Lo scudo di Talos: differenze tra le versioni

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{{F|romanzi storici|gennaio 2014}}
{{libro
|titolo = Lo scudo di Talos
|titoloalfa = Scudo di Talos, Lo
|annoorig = 1988
|tipo = storico
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere = [[romanzo storico|storico]]
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|ambientazione = [[Peloponneso]]
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}}
'''''Lo scudo di Talos''''' è un romanzo del [[1988]] scritto da [[Valerio Massimo Manfredi]], edito da Mondadori nel gennaio 1988.
==Trama==
BROGELLI É UN GAY FORSE BELLE LE TETTE DELLA MAMMA MI TORRE LA*VICTORIA*spartano nato nella nobile famiglia [[Spartiati|spartiata]] dei Kleomenidi, tra le più importanti di Sparta, ma a causa di una malformazione al piede, il padre Aristarchos lo abbandona seppur a malincuore sul monte [[Taigeto]], in ossequio alle severe leggi della città. Allevato da un anziano pastore [[ilota]], Kritolaos, il giovane cambia il nome in Talos, cresce e diventa un ragazzo forte e coraggioso, ma ignaro delle proprie origini; Kritolaos lo sottopone a un duro allenamento, lo aiuta ad usare il bastone come un'arma (oltre che come un appoggio) e gli consegna l'arco dell'antico [[Aristodemo (re dei Messeni)|re Aristodemo]], eroe della [[prima guerra messenica]], che gli insegna a usare.
 
'''''Lo scudo di Talos''''' è un romanzo del [[1988]] scritto dadi [[Valerio Massimo Manfredi]], edito da Mondadori nel gennaio 1988.
Il [[fato]] vuole che Talos salvi una sua cara amica e fidanzata, Antinea (figlia di un contadino ilota che Talos stava aiutando nei campi), da una tentata violenza fisica da parte di Brithos e dei suoi amici, ignaro che questo sia suo fratello maggiore; nonostante sia sul punto di uccidere il fratello, Brithos lo guarda intensamente negli occhi e lo risparmia. Durante la convalescenza, Talos si innamora di Antinea, ma, rientrato a casa dopo vari giorni, trova il nonno morente; subito dopo la sua scomparsa, Talos viene acclamato dagli altri anziani come "il Lupo". Due mesi dopo, però, Brithos organizza una spedizione punitiva notturna: il gruppo percuote Talos e massacra il suo gregge, risparmiandogli però la vita una seconda volta. Il ragazzo si riprende di nuovo grazie anche alle cure propinate dal gigante Karas; insieme a lui, Taras continua a fare da capo villaggio.
 
Il libro ha avuto molte edizioni in [[lingua italiana|italiano]]<ref>V. Catalogo SBN</ref>; inoltre è stato tradotto in [[lingua spagnola|spagnolo]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/432878279|titolo=Talos de Esparta|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>, [[lingua greca moderna|neogreco]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/1111709287|titolo=Η ασπίδα της Σπάρτης|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>, [[lingua russa|russo]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/71354683|titolo=Спартанец: [роман]|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>, [[lingua polacca|polacco]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/76348623|titolo=Spartanin|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>, [[lingua slovena|sloveno]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/449246964|titolo=Talosov ščit|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>, [[lingua inglese|inglese]]<ref>{{Cita web|url=https://search.worldcat.org/it/title/969667529|titolo=Spartan : [a novel]|lingua=en|accesso=3 agosto 2024}}</ref>.
Allo scoppio delle [[guerre persiane]], il ragazzo, come tutti gli iloti, è condotto a [[Sparta]] per essere scelto da Brithos come aiutante dei soldati in guerra. Talos parte dunque per la guerra insieme a lui e combatte alle [[battaglia delle Termopili|Termopili]], assistendo, inconsapevole, alla morte del suo vero padre durante la famosa battaglia. Quando il re [[Leonida I|Leonidas]] e i suoi uomini si trovano circondati dai persiani, rimanda Talos, Brithos e Aghìas a Sparta per recapitare un messaggio agli [[Efori]].
 
