Italia (nave ospedale): differenze tra le versioni

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{{Infobox nave
|Nome=''Italia''
|Categoria=altronave passeggeri
|Immagine=Pfo Italia5.jpg
||Didascalia=L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' in una cartolina della compagnia “La Veloce” del 1905.
|Dimensioni_immagine=300px
|Didascalia=L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' in una cartolina della compagnia “La Veloce” del 1905.
|Bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Bandiera2=
|Tipo=[[piroscafo]] passeggeri (1905-1915 e 1919-1940)<br />[[nave ospedale]] (1915-1919)<br />trasporto truppe (1940-1943)
|Classe=
|Costruttori=[[Cantieri navali Odero|Odero]]
|Cantiere=[[Cantiere della Foce]], [[Genova]]
|Identificazione=
|Ordine=
|Ordinata=
|Impostazione=
|Impostata=
|VarataVaro=23 giugno 1905
|Completamento=
|Completata=
|Entrata_in_servizio=1905 (come nave mercantile)
|Proprietario=La Veloce Navigazione Italiana a Vapore (1905-1912)<br />[[Navigazione Generale Italiana]] (1912-1923, in gestione alla Italia Società di Navigazione a Vapore nel 1913-1917 ed alla Transoceanica Società Italiana di Navigazione nel 1917-1923)<br />requisita dalla {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}} nel 1915-1919<br />Società Italiana di Servizi Marittimi (1923-1932)<br />[[Lloyd Triestino]] (1932-1944)<br />requisita dalla {{Insegna navale|ITA (1861-1946)|icona}} nel 1940-1941 e dal [[Ministero delle Comunicazionicomunicazioni]] nel 1941-1943
|Radiazione=
|Radiata=
|Destino_finale=tornata al servizio civile nel 1919, catturata da forze tedesche il 10 settembre 1943, affondata da attacco aereo il 6 luglio 1944, forse demolita nel 1950
|Dislocamento=
|Stazza_lorda=5338 o 5018 [[tonnellate di stazza lorda|tsl]]<br />poi 5203
|Lunghezza=tra le perpendicolari 119,57 [[Metro|m]]<br />fuori tutto 124,7-128
|Larghezza=14,5-14,6
|Altezza=
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|Profondità_operativa=
|Ponte_di_volo=
|Propulsione=macchina a vapore<br />[[potenza (fisica)|potenza]] 5800 HP
|Velocità=13-13,5
|Autonomia=
|Capacità_di_carico=
|Equipaggio=
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}}
 
L<nowiki>'</nowiki>'''''Italia''''' è stata una [[nave ospedale]] della [[Regia Marina]] ed un [[piroscafo]] [[nave passeggeri|passeggeri]] italiano.
 
== Storia ==
[[File:Pfo Italia4.jpg|thumb|left|upright=1.4|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' con i colori della compagnia La Veloce]]
 
