Filippo Neri: differenze tra le versioni

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san filippo neri
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La Congregazione dell'Oratorio: Aneddoti privi di rilevanza enciclopedica e senza fonti (in rete se ne parla solo su blog)
 
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|ricorrenza = [[26 maggio]]
|attributi = giglio e libro
|patrono di = [[Gravina in Puglia]], [[Castelfranco Piandiscò]], Giovani, [[Gioia del Colle]], [[Piancastagnaio]], [[Guardia Sanframondi]], [[Domicella]], [[Carbognano]], [[Candida (Italia)|Candida]],[[Guadalajara (Messico)]], [[Tursi]], [[Cecchina]] e [[Roseto Valfortore]]
|didascalia = San Filippo Neri, 1740, olio su tela realizzato da [[Sebastiano Conca]]
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Radunò attorno a sé un gruppo di [[ragazzi di strada]], avvicinandoli alle [[Liturgia cattolica|celebrazioni liturgiche]] e facendoli divertire, cantando e giocando senza distinzioni tra maschi e femmine, in quello che sarebbe, in seguito, divenuto l'[[Oratorio (centro giovanile)|Oratorio]], ritenuto e proclamato come [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|vera e propria congregazione]] da [[papa Gregorio XIII]] nel [[1575]].
 
Per il suo carattere burlone, fu anche chiamato il «santo della gioia» o il «giullare di Dio»<ref name="Delcroix">Rita Delcroix, ''Filippo Neri il santo dell'allegria''</ref>.
 
== Biografia ==
=== Infanzia ===
[[File:Via romana, san pier gattolino, 01.jpg |thumb|upright|San Pier Gattolino a Firenze: la parrocchia dove Filippo Neri viveva con la famiglia]]
Al secolo Filippo Romolo Neri, nacque come secondogenito di Francesco Neri e di Lucrezia da Mosciano.<ref>Secondo un’antica e pia tradizione, la madre del futuro Santo era originaria del borgo medievale di Mosciano, oggi frazione di Scandicci. Il giovane “Pippo buono”, sempre secondo la leggenda, sarebbe stato ospitato, durante un periodo di villeggiatura, nella casa dei nonni materni; L. Gravina, ''Mosciano e La Roveta (Comune di Scandicci), Ricordi storici dal 1054 al 1940'', Vol. XL di Collana di monografie storico-artistiche illustrate, 1940.</ref> Il padre esercitava la professione di [[notaio]] presso [[Firenze]] ma, nel [[1524]], decise di intraprendere la strada dell'[[alchimia]]. I coniugi Neri ebbero, dopo Filippo, altri due figli: Elisabetta, nata nel [[1518]], ricordata per aver testimoniato nel [[processo di canonizzazione]] per il fratello<ref>''Primo processo canonico per San Filippo Neri nel Codice Vaticano Latino'' vol.4</ref>, e Antonio, morto poco dopo la nascita. La primogenita era invece Caterina, nata nel [[1513]] che, dopo il matrimonio, ebbe due figlie, entrambe in seguito divenute [[Monaca|monache]], che avrebbero avuto un modesto contatto epistolare con lo zio Filippo<ref>San Filippo Neri, ''Gli scritti e le massime'', a cura di A. Cistellini, Brescia, 1994</ref>. Ricevette il [[battesimo]] nel "Bel San Giovanni", il Battistero di tutti i Fiorentini e gli fu imposto il nome di Filippo Romolo il giorno dopo la nascita, il 22 luglio del [[1515]]<ref>{{Cita libro|titolo=Ponnelle, L.,-Bordet, L., San Filippo Neri e la società romana del suo tempo, Parigi 1928, p.1.}}</ref>. La sua famiglia era residente nella Parrocchia [[chiesa di San Pier Gattolino|di San Pier Gattolino]].
 
Nel [[1520]] Filippo Neri perse la madre. Il padre decise così di risposarsi con Alessandra di Michele Lensi che, dopo essere entrata a far parte della famiglia Neri, si affezionò molto ai figli del marito. Filippo ricevette la prima istruzione in famiglia, in seguito venne mandato a studiare presso un certo maestro Clemente, e cominciò a frequentare il [[Museo nazionale di San Marco|convento di San Marco evangelista]] a Firenze, un tempo sotto la direzione del [[Ordine dei Frati Predicatori|frate domenicano]] [[Girolamo Savonarola]]<ref>R. Spiazzi, ''San Filippo Neri e i domenicani''</ref>.
 
Un aneddoto<ref>{{cita web|url=http://www.newadvent.org/cathen/12018b.htm|titolo=Scheda di San Filippo Neri su new advent|accesso=20 gennaio 2008}}</ref>, molto caro ai biografi del santo, narra come questi a otto anni litigò con la sorella, che l'aveva disturbato in un momento di riflessione, e la gettò dalle scale. Qualche tempo dopo, quasi per [[contrappasso]], vedendo un asino carico di frutta fermo a mangiare l'erba di un prato, volle saltargli sulla groppa per cavalcarlo ma la bestia, non appena egli si sedette sopra, cominciò a muoversi in maniera assai agitata, finché il bambino cadde dentro un pozzo molto profondo. I genitori di Filippo corsero a soccorrerlo, sicuri di trovare il figlio in fin di vita; il piccolo Filippo invece non aveva subito nemmeno una ferita.
 
