Barocco: differenze tra le versioni

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[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6356397.jpg|thumb|[[Gian Lorenzo Bernini]], ''[[La Verità svelata dal Tempo]]''. Roma, [[Galleria Borghese]] (fotografia di [[Paolo Monti]]).]]
[[File:Beata Ludovica Albertoni (Bernini).jpg|thumb|[[Gian Lorenzo Bernini]], ''[[Beata Ludovica Albertoni (Bernini)|Estasi della Beata Ludovica Albertoni]]''. Roma, [[Chiesa di San Francesco a Ripa|San Francesco a Ripa]].]]
 
Il '''Barocco''' è un periodo artistico, ideologico e culturale iniziato a manifestarsi in [[Italia]] tra la fine del XVI e i primi decenni del XVII secolo, e durato in tutta Europa fino alla metà del XVIII secolo<ref>[[Dino Formaggio]], ''Il Barocco in Italia'', Milano, 1960, p. 42: «Il potente respiro del Barocco italiano investe ormai in mille modi diversi e diversamente si riflette nelle corti e nelle società borghesi d'Europa; finché l'originario e vigorosamente paradossale suo fuoco logico, così modernamente vivo di controsignificanze, verrà a spegnersi quasi del tutto tra le lievi grazie dorate del [[Rococò]]».</ref>. Esso abbraccia non solo il mondo dell'architettura e delle arti, ma anche la letteratura, la musica, le scienze e la filosofia.
Il '''barocco''' è il termine utilizzato correntemente per indicare la civiltà [[letteratura|letteraria]], [[filosofia|filosofica]], [[arte|artistica]] e [[musica|musicale]] caratteristica del periodo che va dalla fine del [[XVI secolo]] fino alla seconda metà del [[XVII secolo]]. Per estensione, si indica quindi col nome ''«barocco»'' il gusto legato alle manifestazioni artistiche di questo periodo.
 
In senso stretto l'espressione viene riferita a uno specifico ambito artistico fiorito a [[Roma]] tra il terzo e il quarto decennio del XVII secolo e rappresentato in modo eminente dall'opera di [[Gian Lorenzo Bernini]], [[Francesco Borromini]] e [[Pietro da Cortona]], con cospicui precedenti nell'opera di alcuni autori tardo-cinquecenteschi, come il [[Paolo Veronese|Veronese]], il [[Tintoretto]] e soprattutto i [[Carracci]].<ref>Giuliano Briganti, ''Milleseicentotrenta, ossia il Barocco'', in ''“Paragone”'', 13 (1951), pp. 8-17.</ref> Uno snodo fondamentale è costituito inoltre dall’opera di [[Caravaggio]]<ref> "Il 'realismo' di Caravaggio - caduta ogni impalcatura accademica - diventa la controparte della sua stessa umanità, la suprema obiettività e quindi anche la suprema potenza del suo stile", Stefano Bottari, 1966, ne ''i diamanti dell'arte''</ref>. In senso generale il Barocco è stato definito una «denominazione e qualifica dello stile secentesco: dapprima con senso dispregiativo, a indicare opera o forma goffa, pesante, strampalata, soprattutto artificiosa e involuta; oggi come designazione positiva e storica di quella civiltà letteraria e artistica (compresa tra il [[Rinascimento]] e l'[[Illuminismo]])»<ref>Salvatore Battaglia, ''Grande dizionario della lingua italiana'', vol. II, Torino 1995, p. 76.</ref>.
Il termine deriva da un'antica parola [[Lingua portoghese|portoghese]], ''barueca'', usata per definire una ''perla scaramazza'', ovvero una [[perla]] non coltivata non [[simmetria|simmetrica]]. Proprio per le particolarità del suo stile l'arte barocca si accosta alla perla scaramazza.
 
Lo storico francese [[Fernand Braudel]] individua nell'epoca barocca il punto di massimo irradiamento della civiltà italiana, indicando nel Barocco «una nuova forma di gusto e di cultura, una ‘civiltà' che rivestirà l'intera Europa» e darà vita a «una serie di creazioni moderne», come l'[[opera]], il [[Storia del teatro#Teatro moderno|teatro moderno]] e la [[scienza moderna]]<ref>Fernand Braudel, ''Il secondo Rinascimento: due secoli e tre Italie'', Torino 1986, pp. 84-85.</ref>.
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== Origine del termine ==
==Inquadramento storico==
Il termine "barocco" si riconduce a una duplice origine. Per un verso deriva dal francese ''baroque'', che ricalca il portoghese ''barroco'' e lo spagnolo ''barrueco'', i quali stanno a designare la perla di forma irregolare.<ref>Il primo a fare menzione della perla "''barroco''" sembra essere stato il botanico portoghese [[Garcia de Orta|Garcia da Orta]], che nei suoi ''Coloquios dos simples e drogas da India'', definisce le perle indiane «uns barrocos mal afeiçoados e não redondos, e com aguas mortas» (''Coloquios dos simples e drogas da India'', Goa 1563, colloquio 35, foglio 139 v.). Sull'etimo di ''barroco'' / ''barrueco'' sono state avanzate dai linguisti (p. es. Diez, Körting, Meyer-Lübke e Bloch) varie e curiose ipotesi, come la derivazione dall'arabo ''barraqa'' (“aprire gli occhi”), dal latino ''bis-roca'' (“pietra storta”) o ''verruca'' (“bitorzolo”) e dallo spagnolo ''barro'' (“escrescenza”, a sua volta dal latino ''varus'' “storto”). Cfr. Giovanni Getto, ''Il barocco letterario in Italia'', Milano, Bruno Mondadori, 2000, pp. 391-392.</ref> In quest'accezione il termine è quindi usato per connotare anzitutto una realtà fisica e in seconda battuta le sue ricadute estetiche e psicologiche. Fra coloro che impiegarono ''baroque'' in questo senso, si può ricordare [[Charles de Brosses]], che intorno al 1739 se ne serve per stigmatizzare alcuni innovativi − e a suo giudizio bizzarri − elementi architettonici di [[Palazzo Pamphilj]].
Il [[Concilio di Trento]], conclusosi nel [[1563]], aveva segnato una tappa importante nella cultura cattolica, dettando delle regole precise anche per le arti figurative. L'obiettivo delle pitture e delle sculture nelle chiese doveva essere quello di illustrare anche agli analfabeti gli episodi della [[Bibbia]] e della tradizione cristiana. Questa deriva verso una concezione populistica dell'arte nelle chiese viene considerata dagli storici uno degli elementi portanti delle innovazioni del [[Caravaggio]] e dei [[Fratelli Carracci]], i quali lavorarono a [[Roma]] intorno al [[anni 1600|1600]], disputandosi le varie commesse di lavoro.
 
