Grazia Deledda: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 27 settembre
|AnnoNascita = 1871
|NoteNascita = <ref>{{cita web|url=http://www.portaleletterario.net/rubriche/grazia-deledda-di-neria-de-giovanni/572/ma-grazia-e-nata-il-27-o-il-28-settembre|titolo=Ma Grazia è nata il 27 o il 28 settembre?}}</ref><ref name=massaiu>in M. Massaiu, ''La Sardegna di Grazia Deledda'', p. 44: quattro sorelle femmine, Giovanna (6 gennaio 1874-17 gennaio 1880), Vincenza (12 dicembre 1868-27 novembre 1896), Giuseppa (19 marzo 1877-Roma 1938), Nicolina (8 maggio 1879-14 ottobre 1972); due fratelli Giovanni Santo o Santus (1864-1914) e Andrea (1866-1922)</ref>
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 15 agosto
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|Attività = scrittrice
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità = , vincitrice del [[Premio Nobel per la letteratura]] [[1926]]. È ricordata come la seconda donna, dopo la svedese [[Selma Lagerlöf]], a ricevere il premio in questa disciplina, e l'unica donna italianasarda<ref name=nobel>{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1926/deledda-article.html|titolo=Grazia Deledda: Voice of Sardinia|accesso=10 dicembre 2017}}</ref> oltre che italiana
|Immagine = Grazia Deledda 1926.jpg
|Didascalia = Grazia Deledda nel 1926
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=== Infanzia e formazione ===
[[File:Nuoro, casa di grazia deledda 01.jpg|thumb|La casa natale di Grazia Deledda a Nuoro|sinistra]]
Secondo i dati ufficiali, Grazia Deledda nacque a [[Nuoro]], in Sardegna, il 28 settembre 1871 alle due del mattino,<ref name=foisnasc>{{cita web|url=https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2016/09/27/news/fois-rende-omaggio-a-grazia-deledda-1.14165121|titolo=Fois rende omaggio a Grazia Deledda}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.luniversaleditore.it/2021/09/28/150-anni-fa-nasceva-grazia-deledda/|titolo=L'almanacco de “il Caffè”: 150 anni fa nasceva Grazia Deledda}}</ref> quarta di sette tra figli e figlie,<ref name=massaiu /><ref name=massaiu>in M. Massaiu, ''La Sardegna di Grazia Deledda'', p. 44: quattro sorelle femmine, Giovanna (6 gennaio 1874-17 gennaio 1880), Vincenza (12 dicembre 1868-27 novembre 1896), Giuseppa (19 marzo 1877-Roma 1938), Nicolina (8 maggio 1879-14 ottobre 1972); due fratelli Giovanni Santo o Santus (1864-1914) e Andrea (1866-1922)</ref> da famiglia benestante.<ref name=senato /> Sebbene la data riportata nell'atto presso il [[Registro dello stato civile|registro di Stato Civile]]<ref>{{Cita web|url=https://www.antenati-italiani.org/it/registri/nuoro/stato-civile-italiano/26828-nati-1871|titolo=Atto n. 136 del 30 set 1871|sito=www.antenati-italiani.org|accesso=2023-03-16}}</ref> di Nuoro sia il 28 settembre, era allora usanza registrare i bambini diversi giorni dopo la nascita. La stessa scrittrice ne specifica infatti il giorno in diverse lettere indirizzate all'allora fidanzato, Andrea Pirodda: nella prima, datata 10 dicembre 1892, scrive: «Il mio compleanno cade il 27 settembre» e in un'altra dell'11 maggio 1893 ribadisce: «Io non sono certa se ho venti o ventun anni compiuti; neanche mia madre ne è certa, ma è più probabile che ne abbia ventuno che venti. Sono vecchia, non è vero? La nostra vecchia serva, che ho interrogato a proposito, dice che a lei sembra ne abbia venti; ciò che si ricorda bene è che son nata una sera verso le otto, il giorno di San Cosimo, cioè il 27 settembre. Questo lo sapevo già».<ref name=massaiu /><ref>{{cita web|autore=Tribunale dello Stato Civile di Nuoro|via=FamilySearch.com|url=https://familysearch.org/ark:/61903/1:1:Q2M9-TX38|data=1866-1915|titolo=Grazia Deledda, 28 Sep 1871|tipo=FHL microfilm|id=001962087|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161001162027/https://familysearch.org/ark:/61903/1:1:Q2M9-TX38|}}</ref>
 
