SP70: differenze tra le versioni
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←Nuova pagina: {{Veicolo militare |Veicolo = semovente |Nome = SP-70 |Immagine =Wehrtechnische Sammlung der Bundeswehr (27859093839).jpg |Didascalia = <!-- Descrizione -->|Tipo = Semovente d'artiglieria |Equipaggio = 5 |Progettista = |Costruttore = |Data_impostazione = |Data_primo_collaudo = 1976 |Data_entrata_in_servizio = |Data_ritiro_dal_servizio = |Utilizzatore_principale ={{BRD}}<br />{{GBR}}<br />{{ITA}} |Altri_utilizzatori = |Esemplari = |Costo_unitario = |... |
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Lo '''
== Storia ==
Nel 1973, [[Germania]], [[Italia]] e [[Regno Unito]] iniziarono lo sviluppo collaborativo dei un nuovo [[semovente d'artiglieria]] designato SP70.<ref name=C3p28>{{Cita|Craven 1983|p.28}}.</ref> Tutti e tre i paesi riconobbero che era necessario apportare un miglioramento significativo al principale sistema di supporto di fuoco indiretto per il futuro [[campo di battaglia]].<ref group=N>In effetti, la [[NATO]] e gli [[Stati Uniti d'America]] parteciparono a questa iniziativa e stilarono un requisito militare di base che portò alle caratteristiche operative concordate del futuro
Il programma trilaterale completò la fase di definizione del progetto nel 1973 e poi intraprese una lunga ed esauriente fase di sviluppo che fu suddiviso tra le tre nazioni per sfruttare al massimo le tecnologie esistenti ma con l'obiettivo di mantenere il più possibile un approccio sistemico.<ref name=C3p28/> In sintesi, la Germania contribuì con l'artiglieria, lo chassis e il motore principale; l'Italia fornì la massa di elevazione, lo scafo e l'unità di potenza ausiliaria (APU); e il Regno Unito era responsabile della torretta, del sistema di gestione delle munizioni e del sistema di tiro.▼
▲Il programma trilaterale completò la fase di definizione del progetto nel 1973 e poi intraprese una lunga ed esauriente fase di sviluppo che fu suddiviso tra le tre nazioni per sfruttare al massimo le tecnologie esistenti ma con l'obiettivo di mantenere il più possibile un approccio sistemico.<ref name=C3p28/> In sintesi, la Germania contribuì con l'[[artiglieria]], lo chassis e il motore principale; l'Italia fornì la massa di elevazione, lo scafo e l'unità di potenza ausiliaria (APU);
La fase di convalida iniziò nel 1973 e incluse la fabbricazione di cinque prototipi che divennero disponibili nel 1976 e furono poi sottoposti a un rigoroso programma di collaudi e prove di tiro.<ref name=C3p28/> Ad esempio, uno dei prototipi percorse 8.600 chilometri nel Regno Unito e poi ne percorse altri 2.400 nel freddo della [[Norvegia]].<ref name=C3p28/> In Norvegia, vennero sparati tutti e otto i colpi per testare il funzionamento dell'attrezzatura a temperature inferiori allo zero, dove era importante dimostrare l'efficiente funzionamento dell'arma con la combinazione di basse pressioni e breve rinculo.<ref name=C3p28/> Un altro dei cinque prototipi è stato sottoposto a prove nel [[clima]] caldo
==Descrizione==
Sia lo scafo che il guscio della torretta, dotata di piastre di 50 mm di spessore, dell'SP70 erano realizzati in [[alluminio]] e soddisfacevano i requisiti di protezione contro proiettili perforanti (AP) da 7,62 mm, AP da 14,5 mm a 100 metri e frammenti di un proiettile da 152 mm che esplodeva a 10 metri.<ref name=C3p29/>
La disposizione interna per i cinque membri dell'equipaggio vedeva il conducente posizionato nella parte anteriore del veicolo, mentre tre membri dell'equipaggio, il gregario, il capocarro e un servente erano a destra, un altro servente del pezzo d'artiglieria era a sinistra.<ref name=C3p29/> Vi erano due portelli sulla torretta dotati di periscopi che consentivano al capocarro e al servente di sinistra una visione a 360 gradi sia di giorno che di notte.<ref name=C3p29/>
Lo scafo costruito dalla [[Porsche]], derivato dal carro armato [[Leopard 1]], era realizzato in [[alluminio]].<ref name=C4p210/><ref name=C3p30>{{Cita|Craven 1983|p.30}}.</ref> Il motore diesel, pesante 4.870 kg, era
[[File:Wehrtechnische Sammlung der Bundeswehr (27859088419)(cropped3).jpg|thumb|left|Modello del semovente SP70 con i colori della Bundeswehr.]]
