione del genere avrebbe potuto essere associata con ilal collasso della tarda Età del Bronzo<ref>{{cita libro |autore=Brian Fagan |titolo=La rivoluzione del clima |url=http://books.google.com/books?id=cjfLAQAACAAJ |anno=2001 |editore=Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-3183-1}}</ref>.
 
Cause macroclimatiche sono state indicate, su dati aggiornati, anche da Wolfang Behringer<ref>{{cita libro |autore=Wolfang Behringer |titolo=Storia culturale del Clima |anno=2010 |editore=Bollati Boringhieri Saggi |pp=83-93 |id=EAN 9788833923802}}</ref>: in particolareper gli anni successivi al 1250/1200 a.C. paionoche sembrerebbero sempre più siccitosiaridi, mentre nel 1200 a.C. visi sarebbe futoccato il nadir del [[Subboreale]] secco (generalmente caldo), cui seguìavrebbe fatto seguito un periodo freddo e secco, iniziato attorno al 1150 e giunto al culmine nell'800 a.C. (fase Subatlantica). Questo fenomeno ebbeavrebbe avuto una portata mondiale, ed èe bensarebbe verificabile a livello [[dendrocronologia|dendrocronologico]] in [[America del Nord]] (con il massimo di siccità attorno al 1200 a.C.) e nel [[subcontinente indiano]] (dove coincidecoinciderebbe con la formazione del [[deserto di Thar]] e un impoverimento dei monsoni, processo iniziato dopo il 1300 a.C. e giunto al culmine attorno al 900 a.C.). Inoltre questi dati coincidonocoinciderebbero con gli annali [[Cina|cinesi]], che riportano, nei decenni che precedono la fine della [[dinastia Shang]] (1122 a.C.) sette anni di siccità, seguiti da inondazioni e da gelate a luglioestive nella valle del [[Fiume Giallo]], e da diverse carestie gravi inper tutto quel secolo.
 
Un ulteriore indizio potrebbe essere rappresentato dal ritrovamento di numerose opere idrauliche risalenti sempre alla fine del II millennio a.C., quali pozzi e cisterne di raccolta, nella penisola ellenica e in Sardegna. In quest'ultima, prendendo la forma di templi a pozzo (o pozzi sacri), sono associati a un vero e proprio culto dell'acqua.
Questi fenomeni potrebbero aver iniziato delle spirali recessive, tanto politico-religiose, quanto economiche, quanto, infine, militari. Infatti spesso i sovrani (è il caso anche del potente impero ittita, peraltro particolarmente esposto alla siccità, che, in questo caso, avrebbe trasformato in [[steppa]] terreni in precedenza coltivabili) giustificavano il proprio potere con l'opera di mediazione tra l'umano e il soprannaturale, in particolare divinità climatiche (pioggia, tempesta ecc.); il loro fallimento indebolì, presumibilmente, la legittimazione "popolare" del potere monarchico. Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stato quella di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge (oltre ad aumentare l'erosione e la pericolosità delle alluvioni); grandi disboscamenti avrebbero desertificato (o meglio trasformato in steppe) ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferire le loro capitali a sud.
 
