Storia del cristianesimo: differenze tra le versioni
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[[File:Eucharistic_bread_and_fish.jpg|miniatura|300px|I simboli [[Arte paleocristiana|paleocristiani]] dei pani e dei pesci presso le [[catacombe di San Callisto]] di [[Roma]]]]
La '''storia del cristianesimo''' tratta della storia della [[Cristianesimo|religione cristiana]] e delle sue istituzioni dalle [[origini del cristianesimo]] nel [[I secolo]] in
Il cristianesimo inizialmente si diffuse
▲Il cristianesimo inizialmente si diffuse, da [[Gerusalemme]], in tutto il [[Vicino Oriente]]. Nel IV secolo fu adottato come [[religione di Stato]] dall'[[Regno d'Armenia|Armenia]] nel 301, in [[Regno di Axum|Etiopia]] nel 325, in [[Iberia caucasica|Georgia]] nel 337 e, infine, dall'[[Impero romano]] nel 380. Si diffuse in tutta Europa nel [[Medioevo]] e continuò ad espandersi nel mondo con le [[Esplorazioni geografiche#Le grandi scoperte|grandi scoperte]] dal Rinascimento in poi diventando la [[Religioni maggiori|maggiore religione al mondo]].<ref>{{cita web|url=http://www.adherents.com/Religions_By_Adherents.html|titolo=Religions by Adherents|editore=Adherents.com|accesso=26 dicembre 2011|dataarchivio=15 giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080615140203/http://www.adherents.com/Religions_By_Adherents.html|urlmorto=sì}}</ref> Durante la propria storia, i cristiani hanno sia subito che inflitto [[Persecuzione dei cristiani|persecuzioni]], conosciuto [[Scisma|scismi]] e lotte, talvolta anche cruente, ingaggiate sia tra diverse correnti interne allo stesso cristianesimo sia contro altre religioni. Le prime sono derivate da dispute teologiche che hanno sancito la nascita di diverse Chiese distinte. Le confessioni principali del cristianesimo sono la [[Chiesa cattolica]] romana, la [[Chiesa ortodossa]] orientale e le varie [[Chiese protestanti]]. Le lotte contro altre religioni furono principalmente condotte in due fasi: nei primi secoli contro il [[paganesimo]] e durante il [[Medioevo]] contro gli ebrei<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sara|cognome=Lipton|data=1995|titolo=The Root of All Evil: Jews, Money and Metaphor in the Bible Moralisée|rivista=Medieval Encounters|volume=1|numero=3|pp=301–322|accesso=2021-02-12|doi=10.1163/157006795x00019|url=http://dx.doi.org/10.1163/157006795x00019}}</ref> e l'[[Islam]], attraverso le [[crociate]] (ad eccezione della [[crociata contro i catari]], diretta verso una corrente minoritaria di cristiani).
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Secondo quanto raccontano gli ''[[Atti degli Apostoli]]'', a pochi anni dalla [[morte di Gesù]], avvenuta tra il 26 e il 36, il gruppo dei suoi discepoli si ricompose a [[Gerusalemme]] sotto la guida dei [[dodici apostoli]] formando una comunità che doveva contare alcune migliaia di ebrei.<ref name="At1,23-25">{{Cita passo biblico|At|1,23-25}}.</ref> Agli apostoli presto si affiancarono [[sette diaconi]] che dovevano provvedere alle necessità materiali del gruppo e alle opere caritatevoli, ma che poi si dedicarono anche loro alla predicazione.<ref>{{Cita passo biblico|At|6,1-6}}.</ref> I rapporti con le autorità giudaiche dell'epoca non furono semplici e la comunità cristiana fu vittima di sospetti e persecuzioni; il diacono [[Stefano protomartire|Stefano]] venne condannato alla [[lapidazione]] con l'accusa di [[blasfemia]] ed è annoverato per essere stato il primo [[martire]] cristiano.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 90-91}}.</ref><ref>{{cita|Mattei, 2020|pp. 109-110}}.</ref> Con la cristianizzazione del [[centurione]] [[Cornelio (Bibbia)|Cornelio]] ebbe inizio la conversione dei [[paganesimo|pagani]],<ref>{{Cita passo biblico|At|10}}.</ref> dando vita al problema dell'accettazione all'interno della comunità di fedeli non [[circoncisione|circoncisi]], come erano quelli che non provenivano dall'ebraismo. Per dirimere la questione, intorno al 49-52, si tenne quello che è conosciuto come [[concilio di Gerusalemme]] che decise che a loro non dovesse venire imposta la [[Halakhah|legge mosaica]].<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 93-94, 103-104}}.</ref>
Nel frattempo il cristianesimo andava a diffondersi per tutto l'[[Impero
Una volta uscita dai confini del giudaismo, i cristiani si trovarono a confrontarsi con la [[religione romana]], dovendo “inserirsi in un ordinamento politico che poneva determinate richieste religiose di tipo totalitario”.<ref name=Brox19>{{cita|Brox, 2009|p. 19}}.</ref> Per i cittadini romani, le vicissitudini dello stato e la volontà degli dei erano inseparabili e da essi dipendeva la sorte dell'impero.<ref>{{cita|Brox, 2009|p. 20}}.</ref> È chiaro che la presenza delle comunità cristiane che si sottraevano ai tradizionali e obbligatori rituali era per molti vista come una minaccia alla ''[[Pax deorum]]'', la situazione di concordia tra divinità e cittadini su cui si basavano le fortune dell'Impero.<ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 23, 38}}.</ref> La persecuzione di [[Nerone]] scoppiò nel 64, quando i cristiani furono accusati di avere appiccato il [[Grande incendio di Roma]] che distrusse gran parte della città.<ref>{{cita|Mattei, 2020|pp. 132-133}}.</ref><ref>{{cita|Brox, 2009|p. 45}}.</ref>
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[[File:Stcyprian.jpg|miniatura|verticale|sinistra|Icona raffigurante il [[vescovo di Cartagine]] [[Tascio Cecilio Cipriano]]]]
Con l'intensificarsi delle persecuzioni si accentuò il problema dei ''[[lapsi]]'', ovvero quei cristiani che avevano rinnegato la fede per sottrarsi alle persecuzioni, ritornando a professare il [[paganesimo]]. Vi erano due diverse posizioni: quella più intransigente, perorata soprattutto dai vescovi nordafricani e asiatici, che chiedeva un nuovo [[battesimo]] affinché gli [[apostasia|
Del momento di sbandamento della comunità romana approfittò il presbitero [[Novaziano]], sostenitore della linea più intransigente, che arrivò ad autoproclamarsi vescovo di Roma, dando vita ad un profondo [[scisma]] nel mondo cristiano che perdurò per secoli.<ref name=Duffy37>{{cita|Duffy, 2001|p. 37}}.</ref> Contestualmente si aprì il dibattito sulla validità del [[battesimo]] amministrato da vescovi seguaci di Novaziano, quindi eretici. Grazie all'energica posizione di [[papa Stefano I|Stefano I]] si stabilì che il battesimo non potesse dipendere dallo stato di grazia di chi lo amministrava, soluzione che incontrò il dissenso dei vescovi orientali e nordafricani. Era la prima volta che il vescovo di Roma invocava la sua superiorità in materia teologica in quanto successore dell'apostolo Pietro.<ref>{{cita|Duffy, 2001|pp. 40-41}}.</ref><ref name=Filoramo251>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|p. 251}}.</ref>