Le sue prime attestazioni in italiano si riallacciano però a un termine della [[sillogistica]] [[Scolastica (filosofia)|scolastica]], "baròco”. In quest'accezione la voce è di estrazione colta ed è impiegata per designare una realtà intellettuale, logica e metafisica. Nel linguaggio della scolastica “baroco” non è che un artificio per memorizzare un modo della seconda figura sillogistica, quello nel quale la premessa maggiore (indicata con la A di “ba”) è universale affermativa, mentre la premessa minore (indicata con la O di “ro”) e la conclusione (indicata con la O di “co”) sono particolari negative.<ref>Premessa minore e conclusione sono dunque affini (e ciò sta a segnalare l'identità della vocale, O), perché entrambe particolari negative, ma non completamente identiche (e ciò sta a segnalare la differenza di consonante, R e C).</ref> Tale struttura dà vita a un ragionamento che pur non essendo falso risulta tuttavia astruso e stravagante (per esempio: tutti gli uomini sono razionali; alcuni animali non sono razionali; alcuni animali non sono uomini). “Baroco” diventa quindi emblema di ragionamento rigoroso nella forma, ma fragile nel contenuto logico, e l'espressione “argomento in baroco” fa il suo ingresso nell'uso italiano come sinonimo di bizzarria logica, tortuoso ragionamento fine a sé stesso.
Il fascino dello stile barocco era derivato in modo del tutto consapevole dalle agilità e dalle qualità intellettuali dell'arte [[manierismo|manierista]] del [[XVI secolo]], estese fino ad un fascino viscerale che puntava al coinvolgimento dei sensi. Veniva impiegata un'iconografia il più possibile diretta, semplice, ovvia, ma comunque teatrale. L'arte barocca iniziò a delinearsi su certe tendenze all'essenziale e all'eroico di [[Annibale Carracci]] e del suo circolo, trovando ulteriori ispirazioni in altri artisti quali [[Correggio]], [[Caravaggio]] e [[Federico Barocci]] (illustrazione a sinistra), ai quali ci si riferisce come 'proto-barocchi'. Le idee embrionali del barocco si ritrovano anche in [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]]. Una sorta di parallelo è possibile con l'ambito [[musica|musicale]], tanto da rendere espressivo e utile il termine "[[musica barocca]]": ci sono dei fraseggi contrastanti per lunghezza e armonia, il [[contrappunto]] prende piede sostituendo la [[polifonia]], il tono e l'amalgama orchestrale fa la sua apparizione sempre con maggior insistenza. Sono ancora in un numero maggiore i paralleli generali avvertiti da alcuni esperti in [[filosofia]], [[letteratura]] e [[poesia]], ben più difficili da indicare con esattezza.
 
In Italia il contatto fra le due accezioni, vale a dire l'applicazione del concetto di “(argomento in) barocco” all'ambito dello stile, si deve a [[Francesco Milizia (scrittore d'arte)|Francesco Milizia]], che nel suo ''Dizionario delle belle arti e del disegno'' (1797) scrive: «Barocco è il superlativo del bizzarro, l'eccesso del ridicolo. [[Francesco Borromini|Borromini]] diede in delirii, ma [[Guarino Guarini|Guarini]], [[Andrea Pozzo|Pozzi]], [[Carlo Marchionni|Marchione]] nella sagrestia di S. Pietro ecc. in barocco».<ref>Francesco Milizia, ''Dizionario delle belle arti e del disegno'', II, 131. Per una storia del termine "barocco" si veda Bruno Migliorini, ''Etimologia e storia del termine "barocco"'', in ''Manierismo, barocco, rococò'', Roma 1962, pp. 39 e segg. Migliorini segnala anche un terzo etimo, che riconduce il vocabolo a una tipologia di contratto usuraio ("barocchio" o "baroccolo").</ref>
Anche se il Barocco, in molti centri, viene sostituito dal [[Rococò]], che prende le sue mosse in [[Francia]] alla fine del [[anni 1720|1720]], in modo particolare per quanto riguarda gli interni, i dipinti e le arti decorative, l'architettura barocca rimane uno stile attuale e pienamente in uso fino all'avvento del [[Neoclassicismo]] alla fine del [[XVIII secolo]]. Vedi, ad esempio la [[Reggia di Caserta|Reggia]] di [[Caserta]], palazzo barocco (sebbene gli esterni siano alquanto sobri) che non viene iniziato se non nel [[1752]]. I critici, infatti, non parlano più di un "periodo barocco".
 
In ogni caso − sia che si faccia riferimento alle tre sillabe ba-ro-co usate nella [[Scolastica (filosofia)|scolastica]] medievale per indicare un [[sillogismo]] della "seconda figura"<ref>[[Benedetto Croce]], ''Il concetto di Barocco'', in ''La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia'', 23, 1925, pp. 129-143.</ref> sia che si guardi al francese ''baroque'' (cfr. ''[[Dictionnaire de l'Académie française]]'', edizione del 1694) con riferimento ad una perla irregolare (l'italiana "scaramazza"), dallo spagnolo ''barueco'' o dal portoghese ''barroco''<ref>[[René Wellek]], ''The Concept of Baroque in Literary Scholarship'', in ''“The Journal of Aesthetics and Art Criticism”'', vol. 5, n. 2, ''Special Issue on Baroque Style in Various Arts'' (dicembre 1946), pp. 77-109.</ref> ''−'' resta evidente l'originario significato derisorio con cui il termine veniva utilizzato.
Nella pittura, le forme del barocco sono più ampie di quelle manieriste: meno ambigue, meno arcane e misteriore, più vicine a quelle dell'[[opera]], una delle principali forme artistiche del barocco. La posa nel barocco dipende dal ''contrapposto'' ("contrapposizione"), con la tensione che muove i personaggi con le spalle e il bacino che formano dei piani che si muovono in direzioni opposte. Vedi il ''David'' di Bernini (''in basso, a sinistra'').
 