==Trama==
Al loro rientro in patria, però, i tre guerrieri superstiti sono accusati di diserzione e codardia, poiché un agente della [[Crypteia|Krypteia]], una sorta di servizio segreto spartano, aveva sostituito il messaggio del re con uno vuoto, senza che loro se ne accorgessero: incapace di sopportare la vergogna, Aghìas si suicida impiccandosi in casa sua, mentre Brithos, fuggito una notte per uccidersi a sua volta, è salvato da Talos e dal suo compagno Karas che lo trasporta nella sua capanna e lo convince a riscattarsi. Con il suo aiuto, Brithos inizia così una guerra solitaria combattendo tutto l'autunno, l'inverno e la primavera in tutta la Grecia per uccidere gli emissari e le truppe [[Impero achemenide|persiane]] di [[Mardonio (generale)|Mardonio]], che andavano in lungo e in largo a depredare le messi dei contadini, e infine ritrova la gloria morendo eroicamente nella vittoriosa [[battaglia di Platea]], alla quale Talos assiste impotente.
===SecondaPrima parte===
BROGELLIKleidemos Éè UNun GAY FORSE BELLE LE TETTE DELLA MAMMA MI TORREragazzo LA*VICTORIA*spartano nato nella nobile famiglia [[Spartiati|spartiata]] dei Kleomenidi, tra le più importanti di Sparta, ma a causa di una malformazione al piede, il padre Aristarchos lo abbandona seppur- seppure a malincuore - sul monte [[Taigeto]], in ossequio alle severe leggi della città. Allevato da un anziano pastore [[ilota]], Kritolaos, il giovane cambia il nome in Talos, cresce e diventa un ragazzo forte e coraggioso, ma ignaro delle proprie origini;. Kritolaos lo sottopone a un duro allenamento, lo aiuta ada usare il bastone come un'arma (oltre che come un appoggio) e gli consegna l'arco dell'antico [[Aristodemo (re dei Messeni)|re Aristodemo]], eroe della [[prima guerra messenica]], che gli insegna a usare.
 
Il [[fato]] vuole che Talos salvi una sua cara amica e futura fidanzata, Antinea (figlia di un contadino ilota che Talos stava aiutando nei campi), da una tentata violenza fisica da parte di Brithos e dei suoi amici, ignaro che questoquest'ultimo sia suo fratello maggiore;. nonostanteNonostante sia sul punto di uccidere il fratello, Brithos lo guarda intensamente negli occhi e lo risparmia. Durante la convalescenza, Talosanche Antinea si innamora di AntineaTalos, ma, una volta rientrato a casa dopo vari giorni, trova il nonno morente il quale gli rivela che un giorno un uomo cieco da un occhio saprà rimuovere la maledizione dalla spada di Aristodemo; subito dopo la sua scomparsa, Talos viene acclamato grazie ad un uomo comparso dal nulla, dagli abitanti e dagli altri anziani come "il Lupo". Due mesi dopo, però, Brithos organizza una spedizione punitiva notturna: il gruppo percuote Talos e massacra il suo gregge, risparmiandogli però la vita una seconda volta. Il ragazzo si riprende di nuovo grazie anche alle cure propinate dal gigante Karas; insieme a lui, TarasTalos continua a fare da capo villaggiocapovillaggio.
===Seconda parte===
In seguito alla gloriosa morte di Brithos, Talos è riconosciuto come Spartano e unico superstite della famiglia dei Kleomenidi, e scopre il suo vero nome, Kleidemos; tornato da Platea a Sparta, si reca presso la sua vera madre, Ismene, che però muore subito dopo averlo riabbracciato. A quel punto, sotto la protezione del re [[Pausania (generale)|Pausanias]], il giovane intraprende la regna militare al servizio di Sparta. Dopo essere sbarcato a [[Cipro]], dove conosce il giovane schiavo siriano Lahgal, Kleidemos comanda per quattro anni il quarto battaglione di [[Tracia]], divenendo "uno sterminatore lucido e implacabile". Una sera, in preda allo scoramento, è sul punto di suicidarsi, ma Lahgal, divenuto servo del re Pausanias, gli comunica che se compirà una missione per conto del re, potrà poi tornare a Sparta.
 
