Fiorano Modenese: differenze tra le versioni
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|Bandiera=Fiorano Modenese-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Voce stemma=
|Stato=ITA
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|Divisione amm grado 1=Emilia-Romagna
|Divisione amm grado 2=Modena
|Amministratore locale=
|Partito=[[Partito Democratico (Italia)|PD]]
|Data elezione=
|Data rielezione=
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=44
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|Longitudine EW=E
|Altitudine=
|Sottodivisioni=Nirano, Spezzano, Ubersetto
|Divisioni confinanti=[[Formigine]], [[Maranello]], [[Sassuolo]], [[Serramazzoni]]
|Zona sismica=2
|Gradi giorno = 2400
|Nome abitanti=fioranesi
|Patrono=[[san Giovanni Battista]]
|Festivo= 24 giugno, 8 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
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}}
'''Fiorano Modenese''' (''Fiurân'' in [[dialetto modenese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
Il comune fa parte dell'[[Unione dei comuni del Distretto ceramico|Unione dei Comuni del Distretto Ceramico]] insieme
== Geografia fisica ==
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== Storia ==
{{D|Storia di Fiorano Modenese}}
=== Preistoria e storia antica ===
Negli [[anni 1940|anni quaranta]] [[Fernando Malavolti]] condusse gli scavi in località Fornaci Carani che permisero la scoperta di un importante insediamento neolitico che ha dato il nome alla fase più antica del [[neolitico in Italia]] per quanto riguarda l'Emilia centrale: la ''Cultura di Fiorano''<ref name=messoriventuriarcheo>{{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001|capitolo=Archeologia|pp=43-48}}</ref>. I resti dell'insediamento neolitico si trovarono
Presso Cave Cuoghi tra il 1967
A Fiorano Modenese la presenza di una civiltà [[Terramare|terramaricola]] nei pressi del torrente Corlo è testimoniata dai rinvenimenti di Fernando Malavolti nel [[1946]] nella proprietà Ravazzini di un consistente giacimento archeologico, spesso circa due metri<ref name=messoriventuriarcheo/>.
A seguito della fine della civiltà delle [[terramare]] intorno al 1150 a.C., il territorio modenese assiste a un forte tracollo demografico, nonostante la sopravvivenza di piccoli villaggi isolati. Gli abitati a oriente del [[Panaro]] sono caratterizzati da forme di cultura sempre più decadenti, nella quale appaiano sporadici e modesti gli elementi delle vicine fiorenti culture dell'età del ferro. La civiltà villanoviana, estensione diretta della cultura [[Urnfield]] dell'Europa centrale, non appare infatti oltrepassare il fiume Panaro a occidente. Come conseguenza di un radicale processo di orientalizzazione tale civiltà sfocerà poi nel VIII-VII secolo a.C. nella civiltà etrusca.
La conflittualità nel Mediterraneo occidentale tra [[Etruschi]], [[Greci]], e [[Cartaginesi]] rese impraticabili le antiche rotte commerciali, ecco che gli [[etruschi]] decisero di espandersi a nord nel [[VI secolo a.C.]]. L'espansione etrusca in area padana era finalizzata a una solida organizzazione itineraria, con percorsi commerciali attrezzati e sicuri; furono fondate ex novo e contemporaneamente le città di [[Mantova]], [[Spina (città)|Spina]], [[Marzabotto]] e si procedette alla rifondazione di [[Bologna]]. Nonostante ciò in età etrusca il popolamento nel Modenese, e più in generale a occidente del Panaro, continuò ad apparire estremamente rarefatto, con l'eccezione di aree isolate di addensamento demografico come [[Castelvetro di Modena|Castelvetro]] e [[Savignano sul Panaro]]. Mancano testimonianze etrusche a ovest del territorio di [[Maranello]] verso Fiorano e [[Sassuolo]]. Sembra infatti che tale civiltà si sia fermata lungo il Guerro, torrente localizzato a oriente del comune di Maranello. In questo periodo le principali attività umane riguardavano l'allevamento di [[bovini]], [[maiali]] e capriovini oltre che a una massiccia produzione di ceramiche<ref name=messoriventuriarcheo/>.
