Avigliano: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{Template:Comune
{{Divisione amministrativa
|nomeComune = Avigliano
|linkStemmaNome = Avigliano-Stemma.png
|Panorama = Panorama di Avigliano (Potenza).jpg
|siglaRegione = BAS
|Didascalia =
|siglaProvincia = PZ
|Bandiera = Avigliano-Gonfalone.png
|latitudineGradi = 40
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|latitudineMinuti = 44
|Stemma = Coat of Arms of Avigliano.svg
|latitudineSecondi = 0
|Voce stemma =
|longitudineGradi = 15
|Stato = ITA
|longitudineMinuti = 43
|Grado amministrativo = 3
|longitudineSecondi = 0
|Divisione amm grado 1 = Basilicata
|mappaX = 223
|Divisione amm grado 2 = Potenza
|mappaY = 210
|Amministratore locale = Giuseppe Mecca
|altitudine = 827
|Partito = [[centro-destra]]
|superficie = 84
|Data elezione = 9-6-2024
|abitanti = 12.032
|Data istituzione =
|anno = 31-12-04
|densitaAltitudine = 143800
|Superficie = 85.48
|frazioni = Castel Lagopesole, Possidente, Sarnelli, Sant'Angelo, Bancone
|Note superficie = [http://www.comuni-italiani.it/076/007/ Dati di riferimento alla superficie]
|comuniLimitrofi = [[Atella (PZ)|Atella]], [[Bella]], [[Filiano]], [[Forenza]], [[Pietragalla]], [[Potenza (PZ)|Potenza]], [[Ruoti]]
|Sottodivisioni = [[Castel Lagopesole]], [[Possidente (frazione di Avigliano)|Possidente]], Sant'Angelo
|cap = 85021
|Divisioni confinanti = [[Atella (comune)|Atella]], [[Bella (Italia)|Bella]], [[Filiano]], [[Forenza]], [[Pietragalla]], [[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Ruoti]]
|prefisso = 0971
|Zona sismica = 1
|istat = 076007
|Gradi giorno = 2284
|fiscale = A519
|nomeAbitantiNome abitanti = aviglianesi
|patronoPatrono = [[Sansan Vito]]
|festivoFestivo = [[15 giugno]]
|PIL =
|sito = http://www.comune.avigliano.pz.it
|PIL procapite =
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
|Mappa = Map of comune of Avigliano (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
'''Avigliano''' è un comune di 12.032 abitanti della [[provincia di Potenza]].
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Avigliano all'interno della provincia di Potenza
}}
'''Avigliano''' (''Avigliànë'' in dialetto aviglianese<ref>{{Cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | Garzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=273 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/273 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]]. Con decreto del 27 dicembre 1991 a firma del [[presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]], ad Avigliano è stato conferito il titolo araldico di città<ref>{{Cita|M. Ostuni |pag. 103}}.</ref>.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Avigliano at sunset.jpg|sinistra|miniatura|Panoramica di Avigliano]]
Avigliano sorge a 800 m nella parte nord-occidentale della provincia.
 
Nel territorio si trovano diverse montagne:
==Altimetria==
* [[Monte Caruso]]: 1239 m
Il territorio del Comune di Avigliano è classificato come ''montano'', con un'altitudine sul livello del mare che varia tra i 550 e i 1239 metri. L'altezza del centro abitato di Avigliano è di 857 metri s.l.m.
* [[Monte Carmine]]: 1228 m
* Monte Sant'Angelo: 1121 m
* Monte Alto: 938 m
 
==Orografia= Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Avigliano-Castel Lagopesole}}
All'interno del suo territorio, Avigliano comprende diversi picchi montuosi anche di altezza notevole:
*Monte Carmine: 1228 metri
*Monte Caruso: 1239 metri
*Monte S.Angelo: 1121 metri
*Monte Marcone: 857 metri
*Montalto: 938 metri
 
La temperatura media annua è di 12&nbsp;°C; la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di 3.3&nbsp;°C e quella del mese più caldo (luglio) è di 21.4&nbsp;°C. La temperatura minima assoluta è stata di -17&nbsp;°C e la massima di 38&nbsp;°C.
==Temperatura==
 
La precipitazione media annua è pari a 844&nbsp;mm, con punte di 1192&nbsp;mm (precipitazione massima annua) e 679&nbsp;mm (precipitazione minima annua). Il numero di giorni piovosi in un anno è di 92.
La temperatura media annua è calcolata pari a 12°C; la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di 3.3°C e quella del mese più caldo (luglio) è di 21.4°C. Si toccano tuttavia punte notevolmente differenti; la temperatura minima assoluta è stata di -12°C e la massima di 38°C.
==Precipitazioni==
La precipitazione media annua è pari a 844 mm, con punte di 1192 mm (precipitazione massima annua) e 679 mm (precipitazione minima annua). Il numero di giorni piovosi in un anno è di 92.
 
== Origini del nome ==
 
Il [[toponimo]] deriverebbere da ''avis locum'' ("luogo dell'uccello"), una denominazione che sarebbe stata data da alcuni marinai orientali, oppure da ''locum avellani'' ("luogo dei noccioli")<ref>Andrea Corbo, ''Memorie patrie e ricordi di famiglia'', Roma 1895.</ref>.
=Storia=
 
Nel territorio si è ipotizzata la presenza di un fondo tra la fine dell'età [[Repubblica romana|repubblicana]] e gli inizi di quella [[Impero romano|imperiale]]; sotto [[Traiano]] è menzionato un ''fundus Avillanus'' o ''Avilius''<ref>Il ''fundus Avillanus'' o ''Avilius'', avrebbe preso il nome dalla famiglia Avilia, Giacomo Racioppi, Giustino Fortunato</ref>, mentre successivamente una lapide funeraria dedicata ad una Villiana ha fatto supporre che l'abitato prendesse il nome da questa famiglia<ref>Donato Imbrenda, ''Villianae''.</ref>.
==Origini e toponimo==
 
== Storia ==
I primi reperti archeologici e documenti che testimoniano l'esistenza di Avigliano risalgono agli inizi dell'alto medioevo, per cui sono state elaborate diverse teorie ed ipotesi sull'origine della città. Una leggenda vuole che il centro sia stato fondati dai [[Sanniti]], attratti dalla sicurezza del luogo e dalla salubrità dell'aria, intorno al V secolo AC. Un'altra leggenda fa derivare il [[toponimo]] di Avigliano da ''Avis locum'', cioè luogo dell'uccello, denominazione data al territorio da un gruppo di marinai provenienti dall'Oriente. L'aviglianese Andrea Corbo, nel suo libro ''Memorie patrie e ricordi di famiglia (Roma 1895)'', ipotizza che il nome derivi da ''locum avellani'', luogo dei noccioli: pare infatti che il territorio di Avigliano fosse ricoperto di boschi, in particolare di [[nocciolo]]. Sembra tuttavia più attendibile l'ipotesi che Avigliano sia sorta su un ''fundus'' tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero romano, poiché già al tempo dell'imperatore [[Traiano]] si menziona di un ''Fundus Avillanus'', o ''Avilius'', tra il 98 e il 117 DC. [[Giacomo Racioppi]], storico per eccellenza della [[Basilicata]], fa risalire il nome della città a quello di una famiglia gentilizia romana, ''Avilia'', assegnataria di fondi in queste zone; questa ipotesi è condivisa da [[Giustino Fortunato]], [[Tommaso Claps]], Angelo Telesca ed altri studiosi lucani. Un'ultima teoria è stata elaborata da Donato Imbrenda nel libro ''Villianae''. Pochi anni fa, infatti, è stata ritrovata in località S. Pietro, al confine con i comuni di [[Ruoti]] e di [[Bella]], una lapide funeraria dedicata ad una donna della famiglia Villiana; si ipotizza quindi che l'abitato abbia preso denominazione da questa famiglia che viveva nella zona.
{{Vedi anche|Storia di Avigliano}}
=== Medioevo ===
I primi reperti archeologici e documenti che testimoniano con certezza l'esistenza di Avigliano risalgono agli inizi dell'[[alto medioevo]].
 
Il primo documento nel quale la città è citata risale al 13 novembre [[1127]], sotto il dominio [[Normanni|normanno]]<ref>Il documento fu rinvenuto da [[Giustino Fortunato]] nell'archivio della [[Badia di Cava]].</ref>. Il 18 luglio [[1137]] a [[Lagopesole]], frazione di Avigliano, si tenne il [[Concilio di Melfi V|quinto concilio di Melfi]], nel corso del quale il [[papa Innocenzo II]] annullò la scomunica ai monaci di [[Montecassino]], sostenitori dell'[[antipapa Anacleto II]]. Durante il concilio trovò qui ospitalità anche l'imperatore [[Lotario II di Supplimburgo|Lotario II]], le cui milizie si erano unite a quelle del pontefice per sedare una rivolta a [[Bari]].
 
