Louis-Ferdinand Céline: differenze tra le versioni
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|Epoca = 1900
|Attività = scrittore
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|Attività3 =
|Nazionalità = francese
|Immagine = L.-F. Céline c Meurisse 1932.jpg
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Céline avrà un ricordo negativo dell'infanzia, che rivivrà come un periodo di ristrettezze economiche e, soprattutto, morali, educato ad una mentalità piccolo borghese e al più rigido rispetto delle gerarchie sociali. Nei ricordi della sua infanzia, le uniche figure positive sono la nonna materna, Céline Guillou (1847-1904), da cui l'autore trarrà il suo famoso pseudonimo, una donna forte, energica e lavoratrice, rimasta fedele alla sua origine e a un modo di esprimersi popolare e lo zio Julien (detto Louis) con cui aveva un rapporto di complicità e di comuni interessi nel campo delle nuove tecnologie del tempo.<ref>Lettere, Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard, Parigi 2009.</ref>
Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo, il padre
[[File:64, passage Choiseul étages.JPG|miniatura|verticale|Il ''passage'' Choiseul]]
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=== L'antisemitismo e il filonazismo ===
L'[[antisemitismo]] accanito di Céline traspare da alcuni suoi scritti ed è esplicitamente illustrato in tre ''[[pamphlet]]'' sulla questione: ''[[Bagatelle per un massacro]]'' (''Bagatelles pour un massacre'', 1937), ''La scuola dei cadaveri'' (''L'École des cadavres'', 1938) e ''La bella rogna'' o ''I bei drappi'' (''Les Beaux Draps'', 1941). Se ''Bagatelle'' è uno sfogo contro l'"influenza ebraica" e la possibile nuova guerra, ne ''La scuola dei cadaveri'' denuncia la rovina della Francia a suo dire causata dagli [[ebrei]], dai [[comunisti]] e dai [[capitalismo|capitalisti]], e invoca l'alleanza con la [[Germania nazista|Germania hitleriana]] al fine di preparare lo scontro all'ultimo sangue tra gli Stati ariani e le democrazie occidentali giudaizzate ([[Regno Unito]] e [[Stati Uniti d'America]]) e il [[bolscevismo]], essendo convinto dell'imminenza della guerra.▼
{{vedi anche|Bagatelle per un massacro|Louis-Ferdinand_Céline#I pamphlet}}
▲L'[[antisemitismo]] accanito di Céline traspare da alcuni suoi scritti ed è esplicitamente illustrato in tre ''[[pamphlet]]'' sulla questione: ''[[Bagatelle per un massacro]]'' (''Bagatelles pour un massacre'', 1937), ''La scuola dei cadaveri'' (''L'École des cadavres'', 1938) e ''La bella rogna'' o ''I bei drappi'' (''Les Beaux Draps'', 1941). Se ''Bagatelle'' è uno sfogo contro l'"influenza ebraica" e la possibile nuova guerra, ne ''La scuola dei cadaveri'' denuncia la rovina della Francia a suo dire causata dagli [[ebrei]], dai [[comunisti]] e dai [[capitalismo|capitalisti]], e invoca l'alleanza con la [[Germania nazista|Germania hitleriana]] al fine di preparare lo scontro all'ultimo sangue tra gli Stati ariani e le democrazie occidentali giudaizzate ([[Regno Unito]] e [[Stati Uniti d'America]]) e il [[bolscevismo]], essendo convinto dell'imminenza della guerra.
[[File:Louis-Ferdinand Céline document photo.jpg|miniatura|upright=1.0|Céline tra gli [[anni trenta]] e [[anni 1940|quaranta]]]]
Inoltre, Céline reclamava una rigenerazione razziale della Francia, che avrebbe dovuto depurarsi dalle influenze meticce e mediterranee agganciandosi al [[Nord Europa]].<ref name=notte/> [[Carlo Bo]] scrive che "negli anni trenta, Céline vantava (forse più di ogni altro) un bel curriculum di antisemita, ma dopo il '40 andò oltre imboccando un [[razzismo scientifico]], quale a suo avviso neppure i nazisti osavano sperare… Non si può non continuare a chiederci come mai uno scrittore di quella forza e di quella novità si sia lasciato trascinare da uno spirito più che polemico, predicatore di morte e di rovine."
