Papa Paolo VI: differenze tra le versioni

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{{Papa della Chiesa cattolica
|nome = Papa Paolo VI
|immagine = Paulus VI, byfrom FotografiaUniversity Felici,of 1969Urbino.jpg
|didascalia = Ritratto ufficiale, 19691963
|stemma = C o a Paulus VI.svg
|titolo = 262º papa della Chiesa cattolica
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{{Santo
|nome = San Paolo VI
|immagine = Papa PaoloPaulus VI, by Fotografia Felici, 1969.jpg
|didascalia = Paolo VI nel 19661969
|note = Papa
|nato = [[Concesio]], 26 settembre [[1897]]
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|ricorrenza = [[29 maggio]]<br />[[30 maggio]] ([[rito ambrosiano]])
|attributi = Stola, pastorale
|patrono di = [[Concesio]]
}}
{{Bio
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|Attività3 = arcivescovo cattolico
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato il 262º [[Diocesi di Roma|vescovo di Romapapa]] edella [[papaChiesa cattolica]] dellae [[ChiesaDiocesi di Roma|vescovo di cattolicaRoma]], [[Primate (ecclesiastico)|primate]] d'Italia e 4º [[monarchia|sovrano]] dello [[Città del Vaticano|Stato della Città del Vaticano]], oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, a partire dal 21 giugno [[1963]] fino alla morte
}}
 
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[[File:Francesco, Giovanni Battista e Lodovico Montini.jpg|thumb|left|I tre fratelli Montini. Da sinistra: Francesco, Giovanni Battista e [[Lodovico Montini|Lodovico]].]]
 
Giovanni Battista Montini nacque il 26 settembre [[1897]] a [[Concesio]], un piccolo paese all'imbocco della [[Val Trompia]], a nord di [[Brescia]], dove la famiglia Montini, di estrazione [[borghesia|borghese]], aveva una casa per le ferie estive. I genitori, l'[[avvocato]] [[Giorgio Montini]] e sua moglie Giuditta Alghisi (appartenente alla piccola nobiltà rurale locale), si erano sposati nel [[1895]]. Era il secondo di tre figli: i suoi fratelli furono [[Lodovico Montini|Lodovico]], nato nel [[1896]], che divenne [[avvocato]], [[deputato]] e [[senatore della Repubblica]], morto nel [[1990]], e Francesco (1900-1971), medico, nato nel [[1900]] e morto improvvisamente nel [[1971]]. Il padre, al momento della nascita del futuro pontefice, non esercitava la professione forense ma era impegnato come giornalista, dirigendo il quotidiano cattolico ''[[Il Cittadino di Brescia]]''; fu poi nominato deputato per tre legislature nel [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare Italiano]] di don [[Luigi Sturzo]]. Giorgio Montini e Giuditta Alghisi morirono entrambi nel [[1943]], a pochi mesi di distanza.
 
Venne battezzato il 30 settembre 1897, medesimo giorno in cui morì [[Teresa di Lisieux]]<ref>{{cita testopubblicazione|url=http://www.30giorni.it/articoli_id_844_l1.htm|titoloautore=Giovanni Ricciardi, ''|titolo=I papi e la piccola Teresa di Gesù Bambino'', in ''|rivista=30Giorni nella Chiesa e nel mondo''|numero= 5 (|anno=2003)}}</ref>, nella [[Chiesa di Sant'Antonino Martire (Concesio)|chiesa parrocchiale di Concesio]] (dove ancora oggi è conservato il fonte battesimale originario). I genitori gli assegnarono cinque nomi, chiamandolo Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini.
 
Nel [[1903]] venne iscritto come studente esterno (a causa della cagionevole salute) nel collegio "Cesare Arici" di [[Brescia]], retto dai padri [[Gesuiti]]. In questa medesima scuola, frequentò fino al liceo classico, partecipando attivamente ai gruppi giovanili degli oratoriani di [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Brescia)|Santa Maria della Pace]].
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=== Ordinazione sacerdotale ===
[[File:p8.jpg|thumb|left|Giovanni Battista Montini in una fotografia delnel 1919]]
[[File:MontiniMay291920.jpg|thumb|Il futuro Paolo VI il giorno dell'[[ordinazione presbiterale]]]]
[[File:Righetti.jpg|thumb|Don Giovanni Battista Montini con [[Maria De Unterrichter Jervolino|Maria De Unterrichter]] e [[Igino Righetti]]]]
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Nel novembre dello stesso anno si trasferì a [[Roma]] dove si iscrisse ai corsi di [[Diritto civile]] e di [[Diritto canonico]] alla [[Pontificia Università Gregoriana]] e a quelli di Lettere e filosofia all'Università statale oltre, su richiesta di [[Giuseppe Pizzardo]], a entrare nell'''[[Accademia dei Nobili Ecclesiastici]]''.
 
Nel [[1923]], sempre su consiglio di Pizzardo, viene avviato agli studi diplomatici presso la [[Pontificia accademia ecclesiastica]], collaborando tra gli altri con [[Francesco Borgongini Duca]], [[Alfredo Ottaviani]], [[Carlo Grano]], [[Domenico Tardini]] e [[Francis Spellman]]. Iniziò così la sua collaborazione con la Segreteria di Stato, per volere di [[papa Pio XI]], dovette perciò rinunciare all'esperienza parrocchiale che egli avrebbe voluto perseguire e che non sperimentò mai nella sua vita. Fu inviato a [[Varsavia]] per cinque mesi (giugno-ottobre 1923) come addetto alla [[nunziatura apostolica]]. Continuò a finanziare anche a distanza le opere della Biblioteca Morcelliana di Brescia, focalizzata nella promozione di una "cultura cristiana ispirata".<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://www.morcelliana.it/eng/MENU_NUOVO/OUR_HISTORY/67551.html|titolo=Our History|editore=Morcelliana|città=IT|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150403101342/http://www.morcelliana.it/eng/MENU_NUOVO/OUR_HISTORY/67551.html}}</ref>
 
=== Esperienza diplomatica in Polonia ===
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Il 1º novembre [[1954]], dopo la morte di [[Alfredo Ildefonso Schuster]], [[Papa Pio XII|Pio XII]] lo nominò [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]]. A molti questo parve un allontanamento dalla [[Curia romana]], perché improvvisamente Montini venne estromesso dalla Segreteria di Stato e assegnato all'arcidiocesi ambrosiana per precise disposizioni di papa Pacelli<ref>Tra l'altro è da notare che nemmeno nel [[Concistoro]] del [[1953]] i due sostituti alla [[Segreteria di Stato della Santa Sede|Segreteria di Stato]], Montini e [[Domenico Tardini]], erano stati nominati cardinali.</ref>.
 