Nel secolo successivo, [[Federico II di Svevia]] decise di erigere un castello a Lagopesole, da destinare a soggiorno estivo e alla caccia con il [[falcone (uccello)|falcone]]. Nel [[1290]] vi venne costruito il primo convento dei [[Ordine domenicano|padri domenicani]] ([[1290]]) in [[Basilicata]].
==Cenni storici==
 
===Il MedioevoCinquecento e Seicento ===
Avigliano era legata fin dal [[XIV secolo]] al feudo di [[Melfi]], dominato prevalentemente dalla famiglia [[Caracciolo]] ma anche con altre nobiltà locali quali i marchesi Telesca di Gaetano, i Vuy-Cinzoja de Sales, i duchi Sabia Ventimiglia e le varie famiglie baronali. Nel [[secolo XVI]] fu costituita in [[università del Regno]] e i poteri dei feudatari furono limitati con una convenzione stipulata nel [[1579]].
Nel [[1612]] il feudo di Avigliano passò ai [[Doria]].
 
Nel [[1694]] si verificò una [[carestia]] a seguito di una lunga [[siccità]]; nel [[terremoto dell'Irpinia e Basilicata del 1694|terremoto dell'8 settembre]] ad Avigliano furono distrutte una ventina di abitazioni, tra cui il palazzo dei marchesi Telesca di Gaetano e danneggiato gravemente il palazzo baronale e la chiesa madre, ma non si contarono vittime. La popolazione fece voto di erigere una cappella votiva alla [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]] che l'aveva salvata da maggiori danni. Due anni dopo, infatti, il capitolo ecclesiastico di Avigliano dette inizio alla costruzione della cappella sulla Montagnola, che assunse la denominazione di Monte Carmine.
Durante i secoli XI e XII erano i [[Normanni]] a dominare su tutte le terre dell'Italia meridionale, compresa quella di Avigliano. Il documento nel quale è accennato per la prima volta l'attuale toponimo della città risale al [[13 novembre]] [[1127]], e fu rinvenuto da [[Giustino Fortunato]] nell'Archivio della Badia di Cava. Il [[18 luglio]] [[1137]] a Lagopesole, frazione di Avigliano, si tenne il Concilio di [[Melfi]], nel corso del quale il papa [[Innocenzo]] annullò la scomunica ai monaci di [[Montecassino]], sostenitori dell'antipapa [[Anacleto II]]. Durante il Concilio trovò qui ospitalità anche l'imperatore [[Lotario III]], le cui milizie si erano unite a quelle del pontefice per sedare una rivolta a [[Bari]]. <br />La storia del XIII secolo fu dominata dalla figura di [[Federico II]] di Svevia, che decise di erigere un castello a Lagopesole, da destinare a soggiorno estivo e alla caccia con il [[falcone]]. E' inoltre rilevante la fondazione del primo convento dei padri domenicani ([[1290]]) in Basilicata, che avvenne proprio ad Avigliano, e a cui seguiranno quelli di [[Matera]] e di [[Venosa]].
 
=== Settecento e Ottocento ===
Nel [[1799]] nobili, popolani e religiosi appoggiarono la [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblica napoletana]] e l'[[albero della libertà]] vi fu piantato il 19 gennaio, prima ancora dell'ingresso delle truppe francesi a [[Napoli]]. Figura di primo piano e leader della Repubblica fu proprio l’aviglianese [[Nicola Palomba]].
 
Gli aviglianesi ai moti del [[1820]] e del [[1848]], e successivamente a quelli unitari del [[1860]]. Dopo lo sbarco di [[Garibaldi]] in [[Sicilia]], nel maggio del [[1860]] fu costituito a [[Corleto Perticara|Corleto]] il comitato rivoluzionario lucano. I 124 comuni della [[Basilicata]] vennero suddivisi in 10 sub-centri insurrezionali. Ad Avigliano le truppe cittadine furono comandate dal sacerdote Nicola Mancusi. Con la cosiddetta [[insurrezione lucana]] la regione fu liberata dai [[Borbone di Napoli|Borboni]] prima ancora dell'arrivo di [[Garibaldi]]: Mancusi riunì in seguito una colonna di 700 armati di Avigliano, unendosi alle truppe provenienti dal [[Mezzogiorno (Italia)|Sud]] e accompagnò il generale fino a [[Napoli]].
===Cinquecento e Seicento===
 
Con il fenomeno del [[brigantaggio]], nelle campagne e nei boschi di [[Lagopesole]], frazione di Avigliano, ne sorsero i primi e più importanti nuclei, comandati da [[Carmine Crocco]] di [[Rionero in Vulture]] e da Giuseppe Nicola Summa, più noto come [[Ninco Nanco]], di origine aviglianese. Tuttavia ad Avigliano i contadini e gli artigiani si riunirono ai borghesi respingendo nel 1861 la banda di Crocco dall'ingresso nel paese<ref>{{cita libro|p= 114 |autore= [[Salvatore Lupo]] |titolo= L'unificazione italiana. Mezzogiorno, rivoluzione, guerra civile |editore= Donzelli |anno= 2011 |ISBN= 978-88-6036-627-6 }}</ref>. Nei mesi successivi, dopo aver subito alcune sconfitte, il 19 novembre 1861 Crocco, con le bande falcidiate dalle perdite subite, dalle malattie, dal freddo, e dalle diserzioni, decise di attaccare Avigliano malgrado la dichiarata contrarietà di [[José Borjes]].<ref>Da Frà Diavolo a Borjès – Con il diario del generale spagnolo - supplemento a “La Sicilia” – Capone Editore/Edizioni del Grifo. Pag. 212</ref> Giunti nella cittadina con la popolazione in armi e pronta a difendersi, le formazioni comandate da Crocco attaccarono ma non riuscirono a superarne le difese. Considerate le perdite subite e la manifesta impossibilità di ottenere il successo, Crocco fece suonare la ritirata rifugiandosi ancora una volta a Lagopesole. il consiglio provinciale della Basilicata dell'11 gennaio 1862, nel considerare eroica la resistenza di Avigliano dichiarò: “Benemeriti della Patria…anche i cittadini di Avigliano… che con tanto coraggio e tanto patriottismo seppero difendere le mura dei padri loro.”<ref>Basilide del Zio, ''Il Brigante Crocco e la sua autobiografia'', ristampa dell'edizione di Melfi del 1903, Arnaldo Forni Editore, p. 31.</ref>
Agli inizi del 1500, il [[Regno di Napoli e di Sicilia]] fu conquistato dagli Spagnoli e governato per oltre due secoli dai viceré spagnoli. Avigliano, legato fin dal secolo precedente allo Stato di [[Melfi]], era dominato dalla famiglia Caracciolo. Nel secolo XVI la città aveva una consistenza urbanistica e abitativa notevole; fu costituita in Università e giunse addirittura a delimitare i poteri dei nuovi feudatari con una convenzione stipulata nel [[1579]]. Nel [[1612]] iniziò il possesso del feudo di Avigliano da parte dei Doria, la cui presenza era destinata a durare fino ad alcuni decenni or sono. <br /> Il [[1694]] fu caratterizzato dalla carestia causata da una lunga siccità; si verificò inoltre l'[[8 settembre]] un terribile [[terremoto]] che devastò l'intera regione. Ad Avigliano furono distrutte una ventina di abitazioni e danneggiati gravemente il palazzo baronale e la chiesa madre, ma non si contarono vittime. La popolazione si riversò terrorizzata sulla Montagnola, dove fece voto di erigere una cappella votiva alla Madonna del Carmine che l'aveva salvata da maggiori danni. Due anni dopo, infatti, il Capitolo Ecclesiastico di Avigliano dette inizio alla costruzione della cappella sulla Montagnola, che assunse la denominazione di Monte Carmine. Il culto mariano ricevette da questa decisione un impulso determinante, che nel tempo ha assunto un grande aspetto unificante della comunità aviglianese. Infatti le numerose frazioni che si trovano oltre il Monte Carmine e i coloni che hanno invaso i comuni limitrofi costituiscono con il centro urbano un ''unicum'' specifico, definito dai sociologi ''''nazione aviglianese''''.
 
[[File:Arco della piazza ad Avigliano.jpg|thumb|upright|Arco della piazza]]
 
Avigliano fu inoltre toccato dal fenomeno dell'[[emigrazione]]: nel solo periodo [[1884]]-[[1913]] furono in 9.000 a lasciare il paese per raggiungere gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] in cerca di fortuna.
===Settecento e Ottocento===
 