=== A Roma ===
[[File:San Filippo Neri.jpg|left|thumb|San Filippo Neri in un quadro di [[Guido Reni]]|381x381px]]
Durante gli anni di studio presso il [[convento di San Marco]], il giovane Filippo Neri si appassionò a due testi che avrebbero influenzato il suo successivo apostolato: le ''[[Laude di Jacopone da Todi|Laudi]]'' di [[Jacopone da Todi]], che in seguito egli fece musicare, e le ''Facezie del Pievano Arlotto'', un libro umoristico scritto da un [[Pievano Arlotto|sacerdote fiorentino]]. Tra le sue meditazioni quotidiane figura l'Autobiografia di santa [[Camilla da Varano]], come mostra la copia conservata alla [[Biblioteca Vallicelliana]] con sue note autografe.
Visse a Firenze fino a 18 anni, quando fu inviato presso uno zio, tale Bartolomeo Romolo, a [[Cassino]] (allora chiamata San Germano) per essere avviato alla professione di commerciante. In quegli anni cominciò a sentire la propria vocazione religiosa, così da costruire una piccola cappella in una roccia a picco sul mare denominata "Montagna Spaccata" (ancora oggi visitabile) a [[Gaeta]], dove si recava tutti i giorni per pregare in silenzio<ref>A. Lentini, ''Memorie di S. Filippo a Cassino e Montecassino'', in ''L'Oratorio di S. Filippo Neri'', 20 (1963), pp. 1-6; M. Dell'Omo, ''S. Filippo Neri e il monachesimo (nel IV centenario della morte, 1595-1995)'', in ''Benedictina'', 42 (1995), pp. 375-387, in particolare pp. 376-383 (= ''L'esperienza del monachesimo nella biografia di s. Filippo Neri'', in ''Messer Filippo Neri, santo, l'Apostolo di Roma. Catalogo della mostra, Roma, Biblioteca Vallicelliana, 24 maggio-30 settembre 1995'', Roma 1995, pp. 27-31).</ref>. Lo zio, che si era particolarmente affezionato a lui, non avendo eredi, aveva deciso di lasciare al nipote, dopo la morte, tutti i suoi averi (ben 20.000 scudi) che questi però rifiutò per dedicarsi a una vita più umile.
 
Nel [[1534]] si recò a Roma come [[Pellegrinaggio|pellegrino]] ma vi rimase in qualità di [[precettore]] di Michele e Ippolito Caccia, figli del capo della [[Dogana]] pontificia, il fiorentino Galeotto, che forse gli fornì l'occupazione in nome della loro comune origine, offrendogli inoltre vitto e alloggio. I due bambini avrebbero seguito successivamente la strada religiosa, divenendo l'uno [[Presbitero|sacerdote diocesano]] in una località vicino a Firenze, l'altro [[Ordine Certosino|monaco certosino]]. Il suo compenso consisteva in un semplice sacco di grano che diventava poi, grazie a un accordo con il fornaio, una pagnotta che Filippo Neri condiva con un po' di olive e tanto digiuno. La stanza in cui viveva era piccolissima e aveva come unici mobili un letto, un tavolino e una corda appesa al muro che fungeva da armadio. Nello stesso tempo egli seguiva corsi di [[filosofia]] all'[[Università La Sapienza|Università della Sapienza]] e presso i [[Ordine di Sant'Agostino|monaci di sant'Agostino]]<ref>''Processo per la canonizzazione'', p. 41</ref>. Sul finire del [[1537]] vendette i libri e ne offrì il ricavato a un giovane [[Calabria|calabrese]] in cerca di fortuna, tale [[Guglielmo Sirleto]], che in seguito sarebbe divenuto [[cardinale]].
 
Ben presto espresse nella preghiera le sue attitudini di [[mistico]] e [[Contemplazione|contemplativo]]. Cominciò a prestare la sua opera di carità presso l'[[Ospedale di San Giacomo degli Incurabili|ospedale di San Giacomo]] (il suo nome infatti compare fra le matricole dei membri della compagnia che regge l'Ospedale<ref>M. Vanti, ''S. Giacomo degli Incurabili di Roma nel cinquecento'', Roma, 1938</ref>) dove molti anni dopo conobbe e strinse amicizia con [[Camillo de Lellis]]. Probabilmente nell'inverno del [[1538]] venne anche a contatto con [[Ignazio di Loyola]] e con i primissimi membri della [[Compagnia di Gesù]]<ref>H. Ranher, ''Ignazio di Loyola e Filippo Neri'', a cura dell'Oratorio di Roma 3</ref>.
 
Secondo la tradizione nel [[1544]], e precisamente nel giorno della [[Pentecoste]], in preghiera presso le [[catacombe di San Sebastiano]]<ref>V. Fiocchi Nicolai, ''San Filippo Neri, le catacombe di San Sebastiano e le origini dell'archeologia cristiana'', Roma, 2000</ref>, Filippo Neri fu preda di uno straordinario avvenimento (secondo il santo un'effusione di [[Spirito Santo]]) che gli causò una dilatazione del cuore e delle costole, evento scientificamente attestato dai medici dopo la sua morte<ref>''Processo per la canonizzazione'' p. 424</ref>. Molti testimonieranno di aver visto spesso il cuore tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore.
 
In seguito a questa esperienza Filippo abbandonò la casa dei Caccia per ritirarsi a vivere come [[eremita]] fra le strade di Roma, dormendo sotto i portici delle chiese o in ripari di fortuna. Spesso lo si vedeva passeggiare per le piazze cittadine vestito con una tonaca munita di cappuccio. Camminando per [[Campo de' Fiori]] e nei vicoli di [[Trastevere]] incontrava giovani che lo deridevano e beffeggiavano. Egli non si faceva sfuggire l'occasione e, unendosi alla comitiva, la conquistava con la sua simpatia. Cominciava con una barzelletta e con qualche gioco, ma poi s'improvvisava predicatore, dicendo: «Fratelli, state allegri, ridete pure, scherzate finché volete, ma non fate peccato!».
[[File:San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini..jpg|miniatura|''San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini'' presso la [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Roma)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]]]
Molti tentavano di farlo cadere, una volta dei giovani scapestrati idearono una raffinata trappola: invitatolo in una casa, vi introdussero prostitute. Ma la [[Purezza (concetto morale)|purezza]] di Filippo ebbe la meglio. Qualche anno più tardi dovette affrontare lo stesso tipo di tentazione a casa di una tale Cesaria, nota per la sua bellezza. Essa volle scommettere con gli amici che sarebbe riuscita con le sue capacità di seduzione a farlo capitolare. Fingendosi inferma lo invitò a casa sua per una [[Sacramento della penitenza|confessione]]. Quando Filippo arrivò nella sua stanza la trovò vestita con un indumento così trasparente che niente lasciava alla fantasia. Accortosi dell'inganno, Filippo si diede alla fuga, e la donna, scoperta, si vendicò tirandogli dietro un pesante sgabello. Forse è per questa esperienza che Filippo dirà in seguito ai suoi discepoli che « [...] le tentazioni si vincono resistendo ad esse, ad eccezione di quelle carnali, dove è solo fuggendo che si hanno gloriose vittorie».
 
