K.u.k. Kriegsmarine: differenze tra le versioni

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{{Titolo minuscolo}}
{{Infobox unità militare
|Nome=imperiale e regia Marina da guerra<br /><small>''{{de}} k.u.k. Kriegsmarine''</small> <br/><small>{{hu}} cdászári és királyi Haditengerészet</small>
|Immagine= Coat of arms of the Austro-Hungarian Navy.png
|Didascalia=
|Categoria = marina militare
|Attiva= 17 ottobre [[1797]] - 31 ottobre [[1918]]
|Nazione= {{Bandiera|AUT}} [[Arciducato d'Austria]]<br />{{Bandiera|AUT 1804-1918}} [[Impero austriaco]]<br />{{Bandiera|AUT-HUN}} [[Impero austro-ungarico]]
|Servizio= [[Forza armata]]
|Tipo=[[Marina militare]]
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<!-- Simboli -->
|Simbolo= [[File:Austria-Hungary-flag-1869-1914-naval-1786-1869-merchant.svg|100px|border]]
|Descrizione_simbolo=Bandiera<br/> (1786-1918)
|Simbolo2=
|Descrizione_simbolo2=Bandiera<br/> proposta (1915-1918)
}}
La '''[[k.u.k.]] Kriegsmarine''', ([[lingua tedesca|tedesco]]: ''kaiserliche und königliche Kriegsmarine''; [[lingua ungherese|ungherese]]: ''császári és királyi Haditengerészet'') in [[lingua italiana|italiano]] (una delle lingue ufficiali all'interno dell'impero) ufficialmente chiamata '''imperiale e regia Marina''' fu la forza navale dell'[[Impero austro-ungarico]].
 
La '''[[k.u.k.]] Kriegsmarine''', ([[lingua tedesca{{Tedesco|tedesco]]: ''kaiserliche und königliche Kriegsmarine''}}; [[lingua ungherese{{Ungherese|ungherese]]: ''császári és királyi Haditengerészet'') in [[lingua italiana|italiano]] (una delle lingue ufficiali all'interno dell'impero) ufficialmente chiamata '''imperiale e regia Marina'''}}), fu la forza navale dell'[[Impero austro-ungarico]].
Nata col nome di ''Österreichische Kriegsmarine'' ("Marina da guerra austriaca", in opposizione alla ''österreichische Handelsmarine'' che era la marina mercantile), venne ribattezzata ''österreichische-venezianische Kriegsmarine'' ("Marina da guerra austro-veneziana") nel [[1797]] in conseguenza del [[Trattato di Campoformio]], per tornare poi al nome originario nel [[1849]] ed assumere infine quello di ''k.u.k. Kriegsmarine'' nel [[1867]] per effetto dell<nowiki>'</nowiki>''[[Ausgleich]]'' tra l'[[Impero austriaco|Impero d'Austria]] e il [[Regno d'Ungheria]]; in quest'ultimo era nota col nome di ''császári és királyi haditengerészet''.
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] la marina militare austro-ungarica era sesta al mondo in ordine di grandezza, ma con la sconfitta degli [[Imperi centrali|Imperi Centrali]] e la dissoluzione dell'Impero venne ceduta al neocostituito [[Stato degli Sloveni, Croati e Serbi|Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi]] e poi spartita tra gli alleati dell'[[Triplice intesa|Intesa]]. I porti principali della ''k.u.k. Kriegsmarine'' erano [[Trieste]] e [[Pola]] nell'[[Mare Adriatico|Adriatico]] e [[Linz]] e [[Klosterneuburg]] sul [[Danubio]].
 
Nata colcon il nome di ''Österreichische Kriegsmarine'' ("Marina da guerra austriaca", in opposizione alla ''österreichische Handelsmarine'' che era la marina mercantile), venne ribattezzata ''österreichischeösterreichisch-venezianische Kriegsmarine'' ("Marina da guerra austro-veneziana") nel [[1797]] in conseguenza del [[Trattato di Campoformio]], per tornare poi al nome originario nel [[1849]] ede assumere infine quello di ''k.u.k. Kriegsmarine'' nel [[1867]] per effetto dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ausgleich]]'' tra l'[[Impero austriaco|Impero d'Austria]] e il [[Regno d'Ungheria (1538-1867)|Regno d'Ungheria]]; in quest'ultimo era nota colcon il nome di ''császári és királyi haditengerészet''.
== I primordi della marina austriaca: la ''österreichische Kriegsmarine'' ==
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] la marina militare austro-ungarica era sesta al mondo in ordine di grandezza, ma con la sconfitta degli [[Imperi centrali|Imperi Centrali]] e la [[Dissoluzione dell'Impero austro-ungarico|dissoluzione dell'Impero]] venne ceduta al neocostituito [[Stato degli Sloveni, Croati e Serbi|Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi]] e poi spartita tra gli alleati dell'[[Triplice intesa|Intesa]]. I porti principali della ''k.u.k. Kriegsmarine'' erano [[Trieste]] e [[Pola]] nell'[[Mare Adriatico|Adriatico]] e [[Linz]] e [[Klosterneuburg]] sul [[Danubio]].
La marina militare austriaca trae le sue origini dalla flotta fluviale degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] (la cosiddetta ''Donauflottille'', "[[flottiglia]] del Danubio"), creata a partire dal [[XVI secolo]] ed affiancata solamente nel [[XVIII secolo]] dalla flotta del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
 