=== Novecento ===
Il [[1799]] è forse l'anno più importante della storia di Avigliano, per la partecipazione di nobili, popolani e religiosi alle vicende della [[Repubblica Napoletana]]. Gli ideali della [[Rivoluzione francese]] erano giunti in città soprattutto ad iniziativa di dottori e studenti aviglianesi dell'università federiciana di [[Napoli]], sostenitori e diffusori della cultura illuministica e libertaria sia nel ceto borghese sia negli strati più popolari del paese. Tutte le famiglie nobili di Avigliano furono protagoniste del movimento innovatore, e pagarono l'adesione alla nuova Repubblica napoletana del 1799 con la vita, il carcere e l'esilio. Il [[19 gennaio]] 1799 in Avigliano, prima ancora dell'ingresso delle truppe francesi a Napoli, venne piantato nella piazza l'albero della libertà e fu proclamata la repubblica.<br />
Durante la [[prima guerra mondiale]] i soldati aviglianesi furono inviati a combattere sul [[Carso]].
La storia dell'800 è caratterizzata dalla partecipazione degli aviglianesi ai moti del [[1820]] e del [[1848]], e successivamente a quelli unitari del [[1860]]. Dopo lo sbarco di [[Garibaldi]] in [[Sicilia]], nel maggio del [[1860]] fu costituito a [[Corleto]] il Comitato Rivoluzionario Lucano. I 124 comuni della Basilicata vennero suddivisi in 10 sub-centri insurrezionali, e quello di Avigliano si distinse per il particolare valore dei suoi cittadini, comandati dal sacerdote Nicola Mancusi. Liberata la regione dai borbonici prima ancora dell'arrivo di Garibaldi, Mancusi unì una colonna di 700 aviglianesi armati alle truppe provenienti dal Sud e accompagnò il generale fino a Napoli. <br />Con l'Unificazione, dopo il 1860, nel Mezzogiorno s'innestarono rivolgimenti profondi che andarono a modificare la vita sociale, le abitudini e soprattutto l'economia delle nostre popolazioni. Fu imposto il servizio militare di leva e introdotte numerose tasse; le attività artigianali e industriali esistenti non potettero sostenere la concorrenza di quelle organizzate e moderne del Nord, e l'[[agricoltura]], attività primaria, entrò in crisi. Le già misere condizioni dei contadini e degli stessi borghesi del Sud si aggravarono notevolmente, creando un clima di sfiducia e di delusione nei confronti del nuovo Stato. Esplose così il fenomeno del ''''[[brigantaggio]]'''', che trovò vigorose adesioni nei contadini renitenti alla leva, nei soldati borbonici sbandati senza altro mestiere, e in quanti rimpiangevano il passato governo borbonico. Nelle campagne e nei boschi di Lagopesole, frazione di Avigliano, sorsero i primi e più importanti nuclei del brigantaggio, comandati da [[Carmine Crocco]] di [[Rionero in Vulture]] e Giuseppe Nicola Summa, più noto come [[Ninco Nanco]], di origine aviglianese. Questo movimento presto dilagò anche nelle vicine regioni confinanti. A difesa delle popolazioni si costituirono i reparti volontari della Guardia Nazionale, impotenti tuttavia a fronteggiare il fenomeno. Intervenne infine l'esercito piemontese e per ben cinque anni vi furono numerosi scontri con ingenti danni per la popolazione. Infine si arrivò a debellare il movimento con l'uccisione di Ninco Nanco e, dopo la fuga a [[Roma]], anche con l'arresto di Crocco, condannato all'ergastolo.<br />
Alcuni anni dopo ebbe inizio un altro fenomeno destinato ad assumere un aspetto sempre più vistoso e inarrestabile: l''''[[emigrazione]]'''. Partirono per primi i contadini, a quali poi si aggregarono gli artigiani e i professionisti. Nel solo periodo [[1884]]-[[1913]] furono in 9.000 a lasciare il paese per raggiungere l'America in cerca di fortuna.<br />
La seconda metà dell'800 vide l'affermazione a livello nazionale di grandi personalità, specialmente nel campo del [[Diritto]]. [[Emanuele Gianturco]], Nicola e Leonardo Coviello, Nicola Stolfi, Giuseppe e [[Tommaso Claps]], furono maestri del giure che contribuirono a porre le basi del Diritto Italiano. Tommaso Claps, oltre ad essere un eccellente giurista, è ricordato anche come storiografo e come uno dei più interessanti novellieri e scrittori della regione, a cavallo tra i due secoli. Alla stessa epoca appartengono il poeta Antonio Labella e il giornalista e scrittore [[Silvio Spaventa Filippi]], fondatore a [[Milano]] del ''[[Corriere dei piccoli]]''.
 
Nel [[1926]] venne inaugurato nella piazza principale un monumento dedicato a [[Emanuele Gianturco]], giurista e politico nato ad Avigliano. Con il contributo degli aviglianesi emigrati negli Stati Uniti, il 25 maggio [[1930]] fu inaugurato inoltre un monumento ai Caduti del Mezzogiorno e, nel corso della stessa cerimonia anche la linea ferroviaria tra Avigliano città e Avigliano scalo, costruita dalla [[Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo|Società Mediterranea per le linee ferrate calabro-lucane]] e che permetteva il collegamento di Avigliano alla linea ferroviaria [[Potenza (Italia)|Potenza]]-[[Foggia]], e a quella verso [[Bari]]. Nel [[1935]], con la realizzazione del tronco autonomo Avigliano scalo - Potenza inferiore, la linea ferroviaria ebbe un collegamento diretto con la città di Potenza.
Sempre nel 1935 furono edificati il Riformatorio giudiziario, dipendente dal [[Ministero di grazia e giustizia]], e l'edificio scolastico elementare che in seguito fu intitolato a [[Silvio Spaventa Filippi]].
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Avigliano, 1970) - BEIC 6362043.jpg|miniatura|[[Castel Lagopesole]] nel 1970 fotografato da [[Paolo Monti]] (BEIC)]]
Durante gli anni della [[seconda guerra mondiale]], Avigliano divenne luogo di [[confino]] per molti ebrei e internati politici di fede [[antifascista]]. I profughi ebrei furono 35, di diversa nazionalità e provenienza, inclusa una bambina. Gli internati furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943. Alcuni di essi furono in grado di emigrare negli Stati Uniti già nel luglio 1944. Gli altri rimasero nell'Italia meridionale in attesa della fine della guerra. Uno di loro (Ernesto Orbach) morì a Avigliano per cause naturali, il 2 novembre 1944.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/basilicata.php Ebrei stranieri internati in Basilicata].</ref>
 
Nell'immediato dopoguerra, trenta frazioni ricadenti nella parte nord del territorio comunale si fecero promotrici di un comitato per ottenere l'autonomia amministrativa da Avigliano; nel [[1951]] esse si distaccarono da Avigliano e costituirono un nuovo comune con capoluogo [[Filiano]].
===Il Novecento===
 
=== Simboli ===
Alla [[Prima guerra mondiale]] parteciparono molti aviglianesi, inviati a combattere soprattutto sul [[Carso]] e a fermare la ritirata sul [[Piave]]. <br />
==== Stemma ====
Nel [[1926]] venne inaugurato nella piazza principale un monumento dedicato a [[Emanuele Gianturco]]. Con il contributo degli aviglianesi emigrati negli [[Stati Uniti]], il [[25 maggio]] [[1930]] fu inaugurato inoltre un monumento ai Caduti del Mezzogiorno. Nel corso della stessa cerimonia si inaugurò anche la ferrovia Avigliano Città-Avigliano Scalo, costruita dalla Società Mediterranea per le Linee Ferrate Calabro-Lucane per il collegamento della città al capoluogo potentino, alla linea delle [[Ferrovie dello Stato]] [[Potenza]]-[[Foggia]], e quella di [[Pietragalla]], destinata a raggiungere [[Bari]]. Nel [[1935]], con la realizzazione del tronco autonomo Avigliano Scalo-Potenza Inferiore, la linea ferroviaria ebbe un collegamento diretto con la città di Potenza.<br />
[[File:Coat of Arms of Avigliano.svg|130px|left|Stemma della Città di Avigliano]]
Nel 1935 furono anche realizzati il Riformatorio Giudiziario, dipendente dal [[Ministero di Grazia e Giustizia]], e l'edificio scolastico elementare che in seguito fu intitolato a [[Silvio Spaventa Filippi]].
Avigliano divenne ''terra di [[confino]]'' per molti ebrei e internati politici di fede [[antifascista]]. Durante la [[Seconda guerra mondiale]] del [[1940]]-[[1945]] la popolazione subì i disagi della guerra, pur non essendosi verificati nella zona fatti bellici.<br />
Nel secondo [[dopoguerra]] la comunità aviglianese si avviò a vivere una lunga stagione di progresso e di avanzamento sociale ed economico, mai conosciuto nel passato, e di sviluppo delle contrade rurali, soprattutto per gli effetti della Riforma Fondiaria e del programma di opere civili, attuate dal Consorzio Carmine-Montecaruso.
 
Lo statuto comunale della Città di Avigliano, all'art. 3, afferma che:
{{citazione|1) Il Comune ha diritto di fregiarsi dello stemma e del gonfalone attribuiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. 2) L'emblema del Comune è una raffigurazione costituita da un [[Nocciolo (araldica)|albero di nocelle]] con due leoni rampanti, sovrastati da una corona turrita.|Art. 3, cc. 1 e 2 dello Statuto comunale<ref>{{cita web|url= https://www.comune.avigliano.pz.it/schedadocumento/369 |sito= Comune di Avigliano |titolo= Statuto comunale}}</ref>}}
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 27 dicembre 1991.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?5064|titolo=Avigliano|accesso=2025-04-03|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
 