Nello stesso periodo, si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi o affidati a pochi volontari, negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', p. 12</ref> nonché dei poveri nella confraternita della Carità, istituita da [[papa Clemente VII]] e nell'oratorio del Divino Amore. Essendosi fatto sempre più intenso il suo apostolato nei confronti dei bisognosi, tanti dei quali costretti a dormire in rifugi di fortuna, decise su consiglio di [[Persiano Rosa]], suo padre spirituale, di fondare la cosiddetta [[Confraternita della Santissima Trinità dei pellegrini]] <ref>C. Fannucci, ''Trattato di tutte le opere pie di Roma'', Roma, 1602</ref>, creata appunto per accogliere e curare viandanti, pellegrini e povera gente dei borghi romani. Inizialmente composta da quindici uomini, attratti dai discorsi da lui tenuti nella [[chiesa di San Salvatore in Campo]]<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo un uomo'', p. 54</ref>, e installata nella casetta dello stesso Persiano Rosa, diede un grande contributo a favore dei pellegrini, in particolare nell'[[Anno Santo]] del [[1550]] (sebbene quell'anno venisse presa a pigione una casa più grande), tanto da ricevere da allora il soprannome di confraternita "dei pellegrini"<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', 19</ref>, e poi in seguito anche "dei convalescenti" per il suo soccorso nei confronti degli infermi della città.
 
[[File:Eglise San Tommaso in Parione.JPG|thumb|upright=0.8|La chiesa di San Tommaso in Parione dove Filippo Neri fu ordinato sacerdote]]
Dopo una lunga insistenza di Persiano Rosa, a trentacinque anni, decise di diventare sacerdote: durante il marzo 1551 ricevette così da Giovanni Lunelli, vescovo di Sebaste, la [[tonsura]], i quattro ordini minori e il [[suddiaconato]] nella [[chiesa di San Tommaso in Parione]], il sabato santo 29 marzo il [[diaconato]] nella [[basilica di San Giovanni in Laterano]], il 23 maggio [[1551]] infine fu [[Ordinazione sacerdotale|ordinato sacerdote]] dallo stesso Lunelli, sempre a san Tommaso<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', pp. 33-45</ref>. Comincia così un nuovo capitolo nella vita di san Filippo Neri: lasciò la casa Caccia per trasferirsi a [[chiesa di San Girolamo della Carità|san Girolamo della Carità]]. Come sacerdote divenne famoso nell'esercizio del [[Penitenza (sacramento)|sacramento della confessione]] come fonte di dialogo con i "penitenti"; secondo testimoni oculari Filippo Neri ascoltava il pentimento dei suoi fedeli dall'alba fino a mezzogiorno, ora in cui celebrava la messa, sebbene non fosse raro trovare fedeli bisognosi anche in casa o perfino ai piedi del suo letto, dove egli ugualmente confessava in casi di necessità<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo, un uomo'', p. 64</ref>. Ciò suscitò invidie e gelosie, in particolare in due monaci (dei quali s'ignorano i nomi) e nel medico Vincenzo Teccosi, i quali dimoravano nella stessa San Girolamo. Seguirono una serie di screzi e ingiurie, i primi due erano, ad esempio, soliti beffeggiare il sacerdote mentre si preparava per la messa, o nascondendogli i [[Paramento liturgico|paramenti]], perfino le scarpe, o facendo in modo che ne usasse di logori. La cordialità, e soprattutto la pazienza di Filippo, finirono poi per conquistare i suoi tre avversari, uno dei due monaci entrò perfino nell'oratorio mentre il Teccosi, prima di morire, lasciò tutto in eredità a quello che un tempo era il suo peggior nemico, il quale non prese con sé che un ricordo (un orologio) cedendo tutto il resto ai nipoti del defunto.
 
Da questi dialoghi e da questi incontri nacque il primo nucleo della sua istituzione, l'Oratorio<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', pp. 47-116</ref>: alcuni suoi discepoli divennero sacerdoti, cominciarono una vita in comunità e Filippo ne divenne rettore e ne stabilì le regole.
 
In seguito alle testimonianze di [[Francesco Saverio]], riguardo al suo viaggio nelle [[India|Indie]] orientali, Filippo Neri decise di partire come [[missionario]] nell'[[Estremo Oriente]]<ref>Nel già citato processo per la canonizzazione, uno dei fedelissimi di Filippo Neri testimonia che il santo si chiese se quella del missionario fosse la sua reale vocazione, leggendo le lettere di San Francesco Saverio nella sua stanza</ref> ma, dopo essere stato dissuaso dall'intenzione per consiglio di un monaco dell'[[abbazia delle Tre Fontane]], scelse di dedicarsi principalmente alla Roma in cui viveva. In questo stesso periodo, con la fondazione del primo Oratorio vero e proprio, un granaio sopra la [[navata]] della [[chiesa di San Girolamo della Carità]], il santo si attirò le critiche e le invidie di una ristretta cerchia di altri clericali, come per esempio il [[cardinale]] [[Virgilio Rosario|Virgilio Rosari]]<ref>N. Del Re, ''Il Cardinal Vicario Virgilio Rosari il "nemico" di San Filippo Neri'', 1991</ref> che gli proibì persino di celebrare il sacramento della confessione, a lui tanto caro. Lo stesso cardinale, sino al giorno della sua morte, avvenuta il 22 maggio del [[1559]]<ref>{{cita web|url=http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/brosariov.html|titolo=Card. Virgilio Rosati|accesso=21 settembre 2010}}</ref>, continuò a scagliare le proprie diffamazioni contro il santo fiorentino.
 
=== La Congregazione dell'Oratorio ===
{{vedi anche|Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri}}
[[File:Santa Maria in Vallicella church in Rome (1).jpg|thumb|Santa Maria in Vallicella sede della Congregazione dell'Oratorio]]
L'11 ottobre [[1559]], Filippo Neri perse il padre, Francesco, e, dopo aver ricevuto l'eredità che gli spettava, preferì cederla alla sorella Caterina. In quegli anni il santo conobbe un altro importante personaggio della storia ecclesiastica, il cardinale milanese [[Carlo Borromeo]]<ref>P. Giussano, ''Vita di Carlo Borromeo'', Roma, 1610</ref>. Tra i due s'instaurò un saldo rapporto di amicizia, tanto che il cardinale soleva spesso recarsi dal sacerdote fiorentino per chiedergli consiglio riguardo a problematiche scottanti<ref>C. Gasbarri, San Filippo e San Carlo, 1968</ref>. Il santo milanese tentò in tutte le maniere di condurre Filippo Neri a [[Milano]] per fondarvi una comunità come quella costruita a Roma. Le sue richieste rimasero senza risposta.
 
