Marco Polo: differenze tra le versioni

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|immagine = Marco Polo portrait.jpg
|legenda = Ritratto di Marco Polo del [[XVI secolo]]
|titolo = [[Patriziato (Venezia)|Patrizio veneziano]]
|stemma = Coat of arms of the House of Polo 01.svg
|data di nascita = 15 settembre [[1254]]
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|consorte = [[Donata Badoer]]
|figli = [[Fantina Polo|Fantina]]<br>Belella<br>Moreta<br>Agnese (illegittima)
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|firma =
}}
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|Didascalia =
}}
La relazionedescrizione dei suoi viaggi in [[Estremo Oriente]] è raccolta nell'opera letteraria ''[[Il Milione]]'', una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali sull'[[Asia]] in [[Europa]] alla fine del [[XIII secolo]].
 
Membro del [[patriziato veneziano]], viaggiò con il padre [[Niccolò Polo|Niccolò]] e lo [[zio]] paterno [[Matteo Polo|Matteo]] attraverso l'Asia lungo la [[Via della seta]] fino alla [[Cina]], allora ''[[Catai]]'', dal [[1271]] al [[1295]]. Consigliere e ambasciatore alla corte del ''[[Gran Khan]]'' [[Kubilai Khan|Kubilai]], tornò a [[Venezia]] nel [[1295]] con una discreta fortuna che investì nell'impresa commerciale di famiglia. Prigioniero dei [[Repubblica di Genova|genovesi]] dal [[1296]] al [[1299]], dettò le memorie dei suoi viaggi a [[Rustichello da Pisa]], prigioniero pisano che con altri prigionieri letterati aveva fondato uno "scriptorium", che le scrisse in [[lingua franco-veneta]]<ref>Maria Bellonci, ''Nota introduttiva'', ''Il Milione di Marco Polo'', Milano, Oscar Mondadori, 2003, p. XI.</ref> con il titolo ''Devisiment dou monde''.<ref>{{cita libro|url=http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b9059312q.r=divisiment+dou+monde|titolo=Livre qui est appelé le Divisiment dou monde|autore=Marco Polo|id=Fr.1116|via = [[Biblioteca nazionale di Francia]]}}</ref> Ormai ricco e famoso, sposò la patrizia [[Donata Badoer]], dalla quale ebbe tre figlie: [[Fantina Polo|Fantina]], Belella e Moreta<ref name="B3323" />. Aveva anche un'altra figlia, Agnese, nata prima del suo matrimonio con Donata e probabilmente illegittima.<ref name=":3" /><ref name=":4" /> Morì nel [[1324]] e fu sepolto nella [[Chiesa di San Lorenzo (Venezia)|chiesa di San Lorenzo]] a [[Venezia]]. Durante la ricostruzione alla fine del [[XVI secolo]], i suoi resti andarono perduti.
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=== Origine del soprannome "Milione" ===
[[File:Corte seconda del Milion vera da pozzo porticato del teatro Venezia notte.jpg|miniaturamin|Corte Seconda del Milion a Venezia]]
 
Marco Polo è menzionato negli Archivi della Repubblica di Venezia come ''Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi'',<ref name="Unive14024">[https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1%5Bnews%5D=8198&cHash=610336475bb16a7a79dfc4295d82d25f UniVenews, 18.11.2019, "Un nuovo tassello della vita di Marco Polo: inedito ritrovato all'Archivio"]</ref> cioè Marco Polo della contrada di [[Chiesa di San Giovanni Grisostomo|San Giovanni Grisostomo]].
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Il titolo dell'opera ''Il libro di Marco Polo detto il Milione'', però, era ambiguo: secondo alcuni studiosi "Il Milione" non era il soprannome del libro, bensì dello stesso Marco Polo.
 
Infatti l'umanista del XV secolo [[Giovan Battista Ramusio|Ramusio]] scrive che:<ref name=ramusio>[[Giovan Battista Ramusio]], ''[http://books.google.it/books?id=tBUnTVojIcUC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=snippet&q=cognominarono&f=false Delle navigationi et viaggi Vol. II]'', Giunti, Venezia, 1574.</ref>
{{Citazione|nel continuo raccontare ch'egli faceva più e più volte della grandezza del Gran Cane, dicendo l'entrata di quello essere da 10 in 15 milioni d'oro, e così di molte altre ricchezze di quei paesi riferiva tutto a milioni, lo cognominarono "messer Marco Milioni".}}
 
Il letterato del XIX secolo [[Luigi Foscolo Benedetto]], «persuaso che'' 'Milione' ''sia il nomiglio dell'autore», lo considera un'[[apocope]] del diminutivo "Emilione".<ref>[[Luigi Foscolo Benedetto|Benedetto, L. F]].: Marco Polo, il Milione, Firenze, 1928 in Marco Polo, Il Milione, [[De Agostini|Istituto Geografico DeAgostini]], 1965, p.22</ref><ref name="allulli">''… volendosi ravvisare nella parola "Milione" la forma ridotta di un diminutivo arcaico "Emilione" che pare sia servito a meglio identificare il nostro Marco distinguendolo per tal modo da tutti i numerosi Marchi della sua famiglia.'' ([[Ranieri Allulli]], ''Marco Polo e il libro delle meraviglie - Dialogo in tre tempi del giornalista Qualunquelli Junior e dell'astrologo Barbaverde'', Milano, Mondadori, 1954, p. 26).</ref> [[Iacopo da Acqui|Fra Iacopo da Acqui]] parla di "''dominus Marcus Venetus (…) qui dictus est Milionus''". «In ogni caso, il nomigliolo ricorre negli atti pubblici della Repubblica; dove invero, almeno una volta, viene impiegato anche per il padre di Marco.»<ref>Marco Polo, ''Il Milione'', [[De Agostini|Istituto Geografico DeAgostini]], 1965, p. 22.</ref> Non è chiaro se tutti i membri della [[Polo (famiglia)|famiglia Polo]] del ramo detto ''Milion'' appartenessero al [[patriziato veneziano]], certamente lo furono i mercanti Marco "il vecchio", i suoi fratelli e i suoi discendenti.<ref>{{cita|Zorzi 2000|p. 335}}.</ref>
 
La corte seconda del Milion a Venezia si trova accanto alla casa di Niccolò e Matteo Polo, su cui è stato costruito poi l'attuale [[Teatro Malibran]].
 