== I primordi della marina austriaca: la ''österreichische Kriegsmarine'' ==
La marina militare austriaca trae le sue origini dalla flotta fluviale degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] (la cosiddetta ''Donauflottille'', "[[flottiglia]] del Danubio"), creata a partire dal [[XVI secolo]] ede affiancata solamente nel [[XVIII secolo]] dalla flotta del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
 
Già nel [[XIV secolo]] l'Austria era entrata in possesso di una parte del litorale [[Croazia|croato]] lungo il [[canale della Morlacca]], ma per lungo tempo il commercio marittimo, così come la difesa di quest'ultimo dalle incursioni dei pirati [[uscocchi]], era stato demandato all'iniziativa delle popolazioni costiere. Solamente a partire dal XVI secolo, epoca di massima espansione e minaccia da parte dell'[[Impero ottomano|Impero Ottomano]], fu creata la [[flottiglia]] imperiale del Danubio, al duplice scopo di resistere alle incursioni fluviali turche e di fiancheggiare le operazioni sul campo.
 
La prima marina militare austriaca nacque all'epoca dell'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]] e consistette inizialmente di poche unità navali a causa della mancanza dei fondi necessari. ColCon il [[trattato di Campoformio]] del [[1797]] i territori della [[Repubblica di Venezia]] nell'Adriatico ([[Veneto]], [[Istria]] e [[Dalmazia]]) passarono all'Austria, che acquisì anche la consistente flotta della Serenissima. Fu così che [[Venezia]] ricopri, nella prima metà del [[XIX secolo]], il ruolo di porto principale della ''Kriegsmarine'', ruolo che passò poi ai porti di Pola e [[Cattaro]].
 
L'importanza della flotta militare per l'Austria si manifestò per la prima volta nel [[1864]] attraverso i successi navali dell'ammiraglio [[Wilhelm von Tegetthoff]] a [[Helgoland]], nel corso della [[Seconda guerra dello Schleswig|Guerra dei Ducati]]. Nel periodo in cui Tegetthoff ricoprì il ruolo di supremo [[ammiraglio]] la ''Kriegsmarine'' fu oggetto di grandi riforme, e diede avvio alla modernizzazione della flotta, che fino a quel punto era ancora decisamente inferiore alla [[Regia Marina]] italiana.
 
Un decisivo punto di svolta fu la [[battaglia di Lissa]] del 20 luglio 1866, in cui le forze navali austriache sbaragliarono la flotta italiana, numericamente superiore, grazie alla tattica dello speronamento. Queste prime grandi vittorie garantirono anche i mezzi finanziari necessari allo sviluppo e alla modernizzazione della flotta: i [[vascello|vascelli]] lignei furono sostituiti da navi corazzate e infatti la battaglia di Lissa fu l'ultimo scontro navale ada essere deciso da navi speronanti.
 
A partire da quel momento la marina austriaca divenne una temibile forza navale, ma fu impiegata anche in operazioni scientifiche: numerosi furono i viaggi di esplorazione compiuti da navi da guerra austriache in tutti i continenti. La crescente presenza della ''Kriegsmarine'' sugli oceani ebbe così un ritorno anche in termini di prestigio.
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All'epoca l'Imperial Regia marina austriaca era totalmente influenzata dalla componente veneta, di fatto, la base navale e l'Arsenale erano anch'essi basati nella città del leone di San Marco e i cadetti venivano preparati alla carriera imparando il veneto, lingua di comando della Marina.
 
Nel corso delle [[Primavera dei popoli|rivoluzioni]] del [[Rivoluzioni del 1848 nell'Impero austriaco|1848 in Austria]] e Ungheria, Venezia insorse contro gli occupanti e con l'appoggio dei soldati e marinai di lingua veneta proclamò la [[Repubblica di San Marco]]. Fu così che la marina austriaca venne improvvisamente privata del controllo delle forze navali concentrate nella città lagunare. Il generalefeldmaresciallo [[Josef Radetzky|Radetzky]] si ritirò quindi dal [[Regno Lombardo-Veneto]] e raccolse le truppe rimaste fedeli assieme al resto della flotta a Trieste, Pola e [[Fiume (Croazia)|Fiume]] in preparazione del contrattacco. In seguito alla vittoria austriaca nella [[Battagliabattaglia di Novara (1849)|battaglia di Novara]] ([[1849]]) e all'[[armistizio di Vignale]], la [[Marina del Regno di Sardegna|flotta sarda]] si ritirò dall'Adriatico, permettendo così alla ''Kriegsmarine'' di stringere d'assedio il capoluogo veneto.
 