Nel [[1564]], su pressioni delle comunità fiorentine, [[papa Pio IV]] (che sarebbe morto nello stesso anno) affidò a Filippo Neri il controllo della [[Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini|Chiesa di San Giovanni Battista de' Fiorentini]] che il santo, volendo rimanere a San Girolamo della Carità, affidò ai giovani dell'Oratorio divenuti sacerdoti<ref>Cistellini, San Filippo Neri, 116-174</ref>, come per esempio [[Cesare Baronio]] e Alessandro Fedeli, molto legati al loro padre spirituale. Di fronte a voci critiche delle attività dell'Oratorio, il Papa ordinò delle ispezioni segrete: famose sono quelle del domenicano [[Alessandro Franceschi (vescovo)|Alessandro Franceschi]], che ne riportò giudizi grandemente favorevoli ed elogiativi di Filippo Neri<ref>A. Gallonio, ''Vita del beato Filippo Neri fiorentino, in Napoli'', Giovanni Domenico Roncagliolo 1601, pp. 174-180.</ref>.
Nel [[1575]] il [[papa Gregorio XIII]] eresse la [[Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri|Congregazione dell'Oratorio]]<ref>Cistellini, San Filippo Neri, 174-199</ref> e concesse a questa la [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] (Roma), che ne divenne la sede. Don Filippo, grazie al suo insegnamento promosse innumerevoli attività: coinvolse nella preghiera e nella lettura della [[Bibbia]] uomini comuni, artisti, musicisti, uomini di scienza; fondò una scuola per l'educazione dei ragazzi.
 
=== Gli ultimi anni ===
[[File:FedericoBorromeo.Cardinal.jpg|thumb|upright=0.8|[[Federico Borromeo]], amico di Filippo Neri, in un ritratto di [[Giulio Cesare Procaccini]]]]
Gli anni che vanno dal [[1581]] al [[1595]], anno della morte, furono segnati da terribili malattie, guarigioni e ricadute continue. Preoccupato per il proprio destino scrisse per ben tre volte il proprio testamento. Alla comunità venne concessa intanto una nuova sede, l'[[Abbazia di San Giovanni in Venere]] e la possibilità di fondare un oratorio persino a [[Napoli]]<ref>M. Borrelli, ''Le Costituzioni dell'Oratorio Napoletano'', Napoli, 1968</ref>. Fiaccato dalle malattie, Filippo Neri soffrì parecchio a causa di una terribile carestia che decimò alcuni membri della sua comunità oratoriana. Unico sollievo di quel periodo, nel [[1590]], il poter assistere, nella [[chiesa di Sant'Adriano al Foro]], alla traslazione dei corpi di alcuni martiri. È da ricordare infatti che la testimonianza dei martiri era motivo di commozione per il santo fiorentino<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', 671-674</ref>.
[[File:San Filippo Neri moribondo che riceve il Viatico dal Cardinal Federico Borromeo assistito da Cesare Baronio e Giovanni Giovenale Ancina.jpg|sinistra|miniatura|''San Filippo Neri moribondo che riceve il [[Unzione degli infermi|Viatico]] dal [[Federico Borromeo|Cardinal Federico Borromeo]] assistito da [[Cesare Baronio]] e [[Giovanni Giovenale Ancina]]'' presso la [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Roma)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]]]
Seguendo i consigli di Filippo Neri, [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] decise di riconciliarsi con [[Enrico IV di Francia]], evento di notevole portata nella storia della Chiesa cinquecentesca<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', 1011-1014</ref>. Il pontefice, quasi per ringraziare il santo per il suo aiuto, prese con sé alcuni fra i suoi fedelissimi e decise di nominarlo [[cardinale]], ma questi rifiutò la carica, dicendo, verso il cielo: «Paradiso, paradiso»<ref>Processo di santificazione, p. 287</ref>. Nell'aprile del [[1595]] Filippo Neri venne colpito ancora più gravemente dalla malattia che lo affliggeva, tanto da non poter più modificare il proprio testamento.
 
[[Federico Borromeo]], suo fedele amico, si recò a [[Roma]] per amministrargli personalmente l'[[eucaristia]]. Il santo, come lo stesso Borromeo dichiarò, benché moribondo dimostrava ancora una forza d'animo eccezionale<ref>F. Borromeo, ''Argumenta''</ref>. Il 23 maggio si riprese miracolosamente e poté officiare così la messa del [[Corpus Domini]] due giorni dopo, recitata “come cantando”<ref>Processo di santificazione, p. 66</ref>. Dopo aver celebrato la messa, sembrò quasi ai suoi fedeli ch'egli fosse come guarito, poiché continuava a scherzare e consigliare come suo solito. Verso le tre del mattino di quella stessa notte, tra il 25 e il 26 maggio, colpito da una grave [[emorragia]], dopo aver benedetto la propria comunità Filippo Neri morì, quasi sorridendo nel momento del trapasso.
 
== Il santo della gioia ==
=== Il contatto col mondo ===
[[File:Giovanni Battista Tiepolo 025.jpg|left|thumb|[[Giovanni Battista Tiepolo]] <br>Apparizione della Vergine a San Filippo Neri]]
Filippo è stato senza dubbio uno dei santi più bizzarri della storia della Chiesa, tanto da essere definito "santo della gioia" o "buffone di Dio"<ref name="Delcroix"/>. Colto, creativo, amava accompagnare i propri discorsi con un pizzico di buon umore. Confessava con la stessa discrezione e la stessa bonarietà sia poveri sia ricchi, sia principi sia cardinali, dando a volte penitenze alquanto bizzarre, sicuro che, dopo aver fatto una simile figuraccia, il penitente non avrebbe più provato a compiere quel peccato. Vi è ad esempio un simpatico aneddoto che narra come a una donna, che aveva il vizio di sparlare degli altri, fu comandato dal santo di spennare per strada una gallina morta e poi di raccoglierne tutte le penne volate via. Alla richiesta del perché da parte della donna, rispose che questo era come il suo sparlare, le sue parole si spargevano ovunque ma non si potevano raccogliere più tutte.<ref>Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', vol. 1, p. 372</ref> Si offriva a tutti con generosità e soprattutto con un buon sorriso, tanto da essere definito dai contemporanei come "Pippo il Buono". Questo è il quadro che ci danno di lui i suoi contemporanei, gli uomini che lo conobbero di persona.
 