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{{Citazione|I [[Democrazia|Democratici]] non sono altro che i domini del Frastuono giudeo, del prodigioso tambureggiamento stratosferico e del gigantesco accompagnamento del nostro apparato di tortura e servitù.|da ''La scuola dei cadaveri''}}
L'antisemitismo, come detto, era certo molto diffuso e Céline si inserì in questo filone, diffuso anche nell'illuminismo ([[Voltaire]]) e nella sinistra (si vedano [[Proudhon]] e [[Bakunin]]<ref>Osservano taluni critici, che molti uomini di cultura espressero deprecabili opinioni razziste, a volte poi corrette, dimostrando la diffusione di tali idee nel mondo intellettuale di ogni estrazione politica: è il caso, ad esempio, di [[Voltaire]] (nella voce ''Giudei'' del ''[[Dizionario filosofico]]'') [[Howard Phillips Lovecraft]], [[Emil Cioran]] (in ''Trasfigurazione della Romania''), [[Mark Twain]] (nei confronti dei [[nativi americani]]) e persino degli [[anarchici]] [[Pierre-Joseph Proudhon]] e [[Michail Bakunin]] (questi ultimi due convinti antisemiti almeno quanto Céline). Stewart Edwards, curatore dei ''Selected Writings of Pierre-Joseph Proudhon'' (Scritti scelti di Pierre-Joseph Proudhon, Anchor 1969), afferma che: "I diari di Proudhon (Carnet, edizioni P. Haubtmann, Marcel Rivière, Parigi) rivelano che egli avesse sentimenti di odio quasi paranoico verso gli Ebrei, diffusi in Europa all'epoca. Nel 1847 considerò di pubblicare un articolo contro la razza ebraica, che affermava di odiare. L'articolo in questione avrebbe "richiesto l'espulsione degli Ebrei dalla Francia [...] l'Ebreo è il nemico della razza umana. Questa razza deve essere riportata in Asia, o sterminata. Heinrich Heine, Weil, e gli altri sono semplicemente spie segrete. Rothschild, Crémieux, Marx, Fould, uomini malvagi, invidiosi, aspri [...] che ci odiano." (''Carnets'', volume secondo, p. 337) e "Questo mondo ebraico, consistente in un'unica setta sfruttatrice, una razza di persone succhia sangue, un genere di parassita collettivo distruttore organico, che va non solo oltre le frontiere degli Stati, ma [anche] dell'opinione politica, questo mondo è ora, perlomeno in buona parte, al servizio di Marx da una parte, e dei Rotschild dall'altra...ciò potrebbe sembrare strano. Cosa può esservi in comune tra il socialismo e una banca centrale? Il punto è che il socialismo autoritario, il comunismo marxista, richiede una forte centralizzazione dello stato. E dove c'è la centralizzazione dello Stato deve esserci necessariamente una banca centrale, e dove tale banca esiste, potrà essere trovata la parassitaria nazione ebraica, nell'atto di speculare sul Lavoro del popolo" ([[Michail Bakunin]]). Sui pregiudizi antigiudaici dello stesso Marx e di altri autori ebrei, vedi: {{Cita libro|titolo=Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto|autore=George L. Mosse|wkautore=George Mosse|traduttore=Livia De Felice|serie=Biblioteca Universale|numero=139|città=Bari-Roma|editore=Laterza|anno=1992; 2003|
[[Pasquale Panella]], poeta italiano, che spesso recita Céline in teatro, cercò, su questo tema, di ridimensionarne la portata.<ref>{{Citazione|Io ci andrei molto cauto con questa storia di Céline antisemita. Céline in realtà ha avuto una sbandata commovente perché detestava (...) il popolo come espressione [[Borghesia|borghese]] e convenzionale, il popolo che si sente protagonista delle rivoluzioni e della storia e non lo è... Le invettive di Céline sono rivolte, non a caso, verso due popoli in particolare: quello ebreo e quello comunista. Verso quello ebreo perché è il [[popolo eletto]], il popolo più popolo di tutti, il popolo più testardamente tale, più duramente rinchiuso nella propria identità consortile e quindi, nella visione di Céline, più parodico di tutti. E verso quello comunista perché la [[Rivoluzione d'ottobre]] aveva suscitato in lui una grande attrattiva anche come rivoluzione estetica, nella pittura, nella danza, nel cinema; un'aspettativa che resterà duramente delusa. (...) Oggi potrebbe prendersela benissimo col popolo di [[internet]] o col [[Globalizzazione|popolo globale]].|Pasquale Panella, gennaio 2001, citato in: [http://www.traccefresche.info/estratti/estrattint.html Intervista a Pasquale Panella]}}</ref>
