Filippo Neri: differenze tra le versioni

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|ricorrenza = [[26 maggio]]
|attributi = giglio e libro
|patrono di = [[Gravina in Puglia]], [[Castelfranco Piandiscò]], Giovani, [[Gioia del Colle]], [[Piancastagnaio]], [[Guardia Sanframondi]], [[Domicella]], [[Carbognano]], [[Candida (Italia)|Candida]],[[Guadalajara (Messico)]], [[Tursi]], [[Cecchina]] e [[Roseto Valfortore]]
|didascalia = San Filippo Neri, 1740, olio su tela realizzato da [[Sebastiano Conca]]
}}
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== Biografia ==
=== Infanzia ===
[[File:SanVia romana, san pier gattolino, 01.JPGjpg |thumb|upright|San Pier Gattolino a Firenze: la parrocchia dove Filippo Neri viveva con la famiglia]]
Al secolo Filippo Romolo Neri, nacque come secondogenito di Francesco Neri e di Lucrezia da Mosciano.<ref>Secondo un’antica e pia tradizione, la madre del futuro Santo era originaria del borgo medievale di Mosciano, oggi frazione di Scandicci. Il giovane “Pippo buono”, sempre secondo la leggenda, sarebbe stato ospitato, durante un periodo di villeggiatura, nella casa dei nonni materni; L. Gravina, ''Mosciano e La Roveta (Comune di Scandicci), Ricordi storici dal 1054 al 1940'', Vol. XL di Collana di monografie storico-artistiche illustrate, 1940.</ref> Il padre esercitava la professione di [[notaio]] presso [[Firenze]] ma, nel [[1524]], decise di intraprendere la strada dell'[[alchimia]]. I coniugi Neri ebbero, dopo Filippo, altri due figli: Elisabetta, nata nel [[1518]], ricordata per aver testimoniato nel [[processo di canonizzazione]] per il fratello<ref>''Primo processo canonico per San Filippo Neri nel Codice Vaticano Latino'' vol.4</ref>, e Antonio, morto poco dopo la nascita. La primogenita era invece Caterina, nata nel [[1513]] che, dopo il matrimonio, ebbe due figlie, entrambe in seguito divenute [[Monaca|monache]], che avrebbero avuto un modesto contatto epistolare con lo zio Filippo<ref>San Filippo Neri, ''Gli scritti e le massime'', a cura di A. Cistellini, Brescia, 1994</ref>. Ricevette il [[battesimo]] nel "Bel San Giovanni", il Battistero di tutti i Fiorentini e gli fu imposto il nome di Filippo Romolo il giorno dopo la nascita, il 22 luglio del [[1515]]<ref>{{Cita libro|titolo=Ponnelle, L.,-Bordet, L., San Filippo Neri e la società romana del suo tempo, Parigi 1928, p.1.}}</ref>. La sua famiglia era residente nella Parrocchia [[chiesa di San Pier Gattolino|di San Pier Gattolino]].
 
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Ben presto espresse nella preghiera le sue attitudini di [[mistico]] e [[Contemplazione|contemplativo]]. Cominciò a prestare la sua opera di carità presso l'[[Ospedale di San Giacomo degli Incurabili|ospedale di San Giacomo]] (il suo nome infatti compare fra le matricole dei membri della compagnia che regge l'Ospedale<ref>M. Vanti, ''S. Giacomo degli Incurabili di Roma nel cinquecento'', Roma, 1938</ref>) dove molti anni dopo conobbe e strinse amicizia con [[Camillo de Lellis]]. Probabilmente nell'inverno del [[1538]] venne anche a contatto con [[Ignazio di Loyola]] e con i primissimi membri della [[Compagnia di Gesù]]<ref>H. Ranher, ''Ignazio di Loyola e Filippo Neri'', a cura dell'Oratorio di Roma 3</ref>.
 
Secondo la tradizione nel [[1544]], e precisamente nel giorno della [[Pentecoste]], in preghiera presso le [[catacombe di San Sebastiano]]<ref>V. Fiocchi Nicolai, ''San Filippo Neri, le catacombe di San Sebastiano e e le origini dell'archeologia cristiana'', Roma, 2000</ref>, Filippo Neri fu preda di uno straordinario avvenimento (secondo il santo un'effusione di [[Spirito Santo]]) che gli causò una dilatazione del cuore e delle costole, evento scientificamente attestato dai medici dopo la sua morte<ref>''Processo per la canonizzazione'' p. 424</ref>. Molti testimonieranno di aver visto spesso il cuore tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore.
 
