Autonomia Operaia: differenze tra le versioni

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{{N|storia contemporanea|novembre 2020|Quasi totale mancanza di note da quasi 20 anni. Non si riesce quindi a capire se i testi inseriti in Bibliografia siano stati effettivamente utilizzati nella scrittura della voce o se essa è frutto di Ricerca originale}}
{{N|storia contemporanea|novembre 2020}}
{{Partito politico
|nome = Autonomia Operaia
|logo =
|stato = ITA
|fondazione = 1973
|derivato da = [[Potere Operaio]]
|confluito in = *[[Democrazia Proletaria]]
*[[Collettivi Autonomi Operai]]
*[[Centro sociale autogestito]]
|abbreviazione = Aut. Op.
|ideologia = [[Marxismo]]<br>[[Operaismo]]
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}}
[[File:Anni di piombo3.jpg|thumb|upright=1.4|Manifestazione di militanti dell'Autonomia Operaia "con le tre dita della mano alzate" a forma di pistola]]
'''Autonomia Operaia''' è stato un movimento della [[sinistra extraparlamentare]] [[italia]]na attivo fra il [[1973]] e il [[1979]].
 
Nacque intorno all'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]] anche se il suo sviluppo si deve ascrivere alla fine del decennio. Autonomia Operaia non era un vero e proprio partito ma un{{'}}''area'' nella quale confluirono alcuni esponenti dei movimenti della sinistra extraparlamentare o sinistra rivoluzionaria in opposizione alla [[sinistra riformista]].
 
== Storia ==
 
=== Origini ===
[[File:Autonomia op.jpg|thumb|upright=2.7|Manifestazione di Autonomia Operaia di [[Genova]] a [[Milano]]]]
Dopo lo scioglimento di due gruppi politici della sinistra extraparlamentare, nati dalle esperienze legate agli eventi comunemente e sommariamente noti come [[Movimento del Sessantotto in Italia|Sessantotto]], [[Potere Operaio]], scioltosi nel [[1973]], e [[Lotta Continua]] (dopo il Congresso di [[Rimini]] del [[1976]] e l'autoscioglimento del gruppo), diversi militanti di queste formazioni si riunirono in un movimento autonomo che raccoglieva in sé esperienze delle lotte operaie e studentesche degli [[anni settanta]].
 
Con la nascita delle [[radio libere]], i neomilitanti autonomi si aggregarono intorno ad alcune di esse, le più famose delle quali furono [[Radio Onda Rossa]] di [[Roma]], [[Radio Alice]] di [[Bologna]], [[Controradio (Firenze)|Controradio]] di [[Firenze]], [[Radio Sherwood]] di [[Padova]] e altre diffuse in quasi tutte le regioni italiane.
 
Autonomia Operaia fondava le sue basi ideologiche sul pensiero [[operaismo|operaista]], ovvero una rilettura in chiave moderna del pensiero [[marxismo|marxista]], insistendo sul concetto dell'autonomia di classe e sull'[[antiautoritarismo]]. Questa linea di pensiero era già stata sviluppata in [[Potere Operaio]] da quello che poi fu uno dei maggiori leader dell'autonomia: [[Toni Negri]]. Negri, in uno scritto rivolto al mondo cattolico e alla [[Democrazia Cristiana|DC]], posteriore al periodo da deputato, definì l'Autonomia Operaia: «[...] un movimento di matrice [[cattolicesimoChiesa cattolica|cattolica]] [...], la [[Solidarność]] italiana, strumento contro la pretesa egemonia dei [[comunismo|comunisti]] sul [[movimento operaio]]»<ref>{{Cita|Dolores Negrello|p. 124|Do}}.</ref>.
 
L'ala operaista faceva riferimento al quindicinale ''[[Rosso (giornale)|Rosso]]'' e al mensile ''Controinformazione'', l'ala creativa si raccoglieva attorno ad ''[[A/traverso]]'', organo del trasversalismo bolognese, e alle riviste ''Zut'', ''[[Il Male]]'' e ''[[Cannibale (rivista)|Cannibale]]'' palestra per scrittori e poeti come [[Pier Vittorio Tondelli]], [[Roberto Antoni|Freak Antoni]], [[Enrico Palandri (scrittore)|Enrico Palandri]] e per disegnatori come [[Andrea Pazienza]] e [[Stefano Tamburini]] che in seguito fondarono il più longevo ''[[Frigidaire (rivista)|Frigidaire]]''<ref>Vincenzo Sparagna, ''“FRIGIDAIRE. L'incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d'arte del mondo”'', Rizzoli, Milano</ref>.
 