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Nell'ultimo pamphlet ''Les Beaux Draps'', uscito nel 1941 in tiratura limitata e "protetto" dagli ambienti collaborazionisti francesi, l'antisemitismo si fa ancora più violento e la vena artistica diminuisce: {{Citazione|Trovo [[Leggi razziali fasciste|l'antisemitismo italiano]] tiepido, per i miei gusti, pallido, insufficiente. Lo trovo pericoloso. Distinzione fra buoni Ebrei e cattivi Ebrei? Significa niente. Gli Ebrei possibili, patrioti, e gli Ebrei impossibili, non patrioti? Sciocchezza! Separare il loglio dal buon grano! Subito ricadiamo nelle discriminazioni fini, scrupoli liberali, sfumature, misure ''equanimi'', coglionerie, cavilli da leguleio, retoriche, cazzi di mosca, in pieno ''latinismo''|da ''Les Beaux Draps''}}
Durante il suo soggiorno a Parigi, lo scrittore tedesco [[Ernst Jünger]], ufficiale di occupazione della [[Wehrmacht]] di stanza a Parigi e aderente
{{quote|Fra gli altri c’era Merline, grande, ossuto, forte, un po’ goffo, vivace nella discussione, anzi nel monologo. È caratteristico quel suo sguardo da maniaco introvertito, che riluce come dal fondo di una caverna. Non guarda né più a sinistra né a destra: si ha l’impressione che cammini incontro a una meta sconosciuta. "Io ho la morte sempre al mio fianco", e indica una sedia come se ci fosse seduto sopra un cagnolino. È sorpreso, urtato di sentire che noi soldati non fuciliamo, non impicchiamo e non sterminiamo gli ebrei; sorpreso che qualcuno, avendo una baionetta a disposizione, non ne faccia un uso illimitato. "Se i bolscevichi fossero a Parigi vi darebbero un esempio, vi mostrerebbero come si pettina la popolazione, quartiere per quartiere, casa per casa. E avessi io la baionetta, saprei cosa farne". [...] Di sera, da Armance, che è inferma: si è ferita a un piede a casa di Céline. Mi ha raccontato che questo autore, nonostante le sue grandi rendite, è sempre a corto di denaro, poiché lo distribuisce completamente alle [[prostitute]], che, con tutte le loro malattie, ricorrono alle sue cure [...] Vi era lo scultore [[Arno Breker|Breker]] con sua moglie, che è greca; inoltre la signora Abetz e le simpatiche figure di [[Abel Bonnard]] e Drieu La Rochelle, contro il quale nel 1915 ho scambiato colpi di fucile. [...] Céline, con le unghie sporche: entrò ora in una fase nella quale la vista dei nichilisti mi diviene fisicamente insopportabile.<ref>{{Cita libro|titolo=Strahlungen I (Gärten und Straßen – Das erste Pariser Tagebuch – Kaukasische Aufzeichnungen|url=https://archive.org/details/strahlungeni0000erns|titolotradotto=Irradiazioni I (Giardini e strade - Il primo diario di Parigi - Documenti caucasici|autore=Ernst Jünger|editore=Dt. Taschenbuch-Verlag|anno=1988|città=Monaco di Baviera|p=[https://archive.org/details/strahlungeni0000erns/page/279 279]|isbn=9783423109840|lingua=de}}</ref>}}