In corrispondenza dell'apice di prosperità dell'[[Etruria padana]], quello che era incominciato come un graduale processo di infiltrazione celtica culminerà nel IV secolo a.C., quando intere nazioni provenienti dalla Francia settentrionale e dalle valli del Reno e del Danubio varcheranno le Alpi. L'alta pianura e l'area collinare compresa tra la Parma e Bologna sono l'epicentro dell'insediamento dalla tribù celtica più potente e numerosa che immigrerà nel Nord Italia, i famigerati [[Boi]]. L'archeologia attesta che tutte le fattorie etrusche nel territorio modenese sono abbandonate, e solo in rari casi si assiste a una continuità insediativa, mentre piccole enclavi etrusche rimasero in vita nella bassa modenese, un'area solo lievemente celtizzata. I Boi si distribuirono nella fascia collinare e pedecollinare della pianura padana in 112 tribù, infiltrandosi in profondità anche nelle valli fluviali dell'Appennino, fino a raggiungere a quella del torrente Dragone, area in cui vennero a contatto con Liguri Friniati. Nonostante ciò, con l'eccezione delle ampie valli fluviali appenniniche, come quella del fiume Secchia, le montagne rimasero saldamente in mano ai Friniati.
Gli irriducibili Galli Boi insieme con i Galli Insubri, i Liguri Friniati e Apuani, furono la popolazione a opporre maggiore resistenza all'avanzata romana. La sottomissione del Galli Boi con la battaglia di Modena nel 192 a.C. finalizzò infatti la definitiva conquista romana della Gallia Cisalpina.
Nel [[183 a.C.]] fu fondata ''Muthina'' e il suo territorio fu assegnato a {{formatnum:2000}} coloni ciascuno con un terreno di circa {{M|1500|u=m²}}. I coloni costruirono nell'area centuriata fattorie, impianti produttivi, e ville rustiche. Mentre gli altri territori non interessati dalla centuriazione romana, come Fiorano, Formigine e dunque tutta la fascia pedecollinare e lungo i corsi del fiume Secchia e Panaro furono destinati ad ''[[ager publicus]]'' cioè a uso pubblico come il pascolo, lo sfruttamento di aree boschive o per la fabbricazione di laterizi e ceramica<ref name=messoriventuriarcheo/>. Presso il quartiere ''Torre delle Oche'' sono infatti stati ritrovati i resti di una fornace datata seconda metà del [[II secolo a.C.]], creata per la produzione di [[anfore]] forse destinate al commercio del vino<ref name=messoriventuriarcheo/>.
Con la romanizzazione della Gallia Cisalpina la popolazione locale di madre lingua celtica iniziò ad apprendere e parlare il latino, dando vita alla famiglia linguistica delle [[lingue gallo-romanze]], ossia lingue romanze aventi un substrato celtico, come il francese e le lingue parlate in [[Piemonte]], [[Lombardia]], [[Emilia]] e [[Romagna]].
Nonostante la sottomissione della popolazione boica, incursioni provenienti dalla montagna ad opera dei Friniati continuarono per decenni dopo la fondazione di Mutina, fino alla loro completa sottomissione.
=== Medioevo ===
Una necropoli longobarda del [[VI secolo]] fu rinvenuta nel 1966 presso la cava di argilla nell'ex-fornace Ape<ref name=messoriventuriarcheo/>. La necropoli conteneva diverse tombe ma alcune furono scavate clandestinamente o distrutte e si riuscì a recuperare integralmente solo la tomba di una donna ora esposta al [[Museo della
In epoca Carolingia, è documentata storicamente la corte regia di Camiazzo o Campomiliazzo (''Campus Miliatus''), con la Pieve di S. Pietro, appartenuta al pronipote di [[Carlo Magno]] e figlio di [[Lotario I]]: l'imperatore [[Ludovico II il Giovane]] che la diede in dote alla moglie [[Engelberga d'Alsazia]] il 5 ottobre 851<ref name=messoriventuriarcheo/><ref name=guidobucciardi>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Fiorano nell'alto medioevo |pp = 1-22 }}</ref>. La corte si trovava presso l'attuale quartiere Cameazzo<ref name=messoriventuriarcheo/>.
