Circe: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua}}
{{Personaggio
|medium = mitologia
|saga = [[Ciclo Troiano]]
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|autore = [[Omero]]
|professione = maga<ref>Più precisamente è una divinità minore</ref>
|immagine = Odysseus Circe MetOffering 41.83the Cup to Odysseus.jpg
|didascalia = ''[[Circe offre la coppa a Ulisse]]'', [[olio su tela]] di [[John William Waterhouse]] (1891)
|didascalia = Ceramica con Odisseo che insegue Circe
}}
 
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== Mito ==
Circe compare, come dea, per la prima volta nell'''Odissea'', quale abitante nell'isola favolosa di [[Eea (isola)|Eea]].
{{q|E arrivammo all'isola Eea: vi abitava<br>Circe dai riccioli belli, dea tremenda con voce umana|''Odissea'', X, 135-6; traduzione di G. Aurelio Privitera.|Αἰαίην δ' ἐς νῆσον ἀφικόμεθ'· ἔνθα δ' ἔναιε <br>
Κίρκη ἐϋπλόκαμος, δεινὴ θεὸς αὐδήεσσα,|lingua=grc}}
 
Figlia di [[Elio (divinità)|Elio]] e della ninfa [[Perseide]], i suoi fratelli sono [[Eete]] (re della [[Colchide]] e padre di [[Medea]]), [[Pasifae]] (moglie di [[Minosse]] e madre di [[Fedra]], di [[Arianna (mitologia)|Arianna]] e del [[Minotauro]]) e [[Perse (figlio di Elio)|Perse]]. Secondo un'altra tradizione è figlia del Giorno e della Notte. Stando invece a quanto riporta [[Euripide]] nella ''[[Medea (Euripide)|Medea]]'', quest'ultima viene descritta come figlia dei sovrani della Colchide, ossia Eete e Ecate. Essendo Eete figlio del Sole (e così si spiegherebbe l'etimologia del nome Eete, da ἕως [eos], aurora, sole), dunque Circe sarebbe sorella del re e zia di Medea (mortale).
 
[[Omero]] colloca l'isola ad Oriente (cfr. XII,3: νῆσόν τ' Αἰαίην, ὅθι τ' Ἠοῦς ἠριγενείης/οἰκία καὶ χοροί εἰσι καὶ ἀντολαὶ Ἠελίοιο); la tradizione successiva identificherà questa con il promontorio Circeo nel Lazio<ref>Herbert Jennings Rose, p. 468; Franco Ferrari ''et alii'', p. 626</ref>.
 
La sua dimora è in un palazzo circondato da un bosco, abitato da festose bestie selvatiche<ref>«La sua casa è circondata da bestie selvatiche che accolgono festevolmente i nuovi arrivati» AA.VV., ''Dizionario di antichità classiche'', edizione in 2 voll. e 1 vol. (traduzione in italiano dell{{'}}''Oxford Classical Dictionary'', OCD2, ed. 1970). Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p.468.</ref> (Virgilio in ''[[Eneide|Æneis]]'', VII, 19-20, ci dice che queste bestie altro non sono che uomini così ridotti dai sortilegi della dea-maga: ''quos hominum ex facie dea saeva potentibus herbis induerat Circe in voltus ac terga ferarum'') che ella aveva incantato con filtri maligni (τοὺς αὐτὴ κατέθελξεν, ἐπεὶ κακὰ φάρμακ᾽ ἔδωκεν, X, 213).
 
===L'incontro con Ulisse===
[[Ulisse]], dopo aver visitato il paese dei [[Lestrigoni]], giunge all'isola di [[Eea (isola)|Eea]]. L'isola, coperta da fitta vegetazione, sembra disabitata e Ulisse invia in ricognizione parte del suo equipaggio, sotto la guida di [[Euriloco (Odissea)|Euriloco]]. In una vallata gli uomini scoprono che all'esterno di un [[palazzo]], dal quale risuona una voce melodiosa, vi sono animali selvatici. Tutti gli uomini, con l'eccezione di Euriloco, entrano nel palazzo e vengono bene accolti dalla padrona, che altro non è che Circe. Gli uomini vengono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. Subito dopo, Circe li spinge verso le stalle e li rinchiude.
 
