Gergo: differenze tra le versioni
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'''Gergo''' (per certi versi analogo a ''[[slang]]'', in [[Lingua inglese|inglese]], e ad ''[[argot]]'', in [[Lingua francese|francese]]
== Descrizione generale ==
In genere, ogni generazione o [[gruppo sociale]] sviluppa delle sue varietà di linguaggio, per il semplice fatto che i vari componenti parlano più spesso "tra loro" che "con gli altri", oppure perché essi intendono, in modo deliberato, non farsi capire da chi non fa parte del gruppo. Un esempio di linguaggio tendenzialmente gergale è la lingua delle [[Cultura giovanile|culture giovanili]]: il fenomeno è interessante per il fatto che qualche volta gli adulti non riescono a capire il linguaggio dei giovani, e tutto ciò non può essere spiegato soltanto con il passare degli anni (spesso, il fatto ha delle ragioni anche e soprattutto sociali).<ref>Berruto, G., ''Sociolinguistica dell'italiano contemporaneo''</ref>
Sostanzialmente, però, si intende come gergo vero e proprio un idioma segreto.
Alcune delle parole appartenenti ad un gergo (conosciuto per essere poco durevole nel tempo) possono comunque, prima o poi, entrare a far parte della lingua corrente, dopo essere state create per il gergo.
==
Le caratteristiche fondamentali di un gergo vero e proprio sono:
* ''L'uso di una lingua base'' come può essere il dialetto del posto o la lingua ufficiale: il gergo non ha infatti una sua base indipendente (base che invece è presente in un dialetto o nell'idioma di una minoranza linguistica).<ref>[https://books.google.ch/books?id=_TDOCwAAQBAJ&pg=PR3-IA2&lpg=PR3-IA2&dq=%22gergo+sia+una+lingua+parassita,+dipendente+da+una+lingua+base%22&source=bl&ots=7Qa74hrAjQ&sig=ACfU3U0dUnYyfVfk7befy1CyNRB26np07g&hl=de&sa=X&ved=2ahUKEwiNl8HyuqLzAhUCsKQKHUzVBEUQ6AF6BAgCEAM#v=onepage&q=%22gergo%20sia%20una%20lingua%20parassita%2C%20dipendente%20da%20una%20lingua%20base%22&f=false F. Palermo, ''Varietà sociali nell'italiano contemporaneo: i gerghi come sottocodici non tecnici,'' Panda Edizioni, 2016]</ref>
* Una differenza rispetto alla lingua originale sufficiente per poter parlare di'' segretezza'': il gergo in senso stretto ha infatti come scopo quello di impedire la comprensione da parte di parlanti estranei al gruppo sociale. Questa particolarità si chiama ''funzione criptica''.<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/gergo_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/ treccani, lemma ''gergo'']</ref> L'uso di alcune parole speciali da parte di un gruppo di studenti, ad esempio, non ha necessariamente lo scopo di rendere segreto un linguaggio (anche se non sempre le parole si capiscono) e quindi non costituisce un fenomeno di gergo in senso stretto.
==Esempi==
{{F|linguistica|aprile 2015|assenza drammatica di fonti, in particolare nel lungo elenco di gerghi italiani.}}
A livello internazionale si ricorda il fenomeno di alcuni [[Cockney]] londinesi come il [[rhyming slang]], in cui alle parole o frasi vengono sostituite altre parole o frasi che fanno rima con esse (ad esempio ''apples and pears'' al posto di ''stairs'')<ref>{{Cita web|url=https://www.cockneyrhymingslang.co.uk/slang/apples_and_pears|titolo=Apples and Pears is Cockney Rhyming Slang for Stairs!|sito=The Cockney Rhyming Slang Blog|data=0001-01-01|accesso=14 luglio 2022}}</ref>. In [[Francia]], parlando il [[Verlan]], le parole vengono pronunciate all'inverso, anagrammando singole lettere o sillabe: lo stesso nome di questa parlata non è altro che l'inverso (pronunciato) dell'espressione francese ''l'envers''<ref>{{Cita web|url=https://www.francaisavecpierre.com/le-verlan/|titolo=LE VERLAN et ses principales expressions|autore=Pierre Prof|sito=Français avec Pierre|data=26 novembre 2017|lingua=fr|accesso=14 luglio 2022}}</ref>. Un fenomeno analogo (il "vesre", cioè "revés") si trova in molti vocaboli del [[lunfardo]] di [[Buenos Aires]], e in [[Grecia]] il podanà (Greco: ποδανά, cioè ανάποδα che significa inverso).
