Autonomia Operaia: differenze tra le versioni

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{{N|storia contemporanea|novembre 2020|Quasi totale mancanza di note da quasi 20 anni. Non si riesce quindi a capire se i testi inseriti in Bibliografia siano stati effettivamente utilizzati nella scrittura della voce o se essa è frutto di Ricerca originale}}
'''Autonomia Operaia''' è stato un movimento della sinistra extraparlamentare attivo fra il [[1976]] e il [[1978]].
{{Partito politico
|nome = Autonomia Operaia
|stato = ITA
|fondazione = 1973
|derivato da = [[Potere Operaio]]
|confluito in = *[[Democrazia Proletaria]]
*[[Collettivi Autonomi Operai]]
*[[Centro sociale autogestito]]
|abbreviazione = Aut. Op.
|ideologia = [[Marxismo]]<br>[[Operaismo]]
|collocazione = [[Sinistra extraparlamentare]]
|testata = • ''[[Rosso (giornale)|Rosso]]''<br>• ''Controinformazione''
|categorie = no
}}
[[File:Anni di piombo3.jpg|thumb|upright=1.4|Manifestazione di militanti dell'Autonomia Operaia "con le tre dita della mano alzate" a forma di pistola]]
'''Autonomia Operaia''' è stato un movimento della [[sinistra extraparlamentare]] [[italia]]na attivo fra il 1973 e il 1979.
 
NasceNacque intorno all'inizio degli anni settanta anche se il suo sviluppo si deve ascrivere alla fine deglidel annidecennio. '70,Autonomia Operaia non comeera un vero e proprio partito ma come "un{{'}}''area"'' nella quale confluirono varialcuni esponenti dei movimenti della sinistra extraparlamentare o sinistra rivoluzionaria in opposizione alla [[sinistra riformista]].
 
== Le originiStoria ==
=== Origini ===
Dopo lo scioglimento dei movimenti storici della sinistra nati dalle esperienze del [[Movimento studentesco]] del 1968, il più importante dei quali fu [[Potere Operaio]], ma anche dopo il Congresso di [[Rimini]] del [[1976]] che determinò lo scioglimento della più importante formazione extraparlamentare, [[Lotta Continua]], i vari militanti di queste formazioni si riunirono in un movimento autonomo che assommava in sé le esperienze delle lotte operaie e studentesche degli anni '70.
[[File:Autonomia op.jpg|thumb|upright=2.7|Manifestazione di Autonomia Operaia di [[Genova]] a [[Milano]]]]
Dopo lo scioglimento di due gruppi politici della sinistra extraparlamentare, nati dalle esperienze legate agli eventi comunemente e sommariamente noti come [[Movimento del Sessantotto in Italia|Sessantotto]], [[Potere Operaio]], scioltosi nel 1973, e [[Lotta Continua]] (dopo il Congresso di [[Rimini]] del 1976 e l'autoscioglimento del gruppo), diversi militanti di queste formazioni si riunirono in un movimento autonomo che raccoglieva in sé esperienze delle lotte operaie e studentesche degli anni settanta.
 
Con la nascita delle [[radio libere]], i neomilitanti autonomi si aggregarono intorno ad alcune di esse, le più famose delle quali furono [[Radio Onda Rossa]] di [[Roma]], [[Radio Alice]] di [[Bologna]], [[RadioControradio Popolare(Firenze)|Controradio]] di [[MilanoFirenze]], [[Controradio]]Radio di [[FirenzeSherwood]], Radio Sherwood di [[Padova]] e altre minori, diffuse comunque in quasi tutte le regioni italiane.
 
Autonomia Operaia fondava le sue basi ideologiche sul pensiero [[operaismo|operaista]], ovvero una rilettura del pensiero [[marxismo|marxista]], insistendo sul concetto dell'autonomia di classe e sull'[[antiautoritarismo]]. Questa linea di pensiero era già stata sviluppata in Potere Operaio da quello che poi fu uno dei maggiori leader dell'autonomia: [[Toni Negri]]. Negri, in uno scritto rivolto al mondo cattolico e alla [[Democrazia Cristiana|DC]], posteriore al periodo da deputato, definì l'Autonomia Operaia: «[...] un movimento di matrice [[Chiesa cattolica|cattolica]] [...], la [[Solidarność]] italiana, strumento contro la pretesa egemonia dei comunisti sul [[movimento operaio]]»<ref>{{Cita|Dolores Negrello|p. 124|Do}}.</ref>.
Autonomia Operaia ebbe due anime ben distinte, anche se all'interno della stessa area, da un lato un'anima operaista di stampo [[marxista leninista]] dall'altro lato una studentesca, più [[anarchica]] e libertaria.
 