L'uso del vocabolo da parte dei critici e degli storici dell'arte risale comunque alla seconda metà del Settecento (si veda il già citato [[Francesco Milizia (scrittore d'arte)|Francesco Milizia]]). Riferita inizialmente alle [[arti figurative]], l'espressione viene successivamente applicata anche alla [[letteratura]] e ad altri ambiti, e verso la fine dell'Ottocento inizia a perdere, almeno parzialmente, la sua connotazione negativa.
Le scene più asciutte, meno drammatiche e con meno coloritura, generalmente più temperate dell'architettura del [[XVIII secolo]] sono spesso inquadrate separatamente come manifestazioni '''tardo barocche'''. Vedi [[Claude Perrault]]. Anche il fenomeno noto come neo-palladianesimo, impersonato da [[William Kent]] è uno sviluppo parallelo che avviene in [[Inghilterra]] e nelle [[colonie britanniche]].
 
== L'elaborazione del concetto ==
Il barocco viene definito da [[Woelffrin]] come quel periodo in cui l'ovale lascia il posto al cerchio nel centro delle composizioni; tale centralizzazione rimpiazza l'equilibrio e da quel momento gli effetti più vividi e pittorici iniziano a diventare più evidenti.
La messa a fuoco della categoria estetico-stilistica e storico-culturale di “barocco” è il frutto di un laborioso processo critico. Il significato di "barocco" è stato a lungo caratterizzato in senso svalutativo. Ancora agli inizi del Novecento [[Benedetto Croce]] asseriva che, a rigore, l'espressione "arte barocca" doveva ritenersi contraddittoria.<ref>«Si dica pure ‘età barocca' e ‘arte barocca'; ma non si perda mai la coscienza che, a rigor di termini, quel che è veramente arte non è mai barocco» (Croce, ''Storia dell'età barocca in Italia'', Milano 1993, p. 60).</ref> Dell'arte barocca si sottolineava pressoché esclusivamente «l'esaltazione dei moti fisici e spirituali oltre ogni norma di classica contenutezza, l'ampollosità, il desiderio di meravigliare con spettacolose, illusive scenografie e invenzioni stravaganti e inattese»,<ref>Enzo Carli - Gian Alberto Dell'Acqua, ''Storia dell'arte'', vol. III, Bergamo 1972, p. 227.</ref> caratteri che indubbiamente le competono, ma che sono ben lungi dall'esaurirne la natura e la portata. Fra i primi a proporre una decisa rivalutazione del Seicento artistico e delle sue propaggini settecentesche, va segnalato [[Heinrich Wölfflin]], che già sul finire del XIX secolo cercò di isolare i caratteri propri del barocco attraverso la loro contrapposizione agli stilemi dell'arte rinascimentale: forme aperte nell'arte barocca contro forme chiuse in quella [[Rinascimento|rinascimentale]], profondità contro superficie, dinamismo contro staticità, ecc.<ref>Si vedano: H. Wölfflin, ''Renaissance und Barock: eine Untersuchung über Wesen und Entstehung des Barockstils in Italien.'' München 1888 ([https://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/woelfflin1888 versione online]), trad. it. ''Rinascimento e barocco: ricerche intorno all'essenza e all'origine dello stile barocco in Italia'', Milano 2017; e H. Wölfflin, ''Kunstgeschichtliche Grundbegriffe: Das Problem der Stilentwicklung in der neueren Kunst'', München 1915 ([[iarchive:kunstgeschichtli00wluoft|versione online]]); trad. it. ''Concetti fondamentali della storia dell'arte'', Milano 2016.</ref> Non molto più tardi [[Werner Weisbach]] individuava nella sensibilità barocca una nuova, inquieta, visione del mondo, legata ai rivolgimenti religiosi del XVI secolo, [[Riforma protestante]] e soprattutto [[Controriforma|Controriforma cattolica]] (Giulio Carlo Argan arriverà a definire il Barocco «una rivoluzione culturale in nome dell'ideologia cattolica»<ref>G. C. Argan, ''Storia dell'arte italiana'', vol. III, Firenze 1984, p. 257. Per la Chiesa, chiarisce Argan, «la cultura è una via di salvezza, ma tutta l'umanità deve salvarsi […]. Bisogna dunque che la cultura penetri in tutti gli strati della società; bisogna che ogni attività umana, anche la più umile, abbia un'origine culturale e un fine religioso […]. Per questo il Barocco diventa ben presto uno ''stile'' e passa dalla sfera dell'arte a quella del costume, della vita sociale» (''ibidem'', pp. 257-258).</ref>); non solo uno stile artistico, dunque, ma un'autentica fase della civiltà.<ref>Di Weisbach si veda soprattutto ''Der Barock als Kunst der Gegenreformation'', Berlin 1921.</ref>
 
Non è mancato chi, come [[Eugeni d'Ors|Eugenio d'Ors]], ha assegnato all'idea di “barocco” valore metastorico, ravvisandovi una ricorsiva fase di reazione imaginifica ai periodi di chiaro e razionale equilibrio classico.<ref>Si veda E. d'Ors, ''Du Baroque'', Paris 1936 (trad. it. ''Del Barocco'', a cura di Luciano Anceschi, Milano 2011).</ref> Quando si usa il termine "barocco" per indicare il gusto delle manifestazioni artistiche seicentesche si tende peraltro a porre l'accento su quelle caratterizzate da un'estrosità eccentrica e compiaciuta, spesso ai limiti della bizzarria: non va però dimenticato come anche in tale epoca siano presenti espliciti richiami ai moduli classici e come il linguaggio classico rimanga pur sempre per gli artisti un termine di riferimento.<ref>Sul tema cfr. Victor L. Tapiè, ''Barocco e classicismo,'' Milano 1998.</ref>
Alcuni storici dell'arte, per lo più [[protestante|protestanti]], hanno sottolineato che lo stile barocco si è presentato in un periodo in cui la [[Chiesa cattolica romana]] doveva reagire ai molti movimenti culturali rivoluzionari che producevano nuova scienza e nuove forme di [[religione]], il [[Protestantesimo]]. È stato detto che il barocco, così monumentale, è lo stile che poteva dare al [[papato]], come a una [[monarchia assoluta]], un modo d'espressione imponente e formale per ristabilire il suo prestigio, sino al punto di divenire in qualche modo il simbolo della [[Controriforma]].
 