Il padre, Giovanni Antonio Deledda, era laureato in legge ma non esercitò la professione. AgiatoEra un benestante [[imprenditore]] e possidente, si occupava di commercio e agricoltura; si interessava di poesia e componeva egli stesso versi in sardo; aveva fondato una [[tipografia]] e stampava una [[rivista]]. Fu [[Sindaci di Nuoro|sindaco di Nuoro]] nel [[1863]]. La madre era Francesca Cambosu, descritta come donna di severi costumi; dedita alla casa, educò lei la figlia.<ref name=Turchi>{{cita|Turchi|pp. 9-20}}.</ref><ref>{{Cita web | url= http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=63716&v=2&c=4264 | titolo=Biografia | sito=Istituto Superiore Etnografico della Sardegna | accesso= 5 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20221205034010/http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=63716&v=2&c=4264 | dataarchivio= 5 dicembre 2022 | urlmorto= no }}</ref>
 
Dopo aver frequentato le scuole elementari fino alla classe quarta, Grazia fu seguita privatamente dal professor Pietro Ganga, docente di lettere italiane, latine e greche che parlava francese, tedesco, portoghese, spagnolo. Ganga le impartì lezioni di base di [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua latina|latino]] e [[Lingua francese|francese]].<ref group="N">I costumi dell'epoca non consentivano alle ragazze un'istruzione oltre quella primaria e, in generale, degli studi regolari.</ref> Quella con Ganga fu anche un'amicizia diretta e profonda, testimoniata da un appassionato epistolario.<ref>Grazia Deledda, Giovanna cerina (a cura di), ''Un'amicizia nuorese. Lettere inedite a Pietro Ganga (1898-1905)'', Rubbettino, 2019 - ISBN 8849858310</ref> Proseguì la sua formazione da [[autoformazione|autodidatta]], e sviluppò un particolare amore per la [[letteratura greca]].<ref name=senato />
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Conclusa la tesa relazione con il maestro elementare Andrea Pirodda, il 22 ottobre 1899 si trasferì a [[Cagliari]],<ref>{{Cita libro|autore=Maria Elvira Ciusa|titolo=Grazia Deledda. Una vita per il Nobel|annooriginale=2016|editore=Carlo Delfino|p=43}}</ref> in via San Lucifero (strada in cui fece abitare Anania, protagonista di ''[[Cenere (romanzo)|Cenere]]'');<ref name="marrocu" /> in questa città conobbe Palmiro Madesani, un funzionario del [[Ministero dell'economia e delle finanze|Ministero delle finanze]],<ref>{{Cita news|url=http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|titolo=L'eros tenuto segreto di Grazia Deledda - La Donna Sarda|accesso=17 ottobre 2016|urlmorto=sì|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161019011726/http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/6113/l-eros-tenuto-segreto-di-grazia-deledda.html|dataarchivio=19 ottobre 2016}}</ref> che sposò a Nuoro due mesi dopo, l'11 gennaio [[1900]],<ref>{{Cita web|url=https://www.antenati-italiani.org/it/registri/nuoro/stato-civile-italiano/26829-matrimoni-1900|titolo=Atto n. 1 dell'11 gen 1900}}</ref> portata all'altare dallo zio prete Salvatore Cambosu, essendo il padre morto da tempo.<ref name="marrocu" /> Madesani era originario di Cicognara di [[Viadana]], in [[provincia di Mantova]], dove anche Grazia Deledda visse per un periodo. Dopo il matrimonio, Madesani lasciò il lavoro di funzionario statale per dedicarsi all'attività di agente letterario della moglie.<ref name="senato" /> La coppia si trasferì a Roma nel 1900, dove condusse una vita appartata. Ebbero due figli, Franz e Sardus.<ref name="senato" />
 
Nel [[1903]] la pubblicazione di ''[[Elias Portolu]]'' la confermò come scrittrice e l'avviò a una fortunata serie di [[romanzo|romanzi]] e [[Opera teatrale|opere teatrali]]: ''Cenere'' ([[1904]]), ''[[L'edera (romanzo)|L'edera]]'' ([[1908]]), ''Sino al confine'' ([[1910]]), ''Colombi e sparvieri'' ([[1912]]), ''[[Canne al vento]]'' ([[1913]]), ''L'incendio nell'oliveto'' ([[1918]]), ''Il Dio dei venti'' ([[1922]]). Da ''Cenere'' fu tratto un [[film]] interpretato da [[Eleonora Duse]]. FuLa invece,prima probabilmentecandidatura al Premio Nobel per la letteratura, ''Cannesul alquale vento''si adiscusse guadagnarlepresso l'attenzioneapposita commissione dell'[[Accademia svedese|Accademia di Svezia]], se è vero che la prima candidaturadata al Nobel è del 1913;. unoUno dei più convinti sostenitori delle sue ripetute candidature di Deledda fu [[Carl Bildt (1850-1931)|Carl Bildt]], ambasciatore di Svezia a Roma e membro dell'Accademia, ma la prima fu proposta da [[Karl August Hagberg]], che aveva tradotto Deledda in svedese.
