Cinismo: differenze tra le versioni

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[[File:Cinico Capitolini.jpg|miniatura|Filosofo cinico, copia romana da originale greco del [[III secolo a.C.|III]] o [[II secolo a.C.]]<ref>Christopher H. Hallett, (2005), ''The Roman Nude: Heroic Portrait Statuary 200 BC–AD 300'', Oxford University Press, p. 294.</ref>, [[Musei Capitolini]], [[Roma]]]]
Il '''cinismo''' fu una corrente filosofica della cui origine vi sono differenti tesi:
* per alcuni, i cinici furono i seguaci della [[Filosofia greca|scuola filosofica]] fondata dai [[Socrate|pensatori socratici]] [[Antistene|Antistene di Atene]] e [[Diogene di Sinope]] nel [[IV secolo a.C.]]<ref name = treccani/> (molti cinici del [[I secolo|I secolo d.C.]] e successivi, infatti, ritennero Antistene e/o Diogene i fondatori della propria scuola, se non, tramite la loro mera intercessione teoretica, lo stesso [[Socrate]]<ref name=disc/>);
* Perper altri, come Farrand Sayre<ref>{{Cita libro
|titolo = The Greek Cynics
|autore = Farrand Sayre
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|ISBN = 978-88-7989-965-9
|accesso = 22 febbraio 2019}})</ref>;
* [[Nicola Terzaghi]] ha scritto che se lo [[stoicismo]] rappresentò la scuola che più di ogni altra ebbe importanza nel mondo antico per come fu recepito profondamente nella società, lasciando «quasi completamente da parte le ricerche fisiche e naturalistiche e interessandosi in maniera assolutamente prevalente al problema morale», che col Cristianesimo divenne assoluto, in ciò si collega col Cinismo che parimenti ha «come fine supremo il riconoscimento e la pratica della virtù, (...): ambedue vogliono arrivare al (...) ''bastare a sé stessi'', (...). Più seri e contegnosi gli Stoici, più volgari nell'espressione e più facili nell'esposizione i Cinici, (...)». Una delle differenze fondamentali tra le due scuole di pensiero riguardava la loro divulgazione nel pubblico a cui si indirizzavano tanto da poter dire come «lo Stoicismo sia il Cinismo dei ricchi e dei fortunati, mentre il Cinismo sia lo Stoicismo dei poveri e degli infelici, (...)».<ref>{{cita pubblicazione |nomeautore=Nicola |cognome=Terzaghi Terzaghi|titolo=Per la storia della satira |rivista=Biblioteca di cultura contemporanea |editore=Casa Editrice D'Anna |città= Messina - Firenze|volume= VII |anno= 1944|pp= 7 - 46 |lingua= it|}}</ref> Lo stesso Terzaghi citando una canzonatura che [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] fa, nel ''Damasippo'' (Libro II/Satira III) in particolare, dei filosofi dal mantello lacero e dall'animo guasto, propende a far risalire questa corrente filosofica alla fine del I secolo a.C.
 
 
== Origini del concetto ==
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L'interesse della scuola fu prevalentemente [[Etica|etico]], e il concetto di "[[virtù]]" assunse un nuovo significato in una vita vissuta secondo [[Naturalismo (filosofia)|natura]]; l'ideale era l'[[autosufficienza]] (l'autosufficienza del [[saggio]], condotta fino all'assoluta indipendenza dal mondo esterno, secondo il termine greco ''autàrkeia'', ossia [[autarchia (filosofia)|autarchia]], capacità di detenere il totale controllo su se stesso).
 
La tesi fondamentale di questa corrente di pensiero è la ricerca della [[felicità]] come unico fine dell'uomo; una felicità che è una virtù, e al di fuori di essa sussiste un disprezzo per ogni cosa che richiama comodità e agi materiali effimeri. I cinici erano famosi per la loro eccentricità e disobbedienza alle regole sociali impostegli; {{senza fonte|si può quindi citare [[Diogene Laerzio]], il quale scrisse numerose [[Satira|satire]] e [[Diatriba|diatribe]] contro la dissolutezza sessuale e la corruzione dei costumi del suo tempo}}, ma oltre a lui anche [[Cratete di Tebe]], [[Ipparchia]], [[Menippo di Gadara]] e vari altri<ref>[http://www.e-torredebabel.com/Balmes-Historia-Filosofia/Cinicos-H-F-B.htm Historia de la Filosofía - Jaime Balmes], Torre de Babel Ediciones.</ref>. Alcuni aspetti della loro filosofia influenzarono lo [[stoicismo]], dove però l'attitudine cinica del moralismo e della critica nei confronti dei mali della società venne sostituita dalla ''virtus'' romana.
 