Jünger confermò in un'intervista del [[1994]]<ref>{{Cita web|titolo=Ein lumpiges Leben|titolotradotto=Una vita meschina|url=https://www.spiegel.de/kultur/ein-lumpiges-leben-a-e826b90e-0002-0001-0000-000009283237|sito=[[Der Spiegel]]|data=5 giugno 1994|p=178|lingua=tedesco}}</ref> che il personaggio del convinto collaborazionista "Merline" sopracitato nel brano, era ricalcato su Céline, ma cambiò il nome per non offenderlo. Inoltre, rivela che nella traduzione in francese, la redattrice [[Banine]], che detestava Céline, volle utilizzare il nome vero al posto dello pseudonimo, con la conseguenza di una causa di diffamazione contro Jünger. Per trarre d'impaccio Banine, che era anche una sua amica, Jünger disse, quando fu interrogato a [[Ravensburg]], che si era trattato di un semplice refuso.<ref name="titani1" />
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=== Il terzo matrimonio e l'esilio ===
[[File:Céline - photo Henri Manuel.jpg|thumb|upright=0.9|Céline nel 1936]]
Dopo l'inizio della guerra<ref>{{Cita web |url=http://www.louisferdinandceline.com/biografia_1.html |titolo=Céline: biografia |accesso=30 aprile 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222192635/http://www.louisferdinandceline.com/biografia_1.html |urlmorto=sì }}</ref> sposò la sua terza moglie (seconda per la legge francese), anch'essa ballerina, [[Lucette Destouches|Lucie Georgette Almansor]]<ref>{{Cita web |url=http://www.medialibre.eu/culture/lucette-fete-aujourdhui-ses-100-ans-par-robert-faurisson/12657 |titolo=Lucette fête aujourd'hui ses 100 ans, par Robert Faurisson |accesso=18 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222015902/http://www.medialibre.eu/culture/lucette-fete-aujourdhui-ses-100-ans-par-robert-faurisson/12657 |urlmorto=sì }}</ref> (
Fino al [[1944]] Céline vive a [[Montmartre]],
Tra l'ottobre del 1944 e il marzo 1945, Céline attraversò a piedi il territorio francese giungendo fino in Germania, a [[Sigmaringen]], ove [[Commissione governativa di Sigmaringen|i Tedeschi]] avevano fatto confluire i membri del governo [[Governo di Vichy|collaborazionista di Vichy]] e i fiancheggiatori dell'occupazione. L'apocalittica visione delle devastazioni belliche e del crepuscolo dell'impero nazista, culmina nei contatti con le orde di profughi civili e militari, mentre lui cura alcuni ammalati e aiuta diversi sfollati. Di questo periodo della vita del "Dottore", lo scrittore laureato in medicina, sappiamo quello che traspare dai tre romanzi che compongono la cosiddetta "Trilogia del Nord": ''[[Da un castello all'altro]]'', ''[[Nord (romanzo)|Nord]]'' e ''[[Rigodon]]''; altro ancora si può desumere dalle poche lettere che Céline scrisse agli amici, sotto [[pseudonimo]].
Nel [[1945]], finita la [[seconda guerra mondiale]], le accuse di [[antisemitismo]] e collaborazionismo gli impedirono di ritornare in Francia.<ref name=notte/> Rimarrà in esilio in [[Danimarca]] fino al [[1951]]. Céline, che in ''Rigodon'' descrive la Danimarca come l'agognata terra promessa, è costretto a ricredersi sin dai primi giorni: appena arrivato a [[Copenaghen]], telegrafa a Parigi per avere notizie di sua madre. La risposta di un parente gli annuncia che ella è morta e lui deve considerarsi responsabile di quella morte.<ref name=notte/>
Durante i primi mesi in [[Danimarca]] (dove si è recato per recuperare del denaro dei diritti d'autore depositato prima della guerra), da marzo a dicembre 1945, Céline e la moglie Lili vissero in clandestinità nell'appartamento di un'amica danese allora assente. Venne comunque notata la loro presenza e il 17 dicembre 1945 i coniugi Destouches vennero arrestati da poliziotti in borghese. Céline, credendo si trattasse di assassini, si diede alla fuga sui tetti, salvo essere catturato e rinchiuso in prigione nel carcere Vestre Faengsel<ref>È il più grande carcere danese, costruito nel [[1895]], ancora in funzione.</ref> per quattordici mesi. La moglie viene liberata ma lui è trattenuto in custodia preventiva per un anno e tre mesi.