Non esistono dati storicamente certi per interpretare questa decisione del Pontefice; ci fu chi parlò di “esilio” dalla Santa Sede, dando dunque una connotazione negativa alle disposizioni di papa Pacelli, però questa ipotesi non è l'unica né la più attendibile: il filosofo [[Jean Guitton]] ne parla in altri termini:, sostenendo che la nuova missione che veniva affidata a Montini doveva essere una sorta di prova per verificare la sua forza e il suo carattere pastorale.
 
Montini fu consacrato vescovo il 12 dicembre nella [[basilica di San Pietro in Vaticano]] dal cardinale [[Eugène Tisserant]], co-consacranti [[Giacinto Tredici]], vescovo di Brescia e Domenico Bernareggi, vicario capitolare di Milano. Il 6 gennaio [[1955]] [[Presa di possesso|prese possesso]] dell'arcidiocesi.
Come [[arcivescovo di Milano]] seppe risollevare le precarie sorti della Chiesa lombarda in un momento storico difficilissimo, in cui emergevano i problemi economici della ricostruzione, l'immigrazione dal sud, il diffondersi dell'[[ateismo]] e del [[marxismo]] all'interno del mondo del lavoro.
 
[[File:p17.jpg|thumb|Mons. Giovanni Battista Montini con un bambino]]
Nei primi mesi del suo episcopato a Milano, esperienza che lo formò e lo segnò profondamente, Montini mostrò grande interesse per le condizioni dei lavoratori e personalmente si preoccupò di contattare unioni e associazioni nel campo oltre a tenere conferenze e relazioni sul tema. Credendo che le chiese non fossero solo strutture architettoniche ma che necessitassero di un vero corpo dato dalle anime che le animano, iniziò la costruzione di oltre 100 nuovi luoghi di culto nella regione.<ref>Peter Hebblethwaite, ''Paul VI: The First Modern Pope.'', Paulist Press, 1993, ISBN 0-8091-0461-X, p. 266</ref>
 
A Milano disse più volte di considerarsi un liberale, chiedendo con forza ai cattolici di non amare unicamente quanti abbracciavano la loro fede, ma anche gli scismatici, i protestanti, gli anglicani, gli indifferenti, i musulmani, i pagani, gli atei.<ref>Peter Hebblethwaite, ''Paul VI: The First Modern Pope.'', Paulist Press, 1993, ISBN 0-8091-0461-X, p.273</ref> Intraprese a questo scopo delle relazioni amichevoli con un gruppo di chierici anglicani in visita alla cattedrale milanese nel [[1957]] e continuò poi una fitta corrispondenza con [[Geoffrey Francis Fisher]], [[arcivescovo di Canterbury]]<ref>Peter Hebblethwaite, ''Paul VI: The First Modern Pope.'', Paulist Press, 1993, ISBN 0-8091-0461-X, pp. 714-715</ref>.
 
[[File:Cardenal Montini.jpg|thumb|left|L'arcivescovo Montini in [[Piazza del Duomo (Milano)|Piazza del Duomo]] a [[Milano]]]]
Durante il periodo di reggenza della cattedra episcopale milanese, Montini divenne noto come uno dei membri più progressisti della gerarchia cattolica. L'arcivescovo intraprese nuovi metodi per la cura pastorale che a sua detta erano necessari per un'accurata riforma. Utilizzò la propria autorità per assicurarsi che le riforme liturgiche volute da [[Papa Pio XII|Pio XII]] fossero portate a compimento anche a livello locale anche attraverso mezzi di comunicazione nuovi per l'epoca: grandi manifesti affissi per le vie di Milano e provincia annunciarono la cosiddetta "Grande missione di Milano": 1 000 voci avrebbero parlato al popolo dal 10 al 24 novembre 1957, coinvolgendo così circa 300 religiosi, 83 preti, 18 vescovi, oltre a diversi cardinali e laici che tennero circa 7 000 omelie durante quel periodo in 302 sedi di predicazione:; non solo nelle chiese, ma anche in fabbriche, case, cortili, scuole, uffici, caserme, ospedali, alberghi e altri luoghi pubblici<ref>Peter Hebblethwaite, ''Paul VI: The First Modern Pope.'', Paulist Press, 1993, ISBN 0-8091-0461-X, p. 275</ref><ref>{{cita testoweb|url=http://www.osservatoreromano.va/it/news/montini-vescovo-milano|titoloautore=Giselda Adornato, ''|titolo=Incendio in diocesi'' sul |sito de ''=L'osservatoreOsservatore romano''Romano}}</ref>. Fra le sedi di predicazione meno scontate c'erano la [[Teatro alla Scala|Scala]], la [[Borsa di Milano|Borsa]], il [[Rotary Club|Rotary]] e il Circolo della Stampa<ref>{{cita testoweb|url=https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/ricordando-la-missione-di-milano-1957-una-metropoli-in-cammino-con-il-suo-arcivescovo-92643.html|titoloautore=Antonio Airò, ''|titolo=Ricordando la Missione di Milano 1957''}}</ref>. Come predicatori l'arcivescovo aveva chiamato anche sacerdoti all'epoca discussi, da [[don Primo Mazzolari]] a [[Divo Barsotti|don Divo Barsotti]], da [[David Maria Turoldo|padre Turoldo]] a [[Ernesto Balducci|padre Balducci]], da [[Nazareno Fabbretti|padre Fabbretti]] a [[Giulio Bevilacqua|padre Bevilacqua]] e [[Camillo De Piaz|padre De Piaz]]<ref name=Giannoni>Roberto Giannoni, ''Un "amabile contraddittore"'' in ''La riviera ligure'', maggio-dicembre 2006</ref>.
 