In [[Italia]] e nelle valli del [[Canton Ticino]] erano e in parte sono ancora parlati numerosi gerghi, per lo più nati all'interno di comunità di artigiani girovaghi. Molti di questi gerghi, che in genere assommano a poche centinaia di termini, sono oramai estinti (specie a causa della progressiva scomparsa dei mestieri fra i quali erano diffusi).
Per la maggior parte sono riconducibili alla [[lingua italiana]] o a uno dei suoi [[Dialetto|dialetti]], ma non mancano (e anzi sono talvolta comuni a gerghi anche geograficamente distanti) [[Lessema|lessemi]] di ascendenza [[Lingua albanese|albanese]] o [[Lingua greca|neogreca]], poiché queste attività ambulanti erano spesso esercitate da membri delle comunità [[Minoranza linguistica greca d'Italia|grecaniche]] o [[arbëreshë]]. Analogamente si spiega la presenza, nei gerghi di mestieri, di [[Prestito linguistico|prestiti]] dai gerghi parlati in Italia dalle comunità [[Zingari|zingare]], sia [[Rom (popolo)|Rom]] che [[Sinti]]: i primi, fra i quali i ''camminanti'' [[sicilia]]ni e i ''Kalderasha'', in genere esercitanti l'attività di [[Arrotino|arrotini]], ramai (appunto "calderai") o allevatori di cavalli, i Sinti invece noti come giostrai.
Segue un elenco dei gerghi italiani e del Canton Ticino:
* il [[gergo furbesco]] o "lingua zerga", usato fra i carcerati e gli appartenenti alla malavita – scomparso nel secolo scorso, ne sopravvivono tuttavia molti termini, insieme ad altri di nuovo conio, nell'odierno gergo carcerario
* il ''[[gaì]]'', adoperato dai [[Pastore|pastori]] della [[val Seriana]] nel [[Provincia di Bergamo|bergamasco]], e della [[val Camonica]] nel [[Provincia di Brescia|bresciano]]
* lo ''[[spasell]]'', gergo del [[Dialetto lombardo occidentale|dialetto insubre]] in uso fra i commercianti della [[Vallassina]]
* il gergo dei mercanti [[Monferrato|monferrini]]
* il ''gianglamènt'' dei commessi di negozio di [[Torino]]
* il ''dubiùn'' dei commercianti di [[San Giacomo Filippo|Olmo]], in [[Valchiavenna]]
* il ''[[larpa iudre]]'' di Mendrisio
* il ''balurd'' dei merciai ambulanti di [[Roccavignale|Strada di Roccavignale]] ([[Provincia di Savona|SV]])
* il ''plat di sciòbar'' dei calzolai della [[Valfurva]] e dell'alta [[Valtellina]]
* il ''tarusc'' degli ombrellai ("lüsciàtt") di [[Gignese]] e del [[Vergante]] ([[Provincia del Verbano-Cusio-Ossola|VB]])
* lo ''[[scabelament del contha|scapelament del contha]]'' dei seggiolai di [[Rivamonte Agordino|Rivamonte]], [[Gosaldo]] e di altri centri dell'[[Agordino]]
* il gergo delle venditrici di cucchiai di [[Claut]] ([[Provincia di Pordenone|PN]])
* il ''ciaschino''<ref>{{cita web|url=http://giornalelirpinia.it/index.php/cultura/cultura2/16568-dalla-carboneria-del-regno-di-napoli-le-origini-della-lingua-ciaschina|titolo=Le origini della lingua ciaschina|sito=L'Irpinia}}</ref>, gergo dei mercanti di pettini d'osso di [[Castel Baronia]], in [[Irpinia]]
* i vari gerghi dei calderai ambulanti:
