Franco Freda: differenze tra le versioni
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|Epoca2 = 2000
|Attività = terrorista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , appartenente all'area
|Immagine = Franco Freda.jpg
}}
Condannato
Autodefinitosi politicamente "[[Nazimaoismo|nazi-maoista]]", per le sue teorie a metà strada tra [[Nazionalsocialismo|nazismo]] e [[maoismo]]<ref>{{Cita libro|nome=Chiara|cognome=Stellati|titolo=Una ideologia dell'origine: Franco Freda e la controdecadenza|url=https://books.google.it/books?id=6pmKAAAAMAAJ&q=franco+freda+maoista|accesso=4 marzo 2018|data=2001|editore=Edizioni di Ar}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Nicola|cognome=Cristadoro|titolo=L'eversione di destra negli anni di piombo: dal "nuovo ordine" al "populismo armato" e l'influenza sulla destra extraparlamentare del XXI secolo|url=https://books.google.it/books?id=lu3nAAAAIAAJ&q=franco+freda+maoista|accesso=4 marzo 2018|data=2006|editore=R. Chiaramonte|ISBN=9788890249952}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Marc|cognome=Lazar|titolo=Il libro degli anni di piombo|url=https://books.google.it/books?id=UZcxAAAAQBAJ&pg=PT54|accesso=4 marzo 2018|data=30 luglio 2013|editore=Rizzoli|ISBN=9788858653326}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Azcona Pastor, José|cognome=Manuel|nome2=Re|cognome2=Matteo|nome3=Torregrosa Carmona, Juan|cognome3=Francisco|titolo=Guerra y Paz. La Sociedad Internacional entre el Conflicto y la Cooperación|url=https://books.google.it/books?id=GFTjCwAAQBAJ&pg=PA88|accesso=4 marzo 2018|data=16 maggio 2013|editore=Librería-Editorial Dykinson|ISBN=9788490316870}}</ref> e apertamente ispirato al pensiero e alle teorie di [[Julius Evola]]<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Francesco Germinario|titolo=Tradizione, mito, storia. La cultura politica della destra radicale e i suoi teorici|anno=2014|editore=Carocci|pp=101-141|capitolo=Freda tra Platone, Nietzsche ed Evola}}</ref>,
Nel novembre 2022 la sua libreria == Biografia ==
=== Infanzia e studi ===
Nato a [[Padova]] da padre [[Irpinia|irpino]], Michelangelo e madre [[Veneto|veneta]], Nella Silvestrin,<ref>{{Cita web|url=https://a4view.archivioflamigni.org/entita/a6756220-adaa-4298-9d79-65b1b74f63d2/Freda,%20Franco/informazioni|titolo=arianna4view|sito=a4view.archivioflamigni.org|accesso=2024-11-14}}</ref> si avvicinò alla politica fin da giovanissimo. Dopo la maturità classica al liceo "Tito Livio", ha presieduto la sezione ''San Marco'' del [[Fronte universitario d'azione nazionale]] di [[Padova]], il movimento universitario del [[Movimento Sociale Italiano]].
Laureato in giurisprudenza presso l'[[Università di Padova]]<ref name=Freda>Con tesi intitolata ''Lo Stato secondo giustizia nella concezione platonica'' (Relatore ch.mo prof. [[Enrico Opocher]], A.A. 1964-1965), v. Postfazione a ''Platone. Lo Stato secondo giustizia"'', Edizioni di Ar, 1996, pag. 111 n. 2</ref>, già nel [[1963]] abbandona l'MSI dopo meno di un anno dalla sua iscrizione per dar vita ad un "gruppo di studio" denominato "Gruppo di Ar", con le Edizioni di Ar, casa editrice militante nella [[neofascismo|destra neofascista]] sulla scia del pensiero di [[Julius Evola]]. Tra i volumi pubblicati troviamo tutti gli scritti di [[Adolf Hitler]], incluso il ''[[Mein Kampf]]'', numerosi volumi [[Negazionismo dell'Olocausto|negazionisti dell'Olocausto]] tra cui ''Auschwitz: fine di una leggenda'' di [[Carlo Mattogno]], alcuni testi di [[Friedrich Nietzsche]] con l'originale tedesco a fronte, ma anche autori come [[Nikolaj Konstantinovič Rerich|Nikolaj Roerich]], l'artista russo candidato al [[premio Nobel per la pace]], [[Riccardo Bacchelli]], [[Nicolás Gómez Dávila]], [[Georg Simmel]], e altri.