=== Ascendenza ===
[[File:Coat of arms of the House of Polo 01.svg|thumbmin|verticale|Stemma della famiglia Polo]]
Il primo avo di cui si abbia notizia è l'omonimo prozio, che prese del denaro in prestito e comandò una nave a [[Costantinopoli]].<ref name="B25">{{cita|Bergreen 2007|p. 25}}.</ref><ref name="Rugoff">{{Cita libro|titolo=Marco Polo |url=https://books.google.hr/books?id=if-BBgAAQBAJ |nome=Milton |cognome=Rugoff |editore=New Word City |anno=2015 |isbn=978-1-61230-838-8}}</ref> Il nonno di Marco, Andrea, abitava in contrada [[Chiesa di San Felice (Venezia)|San Felice]] ed ebbe tre figli: Marco "il Vecchio", [[Matteo Polo|Matteo]] e [[Niccolò Polo|Niccolò]], padre di Marco.<ref name="B25" /><ref>{{cita libro|url_capitolo= https://www.archive.org/stream/iviaggidimarcop00pasigoog#page/n499/mode/2up |capitolo= Albero genealogico della famiglia Polo |curatore= Lodovico Pasini |anno= 1847 |titolo= I viaggi di Marco Polo veneziano |p= 427 }}</ref>
 
Nel [[1260]], Niccolò e Matteo, a quel tempo in affari a Costantinopoli (allora parte dell'[[Impero latino d'Oriente]] e controllata dai veneziani), cambiarono i loro averi in gemme e partirono per un viaggio attraverso l'[[Asia]]. Passando per [[Bukhara]] e il [[Turkestan]] cinese, raggiunsero la [[Cina]], arrivando alla corte del neo-nominato [[Khagan]] ([[Impero mongolo|imperatore mongolo]]) [[Kublai Khan]] (regno 1260-[[1294]]). L'azzardo dei fratelli Polo fu per loro provvidenziale: nel [[1261]], infatti, [[Michele VIII Paleologo]] riconquistò Costantinopoli, rifondando l'[[Impero bizantino]], ed epurò la città dai Veneziani.<ref>{{cita|Zorzi 2000}}.</ref> Niccolò e Matteo ripartirono per l'Occidente nel [[1266]], arrivando a [[Roma]] nel [[1269]] con un'ambasciata del [[Gran Khan]], che richiedeva al [[Papa]] missionari per la [[Mongolia]].<ref name="WB">{{cita|Parker, 2004|pp. 648–49648-49}}.</ref>
 
{{discendenza
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=== Infanzia ===
{{dx|[[File:NoccoloAndMaffeoPoloWithGregoryX.JPG|thumbmin|uprightverticale=1.3|Niccolò e Matteo Polo ricevuti da papa Gregorio X]]}}
Nulla si sa della sua infanzia, tranne che quasi certamente la passò a Venezia.<ref name="Rugoff" /><ref>{{cita|Bergreen 2007|p. 36}}.</ref> Rimasto orfano di madre (il padre si sarebbe poi risposato con Floradisa Trevisan). Ricevette un'educazione consona al suo ''status'', imparando a navigare, a far di conto (anche con valuta straniera) e a commerciare.<ref name="WB" /> Non è chiaro se conoscesse o meno il [[lingua latina|latino]].
 
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|FontiPrimarie=''[[Il Milione]]''
}}
I fratelli Niccolò e Matteo Polo ripartirono nel [[1271]] portandosi dietro Marco, «di età variamente indicata da dodici a diciannove anni, secondo le fonti»,<ref>Marco Polo, ''Il Milione'', [[De Agostini|Istituto Geografico DeAgostini]], 1965, p. 12.</ref> ma che probabilmente aveva 17 anni.
 
Durante le prime tappe del viaggio si trattennero alcuni mesi ad [[Acri (Israele)|Acri]] e poterono parlare con l'arcidiacono Tedaldo Visconti, futuro [[papa Gregorio X]], che Marco chiama "Tedaldo da Piagenza".<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/9 Il Milione § 9]</ref> I Polo, in quell'occasione, gli avevano espresso il loro rammarico per la lunga mancanza di un papa, poiché nel loro precedente viaggio in Cina avevano ricevuto da [[Kublai Khan]] una lettera per il pontefice, ed erano così dovuti ripartire per la Cina delusi.<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/10 Il Milione § 10]</ref> Durante il viaggio, però, ebbero notizia che, dopo ben 33 mesi di vacanza, finalmente il [[Conclave]] aveva eletto il nuovo [[papa]] e questi altri non era che l'arcidiacono di Acri.<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/11 Il Milione §11]</ref> I tre dunque si affrettarono a ritornare in Terrasanta, dove il nuovo papa affidò loro lettere per il ''Gran Khan'', invitandolo a mandare suoi emissari a [[Roma]]. Per dare maggior peso a questa missione, mandò con i Polo, come suoi legati, due padri domenicani, Guglielmo da Tripoli e Nicola da Piacenza.<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/12 Il Milione §12]</ref><ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/beato-gregorio-x_(Enciclopedia-dei-Papi)/ GREGORIO X, beato in "Enciclopedia dei Papi"]</ref>
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{{citazione|Quando gli due fratelli e Marco giunsero alla gran città ov'era il Gran Khan, andarono al mastro palagio, ov'egli era con molti baroni, e inginocchiaronsi dinanzi da lui, cioè al Gran Khan, e molto si umigliarono a lui. Egli li fece levare suso, e molto mostrò grande allegrezza, e domandò loro chi era quello giovane ch'era con loro. Disse messer Nicolò: "Egli è vostro uomo e mio figliuolo". Disse il Gran Khan: "Egli sia il ben venuto, e molto mi piace".|''Il Milione di Marco Polo'', vol. I, p. 6, [[Giovanni Baldelli Boni|Baldelli Boni]], Firenze, 1827.<ref>{{cita libro|url= http://books.google.it/books?id=zycQAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=l+Milione+di+Marco+Polo+testo+di+lingua+del+secolo+decimoterzo+ora+per+la+.&hl=it&sa=X&ei=tHdxUqa0BcnIhAflq4CIDQ&ved=0CDgQ6AEwAQ#v=onepage&q&f=false |titolo= Il Milione di Marco Polo testo di lingua del secolo decimoterzo |vol= I |p= 6 |curatore= Giovanni Baldelli Boni |città= Firenze |anno= 1827 |editore= G. Pagani }}</ref>| }}
 