** il ''calmùn'' dei calderai di [[Lanzada]] ([[Provincia di Sondrio|SO]])
** il ''rungìn'' o ''rügin'' dei magnani (ramai) della [[val Cavargna]] ([[Provincia di Como|CO]]), della [[val Colla]] e dell'alta [[Capriasca]] (Canton Ticino)
** il ''taròm'' o ''gaìn'' dei parolòti della [[val di Sole]] ([[Provincia autonoma di Trento|Trentino]])
** la ''rəvareska'' dei ramai di [[Monsampolo del Tronto]] ([[Provincia di Ascoli Piceno|AP]])
** il ''bakkajamendo'' dei ramai di [[Force]] ([[Provincia di Ascoli Piceno|AP]])
** il gergo dei ramai di [[Guardiagrele]] ([[Provincia di Chieti|CH]]), paese in cui peraltro è presente anche un gergo parlato dai commercianti di cavalli
** l'''ammaskante'' dei quadarari di [[Dipignano]] ([[Provincia di Cosenza|CS]])
** il ''[[romaniscu]]'' o ''arbaresca'', parlato dai ramai di [[Isili]] ([[Provincia di Cagliari|CA]])
** ancora i gerghi dei calderai di [[Locana]] e [[Ingria (Italia)|Ingria]] ([[Città metropolitana di Torino|TO]])<ref>Il gergo dei calderai e dei vetrai di queste località ha contaminato ampiamente lo stesso dialetto [[Lingua francoprovenzale|francoprovenzale]] parlato in [[val Soana]] e nella [[valle Orco]]</ref>, di [[Tramonti di Sopra|Tramonti]] (PN) e di [[Bagni di Lucca|Vico Pancellorum]] ([[Provincia di Lucca|LU]])
* il gergo degli arrotini di [[Resia]] ([[Provincia di Udine|UD]]), basato sul dialetto [[Lingua slovena|sloveno]] [[resiano]], ma incomprensibile persino ai semplici compaesani;
* il gergo degli arrotini di [[Querio]] ([[Città metropolitana di Torino|TO]]), miscela dei patois di [[Frassinetto]] e [[Ingria (Italia)|Ingria]] ([[francoprovenzale]]), di termini presi da altri idiomi ([[Lingua italiana|italiano]] e piemontese in particolare) e di termini propri, volutamente incomprensibile per chi non lo conoscesse;
* i gerghi dei selciatori di [[Graglia]] ([[Provincia di Biella|BI]], detti ''ciulìn'' e il suo gergo'' la rela''), di [[Castellazzo Bormida]]<ref>A Castellazzo sono attestati gerghi in uso anche fra i muratori (un paio, fra cui è ''a castigià'', derivata dal [[castigliano]] del [[Sud America]]) e fra gli ortolani</ref> e [[Pontecurone]] ([[Provincia di Alessandria|AL]])
* i gerghi dei muratori:
** di [[Alessandria]], [[Tortona]], [[Casale Monferrato]] ed altri centri minori della [[provincia di Alessandria]]
** di [[Viadana]] ([[Provincia di Mantova|MN]])
** di [[Nereto]] e [[Mosciano Sant'Angelo]] ([[Provincia di Teramo|TE]])
** la ''lingua lombardesca'' di [[Pescocostanzo]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]])
** il ''tapa magüt ''di Trescore Cremasco (CR)<ref>{{Cita libro|titolo = I muratori nel Cremasco|autore = Walter Venchiarutti|curatore = Gruppo Antropologico Cremasco|altri = in "Mester Cremasch"|anno = 1993|editore = Leva arti grafiche|pp = 60 73|città = Crema}}</ref>
* il ''taròm di rüsca'' degli [[Spazzacamino|spazzacamini]] delle valli [[val Vigezzo|Vigezzo]] e [[val Cannobina|Cannobina]] (VB), della [[valle Verzasca]] e delle [[Centovalli]]<ref>Nelle Centovalli, nella valle di [[Blenio]] e in altre valli laterali del Canton Ticino sono altresì attestati gerghi in uso fra i brentatori (trasportatori di vino) e gli appartenenti alle "badie" (corporazioni) dei facchini ("lingua facchinesca")</ref> (Canton Ticino)
* i ''taron'' degli spazzacamini, imbianchini, cestai, camerieri e vignaioli di [[Cannobio]] (VB), ognuno con parole proprie.
