Bernard Délicieux: differenze tra le versioni
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Anche Bernard Délicieux, giunto appositamente da [[Narbonne]], dove esercitava provvisoriamente la funzione di lettore nel convento francescano, era presente in quell'assemblea. Egli sostenne gli accusatori e divenne l'anima della campagna contro l'Inquisizione. Secondo lui, le vittime degli inquisitori erano innocenti, le eventuali confessioni erano state estorte sotto tortura e solo la brama di ricchezze del vescovo Castanet, desideroso di impossessarsi dei beni dei condannati, era stata la causa determinante dei processi e delle condanne.<ref>J.-L. Biget, cit., p. 77.</ref>
In ottobre, fra Bernard fece parte di una delegazione delle suddette città inviata a presentare al re le proprie ragioni. Tra loro era anche una donna di Albi, che l'assistente di Nicolas d'Abbeville e neo-inquisitore di Tolosa, Foulques de Saint-George, avrebbe messo incinta. Ricevuti dal re nel castello di [[Senlis (Oise)|Senlis]], gli albigesi ottennero una parziale soddisfazione. Filippo respinse la richiesta di liberare i condannati, ma pose alcuni limiti all'esercizio dei poteri inquisitoriali. Gli inquisitori non potevano arrestare nessuno senza l'assenso del vescovo della diocesi e in caso di contrasto fra i due, avrebbe deciso una commissione formata da quattro persone, i priori e i lettori dei conventi domenicani e francescani. Il vescovo Castanet venne condannato a
L'8 dicembre [[1301]] Filippo il Bello scrisse di Foulques al vescovo di Tolosa, motivando la richiesta: «Quando il suo dovere era di estirpare gli errori e i vizi, egli si è preoccupato solo di mantenerli; sotto il manto di una lecita repressione, egli ha osato cose completamente illecite, sotto l'apparenza della pietà, cose empie e del tutto inumane; infine, sotto il pretesto di difendere la fede cattolica, ha commesso misfatti orribili ed esecrabili». Il 29 giugno [[1302]] il capitolo generale dei domenicani sostituì Foulques de Saint-George con il priore del convento di Albi, Guillaume de Monères.<ref>B. Hauréau, cit., pp. 822-827.</ref>
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Intanto, scoperta la congiura a favore di Ferdinand, i notabili delle città andarono a Parigi con Bernard a giustificarsi di fronte al re. Questi reagì con decisione e il 28 settembre Élie Patrice e altri quattordici cittadini di Carcassonne furono impiccati. La stessa sorte subirono, il 29 novembre, quaranta abitanti di [[Limoux]]. Quanto a Bernard, fu arrestato e, in quanto ecclesiastico, fu inviato a Roma per essere processato di fronte al papa.<ref>B. Hauréau, cit., pp. 851-852.</ref>
Il nuovo papa, il francese [[Clemente V]], fu eletto soltanto nel giugno del [[1305]] e con tutta la sua corte si recò a [[Lione]] per esservi incoronato. Qui fu trasferito anche Bernard che poi fu aggregato al corteo pontificio nei suoi lenti spostamenti seguiti da lunghi soggiorni nelle città di [[Mâcon]], [[Nevers]], [[Bourges]], [[Limoges]], [[Périgueux]] e [[Bordeaux]]. Nel frattempo, Clemente V aveva dato disposizioni di normalizzare i rapporti tra gli inquisitori e gli abitanti delle zone di Albi e Carcassonne, inviandovi i cardinali
Il parziale successo dei nemici dell'Inquisizione durò poco. Accogliendo le richieste dei domenicani, il 27 luglio [[1308]] il papa annullò le decisioni dei due cardinali, rimise al suo posto Bernard de Castenet e l'Inquisizione riprese l'antico vigore. L'opposizione, spaventata, non reagì, mentre di Bernard Délicieux, segnalato nel [[1310]] in missione a Parigi, mancano per cinque anni ulteriori notizie: nel [[1315]] risultava risiedere a
