Tripoli (Libano): differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa 
|Nome = Tripoli 
|Nome ufficiale = ﻃﺮﺍﺑﻠﺲ<br/>Ṭarābulus 
|Panorama =  
|Didascalia =  
|Bandiera =  
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|Grado amministrativo = 3 
|Divisione amm grado 1 = Nord Libano 
|Divisione amm grado 2 = Tripoli (Libano) 
|Amministratore locale =  
|Partito =  
|Data elezione = 
|Data istituzione =  
|Data soppressione =  
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|Longitudine secondi =  
|Longitudine EW = E 
|Superficie = 39.94 
|Note superficie =  
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|Sito = http://www.tripoli.gov.lb/ 
}} 
'''Tripoli''', detta anche ''Tripoli del Levante'' ({{arabo|ﻃﺮﺍﺑﻠﺲ|Ṭarābulus}}) è la seconda città del [[Libano]] per popolazione e importanza, situata 85 chilometri a nord della capitale [[Beirut]]. Ha circa  
== Storia == 
[[File:TripoliLebCitadel1.jpg|thumb|upright=1.4|sinistra|La cittadella di Raimondo di Saint-Gilles 
[[File:TripoliLebGreatMosqueMinaret.jpg|thumb|upright=1.4|Il cortile della Grande Moschea 
[[File:Suq_di_Tripoli,_Libano.jpg|thumb|Suq di Tripoli]] 
Le prime testimonianze su un insediamento nell'area dell'attuale Tripoli risalgono al XIII secolo a.C., ma fu solo nell'VIII secolo a.C. che si sviluppò un emporio commerciale [[fenici]]o popolato da mercanti provenienti da [[Tiro (città antica)|Tiro]], [[Sidone]] e [[Arados]] (l'attuale isola di Arwad, in [[Siria]]), i quali costituirono tre distinte comunità urbane cinte da mura, che vennero quindi identificate nel [[Grecia antica|bacino culturale greco]] con il toponimo  
Tripoli rimase uno snodo commerciale di minore importanza durante i periodi [[Achemenidi|persiano]], [[Seleucidi|seleucide]] ([[333 a.C.]]-[[64 a.C.]]), [[Impero romano|romano]] e [[Impero bizantino|bizantino]]. 
Nel [[635]] il sovrano [[Omayyadi|omayyade]] [[Mu'awiya ibn Abi Sufyan|Muʿāwiya ibn Abī Sufyān]] ([[661]]-[[680]]) cinse d'assedio la città, i cui abitanti fuggirono via mare grazie all'aiuto della flotta [[Impero bizantino|bizantina]], la quale riuscì però a reimpossessarsi di Tripoli tra il [[685]] e il [[705]]. La città fu successivamente ripresa dalle truppe [[omayyadi]] e, dopo il [[750]], fu incorporata nel regno [[ 
Sul finire del X secolo, con la graduale perdita di autorità della dinastia [[ 
Nel [[1099]], durante la [[prima crociata]], Tripoli fu assediata dalle truppe guidate da [[Raimondo IV di Tolosa|Raimondo di Saint-Gilles]], che tuttavia negoziò una tregua con il [[qadi|qāḍī]] Faḫr al-Mulk Banū ʿAmmār per non rallentare la propria marcia alla conquista di [[Gerusalemme]]. 
Nel [[1102]], tuttavia, Raimondo di Saint-Gilles riprese la campagna per conquistare Tripoli, non tanto in funzione anti-islamica, quanto per impedire a [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo di Taranto]] di estendere il territorio del [[Principato d'Antiochia]], facendone una roccaforte normanna contro il [[Regno di Gerusalemme]]. In questa campagna, Raimondo fu sostenuto sia dall'imperatore [[Impero bizantino|bizantino]] [[Alessio I Comneno]] ([[1081]]-[[1118]]), che era un acerrimo nemico di Boemondo di Taranto, sia dalla flotta 
Dopo la morte di Raimondo, la campagna militare fu proseguita dal nipote [[Guglielmo Giordano di Cerdanya|Guglielmo Giordano]] e dal figlio [[Bertrando II di Tolosa|Bertrando di Tolosa]], che, nonostante i rinforzi militari giunti da [[Damasco]], riuscirono infine a prendere Tripoli nel [[1109]], dopo un [[Assedio di Tripoli|assedio]] durato sette anni. 
La città divenne la capitale della [[Contea di Tripoli]], uno degli [[Stati crociati|stati feudali latini d'Oriente]], per 180 anni. In questo periodo si svilupparono l'industria del [[vetro]] e della [[seta]], prosperarono i commerci con l'[[Europa]] e venne portata a termine la costruzione della '''Cittadella''' oggi nota come ''Qalʿah Sanǧīl'' (che significa la torre di Saint-Gilles). 
Nel [[1287]] i mercanti [[Storia di Genova|genovesi]] si ribellarono a Lucia, ultima esponente della dinastia regnante, e, sostenuti dall'ammiraglio [[Benedetto Zaccaria]], cercarono di far eleggere un [[podestà (medioevo)|podestà]] di loro gradimento alla guida della città, mentre i nobili proclamarono la fine della dinastia ed istituirono il [[Comune|libero comune]], eleggendo [[Bartolomeo Embriaco]] come [[sindaco]]. Temendo che Tripoli diventasse definitivamente una [[Colonia (insediamento)|colonia]] genovese, gli emissari [[Storia di Venezia|veneziani]] e [[pisa]]ni chiesero l'intervento del sultano [[Mamelucchi|mamelucco]] Saīf al-Dīn Qalawūn al-Ālfī al-Manṣūr, il quale conquistò la città nel [[1289]].<ref name="nota_Crociate"> 
</ref> 
Sotto il governo [[Mamelucchi|mamelucco]] la città visse un periodo di incredibile fioritura economica, culturale e architettonica, riflessa nella costruzione della '''Grande Moschea''' (edificata sulle fondamenta della chiesa crociata di Santa Maria della Torre), di numerose [[Madrasah|scuole coraniche]], [[caravanserragli]] e mercati. 