L'ala operaista faceva riferimento al quindicinale ''[[Rosso (giornale)|Rosso]]'' e al mensile ''Controinformazione'', l'ala creativa si raccoglieva attorno ad ''[[A/traverso]]'', organo del trasversalismo bolognese, e alle riviste ''Zut'', ''[[Il Male]]'' e ''[[Cannibale (rivista)|Cannibale]]'' palestra per scrittori e poeti come [[Pier Vittorio Tondelli]], [[Freak Antoni]], [[Enrico Palandri (scrittore)|Enrico Palandri]] e per disegnatori come [[Andrea Pazienza]] e [[Stefano Tamburini]] che in seguito fondarono il più longevo ''[[Frigidaire (rivista)|Frigidaire]]''<ref>Vincenzo Sparagna, ''“FRIGIDAIRE. L'incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d'arte del mondo”'', Rizzoli, Milano</ref>.
Dopo lo scioglimento di [[Lotta Continua]] l'omonimo quotidiano rappresentò le istanze di Autonomia Operaia ancora per qualche anno, mentre l'ala operaista faceva riferimento ai mensili [[Rosso]] e [[Controinformazione]], i libertari invece ad [[A/traverso]], organo satirico del trasversalismo bolognese, ed alle riviste [[Zut]] e [[Frigidaire]].
 
Alcuni leadersleader deldi '68Potere Operaio furono considerati le menti pensanti del movimento autonomo,. fraFra loro vanno citati il romano [[Oreste Scalzone]], [[Franco Piperno]] professore dellall'[[Università didella [[Calabria]], [[Toni Negri]] dell'[[Università di Padova]] e [[Franco Berardi]] detto ''"Bifo"'' redattore della bolognese [[Radio Alice]].
 
=== Il movimento del '77Settantasette ===
{{Vedi anche|Movimento del Settantasette|Fatti di Bologna dell'11 marzo 1977}}[[File:Carri a bologna.jpg|thumb|upright=1.4|Mezzi blindati all'[[Università di Bologna]]]]
Ciò che fece crescere notevolmente il numero dei militanti autonomi furono le lotte del [[movimento del Settantasette]].
 
Nel marzo del 1977 l'uccisione, da parte dei carabinieri, dello studente di [[Lotta Continua]] [[Francesco Lorusso]] a Bologna scatenò una serie di [[manifestazione|manifestazioni]] di protesta in tutta Italia. Le proteste furono molto accese e portarono all'occupazione della maggior parte delle università italiane, in particolare quella di Bologna e ''[[Sapienza - Università di Roma|La Sapienza]]'' di Roma e a numerosi atti di aggressione politica violenta. La risposta da parte delle istituzioni non si fece attendere: la cittadella universitaria bolognese fu circondata dai mezzi blindati dei Carabinieri, mobilitati per ordine dell'allora Ministro degli Interni [[Francesco Cossiga]]. La cittadella universitaria fu sgombrata dalle forze dell'ordine dopo due giorni di durissimi scontri.
Ciò che fece crescere in maniera esponenziale il numero dei militanti autonomi furono le lotte del cosiddetto [[Movimento del '77]].
 
In seguito ci furono grandi proteste anche da parte di personalità della politica e della cultura. Va citato un durissimo ''Manifesto contro la repressione'' degli intellettuali francesi riuniti attorno alla figura dello scrittore [[Jean-Paul Sartre]], fra i quali spiccavano i nomi dei filosofi [[Gilles Deleuze]], [[Michel Foucault]] e [[Roland Barthes]], nonché dello psicologo [[Félix Guattari]] che, con Deleuze, aveva scritto quello che diventò uno dei saggi fondamentali per il Movimento del '77: ''[[L'Anti-Edipo]]''.
Nel marzo del [[1977]] l'uccisione, da parte della polizia, dello studente di Lotta Continua Francesco Lo Russo a Bologna scatenò una serie di manifestazioni di protesta in tutta Italia. Le proteste furono molto accese e portarono all'occupazione di numerose università, in particolare quella di Bologna e "La Sapienza" di Roma.
 
Nel manifesto di Sartre si condannavano le autorità della giunta comunista bolognese per non essere intervenute contro questo atto repressivo, manifesto che sarebbe stato alla base del ''Convegno contro la repressione'' del settembre di quell'anno. Nel documento si manifestava una preoccupazione per la svolta autoritaria dello Stato italiano, ma si evidenziava una certa lontananza dei sottoscrittori dalla realtà politica italiana, per esempio mancando di cogliere alcune caratteristiche peculiari del movimento di Autonomia Operaia (e del 1977 in genere) che la distinguevano dalla tradizione della sinistra comunista parlamentare ormai avviata verso un processo più [[riformismo|riformista]] e non più ancorato al comunismo [[rivoluzione|rivoluzionario]] che sino a quel momento aveva rappresentato l'eredità politica di [[Karl Marx|Marx]], [[Lenin]] e [[Antonio Gramsci]].
La risposta da parte delle istituzioni non si fece attendere: la cittadella universitaria bolognese fu bloccata dai carri armati, mobilitati per ordine dell'allora Ministro degli Interni [[Francesco Cossiga]]. Era la prima volta, dal tempo delle lotte operaie milanesi del primo '900 sedate a colpi di cannone da [[Fiorenzo Bava Beccaris|Bava Beccaris]] che, in tempo di pace, si vedevano mezzi pesanti per le strade italiane atti a reprimere una manifestazione di piazza.
 
