Filippo Neri: differenze tra le versioni
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Nello stesso periodo, si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi o affidati a pochi volontari, negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', p. 12</ref> nonché dei poveri nella confraternita della Carità, istituita da [[papa Clemente VII]] e nell'oratorio del Divino Amore. Essendosi fatto sempre più intenso il suo apostolato nei confronti dei bisognosi, tanti dei quali costretti a dormire in rifugi di fortuna, decise su consiglio di [[Persiano Rosa]], suo padre spirituale, di fondare la cosiddetta [[Confraternita della Santissima Trinità dei pellegrini]] <ref>C. Fannucci, ''Trattato di tutte le opere pie di Roma'', Roma, 1602</ref>, creata appunto per accogliere e curare viandanti, pellegrini e povera gente dei borghi romani. Inizialmente composta da quindici uomini, attratti dai discorsi da lui tenuti nella [[chiesa di San Salvatore in Campo]]<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo un uomo'', p. 54</ref>, e installata nella casetta dello stesso Persiano Rosa, diede un grande contributo a favore dei pellegrini, in particolare nell'[[Anno Santo]] del [[1550]] (sebbene quell'anno venisse presa a pigione una casa più grande), tanto da ricevere da allora il soprannome di confraternita "dei pellegrini"<ref>Antonio Gallonio, ''Vita sancti Philippi Nerii'', 19</ref>, e poi in seguito anche "dei convalescenti" per il suo soccorso nei confronti degli infermi della città.
[[File:Eglise San Tommaso in Parione.JPG|thumb|upright=0.8|La chiesa di San Tommaso in Parione
Dopo una lunga insistenza di Persiano Rosa, a trentacinque anni, decise di diventare sacerdote: durante il marzo 1551 ricevette così da Giovanni Lunelli, vescovo di Sebaste, la [[tonsura]], i quattro ordini minori e il [[suddiaconato]] nella [[chiesa di San Tommaso in Parione]], il sabato santo 29 marzo il [[diaconato]] nella [[basilica di San Giovanni in Laterano]], il 23 maggio [[1551]] infine fu [[Ordinazione sacerdotale|ordinato sacerdote]] dallo stesso Lunelli, sempre a san Tommaso<ref>Cistellini, ''San Filippo Neri'', pp. 33-45</ref>. Comincia così un nuovo capitolo nella vita di san Filippo Neri: lasciò la casa Caccia per trasferirsi a [[chiesa di San Girolamo della Carità|san Girolamo della Carità]]. Come sacerdote divenne famoso nell'esercizio del [[Penitenza (sacramento)|sacramento della confessione]] come fonte di dialogo con i "penitenti"; secondo testimoni oculari Filippo Neri ascoltava il pentimento dei suoi fedeli dall'alba fino a mezzogiorno, ora in cui celebrava la messa, sebbene non fosse raro trovare fedeli bisognosi anche in casa o perfino ai piedi del suo letto, dove egli ugualmente confessava in casi di necessità<ref>Giorgio Papasogli, ''Filippo Neri- un secolo, un uomo'', p. 64</ref>. Ciò suscitò invidie e gelosie, in particolare in due monaci (dei quali s'ignorano i nomi) e nel medico Vincenzo Teccosi, i quali dimoravano nella stessa San Girolamo. Seguirono una serie di screzi e ingiurie, i primi due erano, ad esempio, soliti beffeggiare il sacerdote mentre si preparava per la messa, o nascondendogli i [[Paramento liturgico|paramenti]], perfino le scarpe, o facendo in modo che ne usasse di logori. La cordialità, e soprattutto la pazienza di Filippo, finirono poi per conquistare i suoi tre avversari, uno dei due monaci entrò perfino nell'oratorio mentre il Teccosi, prima di morire, lasciò tutto in eredità a quello che un tempo era il suo peggior nemico, il quale non prese con sé che un ricordo (un orologio) cedendo tutto il resto ai nipoti del defunto.
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Nel [[1575]] il [[papa Gregorio XIII]] eresse la [[Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri|Congregazione dell'Oratorio]]<ref>Cistellini, San Filippo Neri, 174-199</ref> e concesse a questa la [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] (Roma), che ne divenne la sede. Don Filippo, grazie al suo insegnamento promosse innumerevoli attività: coinvolse nella preghiera e nella lettura della [[Bibbia]] uomini comuni, artisti, musicisti, uomini di scienza; fondò una scuola per l'educazione dei ragazzi.