Dopo il [[1516]], la città entrò a far parte dell'[[Impero  
=== Epoca contemporanea === 
Nel [[1920]], nonostante l'opposizione della popolazione locale, Tripoli venne accorpata al [[mandato]] francese del Grande Libano, divenendo capoluogo del [[Libano#Suddivisioni amministrative|Governatorato del Nord Libano]]. 
Abitata in maggioranza da [[Sunniti|musulmani sunniti]], la città divenne un epicentro dell'opposizione agli assetti politici e istituzionali scaturiti dal cosiddetto [[Libano#Politica|"patto nazionale"]] del [[1943]], che aveva sancito l'egemonia della comunità religiosa [[Chiesa Maronita|cristiana maronita]]. 
Nel [[1958]] la città fu la sede di prolungati scontri armati tra l'esercito, fedele al presidente filo-occidentale Camille Chamoun, e le milizie [[Gamal Abd el-Nasser|nasseriste]] di ispirazione ideologica nazionalista panaraba, sostenute dal primo ministro Rashid Karame. L'espansione dell'arabismo in Libano e la trasformazione del paese, come fu in Siria, in uno stato gestito dall'egiziano Abdel Nasser fu bloccata dal presidente Fouad Chehab in virtù lla sua diplomazia e illuminata personalità. 
Durante la guerra civile libanese ([[1975]]-[[1990]]) Tripoli fu il teatro di aspri scontri, soprattutto nel [[1983]], quando contrapposte fazioni palestinesi si scontrarono tra loro e, in seguito, quando le truppe [[siria]]ne intervennero contro le milizie dell'[[OLP]], costringendo infine [[Yasser Arafat]] (cacciato dall capitale Beirut nel 1982) a fuggire via mare (grazie all'aiuto dei Francesi) alla volta di [[Tunisi]]. 
L'intervento siriano fu motivato anche dal fatto che Tripoli era ritenuta una roccaforte del gruppo radicale islamico dei [[Fratelli Musulmani]], che nel [[1982]] aveva organizzato una violenta insurrezione nella città [[siria]]na di [[Hama (città)|Ḥamāh]]. 
Dopo il termine della guerra civile, Tripoli ha assistito a una ripresa delle attività industriali e commerciali e ad un rapido incremento della popolazione (anche per l'afflusso di rifugiati palestinesi alle porte della città), creando una [[conurbazione]] di circa mezzo milione di abitanti con il vicino nucleo urbano di Al-Mīnā'. 
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Un grande stadio è stato costruito per ospitare la partita inaugurale e le partite del gruppo B della [[Coppa d'Asia|Coppa AFC d'Asia di calcio]] del [[2000]]. 
Nell'estate del 2007 nei campi profughi palestinesi alla periferia di Tripoli si insediarono delle cellule terroristiche di [[al-Qa'ida]], queste cellule presero il nome di [[Fatah al-Islam]].▼ 
▲Nell'estate del 2007 nei [[campi profughi]] [[palestinesi]] alla periferia di Tripoli si insediarono delle cellule  
Dal periodo bellico e post-bellico i conflitti tra le varie comunità Tripolitane si manifestano spesso attraverso il dislocamento o conflitti armati. A partire dal 2008 Tripoli è stata teatro di scontri molto violenti tra una parte della popolazione [[Sunnismo|sunnita]] e una parte della comunità [[Alauiti|alawita]]. Questi scontri periodici, in particolare nei pressi dei quartieri di Bab el-Tabbaneh e Jabal Mohsen, hanno provocato decine di morti e una spirale di violenza che ha portato spesso al dispiegamento dell'esercito governativo libanese e alla proclamazione dello stato d'emergenza. Gli scontri tra sunniti e alawiti sono causati dalle precarie condizioni economiche nei quartieri poveri interessati dagli scontri e soprattutto dalla diversa collocazione politica delle due comunità relativamente alle vicende libanesi e al [[guerra civile siriana|conflitto civile in corso in Siria]].<ref>Francesco Mazzucotelli, "La politica libanese e gli scenari per il 2013", in ''Panorama 2013'', a cura di N. Pedde, Sassari: IGS, 2013, pp.113-122.</ref><ref>{{Cita web |url=http://cskc.daleel-madani.org/paper/prisms-political-violence-%E2%80%98jihads%E2%80%99-and-survival-lebanon%E2%80%99s-tripoli |titolo=Estella Carpi, "Prisms of Political Violence, 'Jihads' and Survival in Lebanon's Tripoli", CSKC-Lebanon Support, December 2015. |accesso=16 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313160627/http://cskc.daleel-madani.org/paper/prisms-political-violence-%E2%80%98jihads%E2%80%99-and-survival-lebanon%E2%80%99s-tripoli |dataarchivio=13 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref> 
== Note == 
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==Voci correlate== 
*[[Contea di Tripoli]] 
*[[Fiera internazionale Rashid Karame]] 
== Altri progetti == 
{{interprogetto 
== Collegamenti esterni == 
*{{Collegamenti esterni}} 
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* 
{{Città e colonie fenicie}} 
{{Controllo di autorità}} 
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