Diritto all'oblio: differenze tra le versioni

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ConIl la [[locuzione]] "'''diritto all'oblio'''" siè intende, inil [[diritto]], una particolare forma di [[garanziasoggettivo]] chead prevedeimpedire la non diffusione, senzanon motivata da particolari motiviragioni, di informazioni che possono costituire un precedente ''pregiudizievole'' dell'onore di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona.
 
In base a questo principio non è legittimo, ad esempio, diffondere informazioni relative a [[condanna|condanne]] ricevute o, comunque, altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca. Anche in tali casi la pubblicità del fatto deve essere proporzionata all'importanza dell'evento e al tempo trascorso dall'accaduto. Le leggi che regolamentano il diritto all'oblio si applicano esclusivamente alle [[persona fisica|persone fisiche]] e non alle aziendepersone giuridiche o comunque a soggetti diversi dalle persone fisiche, essendo collegate alla responsabilità penale, che pertiene esclusivamente a queste ultime.
 
== Nel diritto dell'Unione Europea ==
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=== Orientamento giurisprudenziale ===
In Italia il diritto all'oblio è relativamente “nuovo”, essendo comparso nella giurisprudenza solo a partire dagli anni novanta del [[XX secolo]]1990<ref>[[Umberto Ambrosoli]], [[Massimo Sideri]], ''Diritto all'oblio, dovere della memoria'', Giunti/Bompiani, Milano 2017.</ref>.
 
La Corte di Cassazione lo ha definito come il:
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Un altro fattore da tenere in considerazione riguarda l'articolo 27, Comma 3° della Costituzione secondo cui ''“Le pene […] devono tendere alla rieducazione del condannato”'' (principio della funzione rieducativa della pena). Il diritto all'oblio favorirebbe, in questo senso, il reinserimento sociale dell'accusato, il suo ritorno alla società civile.
 
Sull'esistenza del diritto all'oblio si è espressa positivamente anche la Suprema [[Corte di Cassazionecassazione]]. Con la sentenza 16111 del 2013 (Cassazione Civile) la Corte ha affermato che, per reiterare legittimamente notizie attinenti a fatti remoti nel tempo, è necessario il rilevante collegamento con la realtà attuale e la concreta utilità della notizia, da esprimersi sempre nei vincoli della cosiddetta "continenza espositiva"<ref>consulta anche [http://www.diritto.it/docs/35728-difetto-del-nesso-di-proporzionalit-tra-esigenza-di-libera-informazione-e-lesione-della-riservatezza-chiaroscuri-nell-area-di-efficacia-del-diritto-all-oblio Gambetta D., ''Difetto del nesso di proporzionalità tra esigenza di libera informazione e lesione della riservatezza: chiaroscuri nell'area di efficacia del diritto “all'oblio”''] in Diritto & Diritti, rivista giuridica telematica ISSN 1127-8579, Dicembre 2013.<br />
</ref>.
 
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;Principio della pertinenza
Il diritto di riprodurre fatti negativi, purché veritieri, da parte di organi di stampa ed assimilati trova un limite nel ''principio della pertinenza'': i fatti possono essere riproposti, anche a distanza di tempo, solo se hanno una stretta relazione con nuovi fatti di cronaca e se vi è un interesse pubblico alla loro diffusione.<ref>[{{Cita web |url=http://www.loudvision.it/rubriche-diritto-all-oblio-quando-dimenticare-e-un-obbligo-giuridico--1087.html |titolo=Diritto all'oblio: Quando dimenticare è un obbligo giuridico |{{!}} LoudVision<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=24 febbraio 2011 |dataarchivio=10 febbraio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110210231602/http://www.loudvision.it/rubriche-diritto-all-oblio-quando-dimenticare-e-un-obbligo-giuridico--1087.html |urlmorto=sì }}</ref>
 
==== Diritto all'oblio digitale, anche senza nome ====
Nel mese di luglio 2019, il Garante della Privacy ha stabilito che il diritto all'oblio possa essere invocato anche partendo da dati presenti sul web e che non siano nome e cognome dell'interessato, nel caso lo rendano identificabile, anche in via diretta. Questa decisione si riferisce al reclamo di un professionista che aveva chiesto invano a [[Google]] di cancellare una [[Uniform Resource Locator|URL]] reperibile online digitando non il proprio nome, ma la sua qualifica di presidente di una determinata cooperativa<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2019/07/22/diritto-oblio-possibile-anche-senza-nome_8a7717c9-0a85-4540-9796-456ed008b94f.html|titolo=Il diritto all'oblio è possibile anche senza il nome - Internet e Social|sito=Agenzia ANSA|data=22 luglio 2019|accesso=22 luglio 2019}}</ref>.
Inoltre, secondo l'art. 17 del GDPR del 2016, anche per quanto riguarda il mondo digitale, i dati personali che un titolare ha archiviato, devono essere cancellati nel minor tempo possibile, e comunque quando sono esaurite le finalità per le quali questi dati sono stati raccolti<ref>{{cita web|url=https://www.puntosicuro.it/privacy-C-89/per-quanto-tempo-i-dati-personali-possono-essere-conservati-AR-tutta21610/#:~:text=possono%20essere%20conservati%3F-,L'articolo%2017%20del%20GDPR%20stabilisce%20che%20i%20dati%20personali,tali%20dati%20sono%20stati%20raccolti.}}</ref>. Tuttavia, in attuale assenza di una normativa nazionale specifica in tal senso, i siti e motori di ricerca non hanno nessun obbligo di cancellazione dei dati personali a vario titolo acquisiti, quali [[indirizzo IP]], indirizzo di [[posta elettronica]], e dati anagrafici.
 