* i ''taròm'' o ''tarón'' degli spazzacamini, degli arrotini e soprattutto degli emigranti della [[val Rendena]]
* il gergo dei bottai della [[Valsesia]]
* il gergo dei peltrai e dei lattonieri della [[valle Anzasca]]
* il gergo dei salumieri di [[Norcia]]
* il gergo dei cardatori di lana di [[Fara San Martino]] (CH), [[Civitella del Tronto|Cerqueto]] e [[Pietracamela]] (TE) (''trignana'')<ref>Lo stesso dialetto di Pietracamela (''pretarolo'') si distingue da quello dei paesi circostanti</ref>
* la ''parlèsia'' dei posteggiatori [[Napoli|napoletani]]
* il "[[parlese]]" degli orchestrali italiani
* il ''[[baccagghiu]]'' e il ''mafiese'' della malavita siciliana
* la parlata dei camminanti siciliani, presenti per lo più a [[Noto (Italia)|Noto]] e a [[Mazara del Vallo]]
* il ''dritto'', gergo dei giostrai e baracconisti Sinti del [[Veneto]]
* lo '''nciambrico'' dei braccianti di [[Civitella Roveto|Meta]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]])
* i gerghi (fra cui il ''gianguel'') dei muratori, della malavita, degli ambulanti, dei girovaghi, dei canapini e dei mercanti di cavalli nel [[Città metropolitana di Bologna|bolognese]] e a [[Cento (Italia)|Cento]] ([[Provincia di Ferrara|FE]])
* lo ''dverun'' o ''dvarun'', forse nato fra i contrabbandieri ("spalloni") e usato dai calzolai e dai lattonieri di [[Varzo]] (VB) all'estero
* la "lingua serpentina" dei contadini di [[Squinzano]], nel [[Salento]] (un gergo "artificiale", come lo ''iergoegèn'' bolognese, quest'ultimo per costruzione simile al ''[[verlan]]'' francese)
* gerghi "cittadini" sono presenti a [[Milano]] (''amàr''), [[Parma]] e [[Biella]]
* i gerghi occitani ([[Provincia di Cuneo|CN]]): il ''grapiet'' degli arrotini di [[Bellino (Italia)|Bellino]], degli canapini della [[Valle Po]] e dei capellari di [[Elva (Italia)|Elva]]; il ''pantois'' dei pastori di [[Crissolo]]; il ''jergoun'' dei pastori di [[Roaschia]] e dei contrabbandieri di [[Ferrere (Argentera)|Ferrere]].
* i gerghi francoprovenzali: gergo di [[Usseglio]]; il ''dzargo'' dei spazzacamini di [[Rhêmes-Saint-Georges|Rhêmes]] e di [[Valsavarenche (comune)|Valsavarenche]], il ''djerc'' dei calzolai e segantini di [[Ayas]] ([[Valle d'Aosta|AO]]).
* il gergo arivaresco dei calderai di [[Vico Pancellorum]] (frazione del Comune di [[Bagni di Lucca]] ([[Provincia di Lucca|LU]]).
Dato che spesso i gerghi perdono in fretta la loro segretezza o cadono in disuso, alcune parole nate in un gergo possono, come detto, sopravvivere per poi passare alla [[lingua standard]]: è ad esempio il caso del termine ''cosa nostra'', parola che proviene dal gergo della [[mafia]].
==I gerghi in senso lato==
Accanto ai gerghi in senso stretto come li abbiamo visti finora, si parla anche di gerghi in senso lato, di ''parlata allusiva''.<ref>{{Garzanti|gergo}}</ref> Si tratta di parlate che effettivamente sono in qualche modo codificate e vengono usate da un determinato gruppo sociale; ad esse manca però l'elemento di segretezza. Fra i gerghi in senso lato si possono comprendere i linguaggi giovanili e i gerghi professionali.
===I linguaggi giovanili===
Questi linguaggi si avvalgono
* ''Paglia'' o ''Paina'', per dire
* ''Darsi una punta'' oppure ''un puntello'', per dire
* ''Il nulla'', per dire che
* ''Marma'', per indicare una [[marmitta]]
* ''Tranqui'', con significato di stare tranquillo, avere la situazione sotto controllo
* ''Raga'', abbreviazione di "ragazzi".
Si tratta spesso di termini che hanno
Se possibile, il [[gruppo sociale]] di giovani cerca di prendere le distanze da un ''establishment'' di
Parallelamente al linguaggio giovanile parlato, se ne è sviluppato anche uno scritto (vedi, ad esempio, il [[linguaggio degli SMS]]).