[[File:Pfo Italia4.jpg|thumb|left|300px|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' con i colori della compagnia La Veloce.]] [[Costruzione|Costruito]] nel 1905 nei [[cantiere navale|cantieri]] [[Cantieri navali Odero-Terni-Orlando|Odero]] di [[Genova]] per la compagnia [[La Veloce]] Navigazione Italiana a Vapore (con [[sede legale|sede]] a [[Genova]]), l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' era in origine un piroscafo passeggeri da 5338 (o 5018<ref name="theshipslist">[http://www.theshipslist.com/ships/lines/lavelocenav.html Theshipslist – La Veloce Navigazione Italiana a Vapore] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111001234508/http://www.theshipslist.com/ships/lines/lavelocenav.html |data=1º ottobre 2011 }}, [http://www.theshipslist.com/ships/lines/ngi.html Theshipslist – Navigazione Generale Italiana] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090122233553/http://www.theshipslist.com/ships/lines/ngi.html |data=22 gennaio 2009 }}, [http://www.theshipslist.com/ships/lines/sm.htm Theshipslist – Società Italiana di Servizi Marittimi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111206145933/http://www.theshipslist.com/ships/lines/sm.htm |data=6 dicembre 2011 }} e [http://www.theshipslist.com/ships/lines/lloydtriestino.htm Theshipslist – Lloyd Triestino] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100501203705/http://www.theshipslist.com/ships/lines/lloydtriestino.htm |data=1º maggio 2010 }}</ref>) tonnellate di [[stazza lorda]]<ref name="naviospedale">Enrico Cernuschi, Maurizio Brescia, Erminio Bagnasco, ''Le navi ospedale italiane'', pp. 8-9-10</ref><ref name="naviearmatori">[http://www.naviearmatori.net/ita/foto-20460-4.html Naviearmatori]</ref><ref name="agenziabozzo">[http://www.agenziabozzo.it/vecchie_navi/B-Vapore/Navi_1850-1950_B139_vapore_ITALIA_Esercizio_Bacini_Riva_1905_1916_NGI_1919_Sitmar_Line.htm Agenziabozzo]</ref><ref name="cn">[http://www.culturanavale.it/documentazione.php?id=319 Gruppo di Cultura Navale]</ref>. Dotato di due alberi, il piroscafo era stato originariamente progettato per avere una [[vela (sistema di propulsione)|velatura]] con funzioni ausiliarie<ref name="cn"/>. La Veloce impiegò inizialmente la nave (che aveva due unità quasi gemelle, l<nowiki>'</nowiki>''[[Brasile (piroscafo)|Argentina]]'' ed il [[Brasile (nave ospedale)|''Brasile'']]<ref name="cn"/>) nel [[trasporto]] di [[passeggero|passeggeri]] e [[merce|merci]] sulle tratte per l’[[l'America settentrionale]], trasferendolo successivamente su quelle per l’l'[[America centrale]] e [[America meridionale|meridionale]]<ref name="agenziabozzo"/><ref name="cn"/>.
 
Nel 1912 il piroscafo fu trasferito alla [[Navigazione Generale Italiana]] (NGI, avente sede a Genova), la principale compagnia di navigazione italiana dell’epocadell'epoca, che controllava da diversi anni La Veloce<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
 
Nel corso dello stesso 1912 la NGI, insieme ad altre tre importanti compagnie di navigazione italiane (La Veloce, [[Lloyd Italiano]] ed Italia Società di Navigazione a Vapore), stipulò un accordo con il [[governo]] del [[Brasile]] e con quello dello [[stato]]Stato brasiliano di [[San Paolo (stato)|San Paolo]] per formare una [[Linea di comunicazione|linea]] diretta ([[Genova]]-[[Santos]]) che unisse l’l'[[Italia]] al Brasile trasportando [[emigrazione italiana|emigranti]]: le compagnie di navigazione avrebbero ricevuto più di 100.000 [[lira italiana|lire]] per ogni [[viaggio]]<ref name="piccione">Paolo Piccione, ''Genova, città dei transatlantici. Un secolo di navi passeggeri'', pp. 56-57</ref>. L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu uno dei piroscafi messi a disposizione per tale linea<ref name="piccione"/>. La [[legge]] italiana, tuttavia, vietata di accordarsi con governi esteri per favorire l’l'[[emigrazione]] dall’Italiadall'Italia (gli emigranti italiani nello statoStato di San Paolo erano impiegati nelle [[fazenda]]s in condizioni di [[miseria]] e [[sfruttamento]]), pertanto il Commissariato per l’Emigrazionel'Emigrazione intervenne, denunciò il patto con le [[autorità]] brasiliane, [[multa|multò]] le quattro compagnie di [[navigazione]] (che furono escluse dal servizio sulla linea diretta per il Brasile) e diede vita ad uno [[scandalo]] nazionale<ref name="piccione"/>.[[File:Pfo Italia3.jpg|thumb|left|300pxupright=1.4|Il piroscafo prima dei lavori di trasformazione in nave ospedale.]]
 