Engelberga nel marzo [[877]] fece testamento e dispose che tutte le sue sostanze sia presenti
Berta, figlia del re d'Italia [[Berengario I]], divenne badessa di San Sisto verso il 914,
Tra l'862
Per merito del vescovo di Modena Ingone, verso il 1030, nacque la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista dentro la cinta muraria del castello con relativa torre campanaria
=== Da Matilde di Canossa ai comuni ===
Alla morte della madre [[Beatrice di Lotaringia|Beatrice di Lorena]], avvenuta nel 1076, [[Matilde di Canossa]] entrò in possesso di un vasto territorio che comprendeva anche Fiorano. Il 2 marzo 1108 la contessa Matilde di Canossa in persona si trovava presso il castello di Fiorano nonostante questo fosse di proprietà del vescovo di Modena<ref name=guidobucciardi2>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Da Matilde di Canossa ai comuni |pp = 23-35 }}</ref>. Il vescovo aveva l'onore di accoglierla insieme
Dopo la morte della contessa Matilde, la compagine dei suoi
=== Prima signoria dei Pio ===
Nel 1264 fu eletto [[Diocesi di Modena|vescovo]] di Modena [[Matteo Pio]], appartenente alla famiglia dei [[Pio di Savoia]]. Nello stesso anno Manfredo Pio ottenne dal vescovo Matteo (suo cugino) l'investitura a titolo di custodia (che presto si convertì in signoria feudale) del castello di Fiorano<ref name=guidobucciardi3>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Prima signoria dei Pio |pp = 36-50 }}</ref>. Manfredo Pio morì presto trasmettendo al figlio Egidio tutti i suoi diritti di signoria.
=== I nobili Della Rosa ===
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Il 15 ottobre [[1309]] Egidio Pio vendette il castello di Fiorano e tutti i possedimenti ai nobili di Sassuolo: Francesco detto Sassolo Della Rosa, Azzo Della Rosa e Obizzo Della Rosa<ref name=guidobucciardi3 />. A quest'epoca il castello di Fiorano aveva un'unica cinta di mura, circondante la spianata del colle e racchiudente l'antica torre quadrilatera merlata<ref name=guidobucciardi4>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = I nobili della Rosa |pp = 51-77 }}</ref>. La cinta muraria racchiudeva anche la chiesa di San Giovanni Battista con annesso campanile, sagrato e canonica. Vi erano inoltre varie torri-case in cui risiedevano i signori del castello, tutte sulle mura. I nobili Della Rosa completarono entro l'autunno del 1312 le fortificazioni del castello aggiungendo un forte baluardo con torre circolare, munito di balestriere e coronato di piattaforma merlata nell'angolo nord-est delle mura<ref name=guidobucciardi4 />.