{{q|''Sogno un giorno di poter diradare con un mite raggio le foschie ombrose dei nostri boschi, narrare intera la vita e le passioni del mio popolo, così diverso dagli altri, così vilipeso e dimenticato e perciò più misero nella sua fiera primitiva ignoranza.''|Grazia Deledda, lettera a [[Stanis Manca]], ante 1891<ref>Citato in [[Rai Cultura]], "''[https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2018/12/Grazia-Deledda-la-sua-storia-e-la-sua-Sardegna-6380d584-98f4-4b9f-8be3-a2d2947d56cd.html Grazia Deledda, la sua storia e la sua Sardegna]''"</ref>}}[[File:Graziadeledda.jpg|thumb|In una fotografia nei tardi anni]]La sua opera fu apprezzata da [[Giovanni Verga]], oltre che da scrittori più giovani come [[Enrico Thovez]], [[Emilio Cecchi]], [[Pietro Pancrazi]], [[Antonio Baldini]].<ref>Mario Miccinesi, ''Notizie biografiche'', in ''Grazia Deledda'', Edizioni Il Castoro, 1975, p. 118.</ref> Fu riconosciuta e stimata anche all'estero: David Herbert Lawrence scrisse la prefazione della traduzione in inglese de ''La madre''. Deledda fu anche traduttrice: è sua infatti una versione in lingua italiana di [[Eugenia Grandet (romanzo)|''Eugénie Grandet'']] di [[Honoré de Balzac]].
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*{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=528&s=63716&v=2&c=4264|titolo=Museo Deleddiano}}
*Maria Tettamanzi,''Deledda'', Editrice La Scola, Brescia 1969,
*{{cita|M. Giacobbe|p. 7 }}.
*Vittorio Spinazzola, ''Cronologia'', in Grazia Deledda, ''Romanzi Sardi'', Mondadori, Milano 1981,
*Anna Dolfi, ''Nota Biobibliografica'' in {{cita testo |autore= Grazia Deledda |titolo=Dieci Romanzi |data=1994 |editore=Newton Compton |città=Roma|SBN=BVE0069091}}
*{{cita|A. Bocelli| Enciclopedia italiana}}</ref>
altre il 16.<ref>
* {{cita|M.Miccinesi|p. 118 }}
* {{cita|Turchi|p. 16}}
* {{cita|A. Pellegrino,Dizionario Biografico degli Italiani}}.</ref>
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Delfino, 2008, pp. 15-16).</ref> scrive che, in quell'opera di Deledda, le parole evocano memorie tolstojane e dostoevskiane, parole che possono essere estese a tutta l'opera narrativa deleddiana: «L'intero romanzo è una celebrazione del libero arbitrio. Della libertà di compiere il male, ma anche di realizzare il bene, soprattutto quando si ha esperienza della grande capacità che il male ha di comunicare angoscia. Il protagonista che ha commesso il male non consente col male, compie un viaggio, doloroso, mortificante, ma anche pieno di gioia nella speranza di realizzare il bene, che resta la sola ragione in grado di rendere accettabile la vita».<ref name="Elvira Fornito" >{{Cita web | url= https://www.900letterario.it/focus-letteratura/bilinguismo-grazia-cosima-deledda/#:~:text=Nicola%20Tanda%20nel%20saggio%20La,male%20ha%20di%20comunicare%20angoscia. | titolo= Il bilinguismo di Grazia Deledda | autore= Elvira Fornito | sito= '900 LETTERARIO | data= 10 novembre 2014 | accesso= 5 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200921134210/https://www.900letterario.it/focus-letteratura/bilinguismo-grazia-cosima-deledda/ | dataarchivio= 21 settembre 2020 | urlmorto= no }}</ref>
 
Negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quelli in cui la scrittrice si dedica alla ricerca di un proprio stile, concentra la sua attenzione, sull'opera e sul pensiero di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]]. Ed è questo incontro che sembra aiutarla a precisare sempre meglio le sue predilezioni letterarie. In una lettera in cui comunicava il progetto di pubblicare una raccolta di novelle da dedicare a Tolstoj, Deledda scriveva: «Ai primi del 1899 uscirà La giustizia: e poi ho combinato con la casa Cogliati di Milano per un volume di novelle che dedicherò a [[Lev Tolstoj|Leone Tolstoi]]: avranno una prefazione scritta in francese da un illustre scrittore russo, che farà un breve studio di comparazione fra i costumi sardi e i costumi russi, così stranamente rassomiglianti». La relazione tra Deledda e i russi è ricca e profonda, e non è legata solo a Tolstoj ma si inoltra nel mondo complesso degli altri contemporanei: [[Maksim Gor'kij|Gor'kij]], [[Anton Čechov]] e quelli del passato più recente, [[Nikolaj Vasil'evič Gogol'|Gogol']], [[Fëdor Dostoevskij|Dostoevskij]] e [[Ivan Sergeevič Turgenev|Turgenev]].<ref>Grazia Deledda. Lettere ad Angelo De Gubernatis (1892-1909) a cura di Roberta Massini. CUEC Cagliari 2007</ref>
Nel giorno di Pasqua [[1912]] la Deledda invia una lettera alla moglie di Dostoevskij confessandole che ''Per me egli è stato il più grande artista moderno''. I contatti fra la Deledda e la famiglia continuano, il 26 ottobre scrive una lettera a Ljubov' Federovna Dostoevskaja, figlia dello scrittore e auspica un nuovo incontro a Roma, a casa sua.<ref>Alessandra Cattani, ''Grazia Deledda e la Russia'', Franco Angeli, 2023 pp.20-21</ref>
 
=== Altre voci di critici ===
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* ''La regina delle tenebre'', Milano, Agnelli, 1902 ({{Simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} [[s:La regina delle tenebre|Leggi]] su [[Wikisource]], edizione del 1903)
* ''[[Dopo il divorzio]]'', Torino, Roux e Viarengo, 1902 ({{Simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} [[s:Dopo il divorzio|Leggi]] su [[Wikisource]])
* ''[[I giuochi della vita]]'', in "Nuova Antologia", 1902; Milano, Treves, 1905 ({{Simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} [[s:I giuochi della vita|Leggi]] su [[Wikisource]], edizione del 1920)
* ''[[Cenere (romanzo)|Cenere]]'', Roma, Nuova Antologia, 1904 ({{Simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} [[s:Cenere|Leggi]] su [[Wikisource]], edizione del 1929)
* ''[[Nostalgie]]'', Roma, Nuova Antologia, 1905 ({{Simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} [[s:Nostalgie|Leggi]] su [[Wikisource]], edizione del 1914)
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* ''Tutte le novelle'', Volume I, 1890-1915, ''Prefazione'' di Marcello Fois, Il Maestrale, Nuoro, 2019.
* ''Tutte le novelle'', Volume II, 1919-1939, ''Prefazione'' di Rossana Dedola, Il Maestrale, Nuoro, 2019.
* ''Giaffà. Racconti per ragazzi'', introduzione di Elisa Ruotolo, Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, 2024.
 
== Filmografia ==
* ''[[Cenere (film)|Cenere]]'' (1916), regia di [[Febo Mari]], con [[Eleonora Duse]].
* ''[[La grazia (film 1929)|La grazia]]'' (1929), [[film muto]], tratto dalla novella ''Di Notte'', regia di [[Aldo De Benedetti]].