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[[File:Nicaea_icon.jpg|miniatura|Icona raffigurante l'imperatore [[Costantino]] al centro con ai lati i vescovi del [[concilio di Nicea]] che sorreggono il testo del [[simbolo niceno-costantinopolitano]] del 381]]
Quando, nel 306, [[Costantino]] divenne imperatore la religione cristiana conobbe una legittimazione e
Oltre a legittimare il cristianesimo, Costantino si propose come garante della sua unità, ritenendo che da essa discendesse anche l'unità del suo impero. Per questo, si trovò personalmente a dover affrontare la questione dell'[[arianesimo]], una dottrina secondo la quale il [[Figlio di Dio]], in quanto "generato", non poteva essere considerato Dio allo stesso modo del Padre; una posizione teologica in netto contrasto con l'ortodossia cristiana con gravi conseguenze teologiche.<ref>{{cita|Duffy, 2001|p. 46}}.</ref><ref name=Brox62>{{cita|Brox, 2009|p. 62}}.</ref> Nel tentativo di dirimere la controversia, l'imperatore convocò nel 325 [[Concilio di Nicea I|un concilio a Nicea]], con lo scopo di stabilire definitivamente il [[dogma]] della Trinità che si concluse con la condanna delle dottrine ariane;
==== La società cristiana del dopo Costantino ====
[[File:Orient méditerranéen de l'Empire romain - Mosaïque byzantine -2.JPG|thumb|sinistra|Un [[mosaico]] [[
Sebbene la religione di stato romana fosse rimasta quella pagana, l'epoca costantiniana rappresentò una svolta senza precedenti per il cristianesimo con effetti che continuarono anche con i suoi successori. Una delle novità conseguenti all'ufficializzazione del cristianesimo furono i frequenti interventi degli imperatori negli affari della Chiesa, anche riguardanti la teologia. Tali ingerenze non furono sempre condivise dai vescovi, che in diverse occasioni sottolinearono la necessità di delimitare le sfere di competenza, un tema che poi proseguirà per secoli.<ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 56, 64-65}}.</ref>
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Sottoposto al vescovo vi era il [[clero]], diviso in superiore ([[presbitero|presbiteri]] e [[diacono|diaconi]]) e inferiore ([[suddiacono|suddiaconi]], [[Accolito|accoliti]], [[Ostiario|ostiari]] e [[Lettore (liturgia)|lettori]]). La svolta costantiniana influenzò anche la liturgia che divenne più complessa e strutturata, con sostanziali differenze tra Oriente e Occidente. La festa più importante era la [[Pasqua]], mentre il [[Natale]] iniziò ad essere festeggiato dalla metà del IV secolo.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 361-364, 376-377}}.</ref>
Tra i riti, quello del [[battesimo]] rimaneva il principale, anche per la riaffermazione del [[peccato originale]] da parte di [[Sant'Agostino]] verso la fine del IV secolo. Ai peccatori era concesso di redimersi grazie alla [[Penitenza (sacramento)|penitenza]] che doveva essere pubblico e amministrato da un vescovo. La [[messa]] era divisa in due parti: la prima, pubblica, incentrata sulla lettura dei testi sacri; la seconda parte, riservata ai battezzati, focalizzata sull'[[
La necessità di accogliere un sempre maggior numero di fedeli non più in clandestinità, iniziarono ad essere edificati [[battistero|battisteri]] e le [[Basilica (architettura cristiana)|basiliche]]. Grandi edifici, spesso realizzati riconvertendo i vecchi santuari pagani, sorsero a Roma, in Palestina, ad Antiochia, a [[Betlemme]], a Gerusalemme, a [[Treviri]] e a Costantinopoli.<ref name=Filoramo360>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|p. 360}}.</ref>
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[[File:Sainta15.jpg|thumb|verticale|sinistra|Icona raffigurante il vescovo [[Sant'Atanasio]], uno dei più strenui difensori del credo niceno contro l'[[arianesimo]]]]
A seguito della morte dell'imperatore Costantino, avvenuta nel 337, l'impero venne diviso tra i suoi tre figli maggiori e ciò accentuò ancora di più la divisione della Chiesa, con l'Occidente e l'Egitto prevaletemene aderenti al [[Credo religioso|Credo]] niceno, e l'oriente sempre più incline ad accogliere le tesi ariane. Un fallito tentativo di riavvicinamento si ebbe con il [[concilio di Sardica]] del 343. I decenni seguenti furono contraddistinti da gravi episodi di scontro tra le due confessioni; in Oriente, l'imperatore [[Costanzo II]] depose numerosi vescovi niceni per sostituirli con ariani a lui maggiormente graditi, spesso ricorrendo anche alle armi, mentre in Occidente il credo ariano non riuscì ad essere imposto solo per la tenace resistenza di alcuni vescovi come [[Eusebio di Vercelli]], [[Lucifero di Cagliari]], [[Dionisio di Milano]] e [[Ilario di Poitiers]]. Vittima delle turbolenze fu anche [[papa Liberio]] (352-366) che, a seguito
Il processo di cristianizzazione dell'impero del dopo Costantino fu un processo lento e talvolta discontinuo. Una battuta di arresto si ebbe con l'imperatore [[Flavio Claudio Giuliano]] che intraprese, pur senza successo, una politica di riforma e di restaurazione della [[religione romana]] classica. Non ci furono comunque persecuzioni, ma Giuliano si guadagnò il soprannome di "Apostata" dai cristiani, che lo considerarono comunque come un persecutore. Dopo il brevissimo regno di [[Gioviano]], si ebbero nuovamente due imperatori, [[Valentiniano I]] e [[Valente (imperatore)|Valente]], cristiani convinti, tuttavia di credo differente, con Valente ariano e Valentiniano fedele al Credo di Nicea. Fu in particolare il primo che intraprese una politica religiosa intransigente, con un aperto sostegno alla confessione ariana, bandendo nuovamente i vescovi niceni e imponendo quelli a lui fedeli. Nel frattempo, nel 366, a Roma si consumava un nuovo scisma, con due fazioni a sostenere due nuovi pretendenti al papato: da una parte i sostenitori del diacono [[Antipapa Ursino|Ursino]], dall'altra quelli di [[Papa Damaso I|Damaso]], con quest'ultimo che prevalse dopo diversi spargimenti di sangue. Il pontificato di Damaso è tuttavia ricordato anche per la sua forte personalità, che gli permise di lottare contro le eresie e contro l'arianesimo, nonché di rafforzare il primato della sede di Roma. In quest'ottica, Damaso iniziò un'opera di “latinizzazione” del cristianesimo, culminata con l'affidamento a [[Sofronio Eusebio Girolamo]] della traduzione in [[lingua latina|latino]] della [[Bibbia]], chiamata poi ''[[Vulgata]]''.<ref>{{cita|Duffy, 2001|p. 58}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 303-304-310-311}}.</ref>
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[[File:Icon St. Cyril of Alexandria.jpg|miniatura|verticale|sinistra|Il vescovo [[Cirillo d'Alessandria]]]]