Filippo Neri amava inoltre vivere all'aperto per sentirsi così in maggior contatto con Dio e le sue creature. Amava trascorrere le ore osservando il paesaggio romano dalla terrazza della sua stanzetta. A San Girolamo teneva con sé una gattina, un cane meticcio bianco a chiazze rosse, chiamato dal santo "Capriccio", che aveva deciso di non tornare più a casa per vivere nell'Oratorio di "Pippo il buono".<ref>Il piccolo Capriccio apparteneva al cardinale di Santa Fiora</ref> Il santo possedeva inoltre alcuni uccellini che durante la giornata stavano in giro per la città, alla sera tornavano da Filippo, che li accudiva e gli dava di che cibarsi, e al mattino lo svegliavano con il loro canto.<ref>Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', vol. 1, p. 374</ref>
 
L'insegnamento di Filippo Neri si può riassumere in quattro punti: una singolare tenerezza verso il prossimo, la prevalenza delle mortificazioni spirituali, in particolare mortificazioni contro la [[vanità]]<ref>si può ricordare in questo caso la celebre canzone di [[Angelo Branduardi]] ''Vanità di vanità'' dedicata appunto al santo fiorentino</ref> su quelle corporali, allegria e buon umore per potenziare le energie spirituali e psichiche, e infine la semplicità evangelica, di cui lui fu primo testimone. Durante le preghiere del suo Oratorio, Filippo Neri amava fare piccoli intermezzi cantati, così da rendere più piacevole la lettura del vangelo e, di conseguenza, l'incontro con Dio. Egli stesso amava cantare alcuni [[sonetto|sonetti]] scritti da lui. L'Oratorio divenne così anche un laboratorio musicale perché le [[Lauda (musica)|laudi]] si trasformarono da [[Monodia|monodiche]] a [[Polifonia|composizioni a più voci]] con l'accompagnamento di uno strumento musicale. Proprio dalla sua particolare sensibilità estetica derivò direttamente e indirettamente, così come emerge da uno studio di [[Francesco Danieli]]<ref>F. Danieli, ''San Filippo Neri. La nascita dell'Oratorio e lo sviluppo dell'arte cristiana al tempo della riforma'', San Paolo, Cinisello Balsamo 2009</ref>, un nuovo modo di indirizzare a Dio l'arte nelle sue più svariate sfumature, e scaturirono nuovi strumenti di [[catechesi]] e [[pedagogia]] cattolica [[Concilio di Trento|postridentina]].
 
=== Due bizzarri amici ===
[[File:Rubens Felice da Cantalice.JPG|thumb|San Felice da Cantalice, grande amico di Filippo Neri]]
Negli anni in cui Filippo viveva a [[Roma]] un altro santo bizzarro e gioioso come lui, [[Felice da Cantalice]]<ref>{{Santiebeati|53750|San Felice da Cantalice|accesso=21 gennaio 2008}}</ref>, un frate cappuccino, svolgeva la propria missione al servizio del [[Vangelo]]. Il cappuccino capitava spesso alla [[chiesa di San Girolamo della Carità]] e poi alla [[Chiesa Nuova (Roma)|Chiesa Nuova]] dove incontrava spesso l'oratoriano. I due scherzavano, ridevano e cantavano insieme. Un giorno, come raccontano testimoni oculari, s'incontrarono in via del Pellegrino. Felice, che portava una fiasca di vino, domandò a Filippo se avesse sete, soggiungendo provocatoriamente: «Adesso vedrò se tu sei mortificato!»; e gli porse la fiasca. Filippo stette allo scherzo e cominciò a bere tra gli schiamazzi della gente che assisteva alla scena. Ma a sua volta disse a Felice: «Adesso vedrò se sei mortificato tu»; e levandosi il cappello di testa lo ficcò su quella di Felice, dicendo di tenerselo<ref>''San Filippo e San Felice da Cantalice'', in l"Oratorio di San Filippo Neri", 1965</ref>.
 
Filippo e Felice erano grandi amici, legati da una stretta unione spirituale, oltre che scherzosa. Possediamo un ritratto molto fedele di San Felice da Cantalice, proprio grazie a San Filippo Neri che, un giorno nel quale il frate suo amico lo stava attendendo su una sedia, chiese a uno dei suoi fedeli, tale Giuseppe de Cesari, di raffigurarlo in quello straordinario momento di tranquillità e pace. Felice morì il 30 aprile del [[1587]]<ref>''Monumenta historica Ord. Fr. Min. Cappucinorum'', Roma, 1964</ref>, otto anni prima di Filippo Neri che, come detto sopra, morì nel [[1595]].
 
=== Il miracolo di Paolo Massimo ===
[[File:Palazzo Massimo alle Colonne.jpg|thumb|upright=0.8|left|Palazzo Massimo alle Colonne]]
Filippo Neri soleva riunire nel proprio Oratorio non solo i poveri figli della strada, ma anche giovani di famiglia benestante e nobili. Fra di essi vi era il quattordicenne Paolo, figlio di Fabrizio, della [[Massimo (famiglia)|famiglia dei Massimo]]. Il 16 marzo [[1583]] il ragazzo, dopo una lunga malattia, morì. Padre Filippo, che avrebbe voluto assisterlo negli ultimi istanti, arrivò troppo tardi. Non poteva fare altro che raccogliersi in preghiera. Ma dopo qualche minuto fra lo stupore generale la sua voce risuonò sul brusio della camera: chiamava il ragazzo quasi volesse destarlo dal sonno. Paolo riaprì gli occhi e cominciò a confidarsi con il santo.
 