== Il cinismo filosofico ==
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# Lo scopo della vita consiste nel raggiungere l'[[Eudemonismo|eudaimonia]] e la lucidità mentale (''ἁτυφια'') per liberarsi dall'ignoranza e dalla follia (''τύφος'').
# L'eudaimonia si acquisisce tramite il vivere in armonia con la natura così come compresa dalla ragione umana.
# Il ''τύφος'' (follia) è causato dal falso giudizio sui valori morali, che causa a sua volta emozioni negative, desideri contro natura e vizi.
# L'eudaimonia è basata sull'autarchia, la virtù, l'[[Filantropia|amore per gli esseri umani]], la [[parresia]] e l'[[Apatia (filosofia)|impassibilità nei confronti delle vicissitudini della vita]].
# Raggiungimento dell'eudaimonia e della lucidità mentale tramite l'[[ascesi]], la quale consente all'individuo di liberarsi da influenze come la gloria, il potere o la ricchezza, che non hanno nessun valore in natura. Tra i vari esempi si può citare [[Diogene di Sinope]], che viveva in una botte e camminava scalzo d'inverno.
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== Il "cinismo" contemporaneo ==
{{citazione|Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.|[[Oscar Wilde]], ''[[Il ritratto di Dorian Gray]]''<ref>riportato anche in una delle raccolte di aforismi, uscita inizialmente a cura di [[Robert Ross]] come ''Aforismi di Sebastian Melmoth''</ref>}}
In ambito moderno e socio-psicologico è un atteggiamento o stato mentale caratterizzato da una sfiducia generale nelle motivazioni altrui ed una mancanza di fede nell'umanità, nella convinzione che gli esseri umani sono egoisti per natura: governati da emozioni e fortemente influenzati dagli stessi istinti primitivi che hanno aiutato l'umanità a sopravvivere nell'epoca preistorica.<ref name=nav>{{Cita libro |cognomelingua=Naviaen |nomeautore=Luis E. Navia |titolo=Classical Cynicism: A Critical Study |url=http://books.google.com/books?id=khpY2fQaIg0C|serie=Contributions in philosophy |volume=58 |editore=Greenwood Publishing Group|datapubblicazione=1996|p=1|isbn=978-0-313-30015-8|accesso=26 novembre 2013 |citazione=For the cynic, accordingly, hypocrisy and deceitfulness, primitive selfishness and unbounded egoism, and gross materialism and disguised ruthlessness are the hidden characteristics of all human behavior.}}</ref> Questa visione della natura umana, piùviene cheripresa dai cinici antichi, risale adda autori come [[Niccolò Machiavelli]] (si veda anche il termine "[[machiavellismo]]"), e specialmente [[Thomas Hobbes]] (la cui filosofia è spesso riassunta con la locuzione ''"[[homo homini lupus]]"'', che indica gli uomini come competitivi e portati naturalmente a comportarsi male in assenza di pauraleggi ed educazione), e presenta una forte caratteristica di [[misantropia]], amarezza e [[nichilismo]], spesso temperati da forte [[sarcasmo]] e [[ironia]] corrosiva, a volte con l'utilizzo di [[umorismo nero]] o [[gallows humor|macabro]].
 