Una volta ripreso il controllo di Venezia, l'Austria pose ai vertici della marina militare [[Hans Birch Dahlerup|Hans Birch von Dahlerup]], un [[commodoro]] di origine danese che aveva comandato il blocco navale della città ribelle, colcon il compito di riorganizzare la flotta. Con l'occasione vennero ingaggiati sempre più marinai austriaci, i comandi vennero dati in tedesco oltre che in veneto, e i nomi delle navi furono tradotti in tedesco. Nel contempo fu dato inizio alla costruzione di nuove navi.
 
Anche dopo la riconquista di Venezia la sede del comando supremo della marina fu mantenuta provvisoriamente a Trieste. Pur declinando le proposte di spostare il comando a Pola, Dahlerup ordinò comunque il 20 novembre [[1850]] di costruire un [[arsenale]] marittimo nel golfo di Pola. In quegli anni le navi da guerra austriache pattugliarono non solo i porti adriatici dell'Impero, ma anche le acque [[Grecia|greche]] e [[Impero ottomano|turche]] per liberarle dai pirati.
 
Pur continuando a essere il veneto la lingua correntemente parlata nell'ambito navale, nel [[1850]] la lingua tedesca fu introdotta come lingua di servizio. Nell'agosto dello stesso anno Dahlerup si dimise dall'incarico e il suo posto fu preso dal feldmaresciallo [[Franz von Wimpffen|Wimpffen]], un ufficiale dell'esercito. Quest'ultimo trasformò il ''Marinekollegium'' in un'accademia nautica e accelerò lo sviluppo del porto militare di Pola, prima di rassegnare le sue dimissioni. Il 10 settembre [[1854]] l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe I]] nominò infine suo fratello, l'arciduca [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo]], nuovo comandante supremo della marina militare austriaca.
 
Con lo scoppio della [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra d'indipendenza]] nel [[1859]], l'arciduca Massimiliano (che nel frattempo era diventato viceré del [[Regno Lombardo-Veneto|Lombardo-Veneto]]) non poté impiegare la marina se non in azioni difensive, non avendo questa ancora raggiunto la potenza necessaria. Grazie alla pace di Zurigo del 10 novembre [[1859]] l'Austria mantenne tutti i suoi possedimenti adriatici e la marina militare fu così salvata.
 
Gli anni successivi furono segnati da ulteriori novità: nel [[1860]] le flottiglie della [[Laguna di Venezia|Laguna Veneta]], del [[Lago di Garda]] e del Danubio vennero tolte al controllo dell'esercito e inglobate nella ''Kriegsmarine'', mentre nei due anni successivi furono varate le prime [[fregata (nave)|fregate]] ''Salamander'', ''Drache'' e ''Kaiser Max''. Quando l'arciduca Massimiliano divenne [[imperatore del Messico]], il suo incarico passò all'arciduca [[Leopoldo Luigi d'Asburgo-Lorena|Leopoldo d'Austria]], un ufficiale dell'esercito.
 
[[File:Battle of Helgoland 1864.PNG|thumb|upright=1.4|''La battaglia di Helgoland'', di Josef Carl Barthold Puettner. A sinistra la nave ''Schwarzenberg'', a destra la ''Radetzky'']]
 
==== La battaglia navale di Helgoland ====
Nel [[1864]] l'Austria e la [[Prussia]] si allearono nella guerra contro la [[Danimarca]] per il controllo dello [[Schleswig-Holstein]]. Nel corso di questo conflitto il comandante [[Wilhelm von Tegetthoff|Tegetthoff]] aveva ricevuto in un primo momento l'ordine di catturare le navi mercantili danesi e di scacciare le navi da guerra avversarie dal Mediterraneo, mentre successivamente ottenne disposizioni di dirigersi con la flotta verso il [[Mare del Nord]] per estendere l'ambito della sua missione.
 
Il 9 maggio [[1864]], con la [[battaglia di Helgoland (1864)|battaglia di Helgoland]], ebbe luogo il primo scontro tra le navi danesi e austro-prussiane: la flotta austriaca si ritirò con gravi danni nel porto di [[Cuxhaven]], mentre quella danese fece ritorno nelle proprie acque territoriali. Pur non essendoci un chiaro vincitore, Tegetthoff raggiunse il suo obiettivo ede ottenne pure grandi lodi in Germania. Al contrario, la stampa viennese si scagliò decisamente contro la propria flotta.
Nel [[1864]] l'Austria e la [[Prussia]] si allearono nella guerra contro la [[Danimarca]] per il controllo dello [[Schleswig-Holstein]]. Nel corso di questo conflitto il comandante [[Wilhelm von Tegetthoff|Tegetthoff]] aveva ricevuto in un primo momento l'ordine di catturare le navi mercantili danesi e di scacciare le navi da guerra avversarie dal Mediterraneo, mentre successivamente ottenne disposizioni di dirigersi con la flotta verso il [[Mare del Nord]] per estendere l'ambito della sua missione.
 