Nel 429, a seguito di alcune prese di posizione del vescovo [[Atanasio di Alessandria]], si impose il problema di quale fosse il termine preciso da attribuire alla [[Vergine Maria]]: se madre di Dio (''[[Theotókos]]'') o madre di Cristo (''[[Christotókos]]''). Secondo le conclusioni di Nicea la Chiesa asseriva [[consustanzialità]], cioè la stessa natura, di Cristo e di Dio; tuttavia l'arcivescovo di Costantinopoli [[Nestorio]], preoccupato di possibili ambiguità, propose che Maria fosse solo madre dell'uomo e non del Dio.<ref>{{cita|Brox, 2009|p. 164}}.</ref> Il [[Patriarcato di Alessandria|vescovo di Alessandria]] [[Cirillo di Alessandria|Cirillo]] informò il papa di ciò, contestando tali conclusioni. Nestorio, dal canto suo sapeva di avere l'appoggio dell'imperatore [[Teodosio II]] e dei teologi [[Andrea di Samosata]] e [[Teodoreto di Cirro]].<ref>{{cita|Brox, 2009|p. 165}}.</ref><ref>{{cita|Brox, 2009|p. 166}}.</ref> Fu proprio l'imperatore che dovette intervenire personalmente convocando un [[concilio di Efeso|concilio a Efeso]] nel giugno 431. Cirillo riuscì a far deporre Nestorio, che, dal canto suo, aveva rifiutato di presentarsi.<ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 166-167}}.</ref> I sostenitori di Nestorio dettero però vita, sempre ad [[Efeso]], ad un concilio parallelo in cui, a loro volta, deposero Cirillo e i suoi sostenitori. Giunti così ad una situazione di stallo, l'imperatore si risolse a sciogliere il concilio senza una posizione condivisa. Tuttavia, nel 433, i due schieramenti arrivarono a un compromesso con la stesura della cosiddetta "[[formula d'unione]]". Nel 435 Nestorio venne comunque
La pace raggiunta venne rotta tra il 447 e il 448 del monaco [[Eutiche]], sostenitore di Cirillo e antinestoriano, la cui predicazione asseriva che la divinità di Cristo fosse talmente preponderante da assorbire la natura umana, una dottrina conosciuta come [[monofisismo]]. Un sinodo convocato il 22 novembre 448 a Costantinopoli condannò Eutiche, che tuttavia godeva dell'appoggio del nuovo patriarca alessandrino, [[Dioscoro I di Alessandria]]. Il [[secondo concilio di Efeso]] del 449, convocato nel tentativo di risolvere la questione, venne contraddistinto da violenze e intimidazioni da parte dei sostenitori di Eutiche e Dioscoro che arrivarono ad impedire perfino la lettura dello sgradito trattato cristologico ''Tomus ad Flavianum'' inviato da [[papa Leone Magno]].<ref>{{cita|Duffy, 2001|pp. 64-66}}.</ref> Tale contesto farà sì che il concilio, che non sarà riconosciuto tra quelli ufficiali, passasse alla storia come il "brigantaggio di Efeso".<ref name="cita-Brox-2009-pp169-170">{{cita|Brox, 2009|pp. 169-170}}.</ref>
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Il vantaggio dei sostenitori della dottrina monofisita cessò nel 450 quando a Teodosio II succedette l'imperatrice [[Pulcheria]] con il consorte [[Marciano (imperatore)|Marciano]]. Fedeli all'ortodossia del primo concilio di Efeso, i due imperatori riallacciarono i rapporti con Roma, esiliarono Eutiche e convocarono per il maggio del 451 un concilio ecumenico con l'obiettivo di ripristinare la pace religiosa. Al [[concilio di Calcedonia]] presero parte circa 500 vescovi provenienti quasi interamente dall'oriente, la delegazione occidentale fu particolarmente esigua. Nelle conclusioni finali venne citato il [[simbolo niceno-costantinopolitano]] come "credo" ortodosso, respinte come errori le dottrine nestoriane e del monofisismo, e affermata la natura di Cristo consustanziale al padre e con due nature, divina e umana, unite senza separazione o confusione ([[Diofisismo]]). Venne, inoltre, raffermata al definizione di "Madre di Dio" (''[[Theotókos]]'') per Maria.<ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 170-171}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 350-351}}.</ref>
Calcedonia stabilì una struttura gerarchica della Chiesa, riconoscendo i cinque grandi [[Patriarcato (cristianesimo)|patriarcati]] ([[Pentarchia]]): Roma, Costantinopoli, Alessandria, Gerusalemme e Antiochia. A Costantinopoli venivano attribuiti gli stessi titoli e privilegi di Roma, ma restava formalmente inferiore ad essa in campo teologico.<ref name=Filoramo351>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|p. 351}}.</ref><ref>{{cita|Brox, 2009|p. 172}}.</ref> Le conclusioni calcedonesi non furono, tuttavia, accettate da tutte le Chiese cristiane dell'epoca. La Chiesa [[Egitto|egiziana]], seguita da quella [[Etiopia|etiope]], rimase legata al [[monofisismo]] con una seguente spaccatura che darà origine alla [[Chiesa copta]]. Altre chiese orientali, in particolare quella di [[Siria (regione storica)|Siria]], non riconobbero i canoni di Calcedonia e daranno origine alle "Chiese precalcedonesi", fedeli alle dottrine dei precedenti concili ecumenici. Anche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli vi fu un progressivo allontanamento, non tanto per questioni teologiche, ma soprattutto a causa del contesto storico conseguente alle [[invasioni barbariche|invasioni dei popoli germanici]] a occidente.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 351-352, 392}}.</ref>
==== Papa Leone Magno e la caduta dell'Impero romano d'Occidente ====
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Il vescovo di Roma [[papa Leone I]], detto ''Magno'', venne eletto il 29 settembre 440 e il suo pontificato è ricordato per essere stato il più importante del primo cristianesimo, nonostante l'impero romano d'occidente si stesse disgregando a seguito delle [[invasioni barbariche]]. Strenuo difensore del primato del vescovo di Roma, grazie a un'intensa attività diplomatica, impose la sua giurisdizione sugli altri vescovi in Occidente, mentre i rapporti con l'Oriente si facevano sempre più radi. Leone si trovò anche a doversi opporre al tentativo di costituzione di un patriarcato della [[Gallia]], promosso dal vescovo [[Ilario di Arles]], con cui tuttavia arrivò a una pacificazione.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 401-402}}.</ref> Gli storici hanno sottolineato come Leone Magno abbia "conferito al papato la sua forma definitiva nel mondo classico ponendo basi per le sue successive rivendicazioni dei suoi diritti.".<ref>{{cita|Duffy, 2001|pp. 66-67}}.</ref>
I successori di Leone, morto nel 461, si trovarono a dover gestire le popolazioni germaniche di fede cristiana, ma di confessione [[arianesimo|ariana]], che oramai si erano definitivamente stanziate nell'Impero d'occidente sostituendone progressivamente le istituzioni. [[Papa Ilario]] arrivò a concedere al capo dei [[goti]] [[Ricimero]] di insediare una comunità ariana a Roma con il proprio luogo di culto, successivamente conosciuto come [[
== Età medievale ==
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[[File:Justinian mosaik ravenna.jpg|thumb|L'imperatore [[Giustiniano I]] con il suo seguito, [[Ravenna]], [[Basilica di San Vitale (Ravenna)|Basilica di San Vitale]]. Giustiniano intervenne personalmente nelle controversie [[cristologia|cristologiche]].]]