La segregazione in cella, l'obbligo di restar seduto tutto il giorno, lo [[scorbuto]] e la [[pellagra]] dovuti all'alimentazione insufficiente devastano il fisico dello scrittore, già provato dall'esperienza di Sigmaringen.<ref name=notte/>
[[File:Maison Louis-Ferdinand Céline à Meudon 2.JPG|miniatura|La casa di Céline a [[Meudon]], dove passò gli ultimi anni della sua vita]] In Danimarca cominciò una cordiale corrispondenza epistolare con lo scrittore italiano [[Curzio Malaparte]], che gli inviò una piccola somma di denaro.<ref>[https://journals.openedition.org/cei/3424#tocto1n1 Malaparte, Céline: una poetica del disincanto]</ref>
{{Citazione|Caro Malaparte, sono profondamente commosso del suo bel gesto così caloroso, così fraterno! rifiutare sarebbe empio! ma mi sono accordato con Tosi [illeggibile] perché questa somma provvidenziale sia messa a sua disposizione a Parigi in altro modo… ''[[Kaputt]]'' qui è su tutte le labbra. Intendo dire le labbra dei membri dell’élite che legge, piuttosto timorata del resto, ma per la Danimarca è un trionfo. Ancora grazie, fraternamente e a presto spero! un abbraccio a Camus<ref>Un medico omonimo dello scrittore, amico di entrambi.</ref> da parte mia, mio colonnello!|Lettera a Malaparte del 19 novembre 1947}}
Nel febbraio del [[1947]] Céline ottiene la libertà provvisoria ed è ricoverato al Rigshospitalet di [[Copenaghen]]. Quattro mesi dopo viene liberato e va a vivere con la moglie in una soffitta della ''Kronprinsessegade''<ref>Strada del centro storico di Copenaghen, collega la principale via dello shopping ''Købmagergade'' a ovest con ''Pilestræde'' a est.</ref> Il periodo del suo soggiorno danese che va dall'estate del [[1948]] all'estate del [[1950]] lo passò a [[Korsør]], in una capanna sulle rive del [[Mar Baltico|Baltico]], di proprietà dell'avvocato di Céline, Albert Naud (1904-1977)<ref>Avvocato, giornalista, attivista si battè contro la pena di morte.</ref>, priva di gas, elettricità ed acqua. Ma quel che più pesa a Céline è la solitudine. Il [[1950]], che vede la condanna di Céline da parte del Tribunale di Parigi e la travagliata operazione di Lili a Copenaghen, segna il momento forse più doloroso del suo esilio danese.<ref name=notte/> Lo scrittore viene condannato in contumacia a un anno di carcere da scontare in Francia. Nel [[1951]], l'[[amnistia]], che libera buona parte dei collaborazionisti o commuta le loro pene, e la guarigione di Lili porranno fine al periodo più buio di questa esperienza.<ref name=notte/>
=== Gli anni di Meudon ===
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Di quando in quando riceveva un giornalista al quale dimostrava la nausea per l'ingratitudine dei compatrioti e per lamentarsi dei suoi persecutori che gli avevano causato danni morali ed economici.<ref name=notte/> Pur non avendo subito la condanna capitale come toccò ad altri celebri uomini di cultura che collaborarono con il [[Philippe Pétain|maresciallo Pétain]] (come [[Robert Brasillach|Brasillach]]) egli soffrì e visse come un condannato, accentuando la sua [[misantropia]].
Si appartò con Lucette in una casa zeppa di libri e cianfrusaglie, circondato da [[Canis lupus familiaris|cani]] e [[gatto|gatti]] e in compagnia del [[pappagallo]] ''Toto'' spesso ritratto con lui. Si vestiva come un barbone con un paio di vecchi pantaloni sformati e tenuti su da una corda, maglioni consunti ed infilati l'uno sull'altro, la barba incolta.<ref name="Biografia di Céline" />
Nel [[1958]] ricevette la visita di due [[Beat Generation|autori beat]] statunitensi: il poeta [[Allen Ginsberg]] (di origini ebraiche) e lo scrittore [[William Seward Burroughs (scrittore)|William S. Burroughs]], suoi ferventi ammiratori.<ref name="Due beat a Meudon" />
Con la salute in rapido declino, lavorò agli ultimi romanzi. Il 29 giugno [[1961]] comunicò all'editore di aver terminato il romanzo ''Rigodon''; il 1º luglio [[1961]] fu colpito da [[aneurisma cerebrale|aneurisma]]: si spense, per la successiva [[emorragia cerebrale]] e nell'indifferenza generale del mondo culturale, uno dei più grandi scrittori del '900, colui che seppe raccogliere, talvolta precorrendoli, i temi portanti del "secolo della violenza". La sua morte<ref>{{cita web |url=https://www.lemonde.fr/archives/article/1961/07/05/louis-ferdinand-celine-dont-la-mort-avait-ete-tenue-secrete-depuis-samedi-a-ete-inhume-au-cimetiere-de-meudon_2266220_1819218.html|titolo=Louis-Ferdinand Céline: dont la mort avait été tenue secrète depuis samedi a été inhumé au cimetière de Meudon|autore=Jacqueline Piatier|data=5 luglio 1961|lingua=FR}}</ref> fu inoltre oscurata sui giornali francesi dalla morte di un altro scrittore tra luci e ombre, celebrato in vita e vincitore del [[premio Nobel per la letteratura]], [[Ernest Hemingway]]<ref>{{cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1986/07/02/page_010.pdf|titolo=(Inserto Cultura) 2 luglio 1961: Céline-Hemingway|autore=Alberto Capatti, R. R., Massimo Bacigalupo|data=2 luglio 1986}}</ref> [[suicida]] il giorno dopo.