=== Gli ultimi anni ===
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Fu proclamato [[santo]] nel [[1622]] e, da allora, è stato ritenuto una sorta di "compatrono ufficioso" di Roma.<ref>{{Cita web |url=http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |titolo=Copia archiviata |accesso=24 ottobre 2018 |dataarchivio=1 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301080452/http://www.stpauls.it/gio/1121gi/chestoria.html |urlmorto=sì }}</ref> Nonostante le sue [[reliquie]] siano in moltissime chiese, le sue spoglie sono venerate nella cappella della [[chiesa di Santa Maria in Vallicella]] dal [[1602]].
La sua memoria [[liturgia|liturgica]] coincide, com'è tradizione, col giorno della sua morte: il 26 maggio.
[[File:Terremoto Benedetto XIII.jpg|miniatura|337x337px|Antica raffigurazione del miracolo di San Filippo Neri, che salvò il Cardinale Orsini durante il terremoto del 1688]]
San Filippo Neri è patrono della città di [[Gioia del Colle]] nella [[città metropolitana di Bari]], di [[Candida (Italia)|Candida]] in [[provincia di Avellino]], di [[Armento]] in [[provincia di Potenza]], di [[Tursi]] in [[provincia di Matera]], di [[Guardia Sanframondi]] in [[provincia di Benevento]], di [[Roseto Valfortore]] in [[provincia di Foggia]] e patrono secondario di [[Veglie]] (in [[provincia di Lecce]]). È inoltre [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono di Venezia]], di [[Manfredonia]] insieme con [[
Tra i numerosi devoti di San Filippo Neri vi fu infatti lo stesso [[Papa Benedetto XIII|Orsini]], la cui profonda venerazione per il Santo si intensificò in seguito a un evento accaduto durante il terremoto che colpì Benevento il 5 giugno 1688, mentre ricopriva il ruolo di arcivescovo della città. Rimasto sepolto sotto le macerie dell’episcopio, si salvò miracolosamente. La salvezza del cardinale fu attribuita a un armadio che, cadendo e aprendosi, formò una sorta di rifugio. Al suo interno si trovava un’immagine di San Filippo Neri, raffigurato mentre riceve l’aiuto della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] nel sorreggere il tetto della [[Chiesa Nuova (Roma)|Chiesa di Santa Maria in Vallicella.]]
La devozione verso il Santo si estese anche alla sua città natale, [[Gravina in Puglia]], dove Orsini volle che San Filippo fosse proclamato compatrono. L’episodio, considerato miracoloso, contribuì a rafforzare il culto del Santo durante il suo pontificato, nel corso del quale promosse numerose iniziative in suo onore, tra cui il restauro di Chiese a lui dedicate e frequenti visite alla sua tomba alla [[Chiesa Nuova (Roma)|Vallicella]].
▲Filippo Neri è patrono della città di [[Gioia del Colle]] nella [[città metropolitana di Bari]], di [[Candida (Italia)|Candida]] in [[provincia di Avellino]], di [[Armento]] in [[provincia di Potenza]], di [[Tursi]] in [[provincia di Matera]], di [[Guardia Sanframondi]] in [[provincia di Benevento]], di [[Roseto Valfortore]] in [[provincia di Foggia]] e patrono secondario di [[Veglie]] (in [[provincia di Lecce]]). È inoltre [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono di Venezia]], di [[Manfredonia]] insieme con [[san Lorenzo Maiorano]], e di [[Gravina in Puglia]], per volere del cardinale Vincenzo Maria Orsini poi [[papa Benedetto XIII]].
Nel [[1624]] è documentata nella città di Macerata la vendita da Fulvio Clarignani alla Congregazione dell’Oratorio di negozio e annesso appezzamento di terra, siti a metà circa della Strada nuova. Quivi venne allestita una chiesa che risulta essere stata la prima in tutto il mondo dedicata a San Filippo Neri dopo la sua canonizzazione due anni prima, benedetta il giorno [[8 settembre]] dal cardinal Centini, alla presenza della cittadinanza, del Magistrato e di illustri personalità.
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