Abu Omar al-Shishani: differenze tra le versioni
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|Soprannome = ''Abū ʿOmar al-Shishānī''
|Data_di_nascita = [[11 febbraio]] [[1986]]
|Nato_a = [[Municipalità di
|Data_di_morte = [[14 luglio]] [[2016]]
|Morto_a = [[distretto di al-Shirqat|al-Shirqat]]
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Birkiani
|LuogoNascitaLink = Municipalità di
|GiornoMeseNascita = 11 febbraio
|AnnoNascita = 1986
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|AnnoMorte = 2016
|NoteMorte = <ref name=TTB>{{cita web|url=https://www.cbsnews.com/news/us-confirms-isis-commander-omar-the-chechen-is-dead/|titolo=U.S. confirms ISIS commander "Omar the Chechen" is dead|data=14 marzo 2016|accesso=19 maggio 2016}}</ref>
|Epoca = 2000
|Attività = militare
|Attività2 = terrorista
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Nato nell'allora [[Repubblica Socialista Sovietica Georgiana]] da Teimuraz Batirashvili - un cristiano ortodosso appartenente al [[gvari]] Batirashvili - e da una donna musulmana d'etnia Kist (un sottogruppo ceceno del [[Pankisi Gorge]] georgiano) del clan Melkhi<ref name="nina">[https://www.bbc.com/news/world-europe-28217590 "The Georgian roots of Isis commander Omar al-Shishani"], [[BBC]] News, 9 luglio 2014</ref><ref name="siria">[https://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-25151104 "Syria crisis: Omar Shishani, Chechen jihadist leader"], BBC News, 3 dicembre 2008</ref><ref>[https://www.newsru.com/world/11jul2014/nechechen.html "Father fighting in Iraq, the red-bearded "Chechen" told me that he really – Georgians"], newsru.com, 11 luglio 2014</ref>, Tarkhan Batirashvili trascorse la sua infanzia nel villaggio di Birkiani, situato nella regione di Pankisi Gorge, e in gioventù lavorò come pastore nelle colline sopra la valle.
In quel tempo la sua regione era un importante punto di transito per i ribelli che
Dopo avere terminato le scuole superiori Batirashvili si arruolò nelle [[Sak'art'velos Sakhmelet'o Dzalebi|forze terrestri georgiane]] e – stando a quanto testimonia il suo ex comandante Malkhaz Topuriasi, che lo inserì in uno speciale gruppo di ricognizione – si distinse per la sua bravura nell'usare varie armi e mappe<ref name=meet/>. Egli raggiunse il grado di [[sergente]] in un'unità di intelligence di recente formazione e durante la [[seconda guerra in Ossezia del Sud|guerra russo-georgiana del 2008]] prestò servizio nei pressi della linea del fronte, con il compito di spiare le colonne di [[carro armato|carri armati]] [[Russia|russi]] e inoltrare le loro coordinate alle unità di artiglieria georgiana<ref name=meet/>.
Batirashvili venne decorato per la sua attività bellica<ref name=siria/> e sembrava sul punto di essere promosso a ufficiale,
=== La conversione all'Islam e la guerra in Siria ===
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Nel dicembre del 2012 combatté con la sua brigata al fianco del Fronte al-Nuṣra durante l'invasione della base militare di Shaykh Sulaymān, posta nella parte occidentale Aleppo. Nel febbraio del 2013, insieme alle [[Brigate al-Tawhid]] e al Fronte al-Nuṣra, prese d'assalto la base dell'80º reggimento dell'[[forze armate siriane|esercito siriano]] nei pressi del principale aeroporto di Aleppo<ref>[http://www.longwarjournal.org/archives/2013/02/chechen_commander_le.php# Chechen commander leads Muhajireen Brigade in Syria], ''The Long War Journal'', 20 febbraio 2013</ref>.