{{citazione|E quella, subito uscì e aprì le porte splendenti<br>e li invitò: essi, stolti, tutti insieme la seguirono.<br>Euriloco invece rimase indietro: sospettò l’inganno.<br>Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi,<br>e per essi formaggio e farina e giallognolo miele<br>mescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunse<br>veleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra.<br>Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subito<br>li percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile.<br>Ed essi di porci avevano e testa e voce e peli<br>e tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima.<br>Così quelli piangenti furono rinchiusi; e a loro Circe<br>buttò ghiande di leccio e di quercia e corniolo,<br>quali sempre mangiano i porci che dormono per terra. <small>''(Od. X,230-243)''</small>|{{cita libro|autore=Omero|titolo=Odissea: testo greco a fronte|curatore=Vincenzo Di Benedetto|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2010|pagine=565-567}}|ἡ δ' αἶψ' ἐξελθοῦσα θύρας ὤϊξε φαεινὰς<br>
καὶ κάλει· οἱ δ' ἅμα πάντες ἀϊδρείῃσιν ἕποντο<br>
Εὐρύλοχος δ' ὑπέμεινεν· ὀΐσατο γὰρ δόλον εἶναι.<br>
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ἔδμεναι, οἷα σύες χαμαιευνάδες αἰὲν ἔδουσιν.|lingua=grc}}
 
Euriloco torna velocemente alla nave e racconta a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano di [[Itaca]] decide di andare da Circe per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dio [[Ermes]], messaggero degli dèi, con le sembianze di un ragazzo cui spunta la prima barba, che gli svela il segreto per rimanere immune ai suoi incantesimi.: Sese mischierà in ciò che Circe gli offre da bere un'erba magica chiamata ''[[Moli (mitologia)|moly]]'', non subirà alcuna trasformazione; quando ella lo toccherà con la sua verga, egli dovrà gettarsi contro di lei come per trafiggerla con la spada.
 
[[File:Odysseus Circe Met 41.83.jpg|thumb|Odisseo e Circe, da un [[Ceramica attica|vaso attico]] a [[figure rosse]] (ca. 440 a.C.)]]
Ulisse raggiunge Circe, la quale gli offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma Ulisse, avendo avuto la precauzione di mescolare il ''moly'' con la bevanda, non si trasforma in porco. EgliSeguendo minacciale indicazioni di ucciderlaErmes, l'eroe sguaina la spada, al che ella riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse e anche a tutti gli altri tramutati in porci.
 
Dopo un anno, Ulisse è costretto a cedere ai desideri dei suoi compagni, che vogliono tornare a casa; chiede, dunque, a Circe la strada migliore per il ritorno, e la magadea gli consiglia di visitare prima gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovino [[Tiresia]]. Al ritorno dagli inferi, Circe darà ad Ulisse numerosi suggerimenti su come superare al meglio le successive difficoltà lungo la strada per Itaca.
 
Secondo la tradizione, Circe ebbe un figlio da Ulisse, [[Telegono]].
 
==Circe: dea o maga?==
La figura di Circe appare per la prima volta nell'Odissea dove viene chiaramente e ripetutamente indicata come dea. Questa dea, figlia di [[Elio (divinità)|Elio]], il dio Sole e della ninfa oceanina, [[Perseide]], ha il potere di preparare dei potenti "pharmaka" con i quali trasforma a sua volontà gli uomini in animali. Tale trasformazione non fa perdere agli sventurati il proprio ''noosnous'' ("consapevolezza").
 
Il termine e la nozione greca di ''mágos'' era del tutto sconosciuto all'autore dell{{'}}''Odissea'' in quanto introdotto secoli dopo da Erodoto per indicare i sacerdoti persiani.
 
Con il termine moderno di "mago" si indica comunemente un personaggio che esercita la magia, gli incantesimi, che prepara potenti "pozioni" magiche, un essere dotato di poteri soprannaturali. Tale termine entra in lingua italiana già prima del XIV secolo proveniente dal latino ''magus'', a sua volta dal greco antico ''mágos'', a sua volta dall'alto persiano ''maguš''. Se l'etimologia è chiara e diretta, i significati nell'antichità erano molto diversi da quelli moderni.
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Per questa ragione «nell'Odissea Circe non è una maga (e in termini greci, non potrà esserlo prima del V secolo a.C.)» ma solo «una dea terribile, che trasforma arbitrariamente gli uomini in animali»<ref>[[Marcello Carastro]]. ''L'invenzione della magia in Grecia''. In ''Grecia mito e religione'' vol.6 di ''L'antichità'' (Coordinatore del Comitato scientifico: [[Umberto Eco]]). Milano, Encyclomedia Publishers-CRS, 2011 pag. 434</ref>.
 