=== I casi ===
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La Cassazione afferma che la notizia deve rimanere ed anche essere reperibile, tutt'al più deve essere aggiornata, perciò richiama al riguardo l'art. 7 del [[Codice in materia di protezione dei dati personali|Codice per la protezione dei dati personali]] e rinvia al giudice perché individui lo strumento per realizzare il diritto all'aggiornamento, quindi in questo caso non è corretto parlare di diritto all'oblio ma di quello alla contestualizzazione dei dati; in seguito la sentenza ha suscitato molte preoccupazioni in quanto si è pensato alludesse a un obbligo di aggiornamento continuo indipendentemente da richieste o segnalazioni degli interessati (materialmente quasi impossibile), ma in realtà l'obbligo di aggiornamento sorge solo se c'è una richiesta al riguardo, inoltre la sentenza continua a fare riferimento ad obblighi del sito originario e non coinvolge in alcun modo il [[motore di ricerca]].<ref name=":1" />
 
====La ''riforma Cartabia''====
 
La legge n. 134 del 2021, nell'ambito del più vasto quadro della c.d. ''riforma Cartabia'' ha inciso anche in materia di ''diritto all'oblio'' stabilendo al comma 25 dell’art. 1 che “il decreto di archiviazione e la sentenza di non luogo a procedere o di assoluzione costituiscano titolo per l’emissione di un provvedimento di deindicizzazione che, nel rispetto della normativa dell’Unione europea in materia di dati personali, garantisca in modo effettivo il diritto all’oblio degli indagati o imputati.”
 
====Testo unico in materia di casellario giudiziale====
 
Il d.lgs. 2 ottobre 2018, n. 122 che dispone la modifica dell’art. 24, comma 1, lett. e), del d.P.R. del 14 novembre 2002, n. 313, prevede l’esclusione dall’iscrizione nel certificato del casellario giudiziale del provvedimento di applicazione della pena su richiesta delle parti laddove quest’ultima non sia superiore a due anni;
 
Secondo il ''Garante della Privacy'' ciò comporta, decorso un congruo periodo di tempo che faccia venir meno l'attualità della notizia, l'obbligo di deindicizzare tali notizie, altrimenti ''il beneficio in tal modo riconosciuto dall’ordinamento, finalizzato a limitare la conoscibilità della condanna subita da un determinato soggetto, verrebbe, di fatto, vanificato ove fosse consentito al titolare di trattare ulteriormente i dati del reclamante attraverso la reperibilità in rete degli stessi, pregiudicando così la sfera di riservatezza dell’interessato.''<ref>[https://gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/10022403 gpdp Provvedimento del 9 maggio 2024 (10022403)]</ref>
 
Secondo il Garante, perciò la permanenza di un articolo che contiene tale notizia deve avvenire solo in una sezione ''archivio'' non indicizzato dai motori di ricerca esterni.
 
===Diritto all'oblio oncologico===
Nel luglio 2023 la [[Lombardia]] è stata la prima regione italiana ad approvare una mozione per il diritto all'oblio a favore dei malati [[oncologia|oncologici]], i quali venivano discriminati nell'accesso ai mutui, nell'adozione dei minori e nelle selezioni di lavoro.
 
Il diritto all'oblio può essere potenzialmente esteso anche ad altre patologie la cui guarigione non incide più sulla vita del malato.<ref>{{cita web|url=https://www.ansa.it/lombardia/notizie/consiglio_lombardia/2023/07/04/diritto-alloblio-oncologico-approvata-mozione-in-lombardia_23ead364-0d58-419b-8069-0a10ad1da408.html|titolo=Diritto all'oblio oncologico, approvata mozione in Lombardia|data=4 luglio 2023}}</ref>
 
== In Europa ==
=== Francia ===
Un primo tentativo di regolamentare tale fattispecie di diritto all'oblio è stato effettuato dal governo [[Francia|francese]] in un accordo con gli editori, attraverso la discussione della ''Charte du droit à l'oubli dans les site collaboratifs et les moteurs de recherche'' (Carta del diritto all'oblio nei siti collaborativi e nei motori di ricerca).<ref>{{fr}}[http://www.numerama.com/magazine/17044-une-charte-sur-le-droit-a-l-oubli-numerique-sans-google-ni-facebook.html Une charte sur le droit à l'oubli numérique sans Google ni Facebook]</ref><ref>{{fr}}{{collegamento interrotto|1=[http://www.prospective-numerique.gouv.fr/sites/default/files/Charte%20Droit%20%C3%A0%20l%27oubli_13_10_2010.pdf Charte du droit à l'oubli dans les site collaboratifs et les moteurs de recherche] |data=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=8212&ID_sezione=38&sezione= Francia, accordo dei big per "diritto all'oblio" su Internet Assenti Facebook e Google]</ref><ref>[https://fr.wikisource.org/wiki/Charte_du_droit_%C3%A0_l'oubli_dans_les_sites_collaboratifs_et_les_moteurs_de_recherche fr:wikisource]</ref><ref>[http://www.gouvernement.fr/gouvernement/charte-du-droit-a-l-oubli-numerique-mieux-proteger-les-donnees-personnelles-des-interna Sito del governo francese] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101231135713/http://www.gouvernement.fr/gouvernement/charte-du-droit-a-l-oubli-numerique-mieux-proteger-les-donnees-personnelles-des-interna |data=31 dicembre 2010 }}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=LEGITEXT000006068624&dateTexte=vig%7Ctexte%3DLoi |titolo=n°78-17 du 6 janvier 1978 – Article 6 de la loi relative à l'informatique, aux fichiers et aux libertés |accesso=24 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160107084744/http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=LEGITEXT000006068624# |dataarchivio=7 gennaio 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
 
