Collasso dell'Età del Bronzo: differenze tra le versioni
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{{Età del bronzo}}
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▲[[File:Invasions, destructions and possible population movements during the Bronze Age Collapse, ca. 1200 BC.png|thumb|Invasioni, distruzioni e possibili spostamenti di popolazioni tra il XIII e XI secolo a.C.]]
▲'''Collasso dell'Età del Bronzo''' è la definizione usata per il periodo tra il [[XIII secolo a.C.|XIII]] e l'[[XI secolo a.C.]], contraddistinto da violenze e distruzioni materiali e culturali. Questo periodo di transizione vide il crollo delle [[Società palaziale|economie palaziali]] della [[regione dell'Egeo]] e dell'[[Anatolia]], che furono rimpiazzate dalle culture di villaggio nel [[Medioevo ellenico]] e nella prima età del ferro del [[Vicino Oriente antico]].
Esso coincide con la diffusione della tecnologia della lavorazione del ferro nella regione, iniziata in quelle che ora sono la [[Bulgaria]] e la [[Romania]] nel XIII e XII secolo a.C.<ref>Vedi A. Stoia e gli altri saggi in M.L. Stig Sørensen e R. Thomas, ''Transizione Età del Bronzo—Età del Ferro in Europa'' (Oxford) 1989, e T.H. Wertime e J.D. Muhly, ''L'inizio dell'Età del Ferro'' (New Haven) 1980.</ref>
Tra il 1206 e il 1150 a.C. il crollo dei [[Civiltà micenea|regni micenei]], dell'[[Ittiti|impero ittita]] e dei piccoli regni in [[Siria]],<ref>Per la Siria, vedi M Liverani, "Il collasso del sistema regionale del Vicino Oriente alla fine dell'Età del Bronzo: il caso della Siria" in ''Centro e periferia nel Mondo Antico'', M. Rowlands, M.T. Larsen, K. Kristiansen. (Cambridge University Press) 1987.</ref> nonché del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno egizio]] in [[Siria]] e [[Canaan]],<ref>S. Richard, ''Fonti archeologiche per la storia della Palestina: l'antica Età del Bronzo: l'ascesa e il collasso dell'urbanesimo'', ''The Biblical Archaeologist'' (1987)</ref> portò all'interruzione dei [[Rotta commerciale|contatti commerciali]] a lunga distanza ed all'arresto del processo di alfabetizzazione in corso.
Nella prima fase di questo periodo, quasi ogni città fra [[Pilo]] e [[Gaza]] venne distrutta, qualcuna definitivamente. [[
Le epoche seguenti videro nell'[[mar Egeo|Egeo]] l'avvento del [[Medioevo ellenico]], in [[Anatolia]] e nella Siria settentrionale il sorgere dei regni [[stati siro-ittiti|neo-ittiti]] (metà del X secolo a.C.) e, ad est dell'Eufrate, l'ascesa dell'[[impero neo-assiro]].
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== Testimonianze regionali ==
=== Anatolia ===
Ogni sito importante risalente alla tarda Età del Bronzo mostra uno [[Stratigrafia (archeologia)|strato di distruzione]] che interrompe lo sviluppo della civiltà [[Ittiti|ittita]]. [[Ḫattuša]], la capitale ittita, venne bruciata e abbandonata, e mai più ripopolata. Stessa sorte la subì [[Karaoğlan]] (nella quale i corpi delle vittime furono lasciati privi di sepoltura), così come [[Troia]], bruciata per almeno due volte prima di essere abbandonata.
=== Cipro ===
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=== Mesopotamia ===
Le città di [[Norsuntepe]], [[Emar]] e [[Karkemiš]] vennero distrutte, e gli Assiri a stento riuscirono a sfuggire a un'invasione delle tribù dei [[Mushki]] durante il regno di [[Tiglatpileser I|Tiglath-Pileser I]]. Con la diffusione dei nomadi [[Aramei]] nelle campagne, il controllo statale nelle regioni [[Babilonia (regione storica)|babilonesi]] e [[Assiria|assire]] divenne malsicuro e si ritrovò ad estendersi appena oltre i confini delle città. Durante il regno del sovrano elamita [[Shutruk-Nakhunte I|Shutruk-Nakhunte]] Babilonia venne saccheggiata dagli [[
=== Egitto ===
[[File:Base obélisque Athribis 04.JPG|thumb|Stele dedicata a Rameses II, con iscrizioni sui [[popoli del Mare]]. Tempio di Horus ad Athribis, ora nei giardini del [[Museo del Cairo]].]]