=== Onorificenze ===
=Evoluzione demografica=
{{Onorificenze
{{Demografia/Avigliano}}
| immagine = Corona di Città Italiana.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica<ref name=ACSFascCom>{{Cita web | 1 = http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/ | 2 = ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali | accesso = 22 novembre 2016 | dataarchivio = 19 aprile 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160419233606/http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/ | urlmorto = sì }}</ref>
| data = [[27 dicembre]] [[1991]]
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Chiese ====
[[File:Avigliano (PZ) - basilica pontificia di Santa Maria del Carmine - facciata.jpg|thumb|Basilica di Santa Maria del Carmine]]
[[File:Aviglianopz0008.JPG|thumb|upright|Chiesa di Santa Maria degli Angeli]]
[[File:Aviglianopz0044.jpg|thumb|upright|Chiesa di San Vito]]
[[File:Aviglianopz0046.JPG|thumb|upright|Portale della Chiesa di Santa Lucia]]
[[File:Aviglianopz0009.JPG|thumb|Facciata della Chiesa di Santa Maria degli Angeli e l'ingresso principale del monastero]]
* [[Basilica Pontificia di Santa Maria del Carmine]]<br />Costruita in [[età medievale]] e ristrutturata più volte nel corso dei tempi sino al [[XIX secolo]] e completata nel [[1854]].<ref name=Cartaturisticarchitetture>{{cita|F. Manfredi|emergenze architettoniche e artistiche}}.</ref>. Composta da tre navate al suo interno vi sono numerose statue in legno policromato del XVIII e preziosi come la croce processionale, datata 1880. Contiene una piccola biblioteca con "Vita del Beato Luigi Gonzaga" del 1609.<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 9}}.</ref>.
* [[Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Avigliano)|Chiesa di Santa Maria degli Angeli]]<br />Edificata nel [[1615]], ristrutturata più volte e completata nel [[1786]].<ref>{{Cita|F. Manfredi}}.</ref>. Vi sono statue di [[San Francesco]], [[Santa Maria degli Angeli]] e [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]], composta da due navate, conserva numerosi altari in [[legno]] policromato e dorati del [[XVII secolo]]. Al suo interno vi sono numerosi [[dipinti]] di autori importanti dell'epoca come quelli di [[Pietro Antonio Ferro]], di [[Girolamo Cenatiempo]] e [[Filippo Ceppaluni]]. Completano il tutto diverse sculture il [[legno]] policromato del [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]], e l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] a canne.<ref>{{Cita|R.- Bochicchio|pag. 38}}.</ref>. Infine, di enorme pregio sono i portali del monastero. Anticamente vi era anche un vasto [[giardino|parco]] nelle vicinanze<ref>{{Cita|M. Ostuni|pag. 102}}.</ref>.
* [[Santuario della Madonna del Carmine (Avigliano)|Santuario di Santa Maria del Carmine]]<br />Edificato in onore della Madonna per aver salvato la città da un temibile terremoto nel [[1696]], ristrutturato in occasione del [[Giubileo del 2000]].<ref name=Cartaturisticarchitetture/>.
* [[Chiesa di San Vito (Avigliano)|Chiesa di San Vito]]<br />Edificata nel [[XVII secolo]] al suo interno si ritrova un quadro datato [[1640]] del Bresciano raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Vito e Lorenzo<ref>{{Cita|M. Ostuni|pag. 86}}.</ref>.
* [[Chiesa della Santissima Annunziata (Avigliano)|Chiesa della Santissima Annunziata]]<br />Composta da tre navate, all'interno sono conservati numerosi dipinti del [[secolo XVIII|XVIII]] e [[XIX secolo]] e sculture settecentesche<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 22}}.</ref>.
* [[Chiesa di Santa Maria de Cornu Bonu]], chiamata anche chiesa di Santa Maria delle Grazie<br />Si conosce della sua esistenza dall'anno [[1164]], ristrutturata più volte nel corso dei tempi al suo interno si conservano alcune sculture settecentesche e la statua della ''Madonna delle Grazie'', acquistata nel [[1938]]<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 17}}.</ref>.
* [[Cappella di San Biagio (Avigliano)|Cappella di San Biagio]]<br />Cappella antecedente al [[1666]], anche se la data di edificazione rimane sconosciuta,<ref>{{cita|E. Gallicchio|pag. 160}}.</ref>. Ristrutturata nel [[1840]] da [[Giulio Corbo]] e poi nel [[1984]].
* Chiesa di Santa Lucia<br />Edificata nel [[1566]] dalla confraternita di Sant'Antonio di Vienna, il suo interno è stato abbellito grazie al lavoro di Giovanni Todisco<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 43}}.</ref>.
* [[Chiesa del Calvario (Avigliano)|Cappella del Calvario]]<br />Costruita nel [[1904]], si raggiunge camminando in un sentiero in cui sono state poste le quattordici stazioni della "via Crucis", tutte in marmo. In seguito alla [[seconda guerra mondiale]] si aggiunse un arazzo russo raffigurante l'ultima cena<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 38}}.</ref>.
* Chiesa della Santissima Trinità<br />Edificata nel [[1743]] da Matteo Vaccaro il cui stemma di famiglia ancora si osserva all'interno della chiesa.<ref>{{Cita|M. Ostuni|pag. 100}}.</ref>.
* Ex cappella di San Rocco<br />Edificata nel [[1711]], grazie ai lavori del [[1787]] e del [[1855]] e quelle del secolo successivo assunse le forme attuali. Inizialmente chiesa, in seguito divenne un oratorio. È sede dell'[[Azione Cattolica]] parrocchiale.
* Chiesa di San Giovanni (non più esistente)<br />Si trovava in corso [[Giuseppe Garibaldi]] ed era caratterizzata dal portale in [[bugnato]] del [[XVI secolo]]<ref>{{Cita|R. Bochicchio|pag. 15}}.</ref>.
 
==== Monasteri e conventi ====
=Luoghi d'interesse=
[[File:Aviglianopz0013.JPG|thumb|upright|Chiesa e monastero di Santa Maria degli Angeli]]
[[File:Avigliano0012.JPG|thumb|upright|Pozzo del monastero di Santa Maria degli Angeli]]
* Monastero dei Frati Minori Riformati<br />Edificato grazie all'autorizzazione pervenuta nel [[1615]] con una bolla pontificia,<ref>{{Cita libro| Emilio | Gallicchio | La mia terra del sud| pagg. 166 - 167 |1969|[[Potenza (Italia)|Potenza]]}}</ref> venne costruito presso la collina Impiso. Nel [[XIX secolo]] divenne famoso grazie al lavoro svolto dal [[monsignor Luigi Filippi]].<ref>{{Cita|M. Ostuni |pagg. 100 - 102}}.</ref>.
* Convento dei Padri Domenicani<br />Edificato grazie a Zenobia Scaglione vedova di Giuseppe [[Caracciolo]], signore di Avigliano e [[Ruoti]] per evitare i lunghi spostamenti dei dominicani, nel [[1605]] iniziarono i lavori. Restaurato nel [[1815]] divenne un orfanotrofio provinciale fino al [[1990]].<ref>{{Cita|E. Gallicchio|pag. 162 - 163}}.</ref>.
* Convento delle Monache di San Giuseppe<br />Nato grazie alle richieste del sacerdote don Leonardo Coviello lasciate tramite testamento, venne completata nel [[1704]] venne aperto nel mese di giugno dell'anno [[1705]]<ref>{{Cita|E. Gallicchio| pag. 164}}.</ref>. Dal [[1920]] il numero di suore presenti era diventato esiguo e si arrivò alla chiusura nel [[1926]],<ref>{{Cita| M. Ostuni| pagg. 95 - 96}}.</ref> e abbattuto nel [[1966]], al suo posto si trova una scuola materna<ref>{{Cita|R. Bochicchio| pag. 12}}.</ref>.
 