=== Scontro col Partito Comunista Italiano ===
In seguito ci furono grandi proteste anche da parte di personalità della politica e della cultura. Va citato un durissimo manifesto di intellettuali francesi riuniti attorno alla figura dello scrittore [[Jean-Paul Sartre]], fra i quali spiccavano i nomi dei filosofi [[Gilles Deleuze]] e [[Félix Guattari]], che condannarono le autorità della giunta comunista bolognese per non essere intervenuta contro questo atto repressivo contrario all'ideologia comunista.
[[File:Poliziottoarmato1.jpg|thumb|left|upright=1.3|Poliziotto armato infiltrato durante gli scontri del 12 maggio 1977 a [[Roma]]]]
 
D'altra parte il [[Partito Comunista Italiano]] aveva già espresso una condanna dei metodi violenti di Autonomia Operaia, cui contrapponeva una lotta all'interno delle istituzioni democratiche. In quegli stessi anni si stava imponendo una nuova linea da parte del PCI a favore dell'[[Eurocomunismo]] e di uno strappo con l'[[Unione Sovietica|URSS]]. Inoltre stava maturando una strategia che avrebbe dovuto portare al cosiddetto ''[[Compromesso storico]]'' con la [[Democrazia Cristiana]].
== Lo scontro col PCI ==
 
Alla nascita dell{{'}}''Area dell'Autonomia Operaia'', oltre ai militanti dei gruppi come [[Potere Operaio]] e [[Lotta Continua]] scioltisi nell'area autonoma, si affiancarono anche alcuni gruppi che si rifacevano all'area [[maoismo|maoista]] filocinese. All'Area dell'Autonomia Operaia si contrappose un ''Cartello'' formato dalla [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]], il gruppo giovanile del PCI, il [[Movimento Lavoratori per il Socialismo]], il [[Partito di Unità Proletaria per il Comunismo]] ed [[Avanguardia operaia]]. Tra le opposte fazioni ci furono anche scontri fisici durante le manifestazioni del [[movimento del Settantasette]].
D'altra parte il [[Partito Comunista Italiano]] aveva già espresso una condanna rispetto all'occupazione delle università, la linea dura del PCI era dovuta al periodo: l'[[Eurocomunismo]], lo strappo con l'[[URSS]] e la politica del ''compromesso storico'' con il potere democristiano.
 
[[File:Manifestazione Autonomia Operaia .png|thumb|upright=1.4|Manifestazione di Autonomia Operaia]]
La condanna del PCI si manifestò in maniera palese il [[17 febbraio]] [[1977]] con il comizio dentro l'Università di Roma occupata dagli studenti di [[Luciano Lama]], segretario della [[CGIL]], sindacato vicino alle posizioni del PCI. Durante il comizio ci fu un duro scontro fra gli autonomi e il servizio d'ordine della CGIL che si concluse con la cacciata di Lama dal cortile de "La Sapienza"; lo scontro fornì l'occasione alla Questura di Roma di fare irruzione nell'Università per sgomberare con la forza gli studenti che l'avevano occupata.
 
La condanna del PCI si manifestò in maniera palese dopo il 17 febbraio 1977 a seguito dei fatti avvenuti durante il comizio dentro l'Università di Roma, occupata dagli studenti, di [[Luciano Lama]], segretario della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]], sindacato vicino alle posizioni del PCI. Durante il comizio ci fu un duro scontro fra gli autonomi e il servizio d'ordine della CGIL che si concluse con la [[cacciata di Lama]] dal cortile de ''La Sapienza'' perché il comizio fu definito, dagli studenti, una provocazione. Lo scontro fornì l'occasione alla Questura di Roma per fare irruzione nell'Università e sgomberarla, con la forza, dagli studenti che l'avevano occupata. La reazione della dirigenza del PCI non si fece attendere attraverso un comunicato molto feroce dello stesso segretario del partito [[Enrico Berlinguer]] che non esitò a definire gli autonomi ''squadristi rossi'' e ancora ''untorelli''.
La linea dura del PCI servì soltanto a radicalizzare la lotta degli autonomi e a far prevalere all'interno dell'Autonomia la corrente operaista favorevole allo scontro duro con le istituzioni, mentre la linea dei cosiddetti "creativi" che si era mobilitata nella manifestazione contro Lama, creando il movimento degli [[Indiani Metropolitani]] venne messa in minoranza. Una parte dell'ala dura degli autonomi decise che era giunta l'ora di "alzare il livello dello scontro", ossia di passare alla lotta armata.
 