▲{{vedi anche|Terzo periodo intermedio dell'Egitto|Popoli del mare}}
L'impero egiziano collassò verso la metà del XII secolo a.C., durante il regno di [[Ramesse VI]]. La [[Stele di Merenptah]], prima della crisi, descrisse attacchi sferrati da popolazioni [[Libia|libiche]], in combutta coi popoli [[Ekwesh]], [[Šekeleš|Shekelesh]], [[Terre di Lukka|Lukka]], [[Shardana]] e [[Popoli del mare#Tereš o Turša|Tursha o Teresh]], e di una rivolta di Cananei, nelle città di [[Ashkelon]], [[Yenoam]] e del popolo di [[Israele]]. Un secondo attacco durante il regno di [[Ramesse III]] coinvolse i [[Filistei|Peleset]], [[Popoli del mare|Tjeker]], Shardana e [[Denyen]].
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=== Conclusione ===
Il collasso è stato descritto da alcuni studiosi come "il peggiore disastro nella storia antica, anche più calamitoso del collasso dell'[[Impero romano d'Occidente|Impero romano occidentale]]"<ref>Drew (cfr. {{cita |Drews|pp.192 e ss}}) riporta la valutazione di Fernand Braudel sul fatto che le culture del Mediterraneo orientale ritornassero quasi al punto di partenza ("plan zéro") {{cita |Drews|pp.192 e ss}}. Vedi anche: {{fr}} L'Aube", in Braudel, F. (Ed) (1977), ''La Mediterranee: l'espace et l'histoire'' (Parigi)</ref>. Diversi popoli hanno ricordato il disastro nella mitologia, tramite storie di una "perduta [[età dell'oro]]". [[Esiodo]] per esempio parla delle tre età (dell'oro, argento e bronzo) separate dal duro e crudele mondo dell'[[Età del
== Natura e cause di distruzione ==
L'età buia tra la fine dell'[[
Varie teorie sono state avanzate per spiegare la situazione di collasso, molte delle quali tra loro compatibili.
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=== Siderurgia ===
[[Leonard Robert Palmer]] argomentò che il [[ferro]], anche se inferiore al bronzo per la produzione di armi e più difficile da lavorare, era più abbondante e di più facile approvvigionamento, permettendo così di armare eserciti più grandi che avrebbero potuto sopraffare quelli più piccoli dei [[maryannu]], equipaggiati con armi in bronzo<ref>Palmer, Leonard R (1962) ''Micenei e minoici: preistoria egea alla luce delle tavolette della Lineare B''. (New York, Alfred A. Knopf, 1962)</ref>. Questa tesi fu successivamente indebolita dalla scoperta che lo spostamento verso il ferro accadde ''dopo'' il collasso, non prima. Sembra adesso che la contrazione del commercio a lunga distanza, un aspetto del "collasso di sistemi", possa aver causato una diminuzione degli approvvigionamenti di [[Stagno (elemento chimico)|stagno]], rendendo quindi più difficoltosa la fabbricazione del bronzo. Ciò avrebbe costretto al riuso degli utensili più vecchi ed all'impiego di sostituti in ferro.
=== Siccità ===
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Più recentemente, è stato illustrato come la diversione delle tempeste [[Atlantico|atlantiche]] invernali, col loro passaggio a nord dei [[Pirenei]] e delle [[Alpi]] invece che a sud, porti condizioni più umide nell'Europa centrale, ma siccità nel Mediterraneo orientale. Una diversione del genere avrebbe potuto essere associata al collasso della tarda Età del Bronzo<ref>{{cita libro |autore=Brian Fagan |titolo=La rivoluzione del clima |url=http://books.google.com/books?id=cjfLAQAACAAJ |anno=2001 |editore=Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-3183-1}}</ref>.
