Papa Leone IX: differenze tra le versioni

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|elezione=dicembre [[1048]]
|insediamento=12 febbraio [[1049]]
|fine pontificato=19 aprile [[1054]]<br /><small>({{Età e giorni|10481049|122|012|1054|4|19}} circa)</small>
|predecessore=[[papa Damaso II]]
|successore=[[papa Vittore II]]
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|canonizzazione = 1087 da [[papa Vittore III]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/leone-ix-papa-santo_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=LEONE IX, papa, santo
di Michel Parisse - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 64 (2005)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/liturgia/san-leone-ix-.aspx|titolo=SAN LEONE IX}}</ref>
|santuario principale = [[Chiesa di San Lio]], [[Venezia]]
|ricorrenza = [[19 aprile]] e [[8 maggio]]
|attributi =
|patrono di = [[Benevento]], [[Colliano]], [[Guardia Lombardi]] e [[Sessa Aurunca]]
}}
 
{{Bio
|Nome = Leone IX
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|AnnoMorte = 1054
|Attività = papa
|Attività2 = vescovo cattolico
|Attività3 = santo
|Nazionalità = tedesco
|FineIncipit = è stato il 152º [[papa]] della [[Chiesa cattolica]], dal 10491048 alla sua morte. Fu il quarto papa tedesco della Chiesa cattolica. Il suo pontificatoEgli è ricordato in quanto fu primo grande papa fautore della [[riforma della Chiesa dell'XI secolo]] e perché proprioverso inla fine del suo pontificato iniziò il quegliprocesso anniche siavrebbe ebbeportato loallo [[Scisma d'Oriente]] con la [[chiesa ortodossa]]. È venerato come [[santo]]; la sua [[Memoria (liturgia)|memoria liturgica]] è il [[19 aprile]] e l'[[8 maggio]]
}}
 
== Biografia ==
=== Formazione e carriera ecclesiastica ===
[[tedeschi|Tedesco]] di lingua ed etnia, proveniva da una nobile famiglia dell'[[Alsazia]], gli [[Eticonidi]]: il padre era [[Ugo IV di Nordgau]], (conte di [[Nordgau (Alsazia)|Nordgau]] (Bassae Alsaziaconte di [[Eguisheim]]), imparentato con l'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]], e la madre [[Edvige di Dabo]], era(contessa di [[Dabo (Francia)|Dabo]]), figlia del conte Luigi di Dabo. Un suo fratello, Gerardo III, fu padre di [[Ildegarda di Egisheim]], la quale sposò [[Federico di Büren]].
 
Ricevette una completa istruzione a [[Toul|Tull]] (in [[Ducato di Lorena|Lorena]], all'epoca un ducato tedesco), dove successivamente divenne canonico e, nel 1026, [[diocesi di Toul|vescovo]]. Nel periodo in cui rivestì questa carica rese un importante servizio politico a Corrado II e in seguito a [[Enrico III il Nero|Enrico III]], divenendo, al tempo stesso, molto conosciuto come ecclesiastico serio e riformatore, per lo zelo che mostrò nel diffondere la regola dell'[[ordine di Cluny]].
 
Alla morte di [[papa Damaso II]], Brunone venne scelto come suo successore da un'assemblea tenuta a [[Worms]] nel dicembre 1048. Sia l'imperatore sia i delegati romani vi concorsero, ma Brunone richiese, come condizione per la sua accettazione, di poter andare a Roma per essere eletto canonicamente per voce del clero e del popolo. Partendo poco dopo [[Natale]], si incontrò con l'abate [[Ugo di Cluny]] a [[Besançon]], dove venne raggiunto dal giovane monaco Ildebrando, già assistente di [[papa Gregorio VI]] e futuro [[papa Gregorio VII]]. Arrivato a [[Roma]] in abiti da pellegrino nel febbraio seguente, venne accolto solennemente dal clero riunito<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', Piemme, Casale Monferrato, 2003, pag. 111.</ref>. e, alla sua [[consacrazione]], assunse il nome di Leone IX.
 