Il 9 maggio [[1864]], con la [[battaglia di Helgoland (1864)|battaglia di Helgoland]], ebbe luogo il primo scontro tra le navi danesi e austro-prussiane: la flotta austriaca si ritirò con gravi danni nel porto di [[Cuxhaven]], mentre quella danese fece ritorno nelle proprie acque territoriali. Pur non essendoci un chiaro vincitore, Tegetthoff raggiunse il suo obiettivo ed ottenne pure grandi lodi in Germania. Al contrario, la stampa viennese si scagliò decisamente contro la propria flotta.
 
==== Il conflitto con la Prussia ====
Nonostante la vittoria congiunta austro-prussiana sulla Danimarca, le tensioni tra le due potenze per la supremazia nei territori di lingua tedesca stentarono ad affievolirsi: già nel [[1866]] la Prussia si alleò con il neonato [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], promettendole il Veneto in caso di vittoria, e mosse [[guerra austro-prussiana|guerra all'Austria]].
 
Il conflitto intratedesco tra la ''[[Großdeutschland|Großdeutsche Lösung]]'' (unione di Austria, (incluse la [[Carniola]] e il [[litorale austriaco]]), [[Moravia]], [[Slesia austriaca]] e [[Boemia]] su cui i tedeschi han sempre vantato diritti, anche perché [[Praga]] per lunghissimo tempo rimase la città più tedesca dell'impero, Prussia e degli altri stati tedeschi a formare una confederazione tedesca) e la ''[[Kleindeutsche Lösung]]'' (unione degli stati tedeschi sotto l'egida della Prussia e con l'esclusione dell'Austria) fece precipitare l'Austria in una guerra su due fronti, trovandosi a doverdovere fronteggiare le truppe prussiane e di alcuni piccoli stati tedeschi alleati a nord, nonché l'Italia a sud, per la quale era iniziata la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]]. Per evitare una triplice esposizione l'Austria stipulò un patto di non aggressione con l'[[Secondo Impero francese|Impero Francese]], ma la sconfitta nella [[battaglia di Sadowa]] in [[Boemia]] la costrinse a sottrarre truppe al fronte italiano, sul quale era risultata peraltro fino a quel momento vittoriosa ([[battaglia di Custoza (1866)|battaglia di Custoza]]). A fronteggiare gli attacchi italiani a sud rimaneva quindi solamente la flotta.
Nonostante la vittoria congiunta austro-prussiana sulla Danimarca, le tensioni tra le due potenze per la supremazia nei territori di lingua tedesca stentarono ad affievolirsi: già nel [[1866]] la Prussia si alleò con il neonato [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], promettendole il Veneto in caso di vittoria, e mosse [[guerra austro-prussiana|guerra all'Austria]].
 
Il conflitto intratedesco tra la ''[[Großdeutschland|Großdeutsche Lösung]]'' (unione di Austria, (incluse la [[Carniola]] e il [[litorale austriaco]]), [[Moravia]], [[Slesia austriaca]] e [[Boemia]] su cui i tedeschi han sempre vantato diritti, anche perché [[Praga]] per lunghissimo tempo rimase la città più tedesca dell'impero, Prussia e degli altri stati tedeschi a formare una confederazione tedesca) e la ''[[Kleindeutsche Lösung]]'' (unione degli stati tedeschi sotto l'egida della Prussia e con l'esclusione dell'Austria) fece precipitare l'Austria in una guerra su due fronti, trovandosi a dover fronteggiare le truppe prussiane e di alcuni piccoli stati tedeschi alleati a nord, nonché l'Italia a sud, per la quale era iniziata la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]]. Per evitare una triplice esposizione l'Austria stipulò un patto di non aggressione con l'[[Secondo Impero francese|Impero Francese]], ma la sconfitta nella [[battaglia di Sadowa]] in [[Boemia]] la costrinse a sottrarre truppe al fronte italiano, sul quale era risultata peraltro fino a quel momento vittoriosa ([[battaglia di Custoza (1866)|battaglia di Custoza]]). A fronteggiare gli attacchi italiani a sud rimaneva quindi solamente la flotta.
 
==== La flottiglia della ''Kriegsmarine'' nel Lago di Garda ====
{{Vedi anche|Operazioni militari navali sul Lago di Garda nel 1866}}
L'esercito austriaco si avvaleva di un'efficiente flotta al comando del capitano di corvetta Moritz Monfroni de Montfort. Il quartier generale della flotta del Garda era a [[Torri del Benaco]], sulla sponda orientale veronese del Garda e poteva avvalersi anche dell'appoggio della basi fortificate di [[Peschiera del Garda|Peschiera]] e [[Riva del Garda]]. La [[flottiglia]] poteva contare su ben 22ventidue imbarcazioni, tra cui: 2due grossi vapori a motore, l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Hess'' e il ''Franz Joseph'', 6sei cannoniere a elica e una dozzina di lance con un armamento complessivo di 62 cannoni e 10dieci spingarde. Posta sotto gli ordini del comandante della flotta dell'Adriatico, riceveva disposizioni sulla condotta militare da tenersi anche dal comando supremo dell'armata del sud posto a Peschiera.
 