Questi fenomeni potrebbero aver iniziato delleinnescato spirali recessive, tanto politico-religiose, quanto economiche, quantoe, infine, militari. Infatti spesso i sovrani (è il caso anche del potente dell'impero ittita, peraltro particolarmente esposto alla siccità, che, in questo caso, avrebbe trasformato in [[steppa]] terreni in precedenza coltivabili) giustificavano il proprio potere con l'opera di mediazione tra l'umano e il soprannaturale, in particolare con le divinità climatiche (pioggia, tempesta ecc.); il loro fallimento indebolì,avrebbe presumibilmente,indebolito la legittimazione "popolare" del potere monarchico. Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stato quella di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge (oltre ad aumentare l'erosione e la pericolosità delle alluvioni); grandi disboscamenti avrebbero desertificato (o meglio trasformato in steppe) ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferire le loro capitali a sud.
Questa siccità rese l'eccedenza agricola sempre più problematica, con una contrazione dei commerci, un aumento delle carestie (specie nelle civiltà urbane che necessitano di grandi eccedenze dalla campagna) e, conseguentemente, delle [[epidemia|epidemie]], operando un generale collasso demografico. Risulta piuttosto raro nella storia che un periodo caldo sia anche secco: nel 1200 a.C. fu così, ma negli anni successivi fu (secondo un modello più normale nella storia del clima) sia secco che freddo, con gelate estive e primaverili (almeno nella Cina centrale, dove esistono fonti; probabilmente il fenomeno riguardò l'intero emisfero boreale), e questo tipo di gelate, nelle società pre-industriali, sono accompagnate quasi sempre da carestie. La carestia potrebbe aver provocato delle migrazioni, sia di popoli colpiti, come profughi in cerca (anche violenta) di cibo, sia come migrazioni di massa da aree più povere ma meno colpite dalla siccità (come l'Europa centrale, naturalmente più piovosa di quella meridionale), verso zone un tempo ricche (ed ancore ricche d'oro e di altri oggetti "da bottino"), indebolite e impoverite dagli eventi. Inoltre le dinastie regnanti, incapaci di far fronte al problema della fame, avrebbero dovuto sia far fronte a delle ribellioni (favorite dalla diminuzione della loro legittimazione ideologico-religiosa), sia affrontare nuovi nemici esterni (come i popoli del mare, i [[Dori]], ed altri) con eserciti demoralizzati e resi poco fedeli dalla diminuzione della legittimazione, oltre che indeboliti dalla crisi demografica. Mentre gli invasori potrebbero essere stati alla ricerca disperata di un saccheggio alimentare, e quindi molto determinati.
 
Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stata di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge ed aumentando l'erosione e la pericolosità delle alluvioni. Grandi disboscamenti avrebbero trasformato in steppe ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferirsi a sud.
Anche se Behringer si dice scettico riguardo alla teoria della scarsità di bronzo, tanto l'insicurezza determinata da migrazioni ed invasioni, quanto dalla generale contrazione dei commerci avrebbe potuto ridurre la capacità degli Stati di provvedere al reperimento di bronzo, favorendo così l'affermazione del ferro e di un nuovo modello di guerra, ad esso correlato. Comunque la diffusione del ferro (come quella di un tipo più efficiente di [[aratro]]) è, da questo autore, posta in relazione con questo prolungato periodo di siccità (e con la successiva ondata di freddo), che spinse gli uomini ad ingegnarsi ed a trovare nuove soluzioni; è quindi più una via d'uscita al collasso che una causa dello stesso.
 