Merita poi rilievo l'acquisizione critica secondo cui gli esponenti del mondo barocco, ''in primis'' di quello letterario, avevano piena coscienza del carattere "moderno" e innovativo dell'orizzonte stilistico e ideologico che alimentavano, o cui comunque appartenevano. Come scrive [[Franco Croce]], anche se «nei primi anni del Seicento […] non assistiamo […] a una netta contrapposizione tra amanti del presente da un lato […] e ''[[Laudator temporis acti|laudatores temporis acti]]'' dall'altro», in quegli stessi anni è tuttavia «costante la coscienza delle particolari qualità dell'età moderna (siano esse giudicate positive o negative) e differenti sono poi le conseguenze, le scelte del gusto che di volta in volta se ne traggono».<ref>Franco Croce, ''Critica e trattatistica del barocco'', in ''Storia della letteratura italiana'': ''il Seicento'', Milano 1967, p. 475.</ref>
Non a caso, il massimo sviluppo si ha in quel di [[Roma]], dove l'architettura barocca rinnova ampiamente l'area del centro urbano con una revisione urbanistica che probabilmente è una delle più importanti.
 
== CaratteristichePoetica dell'artedel baroccaBarocco ==
[[File:Peter Paul Rubens - The Fall of Phaeton (National Gallery of Art).jpg|thumb|left|[[Peter Paul Rubens]], ''Caduta di [[Fetonte]]'', Washington, National Gallery of Art]]
Il Barocco si presenta come affermazione di valori etici ed estetici ben definiti e agevolmente riconoscibili, legati apparentemente in modo eminente, anche se non esclusivo, alla Controriforma cattolica. Si registra, per esempio, una decisa rivalutazione degli elementi realistici, istantanei e particolari nella rappresentazione, ma anche l'attribuzione di uno statuto di dignità e autonomia alla facoltà immaginativa, nonché il riconoscimento di un ruolo centrale alla capacità di persuadere. Nell'elaborazione teorica del Barocco grande rilievo viene ad assumere la riflessione sulla ''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'' di Aristotele, che suggerisce nuovi modi di intendere il concetto di imitazione, fino ad assimilarlo a quello di “finzione”. L'attenzione agli intenti persuasivi dell'attività creativa conduce inoltre all'affermarsi di un ideale retorico dell'arte, al quale viene informata la ricerca dei più svariati elementi espressivi e stilistici: l'efflorescenza decorativa, i giochi di luce, l'amplificazione, la torsione, la ricerca dell'arguzia, della sorpresa, la lievitazione del piano semantico e simbolico, ecc.
 
È stato osservato da più parti, a partire da Heirich Wölfflin, come la cultura barocca sia portatrice di un'innovativa apertura al concetto di infinito. Un'infinità positiva (cioè non pura e semplice negazione del finito) e posta in stretta relazione con l'intimo dinamismo della realtà creativa. Si è, al riguardo, chiamata in causa l'infinità dei mondi teorizzata da [[Giordano Bruno]]: «Movimento e mutamento non sono segni di imperfezione, perché un universo vivente deve potersi muovere e mutare»;<ref>Elisabetta Strocchi, ''Il primato dell'immagine: l'Italia barocca'', in Aa.Vv., ''Storia dell'Arte italiana'', Milano, Bruno Mondadori, 1992, p. 312 (dove si cita, con lievi aggiustamenti, il passo bruniano che segue). Cfr. anche Formaggio, ''Il Barocco...'', p. 12.</ref> come scriveva Bruno nel suo ''Dell'infinito, universo e mondi'': «Non sono fini, termini, margini, muraglia che ne defrodino e suttraggano la infinita copia delle cose… perché dall'infinito sempre nuova copia di materia sottonasce».<ref>Giordano Bruno, ''Proemiale epistola'', in ''De l'infinito, universo e mondi'', Firenze, Sansoni, 1978, p. 361.</ref>
=== La scultura barocca ===
 
La temperie barocca pone − e si pone − altresì angosciosi interrogativi sull'autentico senso dell'esistenza umana, avverte e trasmette l'inquietudine delle cose, un profondo e spesso oscuro senso di instabilità, a dispetto della programmatica finalizzazione di ogni aspetto dell'attività umana, inclusa ogni forma di creatività, ''[[ad maiorem Dei gloriam]]'', secondo i dettami del [[Concilio di Trento]]. L'epoca del Barocco vede agitarsi in sé anche le istanze del nuovo sapere scientifico e della sua ricerca, alle cui suggestioni il mondo dell'arte e delle lettere restano tutt'altro che insensibili. Né va dimenticata l'elaborazione di nuove, ingegnose, prospettive in campo filosofico e politico.
===L'architettura barocca===
 
Il Barocco si realizza come uno degli ultimi grandi stili unitari europei, pur con le cospicue variazioni che ne caratterizzano il declinarsi all'interno dei diversi paesi.[[File:S Eustachio - s Andrea della valle interno 1030618-9.JPG|thumb|Interno della basilica romana di [[Basilica di Sant'Andrea della Valle|Sant'Andrea della Valle]].]]
==== Esempi di [[architettura]] tipica barocca====
* La [[Fontana di Trevi]] a [[Roma]]
 