L'armamento era composto da un [[obice]] a canna rigata [[155 mm FH-70|FH-70]] da 155 mm lungo 39 calibri, dotato di [[freno di bocca]] a due camere, e [[estrattore di fumi]].<ref name=C3p31>{{Cita|Craven 1983|p.31}}.</ref> Il meccanismo di culatta aveva un blocco scorrevole verticale che si apriva verso l'alto; vi era una camma di apertura che apriva automaticamente la culatta in caso di esaurimento.<ref name=C3p30/> La culatta era dotata di un caricatore di inneschi che espelleva automaticamente
Il movimento orizzontale del cannone era effettuato ruotando l'intera torre con l'aiuto di una trasmissione idraulica, in questo caso la cadenza di tiro calava a 4 colpi minuto.<ref name=C3p30/> Come sistema di riserva, l'equipaggio poteva utilizzare meccanismi a trasmissione manuale.<ref name=C3p30/> Per il movimento verticale dell'obice, la torre SP70 ACS era dotata di una trasmissione idropneumatica. Gli angoli di elevazione variavano da -25
▲L'armamento era composto da un [[obice]] a canna rigata [[155 mm FH-70|FH-70]] da 155 mm lungo 39 calibri, dotato di freno di bocca a due camere, estrattore di fumi. Il meccanismo di culatta aveva un blocco scorrevole verticale che si apriva verso l'alto; vi era una camma di apertura che apriva automaticamente la culatta in caso di esaurimento. La culatta era dotata di un caricatore di inneschi che espelleva automaticamente l'innesco esaurito e ne inserisce uno nuovo. Due freni idraulici di rinculo e un dumper idropneumatico sono stati inclusi nei dispositivi di rinculo. Il disegno dei dispositivi di rinculo era stato progettato in modo tale che durante lo sparo con qualsiasi angolo di elevazione possibile, il rinculo era sempre lo stesso, 700 mm. Lo SP-70 aveva una capacità di sparare una raffica di tre colpi in 10 secondi; la cadenza di tiro era di sei colpi al minuto fino a ché le munizioni contenute nel caricatore non fossero esaurite.
L'obice FH-70 poteva utilizzare qualsiasi proiettile calibro 155 mm conforme agli standard NATO.<ref name=C3p28/> Era previsto l'utilizzo di proiettili britannici L15A1 ad alto esplosivo a frammentazione, lunghi 788 mm, e contenenti 11 kg di esplosivo; DM105, fumogeno sviluppato in Germania, dotato di quattro capsule contenenti una sostanza chimica che generava fumo. Le capsule venivano emesse ad un'altezza di circa 200 metri e, dopo una caduta, formano una grande nuvola di fumo che dura per diversi minuti; DM106, illuminante. Il proiettile doveva discendere con un paracadute da un'altezza di 600-800 metri. Le sue caratteristiche consentivano di illuminare il terreno entro un raggio di 350-400 metri per minuto. ▼
▲Il movimento orizzontale del cannone era effettuato ruotando l'intera torre con l'aiuto di una trasmissione idraulica, in questo caso la cadenza di tiro calava a 4 colpi minuto. Come sistema di riserva, l'equipaggio poteva utilizzare meccanismi a trasmissione manuale. Per il movimento verticale dell'obice, la torre SP70 ACS era dotata di una trasmissione idropneumatica. Gli angoli di elevazione variavano da -25 ° a + 70°. La gittata massima era pari a 24 chilometri, ed era prevista l'adozione di [[base bleedproiettili autopropulsi]] che consentivano di colpire bersagli a distanze fino a 30 km.