QuestaLa siccità reseavrebbe reso l'eccedenza agricola sempre più problematicascarsa, con una contrazione dei commerci, un aumento delle carestie (specie nellenegli civiltàambiti urbaneurbani che necessitanonecessitavano di grandi eccedenzesurplus dalladalle campagnacampagne) e, conseguentemente, delle [[epidemia|epidemie]], operandocausando un generale collasso demografico generale. Risulta piuttosto raro nella storia che un periodo caldo sia anche secco: nel 1200 a.C. fusarebbe stato così, ma negli anni successivi, fu (secondo un modello più normale nella storia del clima), siail clima sarebbe stato secco chee freddo, con gelate estive e primaverili (almeno nella Cina centrale, doveper la quale esistono fonti; probabilmente il fenomeno riguardò l'intero emisfero borealescritte), e questo tipo di gelatecausa, nelle società pre-industriali, sono accompagnate quasi sempre dadi carestie. LaLe carestiacarestie potrebbepotrebbero aver provocato delle migrazioni, sia di popolipopolazioni colpiti, come profughiaffamate in cerca (anche violenta) di cibo, siama comeanche migrazioni di massa da aree più povere ma meno colpite dalla siccità (come l'Europa centrale, naturalmente più piovosa di quella meridionale) ma più arretrate, verso zone un tempopiù ricche (ed ancore ricche d'oro e diprogredite, altri oggetti "da bottino"),ma indebolite e impoverite dagli eventi. Inoltre le dinastie regnanti, incapaci di far fronte al problema della fame, avrebbero dovuto sia far fronte a delle ribellioni interne (favoritedovute dallaal diminuzionecalo della loro legittimazione ideologico-religiosa), siae affrontareinvasioni nuovi nemici esterni (come i popoli del mareesterne, i [[Dori]], ed altri) con eserciti demoralizzati e resi pocomeno fedeli dalladal diminuzionecalo delladi legittimazione, oltre che indeboliti dalla crisi demografica.; Mentree intanto gli invasori potrebbero essere stati, alla ricerca disperata di un saccheggio alimentarecibo, esarebbero quindistati molto più determinati.
Questo sarebbe quindi multicausale, anche se di origine eminentemente climatica, oltre che dovuto alla incapacità di gestire una siccità particolarmente prolungata (7-10 anni), intervallata da alluvioni, altre siccità ed annate fredde.
 
Anche se Behringerc'è si dice scetticoscetticismo riguardo alla teoria della scarsità di bronzo, tanto l'insicurezza determinata da migrazioni ed invasioni, quantoe dalla generalela contrazione dei commerci avrebbeavrebbero potuto ridurre la capacità degli Stati di provvedere al reperimentoall'approvvigionamento di bronzo, favorendo così l'affermazione del ferro e di un nuovo modello di guerra, ad esso correlato. Comunque laLa diffusione del ferro (come quella di un tipo più efficiente di [[aratro]]) è, da questo autore, postasarebbe in relazione con questo prolungato periodo di siccità (e con la successiva ondata di freddo), che spinseavrebbe gli uomini ad ingegnarsi edspinto a trovarecercare nuove soluzioni;. èSarebbe quindi più una via d'uscita al collasso che una causa dello stesso<ref>Behringer, cit.</ref>.
 
Questo sarebbe quindi multicausale, anche se di origine eminentemente climatica, oltre che dovuto alla incapacità di gestire unacicli di siccità particolarmente prolungataprolungate (7-10 anni), intervallata da alluvioni, altre siccità ed annate fredde.
 
=== Mutamenti nelle tecniche di combattimento ===
Nel contesto specifico del [[Medio Oriente]] una varietà diVari fattori - incluso l'(aumento della popolazione, la degradazionedegrado del suolo, la siccità, lascarsità {{chiarire|fusione deldi bronzo per la creazione di armi}}e, lenuove tecnologie per la produzione del ferro - plausibilmente) potrebbero essersi combinati, spingendo il prezzo relativocosto degli armamenti, paragonato alla terra arabile, aad un livello che inli definitivaavrebbe le ponesseposti oltre ille controllopossibilità delle aristocrazie guerriere tradizionali.
 