==Il teatroArte barocca barocco==
{{Vedi anche|Arte barocca}}
[[File:Ecstasy of St. Theresa.jpg|thumb|left|upright=1.3|[[Gian Lorenzo Bernini]], ''[[Estasi di santa Teresa d'Avila]]''. Roma, [[Santa Maria della Vittoria (titolo cardinalizio)|Santa Maria della Vittoria]].]]
Come accennato, la nozione di "barocco" viene anzitutto applicata all'ambito delle arti figurative, a partire dalle grandi opere architettoniche, scultoree e pittoriche realizzate nella Roma di [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]] da [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]], [[Francesco Borromini|Borromini]], [[Pietro da Cortona]] e numerosi altri artisti loro affini. Uno dei fattori all'origine del linguaggio artistico barocco è spesso individuato nel rifiuto delle forme, ormai estenuate, del [[Manierismo]]. In tal senso possono essere indicati fra i precursori della sensibilità barocca figure come gli emiliani Annibale, Agostino e Ludovico [[Carracci]] o come il lombardo [[Caravaggio|Michelangelo Merisi da Caravaggio]].<ref>Così, ad es., Carli-Dell'Acqua, ''Storia dell'arte'', vol. III, Bergamo 1972, p. 228.</ref>
 
Nucleo pulsante della nuova sensibilità è la tensione dinamica, che si esprime in una ricca gamma di soluzioni stilistiche, vere e proprie costanti della sintassi artistica barocca: l'andamento curvilineo dei corpi architettonici, il sistematico ricorso alla figura bifocale dell'ellisse (contro la figura monofocale e statica del cerchio), l'adozione della colonna tortile e del frontone "rotto", la plastica concitazione delle figure, il rigoglio vaporoso dei drappeggi, la proliferazione dell'ornamento, la dilatazione pittorica delle superfici ecc.
[[File:San Carlo alle Quattro Fontane - Front.jpg|miniatura|[[Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane|San Carlo alle Quattro Fontane]], uno dei capolavori romani di [[Francesco Borromini]].]]
L'acuto senso della teatralità (come si è detto, il teatro moderno vede la luce proprio in quest'epoca) spinge gli artisti a concepire le proprie opere come scenografie drammatiche, ricorrendo a tutti gli espedienti necessari per creare il necessario pathos e suscitare lo stupore del pubblico. Di qui l'immenso repertorio di inganni prospettici e aperture fittizie dello spazio (celeberrimi quelli del [[Andrea Pozzo|Pozzo]]), moltiplicazioni dei punti di fuga, giochi chiaroscurali, policentrismi della composizione, sia essa architettonica, plastica o pittorica, ecc...
 
Con l'irrompere del XVIII secolo il linguaggio stilistico barocco si trasporrà nelle forme più leggere e vaporose (talora anche frivole e leziose) del cosiddetto Barocchetto o [[Rococò]].
==La letteratura==
 
== Letteratura barocca ==
{{Vedi anche|Letteratura barocca}}
In ambito letterario il Barocco si connota soprattutto per la ricerca, ora freddamente intellettualistica ora emotivamente partecipe, dello stupefacente, dell'arguzia concettuale, dell'immagine singolare e dell'analogia inusitata, proposti in un'ardita commistione di sensualismo e ingegnosità (secondo la celebre formula del [[Benedetto Croce|Croce]]<ref>B. Croce, ''Sensualismo e ingegnosità nella lirica del '600'', in ''Saggi sulla letteratura italiana del Seicento'', Bari 1911, pp. 377-433.</ref>).
 
Gli autori barocchi frequentano con disinvoltura tutti i generi letterari, dal poema alla lirica, dal dramma al romanzo, dalla cronaca di viaggio al saggio erudito, dalla prosa devozionale al trattato teorico, opponendo al contegno tematico e stilistico della letteratura rinascimentale, un coraggioso sperimentalismo. In ambito poetico, per esempio, la rigorosa canonica della tradizione [[Petrarchismo|petrarchista]], che aveva segnato la produzione lirica del Cinquecento, viene rimodulata, dilatata e infine respinta e trascesa con il disinvolto ampliamento della materia trattata (accanto all'armonia della bellezza si canta il brutto, il deforme, il macabro) e con l'arricchimento degli strumenti espressivi (a partire dalla dilatazione del patrimonio iconico e del repertorio lessicale). Rispetto ai modelli del secolo precedente, la letteratura barocca presenta quindi un'assai maggiore varietà nei temi e una più ampia libertà nelle forme.
Il Barocco fu anche una rivoluzione letteraria, infatti l’esigenza di realizzare qualche cosa di insolito, di originale, che fosse affermazione della fantasia e che esaltasse il meraviglioso, fu anche esigenza di libertà mentale.
[[File:È del poeta il fin la meraviglia.png|thumb|upright=1.4|«È del poeta il fin la meraviglia…» La celeberrima terzina in cui [[Giovan Battista Marino]] enuncia la missione del poeta (dalla ''Fischiata XXXIII'' nell'edizione 1619 della ''Murtoleide'').]]
Sorsero in questo periodo numerose Accademie ed anche la [[letteratura dialettale]] assunse una dignità letteraria
La teoria letteraria barocca sancisce poi l'emancipazione dell'attività creativa da ogni vincolo di natura estrinseca, non ascrivibile cioè alla pura e semplice dimensione estetica.<ref>Una delle formulazioni più avanzate – e fortunate – in tal senso è ''[[Il cannocchiale aristotelico]]'' di [[Emanuele Tesauro]] (Torino 1654 e, in edizione definitiva, 1670).</ref> Il primato dell'immaginazione riceve così una formale consacrazione, che dota di solide basi il gusto della meraviglia, dell'arguzia concettuale, della metafora funambolica, della deviazione dalla norma, e gran parte degli altri elementi distintivi della produzione letteraria barocca.<ref>A partire dalla poesia lirica, con le varie declinazioni del [[concettismo]]: dal [[marinismo]] italiano all'[[eufuismo]] inglese, il [[preziosismo]] francese, il [[culteranesimo]] spagnolo, ecc.</ref> Accanto a tali aspetti, e con essi in stretta connessione, la letteratura barocca coltiva un acceso interesse per l'illusorio, il sogno, la metamorfosi, nonché il senso di una studiata teatralità, che trova esemplificazione nella figura della “macchina” (intesa come mirabolante costrutto dell'ingegno).
I [[Critica letteraria|critici]] del ‘600 esaltarono l’autonomia dell’[[arte]] e chiarirono i concetti di imitazione ideale e di verosimiglianza poetica, ben lontana dall’aderenza alla realtà storica.
 