=== Architetture civili ===
==Monumenti==
[[File:Aviglianopz0064.JPG|thumb|upright|Un portale rinascimentale]]
* Torre di Taccone: ultima testimonianza della fortificazione che racchiudeva il primo nucleo abitato, di questa torre del [[XIV secolo]] rimane solo la base, mentre della muraglia, demolita agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], non resta traccia.
* [[Palazzo Doria Pamphili (Avigliano)|Palazzo Doria]]: costruito nel [[XVII secolo]] ed ampliato nel [[1734]], la facciata principale, rimasta inalterata, si affaccia sulla piazza Emanuele Gianturco. Gli altri lati dell'edificio sono stati invece rimaneggiati, compreso quello di accesso, che tuttavia conserva portali seicenteschi. Il portale centrale, a piano terra, conserva una cornice architravata in pietra lavorata con motivi floreali.
* [[Palazzo Palomba]]: possiede una torre con l'orologio che domina la piazza, e conserva la facciata settecentesca. All'interno è oggi ospitata la casa di riposo fondata nel [[1898]]. La famiglia Palomba fu tra le protagoniste dell'esperienza rivoluzionaria del [[1799]] aviglianese. [[Francesco Paolo Palomba]], studente di giurisprudenza a [[Napoli]] innalzò il tricolore a [[Castel Sant'Elmo]], come ricorda una targa posta all'interno della fortezza, venendo poi ucciso negli scontri susseguenti; [[Nicola Palomba]], sacerdote, fu commissario della Repubblica per la difesa di [[Altamura]] contro le truppe del cardinale [[Fabrizio Ruffo]] e al ritorno dei [[Borbone]] fu decapitato in [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato a Napoli]]. In seguito il palazzo passò per via ereditaria agli Stolfi. A fine Ottocento venne ceduto al comune.
* Palazzo Sponsa: la parte inalterata del palazzo [[seicentesco]] si affaccia su corso Garibaldi e conserva due balconate.
* Palazzo Salinas: conserva la fattura settecentesca, con un portale d'ingresso in [[bugnato]]. La facciata è stata rimaneggiata. Il portale immette in un cortile dove una scalinata conduce nelle stanze del palazzo.
* [[Palazzo Masi]]: attiguo al Palazzo Salinas, conserva la struttura settecentesca. All'interno vi è un cortile con un pozzo per l'acqua; l'esterno presenta balconate e finestre ornate da cornici architravate, e un portale d'ingresso sormontato dallo stemma in pietra della famiglia.
* Palazzo Corbo di Sopra: struttura settecentesca, su due piani, domina la piazza principale, con balconcini in ferro battuto, e decorazioni a stucchi e le lesene della facciata in stile barocchetto.
* [[Palazzo Corbo di Basso]]: situato nel quartiere "dietro le Rocche", domina la vallata con una sorta di torrione quadrangolare. Costruito a partire dal XIV secolo, quando la famiglia arrivò in Avigliano da Sulmona ove apparteneva al patriziato cittadino, il palazzo subì costanti rimaneggiamenti assumendo il suo aspetto attuale probabilmente nel XVII secolo. Conserva un bel portale in pietra. Ha subito un rifacimento moderno che ne ha completamente mutato le suddivisioni interne ed è ora adibito a case popolari.
* [[Palazzo Corbo di Sopra]]: già palazzo Sarnelli, edificio [[XVII secolo|tardoseicentesco]], realizzato per volontà di Nicola Sarnelli nella seconda metà del Seicento, recentemente ricostruito, conserva un portale d'ingresso e, all'interno, un ballatoio. La famiglia Sarnelli diede il suo nome ad una delle frazioni del comune; lasciata Avigliano dopo il [[terremoto del 1694]], si stabilì definitivamente a [[Napoli]] acquisendo la baronia di [[Ciorani]]; vi appartenne il beato [[Gennaro Maria Sarnelli]] e [[Vincenzo Maria Sarnelli]], vescovo di [[Castellammare di Stabia]] nel [[1879]] e cardinale di [[Napoli]] nel [[1897]].
* [[Palazzo Labella]]: struttura [[XIX secolo|ottocentesca]], formata da vari piani, presenta ringhiere e un portale d'ingresso.
* Palazzo Gagliardi: la facciata conserva la fattura [[XVIII secolo|settecentesca]] con portali in pietra ed un cornicione. L'accesso avviene attraverso un portale in [[bugnato]], sormontato dallo stemma della famiglia, che immette in un giardino pensile chiuso da arcate.
* Convento dei padri domenicani: costruito nel [[1605]], fu soppresso nel [[1809]] e trasformato prima in Collegio reale nel [[1852]], poi in Orfanotrofio provinciale, chiuso nel [[1990]]. Attualmente ospita gli uffici comunali e conserva la fattura seicentesca con balconate sostenute da gattoni.
[[File:Aviglianopz0043.JPG|thumb|upright|Monumento ad Emanuele Gianturco]]
 
=== Monumenti ===
===Monumento a Emanuele Gianturco===
* Monumento a [[Emanuele Gianturco]]: statua in bronzo realizzata dallo scultore [[Gaetano Chiaromonte]] nel [[1926]], collocata nella cinquecentesca piazza intitolata al giurista aviglianese.
* Monumento ai caduti della prima guerra mondiale: statua realizzata nel [[1929]] dallo scultore Carmine Filipponi, si trova nella villa comunale costruita contestualmente al monumento.
 
== Società ==
Realizzata dallo scultore Gaetano Chiaromonte nel [[1926]], la statua in bronzo si trova nella cinquecentesca piazza intitolata ancora a Gianturco.
[[File:Piazza E. Gianturco (Avigliano).jpg|thumb|La piazza dedicata a Gianturco]]
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Avigliano}}
 
* Fino al 1951 faceva parte del comune di Avigliano anche [[Filiano]].
===Monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale===
=== Etnie e minoranze straniere ===
Risiedono 207 cittadini stranieri in Avigliano al 31 dicembre 2019, pari all' 1,8% della popolazione<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2013/index.html|titolo=Dati Istat stranieri 2013|accesso=17 febbraio 2015|dataarchivio=30 luglio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150730080921/http://demo.istat.it/str2013/index.html|urlmorto=sì}}</ref>. La comunità nazionale numericamente più significativa è quella rumena, che conta 149 residenti.
 
=== Lingue e dialetti ===
La statua, realizzata nel [[1929]] dallo scultore Carmine Filipponi, si trova nella villa comunale costruita contestualmente al monumento.
{{Senza fonte|Nei comuni di Avigliano e di [[Filiano]] ed in alcune frazioni di [[Ruoti]] e di [[Bella (Italia)|Bella]] (San Cataldo, Serra di Pepe e Spinosa), di Pietragalla (San Giorgio, San Nicola), di Atella (Sant'Ilario) si parla un [[dialetto]] locale denominato "aviglianese", appartenente al gruppo dei [[dialetti italiani meridionali]] e che presenta inoltre alcune caratteristiche tipiche dei [[dialetti gallo-italici di Basilicata]].
 
È presente nella pronuncia un suono di [[consonante occlusiva]] [[consonante retroflessa|retroflessa]] sonora: ḏḏ {{IPA|ɖ}}, si pronuncia come ''d'' mettendo però la lingua fra i denti e il palato. Nell'aviglianese solitamente ha grado doppio (esempio: cavaḏḏe per cavallo).}}
==Chiese==
 
Altre caratteristiche di pronuncia:
===Chiesa del Calvario===
* la «e» in finale di parola viene soppressa foneticamente, e non forma alcuna [[sillaba]] con la lettera preceduta;
* se la «e» in finale di parola è [[accento (linguistica)|accentata]] si pronuncia;
* nel [[Infinito (modo)|modo infinito]] del [[verbo]], le [[vocale|vocali]] presenti risultano essere quasi sempre accentate;
* nella [[particella pronominale]] «ci», la consonante «c» si trasforma in «n»;
Esempio: in italiano, l'espressione "ce ne andiamo" in dialetto aviglianese diventa "n sciam" (sciam: prima persona plurale del presente del verbo andare)
* le parole al singolare che cominciano per "ca" diventano "cua" o "qua";
* le parole al plurale che cominciano per "ca" rimangono invariate.
* la preposizione semplice "di" diventa "r".
 
== Cultura ==
E' un tempietto votivo, dove si venera il Crocifisso; eretta sul punto terminale della collina ai cui piedi sorge il paese, la chiesetta riveste un particolare valore paesaggistico. Internamente ha una forma circolare, sfaccettata all'esterno con lati tagliati ad otto angoli, tutti lavorati in pietra da taglio e concordati a due a due da una colonnina, sempre in pietra, leggermente emergente. Anche il portale e il reggi-campana sono realizzati in pietra da taglio. Si accede al tempietto per un sentiero a tornanti, lungo il quale sono state sistemate le quattordici stazioni della "via Crucis", tutte in marmo, che sostituiscono le vecchie edicole in legno. Dopo il secondo conflitto mondiale, il tempietto si è arricchito di un arazzo russo raffigurante l'ultima cena.
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
[[File:Aviglianopz0047.JPG|thumb|La biblioteca di Avigliano, dedicata a [[Tommaso Claps]]]]
Nel 2007, per iniziativa della ''Società operaia di Mutuo Soccorso'' è stata inaugurata una biblioteca, intitolata a [[Tommaso Claps]], ricca, soprattutto, di opere giuridiche, anche dei secoli scorsi.
 
==== Eventi ====
===Chiesa Madre di S.Maria del Carmine===
* ''[[Quadri plastici]]'' - rappresentazione svolta nella prima domenica di agosto, in cui circa settanta persone, rimanendo del tutto immobili, vengono coinvolte nella riproduzione di soggetti sacri raffigurati in opere d’arte.
* ''Fiera di Lagopesole'' - ospitata nella frazione di [[Lagopesole]] nel periodo autunnale, prima fiera campionaria ad essere stata riconosciuta dalla Regione Basilicata nel 1996.<ref>{{Cita web|url=https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?sec=100133&otype=1015&id=573547|accesso=23 marzo 2021|titolo=Parte la 18ª Fiera regionale di Lagopesole}}</ref> Vi partecipano oltre 250 aziende con l'esposizione di prodotti artigianali, industriali ed enogastronomici. Rilevante è il padiglione ''Nozzexpo'' dedicato ad abbigliamento, ricevimenti ed articoli nuziali.
 