Durante la [[Primaprima guerra mondiale|Grande Guerra]] l'Austria possedeva solamente la parte più a nord del lago, corrispondente all'attuale zona sottoposta al [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]]. Nonostante la [[flottiglia]] in quest'ultimo periodo fosse stata sensibilmente ridotta, rimase comunque una minaccia per tutto il corso del conflitto; inoltre le piazzeforti fortificate di [[Riva del Garda]] e di [[Nago-Torbole]] (che comprendeva il [[Forte Garda]], [[Forte di Nago]] e il [[Forte San Nicolò]] che costituivano il ''Subrayon III'' delle [[Fortificazioni austriache al confine italiano|Fortificazioni austriache]]) resero impossibile qualsiasi tentativo di sbarco o ''raid'' da parte dell'[[Esercito Italiano|Esercito italiano]] sulla sponda austriaca del lago.
 
==== La battaglia di Lissa ====
 
{{vedi anche|battaglia di Lissa (1866)}}
 
Se sul campo l'esercito austriaco si era dimostrato superiore a quello italiano, per quanto riguardava le marine militari il confronto era sulla carta a favore degli italiani: la Regia Marina era una delle più grandi e moderne del mondo e la nuovissima corazzata ''[[Affondatore]]'', dotata di uno sperone di nove metri, era prossima ada entrare in servizio. Al contrario, la ''Kriegsmarine'' - che lamentava una nave danneggiata (''Novara''), due incompiute (''Erzherzog Ferdinand Max'' e ''Habsburg'') e un vascello completamente obsoleto (''Kaiser'') - dovette riparare queste unità in fretta e furia, ricorrendo talvolta al rinforzo improvvisato con l'impiego di [[Binario ferroviario|rotaie]] e catene d'ancora.
 
Il 17 luglio [[1866]] le unità italiane iniziarono a cannoneggiare le fortificazioni austriache dell'[[Lissa (isola)|isola di Lissa]] per assicurarsi il predominio sull'Adriatico orientale. Il 20 luglio la flotta di Tegetthoff raggiunse l'isola dalmata ed ebbe inizio la [[battaglia di Lissa]], in cui la flotta austriaca - conscia della propria vulnerabilità - optò per la tattica del combattimento ravvicinato mediante speronamento. Tale tattica si dimostrò vincente: la ''Ferdinand Max'' speronò la ''Re d'Italia'', che colò a picco nel giro di pochi minuti, mentre la ''Palestro'', centrata nella santabarbara, esplose inabissandosi. Il vecchio vascello ligneo ''Kaiser'' tentò lo speronamento della ''Re di Portogallo'', ma venne gravemente danneggiato. Durante il tentativo di colpire la ''Kaiser'', l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Affondatore'' riportò talmente tanti danni ada opera dell'artiglieria austriaca che affondò pochi giorni dopo nel [[porto di Ancona]]. Resta famosa la frase del Tegetthoff ''dàghe adosso Nino, che i butemo a fondo'', pronunciata in lingua veneta, essendosi formato nell'Imperial e regia scuola dei cadetti di marina ubicata nell'Arsenale di Venezia. Da notare che nonostante le vicissitudini politiche, quando il comandante von Tegetthoff annunciò la vittoria agli equipaggi, questi avrebbero risposto lanciando in aria i berretti al grido: Viva San Marco!, manifestando l'influenza della tradizione della marina della Serenissima presente nei molti marinai della flotta austriaca.
 
Fu così che la Regia Marina perse tre navi in quella che risultò una delle battaglie navali più importanti del XIX secolo, mentre l'Austria nessuna (la ''Kaiser'' venne riparata e poté riprendere il mare); pure in termini di vite umane l'Italia subì decisamente maggiori perdite. La battaglia di Lissa fu anche l'ultima a vedere l'impiego di navi di legno e l'unica del suo secolo ada essere caratterizzata da atti di speronamento, nonché la più importante vittoria nella storia della ''Kriegsmarine''.
 
=== Il periodo austro-ungarico: la ''k.u.k. Kriegsmarine'' ===
==== Riforma della ''Kriegsmarine'' ====
[[File:Tegetthoff-lithographie.jpg|thumb|upright|L'ammiraglio Tegetthoff, l'eroe di Lissa, dedicò molti anni alla riforma della ''Kriegsmarine'']]
Nonostante la promozione a viceammiraglio e la grande popolarità raggiunta Tegetthoff non ottenne una carica pubblica, ma fu spedito dal Ministero della guerra in [[Regno Unito|Inghilterra]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] per motivi formativi. Nel [[1867]], l'anno dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ausgleich]]'' con il Regno d'Ungheria, venne tuttavia consultato per la creazione di una marina militare austro-ungarica. Tegetthoff propose l'istituzione di un ministero della marina, che sarebbe diventato il quarto dicastero comune della Duplice Monarchia, ma a causa delle rimostranze degli ungheresi, che chiedevano la suddivisione paritetica dei ministeri tra [[Vienna]] e [[Budapest]], l'imperatore trovò una soluzione di compromesso, facendo istituire una ''Marinesektion'' ("Sezione della Marina") all'interno del ministero della guerra a Vienna. Nacque così la ''k.u.k. Kriegsmarine''.
 