Per indicare gli accessi parossistici del concettismo viene a talvolta utilizzato il termine "barocchismo".
L’intellettualismo poetico, le [[Metafora|metafore]] imprevedibili furono anche un tentativo di aderire alla mutata immagine del mondo, facendo proprie, sulla scia delle scoperte scientifiche, le rivelazioni della scienza, ma privandole del loro rivoluzionario contenuto culturale.
 
== Musica barocca ==
Quello che mancò all’Italia barocca fu un grande capolavoro letterario, mentre per le [[Letteratura francese|letterature francese]] e [[Letteratura soagnola|spagnola]] il ‘600 fu il secolo d’oro (non solo [[Biagio Pascal]] e [[René Cartesio]], ma [[Jean Racine]], [[Miguel de Cervantes]], [[Luis de Góngora y Argote|Gòngora]], [[Caldèron de la Barca]]).
{{vedi anche|Musica barocca}}
[[File:Vivaldi.jpg|thumb|Presunto ritratto di [[Antonio Vivaldi]], uno dei più influenti musicisti dell'epoca barocca.]]
Con la formula "musica barocca" si fa riferimento a un periodo della storia musicale che oltrepassa in misura notevole i limiti cronologici dell'arte e della letteratura propriamente barocche. L'attività di molti dei più celebri musicisti ordinariamente classificati come "barocchi" − da [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]] a [[Johann Sebastian Bach|Bach]], da [[Henry Purcell|Purcell]] a [[Georg Friedrich Händel|Händel]], da [[Jean-Philippe Rameau|Rameau]] a [[Domenico Scarlatti]] − si svolge interamente nel XVIII secolo. Altri operano fra la fine del XVII e l'inizio del XVIII. E per converso i compositori attivi nel pieno del Seicento vengono spesso classificati come tardo-rinascimentali o protobarocchi. Fra il fenomeno del Barocco musicale e quello del Barocco artistico e letterario non sussiste pertanto una piena corrispondenza temporale. Del resto, nonostante persista con tenacia nell'uso corrente, l'espressione "musica barocca" è stata progressivamente accantonata dalla manualistica musicologica in favore di soluzioni più neutre come, "musica dell'età barocca", "Seicento (o Settecento) musicale", "musica del Seicento (o del Settecento)" e simili.<ref>«Non si meravigli troppo il lettore se, contro ogni aspettativa e desiderio, troverà scritta la parola ‘barocco' soltanto in questa pagina del libro», scrive, ad esempio, Lorenzo Bianconi in apertura del suo volume sul Seicento musicale (L. Bianconi, ''Il Seicento'', Torino 1991, p. XV).</ref>
 
La musica dell'età barocca si articola in un'enorme varietà di generi, scuole e correnti, una polivocità che rende alquanto difficile tracciarne un profilo unitario. Un elemento comune si può indicare nel dominio, pressoché incontrastato, della scrittura [[Contrappunto|contrappuntistica]]. Sebbene il contrappunto non possa definirsi una tecnica compositiva di ideazione barocca, in tale epoca esso raggiunge le sue espressioni più ricche e rigorose, culminanti nell'opera di [[Johann Sebastian Bach]]. Il gusto barocco della costruzione ingegnosa trova innumerevoli campi d'applicazione anche in ambito musicale. Fra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento giunge, per esempio, a compiuta perfezione il sofisticato meccanismo compositivo della [[Fuga (musica)|fuga]], viene fissata la forma canonica del [[Concerto (composizione musicale)|concerto]], vengono poste le basi per lo sviluppo della [[sonata]], ecc. Altre caratteristiche si possono riassumere in: uno stile unitario ed organico, pezzi da 12 o più parti, lo stile del canto più severo, declamatorio e prevalentemente sillabico, contrasti: lento-veloce forte-piano e uno stile concertante italiano, contrappuntistico tedesco e strumentale francese.
===Poetica barocca===
Nel 600, i modelli del classicismo rinascimentale e la mescolanza di insegnamento morale e “diletto”, furono soppiantati dal soggettivismo e dalla libera invenzione. All’imitazione rinascimentale della natura si sostituì la ricerca del diverso, del bizzarro, del nuovo, del meraviglioso.
 
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento prende poi forma l'[[opera]], che dalla [[Opera italiana|nativa Italia]] si propagherà rapidamente al resto d'Europa.<ref>Occorre peraltro «distinguere la nascita dell'opera in musica, avvenuta a Firenze nel 1600, da quella dell'teatro d'opera, avvenuta a Venezia nel 1637» (F. Dorsi-G-Rausa, ''Storia dell'opera italiana'', Milano 2000, p. 28). Nella Venezia del 1637 sorge anche il primo teatro d'opera, il [[Teatro San Cassiano|San Cassian]].</ref> Nell'opera poesia, musica, danza e arti figurative si danno convegno, animando uno spettacolo totale basato su «due presupposti imperiosi e tenaci: la dottrina degli affetti e l'idea del meraviglioso»,<ref>Carl Dahlhaus, ''Drammaturgia dell'opera italiana'', Torino 2005, p. 9.</ref> l'una e l'altra solidi capisaldi della poetica barocca. All'Italia barocca si deve l'invenzione stessa dell'ambiente teatrale moderno, con la sua struttura a emiciclo, i suoi fondali, il sipario, le macchine, ecc.
La poesia del [[Giovambattista Marino|Marino]] ([[1569]] – [[1625]]), caratterizzò i primi trent’anni del secolo.
{{vedi anche|Teatro all'italiana}}
Accanto all'opera nasce, ancora una volta in Italia, il genere musicale drammatico dell'[[Oratorio (musica)|oratorio]], che conoscerà notevole fortuna anche nei principali paesi Europei.
 