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=== Il saggio ''La disintegrazione del sistema'' ===
Nel [[1969]] pubblicò ''La disintegrazione del sistema'' (intervento di Freda nella riunione del comitato di reggenza del [[Fronte europeo rivoluzionario]], avvenuto a [[Ratisbona]] il 17 agosto [[1969]]), vero e proprio "libro-guida" per i [[Nazi-maoismo|nazimaoisti]] e neofascisti tradotto in diverse lingue in seguito più volte ristampato e divenuto (assieme ai testi di Julius Evola) il testo del radicalismo di destra italiano più conosciuto all'estero<ref name=":0" />. Si tratta di un manifesto che avrà una grande influenza nell'ambiente neofascista degli anni a venire (come ad esempio il caso della rivista ''[[Quex]]'', legata ai [[Nuclei Armati Rivoluzionari]], fondata da [[Fabrizio Zani]], [[Mario Tuti]], [[Edgardo Bonazzi]] e [[Angelo Izzo]] e il mensile ''[[Orion (rivista)|Orion]]'' di [[Maurizio Murelli]], apertamente
Nell'opera Freda teorizzò uno stato basato su un [[comunismo]] [[aristocratico]], una via di mezzo tra la [[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]] di [[Platone]], il [[Germania nazista|Terzo Reich]] e la [[Cina]] di [[Mao Zedong|Mao]].
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Il sistema del quale Freda predica e intende perseguire la distruzione è quello [[Borghesia|borghese]] e [[Capitalismo|capitalista]], e, ne ''La disintegrazione del sistema'', auspica un'alleanza tattica con certi settori della sinistra rivoluzionaria, al fine di creare un unico fronte comune antiborghese. Per fare ciò Freda respinge ogni tattica legalitaria o riformistica proponendo l'abbandono di ogni «colpevole esitazione dinanzi all'impiego di tutti quei mezzi drastici e risolutivi che solo la violenza possiede.»<ref>{{Cita libro|autore=Franco Freda|titolo=La disintegrazione del sistema|anno=1969|editore=Edizioni di AR|p=71}}</ref>
Freda, richiamandosi a una aristocrazia [[arianesimo|ariana]] e sostenitore di teorie [[nazionalsocialismo|nazionalsocialiste]],
Nella sua casa editrice, oltre alla ''Disintegrazione del sistema'', ha pubblicato i classici del pensiero antimoderno, antiumanistico e antidemocratico da [[Julius Evola]] a [[Johann Jakob Bachofen]], ma anche alcune opere di [[Friedrich Nietzsche]] e di [[Oswald Spengler]]; un'antologia di pensieri di [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]] (curata da [[Claudio Mutti]])<ref>{{Cita libro|curatore=Claudio Mutti|titolo=Gheddafi templare di Allah|anno=1975|editore=Edizioni di Ar|p=47}}</ref> nonché tutti gli scritti di [[Adolf Hitler]] e di altre figure politiche come [[Joseph Goebbels]], [[Corneliu Zelea Codreanu|Corneliu Codreanu]], [[Léon Degrelle]] e [[Benito Mussolini]]; una collana ("Paganitas") di opere di antichi polemisti [[Cristianofobia|anti-cristiani]]; una collana ("Visione e revisione storica") appositamente dedicata al [[Revisionismo storiografico|revisionismo storico]] e al [[Negazionismo dell'Olocausto|negazionismo della Shoah]]; persino una collana per bambini intitolata "I viaggi del Capitano Hamid" (dal nome dell'ipotetico agente dei servizi segreti algerini per il quale, a processo, Freda affermò di avere acquistato i timer che dovevano essere consegnati all'OLP, ma uno di essi fu riconosciuto come quello servito a far detonare la bomba di Piazza Fontana) nonché testi [[Pseudoscienza|pseudoscientifici]] come il ''[[saggio sulla disuguaglianza delle razze umane]]'' di [[Joseph Arthur de Gobineau|De Gobineau]] e il [[falso storico]] dei [[Protocolli dei Savi di Sion|protocolli dei Savi Anziani di Sion]]. Definitosi uno
=== L'esperienza del Fronte Nazionale ===
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[[File:Freda durante una riunione del Fronte Nazionale.tif|thumb|Freda durante una riunione del [[Fronte Nazionale (1990)|Fronte Nazionale]]]]
Freda ed il suo movimento sottolineeranno l'esigenza di [[Razzismo|difendere l'omogeneità etnica]] italiana ed europea, individuando nei crescenti [[flussi migratori]] non [[Protoindoeuropei|indoeuropei]] un pericoloso attacco alla stessa. La [[razza (
L'idea di razza - afferma Freda - riacquista, in tal modo, un significato originario, col rimando a una visione del mondo ordinata secondo la dottrina [[Platone|platonica]] del ''kosmos'', ovvero un pluriverso razziale di contro all'universo del caos indifferenziato, un pluriverso di forme (le razze) conchiuse e compiute, tra loro non omologabili e nemmeno equivalenti.