Dal [[2001]] sul [[sito internet]] de ''[[L'Espresso]]'' è presente la sezione [[Slangopedia]], un vocabolario on-line di espressioni gergali, colloquiali e giovanili della [[lingua italiana]] curato da Maria Simonetti ed aggiornato ogni due settimane con le nuove segnalazioni inviate dai lettori alla redazione.<ref>{{cita web|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/400221|titolo=Slangopedia|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090525071850/http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/400221|dataarchivio=25 maggio 2009}}</ref> Sul linguaggio giovanile si può consultare anche il sito LinguaGiovani dell'[[Università di Padova]].<ref>{{cita web|url=http://www.maldura.unipd.it/linguagiovani|titolo=LinguaGiovani}}</ref>
Dal [[2020]] è disponibile [[Slengo]]<ref>[https://slengo.it ''Slengo, il dizionario di strada''], su slengo.it.</ref>, dizionario online dedicato al gergo, ai [[Neologismo|neologismi]] e ai [[Regionalismo (linguistica)|regionalismi]] nella lingua italiana<ref>[https://www.vice.com/it/article/slengo-dizionario-dello-slang-italiano/ ''È online il primo dizionario dello slang italiano. E puoi contribuire anche tu''], articolo riguardante il dizionario Slengo su VICE.com.</ref>. Si tratta di un dizionario partecipativo, in cui anche gli stessi utenti possono proporre le proprie definizioni e frasi di esempio, nonché termini correlati e indicazioni sull'eventuale regionalità del termine.
===I gerghi professionali===
Sono linguaggi adoperati all'interno di talune attività umane, destinati, almeno in principio, esclusivamente alla comunicazione fra gli appartenenti a queste categorie; sono caratterizzati dall'adozione di termini ed espressioni non necessariamente specialistici, e che in genere (similmente a quelli gergali) sono metaforici e [[Connotazione|connotativi]].
Alcuni di questi termini sono entrati a far parte del linguaggio comune e si sono estesi ad altri ambiti, al punto che difficilmente se ne riconosce l'origine gergale.
A titolo esplicativo segue un parziale elenco di questi gerghi, fornendo qualche esempio lessicale:
* gergo studentesco (''bocciatura'', ''marinare'' la scuola, ''secchione'')
* gergo di caserma<ref>Da non confondersi col cosiddetto "gergo militare", più affine a un [[linguaggio settoriale]]. Per un primo avviamento e una ricca bibliografia sul gergo di caserma cfr. Francesco Luigi Bovi, ''Minima militaria'', Viterbo, Stampa Alternativa, 1992.</ref> (''nonno'', ''sbobba'', ''marmittone'')
* gergo teatrale (''cavalla'', ''far forno'', ''fiasco'')
* gergo cinematografico (''cameo'', ''peplum'')
* gergo giuridico, "legalese","giuridichese" o "avvocatese"<ref>[[Amedeo Benedetti]], ''Mi rimetto alla clemenza della corte. Analisi, note e proposte di correzione del linguaggio giuridico italiano'', Genova, Erga, 2012.</ref> (''escutere'', ''ottemperare'', ''laudemio'')
* gergo informatico (''quittare'', ''skippare'', ''formattare'')
* gergo televisivo (''bucare'' lo schermo, ''promo'', ''traino'')
* gergo medico<ref>[[Amedeo Benedetti]], ''Dica trentatré. Analisi, note e proposte di correzione del medichese'', Genova, Erga, 2012.</ref> (''ravvisare'', ''eradicare'', ''avvertire'' un dolore, ''assumere'' un farmaco)
* gergo giornalistico<ref>Da non confondersi con il linguaggio giornalistico, talvolta impropriamente definito gergo, che è quello con cui vengono scritti gli articoli</ref> (''bucare'' la notizia, ''essere sul pezzo'', ''chiudere'' il numero)
* gergo sportivo (''melina'', ''torello'', ''andare in bambola'')
* gergo tipografico (''refuso'', ''quadratone'', ''grazia'')
* gergo bancario<ref>[[Amedeo Benedetti]], ''Bancarese addio!'', Genova, Aba Libri, 2008.</ref> (''castelletto'', ''fido'', ''specimen'', ''budget'')
* gerghi di fabbrica
* gerghi dei commessi di negozio
* gergo burocratico
* gergo politico/sindacale (''tavolo di trattativa'', ''cabina di regia'',<ref>http://www.agi.it/politica/cabina_regia_governo-4328268/news/2018-08-31/</ref> ''traguardare'', ''governo ombra'', ''pieghe del bilancio'', ''tesoretto'', ''canguro''<ref>http://www.repubblica.it/politica/2016/02/16/news/scheda_supercanguro-133543398/</ref>)
Dato che il fenomeno non si limita all'utilizzo di termini tecnici, i gerghi professionali sono distinti dai cosiddetti [[linguaggio settoriale|linguaggi settoriali]], il cui lessico non è [[connotazione|connotativo]], ma [[Denotazione|denotativo]] e per lo più privo di [[ambiguità]]. In taluni casi di gergo professionale è inoltre ravvisabile il proposito della segretezza, sicché queste parlate risultano più affini ai gerghi veri e propri.
