Italia (nave ospedale): differenze tra le versioni
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{{Infobox nave
|Nome=''Italia''
|Categoria=
|Immagine=Pfo Italia5.jpg
||Didascalia=L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' in una cartolina della compagnia “La Veloce” del 1905.
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[[File:Pfo Italia4.jpg|thumb|left|upright=1.4|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' con i colori della compagnia La Veloce]]
Costruito nel 1905 nei [[cantiere navale|cantieri]] [[Cantieri navali Odero|Odero]] di [[Genova]] per la compagnia [[La Veloce]] Navigazione Italiana a Vapore (con [[sede legale|sede]] a [[Genova]]), l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' era in origine un piroscafo passeggeri da 5338 (o 5018<ref name="theshipslist">[http://www.theshipslist.com/ships/lines/lavelocenav.html Theshipslist – La Veloce Navigazione Italiana a Vapore] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111001234508/http://www.theshipslist.com/ships/lines/lavelocenav.html |data=1º ottobre 2011 }}, [http://www.theshipslist.com/ships/lines/ngi.html Theshipslist – Navigazione Generale Italiana] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090122233553/http://www.theshipslist.com/ships/lines/ngi.html |data=22 gennaio 2009 }}, [http://www.theshipslist.com/ships/lines/sm.htm Theshipslist – Società Italiana di Servizi Marittimi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111206145933/http://www.theshipslist.com/ships/lines/sm.htm |data=6 dicembre 2011 }} e [http://www.theshipslist.com/ships/lines/lloydtriestino.htm Theshipslist – Lloyd Triestino] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100501203705/http://www.theshipslist.com/ships/lines/lloydtriestino.htm |data=1º maggio 2010 }}</ref>) tonnellate di [[stazza lorda]]<ref name="naviospedale">Enrico Cernuschi, Maurizio Brescia, Erminio Bagnasco, ''Le navi ospedale italiane'', pp. 8-9-10</ref><ref name="naviearmatori">[http://www.naviearmatori.net/ita/foto-20460-4.html Naviearmatori]</ref><ref name="agenziabozzo">[http://www.agenziabozzo.it/vecchie_navi/B-Vapore/Navi_1850-1950_B139_vapore_ITALIA_Esercizio_Bacini_Riva_1905_1916_NGI_1919_Sitmar_Line.htm Agenziabozzo]</ref><ref name="cn">[http://www.culturanavale.it/documentazione.php?id=319 Gruppo di Cultura Navale]</ref>. Dotato di due alberi, il piroscafo era stato originariamente progettato per avere una [[vela (sistema di propulsione)|velatura]] con funzioni ausiliarie<ref name="cn"/>. La Veloce impiegò inizialmente la nave (che aveva due unità quasi gemelle, l<nowiki>'</nowiki>''[[Brasile (piroscafo)|Argentina]]'' ed il ''
Nel 1912 il piroscafo fu trasferito alla [[Navigazione Generale Italiana]] (NGI, avente sede a Genova), la principale compagnia di navigazione italiana dell'epoca, che controllava da diversi anni La Veloce<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
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Il 7 settembre 1941 la nave, unitamente ad altri due trasporti truppe (la [[motonave]] ''[[Città di Trapani (nave)|Città di Trapani]]'' ed il piroscafo ''Quirinale''), si trasferì in convoglio da [[Durazzo]] a Bari, con la scorta del ''Deffenu'' e della torpediniera ''Antares''<ref name="deffenu"/>. Tre giorni più tardi, il 10 settembre, il piroscafo, insieme al ''Quirinale'' e con la scorta di ''Antares'' e ''Deffenu'', compì un nuovo viaggio da Bari a Durazzo con truppe a bordo<ref name="deffenu"/>.