Allo scoppio delle [[guerre persiane]], il ragazzo, come tutti gli iloti, è condotto a [[Sparta]] per essere scelto da Brithos come aiutante dei soldati in guerra. TalosCosì parte dunque per la guerra insieme a lui e combatte alle [[battaglia delle Termopili|Termopili]], assistendo, inconsapevole, alla morte del suo vero padre durante la famosa battaglia. Quando ilIl re [[Leonida I|Leonidas]] e i suoi uomini si trovano circondati dai persiani, così il sovrano rimanda Talos, Brithos e AghìasAgìas a Sparta per recapitare un messaggio agli [[Efori]].
A [[Bisanzio]], Pausanias illustra a Kleidemos i suoi piani futuri: vorrebbe, con l'aiuto del re di Persia, rovesciare gli [[Eforo|Efori]] e re [[Leotichida]]s, instaurando un regime dove gli Spartiati e gli Iloti sarebbero riconosciuti come uguali; Kleidemos accetta di partire con Lahgal per dirigersi a Kelainai, in [[Frigia]], dove consegnerà un messaggio di Pausanias e attenderà la risposta. Giunto a Kelainai, Kleidemos incontra il [[satrapo]] [[Artabazo]]s, che assicura il suo completo appoggio ai progetti di Pausanias. Tornato a Bisanzio, Kleidemos riferisce quanto detto da Artabazos a Pausanias; questi, di rimando, gli riferisce di essersi incontrato con Karas, che gli ha detto che gli Iloti sono pronti e aspettano un segnale di Kleidemos. Dopo questa discussione, Kleidemos si imbarca per la Grecia, poiché Pausanias gli ha ordinato di tornare a Sparta per tenersi pronto.
 
Al loro rientro in patria, però, i tre guerrieri superstiti sono accusati di diserzione e codardia, poiché un agente della [[Crypteia|Krypteia]], una sorta diun servizio segreto spartano, aveva sostituito il messaggio del re con uno vuoto, senza che loro se ne accorgessero: incapace di sopportare la vergogna, AghìasAgìas si suicida impiccandosi in casa sua, mentre Brithos, fuggito una notte per uccidersi a sua volta, è salvato da Talos e dal suo compagno Karas, che lo trasporta nella sua capanna e lo convince a riscattarsi. Con il suo aiuto, Brithos inizia così una guerra solitaria combattendo tutto l'autunno, l'inverno e la primavera in tutta la Grecia a fianco di Talos che lo aiuta da arciere per uccidere gli emissari e le truppe [[Imperoimpero achemenide|persiane]] di [[Mardonio (generale)|Mardonio]], che andavano in lungo e in largo a depredare le messi dei contadini, e infine ritrova la gloria morendo eroicamente nella vittoriosa [[battaglia di Platea]], alla quale Talos assiste impotente.
Tornato in patria a sua volta, Pausanias riceve un biglietto di Lahgal, che lo invita a recarsi in un luogo isolato per parlare con lui. Non spiegandosi perché sia ancora vivo, visto che aveva ordinato a Kleidemos di ucciderlo, Pausanias spera di poter indurlo a non parlare con gli Efori, ma non sa che dietro la casa sono appostati degli Spartiati, pronti a testimoniare contro di lui quando lo sentiranno confessare i suoi crimini; infatti, nello scusarsi con Lahgal, Pausanias confessa le sue trame con i Persiani (ma non accennando a Kleidemos). Sulla via del ritorno, accorgendosi che gli Efori lo aspettavano per arrestarlo, Pausanias si rifugia in un tempio, dove è murato vivo e muore di stenti.
 
