Arcevia: differenze tra le versioni

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|Panorama = Vista_di_Arcevia_-_1.JPG
|Didascalia =
|Gonfalone =
|Bandiera = Arcevia-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Arcevia-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
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|Divisione amm grado 1 = Marche
|Divisione amm grado 2 = Ancona
|Amministratore locale = Dario[[Marisa PerticaroliAbbondanzieri]]
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 2710-56-20192024
|Data istituzione =
|Note superficie =
|Abitanti = 4230
|Note abitanti = {{Istat|042|3|2022}}
|Aggiornamento abitanti = 31-8-2022
|Sottodivisioni = [[Avacelli]], Castiglioni, Caudino, Colle Aprico, Costa, [[Castello di Loretello|Loretello]], Magnadorsa, Montale, [[Montefortino (Arcevia)|Montefortino]], [[Nidastore]], Palazzo, [[Piticchio]], Prosano, Ripalta, Rotiglio, [[San Ginesio di Arcevia]], San Giovanni Battista, San Pietro in Musio, [[Sant'Apollinare (Arcevia)|Sant'Apollinare]], Santo Stefano.
|Divisioni confinanti = [[Barbara (Italia)|Barbara]], [[Castelleone di Suasa]], [[Genga]], [[Mergo]], [[Montecarotto]], [[Pergola (Italia)|Pergola]] ([[Provincia di Pesaro e Urbino|PU]]), [[Rosora]], [[San Lorenzo in Campo]] (PU), [[Sassoferrato]], [[Serra de' Conti]], [[Serra San Quirico]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2301
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}}
 
'''Arcèvia''' {{IPA|[ar'ʧɛvjaarˈt͡ʃɛvja]}}<ref>{{cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=87487&r=83219|titolo=DOP|accesso=6 marzo 2012|dataarchivio=5 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305013003/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=87487&r=83219|urlmorto=sì}}</ref> è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4230Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
 
== Geografia fisica ==
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=== Prime attestazioni ===
Rocca Contrada è il nome medievale di Arcevia. Un "''monte de la Rocca"'' è ricordato in un documento del 1065, un "''fundo de la Rocca"'' in altro del 1130 e una "''Rocha de Contrado"'' nel 1147. Questi sono i documenti più antichi noti che attestano l'esistenza di un insediamento probabilmente già fortificato, comunque identificato da una rocca o fortezza, compreso nel comitato di [[Senigallia]], posto sulla sommità del Sasso Cischiano, sulle ultime propaggini dell'[[Appennino umbro-marchigiano|Appennino marchigiano]]. L'atto del 1147 è di particolare interesse perché fornirebbe con l'appartenenza del castello a un signore di nome Contrado, forse dal [[Lingue germaniche|germanico]] "''Konrad"'' o dalla contrazione di "''Conte rado"'', la spiegazione del nome composto Rocca Contrada.
 
=== Origini ===
Si può comunque ritenere che il primo nucleo abitativo di Arcevia sia sorto durante le [[invasioni barbariche]], per accogliere fuggitivi dalle devastate città romane, oramai in piena decadenza, di ''[[Suasa]]'', ''[[Ostra antica|Ostra]]'' e ''[[Senigallia|Sena Gallica]]'' l'odierna [[Senigallia]].
 
Durante la [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] questo abitato, per la sua posizione di controllo di importanti vie di comunicazione poste ai margini dei [[Esarcato d'Italia|territori bizantini]], può aver svolto funzioni di presidio militare. Nel suo territorio infatti confinava l'estremo nord del [[Ducato di Spoleto]] con il [[gastaldato]] longobardo di [[Nocera Umbra]] che comprendeva il [[Monte Sant'Angelo (Marche)|Monte Sant'Angelo]], Caudino, Costa e Civitalba. E forse proprio per questa sua posizione strategica Arcevia fu occupata dai [[Franchi]] e donata nel 754 da [[Pipino il Breve]] a [[papa Stefano II]], insieme ad altre località. Ai Franchi viene inoltre attribuita, per antica tradizione, l'intitolazione della chiesa arceviese di San Medardo, [[Medardo di Noyon|santo venerato dal quel popolo]], di cui è conservata una preziosa reliquia.
 