=== Pontificato ===
==== Governo della Chiesa ====
Uno dei suoi primi atti pubblici fu quello di tenere il consueto sinodo di Pasqua (10491048), nel quale confermò il [[celibato ecclesiastico]] per chiunque fosse almeno [[suddiacono]] e nel quale riuscì a rendere chiare le sue convinzioni contro ogni tipo di [[simonia]]: per ogni vescovo che avesse comprato la nomina la pena era la decadenza dalla carica. Il resto dell'anno fu occupato da uno di quei viaggi attraverso l'[[Italia]], la [[Germania]] e la [[Francia]] che sarebbero diventati una caratteristica del suo pontificato. Erano duecentocinquant'anni che un pontefice romano non viaggiava al di là delle [[Alpi]]. In uno di questi viaggi si fermò all'[[Abbazia di Reichenau]] dove ebbe modo di conoscere il monaco [[Ermanno di Reichenau|Ermanno]], con il quale instaurò un rapporto di stima. Dopo aver presieduto un sinodo a [[Pavia]], si unì all'[[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Enrico III il Nero|Enrico III]] in [[Sassonia]], e lo accompagnò a [[Colonia (Germania)|Colonia]] e ad [[Aquisgrana]]. A [[Reims]] indisse un incontro dell'alto clero, tramite il quale vennero approvati diversi ed importanti decreti di riforma. Tenne un concilio anche a [[Magonza]], al quale presero parte rappresentanti del clero italiano e francese così come di quello tedesco, e ambasciatori dell'[[imperatore bizantino]]; anche qui simonia e matrimonio del clero furono le questioni principali.
 
Dopo il suo ritorno a Roma tenne un nuovo Sinodo di Pasqua (29 aprile 1050), che venne occupato principalmente dalla controversia sugli insegnamenti di [[Berengario di Tours]]; nello stesso anno presiedette i sinodi provinciali di [[Salerno]], [[Siponto]] e [[Vercelli]], mentre in settembre rivisitò la Germania, ritornando a Roma in tempo per il terzo Sinodo di Pasqua, nel quale fu considerata la riordinazione di coloro i quali erano stati ordinati da vescovi simoniaci. Tra 10491048 e 1050 confermò anche facoltà e proprietà del [[Duomo di Sansepolcro|monastero di Sansepolcro]], proseguendo l'attenzione dei suoi predecessori verso questo monastero, sostenuto anche dagli imperatori<ref>A. Czortek, ''Un'abbazia, un comune: Sansepolcro nei secoli XI-XIII'', Città di Castello 1997, p. 58.</ref>.
 
Convocò un sinodo a [[Roma]] nel 1051 in cui riaffermò il divieto dei rapporti coniugali ai presbiteri e ai diaconi, e ordinò che le [[concubina|concubine]] del clero di Roma fossero confinate al [[Palazzo del Laterano|palazzo Lateranense]] come servitrici<ref>{{cita libro|autore= [[Gaetano Moroni]]|titolo= Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni volume XI pagina 60|editore= Editore Tip. Emiliana, 1841|citazione= [...] fece un altro decreto sulla continenza de' chierici. In questo decreto, cui denominò costituto, ordinò, che le donne ree di prostituzione coi preti entro le mura di Roma, incorressero pena di essere per l'avvenire schiave per servizio del palazzo lateranense}}</ref><ref>{{cita libro|nome= Atanazije|cognome= Matanic|titolo= Vita religiosa morale e sociale ed i concili di Split-Spalato dei secc. X-XI volume IL pagina 63 di Medioevo e umanesimo|editore= Editore Antenore, 1982|citazione= «le donne di malavita che si prostituiscono ai preti e che venissero rastrellate per Roma dovevano essere destinate quali schiave al palazzo lateranense» (cap. II, VII)}}</ref>.
 