=== Germania ===
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=== Spagna ===
 
L'iniziativa del garante della privacy spagnolo, sulla scia di un intervento precedente dell'Autorità italiana<ref>[http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=370&ID_sezione=&sezione= La Stampa] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081011155525/http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=2&ID_articolo=370&ID_sezione=&sezione= |data=11 ottobre 2008 }}</ref>, si è indirizzata soprattutto allsull'affermazione della responsabilità dei motori di ricerca<ref>[http://www.key4biz.it/News/2011/01/20/Policy/diritto_oblio_Google_Viviane_Reding_Nathalie_KosciuskoMorizet_privacy.html Diritto all'oblio: il Garante della privacy spagnolo porta Google in tribunale. 'Cancelli i dati che violano la privacy'<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110125234354/http://www.key4biz.it/News/2011/01/20/Policy/diritto_oblio_Google_Viviane_Reding_Nathalie_KosciuskoMorizet_privacy.html |data=25 gennaio 2011 }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.supercom.it/News/Policy/Diritto_all'oblio_il_Garante_Privacy_spagnolo_porta_Google_in_tribunale._'Cancelli_i_dati_che_violano_la_privacy'.html|titolo=Diritto all'oblio: il Garante Privacy spagnolo porta Google in tribunale. 'Cancelli i dati che violano la privacy'|sito=SuperCom|data=20 gennaio 2011|accesso=1º agosto 2021|urlarchivio=https://archive.todayis/20130413104804/http://www.supercom.it/News/Policy/Diritto_all'oblio_il_Garante_Privacy_spagnolo_porta_Google_in_tribunale._'Cancelli_i_dati_che_violano_la_privacy'.html|dataarchivio=13 aprile 2013|urlmorto=sì}}</ref> (vedi ''infra'' "[[Diritto all'oblio#La giurisprudenza: sentenza C-131/12 del 2014|Sentenza C-131/12 del 2014]]").
 
== Extra-UE ==
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Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], un sondaggio ha indicato che 9 americani su 10 esigono una qualche forma di diritto ad essere dimenticati.<ref>{{Cita web|url = http://www.adweek.com/prnewser/hey-google-9-in-10-americans-want-the-right-to-be-forgotten/111218|titolo = Hey Google: 9 in 10 Americans Want the ‘Right to Be Forgotten’|accesso = 16 gennaio 2016}}</ref>
 
L'11 marzo del 2015, [[US Intelligence Squared]], un'organizzazione che mette in scena dibattiti competitivi (strutturati sul modello accusa-difesa), ha tenuto un dibattito incentrato sul quesito: "Gli Stati Uniti dovrebbero adottare il "diritto all'oblio" online?" La [[mozione]] è stata respinta con una maggioranza del 56% del pubblico votante.<ref>{{Cita web|url = http://intelligencesquaredus.org/debates/past-debates/item/1252-the-u-s-should-adopt-the-right-to-be-forgotten-online|titolo = The U.S. Should Adopt the 'Right to Be Forgotten' Online|accesso = 16 gennaio 2016|sito = intelligencesquaredus.org|dataarchivio = 9 gennaio 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160109150647/http://intelligencesquaredus.org/debates/past-debates/item/1252-the-u-s-should-adopt-the-right-to-be-forgotten-online|urlmorto = sì}}</ref>
 
In linea con la proposta secondo cui le uniche informazioni che possono essere rimosse su richiesta dell'utente sono le informazioni che l'utente stesso ha inserito, alcuni critici ritengono che "il diritto all'oblio" vada contro la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America]] in quanto proponga una forma indiretta di censura.<ref>{{Cita web|url = https://www.theatlantic.com/technology/archive/2012/01/why-journalists-shouldnt-fear-europes-right-to-be-forgotten/251955/|titolo = Why Journalists Shouldn't Fear Europe's 'Right to be Forgotten'|accesso = 16 gennaio 2016|lingua = en|sito = The Atlantic}}</ref>
 
Molte persone finite sotto l'opinione pubblica, per reati e/o per la loro fama, hanno cercato di assumere un posto tranquillo e anonimo della società ma la possibilità di essere indicizzati ha reso tali soggetti un bersaglio facile per i mass-media. La mancanza di una legge sul "diritto all'oblio" ha generato una varietà di sentenze dei singoli casi: secondo alcuni ogni persona ha il diritto di non ricevere inutili attacchi per la propria posizione sociale o reputazione, mentre per altri esiste un limite al diritto di poter controllare le informazioni sulla propria vita poiché bisogna accettare il proprio status di persona riconoscibile.
 