=== IlL'origine nuovodel vecchio nome ed il cambiamento ===
Rocca Contrada, così il comune era inizialmente chiamato, poiché erano presenti due fortificazioni nel centro storico: "Rock Contrade"(che diede il nome) ed il "Cassero" (i resti ancora visibili al giardino G.Leopardi), posizionati rispettivamente a est e ovest dell'attuale palazzo comunale. fuFu chiamata ufficialmente Arcevia (pronuncia arcéviaarcèvia), con il titolo di [[città]], con [[lettera apostolica]] del 16 settembre 1817 da [[papa Pio VII]]. Il nome trae origine dai termini latini di "''arces"'' e "''via"'', col significato di "luogo fortificato".
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con DCG del 9 giugno 1937.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?994|titolo=Arcevia|accesso=2025-02-20|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{Citazione|Di rosso, al castello turrito d’oro con base dello stesso, chiuso e finestrato di nero; al capo di porpora, a due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Città.}}
La fortezza fa riferimento al precedente nome della località: Rocca Contrada. Il gonfalone concesso era di colore azzurro ma quello attualmente in uso è un drappo di bianco, riccamente decorato con ricami dorati.
 
=== Onorificenze ===
Arcevia è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>[http://www.istitutonastroazzurro.it/istituzionidecoratemedagliabronzovalormilitareistituzionidecoratemedagliabronzovaloremilitare.html Istituto del Nastro Azzurro].</ref>:
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare bronze medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione =
}}
}}<br />{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
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=== Architetture religiose ===
* [[Collegiata di San Medardo]]. È il monumento più importante della cittadina. Costruita nel XVII secolo su edificio medievale, conserva notevoli opere d'arte come i polittici di Luca Signorelli e ceramiche dei Della Robbia.
* ''Chiesa di San Francesco''. Sorge lungo corso Mazzini e venne eretta verso il 1275<ref name="arceviaweb.it">{{cita web|url=httphttps://www.arceviaweb.it/arcevia/ccsf/ccsfindex.html|titolo=Sito ufficialeturistico del Comune di Arcevia}}</ref> per i frati [[francescani]]. Venne totalmente ricostruita in stile [[rococò]] nel 1750 dall'architetto e plasticatore Lorenzo Bossi<ref name="arceviaweb.it"/>.
 
=== Architetture civili ===
* ''Palazzo Comunale''. Già del podestà, venne eretto nel XIII<ref name="Tripadvidor.it">[https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g580226-d12669084-r514443798-Palazzo_Comunale-Arcevia_Province_of_Ancona_Marche.html TripadvidorTripadvisor.it]</ref> secolo in stile [[Architettura gotica|gotico]]. Lo affianca la torre civica, alta 36 metri<ref name="Tripadvidor.it"/>.
 
* Nelle frazioni sono presenti nove castelli: [[Nidastore]], [[Castello di Loretello|Loretello]], San Pietro in Musio, Palazzo, [[Piticchio]], Montale, Castiglioni e Avacelli.
 
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Il territorio di Arcevia è ricco di testimonianze archeologiche, in particolare per la preistoria e protostoria, dal [[Paleolitico]] all'[[età del bronzo]] e all'[[età del ferro]].<ref>Gianfranco Paci ''et alii'', pp. 241-243; Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 11-13</ref>
 