L'obiettivo era quello di reintrodurre la fede in una città che a causa di molti eventi e del relativismo moderno aveva perso il senso della religione. L'arcivescovo disse a tal proposito "Se solo noi potessimo dire Padre Nostro sapendo cosa significhi, noi capiremmo dunque la fede cristiana."<ref>Peter Hebblethwaite, ''Paul VI: The First Modern Pope.'', Paulist Press, 1993, ISBN 0-8091-0461-X, p. 276</ref>
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[[File:Montini 1959.jpg|thumb|Il cardinale Montini parla ai fedeli riuniti nella [[chiesa di San Carlo al Lazzaretto]], a Milano, il 6 novembre 1959]]
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Milano, 1962) - BEIC 6356260 (retouched).tif|thumb|Montini all'inaugurazione della nuova sede della [[Riunione Adriatica di Sicurtà|RAS]], Milano, 1962. Foto di [[Paolo Monti]]]]
Dopo la morte di [[Papa Pio XII|Pio XII]], il [[conclave]] elesse papa, il 28 ottobre [[1958]], l'anziano [[Patriarcato di Venezia|patriarca di Venezia]] [[papa Giovanni XXIII|Angelo Giuseppe Roncalli]], il quale aveva grande stima di Montini (fra i due vi era una consolidata amicizia fin dal [[1925]]), tanto che lo inviò in molte parti del mondo a rappresentare il papa. Quando ancora era a Venezia, Roncalli scherzava con i familiari, dicendo: "Ora resterebbe solo il papato, ma il prossimo papa sarà l'arcivescovo di Milano", segno della stima che provava per Montini e del fatto che si aspettava che Pio XII lo nominasse cardinale; papa Pacelli, tuttavia, morì prima. Alla vigilia del conclave che lo avrebbe eletto, Roncalli disse al suo segretario [[Loris Francesco Capovilla]]: "Se ci fosse stato Montini, non avrei avuto una sola esitazione, il mio voto sarebbe stato per lui"<ref>{{cita testonews|url=http://www.repubblica.it/esteri/2014/10/17/news/paolo_vi_domenica_beato_un_papa_giusto_che_meditava_e_poi_decideva_senza_tornare_indietro-98369973/|titolo=Paolo VI beato: "Un Papa giusto, che meditava e decideva senza tornare indietro" -|sito= Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>.
 
Montini fu il primo [[cardinale]] creato da [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], nel Concistoro del 15 dicembre [[1958]]. Avevano avuto stretti rapporti di collaborazione quando erano entrambi arcivescovi, come testimonia una lettera inviata da Roncalli a Montini nel giorno della sua consacrazione episcopale:
{{Citazione|Compiremo insieme il ''sacramentum voluntatis Christi'' di [[san Paolo]] ({{passo biblico|Ef|1,9-10}}). Esso impone l'adorazione della croce, ma ci riserba, accanto ad essa, una sorgente di ineffabili consolazioni anche per quaggiù, finché ci durerà la vita e il mandato pastorale. Cara e venerata Eccellenza, non so dire di più. Ma ciò che manca ad un più diffuso eloquio, Ella me lo legga nel cuore|Lettera di Roncalli a Montini, 12 dicembre [[1954]]}}
 
Come cardinale, Montini viaggiò in Africa (1962), dove visitò il [[Ghana]], il [[Sudan]], il [[Kenya]], il [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]], la [[Rhodesia]], il [[Sudafrica]] e la [[Nigeria]]. Di ritorno da questa esperienza, Giovanni XXIII gli diede udienza privata per fargli rendere conto di quanto visto, con un dialogo che durò diverse ore. Nel 1960 viaggiò in [[Brasile]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (toccando tappe importanti come [[New York]], [[Washington]], [[Chicago]], l'[[Università di Notre Dame]] in Indiana, [[Boston]], [[Filadelfia]] e [[Baltimora]]). Durante questo periodo prese per abitudine anche di trascorrere le vacanze nell'[[Abbazia di Engelberg]], uno sperduto monastero benedettino in [[Svizzera]].<ref>Andrea Lazzarini, ''Paolo VI, Profilo di Montini'', Casa Editrice Herder, cit. in ''Papst Paul VI'', Freiburg, ed. Herder, 1964, ppp. 90-92</ref><ref>{{cita libro | nome= Cristina| cognome= Siccardi| titolo= Paolo VI. Il papa della luce| anno= 2014| editore= Paoline Editoriale Libri| città= |pp= 15-18}}</ref>
 
Il breve ma intenso pontificato di [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]] vide Montini attivamente coinvolto, soprattutto come membro della commissione preparatoria del [[Concilio Vaticano II]], aperto con una solenne celebrazione l'11 ottobre [[1962]]. Il Concilio però si interruppe il 3 giugno [[1963]] per la morte di papa Roncalli, malato da qualche mese.
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''Di rosso, al monte di sei cime uscente dalla punta, sormontato da tre gigli disposti uno e due, il tutto d'argento''
}}
[[File:Paulus VI crowned by cardinal Ottaviani.jpg|thumb|left|30 giugno [[1963]]: il cardinale [[Alfredo Ottaviani]] incorona Sommo Pontefice Paolo VI. Foto di [[Francesco Giordani (fotografo)|Francesco Giordani]]]]
[[File:Second Vatican Council by Lothar Wolleh 001.jpg|thumb|Paolo VI al [[Concilio Vaticano II]]. Foto di [[Lothar Wolleh]]]]
[[File:Pope Paul VI portrait.jpg|thumb|left|Fotografia ufficiale di Paolo VI (1963)]]
[[File:Second Vatican Council by Lothar Wolleh 001.jpg|thumb|Paolo VI al [[Concilio Vaticano II]]]]
[[File:Basilica National Shrine Immaculate Conception DC 25.JPG|miniatura|La tiara dell'incoronazione di Paolo VI, ora a [[Washington]] nella [[Basilica del santuario nazionale dell'Immacolata Concezione|basilica dell'Immacolata Concezione]]]]
Dopo il decesso di papa Giovanni XXIII, Montini era visto fin dall'inizio come il suo più probabile successore per via dei suoi stretti legami con i due papi predecessori, per il suo retroterra nell'attività pastorale e amministrativa e per la sua cultura e determinazione.<ref>Eamon Duffy, ''Saints and Sinners, A History of the Popes'', Yale University Press, 1997, p. 275.</ref> Giovanni XXIII, che era giunto al Vaticano all'età di 76 anni, si era sentito sempre fuori posto negli ambienti professionali della [[Curia romana]] del tempo; il sessantacinquenne Montini, al contrario, conosceva bene i lavori interni all'amministrazione della curia stessa, avendovi preso parte.
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Quando la fumata bianca emerse dal camino della Cappella Sistina alle 11:22, il cardinale [[Alfredo Ottaviani]], nel ruolo di [[Cardinale protodiacono|Protodiacono]], annunciò l'elezione di Montini. Il nuovo papa apparve alla loggia centrale della [[Basilica di San Pietro]], impartendo la tradizionale benedizione ''[[Urbi et Orbi]]''. L'incoronazione si svolse in [[piazza San Pietro]] la sera di domenica 30 giugno.
 
Due giorni dopo la sua elezione, ricevette la visita di [[John Fitzgerald Kennedy]]<ref name=":0">{{cita webnews|url=http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/14_ottobre_15/paolo-vi-diventa-beato-62e88970-5467-11e4-ac5b-a95e1580fe8e.shtml?fromArticle=true|titolo=Paolo VI beato}}</ref>, il primo presidente cattolico degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], che stava effettuando un viaggio nelle capitali europee, occasione in cui svolse anche la famosa visita a [[Berlino]]. Il colloquio nella biblioteca privata tra il neoeletto pontefice e il presidente Kennedy durò quasi quaranta minuti e si svolse interamente in inglese, rendendo non necessario l'ausilio di alcun interprete<ref name=":0" />.
 