Il 25 febbraio [[1868]] Francesco Giuseppe I nominò infine Tegetthoff comandante della marina e capo della ''Marinesektion''. Negli anni successivi venne dato avvio al programma di sviluppo della marina concepito dall'ammiraglio, con l'istituzione di scuole di addestramento e corsi di formazione, nonché con l'inizio di spedizioni all'estero per temprare gli equipaggi, allacciare rapporti commerciali e diffondere il prestigio della ''k.u.k. Kriegsmarine''. Quando l'ammiraglio Tegetthoff morì a [[Graz]], il 7 aprile [[1871]], gli vennero tributati grandi onori militari a Vienna.
 
==== Le operazioni tra Balcani e Cina ====
Gli anni seguenti furono caratterizzati soprattutto da spedizioni scientifiche. Nuovi problemi sorsero tuttavia nei [[Penisola balcanica|Balcani]], quando nel [[1869]] l'introduzione della [[Servizio militare|coscrizione militare obbligatoria]] causò l'insorgere della fiera popolazione di Krivošije, nelle [[Bocche di Cattaro]], provocando l'intervento dell'esercito e della marina, che tuttavia non riuscirono a sedare i rivoltosi. Da quel momento gli austriaci iniziarono un'opera di fortificazione e di presa di possesso del territorio bocchese, mossa che agevolò il compito della marina, chiamata a sedarvi una seconda insurrezione nel [[1882]]. Una terza sommossa nella zona di Cattaro ebbe luogo nel [[1908]], in occasione dell'annessione della [[Bosnia ed Erzegovina]] da parte dell'Impero austro-ungarico.
 
Altro banco di prova per la ''k.u.k. Kriegsmarine'' fu lo scoppio della [[Ribellione dei Boxer|rivolta dei Boxer]] in [[Cina]] (aprile [[1900]]), che vide la marina austriaca coinvolta direttamente in quanto presente nell'area con la nave ''Zenta'', mentre ufficiali e marinai inviati a [[Pechino]] parteciparono attivamente agli scontri. I rinforzi inviati in oriente (le navi ''Kaiserin und Königin Maria Theresia'', ''Kaiserin Elisabeth'' e ''Aspern'') giunsero invece troppo tardi per partecipare ai combattimenti.
Gli anni seguenti furono caratterizzati soprattutto da spedizioni scientifiche. Nuovi problemi sorsero tuttavia nei [[Penisola balcanica|Balcani]], quando nel [[1869]] l'introduzione della [[Servizio militare|coscrizione militare obbligatoria]] causò l'insorgere della fiera popolazione di Krivošije, nelle [[Bocche di Cattaro]], provocando l'intervento dell'esercito e della marina, che tuttavia non riuscirono a sedare i rivoltosi. Da quel momento gli austriaci iniziarono un'opera di fortificazione e di presa di possesso del territorio bocchese, mossa che agevolò il compito della marina, chiamata a sedarvi una seconda insurrezione nel [[1882]]. Una terza sommossa nella zona di Cattaro ebbe luogo nel [[1908]], in occasione dell'annessione della [[Bosnia ed Erzegovina]] da parte dell'Impero austro-ungarico.
 
Altro banco di prova per la ''k.u.k. Kriegsmarine'' fu lo scoppio della [[Ribellione dei Boxer|rivolta dei Boxer]] in [[Cina]] (aprile [[1900]]), che vide la marina austriaca coinvolta direttamente in quanto presente nell'area con la nave ''Zenta'', mentre ufficiali e marinai inviati a [[Pechino]] parteciparono attivamente agli scontri. I rinforzi inviati in oriente (le navi ''Kaiserin und Königin Maria Theresia'', ''Kaiserin Elisabeth'' e ''Aspern'') giunsero invece troppo tardi per partecipare ai combattimenti.
 
==== La prima guerra mondiale ====
{{vedi anche|Operazioni navali nel mare Adriatico (1914-1918)}}
Sotto la direzione dei comandanti [[Hermann von Spaun]], [[Rodolfo Montecuccoli degli Erri|Rodolfo Montecuccoli]] e [[Anton Haus]] la marina austro-ungarica fu ulteriormente ampliata e modernizzata, anche grazie al contributo dell'arciduca [[Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este|Francesco Ferdinando]], che nel [[1908]] aveva ordinato la costruzione dei primi [[sottomarinosommergibile|sottomarinisommergibili]]. Il 24 giugno 1911 venne varata la ''[[SMS Viribus Unitis|Viribus Unitis]]'', la prima [[nave da battaglia]] austro-ungarica monocalibra (tipo ''[[HMS Dreadnought (1906)|Dreadnought]]''); la corazzata fu la prima di un'intera classe e venne affiancata l'anno dopo dalle sorelle ''[[SMS Tegetthoff (1912)|Tegetthoff]]'' e ''[[SMS Prinz Eugen|Prinz Eugen]]'', nonché infine dalla ''[[SMS Szent István|Szent István]]'' nel [[1914]]. Fu così che alla vigilia della [[prima guerra mondiale]] l'Austria-Ungheria si trovò dotata di una flotta di prim'ordine.
 