La linea degli autonomi successivamente si radicalizzò, con il prevalere della corrente operaista favorevole allo scontro duro con le istituzioni, mentre la linea dei cosiddetti ''creativi'' che si era mobilitata creando il movimento degli [[Indiani metropolitani]] venne messa in minoranza. Una parte dell'ala dura degli autonomi decise che era giunta l'ora di ''alzare il livello dello scontro'', ossia di passare alla lotta anche armata durante le manifestazioni contro le forze dell'ordine e la reale comparsa della ''compagna P38'' (come veniva definita dagli autonomi la pistola [[Walther P38]]<ref>Luca Villoresi, ''E venne l'anno della compagna P38'', Roma, ''la Repubblica'', 10 febbraio 1997, pp. 14-15.</ref>).
== Autonomia e lotta armata ==
 
La morte della studentessa [[Giorgiana Masi]] il 12 maggio 1977, avvenuta per mano di agenti di Polizia infiltrati e con licenza di usare armi da fuoco, come spiegò l'allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga in una tempestosa seduta del Parlamento e testimoniata dal fotografo [[Tano D'Amico]] con alcuni inequivocabili scatti, dette il via alla spirale di violenza da l'una e l'altra parte.
Da quel momento l'Autonomia Operaia si avvicinò alle posizioni dei gruppi terroristici che si stavano formando, così molti militanti entrarono in clandestinità, rafforzando il numero dei militanti di gruppi come le [[Brigate Rosse]] ma in maniera particolare dei [[Nuclei Armati Proletari]] NAP che agivano all'interno delle carceri, dove molti autonomi furono rinchiusi.
[[File:Bologna, 23-24-25 settembre 1977- Convegno contro la repressione.jpg|miniatura|L'assemblea riunita al [[PalaDozza|Palazzetto dello Sport]] a [[Bologna]].]]
 
=== Convegno di Bologna ===
Alcune frangie minoritarie dei movimenti della lotta armata furono espressione diretta di gruppi autonomi passati in clandestinità, fra questi si devono ricordare almeno le Squadre Proletarie di Combattimento,
[[File:Bifo Franco Berardi.jpg|thumb|left|[[Franco Berardi]] ''Bifo'', redattore di [[Radio Alice]] nel 1977]]
i [[Proletari Armati per il Comunismo]], e la più longeva e meglio strutturata [[Azione Rivoluzionaria]].
Il [[movimento del Settantasette]] ebbe il suo momento di maggiore espressione durante il mese di settembre di quell'anno, quando fu indetto il cosiddetto ''Convegno contro la repressione'' nella città dove il movimento era nato, cioè [[Bologna]].
 
Il convegno che durò tre giorni, venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 settembre, spinse a Bologna più di centomila giovani che trasformarono la città in un palcoscenico per feste, rappresentazioni teatrali e musicali, mentre all'interno del [[PalaDozza|Palazzo dello sport]] diecimila persone discutevano sul futuro e sulla leadership del Movimento. Partecipano anche molti intellettuali, fra i quali lo psichiatra [[Franco Basaglia]] promotore della [[Legge Basaglia|Legge 180/78]] sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i francesi firmatari dell'appello di Sartre e gli attori-registi [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]], oltre ai leader riconosciuti di Autonomia Operaia, [[Oreste Scalzone]] e [[Toni Negri]]. Nel corso del convegno Autonomia operaia tentò di prendere l'egemonia, ma in realtà il movimento in quanto tale non riuscì ad elaborare un programma e metodologie di lotta che permettessero la continuazione di quella esperienza. Si può forse affermare che il convegno tenuto a Bologna segnò l'ultimo atto del movimento.
Altri autonomi approdarono nelle file delle già costituite e operanti [[Unità Comuniste Combattenti]] e [[Prima Linea]] diffusi più che altro nell'Italia centro-settentrionale.
 
=== Autonomia e lotta armata ===
La maggior parte degli autonomi, però, si disperse. Nei primi anni Ottanta alcuni rientrarono nei residui movimenti della sinistra extraparlamentare che si erano riuniti in [[Democrazia Proletaria]], partito che poi si è presentato anche alle elezioni.
[[File:Anni di piombo2.jpg|thumb|upright=1.3|Un'immagine di [[Giuseppe Memeo]] (tra le più rappresentative degli [[anni di piombo]]) nel mezzo della sparatoria di via De Amicis del 14 maggio 1977, durante una manifestazione di gruppi del movimento dell'Autonomia a [[Milano]] (la fotografia è di Paolo Pedrizzetti)]]
Alcune frange minoritarie dei movimenti della lotta armata furono espressione diretta di gruppi autonomi passati in clandestinità, fra questi si devono ricordare almeno le [[Squadre proletarie di combattimento-Esercito di liberazione comunista|Squadre proletarie di combattimento]], i [[Proletari Armati per il Comunismo]], e la [[Brigata XXVIII marzo]].
 
Altri autonomi approdarono nelle file delle già costituite e operanti [[Unità Comuniste Combattenti]], [[Prima linea (organizzazione)|Prima Linea]] e [[Nuclei Armati Proletari]] con cui molti militanti autonomi avevano diviso la galera durante i duri scontri del '77.
== Il convegno di Bologna ==
 