RobertÈ Drewsstato osservato<ref name="cita |Drews|pp.192 e ss">{{cita |Drews|pp.192 e ss}}.</ref><ref>vedi ancheAnche [http://mcgoodwin.net/pages/otherbooks/rd_endbrozeage.html], [http://alanlittle.org/weblog/chariots.html].</ref> osserva che con la comparsa di fanteria organizzata (che usava armi e corazze di nuova concezione, quali ad esempiocome ferri di lancia fusi e non battuti e soprattutto, [[Spada nell'età del bronzo|spade]] lunghe dall'uso rivoluzionario, atte cioè a tagliare oltre che infilzare,trafiggere<ref>Spade del tipo naue II, in uso dal 1200 a.C. circa nei [[Carpazi]] e nelle [[Alpi Orientali]], si affermarono rapidamente come l'unico tipo di spada usato nell'Undicesimo secolo; il ferro si sostituì al bronzo senza che ciò alterasse essenzialmente il disegno delle armi. (cfr. {{cita |Drews|p. 194}}).</ref>), l'uso del giavellotto e la comparsa di fonderie per il bronzo suggeriscono che “la massiccia produzione di manufatti in bronzo divenisse improvvisamente importante in [[civiltà egea|Egeo]]”giavellotti<ref name="cita |Drews|pp.192 e ss"/>. Ad esempio, [[Omero]]unite usaa “lancia”fanterie come [[sineddoche]] per “guerriero”, suggerendo il permanere dell'importanza dell'arma nelle battaglie del suo tempo. Il nuovo armamento, affidato ad una fanteria "[[oplite|proto-oplitea]]" resa così capacecapaci di opporsi agli assalti organizzati diai [[carro (trasporto)#Carri da guerra|carri]], avrebbeavrebbero destabilizzatopotuto destabilizzare stati fondati (militarmente)sul loro sull'uso dei carri da parte della classe dominante, scatenando un improvviso collasso sociale specie là doveladdove scorridori e/o mercenari di fanteria avessero così avuto la possibilità tattica di conquistare, razziarele città e bruciare le cittàdistruggerle.
 
=== Collasso generale di sistema ===
In molti altri casi, oltre che in questo, si sono verificati dei rovesciamenti nei quali una civiltà è scomparsa senza che sia stato possibile individuare chiaramente una singola causa del fenomeno; si possono citare come esempi quelli delle [[Civiltà della valle dell'Indo#Declino e Scomparsa|civiltà dell'Indo]] nel XX - XVIII secolo a.C., della [[cultura dei campi di Urnfieldurne]] del XIII-XII secolo a.C. e di [[cultura di Hallstatt|quella celtica di Hallstatt]] nel X e IX secolo a.C.<ref>Cenni sulla storia di Castlemagner, sulla pagina web della società storica locale: {{cita web|url=http://www.iol.ie/~edmo/linktoprehistory.html|titolo=Prehistoric Castelmagner|autore=Castlemagner Historical Society|data=31 agosto 2000|lingua=en|accesso=12 agosto 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090416234551/http://www.iol.ie/~edmo/linktoprehistory.html|urlmorto=sì}}</ref>, della [[Storia dei Maya#Periodo Classico|cultura classica Maya]] nel X secolo d.C.
 
Ciò ha portato a vari tentativi di spiegare il collasso di una società considerando, da un lato, una molteplicità di cause e le loro interazioni, in particolare quelle che possono aver portato ad una reciproca amplificazione, e dall'altro,ed i punti di fragilità del sistema politico, economico e sociale. In questo modo sono state formulate ipotesi che tengono conto della complessità delle interazioni possibili, nelle quali "il venir meno di un elemento secondario causò una reazione a catena che si sviluppò su scala sempre maggiore, finché l'intera struttura giunse al collasso"<ref>{{En}}Colin Renfrew (1979), System Collapse as Social Transformation, in Transformation, Mathematical Approaches to Culture Change, Academic Press, New York</ref>.
 