* Per il [[Paleolitico superiore]] ([[Gravettiano]] – circa {{formatnum:20000}}-{{formatnum:18500}} anni da oggi) si segnala il '''giacimento di Ponte di Pietra''', una stazione officina per la lavorazione della [[selce]] frequentata periodicamente da gruppi di cacciatori che erano soliti fabbricare qui i loro strumenti. Il ritrovamento di tracce di focolari e di buche di palo fa pensare a capanne di tipo leggero sostenute da piccoli pali di legno e con probabile copertura di pelli che costituivano accampamenti temporanei finalizzati all'approvvigionamento e alla lavorazione della selce. Le attività erano essenzialmente legate alla [[scheggiatura]] della selce e al [[ritocco]] dei manufatti per ricavarne strumenti utilizzati per la [[caccia]] e altri impieghi ad essa connessi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 15-25</ref>
====[[Paleolitico]]====
* A partire dal [[Neolitico]] si assiste alla nascita di villaggi stabili di agricoltori e allevatori, come il caso di '''Cava Giacometti''', un sito che ha conosciuto tre fasi insediative e culturali distinte risalenti al [[Neolitico finale]], all'[[età del rame]] e all'[[età del bronzo]]. La prima fase di occupazione risale al Neolitico finale ed è caratterizzata soprattutto dalla produzione di recipienti in ceramica di uso domestico (pentole, contenitori, scodelle) e da un gran numero di manufatti in selce scheggiata per usi pratici e per la caccia.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 37-40</ref>
Per il [[Paleolitico superiore]] ([[Gravettiano]] – circa {{formatnum:20000}}-{{formatnum:18500}} anni da oggi) si segnala il giacimento di Ponte di Pietra, una stazione officina per la lavorazione della [[selce]] frequentata periodicamente da gruppi di cacciatori che erano soliti fabbricare qui i loro strumenti. Il ritrovamento di tracce di focolari e di buche di palo fa pensare a capanne di tipo leggero sostenute da piccoli pali di legno e con probabile copertura di pelli che costituivano accampamenti temporanei finalizzati all'approvvigionamento e alla lavorazione della selce. Le attività erano essenzialmente legate alla [[scheggiatura]] della selce e al [[ritocco]] dei manufatti per ricavarne strumenti utilizzati per la [[caccia]] e altri impieghi ad essa connessi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 15-25</ref>
* Rappresentativo di un aspetto dell'[[età del rame]] nelle Marche è l''''insediamento di Conelle''' (circa III millennio a.C.), difeso da un fossato artificiale che ne sbarrava l'unico lato non protetto naturalmente. La presenza del fossato creato con finalità difensive e il rinvenimento dei primi esemplari di armi in selce scheggiata (pugnali e punte di lancia) rivelano la rottura delle relazioni pacifiche con le comunità vicine e l'insorgere di crescenti antagonismi generati dall'aumento dei beni da salvaguardare e dalla crescita del potere economico e sociale di alcuni individui o classi di individui. L'economia del villaggio era legata all'agricoltura e all'allevamento, anche se la caccia era ancora notevolmente praticata. Le attività artigianali erano assai diversificate. Ricca la produzione di recipienti in ceramica utilizzati per cuocere e contenere i cibi. La fabbricazione di strumenti in selce scheggiata era indirizzata a diversi scopi, non più esclusivamente pacifici, sia in ambito domestico sia per la caccia e per la guerra. Abbondante anche la produzione di strumenti in pietra levigata specifici per la lavorazione del legno (asce-martello forate) e di manufatti in osso e in corno di cervo che, come i pochi reperti metallici, presuppongono una [[specializzazione del lavoro]] non più confinato all'ambito strettamente domestico, ma ormai di tipo artigianale e specializzato.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 27-35</ref>
 
* Numerosi i rinvenimenti archeologici relativi all'[[età del Bronzo]] (II millennio a.C.) che mostrano una più intensa occupazione del territorio. All'[[Età del bronzo|età del bronzo finale]] è riferibile '''l'abitato d'altura di Monte Croce Guardia''' (XII-X secolo a.C.) composto da capanne con il fondo scavato nel terreno roccioso, la cui posizione elevata rivela una scelta strategica dovuta ad esigenze difensive.<br />All'interno del villaggio si svolgevano attività produttive e artigianali specializzate. Oltre alla produzione della ceramica si assiste ad uno sviluppo dei manufatti in osso e corno di cervo e alla comparsa di oggetti in bronzo.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 40-45</ref>
====[[Neolitico]]====
* Per l'[[età del ferro]] risulta particolarmente rappresentata la fase finale della civiltà picena grazie alla ricca "'''necropoli gallica" di Montefortino d'Arcevia''' (metà del IV-inizi del II secolo a.C.) che segna il trapasso alla fase di occupazione romana del territorio. Le tombe, contrassegnate da grosse pietre, erano del tipo a fossa rettangolare scavata nel terreno e contenevano la cassa lignea (della quale si sono conservati solo i chiodi di ferro) con il corpo del defunto. La tipologia e composizione dei corredi consente di definire il sesso e il ruolo sociale dei defunti. Numerosi sono i guerrieri con armi da offesa (spade, lance, giavellotti) e da difesa (elmi) di ferro e di bronzo di tipo celtico. Particolarmente ricche anche le tombe femminili appartenute a donne di rango elevato che si distinguono per la preziosità degli ornamenti in oro. Tra gli elementi di corredo molti sono gli oggetti di importazione dall'Etruria, dall'Italia meridionale e dalla Grecia che confermano la ricchezza di queste comunità celtiche. A breve distanza dalla necropoli sorgeva un luogo di culto in uso dal V secolo a.C. fino all'età romana che ha restituito oggetti votivi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 45-57</ref>
A partire dal Neolitico si assiste alla nascita di villaggi stabili di agricoltori e allevatori, come il caso di Cava Giacometti, un sito che ha conosciuto tre fasi insediative e culturali distinte risalenti al [[Neolitico finale]], all'[[età del rame]] e all'[[età del bronzo]]. La prima fase di occupazione risale al Neolitico finale ed è caratterizzata soprattutto dalla produzione di recipienti in ceramica di uso domestico (pentole, contenitori, scodelle) e da un gran numero di manufatti in selce scheggiata per usi pratici e per la caccia.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 37-40</ref>
 
