Cinismo: differenze tra le versioni

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|ISBN = 978-88-7989-965-9
|accesso = 22 febbraio 2019}})</ref>;
* [[Nicola Terzaghi]] ha scritto che se lo [[stoicismo]] rappresentò la scuola che più di ogni altra ebbe importanza nel mondo antico per come fu recepito profondamente nella società, lasciando «quasi completamente da parte le ricerche fisiche e naturalistiche e interessandosi in maniera assolutamente prevalente al problema morale», che col Cristianesimo divenne assoluto, in ciò si collega col Cinismo che parimenti ha «come fine supremo il riconoscimento e la pratica della virtù, (...): ambedue vogliono arrivare al (...) ''bastare a sé stessi'', (...). Più seri e contegnosi gli Stoici, più volgari nell'espressione e più facili nell'esposizione i Cinici, (...)». Una delle differenze fondamentali tra le due scuole di pensiero riguardava la loro divulgazione nel pubblico a cui si indirizzavano tanto da poter dire come «lo Stoicismo sia il Cinismo dei ricchi e dei fortunati, mentre il Cinismo sia lo Stoicismo dei poveri e degli infelici, (...)».<ref>{{cita pubblicazione |autore=Nicola Terzaghi |titolo=Per la storia della satira |rivista=Biblioteca di cultura contemporanea |editore=Casa Editrice D'Anna |città= Messina - Firenze|volume= VII |anno= 1944|pp= 7 - 46 |lingua= it|}}</ref> Lo stesso Terzaghi citando una canzonatura che [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] fa, nel ''Damasippo'' (Libro II/Satira III) in particolare, dei filosofi dal mantello lacero e dall'animo guasto, propende a far risalire questa corrente filosofica alla fine del I secolo a.C.
 
== Origini del concetto ==
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In ambito moderno e socio-psicologico è un atteggiamento o stato mentale caratterizzato da una sfiducia generale nelle motivazioni altrui ed una mancanza di fede nell'umanità, nella convinzione che gli esseri umani sono egoisti per natura: governati da emozioni e fortemente influenzati dagli stessi istinti primitivi che hanno aiutato l'umanità a sopravvivere nell'epoca preistorica.<ref name=nav>{{Cita libro |lingua=en |autore=Luis E. Navia |titolo=Classical Cynicism: A Critical Study |url=http://books.google.com/books?id=khpY2fQaIg0C|serie=Contributions in philosophy |volume=58 |editore=Greenwood Publishing Group|datapubblicazione=1996|p=1|isbn=978-0-313-30015-8|accesso=26 novembre 2013 |citazione=For the cynic, accordingly, hypocrisy and deceitfulness, primitive selfishness and unbounded egoism, and gross materialism and disguised ruthlessness are the hidden characteristics of all human behavior.}}</ref> Questa visione della natura umana viene ripresa da autori come [[Niccolò Machiavelli]] (si veda anche il termine "[[machiavellismo]]"), e specialmente [[Thomas Hobbes]] (la cui filosofia è spesso riassunta con la locuzione ''"[[homo homini lupus]]"'', che indica gli uomini come competitivi e portati a comportarsi male in assenza di leggi ed educazione), e presenta una forte caratteristica di [[misantropia]], amarezza e [[nichilismo]], spesso temperati da forte [[sarcasmo]] e [[ironia]] corrosiva, a volte con l'utilizzo di [[umorismo nero]] o [[gallows humor|macabro]].
 