<ref>[http://www.lastampa.it/2011/06/27/cultura/libri/anniversari-celine-e-hemingway-pCRjRjWZMB9UkT7zym1mxM/pagina.html ''Anniversari: Céline e Hemingway'']</ref>
Il quotidiano italiano ''[[La Stampa]]'' lo ricordò con un breve articolo del 2 luglio, in cui lo scrittore fu definito «[[anarchico]] che predicò il razzismo» e liquidato come autore di libri dal "successo fugace", "pieni di [[oscenità]], [[Scetticismo filosofico|scetticismo]], odio e antisemitismo" e ormai in "squallida decadenza".<ref>[https://1.bp.blogspot.com/_0fkpRShN_Is/TQUUHmYzXRI/AAAAAAAABMk/nGBzxovyc8w/s1600/C%25C3%25A9lineStampa.JPG Immagine dell'articolo del quotidiano torinese sulla morte di Céline], 2 luglio 1961, a firma di Sandro Volta</ref>
La casa di Céline, abitata dalla vedova fino alla sua morte<ref>{{cita
=== La sepoltura al Cimetière des Longs Réages ===
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Céline credette fino alla fine di venire sepolto al [[cimitero di Père-Lachaise|Père-Lachaise]], il più prestigioso dei cimiteri di Francia dopo il [[Pantheon di Parigi]], nella cappella di famiglia. La moglie, ben sapendo che il popolo francese si sarebbe opposto (nonostante per la legge lo scrittore ne avesse il diritto), lo fece invece seppellire nel cimitero di Meudon.
La sepoltura avvenne con la presenza di sole trenta persone, i più noti: [[Marcel Aymé]], l'editore Claude Gallimard ([[1914]]-[[1991]]), [[Roger Nimier]], [[Robert Poulet]], il cantautore, musicista e attore'' anarchico'' Jean-Roger Caussimon ([[1918]]-[[1985]]) e [[Lucien Rebatet]].
La tomba di Céline è una lastra semplice di pietra sulla quale oltre a nome e date sono incise una croce in alto a sinistra e un veliero a tre alberi al centro: il veliero rappresenta l'amore per il viaggio che nutriva il dottore. Sulla tomba<ref>{{cita web|url=https://www.franceinfo.fr/culture/livres/lucette-destouches-la-femme-de-louis-ferdinand-celine-est-morte-a-l-age-de-107-ans_3694495.html|titolo=Lucette Destouches, la femme de Louis-Ferdinand Céline, est morte à l'âge de 107 ans|autore=France-Info Culture/AFP Télévisions - Rédaction Culture|data=8 novembre 2019|lingua=FR}}</ref> furono pure incise, nel [[1961]], per precisa volontà della consorte, anche le sue generalità "''Lucie Destouches née Almansor''" con la data di nascita, [[1912]], lasciando vuota (ovviamente non potendolo sapere) la sua di morte, scritta sino ai numeri riguardante [[Secolo XX|il secolo "''19..''"]], presumendo
di restarne inserita. Decisione che evidentemente le ha portato fortuna. La scritta è ancora incompleta.
== Opere principali ==
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Céline stesso vieterà la riedizione dei pamphlet, che saranno diffusi solo con edizioni non autorizzate, a parte in Canada (2012), dove nel 2011 i diritti sono scaduti e le opere cadute in pubblico dominio. Solo nel 2017, per motivi economici dovute alle sue condizioni di salute, la vedova (all'epoca di 105 anni) decise di dare il permesso per la pubblicazione. I quattro pamphlet, più alcuni scritti di autodifesa del dopoguerra, avrebbero dovuto essere stampati con apparato critico in unico volume nel 2018 da Gallimard, con il titolo ''Scritti polemici'' (ripresa dell'edizione canadese per il Quebec), ma le numerose proteste e le richieste di associazioni contro il razzismo e di ex deportati o loro famiglie (tra cui l'associazione fondata da [[Serge Klarsfeld|Serge]] e [[Beate Klarsfeld]]) hanno fatto decidere l'editore per bloccare l'edizione a data da destinarsi.<ref>{{Cita web |url=https://www.lesmotslibresedizioni.it/2018/01/17/pamphlet-celine-gallimard/ |titolo=Gallimard e i pamphlet di Céline |accesso=14 agosto 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190814100959/https://www.lesmotslibresedizioni.it/2018/01/17/pamphlet-celine-gallimard/ |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita web|titolo=Serge Klarsfeld: 'Les textes de Céline sont meurtriers'|titolotradotto=Serge Klarsfeld: 'I testi di Céline sono letali'|autore=Serge Klarsfeld|wkautore=Serge Klarsfeld|url=https://www.actualitte.com/article/monde-edition/serge-klarsfeld-les-textes-de-celine-sont-meurtriers/86700|accesso=12 dicembre 2022|lingua=fr}}</ref>