Paolo VI incontrò subito i sacerdoti della sua nuova diocesi. Egli spiegò loro come a Milano egli avesse iniziato il dialogo con il mondo moderno e chiese loro di prendere contatto con tutte le persone che avessero incontrato nella loro vita. Sei giorni dopo la sua elezione egli annunciò per questo scopo la riapertura del concilio, prevista già per il 29 settembre 1963. In un messaggio radio al mondo, Paolo VI richiamò alcune delle virtù dei suoi predecessori, la forza di [[Papa Pio XI|Pio XI]], la saggezza e l'intelligenza di [[Papa Pio XII|Pio XII]] nonché l'amore di [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]]. Tra i suoi obiettivi per dialogare con il mondo pose anche la riforma del [[diritto canonico]] e il miglioramento della pace sociale e della giustizia nel mondo. L'unità della cristianità fu uno dei suoi principali impegni come pontefice.
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In occasione di questa visita Montini abbracciò il patriarca ortodosso di Costantinopoli [[Atenagora di Costantinopoli|Atenagora I]], recatosi anch'egli in Palestina appositamente per questo incontro.
 
Il colloquio<ref>Alle 21:30 del 5 gennaio 1964 nella Delegazione apostolica di Gerusalemme ha luogo il primo incontro con il patriarca di Costantinopoli. Il colloquio avrebbe dovuto essere riservato, ma fu ripreso e registrato dai microfoni della Rai che per un disguido non furono spenti. Cfr. {{cita testonews|url=http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/19/fuorionda-con-il-patriarca/|titolo=Fuorionda con il patriarca}}</ref> portò a un riavvicinamento tra le due Chiese [[Grande Scisma|scismatiche]], suggellato con la [[Dichiarazione comune cattolico-ortodossa del 1965]].
 
=== Completamento del Concilio Vaticano II ===
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Paolo VI rivoluzionò le elezioni papali e stabilì che a 80 anni i cardinali perdessero il diritto di voto nei conclavi.
 
Nell'''Ecclesiae Sanctae'', il suo ''[[motu proprio]]'' del 6 agosto 1966, invitò tutti i vescovi a considerare la possibilità del pensionamento dopo il compimento del settantacinquesimo anno di età.<ref>{{Cita web|cognome=Montini|nome=Giovanni Battista Enrico Antonio Maria|url=http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/motu_proprio/documents/hf_p-vi_motu-proprio_19660806_ecclesiae-sanctae.htmll|tipo=Lettera Apostolica letter|titolo=Ecclesiae Sanctae |città=Roma|data=15 giugno 1966|edizione=motu proprio|accesso=12 settembre 2010}}</ref> Questa richiesta venne estesa anche a tutti i cardinali della Chiesa cattolica il 21 novembre 1970. Con queste due stipulazioni il papa assicurò un continuo ricambio generazionale di vescovi e cardinali e perseguì una maggiore internazionalizzazione della curia romana, sfruttando i posti rimasti vacanti da coloro che erano costretti a ritirarsi per raggiunti limiti di età.
 
Paolo VI conosceva bene la curia romana, avendovi lavorato dal 1922 al 1954. Egli decise dunque di condurre le proprie riforme passo dopo passo, anziché di getto. Il 1º marzo 1968, promosse una regolamentazione della curia, processo già iniziato da Pio XII e continuato da Giovanni XXIII. Il 28 marzo, con la ''Pontificalis Domus'', e con altre costituzioni apostoliche negli anni successivi, rinnovò l'intera curia, riducendo la burocrazia.<ref>{{Cita libro|titolo=Annuario Pontificio|titolotradotto=Pontifical annuary|anno=2005|capitolo= Note Storiche|pp=1820 ffsgg.}}</ref>
 
Nel 1968, col [[motu proprio]] ''[[Pontificalis Domus]]'', abolì molte delle vecchie funzioni della nobiltà romana alla corte papale, con l'eccezione dei ruoli dei [[Principe assistente al Soglio pontificio|principi assistenti al Soglio pontificio]]. Abolì inoltre la [[Guardia Palatina]] e la [[Guardia nobile]]: la [[Guardia Svizzera]] restò l'unico corpo militare in Vaticano.
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{{Vedi anche|Riforma liturgica del rito romano#La riforma del Concilio Vaticano II}}
 
La [[Riforma liturgica del rito romano|riforma della liturgia]] nel corso del XX secolo era stata uno dei punti cardine fortemente voluti già da Pio XII nella sua enciclica ''[[Mediator Dei]]''. Nel 1951 e nel 1955, i riti della [[Settimana santa]] erano stati sottoposti a revisione. Durante il pontificato di Pio XII, fu permesso l'uso della lingua volgare nei battesimi, nei funerali e in altri eventi. Il Concilio Vaticano II, non apportò modifiche al [[Messale Romano]], ma nella costituzione ''[[Sacrosanctum Concilium]]'' richiese una «riforma generale»<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html|titolo=''Sacrosanctum Concilium''|postscript=nessuno}}, 21</ref>.
 
[[File:Paolo VI con il medico Alfeo Rettore.jpg|thumb|Paolo VI celebra la messa in occasione della giornata missionaria mondiale nel 1971]]
Nella suddetta costituzione, i padri tracciarono i principi generali della riforma: in essa si chiedeva che fossero tolte le duplicazioni presenti nei riti, fosse introdotto un numero maggiore di brani scritturali e una qualche forma di "preghiera dei fedeli",<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html|titolo=''Sacrosanctum Concilium''|postscript=nessuno}}}, 53</ref> Si chiedeva: "L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini. Dato però che, sia nella messa che nell'amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non di rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti". E si affidava "alla competente autorità ecclesiastica territoriale" (la [[conferenza episcopale]]) la decisione "circa l'ammissione e l'estensione della lingua nazionale".<ref>{{cita testo|url=https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_fr.html|titolo=''Sacrosanctum Concilium''|postscript=nessuno}}}, 36</ref> Riguardo alla musica liturgica, si dichiarò: "La Chiesa riconosce il [[canto gregoriano]] come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la [[polifonia]], non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell'azione liturgica, a norma dell'art. 30" (articolo che riguarda la partecipazione attiva dei fedeli).<ref>{{cita testo|url=http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html|titolo=''Sacrosanctum Concilium''|postscript=nessuno}}}, 116</ref>
 