=== Cucina ===
La prima costruzione dovette essere probabilmente già iniziata nel sec. IX. Si ritiene la data del [[1583]] come quella presumibile della sua costruzione nella forma attuale di grandezza e di stile. La pianta del tempio è a croce latina, a tre navate; lo stile imita il [[romanico]] con ornamenti di tipo [[barocco]] e volta a cassettonato con fiore. L'abside è molto profonda: in essa si può osservare un grande coro in legno, chiuso sul davanti da un altare in marmi policromi, ad imitazione barocco. Nel [[1950]] fu eretto sull'altare maggiore un trono marmoreo; il coro è sovrastato dai resti di un antico organo con fregi che lo fanno risalire al settecento. Alla sommità della crociera, sotto la cupola, una gradinata immette sul presbiterio, chiuso da una balaustra in marmo. <br />
Tipici prodotti della cucina aviglianese sono la ''[[strazzata]]'', focaccia a ciambella con pepe, e la ''[[carchiola]]'', focaccia azzima con farina di mais cotta in camino. Un tempo parte della "cucina povera" locale, oggi sono rivalutati come [[cibo di strada]],<ref>{{Cita web|url=https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/strazzata-lucana/|accesso=6 ottobre 2020|titolo=Fucuazza e strazzata: le due stelle lucane|sito=lacucinaitaliana.it}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.intavoliamo.it/Info/prodotti-tipici-lucani/carchiola|accesso=6 ottobre 2020|titolo=Carchiola|sito=intavoliamo.it}}</ref> e certificati come [[prodotti agroalimentari tradizionali lucani]].<ref>{{Cita web|url=https://www.regione.basilicata.it/giuntacma/files/docs/DOCUMENT_FILE_3063590.pdf|accesso=13 agosto 2020|titolo=Lista prodotti agroalimentari tradizionali lucani|sito=regione.basilicata.it|dataarchivio=8 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201008221934/https://www.regione.basilicata.it/giuntacma/files/docs/DOCUMENT_FILE_3063590.pdf|urlmorto=sì}}</ref> La ''carchiola'' è altresì riconosciuta come prodotto [[Presidi e Arca del Gusto di Slow Food|Arca del Gusto Slow Food]].<ref>{{Cita web |titolo=Carchiola |accesso=17 marzo 2021 |url= https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/carchiola/}}</ref>
La chiesa complessivamente ospita undici altari, tutti rivestiti in marmo, risalenti per la maggior parte alla fine dell'ottocento.<br />
Nella sacrestia è possibile ammirare una grande tela del tardo seicento, di autore ignoto, che rappresenta l'incoronazione della Madonna da parte della SS. Trinità. Un'altra tela della Madonna con il Bambino si trova nei locali dell'Ufficio parrocchiale.<br />
La facciata attuale risale al [[1854]], ed è completata, sul lato destro, da un campanile a quattro piani, sull'ultimo dei quali vi è un concerto di quattro grosse campane, elettrificate nel [[1978]]. L'unione tra la chiesa ed il vecchio abitato, sotto il campanile, è realizzata da una volta a botte di fattura artigianale.
 
Tipica è anche la ''fucuazza'', una tradizionale focaccia cotta a legna con una storia secolare, risalente al 1500,<ref>{{Cita web|url=https://www.quotidianodelsud.it/basilicata/cronache/cronaca/2015/01/10/lo-street-food-lucano-e-la-fucuazzala-storia-dellantico-forno-valvano/|accesso=13 agosto 2020|titolo=Lo street food lucano è la “fucuazza”. La storia dell’Antico forno Valvano|sito=quotidianodelsud.it}}</ref> condita con pomodoro, olio e origano (''fucuazza cu la prmmarora'') o, nella versione bianca, con verdure e formaggi. Molto diffuso nella gastronomia locale è il [[baccalà]], protagonista di ricette tradizionali come il ''[[baccalà alla lucana|baccalà aviglianese]]'', preparato con [[peperoni cruschi]], aglio e prezzemolo,<ref>{{Cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/Il-baccala-aviglianese.679.0.html|accesso=13 agosto 2020|titolo=Avigliano (PZ) - Il baccalà aviglianese|sito=aptbasilicata.it|dataarchivio=2 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190402233148/http://www.aptbasilicata.it/Il-baccala-aviglianese.679.0.html|urlmorto=sì}}</ref> e le ''polpette di baccalà e patate'', aromatizzate con peperone crusco in polvere.<ref>{{Cita web|url=https://saporilucani.com/polpette-baccala-patate/|accesso=7 ottobre 2020|titolo=Polpette di baccalà e patate|sito=saporilucani.com}}</ref> Come dolci vi si trovano i taralli glassati aromatizzati all'[[Bevanda spiritosa all'anice|anice]] detti ''mustazzuol''' (da non confondere con i biscotti [[mustazzoli]]) e la ''[[paparotta]]'', dolce a base di mosto cotto aromatizzato con cannella e/o chiodi di garofano. Liquore tipico di Avigliano è la China China Laguardia<ref>[https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/1264331/arriva-a-natale-la-china-china-laguardia-che-piaceva-a-emanuele-gianturco.amp China China Laguardia]</ref>, un elisir ottenuto dall'infusione idroalcolica di cortecce di [[China calissaia]].
===Cappella della SS.Trinità===
 
== Economia ==
Eretta nel [[1734]] dalla famiglia Vaccaro, che nelle vicinanze possedeva un antico palazzo di cui oggi non c'è più traccia, la cappella conserva all'esterno, sulla parete sinistra, lo stemma in pietra della famiglia. All'interno è corredata da un dipinto settecentesco raffigurante la SS.Trinità.
=== Artigianato ===
[[File:Balestra aviglianese.jpg|thumb|left|upright=1.1|Balestra aviglianese]]
Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle [[artigianato|artigianali]], legate alla cultura contadina e pastorale. Queste attività, ben lungi dallo scomparire stanno invece rifiorendo, e si distinguono per la lavorazione del [[legno]] finalizzata sia alla produzione di [[mobili]] sia di oggetti casalinghi, oltreché per quella della [[paglia]] e del [[vimini]], per l'[[intaglio]] a fini artistici, per la [[tessitura]] indirizzata alla realizzazione di [[tappeti]] e di costumi tradizionali, e infine per la lavorazione dei [[metalli]], come il [[rame]] ed il [[ferro]].<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=6}}</ref><ref name=RegIta>{{Cita web | url=http://www.regioni-italiane.com/Le_note_dei_pastori_basilicata_lucania.htm | titolo=Artigianato in Basilicata | accesso=21 maggio 2016}}</ref><ref name=GuidaCons>{{Cita web | url=http://www.guidaconsumatore.com/prodotti-artigianali/basilicata.html | titolo=Prodotti artigianali della Basilicata | accesso=21 maggio 2016}}</ref>
 
L'artigianato aviglianese è altresì noto per la [[Balestra aviglianese|balestra]], un coltello dalla lama a foglia di ulivo scanalata che si apre con caratteristici tre scatti, e il manico in corno di bufalo con fornimenti dorati o argentati. La tradizione, quasi del tutto scomparsa negli anni sessanta, è ancora viva grazie ad alcuni artigiani e la balestra è tuttora un oggetto ricercato dai collezionisti.<ref>{{Cita web|url=https://www.aptbasilicata.it/La-balestra.644+M5f247451548.0.html|accesso=19 agosto 2020|titolo=Avigliano (PZ) - La balestra|sito=aptbasilicata.it|dataarchivio=24 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201024112952/https://www.aptbasilicata.it/La-balestra.644+M5f247451548.0.html|urlmorto=sì}}</ref>
===Cappella di S.Biagio===
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Ricostruita nel [[1984]], conservava all'interno un dipinto, andato perduto, raffigurante la ''Madonna della Misericordia'', datato [[1642]] e attribuito a Girolamo Bresciano.
[[File:Area Paip (Avigliano).jpg|thumb|L'Area PAIP]]
=== Ferrovie ===
Nel territorio di Avigliano sono presenti tre [[stazioni ferroviarie]]:
* [[Stazione di Avigliano Città]]: si trova nel centro del paese e funge da capolinea della linea Potenza Inferiore Scalo-Avigliano Città delle Ferrovie Appulo-Lucane. La presenza della stazione di Avigliano Città si deve a Pietro Antonio Laguardia, sindaco dal 1915 al 1921. Il progetto iniziale era stato sospeso a causa della Prima Guerra Mondiale e poi, conclusosi il conflitto, a causa di un crollo. Egli operò una variante al suddetto progetto e realizzò la tratta, ponendo la stazione nell'immediata periferia del centro abitato, coronando l'aspirazione dei cittadini aviglianesi di essere ben collegati al resto della regione.
* Stazione di Possidente: lungo la linea di Trenitalia Potenza Centrale-Foggia;
* Stazione di Castel Lagopesole: situata nella frazione Sarnelli, adiacente alla frazione Lagopesole, si trova anch'essa lungo la linea di Trenitalia Potenza Centrale-Foggia.
 
Sempre nel territorio di Avigliano, nella frazione Sant'Angelo, si trova la stazione di Pietragalla, lungo la linea Potenza Centrale-Foggia. Nella frazione Moccaro è presente una fermata della linea Potenza-Avigliano delle FAL.
===Cappella della Madonna delle Grazie===
 