Nel marzo del 2013 il [[Centro Kavkaz]] (Caucaso) riferì che la Brigata
La nuova formazione svolse un ruolo chiave nella cattura della base area di [[Menagh]], avvenuta nell'agosto del 2013, che culminò in un attacco tramite [[autobomba]] che uccise e ferì molti membri delle forze armate siriane regolari<ref>[https://www.nytimes.com/2013/08/06/world/middleeast/rebels-gain-control-of-government-air-base-in-syria.html "Rebels Gain Control of Government Air Base in Syria"], ''[[The New York Times]]'', 5 agosto 2013</ref>. Un ramo della Brigata Muhajireen è stato coinvolto nell'offensiva di [[Governatorato di Laodicea|Laodicea]], svoltasi dal 4 al 19 agosto 2013 e conclusasi con la vittoria delle truppe di [[Bashar al-Assad|Baššār al-Asad]]<ref>[http://www.syriadeeply.org/articles/2013/08/2412/decoder-battle-latakia-begins/#.UgDoe5JGtq8 "Decoder: The Battle for Syria Begins"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141016212001/http://www.syriadeeply.org/articles/2013/08/2412/decoder-battle-latakia-begins/#.UgDoe5JGtq8 |data=16 ottobre 2014 }}, ''Syria Deeply'', 5 agosto 2013</ref>.
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Tuttavia Sayf Allāh negò queste accuse e dichiarò che ciò era avvenuto perché egli si era rifiutato di unirsi allo [[Stato Islamico dell'Iraq e del Levante]], che invece godeva del sostegno di Batirashvili<ref>[http://eaworldview.com/2013/11/syria-spotlight-dispute-abu-umar-al-shishani-deputy-seyfullakh-chechen/ "Syria Spotlight: Insurgent Split — The Dispute Between Abu Umar al-Shishani & His Deputy, Seyfullakh the Chechen"], EA WorldView, 23 novembre 2013</ref>.
Alla fine del 2013 Batirashvili è stato sostituito come comandante della formazione "Jaysh Muhājirīn wa l-Anṣār" (''Esercito dei [[
Secondo il padre di Batirashvili quest'ultimo da quando ha lasciato la Siria lo ha chiamato una volta per dirgli che ora era sposato con una donna cecena e aveva una figlia di nome Sophia<ref name=nina/>. Per un certo periodo Batirashvili visse con la sua famiglia in una grande villa di proprietà di un uomo d'affari nella città di [[Huraytan]], a nord-ovest di Aleppo<ref>[http://www.alkhabar-ts.com/index.php?page=view_news&id=crim6asmsgececi "'Chechen' and 'Alhomnyh' ... the story of 'jihad' was found paradise in Aleppo"], alkhabar-ts.com, 12 luglio 2014</ref>, rimanendo in disparte rispetto agli avvenimenti del conflitto siriano.
Con il distacco dell'ISIS dalle altre forze della [[coalizione nazionale siriana]] e la nascita del cosiddetto "[[califfato]]" guidato da [[Abu Bakr al-Baghdadi|Abū Bakr al-Baghdādī]], al-Shīshānī ha rapidamente asceso posizioni all'interno dei vertici dello Stato Islamico, tanto che si è parlato di lui come possibile comandante dell'esercito di terra dell'IS dopo la morte di [[Abu Abd al-Rahman al-Bilawi|Abū ʿAbd al-Raḥmān al-Bilāwī]], avvenuta a [[Mosul]] nel giugno 2014.<ref>[https://www.nbcnews.com/storyline/iraq-turmoil/rising-star-isis-has-chechen-background-fierce-reputation-n146466 "Rising Star of ISIS Has Chechen Background and Fierce Reputation"], [[NBC]] News, 2 luglio 2014</ref>
Nominato comandante militare dell'ISIS in Siria,<ref>[http://washingtonexaminer.com/chechen-in-syria-a-rising-star-in-extremist-group/article/feed/2146182 "Chechen in Syria a rising star in extremist group"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714130320/http://washingtonexaminer.com/chechen-in-syria-a-rising-star-in-extremist-group/article/feed/2146182 |data=14 luglio 2014 }}, Associated Press, 2 luglio 2014</ref> il 16 settembre 2014 ha lanciato le sue truppe all'[[assedio di Kobanê]], perdendo però contro i [[peshmerga]] [[curdi]] a [[gennaio]] [[2015]].<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2015/01/26/curdi-vincono-kobane/|titolo=I curdi hanno riconquistato Kobane|data=26 gennaio 2016|accesso=19 maggio 2016}}</ref>