Nel 1913 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu trasferito alla Italia Società di Navigazione a Vapore, un’altraun'altra società controllata dalla NGI<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
 
Nel 1915, qualche tempo dopo l’ingressol'ingresso dell’Italiadell'Italia nella [[prima guerra mondiale]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu [[requisizione|requisito]] dalla [[Regia Marina]] e trasformato in [[nave ospedale]], con una capienza di 620 posti [[letto]]<ref name="naviospedale"/><ref name="naviearmatori"/>. Le navi ospedale italiane erano impiegate principalmente nel trasporto di [[Wounded in action|feriti]] e [[malatoMalattia|malati]] tra le truppe italiane dal [[Fronte italiano (prima guerra mondiale)|Norditalia]] (provenienti dal [[fronte dell'Isonzo]] e delle [[Alpi]]) negli [[ospedale|ospedali]] d’appoggiod'appoggio situati in [[Sicilia]] e [[Sardegna]], nel supporto sanitario ai contingenti del [[Regio Esercito]] dislocati in [[Libia]] ed in [[Albania]] e nel trasporto di feriti e malati [[British Army|britannici]] dai [[Dardanelli]] (ed in seguito da [[Salonicco]]) a [[Malta]] ed in [[Inghilterra]], solitamente a [[Southampton]] (nel corso di tali [[missione|missioni]] le navi ospedale imbarcavano anche personale sanitario, sia maschile che femminile – queste ultime erano chiamate «''sisters''» –)<ref name="naviospedale"/>. Proprio per le aumentate necessità delle truppe britanniche la Regia Marina aveva deciso di incrementare il proprio iniziale nucleo di tre navi ospedale (l<nowiki>'</nowiki>''[[Albaro (nave ospedale)|''Albaro'']]'', in servizio dalla [[guerra italo-turca]], e le gemelle [[Re d'Italia (nave ospedale)|''Re d’Italia'']] e [[Regina d'Italia (nave ospedale)|''Regina d’Italia'']], requisite subito dopo l’entratal'entrata in guerra) con la requisizione, più avanti nel corso dello stesso 1915, dell<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e del similare ''Brasile'', anch'esso appartenente alla NGI<ref name="naviospedale"/>.
 
[[File:Nave Ospedale Italia1.jpg|thumb|left|300pxupright=1.4|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' impiegato come nave ospedale durante la prima guerra mondiale.]]
 
Agli inizi del 1916 le navi ospedale, insieme a numerosi trasporti, presero parte alla vasta operazione per il salvataggio dell’esercitodell'esercito [[Regno di Serbia|serbo]] in ritirata, che venne imbarcato nei [[porto|porti]] dell’dell'[[Albania]] e trasportato in Italia<ref name="naviospedale"/>.
 
L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu una delle poche navi ospedale italiane a rimanere in servizio per tutto il conflitto, venendo derequisita e restituita alla NGI (che dal 1917 l’aveval'aveva trasferita alla Transoceanica Società Italiana di Navigazione, nella quale era confluita la Italia Società di Navigazione Vapore<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>) nel 1919<ref name="naviospedale"/><ref name="naviearmatori"/><ref>[http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/navi_ospedale.aspx Almanacco storico navale – Navi ospedale]</ref>. Con 80 missioni effettuate e 48.426 infermi trasportati, l’unitàl'unità fu la seconda nave ospedale italiana del conflitto per missioni svolte (la prima fu l<nowiki>'</nowiki>''Albaro'', con 90 missioni) e la prima per numero complessivo di degenti trasportati<ref name="naviospedale"/>.
 
Nel 1923 il piroscafo fu [[venditaCompravendita|venduto]] alla Società Italiana di Servizi Marittimi (SITMAR, con sede a [[Napoli]])<ref name="theshipslist"/>, che lo impiegò sulle [[rotta navale|rotte]] [[Mar Mediterraneo|mediterranee]] verso l’l'[[Africa settentrionale]]<ref name="agenziabozzo"/>. Nel 1931-1932 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' passò alla [[Società anonima|Società Anonima]] di Navigazione [[Lloyd Triestino]], avente sede a [[Trieste]], che lo iscrisse, con matricola 319, al [[Compartimento marittimo]] di Trieste<ref name="nmptheshipslist">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 252</ref><ref name="theshipslistagenziabozzo"/><ref name="agenziabozzonmp">{{cita|Notarangelo Pagano|p. 252}}.</ref>.
 