===Seconda parte===
All'inizio dell'inverno del [[464 a.C.]], Kleidemos lascia la Sissitia, andando a vivere nella casa dei Kleomenidi, dove egli ordina al più vecchio e fedele dei servitori iloti, Alesos, di andare a prendere sua madre adottiva sul Taigeto e di portargliela. La madre, su sua richiesta, gli comunica che Antinea e il padre Pelias vivono in Messenia, a tre giorni di cammino; di Karas, invece, confessa di non sapere più nulla da ben tre mesi. Una mattina, Kleidemos parte per andare a trovare Antinea e, una volta rimessosi dal difficile viaggio, racconta a lei e al padre le sue vicende; si unisce ad Antinea quella stessa notte, poi riparte il mattino dopo. Sulla via del ritorno, però, si verifica un [[Terremoto di Sparta del 464 a.C.|violentissimo sisma]] e, tornato in città, Kleidemos scopre che Sparta è in gran parte distrutta; vede poi gli Iloti scendere dalla montagna per attaccare la città e resta a guardare i combattimenti sostenuti dai pochi Spartiati rimasti, che resistono valorosamente e respingono l'attacco. Dopo il combattimento, Karas, cieco da un occhio, poiché la [[Krypteia]] l'aveva torturato senza risultato per sapere cosa gli aveva detto Pausanias, giunge a casa di Kleidemos e gli chiede di scegliere definitivamente se schierarsi con gli Spartiati o con gli Iloti. Kleidemos decide di tornare dagli Iloti, ma prima recupera dall'Eforo Episthenes il rotolo che Leonida aveva scritto prima delle Termopili, e dato a lui e Brithos, ma sottratto da un inviato della Krypteia e sostituito con uno bianco.
In seguito alla gloriosa morte di Brithos, Talos è riconosciuto come Spartano e unico superstite della famiglia dei Kleomenidi, e scopre il suo vero nome, Kleidemos; tornato da Platea a Sparta, si reca presso la sua vera madre, Ismene, che però muore subito dopo averlo riabbracciato. A quel punto, sotto la protezione del re [[Pausania (generale)|Pausanias]], il giovane intraprende la regna militare al servizio di Sparta. Dopo essere sbarcato a [[Cipro]], dove conosce il giovane schiavo siriano Lahgal, Kleidemos comanda per quattro anni il quarto battaglione di [[Tracia]], divenendo "uno sterminatore lucido e implacabile". Una sera, in preda allo scoramento, è sul punto di suicidarsi, ma Lahgal, divenuto servo del re Pausanias, gli comunica che se compirà una missione per conto del re, potrà poi tornare a Sparta.
 