=== Il processo ===
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Il 16 luglio [[1319]] Giovanni XXII incaricò l'[[arcivescovo di Tolosa]] [[Jean Raymond de Comminges]], il vescovo di [[Pamiers]] Jacques Fournier, e di [[Saint-Papoul]], Raymond de Monstuéjols, di condurre il processo che iniziò il successivo 3 settembre 1319 a [[Castelnaudary]] per proseguire, dal 12 settembre, nel palazzo vescovile di Carcassonne. Nel suo interrogatorio, iniziato il 2 ottobre, Bernard confermò di aver combattuto l'Inquisizione e di rimpiangere di non averla potuto abbattere. Poi, dopo essere stato torturato, ammise di aver partecipato alla cospirazione a favore di Ferdinand di Majorca, pur senza averla approvata.<ref>B. Hauréau, cit., p. 860.</ref>
Bernard Déliciaeux negò invece, anche sotto tortura, di aver avvelenato Benedetto XI. I testimoni presentati dall'accusa, in gran parte suoi vecchi amici, confermarono tutte le accuse. La sentenza, emessa l'8 dicembre, lo riconobbe colpevole di essere nemico dell'inquisizione, di tradimento e di praticare le arti magiche, condannandolo alla prigione perpetua. Sulla piazza del mercato di Carcassonne fu spogliato dei suoi abiti ecclesiastici e fu rinchiuso nelle segrete dell'Inquisizione. Vi sopravvisse pochi mesi, perché secondo il [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] Jean de Saint-Victor egli morì alla fine del 1319, una data che allora corrispondeva al mese di marzo del [[1320]].<ref>B. Hauréau, cit., pp. 861-862, scrive che Bernard morì non oltre le feste pasquali del 1320. Quell'anno la Pasqua cadde il 30 marzo.</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Ms. lat. 4270, [[Biblioteca nazionale di Francia|Bibliothèque Nationale]], Paris.
* [[Jean-Barthélemy Hauréau|Barthélemy Hauréau]], ''Bernard Délicieux et l'inquisition albigeoise (1300-1320)'', «Revue des Deux Mondes», 75, 1868.
* Jean Marie Vidal, ''Un inquisiteur jugé par ses victimes. Jean Galand et les Carcassonnais'', Paris, Picard, 1903.
* Jean Guiraud, ''Histoire de l'Inquisition au Moyen âge'', II, Paris, Picard, 1938.
* Georgene Webber Davis, ''The Inquisition at Albi, 1299-1300'', New York, Columbia University Press, 1948.
* [[Bernardo Gui]], ''De fundatione et prioribus conventuum Provinciarum Tolosanae et Provinciae Ordinis Praedicatorum'', a cura di P. A. Amargier, Romae, apud Institutum Historicum Fratrum Praedicatorum, 1961.
* Élie Griffe, ''Le Languedoc cathare et l'Inquisition (1229-1329)'', Paris, Letouzey et Ane, 1980.
* Jean-Louis Biget, ''Autour de Bernard Délicieux: franciscanisme et société en Languedoc entre 1295 et 1330'', «Revue d'histoire de l'Église de France», t. 70, n. 184, 1984.
* Andreas Kiesewetter, ''Ferdinando di Maiorca'', in «Dizionario Biografico degli Italiani», vol. 46, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1996.
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|https://fr.wikisource.org/wiki/Bernard_D%C3%A9licieux_et_l%E2%80%99Inquisition_albigeoise,_histoire_du_XIVe_si%C3%A8cle|B. Hauréau, ''Bernard Délicieux et l'inquisition albigeoise (1300-1320)''|lingua=fr}}
* {{cita web|http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/rhef_0300-9505_1984_num_70_184_3321|J.-L. Biget, ''Autour de Bernard Délicieux: franciscanisme et société en Languedoc entre 1295 et 1330''|lingua=fr}}
* {{cita web|https://halshs.archives-ouvertes.fr/docs/00/50/64/64/PDF/Thery_Une_politique_de_la_terreur_B._de_Castanet_et_l_Inquisition.pdf|J. Théry, ''Une politique de la terreur. L'évêque d’Albi Bernard de Castanet et l'Inquisition''|lingua=fr}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
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