Onorati e investiti di cariche governative, Marco in particolare «per le sue missioni ufficiali si spinse in [[India]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/17 Il Milione §17]</ref> nel [[Yunnan]], nel [[Tibet]], in [[Birmania]], lungo tragitti che ancora oggi presentano difficoltà per nulla lievi, anche prescindendo dalle condizioni politiche.»<ref>Marco Polo, ''Il Milione'', [[De Agostini|Istituto Geografico DeAgostini]], Novara 1965, p. 12.</ref>
 
=== Ritorno a Venezia e prigionia genovese ===
{{dx|[[File:AyasMarcoPolo.JPG|thumbmin|uprightverticale=1.4|Veduta del porto di Laiazzo visitata da Marco Polo nel 1271, da ''Le Livre des Merveilles'']]}}
Marco Polo fece ritorno a Venezia solo 24 anni dopo essere partito, il 9 novembre 1295.<ref>{{cita|Zorzi 2000|Cronologia finale}}.</ref> Secondo Ramusio, a convincere i parenti, increduli dell'identità dei tre, furono i preziosi nascosti tra gli abiti.<ref>G.B. Ramusio, ''Delle navigationi et viaggi'', Roma, 1954 (a cura di R. Giani).</ref>
 
Secondo una diffusa leggenda, il [[5 settembre]] [[1298]] Marco Polo si trovava su una delle novanta navi veneziane sconfitte dai genovesi nella [[battaglia di Curzola]]. Di sicuro fu catturato dai genovesi, anche se non nei pressi di Curzola, come sostenuto da alcuni studiosi influenzati dal Ramusio,<ref>{{cita|Puljiz-Šostik 2015|pp. 28–3628-36}}.</ref> ma più probabilmente a [[Laiazzo]] in [[Cilicia]], dopo uno scontro navale nel [[golfo di Alessandretta]]. Durante la prigionia incontrò [[Rustichello da Pisa]]; che fosse "''in prigione da quattordici anni o vi venisse come libero frequentatore, fu quasi sicuramente lui a dare forma scritta alle memorie del veneziano''"<ref>''Rusta Pisan, Rasta Pysan, Rustichelus civis Pisanus, Rustico, messire Rustacians de Pise, maistre Rusticien de Pise, Restazio da Pisa, Stazio da Pisa,'' sono alcuni dei nomi con cui lo si trova indicato</ref><ref>Marco Polo, ''Il Milione'', [[De Agostini|Istituto Geografico DeAgostini]], Novara 1965, p. 14.</ref> che ebbero rapida fortuna in tutta Europa.
 
{{dx|[[File:Genova - Palazzo San Giorgio visto dal Bigo.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.4|[[Palazzo San Giorgio (Genova)|Palazzo San Giorgio di Genova]] dove Marco Polo e Rustichello redigono il Milione]]}}
Polo fu finalmente rilasciato dalla prigionia nell'agosto [[1299]] e ritornò nuovamente a casa a Venezia, dove, nel frattempo, il padre e lo zio avevano acquistato un grande palazzo in [[Chiesa di San Giovanni Grisostomo|contrada San Giovanni Crisostomo]] ([[sestiere (Venezia)|sestiere]] di [[Cannaregio]]), nota come "Corte del Milion", acquisto reso probabilmente possibile con i proventi del commercio e della vendita delle gemme portate dall'Oriente. La Compagnia Polo continuò le sue attività commerciali e Marco divenne presto un ricco commerciante. Marco e lo zio Matteo finanziarono altre spedizioni, ma probabilmente non abbandonarono mai le province veneziane né tornarono sulla Via della seta o in Asia.
 
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=== Testimonianze ===
[[File:Pietro d'Abano.jpg|miniaturamin|verticale|sinistra|Pietro d'Abano, filosofo e astronomo padovano]]
 
[[Pietro d'Abano]], filosofo, medico e astrologo padovano, riferisce di avere parlato con Marco Polo di quello che aveva osservato nella volta celeste durante i suoi viaggi. Marco raccontò che, durante il suo viaggio di ritorno nel [[Mar Cinese Meridionale]], aveva avvistato quella che descrive in un disegno come una stella "a forma di sacco" (''ut sacco'') con una grande coda (''magna habet caudam''). Pietro d'Abano interpretò questa informazione come una conferma che nell'[[emisfero sud]] si potesse osservare una stella analoga alla [[stella polare]],<ref name="Rhinoresourcecenter1353458473">{{cita pubblicazione|lingua= en |url= http://www.rhinoresourcecenter.com/pdf_files/135/1353458473.pdf |autore= Jørgen Jensen |titolo= The World's most diligent observer |rivista= Asiatische Studien |volume= 51.3 |anno= 1997 |pp= 719-728 }}</ref><ref name="Academia6807259">{{cita pubblicazione|url= https://www.academia.edu/6807259/PIETRO_D_ABANO_MARCO_POLO_E_GIOVANNI_DA_MONTECORVINO |autore= Francesco Bottin |anno= 2008 |titolo= Pietro d'Abano, Marco Polo e Giovanni da Montecorvino |rivista= Medicina nei secoli |numero= 20 }}</ref> ma si trattava con ogni probabilità di una [[cometa]].
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Mentre Pietro d'Abano era entusiasta delle parole di Marco Polo, che apparentemente confermavano le sue teorie,<ref name="Academia6807259" /> il racconto del viaggio di Marco Polo non venne sempre accolto con favore, ma suscitò anche molta incredulità. Il frate domenicano [[Francesco Pipino]], autore della prima traduzione latina fra il 1302 e il 1314,<ref name="Fulin255">Rinaldo Fulin, ''Archivio Veneto'', 1924, p. 255.</ref> si sentì evidentemente in dovere di affermare che il racconto era degno di fede:
{{Citazione|affermò solennemente la veridicità del suo libro e lo disse "prudente, onorato, fedelissimo uomo"|[[Rinaldo Fulin]]}}
 
La stessa cosa fece il frate Jacopo d'Acqui<ref name="Fulin255" />
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|lingua=fr }}
 
Nel [[1309]]-1310 Marco partecipò alla spartizione dei beni del defunto zio [[Matteo Polo|Matteo]]. Nel [[1319]] entrò in possesso di alcune tenute del padre defunto e nel [[1321]] acquistò parte della proprietà di famiglia della moglie Donata.<ref name="Poljica">{{Cita pubblicazione|nome=Anđelko|cognome=Pavešković|anno=1998|titolo=Putopisac Marko Polo|rivista=Godišnjak Poljičkog Dekanata "Poljica"|numero=23|pp=38–6638-66|url=http://www.korcula.net/mpolo/mpolo_pav_text.htm|titolotradotto=Travel writer Marco Polo}}</ref> Nel [[1323]] figura come testimone per l’accettazione di alcuni lasciti testamentari di Giovanni dalle Boccole da parte dei [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]] del convento veneziano dei SS. Giovanni e Paolo.<ref name="Unive14024" />
 