In seguito a questa esperienza Filippo abbandonò la casa dei Caccia per ritirarsi a vivere come [[eremita]] fra le strade di Roma, dormendo sotto i portici delle chiese o in ripari di fortuna. Spesso lo si vedeva passeggiare per le piazze cittadine vestito con una tonaca munita di cappuccio. Camminando per [[Campo de' Fiori]] e nei vicoli di [[Trastevere]] incontrava giovani che lo deridevano e beffeggiavano. Egli non si faceva sfuggire l'occasione e, unendosi alla comitiva, la conquistava con la sua simpatia. Cominciava con una barzelletta e con qualche gioco, ma poi s'improvvisava predicatore, dicendo: «Fratelli, state allegri, ridete pure, scherzate finché volete, ma non fate peccato!».
[[File:San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini..jpg|miniatura|''San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini'' presso la [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Roma)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]]]
 
Molti tentavano di farlo cadere, una volta dei giovani scapestrati idearono una raffinata trappola: invitatolo in una casa, vi introdussero prostitute. Ma la [[Purezza (concetto morale)|purezza]] di Filippo ebbe la meglio. Qualche anno più tardi dovette affrontare lo stesso tipo di tentazione a casa di una tale Cesaria, nota per la sua bellezza. Essa volle scommettere con gli amici che sarebbe riuscita con le sue capacità di seduzione a farlo capitolare. Fingendosi inferma lo invitò a casa sua per una [[Sacramento della penitenza|confessione]]. Quando Filippo arrivò nella sua stanza la trovò vestita con un indumento così trasparente che niente lasciava alla fantasia. Accortosi dell'inganno, Filippo si diede alla fuga, e la donna, scoperta, si vendicò tirandogli dietro un pesante sgabello. Forse è per questa esperienza che Filippo dirà in seguito ai suoi discepoli che « [...] le tentazioni si vincono resistendo ad esse, ad eccezione di quelle carnali, dove è solo fuggendo che si hanno gloriose vittorie».
 
Nello stesso periodo, si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi o affidati a pochi volontari, negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', p. 12</ref> nonché dei poveri nella confraternita della Carità, istituita da [[papa Clemente VII]] e nell'oratorio del Divino Amore. Essendosi fatto sempre più intenso il suo apostolato nei confronti dei bisognosi, tanti dei quali costretti a dormire in rifugi di fortuna, decise su consiglio di [[Persiano Rosa]], suo padre spirituale, di fondare la cosiddetta [[Confraternita della Santissima Trinità dei pellegrini]] <ref>C. Fannucci, ''Trattato di tutte le opere pie di Roma'', Roma, 1602</ref>, creata appunto per accogliere e curare viandanti, pellegrini e povera gente dei borghi romani. Inizialmente composta da quindici uomini, attratti dai discorsi da lui tenuti nella [[chiesa di San Salvatore in Campo]]<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo un uomo'', p. 54</ref>, e installata nella casetta dello stesso Persiano Rosa, diede un grande contributo a favore dei pellegrini, in particolare nell'[[Anno Santo]] del [[1550]] (sebbene quell'anno venisse presa a pigione una casa più grande), tanto da ricevere da allora il soprannome di confraternita "dei pellegrini"<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', 19</ref>, e poi in seguito anche "dei convalescenti" per il suo soccorso nei confronti degli infermi della città.
 