=== Dal Settantotto al Sette aprile ===
Il Movimento del '77 ebbe il suo momento di maggiore espressione durante il mese di settembre di quell'anno, quando fu indetto un convegno contro la repressione nella città dove il movimento era nato, cioè [[Bologna]].
{{Vedi anche|Processo 7 aprile}}
[[File:Kalogero Kossiga.jpg|miniatura|Scritta murale di Autonomia Operaia contro il giudice [[Pietro Calogero|Calogero]] e [[Francesco Cossiga]].]]
A dieci anni dal [[Sessantotto]] il Movimento, egemonizzato oramai da Autonomia segna il passo. Gli organi d'informazione si interessano a lungo di un'iniziativa, vera o presunta, partita da dei giovani di un liceo romano, atta a rivendicare un voto di sufficienza garantito per tutti gli studenti, divenuto noto come "''Sei Politico''"{{Senza fonte}}, istanza giudicata assurda e bollata come "falso problema" dal mondo politico. Nonostante ciò il movimento subiva una crescente impopolarità per la recrudescenza del fenomeno terroristico, culminante con il sequestro e l'uccisione di [[Aldo Moro]] da parte delle [[Brigate Rosse]], e gli episodi di guerriglia urbana che puntualmente scaturivano durante le manifestazioni per le uccisioni di militanti extraparlamentari o le loro ricorrenze.
 
Autonomia Operaia fu di fatto decapitata nella propria leadership con l'ondata di carcerazioni di numerosi attivisti e delle sue figure più note, che culminò nel [[processo 7 aprile]] del 1979. [[Franco Piperno]] e [[Lanfranco Pace]] si diedero alla [[latitanza]] in [[Francia]] grazie alla cosiddetta "[[Dottrina Mitterrand]]" per l'accusa di fiancheggiamento ai gruppi terroristici. In risposta, nel giro di pochi giorni fu indetta un'iniziativa di mobilitazione generale di protesta a [[Padova]], stroncata sul nascere da un incredibile spiegamento di Polizia ed Esercito, allertati a seguito dello scoppio di un ordigno avvenuto il giorno prima nella vicina cittadina di [[Thiene]], esplosione accidentale, secondo la tesi ufficiale, che causò la morte di tre giovani che lo stavano confezionando. A seguito di ciò, la maggior parte degli autonomi si disperse.
Il convegno che durò tre giorni: 24, 25 e 26 settembre, spinse a Bologna circa centomila giovani che trasformarono la città in un palcoscenico per feste, rappresentazioni teatrali e musicali, mentre all'interno del Palazzo dello sport diecimila persone discutevano sul futuro e sulla leadership del Movimento. Partecipano anche molti intellettuali, fra i quali lo psichiatra [[Franco Basaglia]] promotore della [[Legge 180/78]] sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i francesi firmatari dell'appello di Sartre e gli attori-registi [[Dario Fo]] e [[Franca Rame]], oltre ai leaders riconosciuti di Autonomia Operaia, [[Oreste Scalzone]] e [[Toni Negri]]. Nel corso del convegno Autonomia operaia tentò di prendere l'egemonia, ma in realtà il movimento in quanto tale non riuscì ad elaborare un programma e metodologie di lotta che permettessero la continuazione di quella esperienza. Si può forse affermare che il convegno tenuto a Bologna segnò l'ultimo atto del movimento.
[[File:Aut Operaia.JPG|thumb|Scritta comparsa sui muri di [[Torino]] nel 1977]]
Nel [[1978]], dopo il sequestro e l'uccisione di [[Aldo Moro]] da parte delle [[Brigate Rosse]], Autonomia Operaia fu di fatto sciolta a causa delle repressioni e le carcerazioni dei sui leaders più noti. [[Toni Negri]] e [[Oreste Scalzone]] furono costretti alla latitanza in [[Francia]] per l'accusa di fiancheggiamento ai gruppi terroristici.
 
=== EreditàAnni di Autonomiaottanta ===
Nei primi [[anni ottanta]] alcuni militanti rientrarono nei movimenti della [[sinistra extraparlamentare]] o si unirono a [[Democrazia Proletaria]], partito che si era già presentato alle [[Elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni politiche del 1976]] volendo raccogliere le istanze dei movimenti a sinistra del PCI. L'autonomia tornò a costituirsi in varie città italiane in Collettivi Autonomi, attorno a [[Centro sociale autogestito|centri sociali]], case occupate e radio libere. A Milano, collettivi autonomi nascono intorno alla casa occupata di via dei Transiti 28 e al periodico ''Autonomen''; a [[Padova]] il [[centro di documentazione]] [[Movimento anti-nucleare|antinucleare]] [[Anti-imperialismo|antimperialista]] fa riferimento a [[Radio Sherwood]] e a Roma continua l'esperienza della sede storica di Via dei Volsci e di [[Radio Onda Rossa]]. A Milano in particolare il collettivo autonomo di via dei Transiti continuò ad allargare la sua influenza e a "decentrarsi" fino a creare un coordinamento di collettivi autonomi di quartiere e studenteschi.
Tutte queste realtà, sparse per il territorio italiano, erano tra loro collegate come parte del ''Coordinamento nazionale Liberare tutti'' e del ''Coordinamento nazionale antinucleare-antimperialista'' (Cnaa), costituitosi nel 1983.
 