=== Morte ===
[[File:Marco Polo Casa Venezia.jpg|thumbmin|Casa di Marco Polo a Venezia in calle de l'Ufizio de la seda, Cannaregio. ''AEDES PROXIMA THALIAE CULTUI MODO ADDICTA / MARCI POLO P V ITENERUM FAMA PRAECLARI / IAM HABITATIO FUIT'' ("Il vicino tempio del culto di Talia / fu già abitazione / di Marco Polo P. V. illustrissimo per la fama dei suoi viaggi").]]
[[File:Memorials to Marco Polo - Casa Polo - Memorial plaque.jpg|miniaturamin|sinistra|Targa commemorativa della casa di Marco Polo sulla facciata posteriore del [[Teatro Malibran]] ]]
Nel [[1323]] era malato e inabilitato a muoversi dal letto.<ref>{{cita|Bergreen 2007|p. 339}}.</ref> L'8 gennaio [[1324]], in punto di morte, dettò le sue ultime volontà al sacerdote Giovanni Giustiniani di San Procolo, convocato dalle donne di casa.<ref>{{cita|Bergreen 2007|p. 340}}.</ref> Marco divise i suoi averi tra la famiglia, diversi istituti religiosi (tra cui la chiesa di San Procolo e la [[chiesa di San Lorenzo (Venezia)|chiesa di San Lorenzo]] presso la quale sarebbe stato sepolto) nonché [[Gilda (storia)|gilde]] e confraternite a cui apparteneva. Tra le altre cose, compensò con 200 soldi il notaio Giustiniani e affrancò e dotò di 100 lire veneziane un servo [[tartari|tartaro]] che si era portato dall'Asia, tale Pietro.<ref>{{cita|Bergreen 2007|p. 341}}.</ref> La data della morte non è certa: la [[Biblioteca Marciana]], presso la quale è conservato il suo testamento (non firmato autografo dall'interessato, ma semplicemente confermato dai testimoni in accordo alla prassi del ''[[signum manus]]''), data al 9 giugno il documento e post 9 giugno il decesso; secondo alcuni, invece, morì il giorno stesso in cui il testamento fu redatto.<ref>{{cita|Bergreen 2007|p. 342}}.</ref>
 
Le spoglie andarono perdute durante la ricostruzione della chiesa di San Lorenzo alla fine del [[XVI secolo]].
 
La casa dei Polo andò distrutta durante un incendio nel 1598. Al suo posto, circa un secolo dopo, fu costruito il Teatro San Giovanni Grisostomo, noto oggi come [[Teatro Malibran]].<ref>[https://www.insula.it/images/pdf/resource/quadernipdf/Q16-06.pdf Barbara Del Vicario, Il restauro del teatro Malibran]</ref> Gli scavi archeologici condotti nel 1998 dalla soprintendenza ai Beni archeologici del Veneto hanno riportato alla luce diversi materiali, fra cui un eccezionale reperto di vetro viola di [[Murano]].<ref>[http://www.archeosub.it/articoli/venezia/malibran.htm Graziano Tavan, Qui abitò Marco Polo, mercante - viaggiatore, Il Gazzettino di Venezia, 23 maggio 2001]</ref><ref>{{cita articolonews|url= http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view_preview.shtml#!/NjovZXMvaXQvcmNzZGF0aS9AMjk5MDA%3D |autore= Marisa Fumagalli |titolo= Venezia, memorie dal sottosuolo |rivista= Corriere della Sera |data= 18 luglio 1998 }}</ref>
 
== Il Milione ==
{{vedi anche|Il Milione}}
[[File:Le livre des merveilles de Marco Polo-pepper.jpg|thumbmin|sinistra|''[[Livre des merveilles (BNF Fr2810)]]''
 
fr. 2810, Tav. 84r "Qui hae sì gran caldo che a pena vi si puote sofferire (…). Questa gente sono tutti neri, maschi e femmine, e vanno tutti ignudi, se non se tanto ch'egliono ricuoprono loro natura con un panno molto bianco. Costoro non hanno per peccato veruna lussuria"<ref>{{cita libro|p= [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b52000858n/f173.item.image 173] |autore= Marco Polo |titolo= Le Livre des merveilles |lingua= fr}}</ref>.]]
 
Più volte trascritto e tradotto, sono almeno centocinquanta i manoscritti documentati prima della diffusione della [[stampa]] e in seguito le edizioni non si contano.
Codici del Milione sono conservati in tutto il mondo.
Celebre per le squisite miniature è il 2810 ''Libro delle meraviglie'', conservato alla [[Biblioteca nazionale di Francia]].<ref>[http://expositions.bnf.fr/livres/polo/flipbookBnf.swf Marco Polo, Livre de merveilles (digital scan)]</ref> L'esemplare in [[Lingua latina|latino]] all'[[Alcázar di Siviglia]]<ref>''De consuetudinibus et conditionibus orientalium regionum'', [[Francesco Pipino]]</ref> esibisce le presunte postille<ref>{{Cita web|url=https://www.google.com/search?q=postille&client=opera-gx&hs=jqr&sca_esv=7db0ce9ab356b080&sxsrf=ADLYWIKVXn4___yjJN626Q6CETOCdUsMxg:1732357128603&ei=CKxBZ8XBJP7j7_UP-IekyQo&ved=0ahUKEwjF5ZianfKJAxX-8bsIHfgDKakQ4dUDCA8&uact=5&oq=postille&gs_lp=Egxnd3Mtd2l6LXNlcnAiCHBvc3RpbGxlMgQQIxgnMgoQIxiABBgnGIoFMgoQABiABBgUGIcCMgUQABiABDIFEC4YgAQyBRAAGIAEMgUQABiABDIFEAAYgAQyBRAAGIAEMgUQABiABEiBHlD4CVjVF3ABeACQAQCYAXWgAZkOqgEEMjAuMrgBA8gBAPgBAZgCBqAChQTCAgsQABiABBiwAxiiBMICCxAAGLADGKIEGIkFwgIIEAAYgAQYogTCAggQABiiBBiJBcICBhAAGBYYHsICCBAAGBYYChgewgIKEAAYgAQYChjLAcICBxAAGIAEGAqYAwCIBgGQBgWSBwMzLjOgB66PAQ&sclient=gws-wiz-serp|titolo=postille - Cerca con Google|sito=www.google.com|accesso=2024-11-23 novembre 2024}}</ref> di [[Cristoforo Colombo]].
 