[[File:Eglise San Tommaso in Parione.JPG|thumb|upright=0.8|La chiesa di San Tommaso in Parione ovedove Filippo Neri fu ordinato sacerdote]]
Dopo una lunga insistenza di Persiano Rosa, a trentacinque anni, decise di diventare sacerdote: durante il marzo 1551 ricevette così da Giovanni Lunelli, vescovo di Sebaste, la [[tonsura]], i quattro ordini minori e il [[suddiaconato]] nella [[chiesa di San Tommaso in Parione]], il sabato santo 29 marzo il [[diaconato]] nella [[basilica di San Giovanni in Laterano]], il 23 maggio [[1551]] infine fu [[Ordinazione sacerdotale|ordinato sacerdote]] dallo stesso Lunelli, sempre a san Tommaso<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', pp. 33-45</ref>. Comincia così un nuovo capitolo nella vita di san Filippo Neri: lasciò la casa Caccia per trasferirsi a [[chiesa di San Girolamo della Carità|san Girolamo della Carità]]. Come sacerdote divenne famoso nell'esercizio del [[Penitenza (sacramento)|sacramento della confessione]] come fonte di dialogo con i "penitenti"; secondo testimoni oculari Filippo Neri ascoltava il pentimento dei suoi fedeli dall'alba fino a mezzogiorno, ora in cui celebrava la messa, sebbene non fosse raro trovare fedeli bisognosi anche in casa o perfino ai piedi del suo letto, dove egli ugualmente confessava in casi di necessità<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo, un uomo'', p. 64</ref>. Ciò suscitò invidie e gelosie, in particolare in due monaci (dei quali s'ignorano i nomi) e nel medico Vincenzo Teccosi, i quali dimoravano nella stessa San Girolamo. Seguirono una serie di screzi e ingiurie, i primi due erano, ad esempio, soliti beffeggiare il sacerdote mentre si preparava per la messa, o nascondendogli i [[Paramento liturgico|paramenti]], perfino le scarpe, o facendo in modo che ne usasse di logori. La cordialità, e soprattutto la pazienza di Filippo, finirono poi per conquistare i suoi tre avversari, uno dei due monaci entrò perfino nell'oratorio mentre il Teccosi, prima di morire, lasciò tutto in eredità a quello che un tempo era il suo peggior nemico, il quale non prese con sé che un ricordo (un orologio) cedendo tutto il resto ai nipoti del defunto.
 
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=== La Congregazione dell'Oratorio ===
[[File:Parione - santa Maria in Vallicella - la Chiesa nuova 00465.JPG|thumb|Santa Maria in Vallicella sede della Congregazione dell'Oratorio]]
{{vedi anche|Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri}}
[[File:Parione - santaSanta Maria in Vallicella -church la Chiesain nuovaRome 00465(1).JPGjpg|thumb|Santa Maria in Vallicella sede della Congregazione dell'Oratorio]]
L'11 ottobre [[1559]], Filippo Neri perse il padre, Francesco, e, dopo aver ricevuto l'eredità che gli spettava, preferì cederla alla sorella Caterina. In quegli anni il santo conobbe un altro importante personaggio della storia ecclesiastica, il cardinale milanese [[Carlo Borromeo]]<ref>P. Giussano, ''Vita di Carlo Borromeo'', Roma, 1610</ref>. Tra i due s'instaurò un saldo rapporto di amicizia, tanto che il cardinale soleva spesso recarsi dal sacerdote fiorentino per chiedergli consiglio riguardo a problematiche scottanti<ref>C. Gasbarri, San Filippo e San Carlo, 1968</ref>. Il santo milanese tentò in tutte le maniere di condurre Filippo Neri a [[Milano]] per fondarvi una comunità come quella costruita a Roma. Le sue richieste rimasero senza risposta.
 
Nel [[1564]], su pressioni delle comunità fiorentine, [[papa Pio IV]] (che sarebbe morto nello stesso anno) affidò a Filippo Neri il controllo della [[Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini|Chiesa di San Giovanni Battista de' Fiorentini]] che il santo, volendo rimanere a San Girolamo della Carità, affidò ai giovani dell'Oratorio divenuti sacerdoti<ref>Cistellini, San Filippo Neri, 116-174</ref>, come per esempio [[Cesare Baronio]] e Alessandro Fedeli, molto legati al loro padre spirituale. Di fronte a voci critiche delle attività dell'Oratorio, il Papa ordinò delle ispezioni segrete: famose sono quelle del domenicano [[Alessandro Franceschi (vescovo)|Alessandro Franceschi]], che ne riportò giudizi grandemente favorevoli ed elogiativi di Filippo Neri<ref>A. Gallonio, ''Vita del beato Filippo Neri fiorentino, in Napoli'', Giovanni Domenico Roncagliolo 1601, pp. 174-180.</ref>.
Nel [[1575]] il [[papa Gregorio XIII]] eresse la [[Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri|Congregazione dell'Oratorio]]<ref>Cistellini, San Filippo Neri, 174-199</ref> e concesse a questa la [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] (Roma), che ne divenne la sede. Don Filippo, grazie al suo insegnamento promosse innumerevoli attività: coinvolse nella preghiera e nella lettura della [[Bibbia]] uomini comuni, artisti, musicisti, uomini di scienza; fondò una scuola per l'educazione dei ragazzi.
 