Sul lato esterno posteriore della torretta vi era un meccanismo di rifornimento dei colpi con un braccio estensibile che poteva essere regolato per raccogliere un proiettile a livello del suolo o dal retro di un camion.<ref name=C3p29/> Da li il proiettile raggiungeva il caricatore nella torretta, veniva spostato dal paranco del caricatore alla fila di stoccaggio selezionata e quindi spostato lungo la fila dall'azione di nottolini montati rigidamente.<ref name=C3p29/> Il caricatore conteneva 32 proiettili e accettava qualsiasi proiettile della famiglia M107, M549, M483 ed altri.<ref name=C3p29/>▼
▲L'obice FH-70 poteva utilizzare qualsiasi proiettile calibro 155 mm conforme agli standard NATO. Era previsto l'utilizzo di proiettili britannici L15A1 ad alto esplosivo a frammentazione, lunghi 788 mm, e contenenti 11 kg di esplosivo; DM105, fumogeno sviluppato in Germania, dotato di quattro capsule contenenti una sostanza chimica che generava fumo. Le capsule venivano emesse ad un'altezza di circa 200 metri e, dopo una caduta, formano una grande nuvola di fumo che dura per diversi minuti; DM106, illuminante. Il proiettile doveva discendere con un paracadute da un'altezza di 600-800 metri. Le sue caratteristiche consentivano di illuminare il terreno entro un raggio di 350-400 metri per minuto.
Per trasferire il proiettile da 155 mm alla culatta, il paranco del caricatore raccoglieva il proiettile, che era spinto in avanti sul braccio di trasferimento del bossolo; e questo braccio, che è imperniato sui perni, oscilla in linea con l'estensione della culla.<ref name=C3p30/> Qui il proiettile viene trasferito al calcatoio pronto all'uso.<ref name=C3p30/> ▼
Il meccanismo di rifornimento dei bossoli era in grado di ricaricare il caricatore a una velocità di quattro colpi al minuto, il che significa che il caricatore da 32 colpi
L'armamento secondario previsto era una [[mitragliatrice]] da 7,62 mm montata sopra il portello del comandante.<ref name=C4p210/> Sui lati della torretta era prevista l'installazione di due lanciagranate fumogeni a quattro canne.<ref name=C4p210/>▼
Il mirino periscopico
La messa a punto del semovente d'artiglieria
▲Sul lato esterno posteriore della torretta vi era un meccanismo di rifornimento dei colpi con un braccio estensibile che poteva essere regolato per raccogliere un proiettile a livello del suolo o dal retro di un camion. Da li il proiettile raggiungeva il caricatore nella torretta, veniva spostato dal paranco del caricatore alla fila di stoccaggio selezionata e quindi spostato lungo la fila dall'azione di nottolini montati rigidamente. Il caricatore conteneva 32 proiettili e accettava qualsiasi proiettile della famiglia M107, M549, M483 ed altri.
▲Per trasferire il proiettile da 155 mm alla culatta, il paranco del caricatore raccoglieva il proiettile, che era spinto in avanti sul braccio di trasferimento del bossolo; e questo braccio, che è imperniato sui perni, oscilla in linea con l'estensione della culla. Qui il proiettile viene trasferito al calcatoio pronto all'uso.