La notte di [[Natale]] del [[1968]] Paolo VI si recò a [[Taranto]] e celebrò la messa di mezzanotte nelle [[Acciaierie di Taranto|acciaierie dell'Italsider]]: fu la prima volta che la messa di Natale venne celebrata in un impianto industriale (evento documentato dal breve filmato di [[Franco Morabito]] intitolato ''[[L'acciaio di Natale]]''<ref>Ritrasmesso da [[Blob (programma televisivo)|Blob]] il 25 dicembre 2012</ref>). Con questo gesto il pontefice volle rilanciare l'amicizia tra Chiesa e mondo del lavoro in tempi difficili.
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Il 27 novembre [[1970]], nel corso del viaggio nel [[Sud-est asiatico]], appena atterrato all'aeroporto di [[Manila]], capitale delle [[Filippine]], il pontefice fu vittima di un attentato da parte del pittore [[bolivia]]no [[Benjamín Mendoza y Amor Flores]], il quale si scagliò contro Paolo VI brandendo un [[kriss]] e riuscì a ferirlo al costato, per poi essere bloccato dal pronto intervento del segretario personale [[Pasquale Macchi]], che evitò il peggio<ref>{{cita testo|url=http://www.chiesadimilano.it/arcivescovo/vescovi-precedenti/giovanni-battista-montini-1954-1963/paolo-vi-e-la-sua-citt-1.10612|titolo=Intervista a Pasquale Macchi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150416134619/http://www.chiesadimilano.it/arcivescovo/vescovi-precedenti/giovanni-battista-montini-1954-1963/paolo-vi-e-la-sua-citt-1.10612 }}</ref>.
 
LaLe magliettadue insanguinatamagliette indossatainsanguinate indossate dal Papa al momento dell'attentato èsono conservataconservate in undue reliquiarioreliquiari realizzatorealizzati dalla scuola di arte sacra [[Beato Angelico]] di [[Milano]] e sono state donate una all'[[arcidiocesi di Milano]] e l'altra a quella di [[Diocesi di Brescia|Brescia]], la quale è stata esposta durante la cerimonia della sua beatificazione<ref>{{cita web|url=http://www.diocesi.brescia.it/diocesi/varie/documenti/reliquiari_beato_paolo_vi.pdf|titolo=Reliquiari del Beato Paolo VI|accesso=19 ottobre 2014|dataarchivio=6 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150606121551/http://www.diocesi.brescia.it/diocesi/varie/documenti/reliquiari_beato_paolo_vi.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ed è stata esposta durante la cerimonia della sua beatificazione<ref>{{cita web|url=http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/paolo-vi-paul-vi-pablo-vi-36988/|titolo=Vatican Insider 14 ottobre 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/14_ottobre_17/beatificazione-paolo-vi-esposta-come-reliquia-sua-maglia-insanguinata-84a6a616-55f0-11e4-8d72-a992ad018e37.shtml|titolo=Beatificazione Paolo VI: esposta come reliquia una sua maglia insanguinata}}</ref>.
 
Nella [[cattedrale]] di [[Manila]] è conservata la croce astile (opera dello scultore [[Felice Mina]]) dono di Sua Santità in segno di riconoscimento.
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Paolo VI fu il papa che rimosse la maggior parte degli ornamenti che contraddistinguevano lo splendore di cui nei secoli si era rivestito il soglio pontificio. Nel 1975 con la costituzione apostolica ''[[Romano Pontifici Eligendo]]'', in occasione dell'inaugurazione del ministero petrino, semplificò e modificò sostanzialmente il protocollo dell'incoronazione papale. Il suo successore, [[Giovanni Paolo I]], la abolì del tutto in favore della [[messa di inizio del pontificato]]. Montini fu quindi l'ultimo papa a essere [[Tiara|incoronato]] di fronte ai fedeli.
 
Il 29 dicembre 1975 la [[Congregazione per la dottrina della fede]], con il documento della ''Persona Humana'', dichiarava contrarie all'etica della fede l'omosessualità e altre pratiche sessuali.<ref>{{cita testo|url=https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_it.html|titolo= ''Persona Humana. Alcune questioni di etica sessuale''}}</ref>. Tale atto suscitò la protesta dello scrittore francese [[Roger Peyrefitte]], cristiano ma apertamente [[Omosessualità|omosessuale]] ed autore del libro ''[[Le amicizie particolari (romanzo)|Le amicizie particolari]]''<ref>{{cita testo|url=http://www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=314|titolo=È morto il papa dei gay}}, di Giovanbattista Brambilla, da "Pride", n.18, dicembre 2000</ref>. In un articolo al settimanale ''[[Tempo (periodico)|Tempo]]'', Peyrefitte tacciò il Papa di ipocrisia, affermando che - in base ad informazioni riservate ottenute da persone dell'alta nobiltà italiana - Paolo VI alla fine degli anni cinquanta, quando era ancora arcivescovo di Milano, avrebbe avuto una relazione omosessuale con un giovane attore cinematografico<ref>Roger Peyrefitte, ''Mea culpa? Ma fatemi il santo piacere'', in: ''Tempo'', 4 aprile 1976</ref>. Durante l'Angelus della Domenica delle Palme del 4 aprile 1976, Paolo VI smentì pubblicamente tali accuse, denunciando ''"Le cose calunniose e orribili che sono state dette sulla Nostra santa persona..."''. In tutto il mondo furono organizzate veglie di preghiera per il Papa<ref>''Il Papa commosso parla ai fedeli degli attacchi alla sua persona'', in: ''Corriere della Sera'', 5 aprile 1976, p. 2</ref><ref>Paolo Pucci, ''Paolo VI ha respinto «l'ignobile calunnia»'', in: ''La Stampa'', 5 aprile 1976, p. 1</ref>. In seguito il giornalista Paul Hofmann, corrispondente a Roma del ''[[New York Times]]'', riprese le dichiarazioni di Peyrefitte e aggiunse che l'amante del Papa sarebbe stato l'attore [[Paolo Carlini]]<ref>Paul Hoffman, ''Oh Vatican! A Slightly Wicked View Of The Holy See'', New York, Congdon & Weed, 1984, p. 151</ref>.
 