La fortuna del testo negli ambienti scientifici ebbe inizio nel [[XV secolo]].<ref name=deag20>{{cita libro|titolo= Il Milione |curatore= Ettore Camesasca |editore= De Agostini |p= 20 }}</ref>
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Il testo traccia dettagliatamente l'itinerario che i tre Polo seguirono attraverso la [[Via della seta]]. Procedettero verso l'interno del [[Eurasia|continente eurasiatico]], attraversando l'[[Anatolia]] e l'[[Armenia]].<ref name="Il Milione §21">[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/21 Il Milione §21]</ref> Scesero quindi verso il fiume [[Tigri]], toccando probabilmente [[Mosul]]<ref name="Il Milione §21"/><ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/23 Il Milione § 23]</ref> e [[Baghdad]].<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/24 Il Milione §24]</ref>
 
Dopo avere attraversato la città di [[Tabriz]] in [[Iran]]<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/25 Il Milione 25]</ref> e poi la città di [[Yazd]] in [[Persia]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/33 Il Milione §33]</ref> giunsero fino al porto di [[Hormoz (città)|Ormuz]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/36 Il Milione 36]</ref> forse con l'intenzione di proseguire il viaggio via mare. Continuarono invece a seguire la via terrestre entrando nel [[Dasht-e Lut]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/37 Il Milione §37]</ref> per giungere poi nel [[Khorasan]].<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/39 Il Milione 39]</ref> In questa regione entrarono in contatto con la setta islamica degli "ismailiyyah", seguaci di [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ]], che Marco chiama il [[Veglio della Montagna]].<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/40 Il Milione §40]</ref>
 
Nell'odierno [[Afghanistan]] descrive la città di Supunga, identificata come l'attuale [[Sheberghan]], poi Tahican, forse l'attuale [[Taloqan]], poi [[Balkh]] e il "Balasciam" ([[Badakhshan]]).<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/46 Il Milione § 46]</ref><ref>[https://books.google.at/books?id=iF9IAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Leo S. Olschki, 1846, Archivio storico italiano, p. 86]</ref> Attraversarono il [[Kashmir]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/48 Il Milione §48]</ref> quindi il [[Wakhan]];<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/49 Il Milione, §49]</ref> superando con questo il [[Pamir]], si diressero verso [[Samarcanda]]<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/51 Il Milione, §51]</ref> in [[Uzbekistan]] ed entrarono nella "Gran Turchia" ([[Turkestan]]).<ref>{{Cita web |url=http://virgo.unive.it/ecf-workflow/books/Ramusio/lemmi/Peym.html |titolo=Peym |accesso=23 novembre 2019 |dataarchivio=23 novembre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191123144035/http://virgo.unive.it/ecf-workflow/books/Ramusio/lemmi/Peym.html |urlmorto=sì }}</ref> Discesero quindi verso il [[bacino del Tarim]] e giunsero nel [[Tangut]],<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Milione/57 Il Milione §57]</ref> ai confini con il [[Catai]].
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== Controversie ==
===Luogo di nascita===
[[File:Birthplace_of_Marco_Polo,_Korcula,_Croatia.JPG|miniaturamin|verticale|La cosiddetta "casa di Marco Polo" a [[Curzola (città)|Curzola]], è una delle principali attrazioni turistiche dell'isola. Si tratta in realtà di un noto [[falso storico]], in quanto fu costruita due secoli dopo la sua morte.]]
L'[[isola di Curzola]] (oggi in [[Croazia]], ma all'epoca possedimento della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]) è a volte indicata come luogo di nascita di Marco Polo.<ref name=":0" /> L'affermazione è basata su di una leggenda che appare per la prima volta nel 1856, in un'opera dello storico dalmata [[Simeone Gliubich]].<ref name=":2">{{Cita web|url=https://www.ilgazzettino.it/pay/venezia_pay/il_caso_marco_polo_o_marko_polo_se_non_addirittura_marko_pili_veneziano_o_croato-4263323.html|titolo=IL CASO Marco Polo o Marko Polo, se non addirittura Marko Pili? Veneziano o croato?|autore=Alessandro Marzo Magno|wkautore=Alessandro Marzo Magno|sito=www.ilgazzettino.it|data=29 gennaio 2019|accesso=8 gennaio 2023}}</ref> Non solo non esistono degli adeguati [[Revisione paritaria|studi storici]] che abbiano comprovato tale tesi<ref name=":0" /><ref name=":2" /> (la quale risulta quindi priva di fondamento),<ref name=":0" /> ma nel 2013 uno studio scientifico ha analizzato l'affermazione e ne ha respinto l'autenticità, descrivendola come un caso di [[Invenzione della tradizione|tradizione inventata]] e affermando che essa «''può essere vista come una falsificazione pura, o anche come un [[appropriazione culturale|furto di patrimonio culturale]]''».<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Olga|cognome=Orlić (Institute for Anthropological Research, Zagreb, Croatia)|anno=2013|mese=giugno|titolo=The curious case of Marco Polo from Korčula: An example of invented tradition|rivista=Journal of Marine and Island Cultures|volume=2|numero=1|pp=20–2820-28|lingua=en|accesso=30 giugno 2015|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212682113000140}}</ref>
 
Tale rivendicazione risale al tempo in cui la Croazia faceva parte dell'Impero Asburgico ma è stata sostenuta anche di recente per la sua efficacia nel pubblicizzare l'isola di Curzola come località turistica.<ref name=":0" /> Dal 1996, si tiene ogni estate a Curzola, il ''Marko Polo Fest'', festival musicale ed enologico, che intende celebrare il famoso "curzolano".<ref>{{Cita web|url=https://www.marcopolofest.hr/marco-polo-fest/|titolo=Marco Polo Fest – MARCO POLO FEST|autore=Objavio Bizz Plus|lingua=hr|accesso=30 gennaio 2023}}</ref> L'Ente Nazionale del Turismo Croato, dal 2008 pubblicizza la Croazia come "Patria di Marco Polo".<ref>{{Cita web|url=https://www.dailymotion.com/video/x3wrn6|titolo=Croatia - Homeland of Marco Polo - video Dailymotion|sito=Dailymotion|data=31 dicembre 2007|accesso=30 gennaio 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.croatiaweek.com/the-island-marco-polo-called-home-come-to-the-marco-polo-challenge-triathlon-and-discover-the-quiet-beauty-of-korcula/|titolo=The island Marco Polo called home: Come to the Marco Polo Challenge triathlon and discover the quiet beauty of Korčula|sito=Croatia Week|data=14 marzo 2022|lingua=en|accesso=30 gennaio 2023}}</ref> Nel 2011, l'ex presidente croato [[Stjepan Mesić|Stipe Mesić]] ha inaugurato un museo dedicato a "Marko Polo" nella città cinese di [[Yangzhou]].<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Stella|nome=Gian Antonio|wkautore=Gian Antonio Stella|anno=2011|mese=aprile|titolo=«Ecco Marko Polo, esploratore croato»|editore=Il Corriere della Sera|accesso=2 marzo 2014|url=http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_22/per-conquistare-la-cina-marco-polo-diventa-croato-gian-antonio-stella_4857d1de-6ca2-11e0-902f-2f9ba9bc9f1b.shtml|cognome Stella|giorno=22}}</ref>
 