Nel corso del suo servizio come nave passeggeri il piroscafo svolse anche numerosi viaggi in [[Mar Rosso]], trasportando [[Hajj|pellegrini musulmani]] diretti a [[La Mecca]]<ref name="deffenu">[http://www.naviearmatori.net/ita/foto-6621-4.html Naviearmatori]</ref>.
 
Nel 1936 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' venne utilizzato come trasporto truppe, compiendo vari viaggi in [[Africa Orientale]] durante la [[guerra d'Etiopia]]<ref name="cn"/>.[[File:Pfo Italia2.jpg|thumb|rightupright=1.4|300px|Un’altraUn'altra immagine della nave nei primi anni di servizio, con la livrea di La Veloce.]]
 
Il 18 agosto 1940, poco più di due mesi dopo l’ingressol'ingresso dell’Italiadell'Italia nella [[seconda guerra mondiale]], il piroscafo fu requisito a Trieste dalla Regia Marina, che lo derequisì l’8l'8 ottobre 1940 per poi requisirlo nuovamente, sempre a Trieste, dal 15 ottobre 1940 al 10 novembre 1941, dopo di che la nave fu requisita dal [[Ministero delle Comunicazionicomunicazioni]]<ref name="nmp"/>. L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu utilizzato come trasporto truppe, sia, in prevalenza, sulle rotte per l’Albanial'Albania<ref name="nmp"/> che su quelle della Libia, effettuando numerosi viaggi senza subire alcun danno<ref name="cn"/>.
 
Il 29 dicembre 1940 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' lasciò [[Valona]] alla volta di [[Brindisi]], in [[convoglio navale|convoglio]] con i grossi trasporti truppe ''Piemonte'' e ''Sardegna'' e con la scorta della [[torpediniera]] ''[[Antares (torpediniera 1936)|''Antares]]'']]<ref name="nh1">[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4012-25DEC02.htm Naval History – December 1940]</ref>. Alle 10.55<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=1761 Historisches Marinearchiv - ASA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> del mattino del giorno stesso il convoglio venne attaccato 11 miglia a levante di [[Saseno]] dal [[sommergibile]] greco ''Proteus'', che silurò il ''Sardegna'': mentre il [[piroscafo]] colpito si appruava e si piegava sul fianco sinistro, per poi inabissarsi in [[posizione]] 40°31’31' N e 19°02’02' E<ref>Rolando {{cita|Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', |p. 465}}.</ref>, l<nowiki>’</nowiki>''Antares'' passò immediatamente al [[contrattacco]]: dapprima gettando undici [[bomba di profondità|bombe di profondità]] e costringendo il sommergibile ad emergere, poi, mentre il ''Proteus'' affiorava, speronandolo ed affondandolo con l’interol'intero [[equipaggio]]<ref>[httphttps://worldwar2daybyday.blogspot.com/2010/12/day-486-december-29-1940.html World War II Day-By-Day: Day 486 December 29, 1940<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, una quarantina di miglia ad est di Brindisi<ref name="nh1"/><ref>[httphttps://greek-war-equipment.blogspot.com/2010/04/1927-1940-submarine-y-3-proteus.html A history of military equipment of Modern Greece (1821 - today): (1927-1940) Submarine Y-3 "Proteus"<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=323 I Sommergibili britannici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.uboat.net/allies/warships/ship/9904.html RHS Proteus (Y 3) of the Royal Hellenic Navy - Submarine of the Proteus class - Allied Warships of WWII - uboat.net<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name="nh1"/>. Dopo aver tratto in salvo i superstiti del ''Sardegna'', il convoglio proseguì per Brindisi<ref name="nh1"/>.
 
