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La scoperta dell'antica città fu casuale, grazie all'affioramento di reperti, durante i lavori della cosiddetta strada regia (odierna [[Strada statale 35 dei Giovi]]) destinata a collegare [[Genova]], da poco entrata nel [[Regno di Sardegna]], con la capitale [[Torino]], a partire dal 1820.
 
Sono stati riportati alla luce due quartieri in prossimità dell'[[anfiteatro]], di 60x65m di lato, l'anfiteatro e il [[teatro]].<ref>{{Cita web|url=http://archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/it/component/content/article/65-aree-arch-prov-di-alessandria/297-area-archeologica-di-libarna|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210426212839/http://archeo.piemonte.beniculturali.it/index.php/it/component/content/article/65-aree-arch-prov-di-alessandria/297-area-archeologica-di-libarna|urlmorto=sì|titolo=AREA ARCHEOLOGICA DI LIBARNA|sito=web.archive.org|data=2021-04-26|accesso=2025-03-17}}</ref> I reperti di scavo sono per la maggior parte conservati nel [[Museo di antichità]] di Torino, dove figurano tra le opere di maggior pregio, pavimenti [[musivi]], marmi, bronzi e ambre figurate.
 
La città sorgeva su un terreno pianeggiante, ricco di acque, circondato da colline. Era attraversata in senso longitudinale dalla [[via Postumia]], che ne costituiva il principale asse da nord-ovest a sud-est. Altro asse principale era il decumano che, orientato da sud-ovest a nord-est, conduceva all'[[anfiteatro]]. Le strade dividevano la città in tanti spazi di forma tendenzialmente quadrata, ma di dimensioni differenti. Esse erano lastricate, rettilinee con collettori di scarico convogliati verso l'odierno rio della Pieve. La città riceveva acqua tramite un acquedotto, era ricca di sorgenti, pozzi e fontane.