I blocchi e le manifestazioni del Cnaa, che si svolsero durante gli anni ottanta, furono spesso caricate duramente dalla polizia.
Oggi l'ideologia operaista di Autonomia Operaia si può, con le debite differenze dovute alle diverse condizioni politiche, ritrovare ancora in quei gruppi vicini ai [[centri sociali]], i quali però sono composti da diversi orientamenti politici, tra cui vi sono gli autonomi.
 
Riguardo ai blocchi antinucleari, ad esempio, i parlamentari Ronchi, Tamino e Russo chiesero in una [[interrogazione parlamentare]] sui fatti del 9 dicembre 1986:
{{Citazione|premesso che il 9 dicembre 1986 era stata indetta una manifestazione con presidio del cantiere della centrale elettronucleare di [[Montalto di Castro]], da parte del Coordinamento Antinucleare e antimperialista, struttura alla quale si riferiscono settori di militanti e simpatizzanti dell'area dell'Autonomia Operaia; da quanto risulta dai primi resoconti le forze di polizia e carabinieri affluite in gran numero hanno caricato a freddo i manifestanti, facendo uso anche di armi da fuoco (un manifestante risulterebbe ferito ad una gamba da un colpo d'arma da fuoco) e tirando candelotti lacrimogeni ad altezza d'uomo (un altro ragazzo è stato ricoverato all'ospedale di Tarquinia a causa di un trauma provocato da un candelotto in pieno petto), ferendo numerosi partecipanti a questa manifestazione - : quali siano state le direttive, se vi siano state, impartite alle forze dell'ordine, per quali ragioni esse si siano accanite con tanta durezza contro questa manifestazione antinucleare; se non ritenga che si debba garantire a tutti il diritto di manifestare e se sia legittimo utilizzare l'immagine violenta e anche rilevanti errori politici dell'Autonomia Operaia per togliere a quest'area politica e sociale, nei fatti , questo diritto, consentendo una dura e spropositata repressione di ogni sua iniziativa politica.(4-18951 )"}}
 
Il 9 marzo 1985 a [[Trieste]] avviene l'uccisione da parte di agenti della [[DIGOS]] e del [[Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica|SISDE]]<ref>{{cita web|url=http://www.pugliantagonista.it/pedr2.htm|titolo=La sentenza sull'omicidio del compagno Pedro raccontata dal giornale autonomia del 1986|accesso=1º maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=2 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140502001114/http://www.pugliantagonista.it/pedr2.htm}}</ref>, del militante di Autonomia Operaia, Pietro Maria Walter Greco (detto "Pedro").
 
Sul finire degli anni ottanta, l'autonomia veneta, facente riferimento a [[Radio Sherwood]], intraprese occupazioni che diedero vita a diversi centri sociali nell'area del nord-est. Nel 1987 nacque a Padova il centro sociale occupato ''Pedro'' e nel 1989 presso [[Marghera]] il centro sociale ''Rivolta''.
 
== Autonomia nel XXI secolo ==
[[File:Blitz autorg.png|thumb|Simbolo usato da occupazioni autogestite]]
[[File:Askatasuna torino.jpg|thumb|CSOA [[Askatasuna (centro sociale)|Askatasuna]], [[Torino]]]]
L'eredità politica dell'Autonomia Operaia, tra cui il marxismo operaista e oggi post-operaista e l'[[autogestione dei lavoratori|autorganizzazione]] delle lotte, trova continuità, a partire dagli anni novanta, in molteplici esperienze:
 
=== Autonomia Contropotere (InfoAut) ===
L'area politica dell'Autonomia Contropotere, riconducibile al network infoaut.org, è presente con collettivi e centri sociali su tutto il territorio italiano. Tra questi, l'<nowiki/>''[[Askatasuna (centro sociale)|Askatasuna]]'' di [[Torino]]<ref>''Rubina e gli altri il nuovo identikit dei centri sociali '', articolo di Meo Ponte su [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] del 9 ottobre 2010, vedi [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/09/rubina-gli-altri-il-nuovo-identikit-dei.html ricerca.repubblica.it] (consultato il 26 aprile 2016)</ref>, il ''Laboratorio Crash'' di [[Bologna]], l{{'}}''Iniziativa Antagonista Metropolitana'' di Firenze, il ''S.a.o. Guernica'' e il ''Laboratorio S.CO.S.S.A.'' a [[Modena City Ramblers|Modena]], lo ''Spazio Antagonista Newroz'' a [[Pisa]], il ''CSA Dordoni'' a [[Cremona]], il ''CSOA Tempo Rosso'' di Pignataro Maggiore ([[provincia di Caserta|CE]]), il ''Centro Sociale Rialzo'' a [[Cosenza]], lo ''Spazio MPA'' a [[Ravenna]], il ''Collettivo Controtendenza'' a [[Piacenza]], il ''Centro Sociale Occupato Liotru'' e lo ''Studentato Occupato 95100'' a [[Catania]].
 
Sono legati al coordinamento numerosi collettivi di studenti medi e universitari.
A Roma esiste il Coordinamento Autonomo Romano.
 
A livello universitario, sono presenti come ''Collettivo Universitario Autonomo'' (C.U.A.) nelle città di Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Cagliari, nonché ''Sapienza Clandestina'' a Roma e ''Coordinamento Universitario Catania''.
 