A [[Bisanzio]], Pausanias illustra a Kleidemos i suoi piani futuri: vorrebbe, con l'aiuto del re di Persia, rovesciare gli [[Eforo|Efori]] e il re [[Leotichida]]s, instaurando un regime dove gli Spartiati e gli Iloti sarebbero riconosciuti come uguali; Kleidemos accetta di partire con Lahgal per dirigersi a Kelainai, in [[Frigia]], dove consegnerà un messaggio di Pausanias e attenderà la risposta. Giunto a Kelainai, Kleidemos incontra il [[satrapo]] [[Artabazo]]s, che assicura il suo completo appoggio ai progetti di Pausanias.; Tornatotornato a Bisanzio, Kleidemos riferisce quanto detto da Artabazos a Pausanias; questi, die rimando,questi gli riferiscerisponde riferendogli di essersi incontrato con Karas, che gli ha detto che gli Iloti sono pronti e aspettano un segnale di Kleidemos. Dopo questa discussione, Kleidemosquest'ultimo si imbarca per la Grecia, poiché Pausanias gli ha ordinato di tornare a Sparta per tenersi pronto.
Dopo aver preso il rotolo, Kleidemos, ridiventato Talos il Lupo, torna dagli Iloti: Karas toglie la maledizione dalla spada di [[Aristodemo (re dei Messeni)|Aristodemo]] e Kleidemos guida gli Iloti a ricostruire la loro città leggendaria, [[Itome (monte)|Ithome]], che è fortificata e sistemata in vista di un assedio. Nel primo anno di [[Terza guerra messenica|combattimenti]], [[Cimone]] di Atene, simpatizzante degli Iloti, manda un esercito in loro aiuto, ma viene sconfitto dagli Spartani e [[Ostracismo|ostracizzato]] dagli ateniesi, che restaurano un governo anti-spartano. Il secondo anno, Antinea, dopo aver avuto un bambino, viene colpita da un dardo ateniese, ma si salva e si rimette; anche quell'estate gli Iloti resistono valorosamente contro le superiori forze nemiche. Il terzo anno, però, Talos sa di non poter resistere, e ordina quindi a Karas di sgomberare donne, vecchi e bambini prima che riprenda l'assedio, poi si incontra personalmente col secondo re spartano [[Plistarco|Pleistarchos]] per chiedergli di togliere l'assedio, ma questi rigetta la proposta, anche quando Talos tenta di convincerlo dicendogli che [[Leonida I|Leonidas]] avrebbe voluto concedere la cittadinanza agli Iloti (riferendosi al rotolo che aveva scritto prima della battaglia).
 
Tornato in patria a sua volta, Pausanias riceve un biglietto di Lahgal, che lo invita a recarsi in un luogo isolato per parlare con lui. Non spiegandosi perché sia ancora vivo, visto che aveva ordinato a Kleidemos di ucciderlo, Pausanias spera di poterpotere indurlo a non parlare con gli Efori, ma non sa che dietro la casa sono appostati degli Spartiati, pronti a testimoniare contro di lui quando lo sentiranno confessare i suoi crimini;. infattiInfatti, nello scusarsi con Lahgal, Pausanias confessa le sue trame con i Persiani (ma non accennando a Kleidemos). Sulla via del ritorno, accorgendosi che gli Efori lo aspettavano per arrestarlo, Pausanias si rifugia in un tempio, dove è murato vivo e muore di stenti.
La battaglia finale inizia quella stessa notte, ma mentre si combatte arditamente da entrambe le parti, all'improvviso gli Efori mandano dei messaggeri tramite i quali chiedono, sulla base di un [[oracolo di Delfi]], di sospendere la battaglia, lasciando che gli Iloti possano andare a colonizzare un luogo offerto loro dagli Ateniesi. Il libro si conclude quando, finiti i festeggiamenti, Karas torna a cercare Talos, ma trova solamente un lupo che lo conduce all'armatura da lui indossata, che potrà rivestire solo quando il suo popolo sarà nuovamente in difficoltà.
 