Alcuni leader di Potere Operaio furono considerati le menti pensanti del movimento autonomo. Fra loro vanno citati [[Oreste Scalzone]], [[Franco Piperno]] professore all'[[Università della Calabria]], [[Toni Negri]] dell'[[Università di Padova]] e [[Franco Berardi]] detto ''"Bifo"'' redattore della bolognese [[Radio Alice]].
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Ciò che fece crescere notevolmente il numero dei militanti autonomi furono le lotte del [[movimento del Settantasette]].
 
Nel marzo del [[1977]] l'uccisione, da parte dei carabinieri, dello studente di [[Lotta Continua]] [[Francesco Lorusso]] a Bologna scatenò una serie di [[manifestazione|manifestazioni]] di protesta in tutta Italia. Le proteste furono molto accese e portarono all'occupazione della maggior parte delle università italiane, in particolare quella di Bologna e ''[[Sapienza - Università di Roma|La Sapienza]]'' di Roma e a numerosi atti di aggressione politica violenta. La risposta da parte delle istituzioni non si fece attendere: la cittadella universitaria bolognese fu circondata dai mezzi blindati dei Carabinieri, mobilitati per ordine dell'allora Ministro degli Interni [[Francesco Cossiga]]. La cittadella universitaria fu sgombrata dalle forze dell'ordine dopo due giorni di durissimi scontri.
 
In seguito ci furono grandi proteste anche da parte di personalità della politica e della cultura. Va citato un durissimo ''Manifesto contro la repressione'' degli intellettuali francesi riuniti attorno alla figura dello scrittore [[Jean-Paul Sartre]], fra i quali spiccavano i nomi dei filosofi [[Gilles Deleuze]], [[Michel Foucault]] e [[Roland Barthes]], nonché dello psicologo [[Félix Guattari]] che, con Deleuze, aveva scritto quello che diventò uno dei saggi fondamentali per il Movimento del '77: ''[[L'Anti-Edipo]]''.
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D'altra parte il [[Partito Comunista Italiano]] aveva già espresso una condanna dei metodi violenti di Autonomia Operaia, cui contrapponeva una lotta all'interno delle istituzioni democratiche. In quegli stessi anni si stava imponendo una nuova linea da parte del PCI a favore dell'[[Eurocomunismo]] e di uno strappo con l'[[Unione Sovietica|URSS]]. Inoltre stava maturando una strategia che avrebbe dovuto portare al cosiddetto ''[[Compromesso storico]]'' con la [[Democrazia Cristiana]].
 
Alla nascita dell{{'}}''Area dell'Autonomia Operaia'', oltre ai militanti dei gruppi come [[Potere Operaio]] e [[Lotta Continua]] scioltisi nell'area autonoma, si affiancarono anche alcuni gruppi che si rifacevano all'area [[maoismo|maoista]] filocinese. All'Area dell'Autonomia Operaia si contrappose un ''Cartello'' formato dalla [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]], il gruppo giovanile del PCI, il [[Movimento Lavoratori per il Socialismo]], il [[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo]] ed [[Avanguardia operaia]]. Tra le opposte fazioni ci furono anche scontri fisici durante le manifestazioni del [[movimento del Settantasette]].
 
[[File:Manifestazione Autonomia Operaia .png|thumb|upright=1.4|Manifestazione di Autonomia Operaia]]
 
La condanna del PCI si manifestò in maniera palese dopo il 17 febbraio 1977 a seguito dei fatti avvenuti durante il comizio dentro l'Università di Roma, occupata dagli studenti, di [[Luciano Lama]], segretario della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]], sindacato vicino alle posizioni del PCI. Durante il comizio ci fu un duro scontro fra gli autonomi e il servizio d'ordine della CGIL che si concluse con la [[cacciata di [[Luciano Lama|Lama]] dal cortile de ''La Sapienza'' perché il comizio fu definito, dagli studenti, una provocazione. Lo scontro fornì l'occasione alla Questura di Roma per fare irruzione nell'Università e sgomberarla, con la forza, dagli studenti che l'avevano occupata. La reazione della dirigenza del PCI non si fece attendere attraverso un comunicato molto feroce dello stesso segretario del partito [[Enrico Berlinguer]] che non esitò a definire gli autonomi ''squadristi rossi'' e ancora ''untorelli''.
 