Nel contesto del Vicino Oriente, secondo alcuni punti di vista, la crescente complessità e specializzazione dell'organizzazione politica, sociale ed economica della tarda Età del Bronzo avrebbe rappresentato una debolezza che, assieme alla centralizzazione ed alla concentrazione del potere politico, potrebbe spiegare il collasso delle civiltà di quell'epoca<ref>{{cita libro|autore=Carol G. Thomas |autore2=Craig Conant |titolo=Citadel to City-State: The Transformation of Greece, 1200-700 B.C.E. |url=http://books.google.com/books?id=GP5cIqY--P0C&pg=PR4|data=25 agosto 2009 |annooriginale=1999 |editore=Indiana University Press |isbn=0-253-00325-3 |p=4 |lingua=en}}</ref><ref>{{cita testo |autore=Eric H. Cline |titolo=1177 B.C.: The Year Civilization Collapsed |url=http://books.google.com/books?id=4o8pAgAAQBAJ&pg=PA161 |data=23 marzo 2014 |editore=Princeton University Press P=161|isbn=978-1-4008-4998-7|lingua=en |citazione=The failure of a minor element started a chain reaction that reverteberate on a greater and greater scale, until finally the whole structure was brought to collapse}}</ref>.
Ciò ha portato a vari tentativi spiegare il collasso di una società considerando, da un lato, una molteplicità di cause e le loro interazioni, in particolare quelle che possono aver portato ad una reciproca amplificazione, e dall'altro, i punti di fragilità del sistema politico, economico e sociale. In questo modo sono state formulate ipotesi che tengono conto della complessità delle interazioni possibili, nelle quali "il venir meno di un elemento secondario causò una reazione a catena che si sviluppò su scala sempre maggiore, finché l'intera struttura giunse al collasso"<ref>{{En}}Colin Renfrew (1979), System Collapse as Social Transformation, in Transformation, Mathematical Approaches to Culture Change, Academic Press, New York</ref>.
 
NelLe contestoteorie specificoriguardanti delil Medio Oriente, secondo alcuni punticollasso di vista, la crescente complessità e specializzazione dell'organizzazioneun politica,sistema sociale edmostrano economicacome dellai tardadeclini Etàsociali delin Bronzo rappresenta una debolezza che, assiemerisposta alla centralizzazionecomplessità edspesso allaconducano concentrazionead delun poterecollasso politico,che potrebbesi spiegarerisolve ilin collassoforme dellepiù civiltàsemplici di quell'epocasocietà<ref>{{cita libro|autore=CarolJoseph G. Thomas |autore2=Craig ConantTainter |titolo=Citadel to City-State: The TransformationCollapse of Greece,Complex 1200-700 B.C.E.Societies |url=http://books.google.com/books?id=GP5cIqY--P0C&pg=PR4YdW5wSPJXIoC |data=2529 agostomarzo 20091990 |annooriginale=19991976 |editore=IndianaCambridge University Press |isbn=978-0-253521-0032538673-3 |p=4 9|lingua=en}}</ref><ref>{{cita testo |autore=Eric H. ClineUn |titolo=1177approccio B.C.:analogo Theè Yearquello Civilizationdi Collapsed[[Jared |url=http://books.google.com/books?id=4o8pAgAAQBAJ&pg=PA161Diamond]] |data=23ad marzoesempio 2014in |editore=Princeton[[Collasso. UniversityCome Pressle P=161|isbn=978-1-4008-4998-7|lingua=ensocietà |citazione=Thescelgono failuredi ofmorire ao minor element started a chain reaction that reverteberate on a greater and greater scale, until finally the whole structure was brought to collapse}}vivere]]</ref>.
 
Un altro tentativo di analisi del fenomeno, più speculativo ed ancorae controverso, è quello di [[Julian Jaynes|Jaynes]], che lega la crisi della società indel quell'epoca[[Tardo Bronzo]] all'aumento della sua complessità, ed alla conseguente necessità per la coscienza umana di passare da un comportamento legato all'istinto ed alla religione ad uno basato sul ragionamento logico<ref>cfr.[[Julian Jaynes]]</ref>
Ad un livello generale, le teorie riguardanti il collasso di un sistema sociale sono state esplorate da [[Joseph Tainter]]<ref>{{cita libro|autore=Joseph Tainter |titolo=The Collapse of Complex Societies |url=http://books.google.com/books?id=YdW5wSPJXIoC |data=29 marzo 1990 |annooriginale=1976 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-0-521-38673-9|lingua=en}}</ref> che mostra come i declini sociali in risposta alla complessità spesso conducono a un collasso che si risolve in forme più semplici di società.
Un approccio analogo, ad un livello forse più divulgativo, è quello di [[Jared Diamond]]<ref>ad esempio in [[Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere]]</ref>.
Un altro tentativo di analisi del fenomeno, più speculativo ed ancora controverso, è quello di [[Julian Jaynes|Jaynes]], che lega la crisi della società in quell'epoca all'aumento della sua complessità, ed alla conseguente necessità per la coscienza umana di passare da un comportamento legato all'istinto ed alla religione ad uno basato sul ragionamento logico.
 