All'una di [[pomeriggio]] del 28 marzo 1942 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' lasciò [[Patrasso]] alla volta di [[Bari]], in convoglio con i trasporti truppe ''Piemonte'', ''[[Francesco Crispi (piroscafo)|Francesco Crispi]]'', ''[[Aventino (piroscafo)|Aventino]]'', ''[[Motonave Viminale|Viminale]]'' e ''[[Galilea (piroscafo)|Galilea]]'' e con la scorta dell'incrociatore ausiliario ''[[Città di Napoli (incrociatore ausiliario)|Città di Napoli]]'' e delle anziane [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Angelo Bassini (cacciatorpediniere)|Bassini]]'', ''[[Antonio Mosto (cacciatorpediniere)|Mosto]]'' e ''[[Castelfidardo (cacciatorpediniere)|Castelfidardo]]''<ref name="nmp"/><ref name=nh2>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4203-43MAR02.htm Naval History – March 1942]</ref><ref name="regiamarina">[http://www.regiamarina.net/detail_text.asp?nid=48&lid=2 Affondamento del Galilea<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name="prevato">[http://www.prevato.it/giornalenautico/19.php Franco Prevato: GIORNALE NAUTICO PARTE PRIMA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Poco dopo il traverso di San Nicolò d'[[Itaca]], in condizioni di [[mare]] calmo, senza [[vento]], e [[cielo]] coperto (tempo però destinato a peggiorare in tarda serata), si aggregarono alla scorta il [[cacciatorpediniere]] ''[[Sebenico (cacciatorpediniere)|Sebenico]]'' ed alcuni [[dragamine]] (secondo altra fonte il ''Sebenico'' ed anche una quarta torpediniera, la ''[[San Martino (cacciatorpediniere)|San Martino]]'', partirono a Patrasso insieme al resto del convoglio, che era inizialmente composto dai soli trasporti ''Crispi'', ''Galilea'' e ''Viminale'', cui si aggiunsero, fuori Patrasso, i [[piroscafo|piroscafi]] ''Piemonte'', ''Ardenza'' ed ''Italia''<ref name="regiamarina"/>), mentre un [[ricognitore]] sorvolava l'area, permanendo nei pressi sino al [[tramonto]]<ref name="prevato"/>. Alle 18.30 venne oltrepassato Capo Dukato ([[Isole Ionie]]) mentre il tempo peggiorava rapidamente, ed alle 19.12 il convoglio si dispose su due file (con ''Galilea'' e ''Viminale'' in testa rispettivamente a sinistra ed a [[dritta]], distanziate di circa 600 metri<ref name="regiamarina"/>) fiancheggiate dalle torpediniere, mentre il ''Città di Napoli'' si portò in testa, procedendo a [[zig zag]]<ref name="prevato"/>. Nella tarda [[serata]] il convoglio venne avvistato dal [[sommergibile]] [[Royal Navy|britannico]] ''Proteus'', che, tra le 22.45 e le 22.50<ref name="nmp"/>, silurò il ''Galilea''<ref>{{Cita web|url=https://www.barinedita.it/bari-report-notizie/n4430-la-storia-dell-affondamento-della-nave-galilea--salpata-dalla-grecia-non-arrivo-mai-a-bari|titolo=La storia dell'affondamento della nave Galilea: salpata dalla Grecia non arrivò mai a Bari|sito=Barinedita|accesso=2021-11-05}}</ref>: l'unica nave lasciata ad assistere la nave colpita fu la ''Mosto'', mentre il resto del convoglio proseguì alla volta di Bari, giungendovi l'indomani<ref name="prevato"/>. Dopo cinque ore di agonia, tra le 3.40 e le 3.50 del 29 marzo, il ''Galilea'' s'inabissò in [[posizione]] 39°03' N e 20°06' E<ref name="nmp"/>: nel disastro scomparvero 995 uomini, a fronte di 319 sopravvissuti<ref name="prevato"/>. La scorta ritenne, a torto, di aver danneggiato un sommergibile<ref name="regiamarina"/>.[[File:Pfo Italia1.jpg|thumb|left|upright=1.4|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'', utilizzato come trasporto truppe, in navigazione sulla rotta Brindisi-Durazzo.]]
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Il 10 settembre 1943, due giorni dopo la [[proclamazione]] dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu catturato dalle truppe tedesche a Durazzo, in seguito all'occupazione della [[città]] albanese<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/><ref name="nmp"/>.
Alcune [[settimana|settimane]] dopo i comandi tedeschi decisero di utilizzare l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e le altre navi italiane catturate a Durazzo per trasportare a [[Trieste]] i reparti della [[Divisione (unità militare)|Divisione]] «Brennero», i cui comandanti si erano accordati con i comandi tedeschi per il disarmo e trasferimento della Divisione in Italia<ref name="biblink">
L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' rimase poi sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]]. Il 6 luglio 1944 il piroscafo, attaccato da aerei, fu colpito da alcune [[bomba (ordigno)|bombe]], inabissandosi nel [[golfo]] di [[Arsia]], in [[Istria]]<ref name="cn"/><ref name="nmp"/>. Secondo altre fonti, il 6 luglio 1944 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu affondato da aerei alleati, ma a [[Trieste]], dove nel 1950 venne recuperato e [[demolizione|demolito]]<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
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[[Categoria:Navi ospedale della Regia Marina]]
[[Categoria:Navi costruite dai Cantieri navali Odero]]
[[Categoria:Navi costruite a Genova]]
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