=== Origine della famiglia ===
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===Il viaggio in Cina===
Gli scettici si sono a lungo chiesti se Marco Polo abbia scritto il suo libro sulla base di dicerie e hanno argomentato il loro scetticismo sulla base di alcune omissioni su pratiche e strutture degne di nota della Cina, così come la mancanza di dettagli su alcuni luoghi importanti. Per esempio, mentre Polo descrive la carta moneta e la combustione del carbone, non menziona la [[Grande Muraglia]]. Questa omissione è stata notata per la prima volta a metà del XVII secolo, e a metà del XVIII secolo è stato suggerito che potrebbe non aver mai raggiunto la Cina.<ref>{{cita libro|autore= Stephen G. Haw |anno= 2006 |titolo= Marco Polo's China: A Venetian in the Realm of Khubilai Khan |editore= Routledge |p= 1 |ISBN= 978-1-134-27542-7 |lingua= en }}</ref> Più tardi, studiosi come John W. Haeger hanno sostenuto che Marco Polo potrebbe non aver visitato la Cina meridionale a causa della mancanza di dettagli nella sua descrizione delle città cinesi meridionali rispetto a quelle settentrionali, mentre il tedesco [[Herbert Franke]] ha ipotizzato che Marco Polo potesse non essere stato in Cina affatto e si è chiesto se potesse avere basato il suo racconto su fonti persiane.<ref name="Herbert1966">{{cita pubblicazione|autore= Herbert Franke |anno= 1966 |titolo= Sino-Western Contacts Under the Mongol Empire |rivista= Journal of the Hong Kong Branch of the Royal Asiatic Society |numero= 6 |pp= 49–7249-72 |JSTOR= 23881433 }}</ref> Fra gli scettici, primeggiano [[Frances Wood]]<ref>[https://books.google.at/books?id=7e1gDwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Frances WOOD, Did Marco Polo Go To China?]</ref> (curatrice della sezione cinese della [[British Library]]) e [[David Selbourne]] (filosofo politico britannico, commentatore sociale e storico). In particolare Frances Wood fa notare che Marco dichiara di avere avuto una funzione governativa, ma i Polo non vengano menzionati da nessuna fonte documentale cinese; che nel Milione, oltre alla Muraglia cinese, manchino le usanze cinesi più comuni: la tradizione del [[tè]], il [[caratteri cinesi|sistema di scrittura verticale]], l’invenzione della [[stampa]], la [[porcellana]], l’uso delle bacchette per mangiare o i piedi fasciati delle [[donna|donne]]. Inoltre, poiché i nomi delle località non sarebbero quelli utilizzati in cinese o mongolo, come ci si aspetterebbe, ma in persiano, questo indicherebbe che Marco Polo non aveva mai imparato il cinese. Il fatto che Marco Polo possa non avere mai imparato il cinese sarebbe stato avallato dal sinologo tedesco [[Wolfgang Franke]]{{Senza fonte}} e da Daniele Petrella{{Senza fonte}}, archeologo dell’università di Napoli, secondo cui Polo avrebbe utilizzato fonti persiane per redigere il suo testo, trascorrendo alcuni anni all'interno delle comunità turche e persiane presenti nella zona. Infine, Frances Wood sottolinea alcuni particolari del Milione in cui i dettagli storici non corrispondono: le arcate del ponte oggi denominato "Marco Polo" erano 11 e non, come ricordava Marco Polo, 24; il viaggio di ritorno in Persia menziona una principessa mongola di nome Kökechin, di cui però non c'è traccia nei documenti della dinastia Yuan.
 
