Armistizio di Cassibile: differenze tra le versioni

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Il giurista e scrittore [[Salvatore Satta]], nel suo libro di riflessioni ''De profundis'' del 1948, definì l'8 settembre la "morte della patria", con riferimento all'implosione dell'intero apparato statale costruito dopo il [[Risorgimento]], aggiungendo che «la morte della patria è certamente l'avvenimento più grandioso che possa occorrere nella vita dell'individuo».<ref name=Ciarla>{{Cita web |url=https://pistolato.wordpress.com/2015/05/17/la-morte-della-patria-ernesto-galli-della-loggia/ |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231122023703/https://pistolato.wordpress.com/2015/05/17/la-morte-della-patria-ernesto-galli-della-loggia/|autore=Giovanni Pistolato |titolo="La morte della patria", Ernesto Galli della Loggia}}</ref>
 
L'espressione fu riscoperta da [[Ernesto Galli della Loggia]] in un convegno del 1993<ref name=Galli>{{Cita news |url=http://www.corriere.it/speciali/8settembre/loggia.shtml?refresh_ce-cp |autore=Ernesto Galli della Loggia |titolo=La morte delle patrie: così entrò in crisi lo stato-nazione |rivista=Corriere della sera |data=8 settembre 2003}}</ref> e ripresa da [[Renzo De Felice]] nel libro-intervista ''[[Rosso e Nero (De Felice)|Rosso e Nero]]'' del 1995.:<ref name=Rinaldi>{{Cita libro |url=http://www.italia-liberazione.it/novecento/rinaldi3.htm |autore=Giuseppe Rinaldi |titolo=L'8 settembre e la "morte della patria"}}</ref> Entrambientrambi questi storici hanno sostenuto che il Risorgimento avesse creato un sentimento nazionale italiano che, crollato l'8 settembre, non è più rinato. Galli della Loggia ha poi addirittura intitolato ''[[La morte della patria]]'' un suo libro del 1996,<ref name="Rinaldi" /> facendo di questa tesi l'argomento dell'intero libro; ha in particolare approfondito come la [[Resistenza italiana|Resistenza]] non abbia potuto creare un nuovo sentimento nazionale perché era divisa fra più "anime", alcune delle quali di sentimenti più internazionalisti, se non addirittura contrari agli interessi nazionali (con riferimento al fatto che il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] sostenesse le rivendicazioni [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|jugoslave]] in [[Venezia Giulia]]).<ref name="Ciarla" />
 
QuestoLe librotesi scatenòdi Galli della Loggia, riproposte in più occasioni, hanno inevitabilmentescatenato una prolungata discussione,<ref name=":0" /> in cui storici e politici vicini alla Resistenza criticarono la tesi della "morte della patria".; Frafra gli storici si possono citare [[Claudio Pavone]] (''[[Una guerra civile]]'', 1991) e [[Nicola Tranfaglia]].,<ref>{{Cita web |url=http://www.eticapa.it/eticapa/wp-content/uploads/2013/10/Recensione-di-Nicola-TRANFAGLIA-a-LA-MORTE-DELLA-PATRIA.pdf |titolo=Recensione di Nicola Tranfaglia all'edizione del 1996 del volume: LA MORTE DELLA PATRIA di Ernesto Galli della Loggia}}</ref> Sullae sulla questione prese la parola anche il [[Presidente della Repubblica italiana|Presidente della Repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]], nel 2001, al ritorno da [[Cefalonia]], dove aveva commemorato il [[Eccidio di Cefalonia|massacro]] della [[33ª Divisione fanteria "Acqui"|Divisione "Acqui"]]. Tutti costoro hanno sostenuto che la Resistenza e la [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]] hanno efficacemente fatto rinascere un sentimento nazionale italiano.<ref name=":0">{{Cita news |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/05/ciampi-la-patria-polemica.html |autore=Stefano Caviglia |titolo=Ciampi e la Patria, è polemica |rivista=La Repubblica |data=5 marzo 2001}}</ref>
Galli della Loggia ha addirittura intitolato un suo libro del 1996 ''La morte della patria'',<ref name=Rinaldi/> facendo di questa tesi l'argomento dell'intero libro. Ha in particolare approfondito come la [[Resistenza italiana|Resistenza]] non abbia potuto creare un nuovo sentimento nazionale perché era divisa fra più "anime", alcune delle quali di sentimenti più internazionalisti, se non addirittura contrari agli interessi nazionali (con riferimento al fatto che il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] sostenesse le rivendicazioni [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|jugoslave]] in [[Venezia Giulia]]).<ref name=Ciarla/>
 
Questo libro scatenò inevitabilmente una discussione, in cui storici e politici vicini alla Resistenza criticarono la tesi della "morte della patria". Fra gli storici si possono citare [[Claudio Pavone]] (''[[Una guerra civile]]'', 1991) e [[Nicola Tranfaglia]].<ref>{{Cita web |url=http://www.eticapa.it/eticapa/wp-content/uploads/2013/10/Recensione-di-Nicola-TRANFAGLIA-a-LA-MORTE-DELLA-PATRIA.pdf |titolo=Recensione di Nicola Tranfaglia all'edizione del 1996 del volume: LA MORTE DELLA PATRIA di Ernesto Galli della Loggia}}</ref> Sulla questione prese la parola anche il [[Presidente della Repubblica italiana|Presidente della Repubblica]] [[Carlo Azeglio Ciampi]], nel 2001 al ritorno da [[Cefalonia]] dove aveva commemorato il [[Eccidio di Cefalonia|massacro]] della [[33ª Divisione fanteria "Acqui"|Divisione "Acqui"]]. Tutti costoro hanno sostenuto che la Resistenza e la [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]] hanno efficacemente fatto rinascere un sentimento nazionale italiano.<ref>{{Cita news |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/05/ciampi-la-patria-polemica.html |autore=Stefano Caviglia |titolo=Ciampi e la Patria, è polemica |rivista=La Repubblica |data=5 marzo 2001}}</ref>
 
== Nella cultura di massa ==