Nella notte del 16 giugno 1325 [[Francesco dei Bonacolsi]], figlio di [[Rinaldo dei Bonacolsi]] detto "Passerino" e capitano di Modena, mosse il suo esercito verso Fiorano. All'alba del 17 giugno [[1325]] comparvero a Fiorano le prime cavallerie e poi arrivò il grosso dell'esercito con l'intento di conquistare il castello che, essendo ben difeso, non cadde e la guerra si trasformò in assedio<ref name=guidobucciardi4 />. Francesco dei Bonacolsi non si limitò alla guerra d'assedio ma mise in campo ogni genere di brutalità potesse indurre gli abitanti alla resa e così furono distrutti i campi di frumento prossimi alla maturazione, tagliate le viti, saccheggiate le abitazioni e poi distrutte, rovinati e riempiti di terra i pozzi d'acqua
Rinaldo dei Bonacolsi tenne per poco il dominio di Sassuolo, Fiorano e Montegibbio perché Versuzio Lando, condottiero delle truppe pontificie,
Il 3 luglio 1354 ebbe inizio l'assedio del castello di Fiorano da parte delle milizie dell'arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] che era presidiato dai nobili Della Rosa coi loro mercenari e dai fioranesi<ref name=guidobucciardi5>{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Della Rosa, Visconti ed Estensi |pp = 78-91 }}</ref>. Mentre durava l'assedio un nugolo di guastatori saccheggiava, incendiava, distruggeva quanto v'era nei borghi e nelle campagne ripetendo le atrocità commesse 29 anni prima da Passerino dei Bonacolsi<ref name=guidobucciardi5 />. I difensori del castello sperarono di poter vincere la battaglia quando parte dell'esercito attaccante si ritirò per conquistare i castelli di Spezzano e Nirano, ma la speranza non durò a lungo poiché quei castelli si arresero subito e l'esercitò si ricompattò rapidamente<ref name=guidobucciardi5 />. I difensori esausti
Sia ai nobili Della Rosa
Alla morte di Giovanni Visconti, avvenuta il 5 ottobre 1354, la signoria di Milano fu suddivisa tra i suoi tre nipoti. A [[Matteo II Visconti]] spettò anche Bologna e quindi i castelli conquistati nelle colline modenesi tra cui Fiorano<ref name=guidobucciardi5 />. Bologna e le sue dipendenze erano governate da Giovanni Visconti da Oleggio che però nel 1355 tradì il suo signore e si rese padrone indipendente di tutto il bolognese stringendo alleanza con [[Aldobrandino III d'Este]]<ref name=guidobucciardi5 />.
[[File:Angolo nordest-castello di spezzano.jpg|miniatura|Il [[Castello di Spezzano]].]]
Il 16 maggio 1355 un esercito [[
Il 26 settembre 1355 morì [[Matteo II Visconti]]
I Della Rosa corruppero il custode del castello in modo che lasciasse aperta e sguarnita la porta del castello di Fiorano e aperta e sguarnita anche la torre alle tre di notte del 13 settembre 1355<ref name=guidobucciardi5 />. Fu così che i Della Rosa riuscirono a penetrare con il loro esercito il castello
[[Bernabò Visconti]] voleva vendicarsi dei nobili di [[Sassuolo]] e quindi inviarono [[Galasso I Pio]] nell'anno 1357 con duemila [[Barbuta|barbute]] e molti fanti per danneggiare tutta l'area di dominio sia dei Della Rosa
Nel 1373 ripresero le ostilità tra gli Este
=== Primo dominio estense ===
Il marchese [[Niccolò III d'Este]] decise di rendere Sassuolo una podesteria a cui furono
Dopo la morte di Niccolò III, Fiorano passò al figlio naturale [[Leonello d'Este]] fino alla morte il 1º ottobre 1450. A Leonello successe il fratello [[Borso d'Este]] che fu l'ultimo marchese di Ferrara e primo duca di Ferrara, Modena e Reggio. Borso fece edificare un palazzo nel 1458 nel castello di Sassuolo e fece anche dipingere stanze e logge da celebri pittori modenesi. Tra questi vi era anche [[Bartolomeo degli Erri]] che lo storico Guido Bucciardi ritiene<ref name=guidobucciardi6 /> dipinse anche l'arcata sovrastante la porta di accesso al castello di Fiorano con l'effigie della beata vergine con in braccio il bambino Gesù, seppur senza documenti a sostegno, sotto l'incarico del duca Borso e su preghiera dei fioranesi, nello stesso anno 1460 in cui dipinse a Sassuolo. Altri storici come Carlo Malmusi ipotizzano che il dipinto fosse stato fatto da Angelo Calori oppure da [[Agnolo degli Erri]] fratello di Bartolomeo.