In tempi nei quali la pedagogia era autoritaria e spesso manesca, Neri si rivolgeva ai suoi allievi (che erano, si direbbe oggi, "ragazzi di strada") con pazienza e benevolenza: ancora oggi si ricorda la sua esortazione in [[romanesco]]: «''State bboni (se potete...)!''». Un'altra sua celebre frase, un'imprecazione di impazienza poi attenuata dall'augurio della [[Grazia (teologia)|grazia]] del [[martirio (Cristianesimo)|martirio]]: «''Te possi morì ammazzato... ppe' la [[fede]]!''».
 
=== Gli ultimi anni ===
[[File:FedericoBorromeo.Cardinal.jpg|thumb|upright=0.8|[[Federico Borromeo]], amico di Filippo Neri, in un ritratto di [[Giulio Cesare Procaccini]]]]
Gli anni che vanno dal [[1581]] al [[1595]], anno della morte, furono segnati da terribili malattie, guarigioni e ricadute continue. Preoccupato per il proprio destino scrisse per ben tre volte il proprio testamento. Alla comunità venne concessa intanto una nuova sede, l'[[Abbazia di San Giovanni in Venere]] e la possibilità di fondare un oratorio persino a [[Napoli]]<ref>M. Borrelli, ''Le Costituzioni dell'Oratorio Napoletano'', Napoli, 1968</ref>. Fiaccato dalle malattie, Filippo Neri soffrì parecchio a causa di una terribile carestia che decimò alcuni membri della sua comunità oratoriana. Unico sollievo di quel periodo, nel [[1590]], il poter assistere, nella [[chiesa di Sant'Adriano al Foro]], alla traslazione dei corpi di alcuni martiri. È da ricordare infatti che la testimonianza dei martiri era motivo di commozione per il santo fiorentino<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', 671-674</ref>.
[[File:San Filippo Neri moribondo che riceve il Viatico dal Cardinal Federico Borromeo assistito da Cesare Baronio e Giovanni Giovenale Ancina.jpg|sinistra|miniatura|''San Filippo Neri moribondo che riceve il [[Unzione degli infermi|Viatico]] dal [[Federico Borromeo|Cardinal Federico Borromeo]] assistito da [[Cesare Baronio]] e [[Giovanni Giovenale Ancina]]'' presso la [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Roma)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]]]
 
Seguendo i consigli di Filippo Neri, [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] decise di riconciliarsi con [[Enrico IV di Francia]], evento di notevole portata nella storia della Chiesa cinquecentesca<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', 1011-1014</ref>. Il pontefice, quasi per ringraziare il santo per il suo aiuto, prese con sé alcuni fra i suoi fedelissimi e decise di nominarlo [[cardinale]], ma questi rifiutò la carica, dicendo, verso il cielo: «Paradiso, paradiso»<ref>Processo di santificazione, p. 287</ref>. Nell'aprile del [[1595]] Filippo Neri venne colpito ancora più gravemente dalla malattia che lo affliggeva, tanto da non poter più modificare il proprio testamento.
 