=== Argentina ===
L'[[Argentina]] ha visto casi di [[Celebrità|personaggi famosi]] contro [[Google]] e [[Yahoo!]] in cui i querelanti richiedevano la rimozione di alcuni risultati di ricerca e collegamenti a fotografie.<ref>{{Cita web|url= http://www.infotechnology.com/internet/La-Justicia-argentina-sobreseyo-a-Adriana-Norea-presidente-de-Google.hmtl-20120604-0005.html|titolo= La Justicia Argentina Sobreseyó a Adriana Noreña, Directora General de Google|editore= Infotechnology.com|data= 21 settembre 2012|accesso= 9 agosto 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150924034901/http://www.infotechnology.com/internet/La-Justicia-argentina-sobreseyo-a-Adriana-Norea-presidente-de-Google.hmtl-20120604-0005.html|dataarchivio= 24 settembre 2015|urlmorto= sì}}</ref> Un caso, sollevato dall'artista Virginia Da Cunha, ha coinvolto fotografie fatte e caricate online con il suo consenso, però lei ha sostenuto che i risultati di ricerca associavano erroneamente le sue fotografia a contenuti pornografici.<ref>Carter, Edward L. "Argentina's Right to Be Forgotten." Emory International Law Review. 27 (2013): pg 23.</ref> Il caso De Cunha ha raggiunto il successo inizialmente, facendo sì che in Argentina i motori di ricerca non mostrino immagini della celebrità. La decisione, nel [[2013]], era ancora in appello.<ref>{{Cita web|url= http://www.buenosairesherald.com/article/139989/|titolo= ‘Search engines not responsible for content’|editore= BuenosAiresHerald.com|data= 5 settembre 2013|accesso= 9 agosto 2014}}</ref>
 
=== India ===
Nell'aprile 2016 la l'[[Delhi High Court|Alta Corte di Delhi]] iniziò a esaminare la questione dopo che un banchiere di Delhi richiese che alcune informazioni personali venissero rimosse dai risultati dei motori di ricerca in seguito a una disputa coniugale. In questo caso, poiché la disputa era stata risolta, la richiesta fu considerata valida. La Corte richiese riscontri da parte di Google e altri motori di ricerca entro il 19 settembre per permettere alla Corte ulteriori indagini in materia. In seguito a richiesta da parte della [https://internetfreedom.in/ Internet Freedom Foundation] (IFF), preoccupata per le implicazioni sui diritti umani che una futura sentenza potrebbe avere, la Corte ha fissato la prossima udienza al 2 febbraio 2017.
 
=== Corea del Sud ===
Nel maggio del 2016, la [[Korea Communications Commission]] (KCC), agenzia statale per la gestione dei media, ha annunciato che i cittadini potranno fare richiesta ai motori di ricerca e agli amministratori dei siti web per evitare che i loro post restino di dominio pubblico.<ref>{{Cita web|url=https://www.bna.com/south-korea-releases-n57982070847/|titolo="South Korea Releases Right to Be Forgotten Guidance"|accesso=20 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170221010325/https://www.bna.com/south-korea-releases-n57982070847/|dataarchivio=21 febbraio 2017|urlmorto=sì}}</ref> Il KCC ha pubblicato le [http://src.bna.com/eBy "linee guida per il diritto di restrizione all'accesso ai post da personal computer"], che entreranno in vigore nel giugno 2016 e che non si applicano ai contenuti di terze parti. Essendo chePoiché il diritto all'oblio riguarda il diritto di un soggetto di limitare la ricercabilità dei suoi post anche su siti di terze parti, la linea guida non costituisce un diritto all'oblio. Inoltre, per quanto riguarda il diritto di eliminare i post, i critici hanno notato che le persone erano già in grado di cancellare i propri post prima della pubblicazione delle linee guida, fintanto che avessero mantenuto le loro credenziali di accesso ai siti, e che alle persone che le avessero perse è consentito recuperarle o crearne di nuove. Gli unici servizi modificati in maniera significativa dalle linee guida sono i servizi Wiki-type, in cui i contributi degli utenti hanno un senso logico in risposta o in combinazione con il contributo di un altro utente, e quindi i post sono parte integrante del contenuto di un sito. In ogni caso, la KCC ha fatto in modo che la direttiva si applichi a questi servizi solo quando dal post si riesca ad identificare l'identità dell'autore.
 
=== Cina ===
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La Reding ha infatti affermato che:
La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale di tutti gli europei, eppure non sempre i cittadini sentono di avere il pieno controllo dei propri dati. Le nostre proposte creeranno fiducia nei servizi online visto che saremo tutti più informati sui nostri diritti e avremo un maggiore controllo di tali informazioni.<ref>[{{Cita web |url=http://m.sky.it/tg24/economia/2012/01/25/protezione_dati_personali_privacy_direttiva_regolamento_ue |titolo=Diritto all'oblio e multe, la Ue ridisegna la privacy online - SkyTg24] |accesso=26 gennaio 2016 |dataarchivio=28 gennaio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120128225244/http://m.sky.it/tg24/economia/2012/01/25/protezione_dati_personali_privacy_direttiva_regolamento_ue |urlmorto=sì }}</ref>
 