Dopo la deposizione di [[Romolo Augusto]] del 476 in occidente andarono
In Oriente, nonostante la netta posizione assunta dal [[concilio di Calcedonia]] del 451, le dispute sulla [[Cristologia|natura di Cristo]] non cessarono. Nel 482 l'[[imperatore bizantino]] [[Zenone (imperatore)|Zenone]] promulgò, dietro suggerimento del [[patriarca di Costantinopoli]] [[Acacio (patriarca di Costantinopoli)|Acacio]], l{{'}}''[[Henotikon]]'' ("strumento di unione"). Ciò suscitò una dura reazione da parte di [[papa Felice III]], che lo [[scomunica|scomunicò]], dando vita ad [[scisma acaciano|uno scisma]] tra le due Chiese, per la cui composizione dovettero passare trentaquattro anni, dal 484 al 519, contribuendo ad aumentare ancora le distanze tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli.<ref
L'unità dell'impero venne momentaneamente ripristinata dall'imperatore [[Giustiniano I]], che conquistò parte dell'Occidente dopo una [[Guerra gotica (535-553)|lunga guerra]] che insanguinò l'Italia, causando una profonda crisi nella cristianità occidentale.<ref>{{cita|Azzara, 2006|pp. 22-23}}.</ref><ref>{{cita|Azzara, 2006|pp. 23-24}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|p. 409}}.</ref> Giustiniano si occupò anche di politica religiosa, convocando il [[Concilio di Costantinopoli II]] con l'obiettivo di raggiungere una posizione comune riguardo al [[monofisismo]]; tra le varie conclusioni vennero condannati tre scritti appartenenti a tre teologi del secolo precedente, [[Teodoro di Mopsuestia]], [[Teodoreto di Cirro]] e [[Iba di Edessa]], perché giudicati di tendenza [[nestorianesimo|nestoriana]]. Ciò scatenò la disapprovazione di molti vescovi dell'Italia settentrionale, della Gallia e dell'[[Illiria]], che si dichiararono non più in comunione con gli altri vescovi che avevano accettato la decisione imperiale. Lo "[[scisma tricapitolino]]" durerà quasi un secolo e mezzo, fino a circa il 689.<ref>{{cita|Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|pp. 421-424}}.</ref>
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[[File:Registrum gregorii, san gregorio magno ispirato dalla colomba, 983 miniatura, treviri stadtbiblithek, 19,8x27 cm.jpg|thumb|verticale|sinistra|[[Gregorio Magno]] in [[cattedra]]. [[Miniatura]] del ''[[Registrum Gregorii]]'']]
La restaurazione dell'Impero d'Occidente voluta da Giustiniano ebbe vita breve: nel 568 i [[Longobardi]], guidati da [[Alboino]], invasero gran parte dell'Italia, piegando la debole resistenza bizantina. I saccheggi perpetrati dagli invasori provocarono la rovina di molte chiese e monasteri, mentre l'organizzazione [[diocesi|diocesana]] fu sconvolta dalla fuga di molti vescovi; l'elezione nel 590 dell’energico [[papa Gregorio Magno]] fu provvidenziale perché vi fosse qualcuno in grado di riordinare la struttura ecclesiastica e, nel contempo, mediare tra Longobardi e Impero.<ref>{{cita|Azzara, 2006|pp. 25-26}}.</ref> Durante il suo pontificato, Gregorio mantenne intese relazioni diplomatiche con i principali regni cristiani e, approfittando della fede cattolica della regina longobarda [[Teodolinda]], vicina peraltro ai "tre capitoli", intavolò con lei un dialogo che gli permise di mantenere la pace nella penisola italiana. Verso la seconda metà del [[VII secolo]] i Longobardi si convertirono completamente al cattolicesimo.<ref>{{cita|Azzara, 2006|
Fin dalla fine del [[V secolo]] era iniziato un lungo processo di [[evangelizzazione]] dei popoli [[Paganesimo|pagani]] e [[Arianesimo|ariani]] o [[Semiarianesimo|semi-ariani]] di origine germanica stanziati nel centro e nord Europa.<ref>{{cita|Frank, 2009|p. 9}}.</ref> Secondo la tradizione, la Chiesa [[irlanda|irlandese]] venne fondata da [[san Patrizio]] nel V secolo e fin da subito il [[cristianesimo celtico]] assunse caratteristiche particolari, sviluppatesi attorno ai [[monastero|monasteri]]. Dai monasteri irlandesi partirono monaci sacerdoti che fondarono abbazie e cappelle in tutta Europa; tra i più celebri vi furono l'abate [[Colombano di Bobbio]], fondatore delle abbazie [[Abbazia di Luxeuil|di Luxeuil]], [[Abbazia di San Gallo|San Gallo]] e [[Abbazia di San Colombano|di Bobbio]], [[Disibodo d'Irlanda]] e [[Fridolino di Säckingen]].<ref>{{cita|Frank, 2009|pp. 9-10}}.</ref>
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[[File:Clasm Chludov.jpg|thumb|verticale|Raffigurazioni di Gesù distrutte dagli [[iconoclastia|iconoclasti]], [[miniatura]] del [[Salterio Chludov]], [[IX secolo]]]]
Nel corso del [[VII secolo]] in Oriente ebbe inizio un movimento, detto [[iconoclastia]], di rifiuto del culto delle immagini religiose allora molto in voga. Le prime misure vennero prese nel 725 dall'imperatore [[Leone III Isaurico]] che sostituì il patriarca di Costantinopoli [[Germano I]] con l'iconoclasta [[Anastasio di Costantinopoli|Anastasio]], qualche anno più tardi venne formalmente vietato rappresentare la divinità in modo figurato e non simbolico.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 152-155, 160}}.</ref> Ma