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È ufficialmente morto il 14 luglio [[2016]], quando l'agenzia di stampa ''[[Amaq]]'', legata allo Stato Islamico, ha confermato la morte di al-Shīshānī, attribuendola alle ferite riportate in combattimento nella città di al-Shirqat, nel [[governatorato di Salah al-Din]] in Iraq.<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/07/14/abu-omar-al-shishani-morto-isis/|titolo=L’ISIS ha confermato la morte di Abu Omar al Shishani|data=14 luglio 2016|accesso=14 luglio 2016}}</ref> Lo [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]] stesso, ha ammesso l'uccisione di al-Shīshānī, giurando vendetta.<ref>{{cita web|url=http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2016/07/14/omar-ceceno-morto-conferma-dell_z3pjG4E1r1qop0cZfT4JwI.html|titolo=Ucciso Omar 'il ceceno', Is minaccia: "Vendetta sarà nella terra della Croce"|data=14 luglio 2016|accesso=15 luglio 2016}}</ref>
Non è la prima volta tuttavia che al-Shīshānī viene dichiarato morto o catturato per poi ricomparire: fu dato per deceduto la prima volta a [[novembre]] [[2014]] nel [[Caucaso]],<ref>{{cita web|url=http://www.quotidiano.net/isis-jihadista-siria-1.401733|titolo=Isis, ucciso il leader jihadista ceceno al-Shishani. Presto la moneta dello Stato Islamico|data=14 novembre 2014|accesso=19 maggio 2016|dataarchivio=16 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160616175242/http://www.quotidiano.net/isis-jihadista-siria-1.401733|urlmorto=sì}}</ref> poi in [[Iraq]] a [[giugno]] [[2015]],<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/30/news/is_jihadisti_decapitano_due_donne_in_siria-117984873/|titolo=Is, ucciso aiutante al-Baghdadi. Per la prima volta decapitate due donne in Siria|data=30 giugno 2015|accesso=19 maggio 2016}}</ref> e poi dichiarato catturato dalle [[United States Army Special Forces]] a [[Kirkuk]] nel [[dicembre]] 2015.<ref>{{cita web|url=http://www.ilvelino.it/it/article/2015/12/28/iraq-catturato-da-forze-speciali-usa-il-leader-del-daesh-al-shishani/681b5a81-f821-4e5c-b2bb-663be4660ada/|titolo=Iraq, catturato da Forze speciali Usa il leader del Daesh Al-Shishani|data=28 dicembre 2015|accesso=19 maggio 2016|dataarchivio=2 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160602203414/http://www.ilvelino.it/it/article/2015/12/28/iraq-catturato-da-forze-speciali-usa-il-leader-del-daesh-al-shishani/681b5a81-f821-4e5c-b2bb-663be4660ada/|urlmorto=sì}}</ref> Shīshānī fu creduto morto ancora una volta il 14 marzo [[2016]] in seguito alle gravissime ferite riportate dieci giorni prima quando il suo convoglio fu colpito da un [[raid]] aereo americano presso al-Shaddadeh, una cittadina strategica fra [[Siria]] e Iraq, attaccata dai [[peshmerga]].<ref name=TTB/> Queste ipotesi tutte rivelatesi evidentemente false.
La morte di al-Shīshānī avrebbe un peso strategico non indifferente sullo [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]], secondo il ricercatore Mairbek Vatchagaev, poiché renderebbe all'organizzazione molto più difficile reclutare [[musulmano|musulmani]] [[ceceni]] o del [[Caucaso]], che avrebbero potuto vedere in Shishani un leader ideale e familiare.<ref>{{cita web|url=http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=61286|titolo=Le conseguenze della possibile morte di al-Shishani potrebbero arrivare fino in Russia|data=14 marzo 2016|accesso=19 maggio 2016|autore=Giuliano Bifolchi}}</ref>
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