A un certo momento Filippo gli domandò se fosse morto volentieri; e lui rispose di sì, perché avrebbe raggiunto in cielo la sorella e la madre. «E allora va' in pace...» esclamò il sacerdote mentre il ragazzo chiudeva gli occhi « [...] e che sii benedetto e prega Dio per me»; poi, come narrano le testimonianze dell'epoca, riportate nel processo di canonizzazione del Santo, Paolo "subito tornò di novo a morire". La camera del [[miracolo]], al secondo [[piano (architettura)|piano]] del [[Palazzo Massimo alle Colonne]], che si affaccia sull'attuale [[Corso Vittorio Emanuele II (Roma)|Corso Vittorio Emanuele II]], venne successivamente trasformata nella cappella, visitabile ogni anno nella ricorrenza dell'avvenimento.
 
== Il culto ==
Dopo la sua morte ebbe subito fama di [[santità]] presso i fedeli: ''Santo della gioia'' e ''Apostolo di [[Roma]]'' sono alcuni appellativi attribuitigli dai devoti.
 
Viene ricordato, soprattutto a Roma, per aver istituito (nel giorno di giovedì grasso del [[1552]] in aperta opposizione ai festeggiamenti pagani del [[Carnevale]]) il cosiddetto [[Giro delle Sette Chiese]], un [[pellegrinaggio]] a piedi per le sette chiese principali della città: [[basilica di San Pietro in Vaticano]], [[basilica di San Paolo fuori le mura]], [[basilica di San Giovanni in Laterano]], [[Basilica di San Lorenzo fuori le mura|basilica di San Lorenzo]], [[basilica di Santa Maria Maggiore]], [[basilica di Santa Croce in Gerusalemme]], [[Basilica di San Sebastiano fuori le mura|basilica di San Sebastiano]]. Il "Giro delle Sette Chiese" è un pellegrinaggio tuttora praticato dai fedeli.<ref>Su come vivere oggi quest'esperienza è di grande utilità la recente opera ''In cammino sulla Via Paradisi'' di Carlo Munns.</ref>
 
Fu proclamato [[santo]] nel [[1622]] e, da allora, è stato ritenuto una sorta di "compatrono ufficioso" di Roma.<ref>{{Cita web |url=http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |titolo=Copia archiviata |accesso=24 ottobre 2018 |dataarchivio=1 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301080452/http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |urlmorto=sì }}</ref> Nonostante le sue [[reliquie]] siano in moltissime chiese, le sue spoglie sono venerate nella cappella della [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] dal [[1602]].
La sua memoria [[liturgia|liturgica]] coincide, com'è tradizione, col giorno della sua morte: il 26 maggio.
[[File:Terremoto Benedetto XIII.jpg|miniatura|337x337px|Antica raffigurazione del miracolo di San Filippo Neri, che salvò il Cardinale Orsini durante il terremoto del 1688]]
San Filippo Neri è patrono della città di [[Gioia del Colle]] nella [[città metropolitana di Bari]], di [[Candida (Italia)|Candida]] in [[provincia di Avellino]], di [[Armento]] in [[provincia di Potenza]], di [[Tursi]] in [[provincia di Matera]], di [[Guardia Sanframondi]] in [[provincia di Benevento]], di [[Roseto Valfortore]] in [[provincia di Foggia]] e patrono secondario di [[Veglie]] (in [[provincia di Lecce]]). È inoltre [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono di Venezia]], di [[Manfredonia]] insieme con [[San Lorenzo Maiorano]], e di [[Gravina in Puglia]], quest’ultima per volontà del cardinale gravinese Vincenzo Maria Orsini, futuro [[Papa Benedetto XIII]].
 
Tra i numerosi devoti di San Filippo Neri vi fu infatti lo stesso [[Papa Benedetto XIII|Orsini]], la cui profonda venerazione per il Santo si intensificò in seguito a un evento accaduto durante il terremoto che colpì Benevento il 5 giugno 1688, mentre ricopriva il ruolo di arcivescovo della città. Rimasto sepolto sotto le macerie dell’episcopio, si salvò miracolosamente. La salvezza del cardinale fu attribuita a un armadio che, cadendo e aprendosi, formò una sorta di rifugio. Al suo interno si trovava un’immagine di San Filippo Neri, raffigurato mentre riceve l’aiuto della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] nel sorreggere il tetto della [[Chiesa Nuova (Roma)|Chiesa di Santa Maria in Vallicella.]]
 
La devozione verso il Santo si estese anche alla sua città natale, [[Gravina in Puglia]], dove Orsini volle che San Filippo fosse proclamato compatrono. L’episodio, considerato miracoloso, contribuì a rafforzare il culto del Santo durante il suo pontificato, nel corso del quale promosse numerose iniziative in suo onore, tra cui il restauro di Chiese a lui dedicate e frequenti visite alla sua tomba alla [[Chiesa Nuova (Roma)|Vallicella]].
 
Nel [[1624]] è documentata nella città di Macerata la vendita da Fulvio Clarignani alla Congregazione dell’Oratorio di negozio e annesso appezzamento di terra, siti a metà circa della Strada nuova. Quivi venne allestita una chiesa che risulta essere stata la prima in tutto il mondo dedicata a San Filippo Neri dopo la sua canonizzazione due anni prima, benedetta il giorno [[8 settembre]] dal cardinal Centini, alla presenza della cittadinanza, del Magistrato e di illustri personalità.
La seconda chiesa al mondo dedicata a Filippo Neri fu eretta nel [[1636]] a [[Carbognano]] ([[Viterbo]]) da [[Orazio Giustiniani]], prete dell'oratorio della congregazione fondata dal Santo e poi [[cardinale]]. Al suo nome è intitolato l'[[Chiesa di San Filippo Neri (Torino)|edificio di culto più grande]] esistente in [[Torino]]. Pure importante la presenza degli oratoriani a Palermo con la chiesa intitolata a [[Chiesa di Sant'Ignazio all'Olivella|Sant'Ignazio all'Olivella]], l'oratorio di [[Oratorio di San Filippo Neri (Palermo)|S. Filippo Neri]] e la villa Filippina. L'antica e maestosa casa dei Padri Filippini dopo il [[1866]] divenne sede del Museo Nazionale di Palermo, oggi [[Museo archeologico regionale Antonio Salinas]].
 
Tra le numerose chiese a lui dedicate degna di nota è la chiesa di San Filippo Neri di Lodi, vero capolavoro del tardo barocco (in questo caso barocchetto lombardo) con splendidi affreschi di Carlo Innocenzo Carloni e del quadraturista insigne Giuseppe Coduri.
 
