Giovanni Palatucci: differenze tra le versioni
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{{C|la voce pare monofonte (Preziosi e il suo libro autopubblicato). Voce da riscrivere su un maggiore diversità di fonti|funzionari|novembre 2023|militari|arg2=santi}}
{{Santo
|nome= Giovanni Palatucci
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|immagine= Giovanni Palatucci.jpg
|note= Servo di Dio
|nato= [[Montella]],
|morto= [[Dachau]],
|venerato da= Chiesa cattolica
|canonizzazione=
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|AnnoNascita = 1909
|LuogoMorte = Dachau
|LuogoMorteLink =
|GiornoMeseMorte = 10 febbraio
|AnnoMorte = 1945
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|Attività = poliziotto
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , vice commissario aggiunto di [[pubblica sicurezza]], insignito della [[
}}<ref>{{Cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/gallery/photonews/1278728/bari-nei-giardini-isabella-d-aragona-piantato-leccio-e-targa-in-memoria-di-giovanni-palatucci.html|titolo=Bari, nei Giardini Isabella D'Aragona piantato leccio e targa in memoria di Giovanni Palatucci|accesso=10 febbraio 2021}}</ref>
Inizialmente addetto all'ufficio stranieri (dal 12 novembre [[1937]]) e dal febbraio 1944 reggente della [[Questura]] di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] sino al 13 settembre [[1944]], quando fu arrestato dai tedeschi delle [[Schutzstaffel|SS]] e internato il [[22 ottobre]] successivo nel [[campo di concentramento di Dachau]] con il numero 117826, dove morì di stenti il 10 febbraio [[1945]], 78 giorni prima della liberazione del campo.<ref>Ennio Di Francesco, ''Un commissario scomodo'', Roma, Teti, 2009, pp. 255-256.</ref>
Nel [[1952]]
Nel [[2013]] il [[Centro internazionale di studi Primo Levi]] di [[New York]] avanzò alcuni dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende a lui legate.<ref name=cpl>{{cita testo|url=http://www.gariwo.net/dl/ComunicatoPalatucciFarkas.pdf|titolo=Comunicato del Centro Primo Levi}}</ref> A seguito di questa ricerca la figura di Palatucci fu rimossa<ref name="repu">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2013/06/21/news/lo_schindler_italiano_collaborava_con_i_nazisti-61538511/|titolo=Palatucci, lo "Schindler italiano"in realtà collaborava con i nazisti|sito=la Repubblica|data=21 giugno 2013|lingua=it|accesso=10 febbraio 2021}}</ref> da un'esposizione al [[United States Holocaust Memorial Museum|Museo dell'Olocausto di Washington]] e lo Yad Vashem e il [[Città del Vaticano|Vaticano]] iniziarono ad esaminare la nuova documentazione emersa.<ref name=repu />
Nel 2014 lo [[Yad Vashem]] lo ha confermato [[Giusti tra le nazioni|Giusto tra le nazioni]] per aver salvato almeno una donna, l'unico episodio per cui esiste documentazione attendibile<ref>{{Cita web|url=
pronunciamento di Yad Vashem}}</ref>
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Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]]. Nella sua posizione ebbe modo di conoscere l'impatto delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] sulla popolazione ebraica. In quel contesto cercò di fare quello che la sua posizione gli permetteva, creando attraverso una rete di amici una strada per salvare molti ebrei dai campi di sterminio,<ref>Secondo la testimonianza di Franco Avallone, citato da Giovanni Preziosi,</ref> ad esempio, la famiglia di Carl Selan.<ref>{{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2015/05/23/vaticaninsider/ita/documenti/i-protetti-di-palatucci-un-giusto-ricordo-n1PBnBUEzLwusb0aveqwlM/pagina.html|titolo=''I «protetti»''}} cit.</ref><ref>Giovanni Preziosi, {{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2015/09/14/vaticaninsider/ita/documenti/palatucci-e-la-contessa-polacca-della-croce-rossa-9xxLQMY4SuFVZGp1yefz5K/pagina.html|titolo=''Palatucci e la contessa''|postscript=nessuno}}, cit.</ref> In una lettera ai genitori scrisse: «Ho la possibilità di fare un po' di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare».<ref>''{{cita testo|url=http://web.tiscali.it/comitatopalatucci/|titolo=Comitatopalatucci}}'', consultato al 31 luglio 2017</ref>
Un calcolo approssimativo stima in più di {{formatnum:5000}} il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante la sua permanenza a Fiume.<ref>Domenico Agasso jr., {{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2013/05/21/vaticaninsider/ita/documenti/giovanni-palatucci-un-poliziotto-beato-lEPJ5DX3BuN7W5472PECBK/pagina.html|titolo=''Giovanni Palatucci, un poliziotto beato?''|postscript=nessuno}}, in "[[La Stampa|lastampa.it]]", 21 maggio 2013.</ref> La cifra è stato però ampiamente smentita da ricerche indipendenti che hanno attribuito ad intenti agiografico la notizia<ref>{{en}} [https://www.timesofisrael.com/shadows-cast-on-the-heroism-of-italian-schindler/ A growing chorus of historians studying the most celebrated ‘righteous’ Italian is saying Giovanni Palatucci’s legacy is a myth]</ref>.
