Papa Leone IX: differenze tra le versioni
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|didascalia=Miniatura di Leone IX contenuta in un manoscritto dell'XI secolo
|titolo = 152º papa della Chiesa cattolica
|elezione=dicembre [[
|insediamento=12 febbraio [[
|fine pontificato=19 aprile [[1054]]<br /><small>({{Età e giorni|
|predecessore=[[papa Damaso II]]
|successore=[[papa Vittore II]]
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|canonizzazione = 1087 da [[papa Vittore III]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/leone-ix-papa-santo_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=LEONE IX, papa, santo
di Michel Parisse - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 64 (2005)}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/liturgia/san-leone-ix-.aspx|titolo=SAN LEONE IX}}</ref>
|santuario principale = [[Chiesa di San Lio]], [[Venezia]]
|ricorrenza = [[19 aprile]] e [[8 maggio]]
|attributi =
|patrono di = [[Benevento]], [[Colliano]], [[Guardia Lombardi]] e [[Sessa Aurunca]]
}}
{{Bio
|Nome = Leone IX
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|Attività3 = santo
|Nazionalità = tedesco
|FineIncipit = è stato il 152º [[papa]] della [[Chiesa cattolica]], dal
}}
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Ricevette una completa istruzione a [[Toul|Tull]] (in [[Ducato di Lorena|Lorena]], all'epoca un ducato tedesco), dove successivamente divenne canonico e, nel 1026, [[diocesi di Toul|vescovo]]. Nel periodo in cui rivestì questa carica rese un importante servizio politico a Corrado II e in seguito a [[Enrico III il Nero|Enrico III]], divenendo, al tempo stesso, molto conosciuto come ecclesiastico serio e riformatore, per lo zelo che mostrò nel diffondere la regola dell'[[ordine di Cluny]].
Alla morte di [[papa Damaso II]], Brunone venne scelto come suo successore da un'assemblea tenuta a [[Worms]] nel dicembre 1048. Sia l'imperatore sia i delegati romani vi concorsero, ma Brunone richiese, come condizione per la sua accettazione, di poter andare a Roma per essere eletto canonicamente per voce del clero e del popolo. Partendo poco dopo [[Natale]], si incontrò con l'abate [[Ugo di Cluny]] a [[Besançon]], dove venne raggiunto dal giovane monaco Ildebrando, già assistente di [[papa Gregorio VI]] e futuro [[papa Gregorio VII]]. Arrivato a [[Roma]] in abiti da pellegrino nel febbraio seguente, venne accolto solennemente dal clero riunito<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', Piemme, Casale Monferrato, 2003, pag. 111.</ref>
=== Pontificato ===
==== Governo della Chiesa ====
Uno dei suoi primi atti pubblici fu quello di tenere il consueto sinodo di Pasqua (
Dopo il suo ritorno a Roma tenne un nuovo Sinodo di Pasqua (29 aprile 1050), che venne occupato principalmente dalla controversia sugli insegnamenti di [[Berengario di Tours]]; nello stesso anno presiedette i sinodi provinciali di [[Salerno]], [[Siponto]] e [[Vercelli]], mentre in settembre rivisitò la Germania, ritornando a Roma in tempo per il terzo Sinodo di Pasqua, nel quale fu considerata la riordinazione di coloro i quali erano stati ordinati da vescovi simoniaci. Tra
Convocò un sinodo a [[Roma]] nel 1051 in cui riaffermò il divieto dei rapporti coniugali ai presbiteri e ai diaconi, e ordinò che le [[concubina|concubine]] del clero di Roma fossero confinate al [[Palazzo del Laterano|palazzo Lateranense]] come servitrici<ref>{{cita libro|autore= [[Gaetano Moroni]]|titolo= Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni volume XI pagina 60|editore= Editore Tip. Emiliana, 1841|citazione= [...] fece un altro decreto sulla continenza de' chierici. In questo decreto, cui denominò costituto, ordinò, che le donne ree di prostituzione coi preti entro le mura di Roma, incorressero pena di essere per l'avvenire schiave per servizio del palazzo lateranense}}</ref><ref>{{cita libro|nome= Atanazije|cognome= Matanic|titolo= Vita religiosa morale e sociale ed i concili di Split-Spalato dei secc. X-XI volume IL pagina 63 di Medioevo e umanesimo|editore= Editore Antenore, 1982|citazione= «le donne di malavita che si prostituiscono ai preti e che venissero rastrellate per Roma dovevano essere destinate quali schiave al palazzo lateranense» (cap. II, VII)}}</ref>.