====[[Età del rame]]====
Rappresentativo di un aspetto dell'età del rame nelle Marche è l'insediamento di Conelle (circa III millennio a.C.), difeso da un fossato artificiale che ne sbarrava l'unico lato non protetto naturalmente. La presenza del fossato creato con finalità difensive e il rinvenimento dei primi esemplari di armi in selce scheggiata (pugnali e punte di lancia) rivelano la rottura delle relazioni pacifiche con le comunità vicine e l'insorgere di crescenti antagonismi generati dall'aumento dei beni da salvaguardare e dalla crescita del potere economico e sociale di alcuni individui o classi di individui. L'economia del villaggio era legata all'agricoltura e all'allevamento, anche se la caccia era ancora notevolmente praticata. Le attività artigianali erano assai diversificate. Ricca la produzione di recipienti in ceramica utilizzati per cuocere e contenere i cibi. La fabbricazione di strumenti in selce scheggiata era indirizzata a diversi scopi, non più esclusivamente pacifici, sia in ambito domestico sia per la caccia e per la guerra.
Abbondante anche la produzione di strumenti in pietra levigata specifici per la lavorazione del legno (asce-martello forate) e di manufatti in osso e in corno di cervo che, come i pochi reperti metallici, presuppongono una [[specializzazione del lavoro]] non più confinato all'ambito strettamente domestico, ma ormai di tipo artigianale e specializzato.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 27-35</ref>
 
====[[Età del bronzo]]====
Numerosi i rinvenimenti archeologici relativi all'età del Bronzo (II millennio a.C.) che mostrano una più intensa occupazione del territorio. All'[[Età del bronzo|età del bronzo finale]] è riferibile l'abitato d'altura di Monte Croce Guardia (XII-X secolo a.C.) composto da capanne con il fondo scavato nel terreno roccioso, la cui posizione elevata rivela una scelta strategica dovuta ad esigenze difensive.<br />
All'interno del villaggio si svolgevano attività produttive e artigianali specializzate. Oltre alla produzione della ceramica si assiste ad uno sviluppo dei manufatti in osso e corno di cervo e alla comparsa di oggetti in bronzo.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 40-45</ref>
 
====[[Età del ferro]]====
Per l'età del ferro risulta particolarmente rappresentata la fase finale della civiltà picena grazie alla ricca "necropoli gallica" di Montefortino d'Arcevia (metà del IV-inizi del II secolo a.C.) che segna il trapasso alla fase di occupazione romana del territorio. Le tombe, contrassegnate da grosse pietre, erano del tipo a fossa rettangolare scavata nel terreno e contenevano la cassa lignea (della quale si sono conservati solo i chiodi di ferro) con il corpo del defunto. La tipologia e composizione dei corredi consente di definire il sesso e il ruolo sociale dei defunti. Numerosi sono i guerrieri con armi da offesa (spade, lance, giavellotti) e da difesa (elmi) di ferro e di bronzo di tipo celtico. Particolarmente ricche anche le tombe femminili appartenute a donne di rango elevato che si distinguono per la preziosità degli ornamenti in oro. Tra gli elementi di corredo molti sono gli oggetti di importazione dall'Etruria, dall'Italia meridionale e dalla Grecia che confermano la ricchezza di queste comunità celtiche. A breve distanza dalla necropoli sorgeva un luogo di culto in uso dal V secolo a.C. fino all'età romana che ha restituito oggetti votivi.<ref>Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, pp. 45-57</ref>
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
Secondo i dati Istat dell'ultimo censimento 2021, la popolazione di Arcevia al 1º gennaio ammonta a 4645 individui (2342 femmine e 2303 maschi).{{Demografia/Arcevia}}
{{Demografia/Arcevia}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
Dal 1984, Arcevia invia una sua delegazione a [[Tredozio]] ([[Provincia di Forlì-Cesena|FC]]) per partecipare alla ''Disfida dell'Uovo'', nel corso dell'annuale [[gara di scoccetta]] pasquale. Ogni anno, durante l'ultimo fine settimana di settembre, si svolge la ''Festa dell'Uva'', con sfilate di carri allegorici, Palio e stand enogastronomici. Vengono premiati il miglior carro, l'Associazione vincitrice del Palio e il miglior piatto povero tra quelli proposti dalle Associazioni che allestiscono gli stand enogastronomici.
 