=== Contenuto della proposta ===
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== Il diritto all'oblio nel Web ==
Il diritto ad essere dimenticati ''online'' non consiste nella cancellazione dagli archivi online poiché questi sono considerati conservatoristrumenti di conservazione della memoria storica. quindi,Secondo secondo l’art.l'articolo 10 della [[Convenzione Europeaeuropea dei diritti dell'uomo]] essi rivestono un ruolo centrale in una società democratica per il loro valore storico. Dunque, rimuovere un articolo dall’archivio di un sito web corrisponde a censura. CióCiò che invece è possibile fare è richiedere il delinking, ovvero la deindicizzazione (''delinking'') dai [[motori di ricerca]] in modo tapetale che, se l’articolol'articolo viene cercato su Googleun omotore altrodi ricerca, non possa comparire innelle testa[[Pagina alladei risultati del motore di ricerca|pagine di paginarisposta]] poiché non più attuale e rilevante per l’interessel'interesse pubblico. Vivace è anche il dibattito su questo tema nel web. [[Vint Cerf]], informatico statunitense, ha dichiarato<ref>{{Cita web |url=http://infonline.altervista.org/dirittoalloblio.html |titolo=Il Diritto All'Oblio<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=20 gennaio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150120202354/http://infonline.altervista.org/dirittoalloblio.html |dataarchivio=20 gennaio 2015 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://novita-dal-governo.diritto.it/docs/36656-il-diritto-all-oblio-definizione-e-caratteri Il diritto all'oblio, definizione e caratteri]</ref>:
{{citazione|Non potete uscire di casa ed andare alla ricerca di contenuti da rimuovere sui computer della gente solo perché volete che il mondo si dimentichi di qualcosa. Non penso che sia praticabile.}}
 
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La Corte di giustizia UE ha così imposto a Google Inc. di rispondere da allora in avanti alle richieste di rimozione dei link alle pagine web che contengono il nominativo del richiedente dai risultati del noto motore di ricerca. In virtù del diritto all'oblio, i motori di ricerca devono rimuovere ogni contenuto a seguito della richiesta degli aventi diritto riguardo alla permanenza di contenuti non corretti, o inesatti, potenzialmente lesivi della sfera privata, immagine e reputazione pubblica, quali: articoli, commenti, esternazioni a caldo, anche pubblicati su blog, forum, o siti amatoriali<ref>{{cita web | url = https://www.lacostituzione.info/index.php/2018/01/29/unione-europea-google-il-diritto-alloblio-e-la-tutela-al-di-fuori-dei-confini-europei/ | titolo = Google, il diritto all'oblio e la tutela al di fuori dei confini europei | data = 29 gennaio 2018 | sito = lacostituzione.info | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190124144846/https://www.lacostituzione.info/index.php/2018/01/29/unione-europea-google-il-diritto-alloblio-e-la-tutela-al-di-fuori-dei-confini-europei | dataarchivio = 24 gennaio 2019 | urlmorto = no}}</ref>.
 
In sostanza avviene la '''de-indicizzazione''', cioè l'eliminazione dai [[Search engine results page|risultati di una ricerca]] del nome del soggetto richiedente in riferimento agli [[articolo (giornalismo)|articoli]] per i quali si vuol far valere il diritto all'oblio. Questo significa che Google e gli altri motori di ricerca dovranno evitare che venga riportato l'articolo che il soggetto vuole sia dimenticato tra i risultati (ma rimarrà nel [[web server|server]] in cui è stato originariamente caricato).
 
Per esempio, se una persona ha commesso una frode e la cosa viene riportata sui [[siti web]] dei giornali, quello che farà il motore di ricerca sarà di non far comparire quegli articoli. I giornali non hanno l'obbligo di cancellare gli articoli, che rimarranno dunque memorizzati. Quindi per aggirare questa legge basterà usare il motore interno dei giornali o la versione internazionale dei motori di ricerca, quella cioè che opera all'esterno dell'Europa. Ad esempio, se si cerca su "www.google.com" invece che su "www.google.it" verranno riportati anche i risultati omessi. Nel primo giorno di attuazione della sentenza (30 maggio 2014) Google Inc. ha ricevuto 12.000 richieste per la rimozione di dati personali sul motore di ricerca.
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=== Dopo la sentenza ===
La posizione ufficiale di Google sulla sentenza UE è stata espressa da David Drummond, responsabile legale del colosso di Mountain View:<ref>[{{Cita web |url=http://www.lastampa.it/2014/07/11/tecnologia/google-e-il-diritto-alloblio-la-ricerca-del-giusto-equilibrio-JUqDnKPi6eX1cXElKQ6BXI/pagina.html |titolo=Google e il diritto all'oblio: la ricerca del giusto equilibrio - La Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=20 gennaio 2015 |dataarchivio=20 gennaio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150120202342/http://www.lastampa.it/2014/07/11/tecnologia/google-e-il-diritto-alloblio-la-ricerca-del-giusto-equilibrio-JUqDnKPi6eX1cXElKQ6BXI/pagina.html |urlmorto=sì }}</ref>
{{citazione|Non siamo d'accordo con la sentenza, è un po' come dire che un libro può stare in una biblioteca, ma non può essere incluso nel suo catalogo. Ovviamente, però, rispettiamo l'autorità della Corte e facciamo del nostro meglio per attenerci alle sue decisioni. È un compito enorme, dal momento che da maggio abbiamo ricevuto più di 70.000 richieste che riguardano 250.000 pagine web. Gli esempi che abbiamo visto finora evidenziano i difficili giudizi di valore che i motori di ricerca e la società Europea devono ora affrontare: ex politici che vogliono far rimuovere messaggi che criticano le loro politiche quando erano in carica; criminali violenti che chiedono di cancellare articoli sui loro crimini; recensioni negative su professionisti come architetti e insegnanti.}}
 
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Nei casi riportati ad esempio viene spiegato molto bene che negli altri Paesi la maggior parte delle richieste veniva da persone nominate incidentalmente come vittime di reati (ad esempio stupro o rapimento) o come parenti di vittime. Nel caso in cui la richiesta venga fatta dagli autori dei reati questi hanno interamente scontato la propria pena (che negli altri paesi europei è sicura e reale) e sono già passati molti anni.
 