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Freda, condannato all'ergastolo in primo grado, venne assolto per mancanza di prove dall'accusa di strage dalle corti d'assise d'appello di Catanzaro e di Bari, sentenze poi confermate, nel [[1987]], dalla Corte di Cassazione.
Nel 1979, mentre era ancora sotto processo a Catanzaro, per la strage di piazza Fontana, passò un periodo di latitanza a [[Reggio Calabria]] e successivamente in [[Costa Rica]]. Nella sua latitanza venne aiutato dall'avvocato e membro del MSI [[Paolo Romeo (politico)|Paolo Romeo]] (successivamente parlamentare della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] per il [[Partito Socialista Democratico Italiano]] durante la [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]]), dal consigliere regionale del MSI [[Renato Meduri]] (successivamente senatore dal 1992), da amici come Marco Barnabò che da anni si era rifugiato in Costarica e da altri membri del partito nonché da esponenti della [['Ndrangheta|'ndrangheta]] tra cui Paolo Martino, boss del [['Ndrina De Stefano|clan De Stefano]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/27/la-ndrangheta-e-i-neri-il-racconto-di-romeo-nel-1979-aiutai-a-nascondere-franco-freda/6147017/|titolo=La 'ndrangheta e i neri, il racconto di Romeo: "Nel 1979 aiutai a nascondere Franco Freda"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=27 marzo 2021|accesso=5 febbraio 2022}}</ref>.
Freda venne intercettato e arrestato il 23 agosto del 1979 ed estradato in Italia<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1979/10/25/page_005.pdf|titolo=Archivio: Enzo Lacaria - "Reggio: in carcere il neofascista
che aiutò Franco Freda a fuggire" l'Unità, giovedì 25 ottobre 1979}}</ref>.
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* le borse in cui erano nascoste le bombe erano state acquistate in un negozio padovano (la stessa città in cui viveva Freda), un paio di giorni prima degli attentati.<ref>{{Cita|Calvi e Laurent}}. pag. 17.</ref>
[[File:Giannettini Freda.png|thumb|Franco Freda e [[Guido Giannettini]] durante il processo]]
La Cassazione ora conferma che l'eccidio del 12 dicembre 1969 fu organizzato da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura". Secondo la Cassazione, così come per le corti d'appello, anche "la cellula veneziana di [[Carlo Maria Maggi (terrorista)|Maggi]] e [[Delfo Zorzi|Zorzi]]" nel 1969 organizzava attentati, ma "non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre". La corte giudica così "inattendibile" il pentito di Ordine Nuovo [[Carlo Digilio]], mentre certifica "veridicità e genuinità" di quanto dichiarato dal supertestimone [[Martino Siciliano]], ossia che "Siciliano ha partecipato alla riunione con Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova" in cui "Freda annunciò il programma degli attentati ai treni". Dopo gli attentati ai treni emerse che alcuni membri del gruppo avevano protestato contro Freda per aver collocato un numero maggiore di bombe da quello originariamente programmato (dieci anziché tre) e potenzialmente più letali (erano state poste negli scompartimenti e non nelle toilette) col tentativo di sviluppare la strategia terroristica tramite atti sempre più violenti affermando secondo un testimone, che "non era il caso di prendersi cura di una massa capace solo di mercanteggiare, mangiare, defecare e riprodursi".<ref>{{Cita libro|autore=Franco Ferraresi|altri=|titolo=Minacce alla democrazia: La Destra radicale e la strategia della tensione in Italia nel dopoguerra|annooriginale=1995|editore=Feltrinelli|p=185}}</ref><ref>Il disprezzo di Freda per le vittime tra le masse è ulteriormente documentata da una nota del suo diario dove l'eliminazione dei nemici è propugnata come necessaria non per motivi di avversione, ma unicamente per motivi di "igiene". Secondo le informazioni della Polizia avrebbe espresso anche l'intenzione di avvelenare le reti dell'acqua potabile con l'arsenico. (ibidem)</ref>
Tuttavia, poiché tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura". In definitiva, secondo la Cassazione, "i tragici fatti del 12 dicembre 1969 non rappresentano una 'scheggia impazzita' ma il frutto di una coordinata 'acme' operativa iscritta in un programma eversivo ben sedimentato, ancorché di oscura genesi, contorni e dimensioni". Infine, la Corte definisce "deprecabile e sorprendente" la decisione di far brillare la seconda valigia-bomba inesplosa, impedendo "accertamenti di ineludibile importanza"<ref name=biondani>Paolo Biondani, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml «Freda e Ventura erano colpevoli»], ''Corriere della Sera'', 11 giugno 2005</ref>.