All'inizio dell'inverno del [[464 a.C.]], Kleidemos lascia la Sissitia, andando a vivere nella casa dei Kleomenidi, dove egli ordina al più vecchio e fedele dei servitori iloti, Alesos, di andare a prendere sua madre adottiva sul Taigeto e di portargliela. La madre, suSu sua richiesta, ella gli comunica che Antinea e il padre Pelias vivono in Messenia, a tre giorni di cammino; di Karas, invece, confessa di non sapere più nulla da ben tre mesi. Una mattina, Kleidemos parte per andare a trovare Antinea e, una volta rimessosi dal difficile viaggio, racconta a lei e al padre le sue vicende; si unisce ad Antinea quella stessa notte, poi riparte il mattino dopo. Sulla via del ritorno, però, si verifica un [[Terremototerremoto di Sparta del 464 a.C.|violentissimo sisma]] e, tornato in città, Kleidemos scopre che Sparta è in gran parte distrutta; vede poi gli Iloti scendere dalla montagna per attaccare la città e resta a guardare i combattimenti sostenuti dai pochi Spartiati rimasti, che resistonorespingono valorosamente e respingono l'attacco. Dopo il combattimento, Karas, cieco da un occhio, poiché la [[Krypteia]] l'aveva torturato senza risultatoinvano per sapere cosa gli aveva detto Pausanias, giunge a casa di Kleidemos e gli chiede di scegliere definitivamente se schierarsi con gli Spartiati o con gli Iloti. Kleidemos decide di tornare dagli Iloti, ma prima recupera dall'Eforo Episthenes il rotolo che Leonida aveva scritto prima delle Termopili, e dato a lui e Brithos, ma in precedenza sottratto da un inviato della Krypteia e sostituito con uno bianco.
== Note storiche ==
Fonte preziosa per la ricostruzione antropologica della vita nell'antica Sparta resta la ''Vita di Licurgo'' (una delle ''[[Vite parallele]]'') di [[Plutarco]].
 
DopoRidiventato aver presoTalos il rotoloLupo, Kleidemos, ridiventato Talos il Lupo, torna dagli Iloti: Karas toglie la maledizione dalla spada di [[Aristodemo (re dei Messeni)|Aristodemo]] e Kleidemos guida gli Iloti a ricostruire la loro città leggendaria, [[Itome (monte)|Ithome]], che è fortificata e sistemata in vista di un assedio. Nel primo anno di [[Terzaterza guerra messenica|combattimenti]], [[Cimone]] di Atene, simpatizzante degli Iloti, manda un esercito in loro aiuto, ma viene sconfitto dagli Spartani e [[Ostracismo|ostracizzato]] dagli ateniesi, che restaurano un governo anti-spartano. Il secondo anno, Antinea, dopo averavere avuto un bambino, viene colpita da un dardo ateniese, ma si salva e si rimette; anche quell'estate gli Iloti resistono valorosamente contro le superiori forze nemiche. Il terzo anno, però, Talos sa di non poterpotere resistere, e ordina quindi a Karas di sgomberare donne, vecchi e bambini prima che riprenda l'assedio, poi si incontra personalmente colcon il secondo re spartano [[Plistarco|Pleistarchos]] per chiedergli di togliere l'assedio, ma questiquest'ultimo rigetta la proposta, anche quando Talos tenta di convincerlo dicendogli che [[Leonida I|Leonidas]] avrebbe voluto concedere la cittadinanza agli Iloti (riferendosi al rotolo che aveva scritto prima della battaglia).
Oltre a tutti gli avvenimenti ([[guerre persiane]], tradimento di [[Pausania (generale)|Pausania]], [[terza guerra messenica]] ...) e ai personaggi storici maggiori (re spartani, comandanti ateniesi ...), risultano reali anche alcuni dei personaggi, ricalcati su figure storiche realmente esistite:
 
* Aghias, lo spartano disonorato che si impicca per la vergogna, assomiglia a [[Pantite]];
La battaglia finale inizia quella stessa notte, ma mentre si combatte arditamente da entrambe le parti, all'improvviso gli Efori mandano dei messaggeri tramite i quali chiedono, sulla base di un [[oracolo di Delfi]], di sospendere la battaglia, lasciando che gli Iloti possanoliberi andare adi colonizzare un luogo offerto loro dagli Ateniesi. Il libro si conclude quando, finiti i festeggiamenti, Karas torna a cercare Talos, ma trova solamente un lupo che lo conduce all'armatura da lui indossata, che potrà rivestire solo quando il suo popolo sarà nuovamente in difficoltà.
* Brithos, lo spartano disonorato che si riscatta morendo a Platea, assomiglia ad [[Aristodemo di Sparta|Aristodemo]];
* Lahgal, il servo di Pausania che alla fine lo tradisce, assomiglia ad un servo di Pausania veramente esistito di cui non sappiamo il nome.
 