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Sotto la signoria di Ercole Pio, nella notte tra il 7 e l'8 febbraio 1558 Fiorano viene incendiato dalle truppe spagnole e dalla distruzione si salvò ancora miracolosamente l'immagine della Beata Vergine<ref name="guidobucciardi7" />.
Ad Ercole Pio succedette il figlio [[Marco
Il 30 giugno 1609 il duca di Modena [[Cesare d'Este]] pagò 215.000 [[Scudo (moneta)|scudi romani]]
=== Secondo dominio estense ===
Nel 1630 la [[Peste del 1630|peste]] che colpì la
=== Il feudo Coccapani ===
[[File:Filippo Antonio Coccapani.png|miniatura|verticale|Dipinto su tela del marchese Filippo Antonio Coccapani feudatario di Spezzano e Fiorano dal 1653 al 1723.]]
Alfonso Coccapani prese formalmente possesso di Fiorano all'inizio di giugno 1651. Spezzano rimase il capoluogo del marchesato, nonché residenza del governatore o [[podestà (medioevo)|podestà]] o commissario agli ordini del marchese e che lo rappresentava tanto nell'amministrazione civile che in quella giudiziale. Alfonso ampliò le milizie fioranesi e le divise in quattro squadre<ref name="guidobucciardi9">{{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934 |capitolo = Il feudo Coccapani |pp = 167-204 }}</ref>. Vietò inoltre molti giochi pericolosi, tenendo per
Sabato 15 marzo 1670 alle ore quattordici, mentre il [[Santuario della Beata Vergine del Castello|santuario]] era già gremito di fedeli, durante l'accensione delle candele venne per errore appiccato il fuoco all'altare che si diffuse presto a tutto il santuario<ref name="guidobucciardi9" />. Quando le fiamme si spensero, l'immagine della Beata Vergine si era nuovamente salvata da un altro incendio.
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I duchi di Modena bevevano il vino delle colline modenesi, specialmente quello di Fiorano<ref name="guidobucciardi9" />. Il 28 agosto 1677 un proclama ducale ordinava a tutti i sudditi di Fiorano e Spezzano, che avessero intenzione di vendere dell'uva, di recarsi alla Cantina Ducale per notificare la quantità e la qualità del loro prodotto così da consentire agli ufficiali della Cantina di garantirsi l'uva migliore per la produzione del vino ducale<ref name="guidobucciardi9" />.
Quando Filippo Antonio Coccapani morì il 5 marzo 1723 Fiorano passò quindi al figlio Luigi che lo mantenne fino alla sua morte nel 1755<ref name="guidobucciardi9" />. A Luigi succedette il figlio Lodovico Coccapani, ultimo feudatario di Fiorano. Il 4 ottobre 1796 [[Napoleone Bonaparte]], dal suo quartier generale di Milano, notificava che i modenesi
La chiesa parrocchiale di Fiorano fu riedificata tra il 1744
=== Storia contemporanea ===
Tra l'[[XIX secolo|Ottocento]]
Dal 1810, e per quasi cinquant'anni, tutta l'area di Fiorano
Quando crollò l'[[Primo Impero francese|impero napoleonico]], con il [[trattato di Parigi (1814)|trattato di Parigi]] del 30 maggio 1814, il ducato di Modena fu ripristinato; ma, essendosi estinta in linea maschile l'antica dinastia estense con Ercole III, salì al trono [[Francesco IV di Modena|Francesco IV]], che divenne duca di Modena.
Con il decreto dittatoriale di [[Luigi Carlo Farini]] del 27 dicembre 1859 Fiorano
[[File:Santuario 1889.jpg|thumb|verticale|Prospetto del santuario dopo il completamento della facciata nel 1889.]]