La linea degli autonomi successivamente si radicalizzò, con il prevalere della corrente operaista favorevole allo scontro duro con le istituzioni, mentre la linea dei cosiddetti ''creativi'' che si era mobilitata creando il movimento degli [[Indiani metropolitani]] venne messa in minoranza. Una parte dell'ala dura degli autonomi decise che era giunta l'ora di ''alzare il livello dello scontro'', ossia di passare alla lotta anche armata durante le manifestazioni contro le forze dell'ordine e la reale comparsa della ''compagna P38'' (come veniva definita dagli autonomi la pistola [[Walther P38]]<ref>Luca Villoresi, ''E venne l'anno della compagna P38'', Roma, ''la Repubblica'', 10 febbraio 1997, pp. 14-15.</ref>).
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{{Vedi anche|Processo 7 aprile}}
[[File:Kalogero Kossiga.jpg|miniatura|Scritta murale di Autonomia Operaia contro il giudice [[Pietro Calogero|Calogero]] e [[Francesco Cossiga]].]]
A dieci anni dal [[Sessantotto]] il Movimento, egemonizzato oramai da Autonomia segna il passo. Gli organi d'informazione si interessano a lungo di un'iniziativa, vera o presunta, partita da dei giovani di un liceo romano, atta a rivendicare un voto di sufficienza garantito per tutti gli studenti, divenuto noto come "''Sei Politico''"{{citazioneSenza necessariafonte}}, istanza giudicata assurda e bollata come "falso problema" dal mondo politico. Nonostante ciò il movimento subiva una crescente impopolarità per la recrudescenza del fenomeno terroristico, culminante con il sequestro e l'uccisione di [[Aldo Moro]] da parte delle [[Brigate Rosse]], e gli episodi di guerriglia urbana che puntualmente scaturivano durante le manifestazioni per le uccisioni di militanti extraparlamentari o le loro ricorrenze.
 
Autonomia Operaia fu di fatto decapitata nella propria leadership con l'ondata di carcerazioni di numerosi attivisti e delle sue figure più note, che culminò nel [[processo 7 aprile]] del [[1979]]. [[Franco Piperno]] e [[Lanfranco Pace]] si diedero alla [[latitanza]] in [[Francia]] grazie alla cosiddetta "[[Dottrina Mitterrand]]" per l'accusa di fiancheggiamento ai gruppi terroristici. In risposta, nel giro di pochi giorni fu indetta un'iniziativa di mobilitazione generale di protesta a [[Padova]], stroncata sul nascere da un incredibile spiegamento di Polizia ed Esercito, allertati a seguito dello scoppio di un ordigno avvenuto il giorno prima nella vicina cittadina di [[Thiene]], esplosione accidentale, secondo la tesi ufficiale, che causò la morte di tre giovani che lo stavano confezionando. A seguito di ciò, la maggior parte degli autonomi si disperse.
[[File:Aut Operaia.JPG|thumb|Scritta comparsa sui muri di [[Torino]] nel 1977]]
 
=== Anni ottanta ===
Nei primi [[anni Ottantaottanta]] alcuni militanti rientrarono nei movimenti della [[sinistra extraparlamentare]] o si unirono a [[Democrazia Proletaria]], partito che si era già presentato alle [[Elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni politiche del 1976]] volendo raccogliere le istanze dei movimenti a sinistra del PCI. L'autonomia tornò a costituirsi in varie città italiane in Collettivi Autonomi, attorno a [[Centro sociale autogestito|centri sociali]], case occupate e radio libere. A Milano, collettivi autonomi nascono intorno alla casa occupata di via dei Transiti 28 e al periodico ''Autonomen''; a [[Padova]] il [[centro di documentazione]] [[Movimento anti-nucleare|antinucleare]] [[Anti-imperialismo|antimperialista]] fa riferimento a [[Radio Sherwood]] e a Roma continua l'esperienza della sede storica di Via dei Volsci e di [[Radio Onda Rossa]]. A Milano in particolare il collettivo autonomo di via dei Transiti continuò ad allargare la sua influenza e a "decentrarsi" fino a creare un coordinamento di collettivi autonomi di quartiere e studenteschi.
Tutte queste realtà, sparse per il territorio italiano, erano tra loro collegate come parte del ''Coordinamento nazionale Liberare tutti'' e del ''Coordinamento nazionale antinucleare-antimperialista'' (Cnaa), costituitosi nel 1983.
 