Il 30 luglio 1941 il piroscafo, insieme ad un altro trasporto truppe, l<nowiki>'</nowiki>''Aventino'', compì un viaggio trasportando truppe da Brindisi a [[Patrasso]] con la scorta della vecchia torpediniera ''[[Giacomo Medici (torpedinieracacciatorpediniere)|''Giacomo Medici'']]'' e dell’dell'[[incrociatore ausiliario]] ''[[Attilio Deffenu (incrociatore ausiliario)|''Attilio Deffenu'']]''<ref name="deffenudeffenu2">{{collegamento interrotto|1=[http://www.marcosieni.it/file/DEFENNU.pdf Da piroscafo passeggeri ad incrociatore ausiliario.] |data=ottobre 2017 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Il 7 settembre 1941 la nave, unitamente ad altri due trasporti truppe (la [[motonave]] ''[[Città di Trapani (nave ospedale)|''Città di Trapani]]'']] ed il piroscafo ''Quirinale''), si trasferì in convoglio da [[Durazzo]] a Bari, con la scorta del ''Deffenu'' e della torpediniera ''Antares''<ref name="deffenu"/>. Tre giorni più tardi, il 10 settembre, il piroscafo, insieme al ''Quirinale'' e con la scorta di ''Antares'' e ''Deffenu'', compì un nuovo viaggio da Bari a Durazzo con truppe a bordo<ref name="deffenu"/>.
 
All’unaAll'una di [[pomeriggio]] del 28 marzo 1942 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' lasciò [[Patrasso]] alla volta di [[Bari]], in convoglio con i trasporti truppe ''Piemonte'', ''[[Francesco Crispi (piroscafo)|''Francesco Crispi'']]'', ''[[Aventino (piroscafo)|''Aventino'']]'', ''[[Motonave Viminale|''Viminale'']]'' e ''[[Galilea (piroscafo)|''Galilea'']]'' e con la scorta dell’incrociatoredell'incrociatore ausiliario ''[[Città di Napoli (incrociatore ausiliario)|''Città di Napoli'']]'' e delle anziane [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Angelo Bassini (torpedinieracacciatorpediniere)|''Bassini]]'']], ''[[Antonio Mosto (torpedinieracacciatorpediniere)|''Mosto'']]'' e ''[[Castelfidardo (torpedinieracacciatorpediniere)|''Castelfidardo]]'']]<ref name="nmp"/><ref name=nh2>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4203-43MAR02.htm Naval History – March 1942]</ref><ref name="regiamarina">[http://www.regiamarina.net/detail_text.asp?nid=48&lid=2 Affondamento del Galilea<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name="prevato">[http://www.prevato.it/giornalenautico/19.php Franco Prevato: GIORNALE NAUTICO PARTE PRIMA<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Poco dopo il traverso di San Nicolò d’d'[[Itaca]], in condizioni di [[mare]] calmo, senza [[vento]], e [[cielo]] coperto (tempo però destinato a peggiorare in tarda serata), si aggregarono alla scorta il [[cacciatorpediniere]] ''[[Sebenico (cacciatorpediniere)|''Sebenico'']]'' ed alcuni [[dragamine]] (secondo altra fonte il ''Sebenico'' ed anche una quarta torpediniera, la ''[[San Martino (torpedinieracacciatorpediniere)|''San Martino]]'']], partirono a Patrasso insieme al resto del convoglio, che era inizialmente composto dai soli trasporti ''Crispi'', ''Galilea'' e ''Viminale'', cui si aggiunsero, fuori Patrasso, i [[piroscafo|piroscafi]] ''Piemonte'', ''Ardenza'' ed ''Italia''<ref name="regiamarina"/>), mentre un [[ricognitore]] sorvolava l’areal'area, permanendo nei pressi sino al [[tramonto]]<ref name="prevato"/>. Alle 18.30 venne oltrepassato Capo Dukato ([[Isole Ionie]]) mentre il tempo peggiorava rapidamente, ed alle 19.12 il convoglio si dispose su due file (con ''Galilea'' e ''Viminale'' in testa rispettivamente a sinistra ed a [[dritta]], distanziate di circa 600 metri<ref name="regiamarina"/>) fiancheggiate dalle torpediniere, mentre il ''Città di Napoli'' si portò in testa, procedendo a [[zig zag]]<ref name="prevato"/>. Nella tarda [[serata]] il convoglio venne avvistato dal [[sommergibile]] [[Royal Navy|britannico]] ''Proteus'', che, tra le 22.45 e le 22.50<ref name="nmp"/>, silurò il ''Galilea''<ref>{{Cita web|url=https://www.barinedita.it/bari-report-notizie/n4430-la-storia-dell-affondamento-della-nave-galilea--salpata-dalla-grecia-non-arrivo-mai-a-bari|titolo=La l’unicastoria dell'affondamento della nave Galilea: salpata dalla Grecia non arrivò mai a Bari|sito=Barinedita|accesso=2021-11-05}}</ref>: l'unica nave lasciata ad assistere la nave colpita fu la ''Mosto'', mentre il resto del convoglio proseguì alla volta di Bari, giungendovi l’indomanil'indomani<ref name="prevato"/>. Dopo cinque ore di agonia, tra le 3.40 e le 3.50 del 29 marzo, il ''Galilea'' s’inabissòs'inabissò in [[posizione]] 39°03’03' N e 20°06’06' E<ref name="nmp"/>: nel disastro scomparvero 995 uomini, a fronte di 319 sopravvissuti<ref name="prevato"/>. La scorta ritenne, a torto, di aver danneggiato un sommergibile<ref name="regiamarina"/>.[[File:Pfo Italia1.jpg|thumb|left|300pxupright=1.4|L<nowiki>'</nowiki>''Italia'', utilizzato come trasporto truppe, in navigazione sulla rotta Brindisi-Durazzo.]]
 