▲Il meccanismo di rifornimento dei bossoli era in grado di ricaricare il caricatore a una velocità di quattro colpi al minuto, il che significa che il caricatore da 32 colpi può essere riempito in 8 minuti. Vi erano sistemi di sicurezza nel braccio di trasferimento dei bossoli per evitare lesioni ai membri dell'equipaggio durante il suo funzionamento. Le cartucce propellenti sono stivate sulla sinistra della culatta; e il caricatore di cartucce completa l'azione di caricamento, incluso il segnale di chiusura della culatta. Per il primo colpo, il calcatoio viene sollevato idraulicamente per i colpi successivi.
▲L'armamento secondario previsto era una mitragliatrice da 7,62 mm montata sopra il portello del comandante. Sui lati della torretta era prevista l'installazione di due lanciagranate fumogeni a quattro canne.
▲La messa a punto del semovente d'artiglieria SP-70 fu completata abbastanza rapidamente. Emersero problemi al sistema di caricamento automatico dei proiettili che permetteva il suo utilizzo con qualsiasi angolo di elevazione. . Sebbene i problemi incontrati in fase di progettazione fossero stati risolti, durante i collaudi alcuni di essi riapparvero,e inoltre ne emersero di nuovi.
La sperimentazione e lo sviluppo dei vari sistemi automatici continuarono per diversi anni, e nel 1984 furono costruiti ulteriori 10 prototipi fase B. Nel 1985, quando, secondo i piani iniziali, si prevedeva di iniziare la produzione in serie, la Germania Ovest uscì dal progetto. L'esercito e i sui progettisti ritenevano che il progetto SP-70 nella sua forma esistente non avesse prospettive dato che i problemi emersi non erano stati del tutto risolti. Avendo perso il partner principale, anche la Gran Bretagna e l'Italia bloccarono presto e poi interruppero ufficialmente tutti i lavori sul progetto.▼
Secondo alcune fonti l'Esercito Italiano attivò nel 1982 una batteria sperimentale, la 4ª del 1°Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente “Cacciatori delle Alpi, su quattro semoventi.<ref name="aa">{{Cita|Topwar||aa}}.</ref> ▼
▲La sperimentazione e lo sviluppo dei vari sistemi automatici continuarono per diversi anni, e nel 1984 furono costruiti ulteriori 10 prototipi fase B.<ref name=C3p31/> Nel 1985, quando, secondo i piani iniziali, si prevedeva di iniziare la produzione in serie, la Germania Ovest uscì dal progetto.<ref
▲Secondo alcune fonti l'[[Esercito Italiano]] attivò nel 1982 una [[Batteria (militare)|batteria sperimentale]], la 4ª del 1
== Note ==
===Annotazioni===
<references group="N"/>
===Fonti===
<references/>
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;Periodici
*{{Cita pubblicazione|autore=R.C.F. Craven|anno=1983|mese=may-june|titolo=A 70 for the 90s|rivista=Filed Artillery Journal|editore=|lingua=en|città=Fort Sill|pp=17-19|volume=51|numero=3|cid= Craven 1983}}
*{{Cita pubblicazione|autore=John S. W. Franger|autore2=Murray A. Geisler|anno=1981|titolo=Joint Logistic Commanders’ Guide for the Management of Multinational Programs|editore= Defense Systems Management College and Logistics Management Institute|lingua=en|città=Fort Belvoir, Virginia|pp=2-7|cid=Franger, Geisler 1981}}
==
*[[RS 80 MARS]]
== Altri progetti ==
*{{cita web|autore= |url=https://www.vecio.it/forum/viewtopic.php?t=5433|titolo=Gruppi Artiglieria E.I. 1975-1986|accesso=28 febbraio 2025|lingua=en|sito=Vecio|cid=at}} ▼
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
▲*{{cita web|autore= |url=https://www.vecio.it/forum/viewtopic.php?t=5433|titolo=Gruppi Artiglieria E.I. 1975-1986|accesso=28 febbraio 2025
{{portale|guerra|mezzi corazzati}}
[[Categoria:Veicoli militari britannici del dopoguerra]]
[[Categoria:
[[Categoria:Veicoli militari tedeschi del dopoguerra]]
[[Categoria:Semoventi]]
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