Cause macroclimatiche sono state indicate<ref>{{cita libro |autore=Wolfang Behringer |titolo=Storia culturale del Clima |anno=2010 |editore=Bollati Boringhieri Saggi |pp=83-93 |id=EAN 9788833923802}}</ref> per gli anni successivi al 1250/1200 a.C. che sembrerebbero sempre più aridi, mentre nel 1200 a.C. si sarebbe toccato il nadir del [[Subboreale]] secco (generalmente caldo), cui avrebbe fatto seguito un periodo freddo e secco, iniziato attorno al 1150 e giunto al culmine nell'800 a.C. (fase Subatlantica). Questo fenomeno avrebbe avuto una portata mondiale, e sarebbe verificabile a livello [[dendrocronologia|dendrocronologico]] in [[America del Nord]] (con il massimo di siccità attorno al 1200 a.C.) e nel [[subcontinente indiano]] (dove coinciderebbe con la formazione del [[deserto di Thar]] e un impoverimento dei monsoni, processo iniziato dopo il 1300 a.C. e giunto al culmine attorno al 900 a.C.). Inoltre questi dati coinciderebbero con gli annali [[Cina|cinesi]], che riportano, nei decenni che precedono la fine della [[dinastia Shang]] (1122 a.C.) sette anni di siccità, seguiti da inondazioni e da gelate estive nella valle del [[Fiume Giallo]], e da diverse carestie gravi per tutto quel secolo.
Un ulteriore indizio potrebbe essere rappresentato dal ritrovamento di numerose opere idrauliche risalenti sempre alla fine del II millennio a.C., quali pozzi e cisterne di raccolta, nella penisola ellenica e in Sardegna. In quest'ultima, prendendo la forma di templi a pozzo (o pozzi sacri), sono associati a un vero e proprio culto dell'acqua.
Questi fenomeni potrebbero aver innescato spirali recessive politico-religiose, economiche e, infine, militari. Infatti spesso i sovrani (è il caso dell'impero ittita, particolarmente esposto alla siccità, che, in questo caso, avrebbe trasformato in [[steppa]] terreni in precedenza coltivabili) giustificavano il proprio potere con l'opera di mediazione tra l'umano e il soprannaturale, in particolare con le divinità climatiche (pioggia, tempesta ecc.); il loro fallimento avrebbe indebolito la legittimazione popolare del potere monarchico.
Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stata di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge ed aumentando l'erosione e la pericolosità delle alluvioni. Grandi disboscamenti avrebbero trasformato in steppe ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferirsi a sud.
La siccità avrebbe reso l'eccedenza agricola sempre più scarsa, con una contrazione dei commerci, un aumento delle carestie (specie negli ambiti urbani che necessitavano di grandi surplus dalle campagne) e delle [[epidemia|epidemie]], causando un collasso demografico generale. Risulta piuttosto raro nella storia che un periodo caldo sia anche secco: nel 1200 a.C. sarebbe stato così, ma negli anni successivi, secondo un modello più normale nella storia del clima, il clima sarebbe stato secco e freddo, con gelate estive e primaverili (almeno nella Cina centrale, per la quale esistono fonti scritte) causa, nelle società pre-industriali, di carestie. Le carestie potrebbero aver provocato migrazioni di popolazioni affamate in cerca di cibo ma anche migrazioni di massa da aree meno colpite dalla siccità (come l'Europa centrale, naturalmente più piovosa di quella meridionale) ma più arretrate, verso zone più ricche e progredite, ma indebolite e impoverite dagli eventi. Inoltre le dinastie regnanti, incapaci di far fronte al problema della fame, avrebbero dovuto far fronte a ribellioni interne (dovute al calo della loro legittimazione ideologico-religiosa) e invasioni esterne, con eserciti demoralizzati e resi meno fedeli dal calo di legittimazione, oltre che indeboliti dalla crisi demografica; e intanto gli invasori, alla ricerca disperata di cibo, sarebbero stati molto più determinati.
Anche se c'è scetticismo riguardo alla teoria della scarsità di bronzo, l'insicurezza determinata da migrazioni ed invasioni e la contrazione dei commerci avrebbero potuto ridurre la capacità degli Stati di provvedere all'approvvigionamento di bronzo, favorendo così l'affermazione del ferro e di un nuovo modello di guerra, ad esso correlato. La diffusione del ferro (come quella di un tipo più efficiente di [[aratro]]) sarebbe in relazione con questo prolungato periodo di siccità , che avrebbe spinto a cercare nuove soluzioni. Sarebbe quindi più una via d'uscita al collasso che una causa dello stesso<ref>Behringer, cit.</ref>.
