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Nel 1918 l'insediamento divenne prima parte dello [[Stato degli Sloveni, Croati e Serbi]], poi parte del [[Regno di Serbia]] ed infine parte del [[Regno di Jugoslavia]]. Dal 1918 al 1922 esso era parte della contea di Sirmia, dal 1922 to 1929 parte dell'[[oblast']] di Sirmia e dal 1929 al 1941 del [[Banato del Danubio]].
 
Dal 1941 al 1944 esso fu sottomesso all'occupazione delle [[potenze dell'Asse]] e fu annesso alla Contea di Vuka dello [[Stato Indipendente di Croazia]]. Nel 1944 esso contava più di 6.000{{formatnum:6000}} residenti, in gran parte fattori [[Svevi del Danubio|svevi danubiani]] con i loro braccianti serbi. Il 6 ottobre 1944 gli abitanti di lingua tedesca fuggirono di fronte all'avanzata delle truppe [[Unione Sovietica|sovietiche]], diretti in massa verso l'[[Alta Austria]].
 
Da allora l'insediamento entrò a far parte della Vojvodina [[Jugoslavia|jugoslava]], che dal 1945 era parte della nuova [[Repubblica Socialista di Serbia]], all'interno della stessa Jugoslavia. Subito dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] la zona venne ripopolata da nuovi coloni, in maggior parte serbi, che provenivano dalla [[Bosnia ed Erzegovina]], dalla [[Croazia]] e da altre parti della [[Serbia]]. Il censimento, effettuato dopo la fine della guerra, evidenziò in Nova Pazova una maggioranza etnica serba. Da una popolazione di {{formatnum:4604}} abitanti nel 1948, l'insediamento giunse al culmine di {{formatnum:18214}} nel 2002.