Un cinico può avere una generale mancanza di [[fede]] o di [[speranza]] nella specie [[homo sapiens|umana]] o nelle persone che sono motivate dall'ambizione, dal desiderio, dall'avidità, dalla gratificazione personale, dal cambiamento, dal materialismo e tutti gli obiettivi e le opinioni che un cinico percepisce come vane, impossibili, o in ultima analisi prive di significato e pertanto meritevoli di ridicolo o di ammonimento. Si tratta anche di una forma di prudenza, a volte stanca, e altre volte, di [[critica]] realistica o di [[scetticismo filosofico|scetticismo]]. Il collegamento con la scuola greca è nel fatto che detta scuola respinse tutte le convenzioni, di religione, costumi, alloggio, vestiti, o di decenza, sostenendo la ricerca di [[virtù]] secondo una maniera semplice e ideale di condurre la vita. Con il XIX secolo, l'accento posto dai cinici sugli ideali ascetici e la critica della civiltà attuale in base al fatto che essa potrebbe cadere, talvolta impregnata di [[pessimismo]] e anti-[[positivismo]], ha portato a usare la parola cinico per indicare una disposizione all'incredulità nella sincerità o nella bontà umana. Il cinismo moderno presenta inoltre una diffidenza verso l'etica sociale, soprattutto quando sono presenti grandi aspettative in materia, che le istituzioni e le autorità lasciano insoddisfatte, determinando disillusione. Questa attitudine può manifestarsi come conseguenza della frustrazione e della sfiducia.<ref name=nav/> La [[misantropia]], la rudezza e il disprezzo delle convenzioni di alcuni "cinici" moderni li avvicinano ad alcuni comportamenti di antichi cinici come [[Antistene]] e [[Diogene di Sinope]], noti per essere diretti e talvolta poco cortesi.
 
Persone e pensatori che hanno manifestato spesso (o in talune occasioni) tale versione moderna del cinismo, non sempre in maniera percepita come negativa dai critici e dai commentatori (ma vista come una forma di arguzia), furono, ad esempio: [[Oscar Wilde]], i citati [[Hobbes]] e [[Machiavelli]], il [[Marchese de Sade]], [[Giambattista Vico]], [[Voltaire]], [[Jonathan Swift]], [[Samuel Johnson]], [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]], [[Arthur Schopenhauer]], [[Herbert Spencer]], [[Giacomo Leopardi]], [[Friedrich Nietzsche]], [[Emil Cioran]], [[Mark Twain]], [[Max Stirner]], [[Karl Kraus]], [[Louis-Ferdinand Céline]], [[Charles Bukowski]] e, a livello di cultura di massa, gli umoristi e comici [[Lenny Bruce]], [[Bill Hicks]], [[George Carlin]], [[Paolo Villaggio]] e [[Woody Allen]].
 
===Accezione negativa===
In altro senso, inteso come freddezza e mancanza di morale, viene anche usato per descrivere un carattere negativo e calcolatore, allontanandosi ancora di più dal concetto originario; come portatori di opportunismo, pragmatismo o spregiudicatezza, sono stati definiti cinici alcuni uomini politici - come [[Benito Mussolini]]<ref>Richard J.B. Bosworth, ''Mussolini'', pag. 17</ref>, talvolta [[Winston Churchill]]<ref>[[Arrigo Petacco]], ''La strana guerra'', 2010, pag. 69</ref>, [[Palmiro Togliatti]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/21/freddo-cinico-togliatti.html ''Freddo, cinico Togliatti''], da ''la Repubblica''</ref>, [[Stalin]] o [[Richard Nixon]]<ref>Silvia Bencivelli, Arianna Finos, ''Cinico, paranoico e omofobico: la verità su Nixon dai nastri segreti'', articolo su ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''</ref> - o addirittura il carattere nazionale di alcune popolazioni<ref>[http://www.lastampa.it/2011/03/18/cultura/leopardi-che-scostumati-gli-italiani-FiaxK6ECcPMCLvfaAlZcbO/pagina.html E. Ferrero, ''Leopardi, che scostumati gli italiani'', La Stampa, 18/03/2011].</ref>.
 
Il filosofo tedesco [[Peter Sloterdijk|Sloterdijk]] all'interno della sua opera ''Critica della ragion cinica''<ref>Sloterdijk, ''Critica della ragion cinica'', Garzanti, Milano, 1992, capitolo II, 1</ref> effettua una distinzione tra l'antico cinismo (‘kinismo'‘kinismo’) e il moderno ‘cinismo'‘cinismo’. Criticando l'azione del cinico moderno, spudorato e calcolatore, improntata su una giustificazione moralistica data dal suo fine, privo di principi etici, gli contrappone a esso l'antico kinico, rappresentato da [[Diogene di Sinope|Diogene]], che sfugge completamente ogni vincolo sociale, considerandolo superfluo e ridicolo.
 
== Note ==