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Era stabilito che [[Mariano Rumor]],<ref name=eco>Dondi Mirco. L'eco del boato. Laterza. 2015. pag.329-336.</ref> dopo le bombe del 12 dicembre 1969, che secondo il [[presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]] avrebbero dovuto essere solo dimostrative senza morti, avrebbe dichiarato lo [[stato d'assedio]], aprendo la strada ad un [[governo militare]], sostenuto dall'[[estrema destra]], come era successo in [[Grecia]] con la [[dittatura dei colonnelli]].<ref>Dondi Mirco, 12 dicembre 1969. Laterza. 2018 pag. 270.</ref> Invece i sedici morti di [[Strage di piazza Fontana|Piazza Fontana]] avevano scosso l'opinione pubblica, i [[partiti]] erano pronti alla [[guerra civile]] e Mariano Rumor ci ripensò, non dichiarò lo stato d'assedio, vanificando il [[Terrorismo|lavorio terroristico]] del [[Servizio informazioni difesa|SID]], dell'[[Ufficio Affari Riservati]], direttore [[Elvio Catenacci]], della [[CIA]] che finanziava il SID,<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/21/piazza-fontana-matrice-estera.html ''Piazza Fontana, matrice estera '']. Daniele Mastrogiacomo. Repubblica. Archivio. 21 marzo 2001.</ref> dell'[[Aginter Press]] per mezzo di [[Guido Giannettini]], di [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano delle Chiaie]] di [[Avanguardia Nazionale]] e di Franco Freda e [[Giovanni Ventura]] di Ordine Nuovo.<ref>{{Cita libro|autore=Maurizio Dianese|autore2=Gianfranco Bettin|titolo=La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=2002}}</ref>
Secondo le indagini del PM [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], confermate dalle testimonianze di [[Vincenzo Vinciguerra]], gli ordinovisti avevano progettato un attentato contro [[Mariano Rumor]]. Nel movimento ordinovista il rancore nei confronti di Rumor era giunto al punto che si progettò di [[Delitto politico|assassinarlo]] fin dal 1970. «Bisogna spazzare via Rumor» affermò [[Carlo Maria Maggi (terrorista)|Maggi]], responsabile di Ordine nuovo del Triveneto con [[Carlo Digilio]] e [[Maurizio Tramonte]]. Maggi e [[Marcello Soffiati]] proposero tre volte a Vincenzo Vinciguerra, dal 1971 al 1972, di uccidere Rumor nella sua abitazione di [[Vicenza]].<ref>Sull’eliminazione di Rumor nel 1970: Archivi processi Piazza Fontana (Appf), Faldone rosa 23, Interrogatorio di Martino Siciliano, 14 ottobre 1995, pdf, p. 111. Sulle affermazioni di Maggi contro Rumor riportate da Digilio: Appf, Faldone rosa 22, pdf, p. 1211 e p. 1295. Sulle affermazioni di Maggi contro Rumor riportate da Tramonte: Appf, Faldone rosa 28, Interrogatorio di Maurizio Tramonte, 21 dicembre 2000, pdf, p. 549. Sulla proposta a Vinciguerra: Appf, Faldone rosa 22, Tribunale di Milano, Strage alla questura di Milano, Sentenza 11 marzo 2000, pdf, p. 902. Rumor come obiettivo da colpire: Ivi, p. 1209. Sull’intenzione di uccidere Rumor: Tribunale di Brescia, Procedimento penale 03/08, Memoria del pubblico ministero, 3 febbraio 2011, Interrogatorio di Angelo Izzo, pdf, p. 1047, anche in http://www.28maggio74.brescia.it/Memoria_Pubblico_Ministero_Strage_Piazza_Loggia.pdf, visto il 26 luglio 2018.</ref> In quello stesso periodo Freda conobbe in cella [[Gianfranco Bertoli]] e [[Giancarlo Esposti]], i quali entrambi avrebbero tentato in due diverse occasioni nei due anni successivi (di cui il primo con un tentativo conclusosi con la [[Strage della Questura di Milano|strage della questura di Milano]]) di assassinare il presidente Rumor.