=== Epidemie ===
Non sappiamo quando si verificò il primo caso di [[vaiolo]]: il primo di cui si abbia traccia archeologica è la mummia di [[Ramses V]] (morto sicuramente prima del 1140 a.C., per la [[cronologia alta]] di Redford nel 1156 a.C.), faraone della [[XX dinastia egizia|XX dinastia]], nipote del [[Ramses III]] che aveva sconfitto i popoli del mare. Anche alcune ricerche genetiche ipotizzano l'origine del vaiolo attorno al 1000 a.C. o poco prima<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=en |autore =George L. Spaeth |titolo=Reversibility of optic disc cupping. A phenomenon that may change the management of glaucoma |url=https://archopht.jamanetwork.com/mobile/article.aspx?articleid=638120 |rivista=Archives of Ophthalmology |volume=107|numero=11|data=novembre 1989|pp=1583–15841583-1584 |editore=American Medical Association |pmid=2818276}}</ref>. Potrebbe però essere anche molto più antica, ma aver raggiunto il Medio Oriente e l'Africa dall'India solo in quel periodo. Vi è quindi un indizio di coincidenza tra il collasso dell'Età del Bronzo e la comparsa di una delle malattie epidemiche peggiori: in zone in cui non era stato presente in precedenza, come ad esempio il [[Giappone]] nel 735-737 d.C. o il [[Messico]] nel 1520, il vaiolo fu infatti responsabile della morte di almeno un terzo delle popolazioni nel giro di meno di un decennio, e in alcune zone delle Americhe e dell'[[Oceania]] fu responsabile di tassi di mortalità {{chiarire|protratti}} dell'80-90%. Un'epidemia simile potrebbe aver indebolito notevolmente tutte le civiltà colpite, e aver rappresentato da solo un collasso demografico e una perdita di fiducia nei valori tradizionali (specie politici e religiosi) ed aperto la strada a vari rivolgimenti e migrazioni, come si verificò in Messico e in [[Perù]] al principio del XVI secolo.
 
== Note ==
Riga 94 ⟶ 98:
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Robert Drews |titolo=The End of the Bronze Age: Changes in Warfare and the Catastrophe ca. 1200 B.C. |url=https://archive.org/details/endofbronzeagech0000drew |editore=Princeton: Princeton University Press |anno=1992 |isbn=0-691-04811-8 |lingua=en |cid=Drews}}
* {{cita libro|lingua=en |autore=Oliver Dickinson|titolo=The Aegean from Bronze Age to Iron Age: Continuity and Change Between the Twelfth and Eighth Centuries BCE|editore=Routledge|anno=2007)|ISBN=978-0-415-13590-0}}
* {{cita libro |autore=Eric H. Cline |titolo=1177 B.C.: The Year Civilization Collapsed |url=http://books.google.com/books?id=4o8pAgAAQBAJ |data=23 marzo 2014 |editore=Princeton University Press |isbn=978-1-4008-4998-7|lingua=en }}
* {{cita libro |titolo=The Philistines and Other “Sea Peoples” in Text and Archaeology|collana=Society of Biblical Literature Archaeology and biblical studies|volume=15|nomeautore=Ann E.|cognome= Killebrew|editore=Society of Biblical Lit|data=2013|isbn=978-1-58983-721-8|url=http://books.google.co.uk/books?id=gBCl2IQfNioC&pg=PA2 |lingua=en|cid=Killebrew, 2013}}
 
== Voci correlate ==