Fra gli interventi scientifici più rilevanti per ristabilire l'attendibilità del Milione vanno citati: uno studio dei cinesi [[Yang Chih-chiu]] e [[Ho Yung-Chi]] del 1945<ref>[https://www.jstor.org/stable/2717993?seq=1 Yang Chih-chiu and Ho Yung-chi, Marco Polo quits China, Harvard Journal of Asiatic Studies Vol. 9, No. 1 (Sep., 1945), p. 51]</ref>, [[Francis Woodman Cleaves]], che nel 1976 confronta delle fonti cinesi con fonti persiane<ref name="Chinese">{{cita pubblicazione|url= https://www.jstor.org/stable/2718743?seq=1 |autore= Francis Woodman Cleaves |titolo= A Chinese Source Bearing on Marco Polo's Departure From China and a Persian Source on His Arrival in Persia |rivista= Harvard Journal of Asiatic Studies |volume= 36 |anno= 1976 |pp= 181-203 |lingua= en }}</ref>, poi di nuovo uno studio del solo Yang Chih-chiu del 1985, considerato come la prova definitiva della presenza di Marco Polo in Cina.<ref>The Cambridge History of China: Volume 6, p. 463, nota 83] "Such doubts were laid permanently to rest by Yang Chihchiu, who in his Yuan shih san lu (Peking, 1985), pp. 97-132, produced conclusive proof of Marco Polo's presence in China during Khubilai's reign"</ref> In risposta agli interrogativi di Frances Wood, sono intervenuti il danese Jørgen Jensen,<ref name="Rhinoresourcecenter1353458473" /> il filologo Igor de Rachewiltz (Università di Canberra),<ref name="Zentralasiatische1997">Marco Polo Went to China, in «Zentralasiatische Studien», vol. 27, 1997, pp. 34-92</ref><ref name="Wood1885">[https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/41883/1/Marcopolo.html F. Wood's "Did Marco Polo Go To China?" A Critical Appraisal by I. de Rachewiltz]</ref> lo storico economico Ugo Tucci (Università di Venezia)<ref>Marco Polo: andò veramente in Cína?, in «Studi Veneziani», Nuova Serie, t. 33, 1997, pp. 49-59</ref> e il [[sinologia|sinologo]] Lionello Lanciotti (Università di Venezia).<ref>Marco Polo e la sinologia occidentale, in Marco Polo. 750 anni. Il viaggio. Il libro. Il diritto, Atti del congresso internazionale (Roma-Venezia, 23-25 novembre 2004), a cura di Federico Masini, Franco Salvatori, Sandro Schipani, Tiellemedia, Roma 2006, pp. 269-274</ref> A questi si sono associati lo storico inglese [[Stephen G. Haw]], il filologo francese [[Philippe Ménard]] (Università di Parigi-Sorbonne Paris IV), che ha sottolineato come le conoscenze geopolitiche mostrate da Marco Polo siano troppo peculiari per risultare menzognere,<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=6-x2cIIHGVU Philippe Ménard, "Marco Polo" 15.11.2007]</ref> e più di recente il sinologo tedesco [[Hans Ulrich Vogel]] dell'[[Università di Tubinga]], autore di un monumentale volume<ref>[https://books.google.at/books?id=Ydo_9TEmuVQC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Hans Ulrich Vogel, Marco Polo Was in China: New Evidence from Currencies, Salts and Revenues, Leiden, Brill, 2012"]</ref> che per la prima volta confronta le affermazioni di Marco Polo con fonti europee, persiane e cinesi.
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Il volume di Vogel del 2013 ha il pregio di riunire per la prima volta fonti occidentali e cinesi. Lo storico dell'economia [[Mark Elvin]], nella prefazione alla monografia di Vogel, conclude che il testo "dimostra con esempi specifici, la probabilità, in ultima analisi, di un'ampia autenticità" del resoconto di Polo. Mark Elvin conclude che il libro è, "in sostanza, autentico e, se usato con cura, in termini generali da considerare come un testimone serio anche se ovviamente non sempre definitivo".<ref name="Hans Ulrich Vogel 2012">{{cita libro|autore= Hans Ulrich Vogel |anno= 2012 |titolo= Marco Polo Was in China: New Evidence from Currencies, Salts and Revenues |editore= Brill |p= xix |ISBN= 978-90-04-23193-1 |lingua= en }}</ref>
 
[[File:Marco Polo - costume tartare.jpg|miniaturamin|verticale|Marco Polo in costume tartaro (XVIII secolo)]]
 
=== Ruolo di Marco Polo in Cina ===
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Questa affermazione ha suscitato molte controversie.
 
Il sinologo francese [[Paul Pelliot]] ipotizzò che Polo avrebbe potuto servire come ufficiale del monopolio governativo del sale a Yangzhou: questa era una posizione di una certa importanza.<ref name="Morgan1996">{{cita articolonews|autore= D.O. Morgan |titolo= Marco Polo in China—Or Not |rivista= Journal of the Royal Asiatic Society |volume= 6 |data= 2 luglio 1996 |pp= 221-225 |lingua= en}}</ref>
 
Lo storico britannico David O. Morgan, esperto in storia dei Mongoli, pensava che Marco Polo fosse con ogni probabilità vissuto in Cina, ma che avesse esagerato o mentito sul suo status in Cina,<ref name="Morgan1996" /> mentre Ronald Latham credeva che tali esagerazioni fossero abbellimenti inseriti da [[Rustichello da Pisa]].<ref>{{cita libro|autore= Ronald Latham |capitolo= Introduction |pp= 7–207-20 |titolo= The Travels of Marco Polo |città= London |editore= Folio Society |anno= 1958 |lingua= en}}</ref> L'argomento a favore di questa tesi è che nessuna fonte dell'epoca lo menziona come amico dell'imperatore o come governatore di Yangzhou - anzi nessuna fonte cinese menziona Marco Polo.<ref name="Morgan1996"/>
 
Negli anni 1960 il tedesco Herbert Franke notava che tutte le occorrenze di Po-lo o Bolod (parola altaica che significa "acciaio") nei testi Yuan erano nomi di persone di estrazione mongola o turca.<ref name="Herbert1966" />
 
Lo storico e sinologo Stephen G. Haw, contesta l'idea che Polo abbia esagerato la propria importanza, scrivendo che, «contrariamente a quanto è stato spesso detto… Marco non rivendica alcuna posizione molto altolocata nell'impero Yuan.» Egli sottolinea che Marco non ha mai affermato di essere un ministro di alto rango, un [[darughachi]], il capo di un [[tumen]] (cioè {{M|10000}} uomini), nemmeno il capo di {{M|1000}} uomini, ma solo che era un emissario per il khan e aveva ricoperto una posizione d'onore. Haw vede questo come una ragionevole pretesa se Marco era un [[kheshig]]: all'epoca i [[kheshig]] erano circa quattordicimila uomini. Haw spiega come i primi manoscritti del ''Milione'' forniscano informazioni contraddittorie sul suo ruolo a Yangzhou, alcuni affermando che era solo un semplice residente, altri affermando che era un governatore, mentre il manoscritto di Ramusio afferma che stava semplicemente tenendo quella carica come sostituto temporaneo per qualcun altro, ma tutti i manoscritti concordano sul fatto che egli abbia lavorato come stimato emissario per il khan. Haw si oppose anche all'approccio impiegato da molti studiosi per trovare la menzione di Marco Polo nei testi cinesi, sostenendo che gli europei contemporanei avevano poca considerazione per l'uso dei cognomi, e una trascrizione cinese diretta del nome "Marco" ignora la possibilità che egli abbia assunto un nome cinese o addirittura mongolo che non avesse alcuna attinenza o somiglianza con il suo nome latino.<ref>{{cita libro|lingua= en |autore= Stephen G. Haw |anno= 2006 |titolo= Marco Polo's China: a Venetian in the realm of Khubilai Khan |volume= 3 |collana= Routledge studies in the early history of Asia |editore= Psychology Press |pp= 52–5752-57 |ISBN= 978-0-415-34850-8 }}</ref>
 