Nel [[IX secolo]] si consumò una nuova crisi fra Occidente e Oriente. Quando l'imperatore [[Michele III]] depose il patriarca di Costantinopoli Ignazio I e al suo posto nominò [[Fozio di Costantinopoli|Fozio]], [[papa Niccolò I]] si sentì legittimato a intervenire in forza del suo primato, intimando all'imperatore di reintegrare Ignazio sulla cattedra costantinopolitana. Fozio rispose convocando nell'867 un sinodo, con cui scomunicò il papa, dichiarandolo deposto, sancendo così [[scisma foziano|uno scisma]] tra le due Chiese; questo durò per circa due anni. Fu ricomposto nell'869 a [[Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880|seguito di un nuovo sinodo]]. Nonostante ciò, i rapporti tra Roma e Costantinopoli erano oramai definitivamente compromessi.<ref>{{cita|Azzara, 2006|pp. 42-43}}.</ref>
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[[File:Kyrill&Method.jpg|thumb|sinistra|verticale|[[Cirillo e Metodio]]]]
Nell'862 [[Rastislav di Moravia|Rastislav]], principe della [[Grande Moravia]], chiese ai Bizantini di inviargli alcuni missionari per formare una chiesa locale. Il patriarca [[Fozio di Costantinopoli]] gli inviò due fratelli: [[Cirillo e Metodio]], ottimi conoscenti del mondo slavo. Fu durante tale missione che Cirillo mise a punto il primo alfabeto slavo, il [[Alfabeto glagolitico|glagolitico]], da cui derivò in seguito il [[cirillico]]. Inizialmente la loro predicazione ebbe successo, ma allo loro morte i loro successori furono cacciati dalla Grande Moravia.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 187-189}}.</ref> Nell'866, il ''[[khan]]'' bulgaro [[Boris I di Bulgaria|Boris I]] (852-889) venne [[battesimo|battezzato]], e con lui tutto il suo popolo. La Bulgaria esitò a schierarsi con Roma o con Costantinopoli, ma alla fine, accettò usi, costumi e tradizioni liturgiche di Bisanzio. La stessa
Nel corso del [[X secolo]] il [[re di Polonia]] [[Mieszko I di Polonia|Mieszko I]], quello di [[re di Ungheria|Ungheria]] [[Stefano I d'Ungheria|Vajk]] e [[Borivoj I]] di [[Boemia]] si convertirono al cristianesimo insieme ai loro rispettivi popoli, oscillando fra l'influenza occidentale e quella di Costantinopoli.
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In Occidente, sulla scia delle riforme monastiche, si sentì la necessità di una riforma completa della Chiesa basata sui valori morali. L'avvio della [[riforma dell'XI secolo]] si deve soprattutto all'imperatore [[Enrico III di Franconia]] e al suo intervento al [[concilio di Sutri]] del 1046 dove impose come nuovo pontefice [[Papa Clemente II|Clemente II]], [[Arcidiocesi di Bamberga|vescovo di Bamberga]] e di spirito autenticamente riformatore.<ref>{{cita|Blumenthal, 1990|pp. 79-80, 86-87}}.</ref> L'impegno dei successivi pontefici e dei teologi che li affiancarono fu fondamentale perché tale processo potesse continuare; essi lottarono duramente contro la [[simonia]] e il [[nicolaismo]], e, nel contempo, rafforzarono l'autorità e l'indipendenza dei vertici della Chiesa. Nel 1059 [[papa Niccolò II]] emanò il ''[[Decretum in electione papae]]'', con il quale si stabilì che l'elezione pontificia si sarebbe svolta durante un sinodo dei [[cardinale|cardinali]].<ref>{{Cita|Montanari, 2006|pp. 138-139}}.</ref><ref>{{cita|D'Acunto, 2020|p. 81}}.</ref> Il grande protagonista della riforma fu [[papa Gregorio VII]] (eletto nel 1073): nel 1075 ribadì il divieto per i laici di investire gli ecclesiastici e, probabilmente nello stesso anno, formulò il ''[[Dictatus papae]]'', ove affermò il principio del primato del papa di Roma e del potere spirituale sull'imperatore e sul potere temporale.<ref>{{cita|Cantarella, 2005|p. 11}}.</ref> Gregorio entrò in conflitto con l'imperatore [[Enrico IV di Franconia]] in quella che è chiamata la "[[lotta per le investiture]]". La disputa, che vedrà [[scomunica|scomuniche]] e deposizioni, penitenze (celebre l'"[[umiliazione di Canossa]]") e ritrattazioni, si concluderà con i successori dei due contendenti, [[papa Callisto II]] e l'imperatore [[Enrico V di Franconia|Enrico V]], che nel 1122 con il [[concordato di Worms]] raggiunsero un compromesso: al papa spettò l'investitura spirituale, mentre l'imperatore si riservò l'investitura temporale dei vescovi e degli abati.<ref name=Treccani>{{Treccani|gregorio-vii-papa-santo_(Enciclopedia-Italiana)/|Gregorio VII papa, santo}}</ref><ref>{{cita|Montanari, 2006|pp. 139-140}}.</ref><ref>{{cita|Blumenthal, 1990|pp. 162-165, 222-223}}.</ref> Dalla riforma la Chiesa cattolica ne uscì profondamente trasformata, assumendo un assetto verticistico basato su un centralismo amministrativo e giuridico simile a quello [[monarchia|monarchico]]. Anche l'attuale organizzazione del clero cattolico, fondata sul celibato e su una netta separazione tra vita laica e consacrata, si deve alla riforma.<ref name="Mont141">{{Cita|Montanari, 2006|p. 141}}.</ref>
Il rafforzamento dell'autorità del vescovo di Roma e la conferma dell'obbligo di [[celibato]] per il clero furono, tuttavia, due dei motivi che contribuirono ad allontanare ancora di più la Chiesa d'Occidente da quella d'Oriente, già da tempo divise su tanti temi, tra cui quello relativo al problema del ''[[Filioque]]''. La crisi ebbe il suo epilogo nel 1054 quando il legato papale [[Umberto di Silva Candida]] e il patriarca [[Michele Cerulario]] si [[scomunica]]rono a vicenda, dando origine al cosiddetto "[[Grande Scisma]]" al
[[File:CouncilofClermont.jpg|thumb|sinistra|[[Papa Urbano II]] al [[concilio di Clermont]] del 1095]]
