Piero Cosmin: differenze tra le versioni

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|mandatoinizio3 = 30 settembre 1943
|mandatofine3 = 12 maggio 1944
|mandato3 =
|predecessore3 = [[Tito Cesare Canovai]]
|successore3 = [[Franco Bogazzi]]
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|mandatoinizio4 = 12 maggio 1944
|mandatofine4 = 20 luglio 1944
|mandato4 =
|predecessore4 = [[Dino Pietro Cagetti]]
|successore4 = [[Gaspero Barbera]]
}}
 
{{Bio
|Nome = Piero
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==Biografia==
Piero Cosmin era figlio di Andrea e Isabella Ruzza., Durantestudente dell'Istituto nautico, Piero Cosmin il 12 novembre 1920 aderisce ai [[ventennioFasci fascistaitaliani di combattimento]], fuentrando nella [[segretarioSquadre federaled'azione|Squadra d'azione]] di "[[QuilianoDisperata]]," suodi paese natioSavona<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.138144, 2024, ISBN 9781445280042</ref> e diventando [[segretario federale]] di [[Quiliano]], suo paese natio.<ref name="empoli">Claudio Biscarini, [https://www.dellastoriadempoli.it/il-primo-sangue-di-claudio-biscarini/ ''Il primo sangue''], dellastoriadempoli.it, 15 novembre 2013.</ref> Nel 1922 prese parte alla [[Marcia su Roma]].<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.138, 2024, ISBN 9781445280042</ref>
 
Nel 1923 dopo aver terminato anche i corsi per [[Allievo ufficiale]] svolse il [[Servizio militare]] imbarcato sulle [[Conte di Cavour (nave da battaglia)|navi Conte di Cavour]] e [[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]].<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.139, 2024, ISBN 9781445280042</ref> Terminata la leva, prestò servizio nella [[Regia Marina]] fino al 1936. Durante la [[guerra d'Etiopia]] fu imbarcato sulla nave "Piemonte" che si occupava dei trasporti verso l'[[Africa Orientale Italiana|Africa Orientale]]. Nel 1933 entrò a far parte del direttorio fascista di Savona con il grado corrispondente della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MVSN]] di [[capomanipolo]].
 
===La guerra di Spagna===
Partecipò come volontario alla [[guerra civile spagnola]] come [[capomanipolo]] della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] nell'8° gruppo Banderas della [[2ª Divisione CC.NN. "Fiamme Nere"]]. Cosmin prese parte alla [[Battaglia di Guadalajara]] dove, in qualità di ufficiale informatore, fu costantemente impiegato nelle formazioni più avanzate ottenendo una prima [[croce di guerra al valor militare]] per aver contribuito alla cattura di un [[carro armato]] avversario. In seguito prese parte alla [[Battaglia di Santander]] e alla [[Battaglia d'Aragona]].
 
===La seconda guerra mondiale===
Alla vigilia dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] fu inviato a Verona per gestire l'amministrazione controllata di un'azienda<ref name="bocca">[[Giorgio Bocca]], [https://books.google.it/books?id=A-eFegTw3zMC&pg=PT73&lpg=PT73&dq=%22piero+cosmin%22&source=bl&ots=7Y59viJxRm&sig=ACfU3U3WmStxBQEkd-aj__jrBHXBdA5oYA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwixiMrE6736AhUQy6QKHdVgCqE4HhDoAXoECBIQAw#v=onepage&q=%22piero%20cosmin%22&f=false ''Storia dell'Italia partigiana''], Feltrinelli, Milano, 2012.</ref>. Proprio mentre si trova nel capoluogo scaligero, riceve la notizia dell'armistizio; il [[14 settembre]], dopo aver tentato invano di contattare le gerarchie fasciste, riapre il fascio di Verona, che era stato chiuso immediatamente dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943|armistizio]]<ref name=bocca/>. Aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e fu il [[Capo della Provincia]] di [[Verona]] (settembre 1943 - maggio [[1944]]) e di [[Venezia]] (maggio - luglio 1944) della RSI<ref>https://www.internamentoveneto.it/centro-studi-internamento-deportazione/i-responsabili-della-persecuzione-in-veneto/</ref><ref name="italo">[http://www.italoeuropeo.com/2008/03/18/la-fuga-non-era-tra-i-progetti-di-mussolini-allepilogo/ ''La fuga non era tra i progetti di Mussolini all’epilogo''], italoeuropeo.com, 18 marzo 2008.</ref>.
 
In qualità di [[Capo della Provincia]] di Verona provvide a prendere in consegna gli ex [[gerarca|gerarchi]] [[fascismo|fascisti]] ([[Galeazzo Ciano]], [[Giovanni Marinelli]], [[Luciano Gottardi]], [[Carlo Pareschi]], [[Emilio De Bono]] e [[Tullio Cianetti]]) che avevano votato l'[[Caduta del fascismo|ordine del giorno Grandi]] durante il [[Gran consiglio del fascismo|Gran consiglio]] del [[25 luglio]] [[1943]], i quali furono condannati a morte dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato della RSI|tribunale straordinario]] di Verona nel [[1944]]. Accanito accusatore dei gerarchi "traditori", manifestò un [[antisemitismo]] intransigente e duro<ref>Alberto Cifelli, ''I prefetti del Regno nel ventennio fascista'', Roma, SSAI, 1999, p. 60.</ref>. Nei primi giorni del [[1945]] [[Guido Buffarini Guidi]] lo impiegò presso il Ministero[[Governo della Repubblica Sociale Italiana|Ministro dell'Internointerno della Repubblica Sociale Italiana]]<ref name=italo/>.
 
Cosmin morì di [[tisi]]<ref name="empoli"/> nel maggio [[1945]] a Varese, ospite della casa di cura La Quiete. La sorella Teodora che era maestra elementare a Quiliano, fu sequestrata dai partigiani alla stazione di Savona metre rientrava in città dopo i funerali del fratello e assassinata<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.141, 2024, ISBN 9781445280042</ref><ref>https://www.savonanews.it/2010/12/04/leggi-notizia/argomenti/savona/articolo/savona-il-martirio-della-maestra-dora-cosmin.html</ref>
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|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|motivazione= Ufficiale informatore di un comando di divisione, in quattro giorni di dura lotta, agì quasi costantemente coi reparti di avanguardia, dando numerose prove di valore. Avanzando con un reparto di carri d'assalto cooperava alla cattura di un carro-cannone avversario. Settore di Guadalajara, 9-13 marzo 1937-XV<ref>http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1939%20vol_3/e-1939%20vol_3_00000237.JPG</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|motivazione= Magnifica figura di combattente entusiasta e valoroso sprezzando ogni pericolo, compreso quello di incontrastato tiro Aereo, quale Ufficiale informatore e per missioni di fiducia affidategli dal Comandante di Divisione e dagli stessicomandanti di reparto presso cui recavasi fu pressoché costantemente sulle linee avanzate durante quattro giorni e tre notti di lotta continua, combattuta su terreno quasi piatto, privo del benché minimo riparo, battutissimo ovunque, financo fruendo di una motocicletta si lanciò anche contro i carri armati con i quali cooperò alla cattura di un carro nemico. Zona di Triiueque 9, 10, 11,12 marzo 1937<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.142, 2024, ISBN 9781445280042</ref>
}}