== Amministrazione ==
Già documentata nel [[1164]], secondo la tradizione da questa cappella venne trafugata nel [[1240]] da alcuni abitanti di [[Campagna]] (SA) la statua che tuttora viene venerata col nome di ''Madonna di Avigliano''. Attualmente la cappella è totalmente rimaneggiata, compreso il campanile, e si sono perduti gli antichi affreschi; all'interno si conservano alcune statue settecentesche.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|11 aprile [[1946]]|27 ottobre [[1947]]|Boemondo Colangelo||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 ottobre [[1947]]|24 settembre [[1949]]|Andrea Mancusi||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|25 settembre [[1949]]|7 giugno [[1952]]|Vincenzo Claps||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[1952]]|7 febbraio [[1953]]|Vincenzo Claps||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|8 febbraio [[1953]]|10 settembre [[1955]]|Vito Zaccagnino||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|11 settembre [[1955]]|9 giugno [[1956]]|Vincenzo Summa||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[1956]]|26 novembre [[1960]]|Andrea Viggiano|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 novembre [[1960]]|15 dicembre [[1964]]|Gennaro Claps|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|16 dicembre [[1964]]|5 luglio [[1970]]|Domenico Antonio Accuosto|Democrazia Cristiana|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|6 luglio [[1970]]|14 marzo [[1974]]|Domenico Antonio Accuosto|Democrazia Cristiana|[[Sindaco]]|Secondo mandato}}
{{ComuniAmminPrec|15 marzo [[1974]]|26 agosto [[1975]]|Giuseppe Possidente|Democrazia Cristiana|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 agosto [[1975]]|12 settembre [[1975]]|Domenico Santarsiero||[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 settembre [[1975]]|19 marzo [[1978]]|Vito Carmelo Rosa|[[Partito Comunista Italiano]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|20 marzo [[1978]]|17 giugno [[1978]]|Francesco Porretti||[[Commissario Prefettizio]]|}}
{{ComuniAmminPrec|18 giugno [[1978]]|22 luglio [[1983]]|Gerardo Coviello|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|23 luglio [[1983]]|27 settembre [[1985]]|Gerardo Coviello|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|Secondo mandato}}
{{ComuniAmminPrec|18 settembre [[1985]]|28 giugno [[1988]]|Giuseppe Tripaldi|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|29 giugno [[1988]]|5 giugno [[1993]]|Francesco Mancusi|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|6 giugno [[1993]]|28 maggio [[1995]]|Giuseppe Tripaldi|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio [[1995]]|18 novembre [[1995]]|Nicola Coviello|Democrazia Cristiana - Partito Popolare Italiano|Vice Sindaco facente funzioni|}}
{{ComuniAmminPrec|19 novembre [[1995]]|15 aprile [[2000]]|Domenico Pace|[[Centrosinistra]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|16 aprile [[2000]]|4 aprile [[2005]]|Domenico Tripaldi|[[L'Ulivo]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|5 aprile [[2005]]|29 marzo [[2010]]|Domenico Tripaldi|[[L'Ulivo]]|[[Sindaco]]|Secondo mandato}}{{ComuniAmminPrec|30 marzo [[2010]]|30 maggio [[2015]]|Vito Summa|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|1º giugno [[2015]]|22 settembre [[2020]]|Vito Summa|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco]]|Secondo mandato}}
{{ComuniAmminPrec|22 settembre [[2020]]|2 febbraio 2024|Giuseppe Mecca|[[centro-destra]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|2 febbraio 2024|9 giugno 2024|Gerardo Quaranta||Commissario straordinario|}}
{{ComuniAmminPrec|9 giugno 2024|''in carica''|Giuseppe Mecca|[[centro-destra]]|[[Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Sport ==
===Chiesa della SS.Annunziata===
 
=== Calcio ===
E' formata da tre navate, e quella centrale è coperta da una volta a botte lunettata, mentre quella a sinistra presenta alcuni altari del XVII secolo in tarsie marmoree. L'abside inizialmente si affacciava sul corso principale, ma negli anni Sessanta è stata demolita e sostituita da un muro. Il campanile, rimaneggiato nella cuspide e nella cella campanaria, conserva una formella medievale. <br />
All'interno sono conservati numerosi dipinti del XVIII e XIX secolo e sculture settecentesche.
 
[[File:Aviglianopz0067.JPG|thumb|Stadio di Avigliano]]
===Cappella di S.Rocco===
 
La principale squadra di calcio della città è l{{'}}''[[Avigliano Calcio]]'' nata nel [[1927]] che milita nell'[[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]]. Il campo di gioco è il "Comunale" in erba sintetica, con una capienza di circa 1.200 posti.
In realtà è un'ex cappella; costruita nel [[1711]] e poi totalmente rimaneggiata, nel [[1956]] è stata adibita ad oratorio.
 
=== Tennis ===
===Chiesa di S.Maria degli Angeli===
 
Ad Avigliano ha sede l{{'}}''A.S.D. Tennis Avigliano''.
La chiesa fa parte di un complesso monastico eretto nel [[1615]]. Il convento dei Padri Riformati, soppresso nel [[1866]], conserva all'interno il chiostro con il pozzo ed alcuni portali in pietra. La chiesa presenta una facciata settecentesca con portali in pietra baroccheggianti di matrice salentina. L'interno è formato da due navate e conserva numerosi altari in legno del XVII secolo, corredati da molti dipinti, e un organo a canne restaurato di recente.
 
===Cappella di S.Lucia===
 
La cappella presenta un portale d'ingresso datato [[1566]] e all'interno diversi affreschi del pittore Giovanni Todisco, oltre a vari dipinti e statue.
 
===Cappella di S.Vito===
 
La facciata, rimaneggiata negli anni Sessanta, ha perso la fattura secentesca, conservata invece all'interno dai dipinti (di cui uno deteriorato) e da un polittico.
 
 
==Palazzi==
 
===Torre di Taccone===
 
Ultima testimonianza della fortificazione che racchiudeva il primo nucleo abitato, di questa torre del XIV secolo rimane solo la base, mentre della muraglia, demolita agli inizi del Novecento, non resta traccia.
 
===Palazzo Doria===
Costruito nel XVII secolo ed ampliato nel [[1734]], il palazzo offre la facciata principale, rimasta inalterata, direttamente su piazza Gianturco. Gli altri lati dell'edificio sono stati invece rimaneggiati, compreso quello di accesso, che tuttavia presenta dei portali seicenteschi. Il portale centrale, a piano terra, conserva una cornire architravata in pietra lavorata con motivi floreali.
 
===Palazzo Palomba===
 
Il palazzo possiede una torre con l'orologio che domina la piazza, e conserva la facciata settecentesca. All'interno è oggi ospitata la casa di riposo fondata nel [[1898]].
 
===Palazzo Sponza===
 
La parte inalterata del palazzo settecentesco si affaccia su corso Garibaldi e conserva due grandiose balconate.
 
===Palazzo Salinas===
 
Conserva la fattura settecentesca con un portale d'ingresso in bugnato. La facciata è stata rimaneggiata ma un grandioso portale immette in un cortile dove una scalinata conduce nelle stanze del palazzo.
 
===Palazzo Masi===
 
Attiguo al Palazzo Salinas, benché restaurato negli ultimi anni conserva bene la struttura settecentesca. All'interno vi è un cortile con un pozzo per l'acqua; l'esterno presenta balconate e finestre ornate da cornici architravate, e un portale d'ingresso sormontato dallo stemma in pietra della famiglia.
 
===Palazzo Corbo===
 
La struttura settecentesca, formata da vari piani, conserva un bel portale; è stata restaurata ed adibita a case popolari.
 
===Palazzo dei Baroni Sarnelli di Ciorani===
 
Edificio tardoseicentesco, realizzato per volontà del Barone Nicola nella seconda metà del seicento, recentemente ricostruito, conserva un pregevole portale d'ingresso e, all'interno, un ballatoio. Famiglia molto stimata e ben voluta dalla popolazione, ancor oggi resta una frazione denominata "Sarnelli". Lasciata Avigliano dopo il terremoto del 1694 si stabilì definitivamente a Napoli ed acquisì nel contempo l'intera baronia di Ciorani in Principato citra. Dette vita ad uomini illustri come il Beato Gennaro Maria Sarnelli beatificato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996, nato nel 1702 e intimo amico e collaboratore di Sant'Alfonso Maria dei Liguori, fondarono insieme l'ordine dei Padri Redentoristi donando il proprio feudo di famiglia in Ciorani. Vincenzo Maria Sarnelli Vescovo di Castellammare di Stabia nel 1879 e Cardinale di Napoli nel 1897. Il ramo principale della famiglia discendente dal Cav. Girolamo Sarnelli oggigiorno risiede a Chiaiano.
 
===Palazzo Labella===
 
La struttura ottocentesca, formata da vari piani, presenta delle belle ringhiere e un caratteristico portale d'ingresso.
 
===Palazzo Gagliardi===
 
E' una struttura imponente, la cui facciata conserva la fattura settecentesca con interessanti portali in pietra ed un elegante cornicione. L'accesso avviene attraverso un grandioso portale in bugnato, sormontato dallo stemma della famiglia, che immette in un giardino pensile chiuso da arcate.
 
===Convento dei padri Domenicani===
 
Il convento, costruito nel [[1605]], fu soppresso nel [[1809]] e trasformato prima in Collegio Reale nel [[1852]], poi in Orfanotrofio Provinciale, che è stato chiuso nel [[1990]]. L'edificio attualmente ospita gli uffici comunali e conserva la fattura seicentesca con belle balconate sostenute da gattoni.
 