====Altro====
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nuovo spiraglio sulla trama nera? Deve rispondere di tentata estorsione contro Forziati|pubblicazione=L'Unità|data=28 gennaio 1973|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1973/01/28/page_002.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2012/05/31/NZ_36_01.html|titolo=Quella strage mancata alla materna slovena|sito=Archivio - Il Piccolo|data=31 maggio 2012|accesso=}}</ref>
All'inizio del 1972, [[Marco Pozzan]], stretto collaboratore di Freda, aveva confidato agli inquirenti di una serie di incontri, avvenuti con Freda in cui sarebbero stati decisi e progettati una serie di attentati terroristici realizzati poi nel corso dell’anno 1969 – quelli di aprile a Milano, quelli di agosto sui treni, quelli di ottobre, sino a quelli del 12 dicembre -; in uno di questi incontri, quello tenuto il 18 aprile 1969, avrebbero partecipato, oltre ovviamente a Freda e Ventura, anche altre due elementi di spicco: [[Pino Rauti]] del Movimento Sociale Italiano e un giornalista membro dei servizi segreti<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/strage-piazza-fontana-9189b08b|titolo=Piazza Fontana: un buco nel muro, le armi nascoste. E la pista nera decolla davvero|autore=Mario Consani|data=30 novembre 2019}}</ref>. Nel marzo 1972, i magistrati di Treviso fanno arrestare Freda, Ventura e Rauti ma quest’ultimo verrà scarcerato il mese successivo a seguito di un alibi fornito da alcuni giornalisti de [[Il Tempo]], testata giornalistica per la quale lavorava Rauti. Nel frattempo, Pozzan, ormai testimone “scomodo” – si rese irreperibile fuggendo a [[Madrid]], in [[Spagna]], con l’aiuto del capitano del Sid [[Antonio Labruna]], sotto il falso nome di «Mario Zanella», lo stesso nome con cui comparirà anni dopo [[Appartenenti alla P2|nella lista degli iscritti della P2]]. Prima della sua fuga Pozzan, attribuì a Freda anche l’esecuzione di un ulteriore attentato: quello verificatosi il 15 aprile 1969 all’[[Università degli Studi di Padova|Università di Padova]], dove Pozzan lavorava come bidello, in cui venne collocato un ordigno (circa mezzo etto di esplosivo) nello studio del rettore e professore di giurisprudenza [[Enrico Opocher]], ex insegnante nonché relatore di tesi di Freda<ref>{{Cita web|url=https://a4view.archivioflamigni.org/entita/a6756220-adaa-4298-9d79-65b1b74f63d2/Freda,%20Franco/informazioni|titolo=Franco Freda|sito=Archivio Flamigni}}</ref>. Casualmente Opocher non era presente al momento dell'esplosione. Non ci furono feriti né vittime ma i danni furono ingenti<ref>{{Cita web|url=https://www.rassegnapenitenziaria.it/rassegnapenitenziaria/cop/747126.pdf|titolo=Piazza Fontana: dopo l'evento più nero, il processo più lungo nella storia della Repubblica Italiana|autore=Stefano D'Auria|pp=70-71}}</ref>.
Alcune frasi estrapolate da libri di Franco Freda furono citate nella sentenza sulla [[strage di Bologna]], come prova che la strage ebbe matrice ideologica neofascista, in particolare il testo ''La disintegrazione del sistema'' e un testo anonimo pubblicato dalle Edizioni di Ar, da taluni commentatori attribuito a Freda, in cui si dice che «bisognava fare [...] una strage dalla quale non uscissero che fantasmi».<ref>Marco Belpoliti, Gianni Canova, Stefano Chiodi, ''Annisettanta - Il decennio lungo del secolo breve'', Skira, 2007, pag. 248</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |titolo=Ferdinando Camon, ''Occidente e la strage di Bologna'' |accesso=3 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924011810/http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm ''Strage di Bologna del 2 agosto 1980 - 1a Corte di Assise di Appello di Bologna - SENTENZA 16 MAGGIO 1994''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924110751/http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm |data=24 settembre 2015 }}</ref> Ad ogni modo Freda fu citato solo come ideologo di estrema destra, senza responsabilità penali nella strage della stazione del 2 agosto 1980, per la quale sono stati condannati i [[Nuclei Armati Rivoluzionari]] di [[Valerio Fioravanti]], sostenitori, ispirati dalla ''Disintegrazione'', del «fronte unito rivoluzionario» tra [[terrorismo nero]] e [[terrorismo rosso]].