==Tavola cronologica==
{| class="wikitable" style="text-align:left;"
|+
|- bgcolor="sandybrown"
! Data
! Evento
|-
| 21 luglio 1515
| Nasce a Firenze da Francesco Neri e Lucrezia Soldi da Mosciano
|-
| 1520
| Muore la madre Lucrezia
|-
| 1532-33
| Lascia la casa paterna e si reca presso lo zio Romolo Neri
|-
| 1534-35
| Si reca a Roma e alloggia presso Galeotto del Caccia, di cui educa i due figli come precettore
|-
| 1535 circa
| Comincia la sua attività di assistenza degli ammalati nell'ospedale "degli incurabili"
|-
| Pentecoste 1544
| Forte esperienza mistica presso le catacombe di San Sebastiano
|-
| 1548
| Dà vita, con Persiano Rosa suo confessore, alla Confraternita della Santissima Trinità dei pellegrini e dei convalescenti
|-
| 1550
| Anno Santo. Filippo e la sua confraternita assistono circa cinquecento pellegrini al giorno
|-
| Marzo 1551
| Riceve la tonsura, i quattro ordini minori e il suddiaconato
|-
| Sabato santo 1551
| Riceve il diaconato nella Basilica Cattedrale di San Giovanni in Laterano
|-
| 23 maggio 1551
| Riceve l'ordinazione sacerdotale. Lascia definitivamente la casa Caccia per alloggiare presso San Girolamo della Carità, sede della sua confraternita
|-
| 1554
| Cominciano gli incontri di meditazione e preghiera che daranno vita all'Oratorio
|-
| 1557
| Entrano nell'Oratorio Cesare Baronio, primo successore del Neri, Antonio Gallonio, suo futuro biografo, e altri primi discepoli, tutti suoi figli spirituali
|-
| 1559
| Persecuzione di Filippo da parte del Cardinale Vicario Virgilio Rosario. Morte di questi, il 22 maggio, e riabilitazione piena del futuro santo da parte del Papa Paolo IV
|-
| 11 ottobre 1559
| Muore Francesco Neri, padre di Filippo
|-
| 1564
| Diviene Rettore della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Ordinazione sacerdotale di Cesare Baronio
|-
| 1565
| Vengono dettate le prime regole della convivenza oratoriana
|-
| 15 luglio 1575
| Con la bolla Copiosus in misericordia, Gregorio XIII riconosce ufficialmente la congregazione di Filippo e gli assegna la chiesa di Santa Maria in Vallicella
|-
| 1579
| Fondata la comunità dell'Oratorio di San Severino Marche
|-
| 1586
| Fondata la comunità dell'Oratorio di Napoli
|-
| 1588
| Comincia a risiedere alla Vallicella
|-
| 1594-95
| Sostiene apertamente il papa Clemente VIII nella dura controversia a seguito dell'ascesa al trono di Francia di [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]], dichiarando per sé e per i suoi piena e perpetua fedeltà al Papa
|-
| Notte tra il 25 e 26 maggio 1595
| Muore circondato dai suoi alle due del mattino
|-
| 2 agosto 1595
| Viene aperto il processo di canonizzazione
|-
| 24 maggio 1602
| Il corpo è solennemente traslato nella cappella edificata appositamente alla Vallicella
|-
| 25 maggio 1615
| Viene proclamato beato da Paolo V
|-
| 12 marzo 1622
| Viene canonizzato da Gregorio XV
|}
 
== Scritti ==
*''Detti, ricordi, e documenti morali, e spirituali di S. Filippo Neri fondatore della Congregazione dell'Oratorio. Utilissimi ad ogni stato di persone. Raccolti dalla Vita scritta da Pietro Iacomo Bacci'', In Roma, nella stamperia di Bernardino Tani, 1642;
*''Ammaestramenti salutari e degni di eterna memoria. Di s. Filippo Neri...'', In Roma, per Francesco Alberto Tani, 1660;
*''Directorium Oratorii S. Philippi Nerii'', Maceratae, typis Michaelis Archangeli Siluestri, 1707;
*''Sonetto composto da S. Filippo Neri il di cui originale scritto di mano del Santo si conserva nel sacrario di S. Maria in Vallicella'', In Roma, nella stamperia di Pietro Ferri sotto la Biblioteca Casanatense, 1723;
*''Massime di S. Filippo Neri e di S. Francesco di Sales distribuite per ciascun giorno dell'anno'', Modena, pei tipi camerali, 1843;
*''Massime e ricordi di San Filippo Neri'', Napoli, Festa, 1858;
*Congregazione dell'Oratorio di Vicenza (a cura di), ''Lo spirito di Filippo Neri nelle sue massime e ricordi'', Vicenza, 1988;
*Antonio Cistellini (a cura di), ''Gli scritti e le massime'', Brescia, Editrice La Scuola, 1994;
*Edoardo Aldo Cerrato (a cura di), ''«Chi cerca altro che Cristo…». Massime e ricordi'', Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2006;
 
== Epistolario ==
*''Lettere e rime di S. Filippo Neri'', a cura di R. Netti, Napoli, tip. De Rubertis, 1895;
*''Lettera a Michele Mercati. Riprodotta in facsimile dall'autografo, e pubblicata in occasione del possesso del Novello proposto della cattedrale di s. Miniato, mons. Gustavo Matteoni'', S. Miniato, Tip. C. Taviani, 1909;
*''Lettere, rime e detti memorabili'', prefazione di Emanuele Magri, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1922;
 
== Filmografia ==
Alla sua vita e ai suoi detti sono ispirati il film ''[[State buoni se potete]]'', film del [[1983]] di [[Luigi Magni]] dove Filippo è interpretato da [[Johnny Dorelli]], un omonimo [[State buoni se potete (album)|album]] del cantautore [[Angelo Branduardi]], colonna sonora di detto film, e uno sceneggiato televisivo del 2010 dal titolo ''[[Preferisco il paradiso]]'', di [[Giacomo Campiotti]] e interpretato da [[Gigi Proietti]].
 