Il 16 luglio 1943 la nave, insieme al trasporto truppe ''[[Argentina (piroscafo)|Argentina]]'', era in navigazione da Patrasso a Valona sotto la scorta del cacciatorpediniere ''[[Lubiana (cacciatorpediniere)|''Lubiana'']]'' e delle torpediniere ''[[Lince (torpediniera)|''Lince'']]'' e ''[[Rosolino Pilo (torpedinieracacciatorpediniere)|''Pilo]]'']] quando il convoglio venne attaccato da un sommergibile sconosciuto, circa dodici miglia ad ovest di Capo Dukato: sia l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' che l<nowiki>'</nowiki>''Argentina'' furono tuttavia mancati<ref>[http://www.historisches-marinearchiv.de/projekte/asa/ausgabe.php?where_value=3626 Historisches Marinearchiv]</ref>.
 
Il 10 settembre 1943, due giorni dopo la [[proclamazione]] dell’dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio]], l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu catturato dalle truppe tedesche a Durazzo, in seguito all’occupazioneall'occupazione della [[città]] albanese<ref name="nmptheshipslist"/><ref name="theshipslistagenziabozzo"/><ref name="agenziabozzonmp"/>.
 
Alcune [[settimana|settimane]] dopo i comandi tedeschi decisero di utilizzare l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' e le altre navi italiane catturate a Durazzo per trasportare a [[Trieste]] i reparti della [[Divisione (unità militare)|Divisione]] «Brennero», i cui comandanti si erano accordati con i comandi tedeschi per il disarmo e trasferimento della Divisione in Italia<ref name="biblink">[{{Cita web |url=http://www.biblink.it/download%20PDF/Annali__2_06.pdf |titolo=Annali del Dipartimento di Storia – La Resistenza dei militari] |accesso=26 maggio 2012 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304110122/http://www.biblink.it/download%20PDF/Annali__2_06.pdf |urlmorto=sì }}</ref><ref name="secondorisorgimento">[http{{Cita web |url=https://secondorisorgimento.blogspot.com/2010/01/una-ricerca-in-corso-il-caso-della.html |titolo=Secondo Risorgimento<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=2 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190329225525/http://secondorisorgimento.blogspot.com/2010/01/una-ricerca-in-corso-il-caso-della.html |dataarchivio=29 marzo 2019 |urlmorto=sì }}</ref>. Le operazioni d’imbarcod'imbarco si svolsero a Durazzo il 25 settembre<ref name="biblink"/>. Tali operazioni terminarono su tutte le navi (nel trasferimento vennero coinvolte le vecchie [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Rosolino Pilo (torpedinieracacciatorpediniere)|''Pilo]]'']] e ''[[Giuseppe Missori (torpedinieracacciatorpediniere)|''Missori]]'']] e cinque mercantili, tra cui, oltre all<nowiki>'</nowiki>''Italia'', l’incrociatorel'incrociatore ausiliario ''[[Arborea (incrociatore ausiliario)|''Arborea'']]'', il trasporto truppe ''Argentina'' e probabilmente anche i piroscafi ''Marco'' e ''Brumer''<ref name="secondorisorgimento"/>) alle sei di [[sera]] del giorno stesso (l’ultimol'ultimo reparto ad essere imbarcato fu il 558º [[Gruppo (unità militare)|Gruppo]] Semovente, i cui 400-500 uomini, che inizialmente si pensava di lasciare a terra per mancanza di posto, vennero infine distribuiti a bordo delle navi in procinto di partire), ed un’oraun'ora dopo le sette navi lasciarono il porto [[Albania|albanese]] alla volta di Trieste<ref name="biblink"/>. Tutte le navi &nbsp;– l<nowiki>'</nowiki>''Arborea'', carico di truppe della «Brennero» ma con funzione anche di nave scorta, procedeva in testa, mentre le torpediniere erano ai lati del convoglio, la ''Pilo'' verso il [[mare]] e la ''Missori'' verso [[terra]]<ref name="secondorisorgimento"/> – erano condotte dai loro [[equipaggio|equipaggi]] italiani, disarmati e sorvegliati da picchetti della [[Wehrmacht]] o da reparti della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] unitisi alle truppe tedesche<ref name="biblink"/>. Alle 23.45 dello stesso 25 settembre, durante la navigazione, l’equipaggiol'equipaggio e gli uomini della «Brennero» imbarcati sulla ''Pilo'' assalirono il picchetto tedesco e, dopo averlo sopraffatto (il [[sottufficiale]] comandante venne ucciso, tre uomini furono gettati in mare e quattro catturati<ref name="secondorisorgimento"/>), riassunsero il controllo della nave, conducendola a [[Brindisi]] il 27 settembre<ref name="biblink"/>. Non vi furono altri tentativi in tale senso, così che il convoglio, dopo aver sostato brevemente a Trieste, proseguì alla volta di [[Venezia]], dove arrivò il 29 settembre, sbarcando gli uomini della «Brennero» allo [[scalo ferroviario]] della [[città]]<ref name="biblink"/>.
 
L<nowiki>'</nowiki>''Italia'' rimase poi sotto il controllo delle [[Wehrmacht|forze tedesche]]. Il 6 luglio 1944 il piroscafo, attaccato da aerei, fu colpito da alcune [[bomba (ordigno)|bombe]], inabissandosi nel [[golfo]] di [[Arsia]], in [[Istria]]<ref name="nmpcn"/><ref name="cnnmp"/>. Secondo altre fonti, il 6 luglio 1944 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' fu affondato da aerei alleati, ma a [[Trieste]], dove nel 1950 venne recuperato e [[demolizione|demolito]]<ref name="theshipslist"/><ref name="agenziabozzo"/>.
 
== Note ==
 
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{Portale|Marina}}
* {{cita libro|autore= Rolando Notarangelo |autore2= Gian Paolo Pagano |titolo= Navi mercantili perdute |città= Roma |editore= Ufficio Storico Marina Militare |anno= 1997 |isbn= 978-88-98485-22-2 |cid= Notarangelo Pagano}}
 
{{Portale|Marinamarina}}
 
[[Categoria:Navi ospedale della Regia Marina]]
[[Categoria:Navi costruite dai Cantieri navali Odero]]
[[Categoria:Navi costruite a Genova]]