Circe: differenze tra le versioni
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m Se Medea, Deianira, Cassandra etc. hanno come "immagine di copertina" quadri ottocenteschi, allora può benissimo anche, con raffigurazione estremamente più pregnante (e, di questi tempi, anche meno "fraintendibile") rispetto a quella attuale, che dovrebbe semplicemente rappresentare ''Odissea'' X, 321-325 (ma poco perspicuo - come sempre, penso al "lettore ideale" dell'articolo sul quale vado a intervenire - qui credo le scolaresche...) |
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[[Omero]] colloca l'isola ad Oriente (cfr. XII,3: νῆσόν τ' Αἰαίην, ὅθι τ' Ἠοῦς ἠριγενείης/οἰκία καὶ χοροί εἰσι καὶ ἀντολαὶ Ἠελίοιο); la tradizione successiva identificherà questa con il promontorio Circeo nel Lazio<ref>Herbert Jennings Rose, p. 468; Franco Ferrari ''et alii'', p. 626</ref>.
La sua dimora è in un palazzo circondato da un bosco, abitato da festose bestie selvatiche<ref>«La sua casa è circondata da bestie selvatiche che accolgono festevolmente i nuovi arrivati» AA.VV., ''Dizionario di antichità classiche'', edizione in 2 voll. e 1 vol. (traduzione in italiano dell{{'}}''Oxford Classical Dictionary'', OCD2, ed. 1970). Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, p.468.</ref> (Virgilio in ''[[Eneide|Æneis]]'', VII, 19-20, ci dice che queste bestie altro non sono che uomini così ridotti dai sortilegi della dea-maga: ''quos hominum ex facie dea saeva potentibus herbis induerat Circe in voltus ac terga ferarum'') che ella aveva incantato con filtri maligni (τοὺς αὐτὴ κατέθελξεν, ἐπεὶ κακὰ φάρμακ᾽ ἔδωκεν, X, 213).
===L'incontro con Ulisse===
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ἔδμεναι, οἷα σύες χαμαιευνάδες αἰὲν ἔδουσιν.|lingua=grc}}
Euriloco torna velocemente alla nave e racconta a Ulisse quanto accaduto. Il sovrano di [[Itaca]] decide di andare da Circe per tentare di salvare i compagni. Dirigendosi verso il palazzo, incontra il dio [[Ermes]], messaggero degli dèi, con le sembianze di un ragazzo cui spunta la prima barba, che gli svela il segreto per rimanere immune ai suoi incantesimi
[[File:Odysseus Circe Met 41.83.jpg|thumb|Odisseo e Circe, da un [[Ceramica attica|vaso attico]] a [[figure rosse]] (ca. 440 a.C.)]]
Ulisse raggiunge Circe, la quale gli offre da bere (come aveva fatto con i suoi compagni), ma Ulisse, avendo avuto la precauzione di mescolare il ''moly'' con la bevanda, non si trasforma in porco.
Dopo un anno, Ulisse è costretto a cedere ai desideri dei suoi compagni, che vogliono tornare a casa; chiede, dunque, a Circe la strada migliore per il ritorno, e la dea gli consiglia di visitare prima gli inferi e di consultare l'ombra dell'indovino [[Tiresia]]. Al ritorno dagli inferi, Circe darà ad Ulisse numerosi suggerimenti su come superare al meglio le successive difficoltà lungo la strada per Itaca.
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La figura di Circe appare per la prima volta nell'Odissea dove viene chiaramente e ripetutamente indicata come dea. Questa dea, figlia di [[Elio (divinità)|Elio]], il dio Sole e della ninfa oceanina, [[Perseide]], ha il potere di preparare dei potenti "pharmaka" con i quali trasforma a sua volontà gli uomini in animali. Tale trasformazione non fa perdere agli sventurati il proprio ''nous'' ("consapevolezza").
Il termine e la nozione greca di ''mágos'' era del tutto sconosciuto all'autore dell{{'}}''Odissea'' in quanto introdotto secoli dopo da Erodoto per indicare i sacerdoti persiani.
Con il termine moderno di "mago" si indica comunemente un personaggio che esercita la magia, gli incantesimi, che prepara potenti "pozioni" magiche, un essere dotato di poteri soprannaturali. Tale termine entra in lingua italiana già prima del XIV secolo proveniente dal latino ''magus'', a sua volta dal greco antico ''mágos'', a sua volta dall'alto persiano ''maguš''. Se l'etimologia è chiara e diretta, i significati nell'antichità erano molto diversi da quelli moderni.
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Per questa ragione «nell'Odissea Circe non è una maga (e in termini greci, non potrà esserlo prima del V secolo a.C.)» ma solo «una dea terribile, che trasforma arbitrariamente gli uomini in animali»<ref>[[Marcello Carastro]]. ''L'invenzione della magia in Grecia''. In ''Grecia mito e religione'' vol.6 di ''L'antichità'' (Coordinatore del Comitato scientifico: [[Umberto Eco]]). Milano, Encyclomedia Publishers-CRS, 2011 pag. 434</ref>.
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A Circe è intitolato il [[cratere Circe]] su [[Teti (astronomia)|Teti]]<ref>{{Cita web|url = http://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/1220|titolo = Circe|sito = Gazetteer of Planetary Nomenclature|lingua = en|accesso = 8 gennaio 2016}}</ref> e [[34 Circe]], un grande [[asteroide]] nella [[fascia principale]].
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|isbn= 88-8183-262-3
}}
* [[Madeline Miller]],'' Circe '', traduzione di [https://www.sonzognoeditori.it/index.php/component/marsilio/scheda-autore/4223/marinella-magr?Itemid=126 Marinella Magrì], Sonzogno, 2018,
* [[Marilù Oliva]],'' L'ODISSEA raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre, Solferino, 2020,
== Voci correlate ==
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