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Filippo Neri amava inoltre vivere all'aperto per sentirsi così in maggior contatto con Dio e le sue creature. Amava trascorrere le ore osservando il paesaggio romano dalla terrazza della sua stanzetta. A San Girolamo teneva con sé una gattina, un cane meticcio bianco a chiazze rosse, chiamato dal santo "Capriccio", che aveva deciso di non tornare più a casa per vivere nell'Oratorio di "Pippo il buono".<ref>Il piccolo Capriccio apparteneva al cardinale di Santa Fiora</ref> Il santo possedeva inoltre alcuni uccellini che durante la giornata stavano in giro per la città, alla sera tornavano da Filippo, che li accudiva e gli dava di che cibarsi, e al mattino lo svegliavano con il loro canto.<ref>Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', vol. 1, p. 374</ref>
 
L'insegnamento di Filippo Neri si può riassumere in quattro punti: una singolare tenerezza verso il prossimo, la prevalenza delle mortificazioni spirituali, in particolare mortificazioni contro la [[vanità]]<ref>si può ricordare in questo caso la celebre canzone di [[Angelo Branduardi]] ''Vanità di vanità'' dedicata appunto al santo fiorentino</ref> su quelle corporali, allegria e buon umore per potenziare le energie spirituali e psichiche, e infine la semplicità evangelica, di cui lui fu primo testimone. Durante le preghiere del suo Oratorio, Filippo Neri amava fare piccoli intermezzi cantati, così da rendere più piacevole la lettura del vangelo e, di conseguenza, l'incontro con Dio. Egli stesso amava cantare alcuni [[sonetto|sonetti]] scritti da lui. L'Oratorio divenne così anche un laboratorio musicale perché le [[Lauda (musica)|laudi]] si trasformarono da [[Monodia|monodiche]] a [[Polifonia|composizioni a più voci]] con l'accompagnamento di uno strumento musicale. Proprio dalla sua particolare sensibilità estetica derivò direttamente e indirettamente, così come emerge da uno studio di [[Francesco Danieli]]<ref>F. Danieli, ''San Filippo Neri. La nascita dell'Oratorio e lo sviluppo dell'arte cristiana al tempo della riforma'', San Paolo, Cinisello Balsamo 2009</ref>, un nuovo modo di indirizzare a Dio l'arte nelle sue più svariate sfumature, e scaturirono nuovi strumenti di [[catechesi]] e [[pedagogia]] cattolica [[Concilio di Trento|postridentina]].
 
=== Due bizzarri amici ===
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Fu proclamato [[santo]] nel [[1622]] e, da allora, è stato ritenuto una sorta di "compatrono ufficioso" di Roma.<ref>{{Cita web |url=http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |titolo=Copia archiviata |accesso=24 ottobre 2018 |dataarchivio=1 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301080452/http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |urlmorto=sì }}</ref> Nonostante le sue [[reliquie]] siano in moltissime chiese, le sue spoglie sono venerate nella cappella della [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] dal [[1602]].
La sua memoria [[liturgia|liturgica]] coincide, com'è tradizione, col giorno della sua morte: il 26 maggio.
[[File:Terremoto Benedetto XIII.jpg|miniatura|337x337px|Antica raffigurazione del miracolo di San Filippo Neri, che salvò il Cardinale Orsini durante il terremoto del 1688]]
San Filippo Neri è patrono della città di [[Gioia del Colle]] nella [[città metropolitana di Bari]], di [[Candida (Italia)|Candida]] in [[provincia di Avellino]], di [[Armento]] in [[provincia di Potenza]], di [[Tursi]] in [[provincia di Matera]], di [[Guardia Sanframondi]] in [[provincia di Benevento]], di [[Roseto Valfortore]] in [[provincia di Foggia]] e patrono secondario di [[Veglie]] (in [[provincia di Lecce]]). È inoltre [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono di Venezia]], di [[Manfredonia]] insieme con [[sanSan Lorenzo Maiorano]], e di [[Gravina in Puglia]], quest’ultima per volerevolontà del cardinale gravinese Vincenzo Maria Orsini, poifuturo [[papaPapa Benedetto XIII]].
 
Tra i numerosi devoti di San Filippo Neri vi fu infatti lo stesso [[Papa Benedetto XIII|Orsini]], la cui profonda venerazione per il Santo si intensificò in seguito a un evento accaduto durante il terremoto che colpì Benevento il 5 giugno 1688, mentre ricopriva il ruolo di arcivescovo della città. Rimasto sepolto sotto le macerie dell’episcopio, si salvò miracolosamente. La salvezza del cardinale fu attribuita a un armadio che, cadendo e aprendosi, formò una sorta di rifugio. Al suo interno si trovava un’immagine di San Filippo Neri, raffigurato mentre riceve l’aiuto della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] nel sorreggere il tetto della [[Chiesa Nuova (Roma)|Chiesa di Santa Maria in Vallicella.]]
 