Il 17 settembre [[1977]] Paolo VI si recò nella città di [[Pescara]] in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale. Fu una delle sue ultime visite fuori dal territorio romano, ma rimase impressa nel ricordo dei presenti per un curioso avvenimento. In un'intervista<ref>{{cita testo|url=http://www.diocesipescara.it/uffici/comunicazionisociali/il-congresso-eucaristico-nel-ricordo-di-mons-iannucci|titolo=Intervista|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111210135123/http://www.diocesipescara.it/uffici/comunicazionisociali/il-congresso-eucaristico-nel-ricordo-di-mons-iannucci }}</ref> rilasciata in occasione del XXX anniversario di quell'evento, mons. [[Antonio Iannucci]], allora titolare dell'[[arcidiocesi di Pescara-Penne]], così ricorda l'arrivo del Pontefice sul luogo previsto per le Celebrazioni Eucaristiche (la grande Rotonda in riva al mare): {{Citazione|“Appena Pietro salì sulla barca il vento cessò” - racconta il Vangelo - e così avvenne anche a Pescara. Fino a qualche istante prima il cielo era piovoso, ma con l'arrivo del Papa alla Rotonda la pioggia cessò e apparve un meraviglioso arcobaleno.}}
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[[File:macchi montini.jpg|thumb|Paolo VI all'uscita dall'[[udienza generale]] del 29 giugno [[1978]], un mese prima della morte]]
 
La salma di Moro fu portata dalla famiglia a [[Torrita Tiberina]] per un funerale riservatissimo, ma il 13 maggio, nella [[Basilica di San Giovanni in Laterano]], alla presenza di tutte le autorità politiche, si celebrò un rito funebre in suffragio dell'onorevole, al quale prese parte anche il Pontefice. Ci fu chi eccepì, soprattutto nella [[Curia romana|Curia]], che la partecipazione di un papa a una messa esequiale privata, soprattutto se di un uomo politico, non rientrasse nella tradizione (fu citato, in proposito, il caso di [[papa Alessandro VI]], che non partecipò nemmeno ai funerali del figlio [[Giovanni Borgia, II duca di Gandia|Giovanni]]), ma Paolo VI non mostrò interesse verso queste critiche; provato dall'evento, recitò un'[[Omelia funebre per Aldo Moro|omelia]] ritenuta da alcuni una delle più alte nell'[[omiletica]] della Chiesa moderna<ref>[[Miguel Gotor]], {{cita testotreccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/9-maggio-1978-lo-schiaffo-a-paolo-vi-storia-e-fallimento-della-mediazione-vaticana-per-la-liberazione-di-aldo-moro_%28Cristiani-d%27Italia%29/|titolo=''9 maggio 1978: lo schiaffo a Paolo VI. Storia e fallimento della mediazione vaticana per la liberazione''}}, in: ''Cristiani d'Italia'' (2011) |autore=[[IstitutoMiguel dell'Enciclopedia italiana TreccaniGotor]]}}</ref>. Questa omelia inizia con un profondo rammarico, ma prosegue affidandosi nuovamente alla misericordia del Padre:
{{Citazione|Ed ora le nostre labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata all'ingresso del [[Santo Sepolcro|sepolcro di Cristo]], vogliono aprirsi per esprimere il "''[[Salmo 130|De profundis]]''", il grido, il pianto dell'ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce. Signore, ascoltaci! E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla fede nel Cristo, che è la [[risurrezione]] e la vita. Per lui, per lui. Signore, ascoltaci!}}
 
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Serrato tra i pontefici delle masse, come il suo predecessore e [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], Paolo VI si distinse per il suo comportamento pacato e signorile e fu più preoccupato della riflessione, della formazione e del dialogo culturale che dei gesti semplificati e d'effetto imposti o suggeriti dalla società di massa.
[[File:Paolo VI Balduina.jpg|thumb|Papa Paolo VI visita il quartiere [[Balduina]] di [[Roma]]]]
 
Dovette comunque attuare e ampliare le innovazioni cominciate da Roncalli, incontrando gravi difficoltà. Pesò in questo, oltre all'indole stessa del papa, anche la sua intrinseca tendenza alla moderazione, al dialogo e all'equidistanza, che lo portò a essere talvolta poco gradito alle diverse tendenze culturali, politiche e teologiche.
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{{Citazione|la sua eredità spirituale continua ad arricchire la Chiesa e può alimentare le coscienze degli uomini d'oggi tanto bisognose di "parole di vita eterna".}}
 
Questo importante centro è al giorno d'oggi la sede principale, a livello mondiale, per lo studio della vita, degli anni e delle opere di Paolo VI, con una biblioteca specializzata (in costante aggiornamento) e un vastissimo archivio di autografi paolini editi e inediti, donati in maggior parte da mons. [[Pasquale Macchi]], ex segretario personale di Paolo VI e suo esecutore testamentario<ref>{{cita testoweb|url=http://www.istitutopaolovi.it/|titolo=Sito istituzionale dell'Istituto Paolo VI}}</ref>.
 
Inoltre l'Istituto promuove colloqui e giornate di studio e cura la traduzione delle opere montiniane in diverse lingue. Nel [[2009]] l'Istituto ha trasferito la propria sede da Brescia a Concesio. Dopo la scomparsa di [[Giuseppe Camadini]], attuale Presidente dell'Istituto è don [[Angelo Maffeis]]<ref>{{cita testo|url=http://www.istitutopaolovi.it/notizia-istituto-paolo-vi.asp?idi=21|titolo=Nuove nomine del Centro Studi dell'Istituto Paolo VI (29 settembre 2012)|accesso=13 ottobre 2012|dataarchivio=16 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150416123442/http://www.istitutopaolovi.it/notizia-istituto-paolo-vi.asp?idi=21|urlmorto=sì}}</ref>. La casa editrice ufficiale dell'Istituto è la romana [[Edizioni Studium|Studium]].
 
== Paolo VI nel ricordo dei suoi successori ==
I primi tre immediati successori di Paolo VI furono da lui stesso elevati al rango cardinalizio: [[Albino Luciani]] (5 marzo [[1973]]), [[Karol Wojtyła]] (26 giugno [[1967]]) e [[Joseph Ratzinger]] (27 giugno [[1977]]).
[[File:Albino Luciani, 1973 (2).jpg|thumb|Paolo VI impone la [[Berretta#La berretta cardinalizia|berretta cardinalizia]] ad [[Albino Luciani]]]]
Con queste parole hanno ricordato l'illustre predecessore:
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== Processo di canonizzazione e culto ==
[[File:Statua papa Paolo VI chiostro Grazie Brescia 2010.jpg|thumb|left|Statua di Paolo VI nel chiostro del [[Santuario della Madonna delle Grazie (Brescia)|Santuario della Madonna delle Grazie]] di [[Brescia]], dove don Giovanni Battista Montini celebrò la sua prima messa il 30 maggio 1920]]
[[File:Basilica di Santa Maria Grazie facciata Brescia.jpg|miniatura|Facciata della [[Basilica di Santa Maria delle Grazie (Brescia)|basilica]] accanto al santuario della Madonna delle Grazie]]
Per volere di [[papa Giovanni Paolo II]], l'11 maggio [[1993]] il [[cardinale]] [[Camillo Ruini]], allora [[Cardinale vicario|vicario per la città di Roma]], aprì il processo diocesano per la causa di [[beatificazione]] di Paolo VI, dichiarandolo quindi [[servo di Dio]].
 