==Le lingue speciali==
{{vedi anche|Lingua speciale}}
Per lingua speciale (o linguaggio settoriale) s'intende quello proprio di un certo settore dell'attività umana, caratterizzato «da un lessico specializzato, cioè da una particolare terminologia che, nei linguaggi scientifici, è il più possibile rigorosa (i termini hanno definizioni esplicite e univoche, sono monosemici, non hanno sinonimi). I linguaggi settoriali sono detti anche sottocodici».<ref>Casadei, ''Breve dizionario di linguistica'', 2001, p.68</ref>
La definizione di gergo per quel che riguarda i linguaggi scientifici, tecnici e finanziari è perciò impropria: la creazione di parole speciali e termini dotti nasce soltanto da esigenze legate alla comunicazione (che deve riferirsi specificamente a determinati concetti): dunque, essa non è legata alle caratteristiche sociali dei parlanti. Di più, si è in presenza di termini non adoperati solo in seno alla comunità (o, per meglio dire, al «settore») che ne fruisce ma, al contrario, divulgati attraverso libri e [[mezzi di comunicazione]]: se quindi, nella vita di tutti i giorni, si può sentir parlare di gerghi scientifici o comunque specialistici (per es. «gergo della medicina» o ''medichese'', «gergo giuridico» o ''giuridichese'', «gergo informatico», ecc.), la linguistica preferisce denominarli linguaggi settoriali. La definizione è riconosciuta in linguistica italiana, ma non è di carattere universale: ad esempio, in [[Lingua inglese|inglese]] si fa una distinzione tra ''jargon'' (che comprende tra l'altro i linguaggi settoriali) e [[slang]] (che include anche i linguaggi giovanili).
==I gerghi e le loro fonti nella storia==
Esempi di gergo in senso stretto nella storia dell'[[lingua italiana|italiano]] sono attestati sin dal [[Medioevo]]; i fenomeni del [[vagabondaggio]] e del [[brigantaggio]] erano, tanto in Italia quanto in altri paesi come la Francia, le cause principali dei fenomeni di codificazione gergale.<ref>Camporesi, P., ''Il libro dei vagabondi''</ref>
La spinta della reazione non si fece attendere: era intenzione degli stati quella di ''decodificare'' i gerghi, di combatterli semplicemente ''spiegandoli''. Si trattava di una doppia replica, rivolta contro un fenomeno che era sia linguistico che sociale. Venivano pubblicate trattazioni sul modo di vivere e infrangere la legge di questi gruppi emarginati; la parte linguistica di questi "trattarelli" era costituita da glossari; si ricordino lo ''Speculum Cerretanorum'' di [[Teseo Pini]] in Italia (circa 1485) ed il ''Modo Nuovo de intender la lingua Zerga, cioè parlar furbesco,'' pubblicato nel 1545 da [[Antonio Brocardo]].