L'8 aprile 1866 il capomastro Antonio Gozzi di [[Casinalbo]]
Il 15 giugno 1866 il pittore modenese prof. [[Adeodato Malatesta]], allora direttore dell'Accademia di belle arti, intraprende il restauro gratuito delle pitture interne alla cupola del santuario che fu completato il 25 novembre dello stesso anno<ref name="guidobucciardi12" />. Il 1º ottobre 1880 don Giuseppe Messori si impegnò - a proprie spese - a costruire la seconda torre, quella settentrionale, del Santuario
L'8 settembre 1889 si tenne l'inaugurazione della nuova facciata marmorea del santuario<ref name="guidobucciardi12" />.
=== Simboli ===
Lo stemma del Comune di Fiorano Modenese è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 23 luglio 2004.<ref>{{Cita web|url=http://presidenza.governo.it/onorificenze_araldica/araldica/emblemi/2004/comuni/fiorano.html|titolo=Emblema del Comune di Fiorano Modenese|accesso=2021-04-01|sito=Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica}}</ref>
{{citazione|D'argento, alla banda abbassata e diminuita di rosso, caricata della scritta in lettere maiuscole d'oro, poste in sbarra, {{maiuscoletto|flos frugi}}, essa banda sostenente i tre colli all'italiana di verde, uniti, il colle centrale più alto, ornati da due gambi di rosa di verde, ognuno fogliato di due dello stesso e fiorito di tre di rosso, il gambo a destra posto in banda centrata e nodrito nell'avvallamento tra il primo e il secondo colle, quello a sinistra in sbarra centrata e nodrito nell'avvallamento tra il secondo e il terzo colle; il tutto accompagnato da simili tre colli, fondati in punta, muniti di simili gambi ugualmente fogliati e fioriti. Ornamenti esteriori da Comune.|D.P.R. 23.07.2004 concessione di stemma e gonfalone}}
È un'[[arma parlante]] e si trova impressa sulla campana maggiore del paese datata al 1783.<ref>{{Cita web|url=https://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/stemmi/77/html|titolo=Stemma del Comune di Fiorano Modenese|accesso=2021-04-01}}</ref>
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine = Corona di
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza =
|motivazione = estratto: "[[Riserva naturale regionale delle Salse di Nirano|Salse di Nirano]]"
|data = 1º febbraio 2013<ref>
|url = http://www.comune.fiorano-modenese.mo.it/kcms/kweb/ShowFile.aspx?tipo_obj=E14C47EB3A734C1EA3D5E9D1F9299351&pkEntity=c5dedc61863f43c1b9e8c478354e61d7 |titolo |sito = Comune di Fiorano Modenese
|data = 1º febbraio 2013
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151222105156/http://www.comune.fiorano-modenese.mo.it/kcms/kweb/ShowFile.aspx?tipo_obj=E14C47EB3A734C1EA3D5E9D1F9299351&pkEntity=c5dedc61863f43c1b9e8c478354e61d7
|urlmorto = sì
|dataarchivio = 22 dicembre 2015
}}</ref>
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
* [[Santuario della Beata Vergine del Castello]] ([[
* Chiesa parrocchiale di Fiorano dedicata a [[San Giovanni Battista]]
* [[Chiesa
* Chiesa parrocchiale di Nirano dedicata a [[San Lorenzo]]
* Oratorio di San Filippo Neri
=== Architetture civili ===
* Tomba del patriota italiano [[Ciro Menotti]], presso la [[Chiesa
* Villa Coccapani
* Villa Guastalla
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=== Architetture militari ===
* [[Castello di Spezzano]], anche detto "Rocca Coccapani", al cui interno trova sede il Museo della ceramica di Fiorano e l'Acetaia comunale.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Fiorano Modenese}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti erano {{formatnum:1255}}, pari al 7,53% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera}}</ref>
== Cultura ==
=== Musei ===
=== Eventi e manifestazioni ===
La [[sagra (festa)|sagra]] del comune ricade l'8 settembre
Il 16 agosto a Spezzano viene festeggiata la fiera di [[San Rocco]], già arrivata alla 160ª edizione.