=Cultura=
 
==Personalità di rilievo==
 
===Emanuele Gianturco===
{{vedi anche|Emanuele Gianturco}}
 
===Monsignor Luigi Filippi===
 
Al secolo Vito Antonio, figlio di un fornaio, da piccolo intraprese gli studi nel convento di S. Maria a [[Potenza]] e in quello di [[Laurenzana]]. Già prima di essere ordinato assunse incarichi di insegnamento nel convento, e poi via via impegni sempre più prestigiosi in campo religioso e scientifico. Non ancora trentenne, fu tra i fondatori della Società Economica della Basilicata, nata allo scopo di promuovere il progresso civile ed economico di una delle regioni più arretrate del Mezzogiorno. Fece parte della Commissione per la riforma delle scuole interne dell'Ordine dei Francescani, predisponendo i testi di studio di Scienze, Fisica e Matematica. Nominato Ministro Provinciale nel [[1844]], trasferì la sua sede da Potenza al convento di Avigliano, dove radunò tutti i novizi sparsi nei vari conventi della Basilicata per impartire loro una più rigorosa formazione religiosa e culturale, introducendo lo studio di materie scientifiche, prima ignorate. Fondò un gabinetto di fisica e scrisse in latino i testi delle varie discipline. Il convento dei Riformati di Avigliano, aperto anche ai laici che volevano istruirsi, diventò presto un centro culturale e fu sede di certamen poetici, di incontri culturali, di dibattiti, con forte richiamo di uomini della cultura extraregionale. Nell'ottobre del [[1846]] padre Luigi Filippi ospitò il re [[Ferdinando II]], il quale si trattenne due giorni nel convento, molto interessato ai metodi pedagogici in uso. Per i suoi grandi meriti e l'indiscussa preparazione teologica e culturale, nel [[1851]] padre Luigi Filippi fu nominato vescovo della diocesi de [[L'Aquila]]. Nella sede vescovile avviò la riorganizzazione della diocesi e partecipò attivamente ai lavori del [[Concilio Vaticano I]]. Per riconoscenza il pontefice [[Pio IX]] elevò la diocesi ad arcidiocesi, e monsignor Filippi fu il primo degli arcivescovi aquilani da allora succedutisi.
 
 
==Pubblicazioni==
 
L'aspetto tipico più caratteristico della città di Avigliano è il suo inconfondibile [[dialetto]], che continua a stimolare, com ha sempre fatto in passato, la fantasia di numerosi poeti vernacolari. Tra le pubblicazioni più famose si ricordano:
 
*''Quadretti aviglianesi'' di Domenico Manfredi, [[1976]]
*''Tutto in aviglianese'' di Giuseppe Viggiano, [[1972]]
*''Versi'' di Giovannina Viggiano, risalenti agli anni [[1907]]-[[1967]], pubblicati nel [[1998]]
*''La poesia dialettale del sacerdote Don Marco Sabia'', di Emilio Gallicchio, [[1974]]
 
 
Altri testi notevoli sono:
 
*''A pie' del Carmine'' di Tommaso Claps ([[1906]]): raccolta di "bozzetti e novelle basilicatesi", come recita il sottotitolo, diventato nel corso del tempo un "classico", un testo di riferimento per la conoscenza della pittoresca cultura popolare di Avigliano e della Basilicata
 
*''La mia terra del sud'' di Emilio Gallicchio ([[1969]]): un testo accurato che riporta la storia della città attraverso documenti, biografie di personaggi illustri, luoghi d'interesse
 
*''Nel Belvedere'' di Francesco Galasso ([[1989]]): significativo testo per la comprensione del dialetto aviglianese, con poesie, racconti e modi di dire tradotti e commentati, e un curioso elenco dei soprannomi di ciascun ceppo familiare della città, spesso utilizzati nella comunità aviglianese al posto del cognome per identificare i cittadini
 
*''Glossario etimologico del dialetto aviglianese'' di Luigi Telesca ([[1992]]): un vero e proprio dizionario aviglianese-italiano, con oltre 10000 voci
 
*''I canti della tradizione aviglianese'' di Nazzareno Colangelo ([[2004]]): un'antologia di canti, sia popolari sia scritti da aviglianesi (su tutti Vincenzo Manfredi e Angelo Santarsiero) ed entrati successivamente nella tradizione, sottoforma di spartiti con parole e musica
 
==Realtà culturali==
 
*Ancora il dialetto è alla base dell' ''Almanacco aviglianese'', edito dal Circolo Giovanile [[ANSPI]] "Don Mimì Mecca": un calendario pubblicato in dialetto, ogni anno su un tema diverso, che raccoglie antiche fotografie, ricette di piatti tipici, modi di dire e tradizioni. L'iniziativa è nata nel [[1992]] e ha riscosso grandissimo consenso anche al di fuori dei confini comunali.
 
*L'associazione "San Vito Martire" promuove da qualche anno la pubblicazione annuale dell' ''Agenda aviglianese'', ancora in vernacolo.
 
*Il ''Gruppo Folkloristico Aviglianese'' conserva la memoria di canti e balli popolari che, associati ai costumi tipici, diffonde con spettacoli in Italia e in Europa.
 
*Nella città esiste un'originale ''Orchestra a [[plettro]]'' intitolata a Domenico Manfredi che la fondò nel 1956: è unica nel suo genere in tutto il meridione.
 
*Il CICS (Centro Iniziative Culturali e Sportive) è una longeva associazione culturale che in circa vent'anni di attività ha organizzato numerosi convegni, tra cui alcuni prestigiosi su [[Emanuele Gianturco]], [[Tommaso Claps]] e [[Federico II]], oltre alla pubblicazione di testi su varie tematiche.
 
*L'Associazione "Amici di Ypsilon" ha come obiettivo quello di favorire il protagonismo dei ragazzi e dei giovani attraverso attività che sono divenute punti fermi, come il Laboratorio Teatrale, la Scuola del Fumetto ed il Laboratorio Politico. Tra le sue attività editoriali figurano ''Ypsilon'', un giornale per ragazzi scritto dai ragazzi, e diffuso in molte scuole lucane, e ''Il Laboratorio'', periodico di politica, attualità e cultura.
 
 
==Feste, sagre e tradizioni popolari==
 
===Gennaio===
 
*17: S.Antonio Abate viene festeggiato nella Cappella di S.Lucia.
*20: si festeggia S.Sebastiano, la cui statua si può ammirare nella Chiesa Madre, protettore dei vigili urbani.
 
===Febbraio===
 
*3: si festeggia S.Biagio; secondo la tradizione, i fedeli portano a benedire del pane che proteggerà dal mal di gola.
 
===Marzo===
 
*19: si festeggia S.Giuseppe nel convento delle Suore Betlemite; secondo la tradizione, si accendono i falò nei quartieri e si mangia la ''cucìa'', composta da granoturco, grano e ceci.
 
===Maggio===
 
*16: secondo la tradizione, all'Ascensione si mangiano le tagliatelle, dette ''lahane'', con il latte.
 
===Giugno===
 
*6: si festeggia il Corpus Domini con la processione del SS.Sacramento e, secondo la tradizione, nei vari quartieri si allestiscono degli altarini.
*13: S.Antonio da Padova si festeggiava nell'antico convento dei Riformati, e nel piazzale antistante i fedeli mangiavano ''lu quauzone'', focaccia ripiena di ricotta e uova.
*15: si festeggia S.Vito, patrono della città.
*25: si festeggia S.Giovanni nella nuova omonima chiesa.
 
===Luglio===
 
*16: si festeggia la Madonna del Carmine, la cui statua, ricoperta d'oro e accompagnata dai ''cinti'' (altari di candele), sale in processione dalla Chiesa Madre alla Cappella del Monte Carmine, dove resta tre mesi.
 
===Agosto===
 
*ultimo venerdì, sabato e domenica: Sagra del Baccalà e dei prodotti tipici aviglianesi.
 
===Settembre===
 
*seconda domenica: si festeggia il ritorno della Madonna dal Monte Carmine.
 
 
=Amministrazione=
{{ComuniAmministrazione
|NomeSindaco=Domenico Tripaldi
|DataElezione=4 aprile 2005
|partito=Ulivo
|TelefonoComune=0971701811
|EmailComune=
}}
 
=== Impianti sportivi ===
Nel Comune sono presenti campi comunali di calcio e di tennis, ad Avigliano e nelle frazioni di Possidente, [[Lagopesole]] e Sant'Angelo.
 
== Note ==
=Collegamenti esterni=
<references/>
 
== Bibliografia ==
*[http://www.comune.avigliano.pz.it Sito istituzionale]
* {{cita libro|autore=C.I.C.S.|titolo=Il monastero di S. Maria degli Angeli – Il culto, l'arte e la memoria|editore=Imago|città=Lavello|anno=1998|cid=C.I.C.S.}}
*[http://www.basilicata.cc/lucania/avigliano/index.htm Foto ed eventi della città]
* {{Cita libro|autore=Emilio Gallicchio|titolo=La mia terra del sud|città=Potenza|editore=La nuova libreria|anno=1969|cid=E. Gallicchio}}
* {{cita libro| Francesco | Manfredi | Avigliano - Carta turistica della città e del territorio| 2002| | Avigliano|cid=F. Manfredi}}
* {{cita libro| Michele | Ostuni | Avigliano - Fra Memoria e Storia| 1993| | Lavello|cid=M. Ostuni}}
* {{cita libro| Raffaele | Bochicchio | Avigliano, guida monumentale e artistica della città| 1999| Imago| Avigliano|cid=R. Bochicchio}}
* Gennaro Claps, Fior di Avellana, Pisani, 2009.
 
== Voci correlate ==
* [[Castello di Lagopesole]]
* [[Comunità Montana Alto Basento]]
* [[Balestra di Avigliano]]
 
== Altri progetti ==
{{Provincia di Potenza}}
{{interprogetto|wikt}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Avigliano}}
[[Categoria:Comuni della provincia di Potenza]]
[[Categoria:{{Comuni della Basilicata]]provincia di Potenza}}
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[[Categoria:Comuni italiani]]
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