Nel 1052 raggiunse l'imperatore a [[Worms]] e cercò invano di assicurare l'unione degli ungheresi alla Sede Apostolica. In quella stessa occasione, ragguagliò Enrico III sulla complicata situazione in corso nell'Italia meridionale e sui movimenti normanni. A [[Ratisbona]], [[Bamberga]] e Worms la presenza papale venne contrassegnata da diverse solennità ecclesiastiche.
Nel 1053 eresse la [[diocesi di Aversa]] in Campania; tra 10491048 e 1054 riconobbe i diritti dell'abate benedettino di [[Duomo di Sansepolcro|Sansepolcro]].
 
==== Relazioni con l'imperatoreil bizantinoPatriarca di Costantinopoli ====
[[File:Codex Bodmer 127 191r Detail.jpg|thumb|left|Leone IX respinge il demonio. ''Passionario di Weissenau'' ([[XII secolo]] ca.)]]
Dopo un quarto Sinodo di Pasqua nel 1053 Leone, non fidandosi pienamente dell'imperatore [[Enrico III il Nero|Enrico III]], cercò un avvicinamento con i bizantini.<ref name=Cardini>Franco Cardini e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pag. 193</ref>
Pertanto, alleatosi coi bizantini, si mosse contro i [[Normanni]] nel sud Italia con un esercito di volontari italiani e tedeschi, ma le sue forze subirono una sconfitta totale nella [[battaglia di Civitate]] del 15 giugno 1053.<ref name=Cardini/>
 
Comunque, nell'uscire dalla città per incontrare il nemico, venne ricevuto con ogni segno di sottomissione. Inoltre, gli furono rivolte implorazioni per lo sgravio del suo interdetto e giuramenti e gli venne giurata fedeltà e omaggio. Dal giugno 1053 al marzo 1054 venne cionondimeno detenuto a [[Benevento]] in onorevole cattività finché non fu liberato. La liberazione di papa Leone IX avvenne dopo lail paceraggiungimento di un concordataaccordo con [[Umfredo d'Altavilla|Umfredo]] e [[Roberto il Guiscardo|Roberto d'Altavilla.]]. QuestaLa pace coi Normanni comportò il ritorno dei territori oradel conquistatiSud dai NormanniItalia alla giurisdizione della Chiesa di Roma<ref>{{Cita web|url=http://arteearchitetturaincalabria.blogspot.com/|titolo=Arte e Architettura in Calabria|sito=arteearchitetturaincalabria.blogspot.com|accesso=2019-05-18}}</ref>, alla quale erano stati sottratti nel 731, quindi oltre tre secoli prima, causa la lotta iconoclasta, dall'imperatore [[Leone III Isaurico|Leone III]], per passarli aal quellaPatriarcato di Costantinopoli, e che non erano stati poi restituiti come ripetutamente richiesto dal successivo concilio; avvenne così la latinizzazione del clero del sud Italia. In questo periodo Leone IX capì come i Normanni fossero destinati a diventare la nuova potenza territoriale e prese in considerazione un ribaltamento di alleanze.<ref name=Cardini/>
 
Il desiderio di Leone IX di riottenere la Chiesa del Sud d'Italia, allora sotto la giurisdizione del [[Patriarcato di Costantinopoli]], come di ricevere assistenza militare nella lotta contro i [[Normanni]], sia da Costantinopoli, sia dalla [[RussiaRus' di Kiev]] che era in guerra con l'[[Impero bizantino]], scatenò un ennesimo conflitto con il patriarca [[Michele I Cerulario]], duramente antilatino.
 