Il caso dell'Italia (e, in misura minore, della Spagna) è invece molto particolare: una grossa parte delle richieste proviene dagli stessi autori dei reati, i processi sono addirittura ancora in corso o magari in corso di prescrizione, non sono state scontate le pene e le ricerche puntano a organi ufficiali (ad esempio la [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana]]). Quindi dagli esempi sembrerebbe che Google, un'impresa commerciale privata, si sia trovata nella situazione di doversi ergere ad arbitro e decidere ad esempio se rimuovere tutte le ricerche che portavano ad un [[mafioso]] o a un [[camorrista]] o agli autori di frodi fiscali (negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] l'[[evasione fiscale]] è un reato considerato gravissimo perché deruba tutti i cittadini ed è punito severamente con la galera e con un ostracismo sociale).
 
;Il caso di Renato Vallanzasca
Nei mesi successivi all'entrata in vigore della sentenza (30 maggio 2014) i maggiori quotidiani italiani (tra cui il «[[Corriere della Sera]]» e «[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]», che avevano gridato giustamente allo scandalo contro la sentenza ''Google Spain v AEPD and Mario Costeja González'' e il diritto all'oblio) ricevettero launa comunicazionerichiesta sulladi de-indicizzazione da parte deldi [[Renato Vallanzasca]]. Noto [[gangster]] milanese, degliaveva annicompiuto Settantanumerosi [[Renatoreati Vallanzasca]]con e dellala sua banda, la cosiddetta "[[Banda della Comasina]]", negli anni 1970. A seguito del suo arresto per aver rubato della biancheria intima (13 giugno [[2014]]) tutti i giornali avevano infatti ripreso a narrare le sue imprese delittuose. In questo caso, a inviare la richiesta non era stato Vallanzasca in persona (così hanno spiegato i suoi avvocati), ma più probabilmente qualcuno che non voleva essere associato alle vicende di quegli anni<ref name=autogenerato1 />. Google ha rimosso il nome delle persone coinvolte dalle proprie pagine dei risultati delle ricerche. Non solo: ha oscurato anche alcuni link a [[Wikipedia]]. Ciò ha provocato la reazione di [[Jimmy Wales]], cofondatore di Wikipedia, che ha dichiarato<ref name=autogenerato1>[http://www.repubblica.it/tecnologia/2014/08/07/news/diritto_oblio_wikipedia-93326523/ "Il diritto all'oblio va contro la storia". Vallanzasca tra Google e Wikipedia - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>:
{{citazione|La storia è un diritto umano. Io sto sotto i riflettori da un bel po' di tempo, alcune persone dicono di me cose belle e altre cose brutte. Ma questa è storia e non userei mai un procedimento legale come questo per cercare di nascondere la verità. Credo che ciò sia profondamente immorale.}}
 
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;Bilanciamento con il diritto di cronaca
La sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europe non afferma quanto segue:
* Che esista un diritto a fare cancellare quello che non piace. Si può chiedere, ma non si ha diritto di ottenerlo. Infatti Google può rifiutare le richieste di rimozione se ritiene che le informazioni siano di interesse pubblico, come nel caso di professionisti e della loro condotta professionale;
* Che si debbano cancellare o modificare gli archivi dei giornali. La rimozione dei link dai risultati di ricerca non equivale alla cancellazione delle informazioni: esse rimangono sulle pagine web originali;
* Che si debba modificare il passato o la realtà storica.<ref>[http://www.blogstudiolegalefinocchiaro.it/category/privacy-e-protezione-dei-dati-personali/diritto-alloblio/ Diritto&Internet | Diritto all'oblio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
== Le critiche ==
Il diritto alla libertà d'espressione è regolamentato in modo molto forte nelle costituzioni di alcuni paesi, e ciò diventa molto difficile da conciliare con il diritto all'oblio. Alcuni accademici osservano che soltanto una parte limitata del diritto all'oblio sarebbe conciliabile con la [[Costituzione degli Stati Uniti d'America|legge costituzionale degli USA]]: il diritto di un individuo di cancellare dati che ha personalmente pubblicato. In questa forma limitata del diritto il singolo non può richiedere la cancellazione di materiale pubblicato da terzi, dal momento che la rimozione delle informazioni diventerebbe censura e limitazione della [[Libertà di manifestazione del pensiero|libertà d’espressione]] in molti paesi<ref>{{Cita web|url = http://www.psfk.com/2011/05/the-right-to-be-forgotten-questioning-the-nature-of-online-privacy.html|titolo = The Right To Be Forgotten: Questioning The Nature Of Online Privacy - PSFK|accesso = 19 febbraio 2016|lingua = EN|sito = PSFK|data = 2 maggio 2011|urlmorto = sì}}</ref>, creando un «Internet crivellato di buchi di memoria, un luogo in cui le informazioni scomode semplicemente scompaiono».<ref>{{cita web | url = https://www.ilgiornale.it/news/politica/anche-vallanzasca-vuol-evadere-internet-1043571.html | titolo = Anche Vallanzasca vuol evadere da internet | data = 8 agosto 2014 | urlarchivio = https://archive.todayis/20200502220651/https://www.ilgiornale.it/news/politica/anche-vallanzasca-vuol-evadere-internet-1043571.html | urlmorto = no | accesso = 2 maggio 2020 | dataarchivio = 2 maggio 2020 }}</ref>
 
{{Senza fonte|La proposta di regolamentazione della protezione dei dati è stata redatta senza considerare i singoli casi, e ciò ha destato preoccupazioni, in particolare ha attirato critiche sul fatto che questo provvedimento costringerebbe le compagnie che controllano i dati a fare molti sforzi per identificare le terze parti con l'informazione e rimuoverla. Altre critiche sono state mosse riguardo al fatto che questa regolamentazione potrebbe produrre un effetto di censura per cui aziende come Facebook o Google preferiranno eliminare totalmente le informazioni piuttosto che venire multate, e questo potrebbe avere effetti piuttosto distopici.
 
Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardo alla richiesta di rimuovere informazioni che terze parti hanno pubblicato riguardo ad un singolo, la definizione di dato personale nell'Articolo 4.2 include “qualsiasi informazione riguardante il singolo”. Questi critici hanno dichiarato che ciò porterebbe le aziende a cancellare qualsiasi informazione sull'individuo senza considerare la fonte, e questo porterebbe alla censura e le grandi compagnie che gestiscono i dati si troverebbero ad eliminare molte informazioni per attenersi a questa regolamentazione.}}
 
<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Hovsep|cognome=Kocharyan|nome2=Lusine|cognome2=Vardanyan|nome3=Ondrej|cognome3=Hamuľák|data=2021-12-01|titolo=Critical Views on the Right to Be Forgotten After the Entry Into Force of the GDPR: Is it Able to Effectively Ensure Our Privacy?|rivista=International and Comparative Law Review|volume=21|numero=2|pp=96–115|lingua=en|accesso=2025-08-11|doi=10.2478/iclr-2021-0015|url=https://www.sciendo.com/article/10.2478/iclr-2021-0015}}</ref>
 
Facendo appello al diritto all'oblio, era stato richiesto che venissero rimossi dai risultati di Google 120 report riguardo a direttori di aziende, pubblicati dalla compagnia spagnola [[Dato Capital]], consistenti interamente in informazioni che essi devono rivelare per legge.<ref>{{Cita web|url = http://fortune.com/2014/10/21/company-directors-deep-sixing-google-links/|titolo = Company directors are deep-sixing Google links citing ‘right to be forgotten’|accesso = 19 febbraio 2016}}</ref>
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Altre critiche riguardano il principio di responsabilità: la preoccupazione principale è costituita dall'idea che Google e gli altri motori di ricerca non mostrino risultati neutrali ma parziali e faziosi, compromettendo così la [[Neutralità della rete|neutralità dell’informazione online]]. Per ribattere a queste critiche, la regolamentazione proposta include un'eccezione per la divulgazione di dati rivelati soltanto per scopi di cronaca, artistici o letterari per riconciliare il diritto alla protezione dei dati personali con le normative sulla libertà d'espressione. L'articolo 80 sostiene la libertà di parola, e nonostante non riduca gli obblighi per i fornitori di dati e i social media, comunque grazie al vasto significato di “scopi giornalistici” permette una maggiore autonomia e diminuisce la quantità di informazioni che devono essere rimosse. Quando Google accettò di implementare questo regolamento, il vicepresidente della commissione europea [[Viviane Reding]] affermò: “La Corte ha anche assicurato che il lavoro giornalistico non dovrà essere toccato, ma protetto”.
 
Tuttavia Google venne criticato per aver rimosso (a causa del precedente caso Costeja) un post del blog della BBC News riguardo a Stan O'Neal scritto dal giornalista Robert Peston (alla fine Peston però riportò che il suo post rimase tra i risultati di Google). Nonostante queste critiche e l'azione di Google, il CEO della compagnia, [[Larry Page]], si preoccupa che la regolamentazione verrà usata per scopi illeciti da governi che non sono così sviluppati e progressisti come l'Europa.<ref>{{Cita news|lingua = EN|nome = Samuel|cognome = Gibbs|url = https://www.theguardian.com/technology/2014/jul/24/google-hauled-in-by-europe-over-right-to-be-forgotten-reaction|titolo = Google hauled in by Europe over ‘right to be forgotten’ reaction|pubblicazione = The Guardian|data = 24 luglio 2014|accesso = 19 febbraio 2016}}</ref> Per esempio, il pianista Dejan Lazic citò il diritto all'oblio per cercare di rimuovere una recensione negativa di una sua performance pubblicata sul [[The Washington Post|Washington Post]]. Affermò che la critica fosse diffamatoria, di cattivo gusto, irriverente, offensiva e semplicemente irrilevante per la sua arte.<ref>{{Cita web|url = http://eurighttobeforgotten.com/musician-attempts-use-eu-right-forgotten-hide-bad-review/|titolo = Musician attempts to use EU Right To Be Forgotten to hide a bad review - EU Right To Be Forgotten Law, Google, Personal Information|accesso = 19 febbraio 2016|lingua = EN|sito = EU Right To Be Forgotten Law, Google, Personal Information|dataarchivio = 19 febbraio 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160219210825/http://eurighttobeforgotten.com/musician-attempts-use-eu-right-forgotten-hide-bad-review/|urlmorto = sì}}</ref>
 
