Corrado Alvaro: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
[[File:Genteinaspromonte30.jpg|miniatura|[[File:VENT'ANNI_-_PRIMA_EDIZIONE.jpg|alt=|miniatura]]]]
Corrado Alvaro
In paese trascorre un'infanzia felice, ricevendo la prima istruzione dal padre<ref name="ReferenceA"
Terminate le scuole elementari, nel 1906 viene mandato dal padre a proseguire gli studi nel prestigioso collegio dei gesuiti di [[Villa Mondragone]], a [[Frascati]], diretto dal famoso grecista [[Lorenzo Rocci]]. Nel 1907 sono ospiti dello stesso convitto i suoi fratelli Beniamino e Guglielmo. A Villa Mondragone, Corrado studia, comincia a scrivere racconti e a comporre le prime poesie. Nel 1910, durante il ginnasio, viene espulso dal collegio, perché sorpreso a leggere alcuni testi proibiti dalla Chiesa cattolica [[Gabriele D'Annunzio#Intermezzo di rime (1883)|(l{{'}}''Intermezzo di rime'']] di [[Gabriele D'Annunzio]] e l{{'}}''[[A Satana|Inno a Satana]]'' di [[Giosuè Carducci]]). Costretto a cambiare scuola, è mandato nel collegio di [[Amelia (Italia)|Amelia]] in [[provincia di Terni]], dove termina il ginnasio. Nel 1912 si iscrive al Liceo "Galluppi" di Catanzaro ed è ospite del
Nel maggio 1914 si avvicina alle idee repubblicane e, insieme al fratello Guglielmo, partecipa attivamente a [[Interventismo#Gli interventisti|manifestazioni interventiste.]] A maggio, durante alcuni disordini scoppiati nel centro della città, viene arrestato e trattenuto per una notte. Rilasciato, decide di editare il numero unico di un giornale, per raccontare lo svolgimento dei fatti e denunciare le violenze della polizia. Il titolo della testata era ''Bum!''
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Dopo il delitto Matteotti è tra i cinquanta firmatari dell<nowiki>''</nowiki>Unione nazionale delle forze democratiche guidata da [[Giovanni Amendola]]. Nel biennio 1924-1925 collabora con il giornale umoristico ''[[Becco giallo]],'' dove tiene (con lo pseudonimo V.E. Leno) la rubrica "Sfottò". Uno dei bersagli della satira alvariana fu [[Luigi Pirandello]] che, per la sua prona adesione al fascismo, venne ribattezzato ''P. Randello'': «un'irrisione fin troppo palese della mitologia del manganello fascista, attraverso cui denunciare la compromissione con il governo Mussolini»<ref>{{Cita libro|autore=A. Giannanti|titolo=Il "tempo per fantasticargli vicino". Alvaro critico di Pirandello|edizione=in C. Alvaro, Scritti su Pirandello|anno=2013|editore=Rubbettino|città=Soveria Mannelli|p=19}}</ref>.
Nell'ottobre 1924, il fratello Guglielmo, avvocato, si tolse la vita gettandosi nel Tevere, da un ponte, sotto gli occhi della cognata Laura e del figlioletto, Massimo, di soli 5 anni. L'evento è destinato a lasciare una ferita insanabile nella vita dello scrittore.
Nel [[1925]] è tra i firmatari del [[Manifesto degli intellettuali antifascisti]] di [[Benedetto Croce]]. Nello stesso anno diviene critico teatrale per il "Risorgimento" di Roma. Vi avrebbe collaborato fino alla soppressione del giornale da parte della dittatura. Il 16 dicembre, all'uscita dal Teatro Valle a Roma, viene aggredito e malmenato, insieme ad [[Adriano Tilgher (filosofo)|Adriano Tilgher]], da una squadra di fascisti. Ridotta al silenzio la stampa d'opposizione, ad Alvaro venne impedito di scrivere sui giornali: il suo nome era stato inserito nelle "liste di proscrizione" stilate dal fascismo. Nel 1926, grazie alla copertura offerta da [[Pietro Pancrazi]] avrebbe però iniziato a collaborare, senza firmare, con "La Stampa". Ma anche la copertura assicurata ad Alvaro dal giornale torinese è destinata in breve tempo a venire meno<ref>{{Cita libro|autore=C. Alvaro|titolo=Quasi una vita|ed=Bompiani,|dataoriginale=1950|anno=1968|editore=Bompiani|città=Milano|p=21}}</ref>''.
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Tornato in Italia, nel corso del 1930, pubblica il romanzo ''Vent'anni'' e ben tre raccolte di racconti: ''Misteri e avventure, La signora dell'isola'', ''Gente in Aspromonte.'' Opera, quest'ultima, che gli varrà il prestigioso premio letterario "La Stampa". La giuria era composta, fra gli altri, da [[Pietro Pancrazi]], [[Luigi Pirandello]] e [[Margherita Sarfatti]].
La ritrovata amicizia con [[Luigi Pirandello]] e, soprattutto, l'inteso legame con [[Margherita Sarfatti]] furono determinanti per stemperare l'atteggiamento persecutorio del regime nei suoi confronti e per indurre lo stesso Alvaro ad abbassare i toni polemici verso il regime. Non sarebbero però mancati i cedimenti: nel 1934 pubblica un libretto dal titolo ''Terra nuova. Prima cronaca dell'Agro Pontino'', celebrativo della bonifica dell'[[Agro pontino]]. Opera che Alvaro, anche negli anni a venire, avrebbe continuato a difendere, considerandola un omaggio al mondo contadino e non al fascismo.<ref
Come inviato de ''La Stampa'' compie numerosi viaggi in Italia e all’estero (Grecia, Turchia, Russia), dei quali dà conto nei volumi ''Viaggio in Turchia'' (1932), ''Itinerario italiano'' (1933), ''[https://icalabresi.it/cultura/corrado-alvaro-russia-amore-un-calabrese-soviet/?_gl=1*1gjkhcd*_up*MQ..*_ga*MTQ0MTI5MjYwOS4xNzMxMDk1NzIz*_ga_7J8R8BBQXJ*MTczMTA5NTcyMi4xLjEuMTczMTA5NTgwNC4wLjAuMA.. I maestri del diluvio. Viaggio in Russia]'' (1935).
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