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[[File:Bernhard von Clairvaux (Initiale-B).jpg|thumb|[[Bernardo di Chiaravalle]] in una [[miniatura]] medievale]]
Uscita vittoriosa dalla [[lotta per le investiture]] e rafforzata dagli esiti della [[riforma dell'XI secolo]], la Chiesa cattolica sperimentò due secoli di grande lustro, anche sul profilo culturale, svolgendo il ruolo di protagonista del cosiddetto [[rinascimento del XII secolo]].<ref>{{cita|Verger, 1997|pp. 54-56}}.</ref> Innanzitutto, il '200 fu il periodo "classico" del [[diritto canonico]]. Intorno al 1140 [[Graziano (giurista)|Graziano]], probabilmente un monaco operante a [[Bologna]] dove si era formata la [[Scuola bolognese dei glossatori|celebre scuola di glossatori]], portò a termine una poderosa compilazione in cui riunì quasi {{formatnum:4000}} scritti che andavano dai testi dei [[padri della Chiesa]], ai canoni dei grandi [[concilio|concili]] e [[sinodo|sinodi]] locali, ai documenti prodotti dai vari [[papa|pontefici]]. Largo spazio venne dato alla produzione di [[
[[File:Innozenz3.jpg|thumb|upright|sinistra|[[Papa Innocenzo III]]]]
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I successori di Innocenzo III furono meno energici nel difendere le prerogative del papato dalle ingerenze politiche dell'impero e degli stati nascenti. In particolare, verso la fine del XIV secoli si consumò un grave scontro tra [[papa Bonifacio VIII]] e il potente re di Francia [[Filippo IV di Francia|Filippo il Bello]]. Se il pontefice intendeva esercitare un'alta autorità sovrana su tutti i regni cattolici, Filippo perseguiva il principio per il quale nel suo regno il re è sciolto da ogni autorità, tanto dell'imperatore tanto del pontefice. Il conflitto che ne seguì degenerò fino a spingere il papa a pensare di scomunicare il re francese, ma, il 7 settembre 1303, due sgherri di Filippo fecero prigioniero Bonifacio nell'episodio passato alla storia come "[[schiaffo di Anagni]]".<ref>{{cita|Martina, 1984|pp. 61-63}}.</ref>
Dopo la morte di Bonifacio, avvenuta poco dopo i fatti di [[Anagni]], e dopo il breve papato di [[Papa Benedetto XI|Benedetto XI]], nel 1305, dopo undici mesi di conclave, i cardinali elessero l'[[Arcidiocesi di Bordeaux|arcivescovo di Bordeaux]], [[papa Clemente V]]. Questi prese l'insolita decisione di non recarsi a [[Roma]], ritenuta insicura, ma di spostare la sede pontificia ad [[Avignone]], nel sud della Francia; qui i papi rimasero fino al 1377, quando [[papa Gregorio XI]] decise di fare ritorno in Italia.<ref>{{cita|Martina, 1984|pp. 64-65}}.</ref> Non c'è unanime consenso tra gli storici riguardo al giudizio sul periodo della "[[cattività avignonese]]"; sebbene tutti concordino sul fatto che i papi, anche se giuridicamente liberi e indipendenti, di fatto subirono l'influsso della monarchia francese, tanto che i sette pontefici avignonesi furono tutti francesi, così come la maggioranza dei cardinali, alcuni commentatori hanno sottolineato di come, in realtà, il papato si fosse emancipato dalle pesanti ingerenze delle famiglie nobili romane.<ref>{{cita|Martina, 1984|p. 65}}.</ref><ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|pp. 278-279}}.</ref> Di certo, durante il soggiorno in [[Provenza]], il papato accrebbe la sua organizzazione, affermandosi come monarchia [[Ierocrazia|ierocratica]] dotata di un apparato burocratico ordinato e strutturato.<ref>{{cita|Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|
=== La cristianità alla fine del Medioevo ===
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Sebbene l'idea di una riforma fosse già da tempo ben consolidata, fu grazie a [[Martin Lutero]] che questa divenne uno dei punti nevralgici e centrali di tutto il XVI secolo. Profondamente turbato dall'idea del [[peccato]] e dopo aver riflettuto su un passo della [[Lettera ai Romani]], Lutero elaborò una teologia in cui si asseriva che per la salvezza dell'anima non era necessario conseguire particolari meriti, ma era sufficiente abbandonarsi all'azione salvifica di Dio: bastava quindi credere per sapersi e sentirsi salvato.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 129-131}}.</ref> Lo scandalo che egli ebbe dalla [[vendita delle indulgenze]] fu l'occasione per rendere pubbliche le sue teorie e nell'ottobre del 1517 compilò le sue [[95 tesi]] che fece circolare tra i teologi del tempo per suscitare un dibattito.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 134-136}}.</ref> Le sue tesi ebbero una diffusione enorme causando effetti dirompenti nella cristianità e non solo. Nel 1520 Lutero, al termine di un processo tenutosi a Roma, venne condannato da [[papa Leone X]] tramite la [[bolla pontificia|bolla]] ''[[Exsurge Domine]]'' a cui seguì la [[scomunica]] dopo il suo rifiuto ad una ritrattazione. Anche l'imperatore [[Carlo V]] [[Carlo V e Martin Lutero|si schierò contro il riformatore]] e fu soltanto grazie alla protezione dell'[[elettore di Sassonia]] [[Federico il Saggio]], che Lutero poté [[Martin Lutero a Worms|presenziare alla dieta di Worms]], in cui venne ribadita la sua condanna, senza che venisse messa a rischio la sua incolumità.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 136-138}}.</ref>.