=== Coalizione dei Centri Sociali (Global Project) ===
{{Vedi anche|Tute Bianche|Disobbedienti}}
L'area politica della ''Coalizione dei Centri Sociali,'' in precedenza nota come [[Tute Bianche]] e poi come [[Disobbedienti]]<ref>''La democrazia dei movimenti: come decidono i noglobal'', Paolo Ceri, Rubbettino Editore, pagina 83, anno 2003</ref>, fa riferimento al network globalproject.info<ref>{{Cita web|url=https://teleradiocity.it/progetti-editoriali/|titolo=Progetti Editoriali {{!}} Tele Radio City s.c.s. onlus|lingua=it-IT|accesso=2022-12-20}}</ref>. Seppure presente su tutto il territorio italiano, conserva il suo nodo più importante nel Nord-est, dove ha avuto origine. I [[centri sociali]] maggiormente attivi in quest'area sono: il ''C.S.O.'' ''Pedro'' di [[Padova]], il ''C.S.O.'' ''Rivolta'' di [[Marghera]], il ''Laboratorio Occupato Morion'' e il ''Lo.Co.'' di [[Venezia]], il ''C.S.'' ''Bocciodromo'' di [[Vicenza]], il ''C.S.A.'' ''Arcadia'' di Schio, il ''Laboratorio Occupato Insurgencia'' e ''1/2Cannone12 Occupato'' di [[Napoli]], il ''L@P Asilo 31'' di Benevento, il ''C.S.'' ''Django'' di [[Treviso]], il ''C.S.'' ''Bruno'' di Trento, il ''C.S.A. Sisma'' e il ''C.S.O. TNT'' nelle Marche.
 
Legati a Global Project esistono coordinamenti studenteschi e universitari.
 
Nel 2012 l'intero nodo romano di Global Project è uscito dal network e ha lanciato nel novembre dello stesso anno il sito dinamopress.it. Gli spazi occupati legati a questo network sono ''ESC Atelier Autogestito'', ''CSA Astra'', ''Communia'', ''SPA Strike'', ''Cinema Palazzo''<ref>{{Cita web|url=https://www.dinamopress.it/chi-siamo/|titolo=Chi Siamo|sito=DINAMOpress|lingua=it-IT|accesso=2022-12-20}}</ref>.
 
Esistono poi centinaia di esperienze che non fanno riferimento ai network sopracitati, disseminate su tutto il territorio nazionale, come Macao, il CSOA Lambretta, RiMake, il collettivo LUMe (Laboratorio Universitario Metropolitano), il Centro Sociale CasaLoca e il Centro sociale Cantiere di Milano; il Teatro Polivalente Occupato (TPO) e Làbas a Bologna (legati fino al 2015 a Global Project); LaBoje! di [[Mantova]]; il Laboratorio Sociale di Alessandria; l'Exploit di Pisa; il CSOA Gabrio e il Laboratorio Culturale Manituana a Torino, lo Zero81, il Lab. Occ. Ska, il [[Officina 99|Centro Sociale Officina 99]], la Mensa Occupata, l'Asilo Filangeri e il Lido Pola di Napoli; lo Spa Arrow di Cosenza; il C.S.O.A. Scuria di Foggia; il C.S.A. Depistaggio di Benevento; lo Studentato Occupato "Sa Domu" di Cagliari; il C.S.A. Jan Assen (ex Asilo Politico) di Salerno; lo Spazio di Mutuo Soccorso Bread&Roses di Bari.
 
Sono presenti anche riviste e blog vicine al pensiero operaista e post-operaista; fra queste Euronomade ed Effimera.
 