Un cinico può avere una generale mancanza di [[fede]] o di [[speranza]] nella specie [[homo sapiens|umana]] o nelle persone che sono motivate dall'ambizione, dal desiderio, dall'avidità, dalla gratificazione personale, dal cambiamento, dal materialismo e tutti gli obiettivi e le opinioni che un cinico percepisce come vane, impossibili, o in ultima analisi prive di significato e pertanto meritevoli di ridicolo o di ammonimento. Si tratta anche di una forma di prudenza, a volte stanca, e altre volte, di [[critica]] o di [[scetticismo filosofico|scetticismo]]. Il collegamento con la scuola greca è nel fatto che detta scuola respinse tutte le convenzioni, di religione, costumi, alloggio, vestiti, o di decenza, sostenendo la ricerca di [[virtù]] secondo una maniera semplice e ideale di condurre la vita. Con il XIX secolo, l'accento posto dai cinici sugli ideali ascetici e la critica della civiltà attuale in base al fatto che essa potrebbe cadere, talvolta impregnata di [[pessimismo]] e anti-[[positivismo]], ha portato a usare la parola cinico per indicare una disposizione all'incredulità nella sincerità o nella bontà umana. Il cinismo moderno presenta inoltre una diffidenza verso l'etica sociale, soprattutto quando sono presenti grandi aspettative in materia, che le istituzioni e le autorità lasciano insoddisfatte, determinando disillusione. Questa attitudine può manifestarsi come conseguenza della frustrazione e della sfiducia.<ref name=nav/> La [[misantropia]], la rudezza e il disprezzo delle convenzioni di alcuni "cinici" moderni li avvicinano ad alcuni comportamenti di antichi cinici come [[Antistene]] e [[Diogene di Sinope]], noti per essere diretti e talvolta poco cortesi.
 
Persone e pensatori che hanno manifestato spesso (o in talune occasioni) tale versione moderna del cinismo, non sempre in maniera percepita come negativa dai critici e dai commentatori (ma vista come una forma di arguzia), furono, ad esempio: [[Oscar Wilde]], i citati [[Hobbes]] e [[Machiavelli]], il [[Marchese de Sade]], [[Giambattista Vico]], [[Voltaire]], [[Jonathan Swift]], [[Samuel Johnson]], [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]], [[Arthur Schopenhauer]], [[Herbert Spencer]], [[Giacomo Leopardi]], [[Friedrich Nietzsche]], [[Emil Cioran]], [[Mark Twain]], [[Max Stirner]], [[Karl Kraus]], [[Louis-Ferdinand Céline]], [[Charles Bukowski]] e, a livello di cultura di massa, gli umoristi e comici [[Lenny Bruce]], [[Bill Hicks]], [[George Carlin]], [[Paolo Villaggio]] e [[Woody Allen]].
 
===Accezione negativa===
In altro senso, inteso come freddezza e mancanza di morale, viene anche usato per descrivere un carattere negativo e calcolatore, allontanandosi ancora di più dal concetto originario; come portatori di opportunismo, pragmatismo o spregiudicatezza, sono stati definiti cinici alcuni uomini politici - come [[Benito Mussolini]]<ref>Richard J.B. Bosworth, ''Mussolini'', pag. 17</ref>, talvolta [[Winston Churchill]]<ref>[[Arrigo Petacco]], ''La strana guerra'', 2010, pag. 69</ref>, [[Palmiro Togliatti]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/21/freddo-cinico-togliatti.html ''Freddo, cinico Togliatti''], da ''la Repubblica''</ref>, [[Stalin]] o [[Richard Nixon]]<ref>Silvia Bencivelli, Arianna Finos, ''Cinico, paranoico e omofobico: la verità su Nixon dai nastri segreti'', articolo su ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''</ref> - o addirittura il carattere nazionale di alcune popolazioni<ref>[http://www.lastampa.it/2011/03/18/cultura/leopardi-che-scostumati-gli-italiani-FiaxK6ECcPMCLvfaAlZcbO/pagina.html E. Ferrero, ''Leopardi, che scostumati gli italiani'', La Stampa, 18/03/2011].</ref>.
 
Il filosofo tedesco [[Peter Sloterdijk|Sloterdijk]] all'interno della sua opera ''Critica della ragion cinica''<ref>Sloterdijk, ''Critica della ragion cinica'', Garzanti, Milano, 1992, capitolo II, 1</ref> effettua una distinzione tra l'antico cinismo (‘kinismo'‘kinismo’) e il moderno ‘cinismo'‘cinismo’. Criticando l'azione del cinico moderno, spudorato e calcolatore, improntata su una giustificazione moralistica data dal suo fine, privo di principi etici, gli contrappone l'antico kinico, rappresentato da [[Diogene di Sinope|Diogene]], che sfugge completamente ogni vincolo sociale, considerandolo superfluo e ridicolo.
 
== Note ==