Tuttavia, esiste documentazione nello [[Yuanshi]], "Cronache della dinastia Yuan", riguardante un certo Boluo, cortigiano dell'imperatore, che venne fatto arrestare nel 1274 da un dignitario imperiale di nome Saman: l'accusa era quella di avere camminato dallo stesso lato della strada di una cortigiana, contravvenendo all'ordine che ingiungeva a uomini e donne di camminare su lati opposti della strada.<ref name="Busi2018"/> Lo studioso cinese [[Peng Hai]] in un volume del 2010 ha identificato questo Boluo con Marco Polo.<ref>{{cita libro|url= https://searchworks.stanford.edu/view/9258669 |autore= Hai Peng |anno= 2010 |titolo= Makeboluolaihuashishi |città= Beijing |editore= Zhongguo she hui ke xue chu ban she |ISBN= 9787500492214 |lingua= cinese }}</ref> Boluo fu liberato su richiesta dell'imperatore in persona, e venne poi trasferito nella regione di Ningxia, nel nord-est dell'attuale Cina, nella primavera del 1275. La data potrebbe corrispondere alla prima missione di cui parla Marco al cap. 15.<ref name="Busi2018"/>
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=== Moglie tatara ===
[[File:1913 A married woman in Khuree.jpg|miniaturamin|verticale|La donna mongola in foto porta un copricapo tradizionale che indica che è sposata e di rango nobile. Foto di Stéphane Passet (1913)]]
 
Una leggenda parla di un matrimonio che Marco Polo avrebbe contratto in Cina con una delle figlie dell'Imperatore, Hao Dong, la quale lo avrebbe seguito nel suo primo rientro a Venezia, nel 1295. Hao Dong avrebbe vissuto a Venezia fino alla notizia della cattura di Marco da parte dei Genovesi nel 1298, fatto questo che l'avrebbe spinta al suicidio.<ref>[https://books.google.at/books?id=xsRWAAAAYAAJ&q Alberto Toso Fei, 2002, Leggende Veneziane E Storie Di Fantasmi. Ediz. inglese, Elzeviro, p. 120]</ref><ref>[https://books.google.at/books?id=7k7Ub8-rcJ0C&vq=hao+dong&dq=Hao+Dong+marco+polo&hl=it&source=gbs_navlinks_s Bianca Reyes, ''Venice for Rookies'', 2011]</ref> Di questa figura non c'è traccia scritta, né alcun reperto archeologico.
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== Influenza culturale ==
[[File:Bust of Marco Polo. Panteon Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.jpg|thumbmin|verticale|Busto di Marco Polo, opera di Augusto Gamba (1862-1863)]]
=== Astronomia ===
Nel [[1997]] gli venne dedicato l'asteroide [[29457 Marcopolo]]. Autore della scoperta e della intitolazione fu l'astronomo [[Vittorio Goretti]].
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=== Cinema ===
* ''[[Marco Polo (film 1962)|Marco Polo]]'', film del 1962 diretto da [[Piero Pierotti (regista)|Piero Pierotti]] e [[Hugo Fregonese]], con [[Rory Calhoun]].<ref>{{Cita libro |titolo = The American Film Institute Catalog of Motion Pictures - Feature Films, 1961-1970 |editore = American Film Institute |anno = 1997 |isbn = 0-520-20970-2 |p=683}}</ref>
* ''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)]]'' (''La fabuleuse aventure de Marco Polo''), film del  1965  diretto da  [[Denys de La Patellière]], con [[Horst Buchholz]].
* ''[[L'inferno dei mongoli]]'' (''Marco Polo'') – film del 1975 con [[Gordon Liu]].
* ''[[Marco Polo - La storia mai raccontata]]'' – film "a luci rosse" del 1994 diretto da [[Joe D'Amato]] e [[Luca Damiano]].
* ''[[Marco Polo (film 1998)|Marco Polo]]'' (''The Incredible Adventures of Marco Polo'') – film del 1998 diretto da [[George Erschbamer]].
* ''[[Marco Polo - La verità oltre la leggenda]]'' – documentario di [[National Geographic Society|National GeograghicGeographic]] del 2012.
* ''[[Cuccioli - Il codice di Marco Polo]]'' – film d'animazione del 2010 diretto da Sergio Manfio
 
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* ''[[Marco Polo (Doctor Who)|Marco Polo]]'' – quarto ''serial'' della prima stagione di ''[[Doctor Who]]'', 1963.
* ''[[Le avventure di Marco Polo]]'' ([[anime]] televisivo giapponese) (1979).
* ''[[Marco Polo (miniserie televisiva)|Marco Polo]]'' (1982, [[Serie televisiva|sceneggiato]]) [[kolossal]] di [[Giuliano Montaldo]], il primo in collaborazione con la [[Cina]] dopo la [[guerra fredda]], con [[Kenneth Marshall|Ken Marshall]] protagonista, [[Burt Lancaster]], [[Leonard Nimoy]], [[Mario Adorf]].
* ''[[Marco Polo (serie televisiva)|Marco Polo]]'' (2014-2016, [[serie televisiva]]).
* ''[[Marcopolo]]'' – rete televisiva del digitale terrestre.
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* ''Marco Polo'' - citato nella terza strofa di ''Canzone per Laura'' di [[Roberto Vecchioni]], contenuta nell'album ''[[Ipertensione]]''.
* ''Marco Polo'' - canzone di [[Jovanotti]] presente come inedito nella raccolta [[Lorenzo 1990-1995]].
* ''Il magico viaggio di Marco Polo'' - brano del 67º Zecchino d’Oro
 
=== Videogiochi ===
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=== Giochi da tavolo ===
* ''[[Sulle Tracce di Marco Polo]]'' - [[gioco da tavolo]] di Daniele Tascini e Simone Luciani, pubblicato nel 2015 da [[Hans im Glück|Hans im Gluck]] (da [[Giochi Uniti]] in Italia);
* ''[[Marco Polo II: agli ordini del Khan]]'' - gioco da tavolo di Daniele Tascini e Simone Luciani, pubblicato nel 2019 da [[Hans im Glück|Hans im Gluck]] (da [[Giochi Uniti]] in Italia).
 
=== In Italia ===
[[File:Lire 1000 (Marco Polo) - Front.jpg|thumbmin|La banconota italiana da [[1.000 lire (banconota)|1.000 lire]], rilasciata dalla [[Zecca dello Stato]] nel 1982]]
Nel 1961 è stato inaugurato l'[[Aeroporto di Venezia-Marco Polo|aeroporto di Venezia]], intitolato a Marco Polo.
Dal 1982 Marco Polo è stato raffigurato sulla [[1.000 lire (banconota)#Marco Polo|banconota da 1.000 lire]] italiane che hanno avuto corso legale fino al 1995.<ref>''Corriere della Sera'', 2 luglio 1995, p. 18 [http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/02/Addio_Marco_Polo_Mille_lire_co_0_9507023359.shtml Articolo on line]</ref>