=== DialettoLingue e dialetti ===
Il dialetto di Arcevia, a differenza di quello della vicina Pergola, non ha risentito di alcun influsso galloitalico, ma piuttosto costituisce l'estrema propaggine di un cuneo di penetrazione che dall'Umbria si dirige a nord. Pertanto, l'arceviese può essere ascritto ad un'area mista (o "grigia") di confine tra quella anconetana (o marchigiana centro-settentrionale) e quella maceratese-fermana-camerte (o marchigiana centro-meridionale), nonché a quella umbra orientale, e che comprende i comuni limitrofi di [[Sassoferrato]] e [[Fabriano]]. Nel dialetto più arcaico di Arcevia e delle sue frazioni, soprattutto quelle poste sul versante meridionale, compaiono contemporaneamente tre importanti caratteristiche dei dialetti centro-meridionali (va però evidenziato che al giorno d'oggi risultano in tutto o in parte regredite):
 
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===Religione===
Per la [[Chiesa cattolica]] la maggior parte del comune appartiene alla [[diocesi di Senigallia]], mentre le parrocchie con sede nelle frazioni di Palazzo e [[Nidastore]] dipendono dalla [[diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola]] e la frazione di [[Avacelli]] è soggetta all'[[arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche]].
 
=== Tradizioni e folclore ===
Dal 1984, Arcevia invia una sua delegazione a [[Tredozio]] ([[Provincia di Forlì-Cesena|FC]]) per partecipare alla ''Disfida dell'Uovo'', nel corso dell'annuale [[gara di scoccetta]] pasquale. Ogni anno, durante l'ultimo fine settimana di settembre, si svolge la ''Festa dell'Uva'', con sfilate di carri allegorici, Palio e stand enogastronomici. Vengono premiati il miglior carro, l'Associazione vincitrice del Palio e il miglior piatto povero tra quelli proposti dalle Associazioni che allestiscono gli stand enogastronomici.
 
== Cultura ==
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== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|14 aprile [[1988]]|1º luglio 1990|[[Marisa Abbondanzieri]]|[[Partito Comunista Italiano]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|2 luglio [[1990]]|23 aprile 1995|Nazzareno Badiali|[[Centro-sinistra]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|24 aprile [[1995]]|13 giugno 1999|[[Marisa Abbondanzieri]]|[[Centro-sinistra]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|13 giugno 2004|Silvio Purgatori|[[Lista civica]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[2004]]|7 giugno 2009|Silvio Purgatori|[[Lista civica]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|25 maggio 2014|Andrea Bomprezzi|[[Lista civica|Arcevia città aperta]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|25 maggio [[2014]]|25 maggio 2019|Andrea Bomprezzi|[[Lista civica|Arcevia città aperta]]||<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2019]]|''in9 giugno carica''2024|Dario Perticaroli|[[Lista civica|Arcevia città futura]]||<ref name="interno>http:" //amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|[[Marisa Abbondanzieri]]|[[Lista civica|Comunità Insieme]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|SloveniaSVN|Ribnica}} dal 10 marzo 1972
* {{Gemellaggio|ItaliaITA|Tredozio}}
 
==Sport==
===Calcio===
La squadra di calcio è l'Avis Arcevia 1964 dai colori sociali biancorossi che milita in [[Seconda Categoria]]. L'Avis Arcevia di calcio a 5 invece gioca in Serie C2 e disputa le proprie partite casalinghe presso la palestra di [[Castelleone di Suasa]].
 
È presente un vasto campo calcistico, situato sotto al campo di [[bowling]].
 
== Note ==
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*[[Polittico di Arcevia]]
*[[Stazione di Sassoferrato Arcevia]]
* [[Valle del Misa]]
 
== Altri progetti ==
Riga 189 ⟶ 185:
 
[[Categoria:Arcevia| ]]
[[Categoria:Val Mivola]]