Lo scopo di questi libretti era, secondo gli autori, quello di mettere in guardia il lettore dalla minaccia di chi parlava gergo; si trattava in altre parole di informare su quelle che potevano essere le varie astuzie e abitudini di vagabondi, briganti e altri. La lettura costituiva pure oggetto di un certo divertimento, legato di certo al gusto del macabro e del proibito.<ref name="Ferrero">Ferrero, E., ''Dizionario storico dei gerghi italiani. Dal Quattrocento a oggi''</ref>
Anche gli sforzi della [[Controriforma]] nel [[XVII secolo|Seicento]] e in periodi più tardi erano da considerarsi soprattutto di natura [[criminologia|criminologica]], come risposta della società al formarsi di una controsocietà nemica.
Per quanto riguarda l'[[XIX secolo|Ottocento]], degli spunti di un certo interesse si trovano nei trattati di [[antropologia]] di quel secolo soprattutto in quelli di carattere criminologico e [[psichiatria|psichiatrico]]. C'era anche un certo gusto da parte dello studioso, quello di mostrare l'uomo in una degradazione e abiezione che si volevano congenite. Tali modi di considerare la natura umana erano chiara testimonianza del [[positivismo]].
== Note ==
<references/>
==Bibliografia==
*Baccetti Poli R., ''Saggio di una bibliografia dei gerghi italiani'', Padova, CEDAM, 1953.
*Benedetti, A., ''Manuale di sburocrazia'', Genova, Aba Libri, 2008. ISBN 978-88-6275-000-4
*Benedetti, A., ''Bancarese addio!'', Genova, Aba Libri, 2008. ISBN 978-88-6275-003-5
*Benedetti, A., ''Dica trentatré. Analisi, note e proposte di correzione del medichese'', Genova, Erga, 2012. ISBN 978-88-8163-707-2
*Benedetti, A., ''Mi rimetto alla clemenza della corte. Analisi, note e proposte di correzione del linguaggio giuridico italiano'', Genova, Erga, 2012. ISBN 978-88-8163-711-9
*Berruto, G., ''Sociolinguistica dell'italiano contemporaneo'', Roma, Carocci, 2002.
*Bovi F. L., ''Minima militaria'', Viterbo, [[Stampa Alternativa]], 1992.
*Camporesi, P., ''Il libro dei vagabondi'', Milano, Garzanti, 2003.
*Coveri, L., ''Prospettive per una definizione del linguaggio giovanile in Italia,'' in ''Varietätenlinguistik des Italienischen,'' a c. di G. Holtus ed E. Radtke, Tubinga, Narr, 1983, pp.
*Guiraud, P., ''L'argot'', Paris, PUF, 1973.
*Ferrero, E., ''Dizionario storico dei gerghi italiani. Dal Quattrocento a oggi'', Milano, Mondadori 1991.
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*Lanza, C., ''Il Mercabul. Il controlinguaggio dei giovani,'' Milano, Mondadori, 1974.
*Manzoni, G. R., ''Peso vero sclero. Dizionario del linguaggio giovanile di fine millennio,'' Milano, Il Saggiatore, 1997.
*Marcato, C. e Shu, D., ''Il gergo dei muratori di Mosciano Sant'Angelo (Teramo)'', in Bollettino dell'Atlante Linguistico Italiano (BALI), Istituto dell'Atlante Linguistico Italiano, Università di Torino, III serie - Dispensa n. 21, 1997, pp. 135–147.
*Prelli, G., ''Saggio di un vocabolario alessandrino metodico ed alfabetico'', Jacquemod, [[Alessandria]], 1898
*Rizza, S. Tabbarari a mašcu: ''viaggio nel gergo dei caminanti siciliani'' ("Quaderni di Semantica" 2/2012).
*Rizza, S. "Bbaccàgghiu" sic. e "parlèsia" nap.: due gerghi a confronto ("Quaderni di Semantica" 1/2014).
*Rizza, S. ''Concordanze e discordanze lessicali e semantiche fra'' u bbaccagghiu ''sic. e'' s’arromaniska ''di Isili'', (“Prospettive della Semantica” 2017-2018 pp. 1133-1164).
*Sanna, C., ''Il gergo della camorra'', Palermo, il Vespro, 1978.
*[[Maurizio Trifone|Trifone, M.]], ''Aspetti linguistici della marginalità nella periferia romana'', Perugia, Guerra, 1993.
==Voci correlate==
* [[Argot]]
* [[Slang]]
* [[Furbesco]]
* [[Linguaggio settoriale]]
* [[Varietà (linguistica)]]
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
{{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Sociolinguistica]]
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