[[File:Szent Istvan.jpg|thumb|upright=1.4|La ''Szent István'' era una delle navi più moderne dell'epoca]]
 
Lo scoppio delle ostilità sorprese l'[[incrociatore]] [[SMS Kaiserin Elisabeth|SMS ''Kaiserin Elisabeth'']] a [[Tsingtao]], nella colonia tedesca di [[Kiao-Ciao|Kiautschou]], e così la nave si sottomise al comando del governatore alleato tedesco. Quando il [[Giappone]], ansioso di conquistare la colonia, dichiarò guerra alla Germania e all'Austria-Ungheria, la maggior parte delle navi abbandonarono la colonia, lasciando l'incrociatore austriaco a presidio della città insieme a una sola cannoniera tedesca. Dopo due mesi di accanita resistenza gli austro-tedeschi dovettero arrendersi e, per non farfare cadere la nave in mano al nemico, l'equipaggio fece affondare la nave.
 
Sul fronte europeo, data la posizione di neutralità dell'Italia, la marina austro-ungarica non poté servirsi dei porti dell'alleato non belligerante e venne quindi impiegata nell'Adriatico colcon il compito di bloccare le coste del [[Montenegro]], paese alleato dell'Intesa, e in particolare il porto di [[Antivari]], mediante il quale le forze dell'Intesa approvvigionavano l'esercito [[Regno di Serbia|serbo]]. Il basso Adriatico divenne quindi un frequente luogo di scontri: il 16 agosto 1914 una grossa formazione navale francese giunse di fronte ad Antivari, costringendo il [[cacciatorpediniere]] austriaco ''Ulan'' a ritirarsi nelle [[bocche di Cattaro]]; l'altra nave presente, l'[[incrociatore]] ''Zenta'', si gettò invece nell'impari lotta e divenne la prima nave austro-ungarica ada essere affondata nel primo conflitto mondiale.
 
Con l'entrata in guerra dell'Italia al fianco dell'[[Triplice intesa|Intesa]] (24 maggio 1915) l'Austria-Ungheria si trovò tagliata fuori dal resto del Mediterraneo, in quanto il [[Canale d'Otranto]] era [[blocco del Canale d'Otranto|presidiato dalle navi alleate]]. La stessa sera della dichiarazione di guerra italiana l'intera flotta austro-ungarica salpò dai porti di Pola, [[Sebenico]] e Cattaro avendo come obiettivo le coste italiane. I primi cannoneggiamenti provocarono danni ad [[Ancona]], ma anche a [[Rimini]], [[Vieste]], [[Manfredonia]], [[Barletta]], così come a ponti e linee ferroviarie situate lungo la costa; l'[[Arsenale di Venezia]] fu invece oggetto di un'incursione aerea. I primi attacchi della ''Kriegsmarine'' riuscirono a sorprendere le difese italiane senza subire alcuna perdita.
 
Ben presto la strategia navale italiana e austriaca fu tuttavia improntata a grande cautela e per tutta la durata della guerra non ebbero luogo grandi scontri tra le due marine: libera solamente di circolare nell'Adriatico, la ''k.u.k. Kriegsmarine'' venne difatti destinata principalmente ada operazioni difensive (principalmente scorta [[Convoglio navale|convogli]] rifornimento destinati al fronte settore costiero e del [[Carso]] isontino, mentre le nuove e potenti corazzate furono tenute al sicuro nei porti secondo una strategia di potenza dissuasiva (''[[Flotta in potenza|fleet in being]]''). Da entrambe le parti venne impiegata la tattica delle rapide incursioni contro il naviglio nemico (soprattutto [[Sottomarino|sottomarini]] e [[motoscafo armato silurante|motosiluranti]]).
 
[[File:Mikloshorthy.jpg|thumb|left|upright|L'ammiraglio [[Miklós Horthy|Horthy]] fu il principale stratega della battaglia del canale d'Otranto]]
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== Gradi della imperiale e regia Marina ==
Di seguito è riportato uno schema riassuntivo dei [[grado militare|gradi]] per la Marina austriaca senza il distintivo di categoria per sottufficiali e truppa.truppaː
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
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|colspan="10" |[[File:Bootsmannsmaat k.u.k. Kriegsmarine.png|105px]]<br />[[quartiermastro]]<br />quartiermastro telegrafista<br />''Quartiermeister''<br />''Telegraphenquartiermeister''
|colspan="10" |[[File:Rudergast k.u.k. Kriegsmarine.png|105px]]<br />Marsgast<br />Telegrafista superiore<br />''Marsgast''<br />''Telegraphengast''
|colspan="10" |[[File:Matrose 1. Klasse k.u.k. Kriegsmarine.png|105px]]<br />marinaio di prima classe<br />telegrafista di prima classe<br />''Matrose 1. Klasse''<br />''Telegraphenmatrose 1. Klasse''
|-
!colspan="30" | marinai
|-
|colspan="30" |[[File:Matrose 2. Klasse k.u.k. Kriegsmarine.png|105px]]<br />marinaio di seconda classe<br />Telegrafista di seconda classe<br />''Matrose 2. Klasse''<br />''Telegraphenmatrose 2. Klasse''
|}
 