<ref>[http://storicamente.org/sessantotto-guerrieri_link18 Recensione a Franco Freda, La disintegrazione del sistema]</ref> Nel 2018 Freda ha espresso sostegno al ministro dell'Interno e vicepremier [[Lega Nord|leghista]] [[Matteo Salvini]] definendolo un "salvatore della razza bianca".<ref>[http://www.dire.it/29-11-2018/267763-terrorista-nero-freda-salvini-salvatore-razza-bianca/ Parla l’ex terrorista nero Freda: “Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”]</ref>▼
Quello stesso anno, più precisamente il 6 ottobre 1972, l'[[Brigata paracadutisti "Folgore"|ex parà]] Ivano Boccaccio, 21 anni, militante di Ordine Nuovo, tentò di dirottare il volo BM 373 Trieste-Venezia-Ancona-Foggia-Bari, operato con un [[Fokker F27]] della [[Aero Trasporti Italiani|ATI]], consociata dell'[[Alitalia]], con 7 passeggeri e 3 membri di equipaggio chiedendo, in cambio degli ostaggi, la liberazione di Freda più 200 milioni di lire per finanziare il movimento neofascista e un velivolo per poter fuggire a [[Il Cairo]]. Dopo ore di trattative i passeggeri furono liberati in cambio di carburante, approfittando della situazione riuscirono a fuggire anche i membri dell'equipaggio e Boccaccio resta ucciso in una sparatoria con la polizia all'interno dell'aereo stesso ritornato sullo scalo di [[Ronchi dei Legionari]]. Nel 1975 i militanti Vincenzo Vinciguerra e [[Carlo Cicuttini]], già autori insieme a Boccaccio della [[strage di Peteano]] avvenuta nel maggio di quello stesso anno, furono inquisiti e processati per aver organizzato con Boccaccio il tentativo di dirottamento: vennero assolti in primo grado, ma condannati in appello nel 1976.
In un'intervista del 2020<ref>{{Cita web|url=https://prometeolibero.com/2020/01/24/riti-pagani-servizi-segreti-e-neonazisti-i-retroscena-di-piazza-fontana-raccontati-dal-giudice-salvini/|titolo=Riti pagani, servizi segreti e neonazisti: i retroscena di Piazza Fontana raccontati dal giudice Salvini|autore=Giacomo Di Stefano|data=24 gennaio 2020|accesso=26 gennaio 2020}}</ref> [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], il magistrato che ha riaperto le indagini sulla [[strage di piazza Fontana]], ha definito Freda un uomo «per intelligenza, carisma e autocontrollo (..) in grado di imporsi sui membri del suo gruppo». Salvini ha anche considerato la casa editrice di Freda «non disprezzabile», prendendone comunque le distanze.▼
Il suo nome emerse anche in relazione alla figura dell'amico e collaboratore [[Adriano Romualdi]], figlio del presidente del Movimento Sociale Italiano [[Pino Romualdi]] e considerato l'allievo prediletto di Julius Evola nonché una delle figure di punta della destra radicale. Il nome di Romualdi, era infatti emerso nel corso delle indagini sulla strage di Piazza Fontana per un suo ipotetico coinvolgimento nella strage: era infatti stato indicato come l'unico personaggio che poteva chiarire circostanze fondamentali sui rapporti tra la cellula veneta di Freda e il SID di Guido Giannettini, ma morì nell'agosto del 1973 in un incidente stradale sulla via Aurelia di cui non furono mai ricostruite chiaramente le dinamiche prima che venisse interrogato in merito. La sua morte suscitò sospetti sul fatto che non si fosse trattato di un banale incidente a causa di un suo ipotetico coinvolgimento con la strage di Piazza Fontana e coi servizi segreti<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2008/10/19/Cultura/Libri/LIBRI-IL-SANGUE-E-LA-CELTICA-UNA-STORIA-ARMATA-DEL-NEOFASCISMO-2_141816.php|titolo=I dubbi sulla morte di Adriano Romualdi - Il "vicario" Freda non ama gli amarcord}}</ref>.