Questo sarebbe quindi multicausale, anche se di origine eminentemente climatica, dovuto alla incapacità di gestire cicli di siccità particolarmente prolungate (7-10 anni), alluvioni, altre siccità ed annate fredde.
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Vari fattori (aumento della popolazione, degrado del suolo, siccità, scarsità di bronzo per la creazione di armi, nuove tecnologie per la produzione del ferro) potrebbero essersi combinati, spingendo il costo degli armamenti ad un livello che li avrebbe posti oltre le possibilità delle aristocrazie guerriere tradizionali.
È stato osservato<ref name="cita |Drews|pp.192 e ss">{{cita|Drews|pp.192 e ss}}. Anche [http://mcgoodwin.net/pages/otherbooks/rd_endbrozeage.html], [http://alanlittle.org/weblog/chariots.html].</ref> che armi di nuova concezione, come ferri di lancia fusi e non battuti, [[Spada nell'età del bronzo|spade]] lunghe dall'uso rivoluzionario, atte cioè a tagliare oltre che trafiggere<ref>Spade del tipo naue II, in uso dal 1200 a.C. circa nei [[Carpazi]] e nelle [[Alpi Orientali]], si affermarono rapidamente come l'unico tipo di spada usato nell'Undicesimo secolo; il ferro si sostituì al bronzo senza che ciò alterasse essenzialmente il disegno delle armi. {{cita |Drews|p. 194}}).</ref> e giavellotti<ref name="cita |Drews|pp.192 e ss"/>, unite a fanterie capaci di opporsi ai [[carro (trasporto)#Carri da guerra|carri]], avrebbero potuto destabilizzare stati fondati sul loro uso da parte della classe dominante, scatenando un collasso sociale laddove scorridori e/o mercenari di fanteria avessero avuto la possibilità di conquistare le città e distruggerle.
=== Collasso generale di sistema ===
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Le teorie riguardanti il collasso di un sistema sociale mostrano come i declini sociali in risposta alla complessità spesso conducano ad un collasso che si risolve in forme più semplici di società<ref>{{cita libro|autore=Joseph Tainter |titolo=The Collapse of Complex Societies |url=http://books.google.com/books?id=YdW5wSPJXIoC |data=29 marzo 1990 |annooriginale=1976 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-0-521-38673-9|lingua=en}}. Un approccio analogo è quello di [[Jared Diamond]] ad esempio in [[Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere]]</ref>.
Un altro tentativo di analisi del fenomeno, speculativo e controverso,
=== Epidemie ===
Non sappiamo quando si verificò il primo caso di [[vaiolo]]: il primo di cui si abbia traccia archeologica è la mummia di [[Ramses V]] (morto sicuramente prima del 1140 a.C., per la [[cronologia alta]] di Redford nel 1156 a.C.), faraone della [[XX dinastia egizia|XX dinastia]], nipote del [[Ramses III]] che aveva sconfitto i popoli del mare. Anche alcune ricerche genetiche ipotizzano l'origine del vaiolo attorno al 1000 a.C. o poco prima<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=en |autore =George L. Spaeth |titolo=Reversibility of optic disc cupping. A phenomenon that may change the management of glaucoma |url=https://archopht.jamanetwork.com/mobile/article.aspx?articleid=638120 |rivista=Archives of Ophthalmology |volume=107|numero=11|data=novembre 1989|pp=
== Note ==
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* {{cita libro|lingua=en |autore=Oliver Dickinson|titolo=The Aegean from Bronze Age to Iron Age: Continuity and Change Between the Twelfth and Eighth Centuries BCE|editore=Routledge|anno=2007)|ISBN=978-0-415-13590-0}}
* {{cita libro |autore=Eric H. Cline |titolo=1177 B.C.: The Year Civilization Collapsed |url=http://books.google.com/books?id=4o8pAgAAQBAJ |data=23 marzo 2014 |editore=Princeton University Press |isbn=978-1-4008-4998-7|lingua=en }}
* {{cita libro |titolo=The Philistines and Other “Sea Peoples” in Text and Archaeology|collana=Society of Biblical Literature Archaeology and biblical studies|volume=15|
== Voci correlate ==
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