Paolo Valera: differenze tra le versioni

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Nel [[1888]] rimase coinvolto nello scandalo di [[Emma Allis]], ex amante di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], quindi fu condannato a tre anni di carcere. Valera sfuggì all'arresto e visse fino al [[1898]] a [[Londra]], salvo poi recarsi a Milano per prendere parte ai [[moti di Milano|moti popolari]] repressi dal generale [[Fiorenzo Bava-Beccaris]] e scontò per questo alcuni mesi in galera: in questo periodo s'iscrisse al [[Partito Socialista Italiano]]. Processato con l'accusa di essere un sovversivo, venne assolto dall'accusa nel periodo [[Giovanni Giolitti|giolittiano]], a causa del nuovo clima politico più libero. Nel 1901 pubblicò il romanzo ''[[La folla (romanzo)|La folla]]'' (omonimo alla rivista) e nel [[1907]] fece pubblicare l'autobiografico ''La sanguinosa settimana del maggio '98'' ([[1907]]). Fu anche traduttore e trascrisse in [[lingua italiana|italiano]] il ''Quo vadis?'' di [[Henryk Sienkiewicz]].
 
Tra il luglio e il dicembre del 1920 pubblicò in appendice sul giornale ticinese ''Libera Stampa'' il romanzo ''Per ammazzare il "Corriere della Sera"'', nel quale immagina la fondazione di un giornale d'ispirazione socialista, il ''Corrierissimo'', capace di scalzare l’egemonial'egemonia culturale del ''[[Corriere della Sera]]'' e di preparare l'avvento della repubblica in Italia.
 
Nel [[1924]] scrisse una biografia del [[duce]], intitolata appunto ''Mussolini'', che per tale causa Valera venne espulso dal PSI. Divenuto povero, nel [[1925]] diede alle stampe ''I miei dieci anni all'estero'', una sorta di [[diario]] autobiografico che non ebbe successo.
 
I suoi resti riposano nel [[cimitero monumentale di Milano]]<ref>{{Cita news|autore=Comune diSepolture Milano|titolo=App di ricerca defunti Not 2 4get|pubblicazione=|data=}}</ref>.
 
== Note ==