Muhammad Abduh: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Muhammad
|Cognome = ʿAbduh
|
▲|ForzaOrdinamento = Abduh, Muhammad
|Sesso = M
|LuogoNascita = Mahalla Nasr
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|GiornoMeseMorte = 11 luglio
|AnnoMorte = 1905
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = giurista
|Attività2 = filosofo
|Attività3 = teologo
|AttivitàAltre = e [[
|Nazionalità = egiziano
|Immagine = Muhammad Abduh.jpg
}}
Fu il fondatore con [[Jamal al-Din al-Afghani|Jamāl al-Dīn al-Afghānī]] del [[Riformismo islamico]].
== Biografia ==
Originario d'una famiglia di [[fellah]]<ref>La madre era egiziana, mentre il padre, anch'egli egiziano, era di origine [[
Nel suo libro "Risālat al-wāridāt" (Lettera delle ispirazioni mistiche) egli riserva a [[Allah|Dio]] l'esistenza reale e adotta una posizione prossima a quelle del [[monismo]] di [[Ibn Arabi|Ibn ʿArabī]].
[[Massoneria|Massone]], nel [[1868]] figura tra i membri della [[Loggia massonica|loggia]] cairota "La Concordia", appartenente alla Gran Loggia Unita d'Inghilterra<ref>{{Cita libro |autore=Dorothe Sommer |titolo=Freemasonry in the Ottoman Empire |editore=I.B. Tauris |città=Londra-New-York |anno=2015 |pagina=81}}</ref>.
In un trattato teologico scritto nel [[1876]] sotto forma di [[glosse]] che accompagnavano la professione di fede d'un teologo [[Abu al-Hasan al-Ash'ari|ashʿarita]] del [[XIV secolo]], di nome al-Ijī, egli vi predica la tolleranza verso le diverse eterodossie [[islam]]iche.<br />
Egli vi afferma peraltro il ruolo della ragione come guida della vera fede. Inoltre idee filosofiche fanno la loro apparizione in questa opera.<
Influenzato dal dotto [[Jamal al-Din al-Afghani|Jamāl al-Dīn al-Afghānī]], che aveva incontrato al [[Il Cairo|Cairo]] nel [[1872]], Muhammad ʿAbduh seguì regolarmente le sue conferenze. Afghānī era un filosofo e un riformatore musulmano che preconizzava nei suoi scritti il [[Panislamismo]] per resistere al [[colonialismo]] europeo. Sotto l'influenza di al-Afghānī, ʿAbduh combinò il giornalismo, la politica e i suoi profondi interessi per la spiritualità mistica.
Dopo essersi cimentato in campo giornalistico e politico, egli scrisse diversi articoli per il giornale cairota [[al-Ahram]], in cui criticava la politica del [[
Nei suoi scritti difendeva la rinascita della cultura arabo-islamica, la lotta contro la dominazione straniera e i governi islamici, mentre attaccava la corruzione e la divisione in seno alla comunità islamica.<br />
Difendeva inoltre le scienze moderne e l'idea di una riforma della [[lingua araba]].<br />
Dal [[1877]] al [[1882]] esercitò la professione di docente dell'università islamica della "''Dār al-ʿulūm''" (Casa delle scienze). Teneva corsi innovatori, affinché i [[qadi|giudici]] potessero applicare il [[fiqh|diritto islamico]] ricorrendo a un approccio moderno e adeguato ai tempi.<br />
Fu revocato dal suo posto dal
Dopo la sua partecipazione alla [[Ahmad Urabi|rivolta di ʿUrābī]], fu costretto all'esilio, dapprima in [[Libano]], poi in [[Francia]]. Per più di sei anni non ebbe più diritto a tornare in patria. ʿAbduh passò molti anni della sua vita in [[Libano]], dove lavorò alla costruzione di un sistema d'istruzione islamica. Tradusse l'opera di al-Afghānī "Refutazione dei materialisti" e svolse varie conferenze. Nel [[1884]], partì per la Francia, dove raggiunse al-Afghānī. Insieme editarono un giornale rivoluzionario islamico, ''al-ʿUrwa al-Wuthqà'',<ref>"L'impugnatura saldissima", espressione contenuta nel [[Corano]] ([[
Al suo rientro in [[Egitto]] nel [[1888]], ʿAbduh cominciò la sua carriera nella magistratura e fu nominato [[qadi|giudice]] in un tribunale nazionale di prima istanza. Nel [[1891]], fu nominato giudice di [[Corte d'Appello]].<br />
In tale funzione si batté principalmente contro la corruzione, che all'epoca era dilagante.<br />
Proseguì a lavorare su una riforma islamica e dette alle stampe nel [[1897]] un suo trattato [[filosofia|filosofico]] (''Risālat al-Tawḥīd'', o "Lettera sull'Unità divina").<br />
Nel [[1889]], divenne [[
Nel [[1892]], aderisce alla Società di Beneficenza musulmana, di cui diventerà presidente nel [[1900]]. Fonda lo stesso anno la Società per il Rinnovamento delle Scienze arabe.