I blocchi e le manifestazioni del Cnaa, che si svolsero durante gli anni ottanta, furono spesso caricate duramente dalla polizia.
 
Riguardo ai blocchi antinucleari, ad esempio, i parlamentari Ronchi, Tamino e Russo chiesero in una [[interrogazione parlamentare]] sui fatti del 9 dicembre [[1986]]:
{{Citazione|premesso che il 9 dicembre 1986 era stata indetta una manifestazione con presidio del cantiere della centrale elettronucleare di [[Montalto di Castro]], da parte del Coordinamento Antinucleare e antimperialista, struttura alla quale si riferiscono settori di militanti e simpatizzanti dell'area dell'Autonomia Operaia; da quanto risulta dai primi resoconti le forze di polizia e carabinieri affluite in gran numero hanno caricato a freddo i manifestanti, facendo uso anche di armi da fuoco (un manifestante risulterebbe ferito ad una gamba da un colpo d'arma da fuoco) e tirando candelotti lacrimogeni ad altezza d'uomo (un altro ragazzo è stato ricoverato all'ospedale di Tarquinia a causa di un trauma provocato da un candelotto in pieno petto), ferendo numerosi partecipanti a questa manifestazione - : quali siano state le direttive, se vi siano state, impartite alle forze dell'ordine, per quali ragioni esse si siano accanite con tanta durezza contro questa manifestazione antinucleare; se non ritenga che si debba garantire a tutti il diritto di manifestare e se sia legittimo utilizzare l'immagine violenta e anche rilevanti errori politici dell'Autonomia Operaia per togliere a quest'area politica e sociale, nei fatti , questo diritto, consentendo una dura e spropositata repressione di ogni sua iniziativa politica.(4-18951 )"}}
 
Il 9 marzo [[1985]] a [[Trieste]] avviene l'uccisione da parte di agenti della [[DIGOS]] e del [[Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica|SisdeSISDE]]<ref>{{cita web|url=http://www.pugliantagonista.it/pedr2.htm|titolo=La sentenza sull'omicidio del compagno Pedro raccontata dal giornale autonomia del 1986|accesso=1º maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=2 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502001114/http://www.pugliantagonista.it/pedr2.htm}}</ref>, del militante di Autonomia Operaia, Pietro Maria Walter Greco (detto "Pedro").
 
Sul finire degli anni ottanta, l'autonomia veneta, facente riferimento a [[Radio Sherwood]], intraprese occupazioni che diedero vita a diversi [[Centro sociale autogestito|centri sociali]] nell'area del nord-est. Nel [[1987]] nacque a [[Padova]] il centro sociale occupato ''Pedro'' e nel [[1989]] presso [[Marghera]] il centro sociale ''Rivolta''.
 
== Autonomia nel XXI secolo ==
[[File:Blitz autorg.png|thumb|Simbolo usato da occupazioni autogestite]]
[[File:Askatasuna torino.jpg|thumb|CsoaCSOA [[Askatasuna (centro sociale)|Askatasuna]], [[Torino]]]]
L'eredità politica dell'Autonomia Operaia, tra cui il marxismo operaista e oggi post-operaista e l'[[autogestione dei lavoratori|autorganizzazione]] delle lotte, trova continuità, a partire dagli anni novanta, in molteplici esperienze:
 
=== Autonomia Contropotere (InfoAut) ===
L'area politica dell'Autonomia Contropotere, riconducibile al network infoaut.org, è presente con collettivi e centri sociali su tutto il territorio italiano. Tra questi, l'<nowiki/>''[[Askatasuna (centro sociale)|Askatasuna]]'' di [[Torino]]<ref>''Rubina e gli altri il nuovo identikit dei centri sociali '', articolo di Meo Ponte su [[La Repubblica (quotidiano)|Lala Repubblica]] del 9 ottobre 2010, vedi [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/09/rubina-gli-altri-il-nuovo-identikit-dei.html ricerca.repubblica.it] (consultato il 26 aprile 2016)</ref>, il ''Laboratorio Crash'' di [[Bologna]], l{{'}}''Iniziativa Antagonista Metropolitana'' di Firenze, il ''S.a.o. Guernica'' e il ''Laboratorio S.CO.S.S.A.'' a [[Modena City Ramblers|Modena]], lo ''Spazio Antagonista Newroz'' a [[Pisa]], il ''CSA Dordoni'' a [[Cremona]], il ''CSOA Tempo Rosso'' di Pignataro Maggiore ([[provincia di Caserta|CE]]), il ''Centro Sociale Rialzo'' a [[Cosenza]], lo ''Spazio MPA'' a [[Ravenna]], il ''Collettivo Controtendenza'' a [[Piacenza]], il ''Centro Sociale Occupato Liotru'' e lo ''Studentato Occupato 95100'' a [[Catania]].
 