* ''[[Le vie del peccato]]'' di [[Giorgio Pàstina]] (1946), tratto dalla novella ''Dramma'' che era comparsa nella raccolta ''Il fanciullo nascosto'' nel 1928.
* ''[[L'edera (film 1950)|L'edera]]'' regia di [[Augusto Genina]] (1950).
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* [[Francesco Bruno (critico letterario)|Francesco Bruno]], ''Grazia Deledda'', Di Giacomo, Salerno 1935.
* [[Eurialo De Michelis]], ''Grazia Deledda e il decadentismo'', Firenze, La Nuova Italia, 1938.
* Edoardo Fenu, ''La ''Religiosità'' di Grazia Deledda?'', [[Sardegna (rivista)]] n.1, pp.&nbsp;21–26, Roma, 1945.
* [[Attilio Momigliano]], ''Storia della Letteratura Italiana dalle origini ai nostri giorni'', Principato, Milano-Messina 1948.
* Attilio Momigliano, ''Intorno a Grazia Deledda'', in ''Ultimi studi'', Firenze, La Nuova Italia, 1954.
* [[Giuseppe Petronio]], ''Grazia Deledda'', in Letteratura italiana. I contemporanei, vol. I, Milano, Marzorati, 1963.
* [[Emilio Cecchi]], ''Grazia Deledda'', in ''Prosatori e narratori'', in ''Storia della letteratura italiana. Il Novecento'', Milano, Garzanti, 1967.
* Mario Massaiu, ''La Sardegna di Grazia Deledda'', Celuc, Milano 1972.
* {{cita libro |autore = [[Maria Giacobbe]]|altri = prefazione di Luigi Lombardi Satriani e Paola Pittalis| titolo=Grazia Deledda. Introduzione alla Sardegna |url =https://books.google.it/books?hl=it&id=jKEWAAAAMAAJ&focus=searchwithinvolume&q=15+agosto | editore= Bompiani | città=Milano| anno=1974 |cid=M. Giacobbe |ISBN= 88-86007-12-4 }}
* {{cita libro |autore=Mario Miccinesi|titolo=Grazia Deledda |url =https://books.google.it/books?ei=rYeEVeXcN8WxsAG4jYPwDA&hl=it&id=kWDyAAAAMAAJ&dq=inauthor%3A%22Mario+Miccinesi%22&focus=searchwithinvolume&q=16+agosto| editore= La nuova Italia | città=Firenze | anno=1975|cid=M.Miccinesi|SBN=SBL0570448 }}
* Anna Dolfi, ''Grazia Deledda'', Milano, Mursia, 1979.
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* [[Nicola Tanda]], ''Dal mito dell'isola all'isola del mito. Deledda e dintorni'' [con un'appendice di lettere], Roma, Bulzoni, Roma, 1992.
*{{Cita libro|nome=Angela|cognome=Guiso|titolo=Grazia Deledda. Temi Luoghi Personaggi|data=2005|editore=Iris|città=Oliena}}
*Francesca Chessa, [https://iris.uniss.it/handle/11388/76034?mode=complete Sul Deledda e Tolstoj] "Battelli, diligenze, postali e l’europeizzazione delle letterature nazionali tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento" Capitolo nel ''Isola/Mondo, La Sardegna fra Arcaismi e Modernità (1718-1918) Atti Del Convegno Isola Mondo, Sassari,-Novembre 2006'' pp 7-15. 2007.
* [[Marcello Fois]], ''Formattazione dello scrittore sardo. Deledda'', in Id., ''In Sardegna non c’è il mare'', Laterza, Roma, 2008.
* Rossana Dedola, ''Grazia Deledda. I luoghi, gli amori, le opere'', Avagliano, Napoli 2016.
*[[Sandra Petrignani]], ''[[La scrittrice abita qui]]'', cap. 1, N. Pozza, Vicenza 2002 ISBN 88-7305-841-8.
*Dino Manca, ''Grazia Deledda. Dentro l'intimo segreto del grande sogno'', Cagliari, Arkadia, 2022.
*Alessandra Cattani, ''Grazia Deledda e la Russia'', Milano, [[FrancoAngeli|Franco Angeli]], 2023
 
== Voci correlate ==