La devozione verso il Santo si estese anche alla sua città natale, [[Gravina in Puglia]], dove Orsini volle che San Filippo fosse proclamato compatrono. L’episodio, considerato miracoloso, contribuì a rafforzare il culto del Santo durante il suo pontificato, nel corso del quale promosse numerose iniziative in suo onore, tra cui il restauro di Chiese a lui dedicate e frequenti visite alla sua tomba alla [[Chiesa Nuova (Roma)|Vallicella]].
Filippo Neri è patrono della città di [[Gioia del Colle]] nella [[città metropolitana di Bari]], di [[Candida (Italia)|Candida]] in [[provincia di Avellino]], di [[Tursi]] in [[provincia di Matera]], di [[Guardia Sanframondi]] in [[provincia di Benevento]], di [[Roseto Valfortore]] in [[provincia di Foggia]] e patrono secondario di [[Veglie]] (in [[provincia di Lecce]]). È inoltre [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono di Venezia]], di [[Manfredonia]] insieme con [[san Lorenzo Maiorano]], e di [[Gravina in Puglia]], per volere del cardinale Vincenzo Maria Orsini poi [[papa Benedetto XIII]].
 
Nel [[1624]] è documentata nella città di Macerata la vendita da Fulvio Clarignani alla Congregazione dell’Oratorio di negozio e annesso appezzamento di terra, siti a metà circa della Strada nuova. Quivi venne allestita una chiesa che risulta essere stata la prima in tutto il mondo dedicata a San Filippo Neri dopo la sua canonizzazione due anni prima, benedetta il giorno [[8 settembre]] dal cardinal Centini, alla presenza della cittadinanza, del Magistrato e di illustri personalità.
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== Filmografia ==
Alla sua vita e ai suoi detti sono ispirati il film ''[[State buoni se potete]]'', film del [[1983]] di [[Luigi Magni]] dove Filippo è interpretato da [[Johnny Dorelli]], un omonimo [[State buoni se potete (album)|album]] del cantautore [[Angelo Branduardi]], colonna sonora di detto film, e uno [[Fiction televisiva|sceneggiato televisivo]] del [[2010]] dal titolo ''[[Preferisco il Paradisoparadiso]]'', di [[Giacomo Campiotti]] e interpretato da [[Gigi Proietti]].
 
*''[[State buoni se potete]]'', regia di Luigi Magni. Con [[Johnny Dorelli]], [[Rodolfo Bigotti]], [[Mario Adorf]], [[Philippe Leroy]], [[Renzo Montagnani]] e [[Angelo Branduardi]]. Colonna Sonora di Angelo Branduardi, Italia, 1983;
*''[[Preferisco il Paradisoparadiso]]'', miniserie TV, regia di Giacomo Campiotti. Con [[Gigi Proietti]], Italia, 2010.
 
== Note ==
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*{{cita web|http://www.vallicella.org/san-filippo-neri/|S. Filippo Neri sul sito del Santuario Filippino}}
*{{cita web | 1 = http://www.vallicella.org/giro-visita-sette-chiese/ | 2 = La visita delle Sette Chiese storica e attuale | accesso = 27 ottobre 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130105061714/http://www.vallicella.org/giro-visita-sette-chiese/ | dataarchivio = 5 gennaio 2013 | urlmorto = sì }}
*{{Cita web|url=https://vallicelliana.cultura.gov.it/i-luoghi-dellapostolato-romano-di-s-filippo-neri/|titolo=I luoghi dell’apostolato romano di S. Filippo Neri|sito=Biblioteca Vallicelliana|lingua=it-IT|accesso=2024-10-27}}
*{{cita web|1=http://www.institut-philipp-neri.de|2=Institut St. Philipp Neri Berlin|lingua=de|accesso=2 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511233746/http://www.institut-philipp-neri.de/|dataarchivio=11 maggio 2019|urlmorto=sì}}
 
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[[Categoria:Santi incorrotti]]
[[Categoria:Nori (famiglia)]]
[[Categoria:Oratoriani italiani]]