Nel 1052 raggiunse l'imperatore a [[Worms]] e cercò invano di assicurare l'unione degli ungheresi alla Sede Apostolica. In quella stessa occasione, ragguagliò Enrico III sulla complicata situazione in corso nell'Italia meridionale e sui movimenti normanni. A [[Ratisbona]], [[Bamberga]] e Worms la presenza papale venne contrassegnata da diverse solennità ecclesiastiche.
Nel 1053 eresse la [[diocesi di Aversa]] in Campania; tra
==== Relazioni con
[[File:Codex Bodmer 127 191r Detail.jpg|thumb|left|Leone IX respinge il demonio. ''Passionario di Weissenau'' ([[XII secolo]] ca.)]]
Dopo un quarto Sinodo di Pasqua nel 1053 Leone, non fidandosi pienamente dell'imperatore [[Enrico III il Nero|Enrico III]], cercò un avvicinamento con i bizantini.<ref name=Cardini>Franco Cardini e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, pag. 193</ref>
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=== La morte ===
Poco dopo il suo ritorno a Roma, Leone IX morì il 19 aprile 1054. Sul letto di morte, le sue ultime parole furono rivolte a Dio affinché "''i fedeli Beneventani che in tuo nome si addossarono la mia cura così onestamente e mi servirono così abbondantemente, e tutti gli altri fedeli, Egli si degnasse di benedire e di preservare''"<ref>Stefano Borgia, Memorie istoriche, parte seconda, p. 39; citato in italiano in Giacomo de Antonellis, ''Per una storia religiosa del Sannio'', Solfanelli, Benevento 2009, p. 66.</ref>. Da parte loro, i
===Dopo la morte===
[[File:Alsace Mont Sainte-Odile 12.JPG|thumb|Papa Leone IX e [[Eugenia d'Alsazia|santa Eugenia]] nel mosaico ottocentesco dell'abbazia di [[Mont Sainte-Odile]], in [[Alsazia]]]]
Nell'aprile 1054 i legati di Leone IX si trovavano a [[Costantinopoli]]. La delegazione venne ricevuta con tutti gli onori alla corte dell'imperatore [[Costantino IX]], che tentò una mediazione. Tuttavia il patriarca Michele fu irremovibile. Finché, stanchi di attendere, il 16 luglio 1054 (tre mesi dopo la morte di Leone IX) i legati papali entrarono nella Basilica di Santa Sofia, ove pronunciarono l'[[anatema]] contro il Patriarca e tutti i suoi sostenitori (non l'intera Chiesa bizantina). Il 18 luglio la delegazione romana ripartì coi doni ricevuti dall'imperatore. Appena due giorni dopo (20 luglio) il Patriarca contraccambiò l'anatema sui legati papali e sul loro messaggio, scritto da Umberto. Queste [[scomunica|scomuniche]] incrociate, benché personali, determinarono lo [[Scisma d'Oriente-Occidente|scisma tra le due Chiese]]<ref>Le rispettive scomuniche verranno cancellate solo il 7 dicembre 1965 da papa Paolo VI e dal patriarca Atenagora.</ref>, nonostante il successore [[Vittore II]] tentasse subito una ricomposizione con l'
== Culto ==
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