== Edizioni ==
* {{Citacita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi |titolo= Lo scudo di Talo |anno= 1988Talos |editore= [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] |edizione collana=Omnibus italiani |anno=1988 |p= 336 |ISBN= 978-8804308867 |città=Mantova9788804308867}}
* {{Citacita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi |titolo= Lo scudo di Talos |anno= 1990 |editore= Mondadori |edizione collana= Oscar bestsellers |pdata=30 331marzo 1990 |ISBNp= 978-88-04-33371-5334 |cittàISBN=Mantova9788804333715}}
* {{Cita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi, |titolo= ''Lo scudo di Talos'', |anno=a 26cura marzodi 2013Tea |editore=Noja, MondadoriMilano: |edizioneA. = Oscar Absolute |p= 398 |ISBN=Mondadori 978-8804627227scuola, |città=Mantova}}1991
* {{Cita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi, |titolo= ''Lo scudo di Talos'', |anno=a 21cura giugnodi 2016Daniela |editore=Ciocca Mondadorie |p=Tina 318Ferri, |ISBN=Milano: A. Mondadori 978-8804662648scuola, |città=Mantova}}1992
* {{Citacita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi |titolo= Lo scudo di Talos |annoeditore= 5 maggio 2020Mondadori |editorecollana=I MondadoriMiti |edizioneanno= Oscar Junior2002 |p= 416331 |ISBN= 978-8804725213 |città=Mantova9788804514534}}
* {{Cita libro |autore= Valerio Massimo Manfredi, |titolo= ''Lo scudo di Talos'', |anno=Milano: 30 agosto 2022[[Il Giornale|editore=Il Mondadorigiornale]], |edizione= edizione illustrata |p= 416 |ISBN= 9788804719496 |città=Mantova}}2004
*Valerio Massimo Manfredi, ''Lo scudo di Talos'': ed. scolastica, lettore: Manuela Faoro, Feltre: Centro internazionale del libro parlato, [dopo il 2010]
*Valerio Massimo Manfredi, ''Eroi'', Milano: Mondadori, 2011, contiene: ''Lo scudo di Talos, Le paludi di Hesperia, L'armata perduta''
*{{cita libro |autore=Valerio Massimo Manfredi |titolo=Lo scudo di Talos |editore=Mondadori |collana=Oscar junior |data=26 marzo 2013 |p=398 |ISBN=9788804627227}}
*{{cita libro |autore=Valerio Massimo Manfredi |titolo=Lo scudo di Talos |editore=Mondadori |collana=Oscar absolute |data=21 giugno 2016 |p=318 |ISBN=9788804662648}}
*Valerio Massimo Manfredi, ''Lo scudo di Talos'', Milano: Centauria, 2016
*{{cita libro |autore=Valerio Massimo Manfredi |titolo=Lo scudo di Talos |editore=Mondadori |collana=Oscar junior |data=5 maggio 2020 |p=416 |ISBN=9788804725213}}
*Valerio Massimo Manfredi, ''Lo scudo di Talos'', illustrazioni di [[Tanino Liberatore]]; con uno scritto di Johnny Costantino, Milano: Mondadori, 2022
*{{cita libro |autore=Valerio Massimo Manfredi |titolo=Lo scudo di Talos |editore=Mondadori |collana=Oscar junior |data=5 settembre 2023 |p=416 |ISBN=9788804778615}}
 
;Versione a fumetti:
*Onofrio Catacchio, ''Lo scudo di Talos: il graphic novel'', (Valerio Massimo Manfredi); adattamento di [[Onofrio Catacchio]]; disegni di Alessio Fortunato; lettering e colori di Christian Marra, Milano: Oscar Mondadori, 17 ottobre 2023, pp.144 ISBN 9788804743552
 
== Note storiche ==
<references/>
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}