L'[[Index on Censorship|indice di Censura]] ha affermato che il regolamento Costeja permette agli individui di lamentarsi con i motori di ricerca riguardo alle informazioni che non gradiscono senza un controllo legale, e questo è paragonabile ad entrare in una libreria e costringerla a mandare i libri al macero. Nonostante la regolamentazione si riferisca ad individui singoli, questa potrebbe aprire la strada a chiunque voglia occultare la propria storia personale.<ref>{{Cita web|url = https://www.indexoncensorship.org/2014/05/index-blasts-eu-court-ruling-right-forgotten/|titolo = Index blasts EU court ruling on "right to be forgotten" - Index on Censorship|accesso = 19 febbraio 2016|lingua = EN|sito = Index on Censorship}}</ref>
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* {{cita libro|curatore=Francesco Eriberto D'Ippolito|autore=Federico Maria D'Ippolito|editore=Satura|isbn=978-88-7607-078-5|anno=2010|titolo=Diritto memoria oblio nel mondo romano}}
*{{cita libro|autore=Victor Mayer-Schonbergher|editore=Egea|isbn=978-88-238-3201-5|anno=2013|titolo=Delete. Il diritto all'oblio nell'era digitale}}
* {{cita pubblicazione | nome=Alberto |cognome=Salarelli |titolo=Diritto all'oblio e archivi online dei quotidiani: alcune considerazioni sulla memoria sociale ai nostri tempi |rivista=JLIS.it |volume=5 |numero=1 |anno=2014 |url=http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/14 |doi=10.4403/jlis.it-14 |accesso=5 febbraio 2015 |dataarchivio=5 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150205112052/http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/14 |urlmorto=sì }}
* {{cita pubblicazione | nome=Alberto |cognome=Salarelli |titolo=Ancora sul diritto all’oblio: cosa cambia dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea contro Google |rivista=JLIS.it |volume=5 |numero=1 |anno=2014 |url=http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/10283 |doi=10.4403/jlis.it-10283 |accesso=5 febbraio 2015 |dataarchivio=5 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150205111132/http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/10283 |urlmorto=sì }}
* {{cita libro | autore=Andrea Barchiesi | | editore=Franco Angeli | isbn=978-88-917-2551-6 |anno=2015 | titolo=La tentazione dell'oblio. Vuoi subìre o costruire la tua identità digitale? |url=http://www.andrea-barchiesi.it/la-tentazione-delloblio/ }}
* {{cita libro|titolo=Informatica giuridica|autore=Massimo Ballerini|autore2=Maurizio De Pra|autore3=Barbara Indovina|autore4=GianLuca Pedrazzini|curatore=Alberto Clerici|editore=Egea|città=Milano|edizione=2|isbn=978-88-238-2231-3|anno=2016|pp=308-311}}
* {{cita libro|autore=Silvia Martinelli|editore=Giuffrè Editore|città=Milano|isbn=978-88-14-22066-1|anno=2017|titolo=Diritto all'oblio e motori di ricerca}}
* Hovsep Kocharyan, Lusine Vardanyan. "[https://constitutionaldiscourse.com/the-right-to-be-forgotten-as-a-legal-instrument-for-expanding-informational-self-determination-in-the-digital-age/ The Right to Be Forgotten as a Legal Instrument for Expanding Informational Self-Determination in the Digital Age?]" Constitutional Discourse, 2024.
* Kocharyan, Hovsep, Vardanyan, Lusine , Hamuľák, Ondrej, Kerikmäe, Tanel. "[https://sciendo.com/article/10.2478/iclr-2021-0015 Critical Views on the Right to Be Forgotten After the Entry Into Force of the GDPR: Is it Able to Effectively Ensure Our Privacy?]" International and Comparative Law Review, vol. 21, no. 2, Sciendo, 2021, pp. 96-115. <nowiki>https://doi.org/10.2478/iclr-2021-0015</nowiki>
* Kocharyan, Hovsep, Hamuľák, Ondrej, Vardanyan, Lusine. [https://sciendo.com/article/10.2478/iclr-2022-0017 "“The Right to be Remembered?”: The Contemporary Challenges of the “Streisand Effect” in the European Judicial Reality"] International and Comparative Law Review, vol. 22, no. 2, Sciendo, 2022, pp. 105-120. <nowiki>https://doi.org/10.2478/iclr-2022-0017</nowiki>
 
== Voci correlate ==
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* [[Diritto di cronaca]]
* [[Processo mediatico]]
* [[Problemi di privacy nei siti di social network]]
 
== Altri progetti ==
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* {{cita web|http://www.garanteprivacy.it/|Sito ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali della Repubblica Italiana}}
* [https://web.archive.org/web/20180128025710/https://www.cyberlaws.it/data-privacy-gdpr/diritto-oblio/ ''Legislazione, dottrina e giurisprudenza in materia di diritto all'oblio''] su ''CyberLaws.it''
* {{cita web|1=http://www.prospective-numerique.gouv.fr/sites/default/files/Charte%20Droit%20%C3%A0%20l%27oubli_13_10_2010.pdf|2=Charte du droit à l'oubli dans les site collaboratifs et les moteurs de recherche|lingua=fr|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.jus.unitn.it/Cardozo/Obiter_Dictum/Tar1.htm | 2 = Pagina sulla privacy sul sito dell'Università di Trento | accesso = 22 settembre 2008 | dataarchivio = 18 giugno 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080618061845/http://www.jus.unitn.it/Cardozo/Obiter_Dictum/Tar1.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.difesadellinformazione.com/113/il-diritto-all-oblio/|Articolo sul diritto all'oblio}}
* {{Cita web|autore = Luca Tremolada|url = http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-07-17/anche-bing-vale-diritto-oblio-microsoft-apre-pagina-web-la-cancellazione-link--095931.shtml?uuid=ABBsQYbB|titolo = Anche su Bing vale il diritto all'oblio. Microsoft apre una pagina web per la cancellazione dei link|accesso = |editore = Gruppo 24 ORE|data = }}