*''[[State buoni se potete]]'', regia di Luigi Magni. Con [[Johnny Dorelli]], [[Rodolfo Bigotti]], [[Mario Adorf]], [[Philippe Leroy]], [[Renzo Montagnani]] e [[Angelo Branduardi]]. Colonna Sonora di Angelo Branduardi, Italia, 1983;
*''[[Preferisco il paradiso]]'', miniserie TV, regia di Giacomo Campiotti. Con [[Gigi Proietti]], Italia, 2010.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Ricci, Giacomo, ''Vita di San Filippo Neri'' Roma, 1703;
*Antonio Gallonio, ''Vita beati p. Philippi Neri Florentini Congregatione Oratorio fondatoris in annos digesta'', Romae, apud Aloysium Zannettum, 1600, e successive edizioni, edizione critica a cura dell'Oratorio secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del 4. centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa Bonadonna Russo, Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1995;
*Pietro Giacomo Bacci, ''Vita di San Filippo Neri'', Roma, Bernabò e Lazzarini, 1635 e successive edizioni;
*Giuseppe Crispino, ''La scuola del gran maestro di spirito S. Filippo Neri nella quale co' fatti, e co' detti del medesimo Santo, e di alcuni suoi discepoli s'insegnano le pratiche della vita spirituale ad ogni stato di persone. Diuisa in cinque libri...'', In Napoli, per Giacinto Passaro, 1675;
*''Vita del santo patriarca, e glorioso taumaturgo Filippo Neri, appostolo di Roma, della congregazione dell'oratorio angelico istitutore... Dopo molte edizioni e addizioni, ora d'altre... copiosamente accresciuta'', In Venezia, presso Giovanni Manfre, 1727;
*[[Augusto Conti]], ''La vita di S. Filippo Neri'', Firenze, Uffizio della rassegna nazionale, 1884;
*Alfonso Capecelatro, ''La vita di San Filippo Neri: libri tre'', [[Roma]], 1889;
*Egilberto Martire, ''Vita di S. Filippo Neri apostolo di Roma'', 30 tavole in rame disegnate da Pietro Antonio Novelli, incise da Innocente Alessandri, con commenti di Egilberto Martire, Roma, F. Ferrari, 1922;
*Gustavo Brigante Colonna, ''Vita di S. Filippo Neri narrata da Gustavo Brigante Colonna'', illustrata da Carlo Parmeggiani, Firenze, Sansoni, 1947;
*Theodore Maynard, ''Mystic Motley'', trad. it.: ''Il buffone di Dio'', Milano, Longanesi & C., 1948, (Il cammeo, 20), Traduzione di Marcella Hannau, II edizione 1984;
*Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian (a cura di), ''Il primo processo per San Filippo Neri nel Codice Vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell'Archivio dell'Oratorio di Roma'' (4 volumi), [[Città del Vaticano]], ''Biblioteca apostolica vaticana'', 1957 - 1963;
*Alberto Venturoli, ''San Filippo Neri. Vita, contesto storico e dimensione mariana'', Casale Monferrato, Piemme, 1988;
*Antonio Cistellini, ''San Filippo Neri, l'Oratorio e la Congregazione oratoriana, storia e spiritualità'', prefazione del card. [[Carlo Maria Martini]], 3 volumi, Brescia, Morcelliana, 1989;
*Giovanni Paolo PP. II, ''Lettera per il IV Centenario della morte di San Filippo Neri'', Dal Vaticano, 7 ottobre 1994;
*Antonio Cistellini, ''San Filippo Neri: breve storia di una grande vita'', [[Firenze]], ''Memorie oratoriane'', 1996;
*Stefano Zen, ''L'Oratorio filippino e la cultura della Controriforma'', in ''La Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri nelle Marche del ‘600''. Atti del Convegno di Studi, Fano, 14-15 ottobre 1994, a cura di Flavia Emanuelli, Fiesole, Nardini Editore, 1997 (Studi e Documenti, 2), pp.&nbsp;25–39;
*Hans Tercic, ''Filippo Neri, l'amore vince ogni paura'', Roma, Città Nuova, 2000, II ed. 2003;
*Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri, un secolo, un uomo'', Cinisello Balsamo, San Paolo, 2002;
*Carlo Munns, ''In cammino per la Via Paradisi: la visita alle sette chiese '', Roma, Ikne, 2005;
*Francesco Danieli, ''San Filippo Neri. La nascita dell'Oratorio e lo sviluppo dell'arte cristiana al tempo della Riforma'', Cinisello Balsamo, San Paolo, 2009.
 
== Voci correlate ==
*[[Chiesa di San Filippo Neri]]
*[[Oratorio (centro giovanile)]]
*[[Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri]]
*[[Chiesa Nuova (Roma)]]
*[[Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini]]
*[[Chiesa di San Salvatore in Campo]]
*[[Chiesa di San Tommaso in Parione]]
*[[Chiesa di San Girolamo della Carità]]
*[[Cesare Baronio]]
*[[Ospedale San Filippo Neri]]
*[[Case dei Santi a Roma]]
*[[Basilica di San Filippo Neri]]
*''[[Apparizione della Vergine a San Filippo Neri]]'' dipinto di [[Giambattista Tiepolo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web | 1 = http://www.oratoriosanfilippo.org | 2 = Congregazione dell'Oratorio | accesso = 12 aprile 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090310112346/http://www.oratoriosanfilippo.org/ | dataarchivio = 10 marzo 2009 | urlmorto = sì }}
*{{cita web|http://www.vallicella.org|Congregazione dell'Oratorio di S. Filippo Neri di Roma e Parrocchia S. Maria in Vallicella}}
*{{cita web|http://www.vallicella.org/san-filippo-neri/|S. Filippo Neri sul sito del Santuario Filippino}}
*{{cita web | 1 = http://www.vallicella.org/giro-visita-sette-chiese/ | 2 = La visita delle Sette Chiese storica e attuale | accesso = 27 ottobre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130105061714/http://www.vallicella.org/giro-visita-sette-chiese/ | dataarchivio = 5 gennaio 2013 | urlmorto = sì }}
*{{Cita web|url=https://vallicelliana.cultura.gov.it/i-luoghi-dellapostolato-romano-di-s-filippo-neri/|titolo=I luoghi dell’apostolato romano di S. Filippo Neri|sito=Biblioteca Vallicelliana|lingua=it-IT|accesso=2024-10-27}}
*{{cita web|1=http://www.institut-philipp-neri.de|2=Institut St. Philipp Neri Berlin|lingua=de|accesso=2 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511233746/http://www.institut-philipp-neri.de/|dataarchivio=11 maggio 2019|urlmorto=sì}}
 
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