Antoine Gallimard, presidente dell'omonima casa editrice dal 1988, sostiene di non aver rinunciato al suo progetto, perché «quest'edizione è essenziale per mostrare la storia dell'antisemitismo in Francia nel periodo tra le due guerre. Non dobbiamo avere paura, un editore deve poter pubblicare tutto».<ref name="gallimard">{{cita news|titolo=Premiata ditta Gallimard|rivista=[[Il Venerdì di Repubblica]]|data=9 dicembre 2022|autore=Anais Ginori|p=101}}</ref> In Francia la legge è esplicita: la libertà creativa è garantita, e non deve subire impedimenti di carattere morale o ideologico, «altrimenti», conclude Gallimard, «si dovrebbe smettere di leggere [[Louis Aragon]] perché ha elogiato [[
I pamphlet saranno nel pubblico dominio nel 2031.<ref>{{Cita web|editore=[[Agence France-Presse]] |titolo=Gallimard compte toujours éditer les pamphlets de Louis-Ferdinand CÉLINE (2022)|titolotradotto=Gallimard ha ancora intenzione di pubblicare i pamphlet di Céline (2022)|url=http://www.lepetitcelinien.com/2022/05/gallimard-publication-pamphlets-louis-ferdinand-celine.html |sito=lepetitcelinien.com|data=5 maggio 2022 |accesso=12 dicembre 2022|lingua=fr}}</ref>
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=== ''Pantomima per un'altra volta'' ===
{{vedi anche|Pantomima per un'altra volta|Normance}}
Céline racconta due passaggi importanti della propria vita: gli ultimi mesi nel suo appartamento di Parigi in Rue Girardon a [[Montmartre]] dove lavora come medico (prima di andare in esilio, prima in Germania e poi in Danimarca dove sarà arrestato); ed il periodo della sua carcerazione immediatamente successiva alla fine della seconda guerra mondiale.
La narrazione è inframmezzata da episodi grotteschi al limite del carnevalesco; fantasmi, sogni, deliri ed ossessioni appaiono e scompaiono per poi riapparire nuovamente, intersecandosi così col particolare stile musicale di Céline, in un mondo ove la nuda realtà viene costantemente sottomessa alla fantasia dell'autore, con affermazioni del tipo: «Quando vorrete, vi proverò l'esistenza di Dio al contrario».
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=== ''Trilogia del Nord'' ===
{{vedi anche|Da un castello all'altro|Nord (romanzo)|Rigodon}}
''D'un château l'autre'' (''[[Da un castello all'altro]]'' ([[1957]]) nella traduzione) è il primo di una serie di tre romanzi che saranno per l'[[Italia]] riuniti sotto il nome di ''Trilogia del Nord'' (scritta negli anni di Meudon), gli altri due titoli sono ''[[Nord (romanzo)|Nord]]'' ([[1960]]) e ''[[Rigodon]]'' (pubblicato
dopo la sua morte nel [[1969]]), i quali impegneranno l'autore fino alla morte. Nei tre romanzi si narrano le peripezie di Céline, della moglie
In questi romanzi la ''petite musique'' céliniana raggiunge la sua massima espressione, e persino la vena narrativa torna ad essere avvincente come nei primi titoli pubblicati.
===
{{Vedi anche|Rigodon}}
In particolare riguardo ''Rigodon'', come detto apparso dopo la sua morte, nel 1969 e facente parte della [[trilogia]] vi è un maggiore contenuto tragi-comico, nello stile del quale Céline è ritenuto un maestro. Benché ambientato nella cupa e tetra atmosfera della [[Battaglia di Berlino|Berlino]] durante il periodo della [[Seconda guerra mondiale|IIª guerra mondiale]], il sergente Destouches è testimone di quello che resta dello [[Commissione governativa di Sigmaringen|stato francese a Sigmaringen]] e vive la fuga di sua moglie ''Lucette'' insieme al gatto di casa ''Bébert'' in una Germania distrutta, in fiamme, allo stremo. Si respira l'atmosfera apocalittica della fine del [[Germania nazista|Reich]] proclamatosi "''millenario''". Questa ultima trilogia prima della morte dell'autore con "''Da un castello all'altro''" del [[1957]] e "''Nord''"<ref>{{cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1976/02/18/page_003.pdf|titolo=Versione italiana di "Nord": Céline nella disfatta|autore=Nino Romeo|data=18 febbraio 1976}}</ref> del [[1960]] rappresenta per gli studiosi dell'autore l'apoteosi di un'opera senza pari.
