Piero Cosmin: differenze tra le versioni
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|mandatoinizio3 = 30 settembre 1943
|mandatofine3 = 12 maggio 1944
|mandato3 =
|predecessore3 = [[Tito Cesare Canovai]]
|successore3 = [[Franco Bogazzi]]
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|mandatoinizio4 = 12 maggio 1944
|mandatofine4 = 20 luglio 1944
|mandato4 =
|predecessore4 = [[Dino Pietro Cagetti]]
|successore4 = [[Gaspero Barbera]]
}}
{{Bio
|Nome = Piero
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Alla vigilia dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] fu inviato a Verona per gestire l'amministrazione controllata di un'azienda<ref name="bocca">[[Giorgio Bocca]], [https://books.google.it/books?id=A-eFegTw3zMC&pg=PT73&lpg=PT73&dq=%22piero+cosmin%22&source=bl&ots=7Y59viJxRm&sig=ACfU3U3WmStxBQEkd-aj__jrBHXBdA5oYA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwixiMrE6736AhUQy6QKHdVgCqE4HhDoAXoECBIQAw#v=onepage&q=%22piero%20cosmin%22&f=false ''Storia dell'Italia partigiana''], Feltrinelli, Milano, 2012.</ref>. Proprio mentre si trova nel capoluogo scaligero, riceve la notizia dell'armistizio; il [[14 settembre]], dopo aver tentato invano di contattare le gerarchie fasciste, riapre il fascio di Verona, che era stato chiuso immediatamente dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943|armistizio]]<ref name=bocca/>. Aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e fu il [[Capo della Provincia]] di [[Verona]] (settembre 1943 - maggio [[1944]]) e di [[Venezia]] (maggio - luglio 1944) della RSI<ref>https://www.internamentoveneto.it/centro-studi-internamento-deportazione/i-responsabili-della-persecuzione-in-veneto/</ref><ref name="italo">[http://www.italoeuropeo.com/2008/03/18/la-fuga-non-era-tra-i-progetti-di-mussolini-allepilogo/ ''La fuga non era tra i progetti di Mussolini all’epilogo''], italoeuropeo.com, 18 marzo 2008.</ref>.
In qualità di [[Capo della Provincia]] di Verona provvide a prendere in consegna gli ex [[gerarca|gerarchi]] [[fascismo|fascisti]] ([[Galeazzo Ciano]], [[Giovanni Marinelli]], [[Luciano Gottardi]], [[Carlo Pareschi]], [[Emilio De Bono]] e [[Tullio Cianetti]]) che avevano votato l'[[Caduta del fascismo|ordine del giorno Grandi]] durante il [[Gran consiglio del fascismo|Gran consiglio]] del [[25 luglio]] [[1943]], i quali furono condannati a morte dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato della RSI|tribunale straordinario]] di Verona nel [[1944]]. Accanito accusatore dei gerarchi "traditori", manifestò un [[antisemitismo]] intransigente e duro<ref>Alberto Cifelli, ''I prefetti del Regno nel ventennio fascista'', Roma, SSAI, 1999, p. 60.</ref>. Nei primi giorni del [[1945]] [[Guido Buffarini Guidi]] lo impiegò presso il
Cosmin morì di [[tisi]]<ref name="empoli"/> nel maggio [[1945]] a Varese, ospite della casa di cura La Quiete. La sorella Teodora che era maestra elementare a Quiliano, fu sequestrata dai partigiani alla stazione di Savona metre rientrava in città dopo i funerali del fratello e assassinata<ref>Savonesi nella guerra civile spagnola vol 1, Antonio Martino, p.141, 2024, ISBN 9781445280042</ref><ref>https://www.savonanews.it/2010/12/04/leggi-notizia/argomenti/savona/articolo/savona-il-martirio-della-maestra-dora-cosmin.html</ref>
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|nome_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza=Croce di guerra al valor militare
|motivazione= Magnifica figura di combattente entusiasta e valoroso sprezzando ogni pericolo, compreso quello di incontrastato tiro Aereo, quale Ufficiale informatore e per missioni di fiducia affidategli dal Comandante di Divisione e dagli stessicomandanti di reparto presso cui recavasi fu
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