Negli anni seguenti i principi tedeschi sostenitori della [[riforma luterana]] aumentarono di numero e la Riforma iniziò sempre più ad avere risvolti politici, divenendo un elemento fondamentale non solo degli equilibri di potere all'interno del Sacro Impero, ma penetrando anche nel contesto delle [[guerre d'Italia del XVI secolo]]. L'instabile situazione ebbe tra le sue manifestazioni il tragico [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma del 1527]] ad opera dei [[Lanzichenecchi]], truppe tedesche [[mercenari
[[File:PhilippMelanchthon.jpg|miniatura|verticale|[[Filippo Melantone]], uno dei protagonisti della Riforma]]
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La Riforma non fu un processo che riguardò solo la Germania, ma tutta l'Europa ne fu coinvolta. In [[Svizzera]] e Germania meridionale le [[chiese riformate]] seguirono un percorso quasi parallelo a quelle luterane, ma con aspetti peculiari, che portarono a comporre un mosaico composito di realtà diverse tra loro; tuttavia tutte affondano le loro radici nell'attività riformatrice di [[Ulrico Zwingli]], [[Martin Bucer]] e [[Giovanni Calvino]]. Questi, a differenza di Lutero, non cercarono una Riforma della sola Chiesa, ma di tutta la società. Operarono in un contesto politico fatto di libere città, di fatto autonome dal [[Sacro Romano Impero]] e di conseguenza prive della forte presenza di quei principi tedeschi che, pro o contro, influirono così tanto sul luteranesimo.<ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 31-32}}.</ref>
In [[Inghilterra]] la rottura con Roma del 1534 non fu dovuta solo alle passioni e alle iniziative di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], ma fu l'ultimo atto di un lungo processo, in corso dalla fine del Trecento, che da un lato vedeva aumentare sempre più l'ostilità contro il clero e la gerarchia corrotta, dall'altro tendeva alla costituzione di una Chiesa autonoma dal papa.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 157-158}}.</ref><ref>{{cita|Smolinsky, 1995|p. 77}}.</ref> La causa scatenante fu comunque il rifiuto di [[papa Clemente VII]] di concedere a Enrico la nullità del matrimonio con [[Caterina d'Aragona]]. Il diniego portò il re inglese, dapprima a farsi proclamare nel 1531 capo della Chiesa inglese e tre anni più tardi, con l{{'}}''[[Atto di Supremazia]]'', ad attribuire al sovrano i diritti su di essa che prima spettavano al papa di Roma, senza che la dottrina subisse alcun mutamento. Alla morte del re, la Chiesa inglese era sostanzialmente ancora cattolica: era sì in atto uno [[scisma anglicano|scisma]], ma la fede era ancora quella tradizionale.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 158-159}}.</ref><ref>{{cita|Smolinsky, 1995|p. 78}}.</ref> Fu con il figlio e successore di Enrico, [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo VI]], che vennero introdotte profonde modifiche religiose, cosicché dallo scisma si passò all'[[eresia]]. Nel 1549 venne pubblicato un nuovo rituale liturgico, il ''[[Book of Common Prayer]]'', di stampo protestante, e nel 1553 una professione di fede di tendenze calviniste circa la dottrina eucaristica.<ref>{{cita|Martina, 1993|p. 160}}.</ref> Con il regno di [[Maria I d'Inghilterra|Maria I]] si tentò, anche con il contributo del cardinale [[Reginald Pole]], di addivenire a una restaurazione del cattolicesimo, ma senza successo.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 160-161}}.</ref> Con [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]], succeduta a Maria, l'Inghilterra accolse definitivamente le idee riformatrici che circolavano in Europa.<ref>{{cita|Martina, 1993|p. 165}}.</ref><ref>{{cita|Smolinsky, 1995|p. 79}}.</ref>
==== Concilio di Trento e Controriforma ====
{{Vedi anche|Concilio di Trento|Controriforma}}
[[File:St Ignatius of Loyola (1491-1556) Founder of the Jesuits.jpg|miniatura|verticale|[[Ignazio di Loyola]] in un dipinto di [[
Già da molto prima che Lutero rendesse pubbliche le sue 95 tesi, all'interno della Chiesa cattolica era emersa l’esigenza di procedere verso una riforma complessiva. Nel 1537 una commissione presieduta dal cardinale [[Gasparo Contarini]] produsse il documento conosciuto come ''[[Consilium de Emendanda Ecclesia]]'' in cui veniva analizzata la situazione della Chiesa di Roma, a cui seguivano alcune raccomandazioni sull'adozione di riforme moralizzatrici.<ref name="AgoVidotto">{{cita|Ago e Vidotto, 2021|p. 84}}.</ref><ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 158-159}}.</ref> Il diffuso sentimento verso una rinnovata religiosità riguardò anche il popolo, come dimostra lo sviluppo di associazioni religiose laiche, la nascita di nuovi ordini religiosi e il rinnovamento di quelli più antichi. Un esempio fu la riforma dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]] ad opera di Santa [[Teresa d'Avila]] e San [[Giovanni della Croce]] che dette origine ai [[Ordine dei carmelitani scalzi|carmelitani scalzi]]. All'interno dell'[[ordine francescano]] sorse il ramo [[Ordine dei frati minori cappuccini|cappuccini]] intenzionato a riproporre una più stretta osservanza della [[regola francescana]]. All'interno dei [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]], figure come [[Egidio da Viterbo]] e [[Girolamo Seripando]] furono fondamentali per un rinnovamento all'insegna di una maggiore spiritualità.<ref>{{cita|Filoramo e Menozzi, 2008|pp. 162-164}}.</ref> Nel 1540 venne approvata la regola della [[Compagnia di Gesù]] fondata da [[Ignazio di Loyola]], i cui appartenenti «culturalmente agguerriti e numerosi, esercitarono la loro influenza in campi molteplici diventando l'elemento più dinamico della Chiesa romana»
[[File:Sebastiano Ricci 034.jpg|sinistra|miniatura|[[Sebastiano Ricci]], ''Papa Paolo III ha la visione del Concilio di Trento''. [[Olio su tela]], 1687-1688, [[Piacenza]], [[Palazzo Farnese (Piacenza)|Musei Civici]].]]
Tutti questi movimenti, tuttavia, non avevano nascosto l'esigenza urgente di un [[concilio]] che potesse mettere ordine nella Chiesa occidentale.<ref name="AgoVidotto" /><ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 241-242}}.</ref
[[File:Tridentinum2.jpg|thumb|Sessione solenne del concilio di Trento tenuta nella [[duomo di Trento|cattedrale di San Vigilio]] nel luglio del 1563.]]