Nel novembre [[1943]] Fiume, pur facente parte della [[Repubblica Sociale Italiana]], di fatto entrò a far parte della cosiddetta [[zona d'operazioni del Litorale adriatico]], controllata direttamente dalle truppe tedesche per ragioni d'importanza strategica, e il comando militare della città passò al capitano delle [[Schutzstaffel|SS]] Hoepener. Pur avvisato del pericolo che correva personalmente, Palatucci decise di rimanere al suo posto.<ref>D. Agasso jr., {{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2013/05/21/vaticaninsider/ita/documenti/giovanni-palatucci-un-poliziotto-beato-lEPJ5DX3BuN7W5472PECBK/pagina.html|titolo=''Giovanni Palatucci''}} cit.</ref><ref>G. Preziosi, {{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2015/05/23/vaticaninsider/ita/documenti/i-protetti-di-palatucci-un-giusto-ricordo-n1PBnBUEzLwusb0aveqwlM/pagina.html|titolo=''I «protetti»''}} cit.</ref><ref name="Palatucci e la contessa">{{Cita libro|autore=Giovanni Preziosi|titolo=La rete segreta di Palatucci. Fatti, retroscena, testimonianze e documenti inediti che smentiscono l'accusa di collaborazionismo con i nazisti|url=https://www.amazon.it/rete-segreta-Palatucci-testimonianze-collaborazionismo/dp/B09YKB4GRT/ref=tmm_hrd_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=|ed=2|annooriginale=2022|editore=Independently published|pp=403-455|capitolo=La “delazione”: cronaca di un tradimento. Le soffiate al Comando di Polizia tedesco di Fiume del vicecommissario...|ISBN=979-8439555734}}</ref>
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{{Senza fonte}}
Si preoccupò anche dell'istituzione di uno "Stato libero di Fiume", per far sì che questo territorio, che correva il rischio di venire ceduto dall'[[Italia]] alla [[Jugoslavia]], mantenesse una sua indipendenza. Fu proprio con l'accusa formale di cospirazione e intesa con il nemico in seguito al «rinvenimento di un piano relativo alla sistemazione di Fiume come città indipendente, tradotto in lingua inglese» che il 13 settembre [[1944]] fu arrestato dai militari tedeschi in seguito alla delazione pervenuta al capitano Schlünzen dal vice commissario ausiliario della III Divisione assegnato alla questura di Fiume fin dal 5 febbraio di quello stesso anno.<ref name="Palatucci e la contessa"/> Dopo essere stato imprigionato nel carcere di Trieste, il [[22 ottobre]] venne trasferito nel campo di lavoro forzato di [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]], dove morì nel 1945, due mesi prima della liberazione
== Controversie ==
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* Ad [[Avellino]] gli è stata dedicata la via prospiciente la Questura di Avellino e un parco pubblico cittadino.
* A [[Montella]] gli è stata dedicata la scuola primaria statale "Giovanni Palatucci" e una piazza.
* A [[
* A [[Crotone]] gli è stata dedicata la via dove si trova la Prefettura.
* Il 9 agosto 2009 gli è stata intitolata una piazza di [[San Giovanni (Sante Marie)|San Giovanni di Sante Marie]] ([[Provincia dell'Aquila|AQ]])<ref>{{cita web|url=https://www.ilcentro.it/l-aquila/sante-marie-omaggia-il-questore-palatucci-1.2574324|editore=Il Centro|titolo=Sante Marie omaggia il questore Palatucci|accesso=30 novembre 2021}}</ref>.
* Negli anni novanta gli è stata dedicata la piazzetta di [[Maratea]] ([[Provincia di Potenza|PZ]]).
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== Bibliografia ==
* Giovanni Preziosi, ''{{cita testo|url
* Amleto Ballarini, ''Giovanni Palatucci. Favole e storia'', in "Fiume. Rivista di Studi Adriatici", N. S., a. 23(2003), n. 1-6.
* Michele Bianco, Antonio De Simone Palatucci, ''Giovanni Palatucci. Un olocausto nella shoah'', Montella, Accademia Vivarium novum-Dragonetti, 2003. ISBN 88-87637-37-7.
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* Giulio Di Luzio, ''Il disubbidiente. Il poliziotto che salvò gli ebrei'', Milano, Mursia, 2008. ISBN 978-88-425-3718-2.
* Dipartimento della Pubblica Sicurezza (a cura del), ''Giovanni Palatucci. Il poliziotto che salvò migliaia di ebrei'', Roma, Laurus Robuffo, 2002. ISBN 88-8087-301-6.
Giuseppe Fresolone-Marcello Naimoli (a cura di), Giovanni Palatucci e gli ebrei internati a Campagna. Memorie, rappresentazioni e nuove ricerche, Roma, EDUP, 2017,
* Fulvio Giannetti, ''Racconti della Shoà'', Roma, Pericle Tangerine, 2004. ISBN 88-88645-06-3.
* ''Giovanni Palatucci. Documenti e cronologia essenziale (1909-2009) nel centenario della nascita'', Campagna, Comitato Giovanni Palatucci, 2008.
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