Il 10 dicembre [[2012]] la consulta della [[Congregazione delle cause dei santi|Congregazione delle Cause dei Santi]] espresse formalmente il suo parere favorevole al proseguimento della causa. Il 20 dicembre [[2012]] [[papa Benedetto XVI]], ricevendo in udienza privata il cardinale [[Angelo Amato]], [[Società salesiana di San Giovanni Bosco|S.D.B.]], prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzò la medesima congregazione a promulgare il decreto riguardante le sue virtù eroiche, e così Paolo VI assunse il titolo di [[venerabile]].<ref>{{cita testoweb|url=http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30226.php?index=30226&lang=it|titolo=Promulgazione di decreti della Congregazione delle Cause dei Santi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130131125326/http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30226.php?index=30226&lang=it }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/paolo_vi_venerabile.html |titolo=Riconosciute le virtù eroiche di Paolo VI |accesso=29 dicembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130816055434/http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/paolo_vi_venerabile.html |urlmorto=sì }}</ref>
 
Successivamente furono vagliate alcune guarigioni attribuite alla sua intercessione, per giungere al riconoscimento del [[miracolo]] che gli avrebbe consentito di essere proclamato [[beato]]. La sede diocesana della causa di beatificazione si trovava presso il [[Santuario di Santa Maria delle Grazie (Brescia)|santuario di Santa Maria delle Grazie]] a [[Brescia]].<ref>{{Cita web |url=http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/sedediocesana.html |titolo=Diocesi Brescia. Lettera del Vescovo: Il Santuario delle Grazie Sede diocesana della Causa di beatificazione del Servo di Dio Papa Paolo VI |accesso=29 dicembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121107151030/http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/sedediocesana.html |urlmorto=sì }}</ref> Come postulatore e referente fu scelto il padre [[Congregazione del Santissimo Redentore|redentorista]] Antonio Marrazzo.<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/intervista%20postulatore.html|titolo=Intervista a Padre Antonio Marrazzo|accesso=29 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121107150927/http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/intervista%20postulatore.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web | autore = Iacopo Scaramuzzi | url = https://www.lastampa.it/vatican-insider-it/2018/10/02/news/paolo-vi-il-postulatore-era-pronto-a-sostituirsi-ad-aldo-moro-per-salvarlo-1.34049573 | titolo = Paolo VI, il postulatore: "Era pronto a sostituirsi ad Aldo Moro per salvarlo" | data = 2 luglio 2019 | rivista = [[La Stampa]] | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191120154806/https://www.lastampa.it/vatican-insider-it/2018/10/02/news/paolo-vi-il-postulatore-era-pronto-a-sostituirsi-ad-aldo-moro-per-salvarlo-1.34049573 | dataarchivio = 20 novembre 2019 | urlmorto = sì | accesso = 20 novembre 2019 }}</ref>
 
Il 6 maggio [[2014]] fu diffusa la notizia dell'imminente beatificazione, essendo stato attribuito a papa Montini il miracolo della guarigione, scientificamente inspiegabile, avvenuta negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 2001, di un [[feto]] al quinto mese di gravidanza, in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell'addome e l'assenza di liquido nel [[sacco amniotico]]. I medici consigliarono l'interruzione della gravidanza, sostenendo il rischio di morte del piccolo o di gravissime malformazioni future, ma la madre rifiutò e si rivolse in preghiera all'intercessione di Montini. Il parto avvenne tre mesi dopo con [[taglio cesareo]] ed il neonato, contrariamente a qualsiasi previsione, risultò essere in buone condizioni.<ref>{{cita testonews|url=http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/06/news/paolo_vi_sar_beato_riconosciuto_il_suo_miracolo-85377221/|titolo=Paolo VI sarà beato, riconosciuto il suo miracolo}}</ref> [[File:Beatification of Paul VI.jpg|thumb|Arazzo di Paolo VI esposto sulla facciata della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]] in occasione della beatificazione]]Paolo VI fu beatificato il 19 ottobre [[2014]] da [[papa Francesco]], in una celebrazione tenutasi in [[piazza San Pietro]] a conclusione del [[Sinodo dei vescovi|sinodo]] straordinario dei vescovi sulla famiglia.<ref name="Promulgazione Decreti Congregazione Cause Santi" /> Inizialmente fu stabilito come data della sua ricorrenza il 26 settembre, giorno della sua nascita.
[[File:Ceremonia de Canonización de Monseñor Romero. (44398703435).jpg|sinistra|miniatura|Un momento della canonizzazione (14 ottobre 2018)]]
Il 6 marzo [[2018]], [[papa Francesco]] riconobbe un secondo miracolo<ref>{{cita webnews|url=https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/amanda-la-miracolata-da-paolo-vi-santo|titolo=Il miracolo. Amanda, la bambina che ha reso santo Paolo VI|accesso=15 ottobre 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=https://it.aleteia.org/2018/08/24/massimo-gandolfini-medico-che-ha-studiato-miracolo-paolo-vi/|titolo=DaLe parole del medico che ha studiato il miracolo di Paolo VI|sito=Aleteia}}</ref> avvenuto per intercessione di Paolo VI, anche questa volta riguardante un feto: Vanna Pironato, infermiera quarantenne dell'ospedale di [[Legnago]], e il marito Alberto Tagliaferro erano in attesa della nascita della loro figlia, che avevano deciso di chiamare Amanda, fino a quando un errore commesso durante un esame di [[villocentesi]] causò, alla tredicesima settimana di gestazione, la rottura delle membrane e la totale fuoriuscita del [[liquido amniotico]]<ref>{{cita web|url=http://www.famigliacristiana.it/articolo/paolo-vi-santo-grazie-ad-amanda.aspx|titolo=Paolo VI sarà santo grazie a una bimba che rischiava di non nascere|accesso=18 ottobre 2018}}</ref>. I medici raccomandarono l'aborto terapeutico, sostenendo che non ci sarebbero state speranze per la piccola, ma i genitori rifiutarono, invocando invece l'intercessione del beato Montini. Il 25 dicembre 2014 Amanda Tagliaferro nacque viva e perfettamente formata, fatto che venne giudicato inspiegabile dal punto di vista clinico.
Nel [[concistoro]] ordinario pubblico del 19 maggio [[2018]] papa Francesco comunicò la data della canonizzazione,<ref>{{cita testoweb|url=https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/paolo-vi-santo-il-14-ottobre-220071.html|titolo=Paolo VI Santo il 14 ottobre.}}</ref> la quale fu celebrata in piazza San Pietro il 14 ottobre [[2018]]. In quel giorno, con papa Montini, furono proclamati altri sei nuovi santi: [[Óscar Romero|Óscar Arnulfo Romero]], [[Nazaria Ignacia March Mesa|Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù]], [[Francesco Spinelli]], [[Vincenzo Romano (santo)|Vincenzo Romano]], [[Katharina Kasper]] e [[Nunzio Sulprizio]]. Papa Bergoglio indossò per la cerimonia il [[Pallio (paramento liturgico)|pallio]] e la [[Ferula (religione)|ferula]] di Paolo VI, con il [[Cingolo (paramento liturgico)|cingolo]] macchiato del sangue di Oscar Romero.<ref>{{cita web | url = https://www.repubblica.it/vaticano/2018/10/14/news/vaticano_il_papa_nomina_santi_paolo_vi_e_monsignor_romero_attesi_settatamila_fedeli-208902083/? | autore = Paolo Rodari | titolo = Vaticano, il Papa proclama santi Paolo VI e monsignor Romero: settantamila fedeli presenti in piazza San Pietro | sito = ricerca.repubblica.it | data = 14 ottobre 2018 | urlarchivio = https://archive.is/20190111134219/https://www.repubblica.it/vaticano/2018/10/14/news/vaticano_il_papa_nomina_santi_paolo_vi_e_monsignor_romero_attesi_settatamila_fedeli-208902083/ | urlmorto = no | accesso = 14 febbraio 2019 }}, con {{cita testo|url=https://roma.repubblica.it/cronaca/2018/10/14/foto/piazza_san_pietro_gremita_di_pellegrini_per_la_canonizzazione_di_paolo_vi_e_romero-208920196/1/?ref=search|titolo=foto della Messa|accesso=14 febbraio 2019|dataarchivio=14 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190214114005/https://roma.repubblica.it/cronaca/2018/10/14/foto/piazza_san_pietro_gremita_di_pellegrini_per_la_canonizzazione_di_paolo_vi_e_romero-208920196/1/?ref=search|urlmorto=sì}} di canonizzazione</ref>
 