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== Quadro storico ==
{{Albero denominazioni cristiane - Mappa attiva}}
==Magistero della Chiesa cattolica==
Il 21 novembre 2024 [[papa Francesco]] ha pubblicato la ''Lettera del Santo Padre Francesco sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa''.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/forte-l-eterno-e-la-misura-dei-tempi-la-teologia|titolo=La riflessione. Bruno Forte: l’Eterno è la misura dei tempi|sito=www.avvenire.it|data=2024-11-23|accesso=2024-11-25}}</ref>
== Note ==
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{{Vedi anche|Bibliografia sulla storia del cristianesimo}}
{{div col|2}}
* {{cita libro|autore=Renata Ago|autore2=Vittorio Vidotto|wkautore2=Vittorio Vidotto|titolo=Storia Moderna|città=Roma|editore=Laterza|anno=2021|isbn=978-88-593-0063-2|sbn=
* {{cita libro|autore=Corrado Augias|wkautore=Corrado Augias|autore2=Mauro Pesce|wkautore2=Mauro Pesce|titolo=Inchiesta su Gesù
* {{cita libro|autore=Elena Bonora|titolo=La Controriforma|città=Roma|editore=GLF editori Laterza|anno=2001|isbn=88-420-6233-2|sbn=
* {{cita libro|autore=Norbert Brox|titolo=Epoca antica|editore=Editrice Queriniana|anno=2009|opera=Storia della Chiesa|isbn=978-88-399-0075-3|sbn=
* {{cita libro|autore=Eamon Duffy|titolo=La grande storia dei papi
* {{cita libro|curatore=Giovanni Filoramo|wkautore=Giovanni Filoramo|curatore2=[[Daniele Menozzi]]|opera=Storia del Cristianesimo|titolo= L'antichità|url=https://archive.org/details/storiadelcristia0000unse_c0t2|editore=Laterza|isbn=88-420-5230-2|anno=1997|città=Roma|autore1=Giovanni Filoramo|autore2=Edmondo Lupieri|autore3=Salvatore Pricoco|wkautore3=Salvatore Pricoco|cid=Filoramo, Lupieri e Pricoco, 1997|sbn=
* {{cita libro|curatore=[[Giovanni Filoramo]]|curatore2=[[Daniele Menozzi]]|opera=Storia del Cristianesimo|titolo=L'età moderna|editore=Laterza|isbn=978-8842065609|anno=2008|città=Roma|autore1=Cesare Alzati|autore2=Paolo Bettiolo|autore3=Emilio Campi|autore4=Roberto Osculati|autore5=Paola Visamara|autore6=Boghos Levon Zekiyan|wkautore6=Boghos Levon Zekiyan|cid=Filoramo e Menozzi, 2008|sbn=
* {{cita libro|autore=Giacomo Martina|wkautore=Giacomo Martina|titolo=La Chiesa nell'età della Riforma|editore=Morcelliana|città=Brescia |annooriginale=1988|anno=1993|cid=Martina, 1993|sbn=
* {{cita libro|autore=Giacomo Martina|titolo=La Chiesa nell'età dell'Assolutismo|editore=Morcelliana|città=Brescia|anno=1990|isbn=978-8837215170|sbn=
* {{cita libro|autore=Paul Mattei|wkautore=Paul Mattei|titolo=Il cristianesimo antico : da Gesù a Costantino|edizione=2. ed.|città=Bologna|editore=Il Mulino|anno=2020|isbn=978-88-15-28618-5|sbn=
* {{cita libro |autore=Barbero Alessandro|wkautore=Alessandro Barbero |titolo=Carlo Magno - Un padre dell'Europa |editore=Laterza |anno=2006 |isbn=88-420-7212-5 |cid=Barbero, 2006}}
* {{cita libro|autore=Isnard Wilhelm Frank|titolo=Epoca medievale|editore=Editrice Queriniana|anno=2009|opera=Storia della Chiesa|isbn=978-88-399-0076-0|sbn=
* {{cita libro|autore=Ute-Renate Blumenthal|titolo=La lotta per le investiture|città=Napoli|editore=Liguori|anno=1990|isbn=88-207-1775-1|sbn=
* {{cita libro|curatore=[[Giovanni Filoramo]]|curatore2=[[Daniele Menozzi]]|opera=Storia del Cristianesimo|titolo= Il Medioevo|editore=Laterza|isbn=88-420-6559-5|anno=2001|città=Roma|autore1=Mario Gallina|autore2=[[Giovanni Tabacco]]|autore3=Grado Giovanni Merlo|cid=Gallina, Tabacco e Merlo, 2001|sbn=
* {{cita libro |autore=Hägermann Dieter |traduttore=G. Albertoni |titolo=Carlo Magno, Il signore dell'Occidente |editore=Einaudi |anno=2004 |isbn=978-88-06-16273-3 |cid=Hägermann, 2004}}
* {{cita libro|autore=Claudio Azzara|titolo=Il papato nel Medioevo|città=Bologna|editore=Il mulino|anno=2006|isbn=88-15-11367-3|sbn=
* {{Cita libro |autore=Jonathan Riley-Smith |titolo=Storia delle crociate |anno=2017 |editore=Mondadori |città=Milano |cid=Riley-Smith, 2017 |ISBN=9788804678113 |SBN=
* {{Cita libro|autore=[[Massimo Montanari]]|titolo=Storia medievale|editore=Laterza|anno=2006|ed=7|isbn=978-88-420-6540-1|cid=Montanari, 2006|sbn=
* {{cita libro|autore=Nicolangelo D'Acunto|wkautore=Nicolangelo D'Acunto|titolo=La lotta per le investiture|editore=Carocci|anno=2020|isbn=978-88-290-0070-8|sbn=
* {{cita libro|autore=Glauco Maria Cantarella|titolo=Il sole e la luna
* {{cita libro|autore=Antonio Padoa-Schioppa|wkautore=Antonio Padoa-Schioppa|titolo=Storia del diritto in Europa
* {{cita libro|autore=Jacques Verger|wkautore=Jacques Verger|titolo=Il rinascimento del XII secolo|editore=Jaca Book|collana=Eredità medievale|anno=1997|isbn=88-16-43307-8|cid=Verger, 1997|sbn=
* {{Cita libro|autore=Edmund Hamer Broadbent|data=1931 |titolo=The Pilgrim Church |anno=1945|url=https://archive.org/details/pilgrimchurchbei0000broa|città=Londra |editore=Pickering & Inglis |isbn=0-7208-0677-1 |lingua=en|cid=Broadbent, 1931}}
* {{cita libro|autore=Christine Chaillot|titolo=Vita e spiritualità delle chiese ortodosse orientali|città=Cinisello Balsamo|editore=San Paolo|anno=2014|isbn=978-88-215-9013-9|sbn=
* {{cita libro|autore=Heribert Smolinsky|città=Brescia|editore=Queriniana|anno=1995|isbn=88-399-0077-2|titolo=Epoca moderna|volume=1|opera=Storia della Chiesa|sbn=
* {{cita libro|autore=Jacques Le Goff|wkautore=Jacques Le Goff|titolo=San Luigi|città=Torino|editore=Einaudi| anno=1996|isbn=978-88-06-12700-8|sbn=
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