Nel 1892, propose al
La sua opera era principalmente indirizzata agli intellettuali occidentali, viventi o meno in un Paese musulmano. Respinse lo sforzo di alcuni di metter fine all'interpretazione autentica, limitandosi alla riproposizione acritica e meccanica degli schemi elaborati in un passato a volte assai lontano nel tempo. Egli difendeva di fatto il principio dell'esistenza del libero arbitrio umano elargitogli da Dio e condannava la dottrina della predestinazione.
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ʿAbduh insegnava che le leggi devono essere adattate alla realtà moderna, nell'interesse del bene comune.
Si concentrò d'altra parte principalmente sul tema dell'istruzione e affermò che la fede dei "pii antenati" (''salaf'' ) era ragionevole e pragmatica. Per lui l'[[Islam]] è riformabile, malgrado la sua riforma sia intralciata da strutture religiose rigide, imposte da personalità religiose contemporanee.
I più fedeli discepoli di ʿAbduh furono [[Muhammad Rashid Rida|Muhammad Rashīd Ridā]], con cui collaborò per la redazione del giornale ''al-Manār'' e [[Ali Abd al-Raziq|ʿAlī ʿAbd al-Rāziq]]. I due studiosi si espressero in particolare sul tema dell'abolizione del [[Califfo|Califfato]] attuata da parte di [[Atatürk]] nel [[1924]], e sulla riforma che entrambi ritenevano necessaria dell'Islam.<
Le sue idee ebbero grandissima influenza nei paesi musulmani, soprattutto in [[Indonesia]] e in [[Algeria]], dove influenzarono l'[[Associazione degli ulema algerini]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |lingua=ar
* {{Cita libro |lingua=en |autore=Anthony Black
* {{Cita libro |lingua=en |autore=[[William Montgomery Watt]]
* {{Cita libro |lingua=fr |autore=Janine Sourdel
* {{Cita libro |lingua=it |autore=Mohamed Haddad |titolo=Una riforma religiosa nell'Islam è ancora possibile? 'Abduh un secolo dopo |città=Milano |editore=[[Jaca Book]]|anno=2011}}
== Voci correlate ==
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* [[ʿAbd al-Rahmān al-Kawākibī]]
==
{{interprogetto}}
▲* {{ar}}Rashīd Riḍā, ''Taʾrīkh al-Ustādh al-Imām al-shaykh Muḥammad ʿAbduh'', 3 voll., Il Cairo, 1906-31.
▲* Anthony Black, ''The History of Islamic Political Thought'', New York, Routledge, 2001. ISBN 0-415-93243-2.
▲* [[William Montgomery Watt]], ''Islamic Philosophy and Theology'', Edinburgh, Edinburgh University Press, 1985. ISBN 0-7486-0749-8.
▲* Janine Sourdel, Dominique Sourdel, ''Dictionnaire historique de l'islam'', édition Quadrige.
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{
* {{cita web|1=https://www.oumma.com/spip.php?article621|2=Muhammad ʿAbduh, la sua vita, le sue idee|lingua=fr|accesso=8 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061123231004/http://www.oumma.com/spip.php?article621|dataarchivio=23 novembre 2006|urlmorto=sì}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|islam}}
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[[Categoria:
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