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* Arciduca [[Federico Ferdinando d'Asburgo-Teschen]], vice ammiraglio, (1844 - ottobre 1847)
* [[Silvestro Dandolo]], vice ammiraglio (ottobre - novembre 1847)
* Johann Marinovich (interinale), vicecapitano di ammiragliovascello (novembre 1847 - marzo 1848)
* [[Hans Birch Dahlerup]], vice ammiraglio, (febbraio 1849 - agosto 1851)
*[[Franz von Wimpffen|Franz Wimpffen]], vice ammiraglio, (agosto 1851 - settembre 1854)
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* AA.VV., ''Manuale pel Coscritto dell'i. e r. marina da guerra'', Pola, Tipografia fg. di Kleinmayr & Fed. Bamberg in Lubiana, 1909
* Roberto Coaloa, ''Mediterraneo imperiale: breve storia della marina da guerra degli Asburgo 1866-1918'', Udine, Gaspari, 2013 ISBN 978-88-7541-337-8
* Renate Basch-Ritter, ''L'Austria sui mari del mondo. Storia dell'i.(e)r. Marina da guerra fra il 1382 ed il 1918.'', Trieste, Lint, 1989 ISBN 978-88-8508-314-1
* Nicola Horthy; ''Memorie. Una vita per l'Ungheria'', Roma, Corso, 1956.
* Paul G. Halpern, ''La Grande Guerra nel Mediterraneo. Volume I, 1914-1916'', Gorizia, LEG, 2009. ISBN 978-88-6102-061-0
* Paul G. Halpern, ''La Grande Guerra nel Mediterraneo. Volume II, 1917-1918'', Gorizia, LEG, 2010. ISBN 978-88-6102-091-7
* Sokol Hans; ''La guerra marittima dell'Austria-Ungheria 1914-1918''. 4 voll., Gorizia, LEG, 2007. ISBN 978-88-6102-017-7
* Alfred von Koudelka;, ''Rotta su Trieste'', Gorizia, LEG, 2010. ISBN 978-88-6102-051-1
 
=== In lingua tedesca ===
* WaldimirWladimir Aichelburg, ''Register der k.(u.)k. Kriegsschiffe. Von Abbondanza bis Zrinyi'', Vienna, NW, 2002 ISBN 9783708300528
* Frank Wiggermann, ''K.u.K. Kriegsmarine und Politik: ein Beitrag zur Geschichte der italienischen Nationalbewegung in Istrien'', Vienna, ÖAW, 2004 ISBN 9783700132097
* Hans Sokol, ''Johannes von Liechtenstein. Aus dem Leben eines k.u.k. Seeoffiziers'', Vienna, Karolinger Verlag, 2013 ISBN 9783854181552
 
=== In lingua ungherese ===
* Halpern Paul G.;, ''Otrantói ütközet''. Győr, Laurus Kiadó, 2007. ISBN 978-963-87585-3-8
* Csonkaréti Károly;, ''Horthy a tengerész''. Budapest, Zrínyi, 1993. ISBN 963-327-198-3
* Csonkaréti Károly;, ''Az Osztrák-Magyar Monarchia haditengerészete: 1867 – 1918''. Budapest, Kossuth, 2001. ISBN 963-09-4244-5
* Gasparovich László;, ''Csata az Adrián''. Budapest, Gemini, 1998. ISBN 978-963-8168-34-4
 
=== In lingua inglese ===
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== Voci correlate ==
* [[Naviglio militare austro-ungarico della prima guerra mondiale|Elenco delle navi della marina austro-ungarica]]
* [[Battaglia di Lissa|Battaglia di Lissa (1866)]]
* [[Beffa di Buccari]]
* [[Impresa di Premuda]]
* [[Impresa di Pola]]
* [[Ammutinamento di Cattaro]]
* [[Imperiale e regio esercito|Imperial regio Esercito austro-ungarico]]
* [[Gemeinsame Armee]]
* [[kaiserlich-königliche Landwehr]]
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== Altri progetti ==
 
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.kuk-kriegsmarine.at|La k.u.k. Kriegsmarine|lingua=de}}
* {{cita web|1url=http://homepages.fh-giessen.de/~hg6339/data/ah/info_verbleib-ah-ships.htm|2titolo=La spartizione della flotta|lingua=de|accesso=28 febbraio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070618062817/http://homepages.fh-giessen.de/~hg6339/data/ah/info_verbleib-ah-ships.htm|dataarchivio=18 giugno 2007|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=dd0Jd7Znu0Y&feature=fvw|titolo=Youtube - Immagini della kriegsmarine}}
 
{{Forze armate dell'Impero austro-ungarico}}