Inoltre, il patrimonio teorico dell'Autonomia Operaia è stato ispiratore della critica alla [[globalizzazione]], promossa dal [[movimento no-global]], con particolare riferimento alle teorie esposte da Toni Negri a partire dalla pubblicazione di ''Impero''.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*Sergio Bianchi e [[Lanfranco Caminiti]] (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 1''. Roma, [[DeriveApprodi]], 2007. ISBN 978-88-89969-01-4
*Sergio Bianchi e Lanfranco Caminiti (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 2''. Roma, DeriveApprodi, 2007. ISBN 978-88-89969-35-9
*Sergio Bianchi e Lanfranco Caminiti (a cura di). ''Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 3''. Roma, DeriveApprodi, 2008. ISBN 978-88-89969-57-1
*Giorgio Ferrari e G. Marco D'Ubaldo (a cura di). ''Gli autonomi. L'autonomia operaia romana. Vol. 4''. Roma, DeriveApprodi, 2017.
*Donato Tagliapietra (a cura di). ''Gli autonomi. L'autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Vol. 5''. Roma, DeriveApprodi, 2019.
*Giacomo e Piero Despali (a cura di). ''Gli autonomi. Storia dei collettivi politici veneti per il potere operaio. Vol. 6''. Roma, DeriveApprodi, 2020.
*AA.VV., ''Centri sociali: geografie del desiderio'', Milano, [[Shake Edizioni]] Underground, 1996.
*AA.VV., ''Comunità virtuali. I centri sociali in Italia'', Roma, [[manifestolibri]], 1994.
*AA.VV., ''Millenovecentosettantasette'', Roma, manifestolibri, 1997.
*AA.VV., ''Sarà un risotto che vi seppellirá'', Milano, SquiLibri, 1976.
*AA.VV., ''Settantasette'', voll. 4, Roma, il manifesto, sd.
*AA.VV., ''Settantasette. La rivoluzione che viene'', Roma, [[Castelvecchi]], 1997.
*AA.VV., ''Una sparatoria tranquilla. Per una storia orale del '77'', Roma, [[Odradek Edizioni|Odradek]], 1997.
*[[Nanni Balestrini]], ''Gli invisibili'', Milano, [[Bompiani]], 1987.
*N. Balestrini e P. Moroni, ''[[L'orda d'oro]]. 1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica e esistenziale'', Milano, [[Feltrinelli]], 1997.
*Luca Villoresi, ''E venne l'anno della compagna P38'', Roma, ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', 10 febbraio 1997, pp.&nbsp;14–15.
*[[Franco Berardi]] (Bifo), ''La strana utopia di Potere Operaio'', Roma, Castelvecchi, 1998.
*F. Berardi, ''Chi ha ucciso Majakovskij?'', Milano SquiLibri, 1977.
*Gian Ruggero Manzoni - Emilio Dalmonte, Pesta duro e vai trànquilo, Milano, Feltrinelli, 1980.
*P. Bernocchi, ''Dal '77 in poi'', Pomezia, Erre emme edizioni, 1997.
*[[Pablo Echaurren]], ''Parole ribelli. I fogli del movimento del '77'', Roma, [[Stampa Alternativa]], 1997.
*M. Grispigni, ''Il settantasette'', Milano, [[Il Saggiatore (casa editrice)|il Saggiatore]], 1997.
*Klemens Gruber, ''L'avanguardia inaudita'', Milano, [[Costa & Nolan]], 1997.
*A. Ibba, ''Leoncavallo. 1975-1995: vent'anni di storia autogestita'', Genova, Costa & Nolan, 1995.
*G. Lerner, L. Manconi, M. Sinibaldi, ''Uno strano movimento di strani studenti. Composizione, politica e cultura dei non garantiti'', Milano, Feltrinelli, 1978.
*C. Salaris, ''Il movimento del settantasette'', Bertiolo, AAA Edizioni, 1997.
*{{Cita libro|autore=Dolores Negrello|altri=contributi di Alberto Galeotto, Giuliano Lenci, Vittorio Marangon|titolo=Il PCI padovano nell'ultimo '900: dissensi e antagonismi politici|editore=FrancoAngeli|data=2004|ed=1|url=http://books.google.it/books?id=rS-R2c7f0-MC&printsec=frontcover&dq=l+PCI+padovano+nell%27ultimo+%27900:+dissensi+e+antagonismi+politici&hl=it&sa=X&ei=7oJpUsKpKIWrhAfuqIHYDA&ved=0CDYQ6AEwAA#v=onepage&q=l%20PCI%20padovano%20nell%27ultimo%20%27900%3A%20dissensi%20e%20antagonismi%20politici&f=false|accesso=24 ottobre 2013|ISBN=88-464-5199-6|cid=Do}}
*P. Tripodi, ''Settesette. Una rivoluzione, la vita '', Milieu edizioni, Milano, 2012.
*E. Quadrelli, ''Autonomia operaia'', NdA Press, Rimini ISBN 978-88-89035-93-1.
*[[Giorgio Bocca]], ''Gli anni del terrorismo'', [[Armando Curcio Editore]] 1988
 
== Voci correlate ==
*[[Anni di piombo]]</br>
*[[RadioAvanguardia Aliceoperaia]]</br>
*[[Potere Operaio]]</br>
*[[Lotta Continua]]</br>
*[[Brigate Rosse]]
*[[Disobbedienti]]
*[[Leoncavallo (centro sociale)]]
*[[Lotta Continua]]
*[[Marxismo consiliarista]]
*[[Movimento del Settantasette]]
*[[Operaismo]]
*[[Potere Operaio]]
*[[Radio Alice]]
*[[Tute Bianche]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*[{{cita web|http://www.tmcrew.org/memoria/mao/|Per Storiail dimovimento dell'Autonomia] Operaia}}
*{{cita web|http://www.bibliotecamarxista.org/volantini/aut%20op/con%20fon%20moz%20conc.htm|Mozione del Convegno di fondazione}}
*[http://www.nelvento.net/archivio/68/autonomia/autop.htm Documenti politici]
*{{cita web |1=http://www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000690.html |2=Speciale "7 aprile": il venticinquennale su Carmillaonline |accesso=20 dicembre 2007 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071217104004/http://www.carmillaonline.com/archives/2004/04/000690.html# |dataarchivio=17 dicembre 2007 |urlmorto=sì }}
*[http://www.bibliotecamarxista.org/volantini/aut%20op/con%20fon%20moz%20conc.htm Mozione del Convegno di fondazione]
 
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