Sono legati al coordinamento numerosi collettivi di studenti medi e universitari.
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Nel 2012 l'intero nodo romano di Global Project è uscito dal network e ha lanciato nel novembre dello stesso anno il sito dinamopress.it. Gli spazi occupati legati a questo network sono ''ESC Atelier Autogestito'', ''CSA Astra'', ''Communia'', ''SPA Strike'', ''Cinema Palazzo''<ref>{{Cita web|url=https://www.dinamopress.it/chi-siamo/|titolo=Chi Siamo|sito=DINAMOpress|lingua=it-IT|accesso=2022-12-20}}</ref>.
 
Esistono poi centinaia di esperienze che non fanno riferimento ai network sopracitati, disseminate su tutto il territorio nazionale, come Macao, il CSOA Lambretta, RiMake, il collettivo LUMe (Laboratorio Universitario Metropolitano), il Centro Sociale CasaLoca e il Centro sociale Cantiere di Milano; il Teatro Polivalente Occupato (TPO) e Làbas a Bologna (legati fino al 2015 a Global Project); LaBoje! di [[Mantova]]; il Laboratorio Sociale di Alessandria; l'Exploit di Pisa; il CSOA Gabrio e il Laboratorio Culturale Manituana a Torino, lo Zero81, il Lab. Occ. Ska, il [[Officina 99|Centro Sociale Officina 99]], la Mensa Occupata, l'Asilo Filangeri e il Lido Pola di Napoli; lo Spa Arrow di Cosenza; il C.S.O.A. Scuria di Foggia; il C.S.A. Depistaggio di Benevento; lo Studentato Occupato "Sa Domu" di Cagliari; il C.S.A. Jan Assen (ex Asilo Politico) di Salerno; lo Spazio di Mutuo Soccorso Bread&Roses di Bari.
 
Sono presenti anche riviste e blog vicine al pensiero operaista e post-operaista; fra queste Euronomade ed Effimera.
 