Il primo atto di Leone fu quello di nominare [[Umberto di Silva Candida]] [[Arcidiocesi di Palermo|arcivescovo di Palermo]] (1050), ma questi non potendo prendere possesso della sede vescovile, rimase a Roma come consigliere. Ma a Costantinopoli giunse la notizia che Umberto stava favorendo il passaggio dal rito bizantino al rito latino nelle Chiese del Mezzogiorno e il patriarca [[Michele Cerulario]], che pure in casa suapatria osteggiava il rito latino, reagì chiudendo tutte le chiese latine della capitale bizantina (anno 1053). In settembre il papa inviò una lettera al patriarca, condannando le azioni contro la Chiesa latina e giustificando l'adozione del rito latino nel Sud d'Italia. In seguito al fallimento dei colloqui diplomatici, nel gennaio 1054 il papa, non potendosi muovere da Benevento, dov'era tenuto in ostaggio dai Normanni in attesa della pace, inviò una delegazione a Costantinopoli guidata dal cardinale Umberto (come plenipotenziario), di cui facevano parte l'[[apocrisario]] [[Federico di Lorena]] (il futuro [[papa Stefano IX]]) ed il [[Diocesi di Amalfi|vescovo di Amalfi]] Pietro. I legati arrivarono a Costantinopoli in aprile, negli stessi giorni del decesso del pontefice.
 
=== La morte ===
Poco dopo il suo ritorno a Roma, Leone IX morì il 19 aprile 1054. Sul letto di morte, le sue ultime parole furono rivolte a Dio affinché "''i fedeli Beneventani che in tuo nome si addossarono la mia cura così onestamente e mi servirono così abbondantemente, e tutti gli altri fedeli, Egli si degnasse di benedire e di preservare''"<ref>Stefano Borgia, Memorie istoriche, parte seconda, p. 39; citato in italiano in Giacomo de Antonellis, ''Per una storia religiosa del Sannio'', Solfanelli, Benevento 2009, p. 66.</ref>. Da parte loro, i [[Benevento|beneventani]] dedicarono a Leone IX una chiesa, abbattuta in seguito, di cui è rimasta intatta soltanto un'epigrafe che recita: "Devotamente il Presule Ulderico assai soddisfatto, si dimostrò presente e consacrò il Tempio, in onore del glorioso papa Leone IX".
 
===Dopo la morte===
[[File:Alsace Mont Sainte-Odile 12.JPG|thumb|Papa Leone IX e [[Eugenia d'Alsazia|santa Eugenia]] nel mosaico ottocentesco dell'abbazia di [[Mont Sainte-Odile]], in [[Alsazia]]]]
Nell'aprile 1054 i legati di Leone IX si trovavano a [[Costantinopoli]]. La delegazione venne ricevuta con tutti gli onori alla corte dell'imperatore [[Costantino IX]], che tentò una mediazione. Tuttavia il patriarca Michele fu irremovibile. Finché, stanchi di attendere, il 16 luglio 1054 (tre mesi dopo la morte di Leone IX) i legati papali entrarono nella Basilica di Santa Sofia, ove pronunciarono l'[[anatema]] contro il Patriarca e tutti i suoi sostenitori (non l'intera Chiesa bizantina). Il 18 luglio la delegazione romana ripartì coi doni ricevuti dall'imperatore. Appena due giorni dopo (20 luglio) il Patriarca contraccambiò l'anatema sui legati papali e sul loro messaggio, scritto da Umberto. Queste [[scomunica|scomuniche]] incrociate, benché personali, determinarono lo [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma tra le due Chiese]]<ref>Le rispettive scomuniche verranno cancellate solo il 7 dicembre 1965 da papa Paolo VI e dal patriarca Atenagora.</ref>, nonostante il successore [[Vittore II]] tentasse subito una ricomposizione con l'[[imperatrice Teodora]]. Da allora in poi solo la Chiesa di Roma si definì [[Chiesa cattolica|cattolica]], mentre quella di Costantinopoli si definì [[Chiesa ortodossa|ortodossa]] (letteralmente della “retta dottrina”).
 
== Culto ==