== Geografia antropica ==
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Il nome della frazione Spezzano deriva dal nome personale latino ''Peccianus'' e Nirano dal nome personale ''Nerianus''<ref name=messoriventuristoria />.
In epoca medioevale le frazioni di questo comune erano divise tra i vari signori feudali per essere aggregate per la prima volta sotto la signoria dei [[Pio di Savoia]] nel 1499<ref name=messoriventurifrazioni>{{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001|capitolo=Il territorio fioranese tra storia e storiografia|p=61}}</ref>. Dopo la morte di Marco Pio nel 1599, l'area fu governata dagli [[
Nel 1802
Soltanto dal 1859 il territorio di Fiorano Modenese riacquista la propria autonomia comunale con le frazioni di Spezzano e Nirano<ref name=messoriventurifrazioni />.
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== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Fiorano railway station - 2.jpg|miniatura|La stazione ferroviaria sulla linea [[Modena]] - [[Sassuolo]]]]
=== Ferrovie ===
La [[stazione di Fiorano]] è una [[fermata ferroviaria]] lungo la [[ferrovia Modena-Sassuolo]], gestita dalla società [[Ferrovie Emilia Romagna]].
=== Strade ===
- [[Strada statale 467 di Scandiano|SP 467]] ''Pedemontana'' : il comune è attraversato dalla provinciale ''Pedemontana'' che si estende dal comune di [[Sassuolo]] sino alla località di Pozza di [[Maranello]]. Già dagli anni '70 del XX secolo venne realizzato un primo tratto che permette tuttora il collegamento fino a
- [[Strada statale 724 Tangenziale Nord di Modena e diramazione per Sassuolo|SS 724]] ''Tangenziale Nord di Modena e diramazione per Sassuolo'' : è la tangenziale che collega il distretto ceramico modenese alla tangenziale di [[Modena]] e quindi al capoluogo provinciale. Ha origine nel comune di Fiorano e confluisce direttamente nella tangenziale modenese. Rinominata erroneamente Modena-Sassuolo per ricondurla al comune "leader" del distretto senza, tuttavia, mai attraversarne il territorio comunale.
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Fiorano Modenese}}
Paese a forte vocazione agricola, Fiorano vede prevalere un'amministrazione popolare-moderata già nel primo dopoguerra, che durerà fino al 1923, anno della presa del potere dei fascisti anche a livello municipale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Roberto Manfredini|autore2=|autore3=|anno=2012|titolo=I Comuni modenesi tra
fascismo e antifascismo|rivista=Annali dell'[[Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena|Istituto Storico di Modena]]|volume=|numero=2|pp=28-29|accesso=14 novembre 2021|url=http://www.istitutostorico.com/sites/default/images/articles/media/72/Interno%20Annale%202012.pdf}}</ref> Dopo una breve e movimentata parentesi socialista nell'immediato dopoguerra, l'amministrazione passò nelle mani della [[Democrazia Cristiana]], che la mantenne nel successivo ventennio. A partire dagli anni sessanta il paese vide un forte sviluppo industriale, con l'estendersi del distretto ceramico sassolese, e demografico, con una forte immigrazione dal Sud Italia. Questa vera e propria mutazione ebbe effetti anche sul piano amministrativo, con l'avvento di una giunta rossa a guida [[Partito Comunista Italiano|comunista]], che mantenne la guida del comune nei successivi vent'anni.<ref>{{Cita libro|autore=Monica Casini|autore2=Alberto Venturi|titolo=Fiorano 1939-1946, dalla guerra alla democrazia|url=https://www.comune.fiorano-modenese.mo.it/pubblicazioni/libri-pubblicati-dal-comune/FIORANO193919462006.pdf|anno=2006|editore=Comune di Fiorano Modenese|pp=105-118|accesso=14 novembre 2021|dataarchivio=8 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211108104322/https://www.comune.fiorano-modenese.mo.it/pubblicazioni/libri-pubblicati-dal-comune/FIORANO193919462006.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Alberto Venturi|titolo=In quel 1969, a Fiorano la prima edizione dei Giochi della Gioventù|rivista=I Quaderni di "Eravamo"|p=12|url=https://www.comune.fiorano-modenese.mo.it/pubblicazioni/libri-pubblicati-dal-comune/GIOCHIDELLAGIOVENTU1969Dic2010.pdf}}</ref> Dall'introduzione dell'elezione diretta dei sindaci, nel 1995, ad oggi, hanno sempre prevalso coalizioni di sinistra e centro-sinistra, guidate prima da [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] e [[Democratici di Sinistra|DS]] e successivamente dal [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].