== InfluenzaNella culturalecultura successiva ==
A Circe è intitolato il [[cratere Circe]] su [[Teti (astronomia)|Teti]]<ref>{{Cita web|url = http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/1220|titolo = Circe|sito = Gazetteer of Planetary Nomenclature|lingua = en|accesso = 8 gennaio 2016}}</ref> e [[34 Circe]], un grande [[asteroide]] nella [[fascia principale]].
[[File:Circe Offering the Cup to Odysseus.jpg|thumb|upright=0.8|''Circe offre la coppa ad Odisseo'', opera di [[John William Waterhouse]] (1849-1917)]]
A Circe è intitolato il [[cratere Circe]] su [[Teti (astronomia)|Teti]]<ref>{{Cita web
|url = http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/1220
|titolo = Circe
|sito = Gazetteer of Planetary Nomenclature
|lingua = en
|accesso = 8 gennaio 2016
}}</ref> e [[34 Circe]], un grande [[asteroide]] nella [[fascia principale]].
 
Nel 2018 la scrittrice americana [[Madeline Miller]] racconta nel romanzo ''[[Circe (romanzo)|''Circe'']]'' la vita della dea, in una rilettura basata sulle fonti Omericheomeriche, ma con una delineazione del personaggio molto più "umana" e caratterizzata. Il romanzo è stato finalista per il [[Women's Prize for Fiction]]. Scritto in lingua inglese, è stato tradotto in altre sei lingue, tra cui l'italiano.
 
All'interno del romanzo sono riprese le ambientazioni dell'Odissea: per esempio, vi sono riferimenti a [[Scilla (mostro)|Scilla]] e [[Cariddi]] situate, secondo il mito, nello [[stretto di Messina]]. Il riferimento principale è quello all'isola di [[Eea (isola)|Eea]] che si trova, sempre secondo il mito, al sud di [[Roma]] nel [[Mar Tirreno]] e corrisponde, oggi, all'attuale promontorio del Circeo, nel Parco Nazionale del Circeo, in provincia di Latina. L'isola è infatti il luogo di esilio dove abita la Magadea Circe.
 
La storia si apre con la nascita di Circe alla corte del dio [[Elio (divinità)|Elios]] suo padre, dove la magadea vive fino al giorno del suo esilio. La sua infanzia è priva di affetto sia genitoriale che fraterno. Circe, infatti, cerca sempre un modo per rendere orgogliosa la sua famiglia fallendo ogni volta. Quando però scopre i suoi poteri magicidi dea-maga, grazie ad una particolare pianta, viene considerata un mostro ed esiliata. Sull'isola di Eea Circe comprende appieno i suoi poteri e quello che è in grado di fare. Per esempio, riesce ad evocare dei leoni che le faranno compagnia durante la sua vita sull'isola. Inoltre riesce a preparare delle pozioni magiche, dette "pharmaka", con le quali può tramutare le persone in animali, a seconda della loro personalità. Durante la sua vita fa la conoscenza di molte figure maschili, positive, come [[Ermes]] che le portava notizie dal mondo esterno, oppure negative, come i pirati che si approfittano della sua ospitalità e le usano violenza<ref name="Circe">{{cita web|url=http://madelinemiller.com/circe/|titolo=Circe|lingua=en|accesso=22 luglio 2019}}</ref>.
 
== Note ==
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|isbn= 88-8183-262-3
}}
* [[Madeline Miller]],'' Circe '', traduzione di [https://www.sonzognoeditori.it/index.php/component/marsilio/scheda-autore/4223/marinella-magr?Itemid=126 Marinella Magrì], Sonzogno, 2018, [[ISBN]] 978-88-454-0034-6.
* [[Marilù Oliva]],'' L'ODISSEA raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre, Solferino, 2020, [[ISBN]] 978-8828203612''
 
== Voci correlate ==
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* ''[[La maga Circe]]'', dramma giocoso per musica di [[Pasquale Anfossi]]
* [[Circe (romanzo)]], romanzo di Madeline Miller
* [[Cassifone]]
* [[Telegono]]
 
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