Nel novembre 2022 la libreria di Freda ad [[Avellino]] viene perquisita dalla [[DIGOS]] nell'ambito di un'indagine che ha portato allo smantellamento di una cellula neonazista terrorista chiamata Ordine di Hagal che progettava attentati in [[Campania]], anche se la perquisizione non ha portato al sequestro di materiale utile all'indagine.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattino.it/avellino/cellula_neonazista_perquisita_la_libreria_di_franco_freda_ad_avellino-7054664.html|titolo=Cellula neonazista, perquisita la libreria di Franco Freda ad Avellino|data=2022-11-15|accesso=2022-11-15}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/cronaca/22_novembre_16/napoli-terroristi-neonazi-legami-freda-veneto-giudice-la-sua-libreria-usata-l-indottrinamento-5f9b948c-651c-11ed-86e0-7bd3cb81bfd3.shtml|titolo=Napoli, i terroristi neonazi e i legami con Freda e il Veneto. Il giudice: «La sua libreria usata per l’indottrinamento»}}</ref>▼
La rivista clandestina ''Quex'', legata ai Nuclei Armati Rivoluzionari, fondata da Fabrizio Zani, Mario Tuti, Maurizio Murelli, [[Edgardo Bonazzi]] e Angelo Izzo e pubblicata con cadenza irregolare tra il [[1978]] e il [[1981]] era apertamente ispirata agli ideali di Freda espressi nel suo saggio ''La disintegrazione del sistema''. Nonostante ciò lo stesso nome di Freda finirà nella rubrica "''Écrasez l'infâme''" ("schiacciate l'infame"), il cui scopo era smascherare i traditori o gli infiltrati e di causarne l'annientamento morale ed eventualmente l'eliminazione fisica, accusato di coinvolgimento con i [[servizi segreti italiani]], il quale verrà aggredito da alcuni esponenti di estrema destra all'interno del carcere di [[Trani]], tra cui il NAR [[Egidio Giuliani]], compagno di cella di [[Pierluigi Concutelli]], ordinovista autore dell'omicidio del magistrato [[Vittorio Occorsio]] nel 1976<ref>{{Cita web|url=https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_15/freda-sulla-strage-brescia-non-si-scoprira-mai-verita-dda94944-133c-11e5-8f7b-8677cfd62f52.shtml|titolo=Freda: «Sulla strage di Brescia non si scoprirà mai la verità|data=15 giugno 2015}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2023/09/24/news/egidio_giuliani_uffizi_estremismo_nero_nar-415553436/|titolo=Dall’estremismo nero alla massoneria: Egidio Giuliani, omicidi e misteri|autore=Luca Serranò|data=24 settembre 2023}}</ref>.
== Rappresentazione nei media ==▼
▲Alcune frasi estrapolate da libri di Franco Freda furono citate nella sentenza sulla [[strage di Bologna]], come prova che la strage ebbe matrice ideologica neofascista, in particolare il testo ''La disintegrazione del sistema'' e un testo anonimo pubblicato dalle Edizioni di Ar, da taluni commentatori attribuito a Freda, in cui si dice che «bisognava fare [...] una strage dalla quale non uscissero che fantasmi».<ref>Marco Belpoliti, Gianni Canova, Stefano Chiodi, ''Annisettanta - Il decennio lungo del secolo breve'', Skira, 2007, pag. 248</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |titolo=Ferdinando Camon, ''Occidente e la strage di Bologna'' |accesso=3 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924011810/http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm ''Strage di Bologna del 2 agosto 1980 - 1a Corte di Assise di Appello di Bologna - SENTENZA 16 MAGGIO 1994''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924110751/http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm |data=24 settembre 2015 }}</ref> Ad ogni modo Freda fu citato solo come ideologo del terrorismo di estrema destra, senza responsabilità penali nella strage della stazione del 2 agosto 1980, per la quale sono stati condannati
=== Letteratura ===▼
Nel 2018 Freda ha espresso sostegno al ministro dell'Interno e vicepremier [[Lega Nord|leghista]] [[Matteo Salvini]] definendolo un "salvatore della razza bianca".<ref>[http://www.dire.it/29-11-2018/267763-terrorista-nero-freda-salvini-salvatore-razza-bianca/ Parla l’ex terrorista nero Freda: “Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”]</ref>
* Il personaggio di Franco, protagonista del romanzo ''Occidente'' (1975) di [[Ferdinando Camon]] è ispirato a Franco Freda e dalle ricerche fatte dall'autore sul terrorismo italiano. Freda nel corso di un'occasione in cui incontrò personalmente l'autore alla domanda se fosse veramente lui il responsabile della strage di Piazza Fontana gli rispose con la frase "''È innocente non chi è incapace di peccare, ma chi pecca senza rimorsi.''" che venne interpretata come un'ammissione di colpevolezza.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/narrativa/2022/06/28/ansa/ferdinando-camon-diritto-strage-resta-una-piaga_33ead64c-ca93-4c96-aa31-91de5baca00e.html|titolo=Ferdinando Camon, 'diritto strage' resta una piaga▼
▲In un'intervista del 2020<ref>{{Cita web|url=https://prometeolibero.com/2020/01/24/riti-pagani-servizi-segreti-e-neonazisti-i-retroscena-di-piazza-fontana-raccontati-dal-giudice-salvini/|titolo=Riti pagani, servizi segreti e neonazisti: i retroscena di Piazza Fontana raccontati dal giudice Salvini|autore=Giacomo Di Stefano|data=24 gennaio 2020|accesso=26 gennaio 2020|dataarchivio=26 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200126121931/https://prometeolibero.com/2020/01/24/riti-pagani-servizi-segreti-e-neonazisti-i-retroscena-di-piazza-fontana-raccontati-dal-giudice-salvini/|urlmorto=sì}}</ref> [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]], il magistrato che ha riaperto le indagini sulla [[strage di piazza Fontana]], ha definito Freda un uomo «per intelligenza, carisma e autocontrollo (..) in grado di imporsi sui membri del suo gruppo». Salvini ha anche considerato la casa editrice di Freda «non disprezzabile», prendendone comunque le distanze.