=== Gemellaggi e rapporti d'amicizia ===
Il comune è gemellato con i seguenti comuni:
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== Sport ==
=== Impianti sportivi ===
[[File:フィオラノサーキット (36331712583).jpg|thumb|L'ingresso del circuito.]]
[[File:Circuit de Fiorano 0002.JPG|miniatura|Il busto di [[Gilles Villeneuve]] a Fiorano]]
Sul territorio del comune di Fiorano Modenese si trova il [[circuito di Fiorano]], una pista automobilistica di prova privata della [[Ferrari]].{{vedi anche|Circuito di Fiorano}}
=== Pallavolo ===
Il comune di Fiorano Modenese è rappresentato dal G.S. Spezzanese sito nella frazione di Spezzano, con numerose partecipazioni al massimo campionato regionale di Volley emiliano e in previsione di disputare la prima stagione nella Serie B unificata maschile nel 2022-2023.
=== Ciclismo ===
Il 20 maggio 2007 ha ospitato l'arrivo dell'ottava tappa del [[Giro d'Italia 2007|90º Giro d'Italia]] di ciclismo con la vittoria del norvegese [[Kurt-Asle Arvesen]].
Il 24 marzo 2013 è terminata qui la quinta
=== Ruzzola e ruzzolone ===
A Fiorano esiste un impianto sportivo per il gioco della [[ruzzola]] sito in via Della Chimica 1.
La presenza storica di questo sport risale almeno a prima del 1590, epoca in cui [[Clelia Farnese]] al fine di disincentivare la diffusa pratica della bestemmia, proibì il gioco della ruzzola sia di legno
[[File:Pall Mall - Project Gutenberg eText 14315.jpg|thumb|verticale=0.5|Illustrazione di pallamaglio in una rivista inglese del 1891.]]
=== Pallamaglio ===
Nel XVII secolo a Fiorano era molto in voga il gioco del [[pallamaglio]], un antico gioco all'aperto, che ha dato origine a numerosi sport moderni, come il [[golf]], il [[croquet]], l'[[hockey]] nelle sue varianti e il [[polo (sport)|polo]]. A Fiorano era praticato nella ''via della Bugadella'' in prossimità dell'attuale via Claudia<ref name="guidobucciardi8" />. Nella primavera del 1632 il duca di Modena [[Francesco I d'Este]] si recò a Fiorano per assistere personalmente
== Note ==
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |titolo = Fiorano nelle vicende storiche del castello e del santuario dalle origini al 1859 |autore = Guido Bucciardi |editore = Tipografia Pontificia ed Arcivescovale dell'"Immacolata Concezione" |anno = 1934}}
* Gianna Dotti Messori ''et al.'', ''Il santuario della Beata Vergine del Castello'', Fiorano Modenese, Comune di Fiorano Modenese, 1989.
* {{Cita libro|titolo= Fiorano Modenese oggi, da settemila anni|autore = Gianna Dotti Messori|autore2 = Alberto Venturi|altri = con le fotografie di Beppe Zagaglia|città = Fiorano Modenese|anno = 2001}}
* Donato Labate (a cura di), ''Fiorano e la valle del [[Fossa (torrente)|torrente Spezzano]]. Archeologia di un territorio'', Firenze, Edizioni All'Insegna del Giglio, 2006.
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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