Inoltre, il patrimonio teorico dell'Autonomia Operaia è stato ispiratore della critica alla [[globalizzazione]], promossa dal [[movimento no-global]], con particolare riferimento alle teorie esposte da Toni Negri a partire dalla pubblicazione di ''Impero''.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Sergio Bianchi e [[Lanfranco Caminiti]] (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 1''. Roma, [[DeriveApprodi]], 2007. ISBN 978-88-89969-01-4
* Sergio Bianchi e [[Lanfranco Caminiti]] (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 2''. Roma, DeriveApprodi, 2007. ISBN 978-88-89969-35-9
* Sergio Bianchi e [[Lanfranco Caminiti]] (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 3''. Roma, DeriveApprodi, 2008. ISBN 978-88-89969-57-1
* Giorgio Ferrari e G. Marco D'Ubaldo (a cura di). ''Gli autonomi. L'autonomia operaia romana. Vol. 4''. Roma, DeriveApprodi, 2017.
* Donato Tagliapietra (a cura di). ''Gli autonomi. L'autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Vol. 5''. Roma, DeriveApprodi, 2019.
* Giacomo e Piero Despali (a cura di). ''Gli autonomi. Storia dei collettivi politici veneti per il potere operaio. Vol. 6''. Roma, DeriveApprodi, 2020.
* AA.VV., ''Centri sociali: geografie del desiderio'', Milano, [[Shake Edizioni]] Underground, 1996.
* AA.VV., ''Comunità virtuali. I centri sociali in Italia'', Roma, [[manifestolibri]], 1994.
* AA.VV., ''Millenovecentosettantasette'', Roma, manifestolibri, 1997.
* AA.VV., ''Sarà un risotto che vi seppellirá'', Milano, SquiLibri, 1976.
* AA.VV., ''Settantasette'', voll. 4, Roma, il manifesto, sd.
* AA.VV., ''Settantasette. La rivoluzione che viene'', Roma, [[Castelvecchi]], 1997.
* AA.VV., ''Una sparatoria tranquilla. Per una storia orale del '77'', Roma, [[Odradek Edizioni|Odradek]], 1997.
* [[Nanni Balestrini]], ''Gli invisibili'', Milano, [[Bompiani]], 1987.
* N. Balestrini e P. Moroni, ''[[L'orda d'oro]]. 1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica e esistenziale'', Milano, [[Feltrinelli]], 1997.
* [[Luca Villoresi]], ''E venne l'anno della compagna P38'', Roma, ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', 10 febbraio 1997, pp.&nbsp;14–15.
* [[Franco Berardi]] (Bifo), ''La strana utopia di Potere Operaio'', Roma, Castelvecchi, 1998.
* F. Berardi, ''Chi ha ucciso Majakovskij?'', Milano SquiLibri, 1977.
* Gian Ruggero Manzoni - Emilio Dalmonte, Pesta duro e vai trànquilo, Milano, [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]], 1980.
* P. Bernocchi, ''Dal '77 in poi'', Pomezia, Erre emme edizioni, 1997.
* [[Pablo Echaurren]], ''Parole ribelli. I fogli del movimento del '77'', Roma, [[Stampa Alternativa]], 1997.
* M. Grispigni, ''Il settantasette'', Milano, [[Il Saggiatore (casa editrice)|il Saggiatore]], 1997.
* Klemens Gruber, ''L'avanguardia inaudita'', Milano, [[Costa & Nolan]], 1997.
* A. Ibba, ''Leoncavallo. 1975-1995: vent'anni di storia autogestita'', Genova, Costa & Nolan, 1995.
* G. Lerner, L. Manconi, M. Sinibaldi, ''Uno strano movimento di strani studenti. Composizione, politica e cultura dei non garantiti'', Milano, Feltrinelli, 1978.
* C. Salaris, ''Il movimento del settantasette'', Bertiolo, AAA Edizioni, 1997.
* {{Cita libro|autore = Dolores Negrello|altri= contributi di Alberto Galeotto, Giuliano Lenci, Vittorio Marangon |titolo = Il PCI padovano nell'ultimo '900: dissensi e antagonismi politici|editore = FrancoAngeli|data = 2004|ed = 1|url =http://books.google.it/books?id=rS-R2c7f0-MC&printsec=frontcover&dq=l+PCI+padovano+nell%27ultimo+%27900:+dissensi+e+antagonismi+politici&hl=it&sa=X&ei=7oJpUsKpKIWrhAfuqIHYDA&ved=0CDYQ6AEwAA#v=onepage&q=l%20PCI%20padovano%20nell%27ultimo%20%27900%3A%20dissensi%20e%20antagonismi%20politici&f=false|accesso = 24 ottobre 2013|ISBN = 88-464-5199-6 |cid = Do}}
* P. Tripodi, ''Settesette. Una rivoluzione, la vita '', Milieu edizioni, Milano, 2012.
* E. Quadrelli, ''Autonomia operaia'', NdA Press, Rimini ISBN 978-88-89035-93-1.
* [[Giorgio Bocca]], '''''Gli anni del terrorismo''''', [[Armando Curcio Editore]] 1988
 
== Voci correlate ==
* [[MovimentoAnni deldi Settantasettepiombo]]
* [[Avanguardia operaia]]
* [[PotereBrigate OperaioRosse]]
* [[OperaismoDisobbedienti]]
* [[Leoncavallo (centro sociale)]]
* [[Consiliarismo]]
*[[Lotta Continua]]
* [[Industrial Workers of the World]]
* [[Anni diMarxismo piomboconsiliarista]]
*[[Movimento del Settantasette]]
* [[Radio Alice]]
* [[Lotta ContinuaOperaismo]]
* [[BrigatePotere RosseOperaio]]
* [[Radio Alice]]
* [[Leoncavallo (centro sociale)]]
* [[FilosofiaTute marxistaBianche]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.tmcrew.org/memoria/mao/|Per il movimento dell'Autonomia Operaia}}
* {{cita web|http://www.bibliotecamarxista.org/volantini/aut%20op/con%20fon%20moz%20conc.htm|Mozione del Convegno di fondazione}}
* {{cita web |1=http://www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000690.html |2=Speciale "7 aprile": il venticinquennale su Carmillaonline |accesso=20 dicembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071217104004/http://www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000690.html# |dataarchivio=17 dicembre 2007 |urlmorto=sì }}
 
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