▲Nel novembre 2022 la libreria di Freda ad [[Avellino]] viene perquisita dalla [[DIGOS]] nell'ambito di un'indagine che ha portato allo smantellamento di una cellula neonazista terrorista chiamata Ordine di Hagal che progettava attentati in [[Campania]]
▲== Rappresentazione nei media ==
▲=== Letteratura ===
▲* Il personaggio di Franco, protagonista del romanzo ''Occidente'' (1975) di [[Ferdinando Camon]] è ispirato a Franco Freda e dalle ricerche fatte dall'autore sul terrorismo italiano. Freda, nel corso di un'occasione in cui incontrò personalmente
Autore riscrive Occidente, 'Europa ora costretta a cambiamento'|sito=Agenzia ANSA|data=2022-06-28|accesso=}}</ref>
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=== Cinema ===
* ''[[Romanzo di una strage]]'' (2012) di [[Marco Tullio Giordana]]. Nel film, Freda è interpretato da [[Giorgio Marchesi]].
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== Note ==
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▲== Opere ==
▲* Franco G. Freda, ''La disintegrazione del sistema'', Padova, Edizioni di Ar, Padova, 1969, 1970, 1978, 2000, 2005, 2010
▲* Franco G. Freda (come Fronte Popolare Rivoluzionario), ''La giustizia è come il timone: dove la si gira, va'', Padova, Edizioni di Ar, 1969
▲* Franco G. Freda, ''Il Fronte Nazionale'', Padova, Edizioni di Ar, 1994
▲* Franco G. Freda, ''Platone. Lo Stato secondo giustizia'', Padova, Edizioni di Ar, 1996
▲* Franco G. Freda, ''L'albero e le radici'', Padova, Edizioni di Ar, 1996, 2008
▲* Franco G. Freda, ''I lupi azzurri. Documenti del Fronte Nazionale'', Padova, Edizioni di Ar, 2000.
▲* Franco G. Freda, ''Monologhi a due voci. Interviste 1974 - 2007'', Padova, Edizioni di Ar, 2007.
▲* Franco G. Freda, ''In alto le forche (Il '68 e il nichilismo)'', Padova, Edizioni di Ar, 2008.
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome=Salvini|nome=Guido|wkautore=Guido Salvini (giudice)|titolo=[http://www.ritaatria.it/Portals/0/Documenti/PiazzaFontana/Sentenza%20Ordinanza%20Salvini%201998_1.pdf Sentenza ordinanza]. {{pdf}} |editore=Tribunale|città=Milano|anno=1998|pp=454|cid=Salvini}}
* {{Cita libro|cognome=Salvini|nome=Guido|wkautore=Guido Salvini (giudice)|titolo=[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/index.html Sentenza ordinanza. Indice]|editore=Tribunale|città=Milano|anno=1998|p=454}}
* {{Cita libro|cognome=Calvi|nome=Fabrizio|coautore=Frédéric Laurent|url= http://isole.ecn.org/ponte/mediateca/calvilaurent3.pdf |titolo=Piazza Fontana - La verità su una strage |editore= Mondadori|anno=1996 |p= 348 |formato=pdf|ISBN = 8804406984|cid = Calvi e Laurent}}
* [[Giampaolo Pansa]], ''[[La destra siamo noi]]'', Milano, Rizzoli, 2015
* Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent, ''Piazza Fontana - La verità su una strage'', Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-40698-4
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* Anna K. Valerio, Silvia Valerio, ''Non ci sono innocenti'', Padova, Edizioni di Ar, 2016. ISBN 978-88-98672-62-2
* {{Cita libro|autore=Matteo Albanese|titolo=Piazza Fontana|collana=Storia dei grandi segreti d'Italia|anno=2021|editore=La Gazzetta dello Sport|volume=n.4|cid=Piazza Fontana}}
* {{Cita libro|autore=Dario
== Voci correlate ==
* [[Anni di piombo]]
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{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Personalità del neofascismo]]
[[Categoria:Politici di Ordine Nuovo]]▼
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