L'età barocca fu un ricco campo di sperimentazione anche per quanto riguarda gli strumenti musicali: si fissano i principi costruttivi dei moderni [[strumenti ad arco]], si perfezionano strumenti a tastiera come l'[[Organo a canne|organo]] e il [[clavicembalo]], si realizzano i primi [[Pianoforte|pianoforti]].<ref>Sullo sviluppo di questi e altri strumenti si può vedere ''Storia degli strumenti musicali'', a cura di Anthony Baines, Milano 1983.</ref>
Marino può essere considerato il caposcuola del Barocco italiano, egli accolse la [[scienza galileiana]], reinterpretando la meraviglia delle scoperte astronomiche. L’ideale e l’acutezza descrittiva affidata ai sensi ed espressa dall’ingegno, a ricerca e la sperimentazione, che ispirò la scienza del tempo, connotò anche l’arte del Marino e dei [[Marinisti]]. La bizzarria e l’anticonformismo, purché non toccasse i presupposti dell’etica e della politica, divennero fonte di successo ed indice di genialità.
 
Tra i portati musicali di primaria importanza dell'età barocca va menzionata la definitiva adozione del [[temperamento equabile]], che segna una svolta decisiva per lo sviluppo del linguaggio musicale occidentale.
La poesia Marinistica si affidò alla percezione dei sensi, fino ad essere dispersiva. Verso la metà del 600, la [[poesia barocca]] fu teorizzata e codificata ([[Emanuele Tesauro|Tesauro]], [[Ferrante Pallavicino]], [[Matteo Peregrini|Peregrini]]). Vengono utilizzate le metafore e i concetti.
 
== Note ==
La metafora unisce, con un sottinteso paragone, oggetti apparentemente lontani, ricorrendo ad analogie impensate (l’uomo è un viandante sulla terra e ottiene biada d’eternità e stalla di stelle)e il concetto, che ha origine da un procedimento analogo,fa però prevalere l’intelligenza sulla fantasia. I due procedimenti a volte coincidono, infatti, entrambi codificano in poche parole una realtà che il lettore deve decodificare, fornendo diletto su basi intellettuali, concettuali, logiche.
<references />
 
== Bibliografia ==
L’intelligenza esamina le cose e scopre che parole e forme sono “maschere” dell’essere e che lo scorrere ineluttabile del tempo porta con sè l’idea della morte.
* {{Cita libro |autore=[[Benedetto Croce]] |titolo=Storia della età barocca in Italia: pensiero, poesia e letteratura, vita morale |città=Bari |editore=[[Giuseppe Laterza & Figli|Laterza]] |anno=1929 |sbn=PUV0444282}}
* {{Cita libro |autore=[[Dino Formaggio]] |titolo=Il Barocco in Italia |editore=[[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] |città=Milano |anno=1960 |sbn=LO10014651}}
* {{Cita libro |autore=[[Mario Perniola]] |titolo=La società dei simulacri |editore=[[Cappelli Editore|Cappelli]] |città=Bologna |anno=1983 |annooriginale=1980 |sbn=MIL0190158}}
* {{Cita libro |autore=[[Luciano Anceschi]] |titolo=L'idea del barocco |città=Bologna |editore=Nuova Alfa |anno=1984 |sbn=CFI0077251}}
* {{Cita libro |autore=Anna Menichella |voce=Barocco |titolo=L'Arte (Critica e Conservazione) |serie=Enciclopedia tematica aperta |pp=181-183 |città=Milano |editore=[[Jaca Book]] |anno=1993 |isbn=88-16-43910-6}}
* {{Cita libro |autore=[[Andrea Battistini]] |titolo=Il Barocco: cultura, miti, immagini |città=Roma |editore=[[Salerno Editrice|Salerno]] |anno=2000 |isbn=88-8402-316-5}}
 
== Voci correlate ==
Nell’ultimo trentennio del secolo e nei primi anni del secolo seguente, si svolse la controversia degli antichi e dei moderni (''querelle des anciens et des modernes'').
* [[Collezione Barberini]]
* [[Collezione Borghese]]
* [[Collezione Ludovisi]]
* [[Architettura barocca]]
* [[Architettura neobarocca]]
* [[Arte barocca]]
* [[Barocco a Gallipoli]]
* [[Barocco a Milano]]
* [[Barocco edoardiano]]
* [[Barocco elisabettiano]]
* [[Barocco genovese]]
* [[Barocco in Polonia]]
* [[Barocco inglese]]
* [[Barocco leccese]]
* [[Barocco napoletano]]
* [[Barocco petrino]]
* [[Barocco russo]]
* [[Barocco siciliano]]
* [[Barocco ucraino]]
* [[Musica barocca]]
* [[Secolo d'oro olandese]]
* [[Siglo de Oro]]
 
== Altri progetti ==
La disputa, iniziata tra i letterati francesi si estese da questi agli italiani, che polemizzarono con i francesi, riprendendo le tendenze anticlassicistiche e la valutazione positiva della modernità già presenti all’inizio del secolo.
{{interprogetto|wikt=barocco}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Alessandro Tassoni|Tassoni]], giudicò alcuni classici italiani e, in particolare, [[Ludovico Ariosto]] e [[Torquato Tasso]], superiori ad [[Omero]] e riconobbe l’importanza delle scoperte di [[Galileo Galilei]], pur riconoscendo che gli antichi sono superiori ai moderni nella [[filosofia]] naturale ([[scienza]]), poiché hanno dato ai moderni le basi del pensiero scientifico.
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url=http://www.arte.rai.it/articoli/il-barocco-nellarchitettura/6600/default.aspx|titolo=Il Barocco nell'architettura|editore=sul portale RAI Arte}}
* {{Cita pubblicazione|url=http://www.ilcovile.it/raccolte/RACCOLTA_COVILE__7_Caramuel.pdf|titolo=Omaggio a Juan Caramuel Y Lobkowitz. Un genio scientifico in epoca barocca|autore=AA.VV.|periodico=Il Covile}}
{{Barocco}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|arte|filosofia|letteratura|musica|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Barocco| ]]
La disputa focalizzò la differenza fra antichi e moderni, come differenza di civiltà, lontana dal [[mito]] umanistico di una rinascita del mondo classico. La coscienza di tale differenza portò dal tentativo di imitazione al desiderio di emulazione e la ricerca del concetto “acuto”, della metafora “arguta” è indice di una volontà di superamento di modelli classici.
 