Con decreto del 25 gennaio [[2019]], [[papa Francesco]] ha stabilito la [[memoria liturgica]] di san Paolo VI, con iscrizione nel [[Calendario romano generale]], il 29 maggio, giorno della sua ordinazione sacerdotale, col grado di [[Memoria (liturgia)|memoria facoltativa]]. Nel [[rito ambrosiano]] la memoria è fissata per il giorno successivo, il 30 maggio, giorno in cui Montini celebrò la sua prima messa.<ref>{{cita testoweb|url=http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/02/06/0103/00210.html|titolo=Decreto ''Iesus Christus''}} sul|sito= Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.}}</ref>
 
Dopo la canonizzazione la tomba di papa Paolo VI non è stata traslata nella [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica Vaticana]], come è avvenuto per la maggior parte dei pontefici canonizzati, bensì è rimasta nelle [[Grotte Vaticane]], nello stesso luogo dove fu sepolto subito dopo il suo funerale, allo scopo di esaudire il suo desiderio testamentario.
 
== Riforme e innovazioni ==
Fra le riforme e le innovazioni apportate da Paolo VI nelle strutture e nella vita della Chiesa si possonopuò ricordare l'istituzione dei seguenti organismi:
* nel [[1964]] della [[Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali|Pontificia commissione per le comunicazioni sociali]] e del [[Segretariato per i non cristiani]];
* nel [[1965]] del [[Segretariato per i non credenti]] e del [[Sinodo dei vescovi]];
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* 4 - 5 ottobre [[1965]]: visita alle [[Nazioni Unite]] di [[New York]]. In tale occasione pronunciò all'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite|Assemblea generale]] il famoso discorso "[[Mai più la guerraǃ (Paolo VI)|Mai più la guerraǃ]]", in favore della pace nel mondo.
* 13 maggio [[1967]]: pellegrinaggio al Santuario di [[Madonna di Fátima|Nostra Signora di Fátima]].
* 25 - 26 luglio [[1967]]: viaggio apostolico a [[Istanbul]], [[Efeso]] e [[Smirne]]. In questa occasione avvenne lo storico incontro con il patriarca [[Atenagora di Costantinopoli|Atenagora I]].<ref>[[Mario Mondello]], ambasciatore in [[Turchia]] dal 1967 al 1971, il 12 agosto 1967 inviò un rapporto al ministro degli esteri [[Amintore Fanfani]] per riferire con dovizia di particolari il colloquio avuto col patriarca [[Atenagora di Costantinopoli]] pochi giorni dopo che ebbe incontrato Paolo VI il 25 giugno 1967 a [[Istanbul]]. Cfr. {{cita testonews|url=http://www.osservatoreromano.va/it/news/atenagora-e-lambasciatore|titolo=Eliana Versace, Atenagora e l'ambasciatore|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180121072951/http://www.osservatoreromano.va/it/news/atenagora-e-lambasciatore }}.</ref>
* 21 - 25 agosto [[1968]]: viaggio apostolico a [[Bogotà]].
* 10 giugno [[1969]]: visita a [[Ginevra]] in occasione del 50º anniversario dell'[[Organizzazione internazionale del lavoro]].
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|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione = Pro Segretario di Stato di Sua Santità per gli Affari Ordinari
|luogo = 12 gennaio [[1953]]<ref>{{cita testoweb|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=32034|titolo=Dettaglio decorato|sito=Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.}}</ref> -1963
}}
{{Onorificenze
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== Bibliografia ==
*{{de}} J. Ernesti: ''Paul VI. Die Biographie'', Friburgo/Basilea/Vienna, Herder, 2016, ISBN 978-3-451-35703-9
*{{de}} J. Ernesti: ''Paul VI.: Der vergessene Papst'', Freiburg im Breisgau, Verlag Herder, 2012, ISBN 978-3-451-30703-4
* P. Macchi, ''Paolo VI nella sua parola'', Brescia, Morcelliana, 2001
* J. Guitton, ''Dialoghi con Paolo VI'', Milano, Rusconi, 1986
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* M. Mantovani - M. Toso, ''Paolo VI. Fede, cultura, università'', Roma, LAS, 2003
* D. Tettamanzi, ''Vi parlo di Montini'', Milano, Centro Ambrosiano, 2003
* F. Lanza, ''Parole e immagine, antologia di Paolo VI'', Loreto, Grafiche Lauretane, 2003
* Paolo VI, ''Nell'intimità di Paolo VI: Pensiero alla morte-Testamento-Meditazioni'', Brescia, Morcelliana, 2000
* G. Adornato, ''Giovanni Battista Montini&nbsp;– religione e lavoro nella Milano degli anni ‘50'', Brescia, Morcelliana, 1988