[[Classicismo]] ed [[anticlassicismo]] si scontrarono per tutto il secolo, finché, a fine secolo, la fondazione dell’[[Arcadia]] segnò il trionfo del [[razionalismo cartesiano]], e della sua alleanza con il classicismo, in nome della razionalità, dell’equilibrio e della misura.
 
===Gli Antimarinisti===
Alla poesia del Marino e dei Marinisti si oppose la corrente antibarocca degli [[Antimarinisti]] che facevano riferimento al [[Gabriello Chiabrera|Chiabrera]] ed al [[Fulvio Testi|Testi]] e che volevano continuare la tradizione classicistica del ‘500.
 
Tali poeti cercarono di riprodurre le odi classiche ([[Orazio]], [[Pindaro]]) o di imitare i poeti neoclassicisti della [[Pléiade]] francese o il greco [[Anacreonte]] che cantò vino e amore. Gli Antimarinisti, però, furono inconsciamente influenzati dal gusto del secolo e realizzarono un Barocco più lieve, che invece di ricorrere a ridondanti e rutilanti metafore, si affidava all’armonia del cantabile, ad una semplicità artificiosa, ad un’enfatica ampollosità. Lo stile classicheggiante ed abbastanza sobrio preannuncia l’[[Arcadia]], ossia il più deciso movimento antimarinistico della fine del secolo.
 
===Il poema eroicomico===
Al gusto classicistico si ricollega la poesia satirica del ‘600, che si ispira ad Orazio e [[Giovenale]] e flagella i costumi e la vacua ampollosità di molta letteratura contemporanea. Nel ‘600, il [[poema eroico]] fu ripreso, con modesti risultati, più vitale fu invece il [[poema eroicomico]] nato come bizzarra parodia letteraria del poema eroico e come burlesca rappresentazione della vita provinciale del tempo. Il migliore dei poeti che si dedicarono a tale genere fu il [[Alessandro Tassoni|Tassoni]].
 
===La prosa ===
La prosa , nel ‘600, seguì, in genere, i canoni della poesia, con la ricerca della meraviglia, dell’estrema raffinatezza formale, della metafora acuta e stupefacente. L’[[oratoria]] sacra fu particolarmente tesa all’effetto, alla sonorità all’esteriorità, anche se non mancano esempi di [[prosa]] più elegante e misurata. Nel corso del secolo cresce il numero dei letterati appartenenti al clero, soprattutto [[gesuiti]], che organizzarono l’insegnamento per le classi dirigenti.
 
===Il teatro===
Il gusto per la forma teatrale è insito in tutto il secolo, nella [[scenografia]] dell’ [[architettura barocca]] e nello stesso stile di vita fastoso e coreografico nel “comparire”, nell’atteggiarsi, nel vestire, nella teatralità dell’etichetta, dei duelli e delle cerimonie religiose.
 
Nel ‘500, in Italia, l’imitazione degli antichi aveva condotto alla riscoperta del [[teatro]] con un’abbondante produzione di commedie e tragedie che hanno per modello i classici.
 
Il teatro europeo riprese i generi rinnovati, ossia la [[commedia]] e la [[tragedia]] di impronta classica e li coniugò con le forme teatrali tradizionali, vicine al gusto popolare, con tematiche religiose o farsesche.
In Italia, però, mancarono, nel 600, autori e capolavori.
 
La tragedia italiana del ‘600 deriva strutturalmente da quella del tardo ‘500, con scene cupe e violente ed è spesso imperniata sul dissidio fra ragion di stato e coscienza individuale in cui, generalmente, il motivo politico prevale e gli affetti sono sacrificati.
 
Il dramma, pur con riferimenti all’attualità, ha spesso forme classicheggianti, anche se non mancano tragedie ispirate all’attualità. La tragedia esprime l’instabilità, l’insicurezza, la crisi della società barocca.
 
La commedia conobbe un minor sviluppo a causa della mancanza di libertà d’espressione, indispensabile alla satira ed anche alla semplice comicità, e si diffusero abastanza i drammi sacri.
 
Il [[dramma pastorale]] ed il [[melodramma]] ripresero la tradizione cinquecentesca. Il dramma pastorale ricalcò l’''Aminta'' del Tasso, il melodramma acquisì una vasta popolarità che mantenne per oltre due secoli.
 
Esso aveva avuto origine nella seconda metà del ‘500 dall’idea di “recitar cantando”, ossia di realizzare musica e canto che non soverchiassero il testo scritto; con l’''Arianna'' di [[Claudio Monteverdi|Monteverdi]] ([[1567]] –[[1643]]) si affermò invece il predominio della [[musica]] sul testo, secondo i canoni dell’opera moderna.
 
===La commedia dell’arte===
La [[commedia dell’arte]] si sviluppò verso la metà del ‘500 e maturò nel ‘600, anche se, fin dall’antichità erano esistite forme di recitazione “a soggetto”, come l’[[atellana]].
 
Il nome atellana deriva dal fatto che le rappresentazioni erano realizzate da compagnie di attori professionisti (arte = professionalità e specializzazione nei ruoli) che comprendevano dicitori, [[Mimo|mimi]], giocolieri, attori specializzati in vari ruoli ed un poeta di teatro che scriveva i canovacci ed adattava i testi, inoltre, cosa inusitata nel teatro regolare, portava sulla scena le attrici.
 
La commedia dell’arte era basata sul rapporto diretto tra pubblico ed attore e trascurava la letterarietà del testo, ridotto ad un mero schema dell’azione. Gli attori recitavano “a soggetto”, ossia improvvisavano, seguendo un “canovaccio”, ossia lo schema della trama ed attingendo dai repertori per le battute e gli atteggiamenti delle maschere e dei tipi fissi.
 
Una caratteristica della commedia dell’arte è proprio la presenza di tipi fissi e di maschere, facilmente individuabili da parte del pubblico. La commedia dell’arte riscosse un notevole successo anche all’estero, dove gli attori recitavano in italiano.
 
 
 
 
 
===la filosofia barocca===
 
===La musica barocca ===
 
====Esempi di musica barocca ====
 
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