Céline che sfiorò la morte diverse volte vivendo la guerra anche fra ospedali e cure. Sulla nave "''Chella''" (1939)<ref>{{cita web|url=http://www.lepetitcelinien.com/2011/07/louis-ferdinand-celine-et-le-chella.html?m=1|titolo=Louis-Ferdinand Céline et le Chella|data= 28 luglio 2011|lingua=FR}}</ref> e in Germania fra l'agosto del [[1944]] e marzo [[1945]], testimone poi lui stesso medico e più che mai fermo con l'ideale del ''mai più'' un simile orrore. "''[[Viaggio al termine della notte]]''" sarà poi il suo manifesto di repulsione della guerra.
== Altre opere ==
=== Serie ''Infanzia-Guerra-Londra'' ===
In una lettera al suo editore Robert Denoël del 16 luglio 1934, Céline disse di voler lavorare a un progetto diviso in tre parti: ‘Infanzia, Guerra, Londra’. L’infanzia concerne ''Morte a credito'', la Prima Guerra Mondiale nel ''Viaggio al termine della notte'', e Londra in ''Guignol’s band''. L'attribuzione del ciclo, rimasto incompiuto, rimane oggetto di discussione. ''Guerre'', riapparso tra gli inediti e pubblicato nel maggio 2022, fa parte del trittico.
* ''Voyage au bout de la nuit'' (1932)
** trad. Alex Alexis [pseudonimo di Luigi Alessio], ''[[Viaggio al termine della notte]]'', Milano, Corbaccio, 1933; nuova ediz., Collana Scrittori di tutto il mondo, Milano, Dall'Oglio, 1962, 1971, 1980.
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* {{Cita libro|titolo=Guerre|altri=a cura di Pascal Fouché, Prefazione di François Gibault|edizione=Collection Blanche|editore=Gallimard|città=Paris|anno=2022|isbn=978-20-729-8322-1}}
** {{Cita libro|titolo=[[Guerra (romanzo)|Guerra]]|trad=[[Ottavio Fatica]]|altri=a cura di Pascal Fouché, Premessa di François Gibault|edizione=Collana Biblioteca n.748|editore=Adelphi|città=Milano|anno=2023|isbn=978-88-459-3793-4}}
* ''Londres'', Prefazione e cura di [[Régis Tettamanzi]], Paris, Gallimard, 2022, pp.576, ISBN 978-20-729-8337-5.
** {{Cita libro|titolo=Londra|trad=Ottavio Fatica|collana=Biblioteca n.777|editore=Adelphi|città=Milano|mese=settembre|anno=2025|isbn=978-88-459-4024-8}}
* ''La Volonté du Roi Krogold suivi de La Légende du Roi René'', Édition établie et présentèe par Véronique Chovin, Paris, Gallimard, 2023, pp. 320, ISBN 978-20-729-8327-6.
=== <small>Libri in ordine cronologico</small> ===
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* ''Céline contro Vailland. Due scrittori, una querelle, un palazzo di una via di Montmartre sotto l'Occupazione tedesca'', a cura di Andrea Lombardi, Massa, Eclettica, 2019
[[File:4, rue Girardon.JPG|thumb|La casa di [[Montmartre]], ([[Arrondissement municipali di Parigi|18⁰ arrondissement]]) rue ''Girardon'', num. 4, dove al quinto piano visse lo scrittore Céline dal [[1941]] al giugno [[1944]] con la moglie Lucette e il gatto Bébert.<ref>{{cita web|url=https://www.rsi.ch/cultura/letteratura/Gatto-e-padrone--2215407.html|titolo=Gatto e padrone: Bébert, storia di un felino che ha vissuto gli orrori della storia e reso eterno nei libri di Louis-Ferdinand Céline|autore=Mattia Mantovani|data=28 agosto 2024}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/cultura/c-line-e-suo-gattaccio-due-randagi-romanzo-voyage-899925.html|titolo=Céline e il suo gattaccio, due randagi da romanzo|autore=Luigi Mascheroni|data=26 marzo 2013}}</ref> La casa fu perquisita in seguito dalla [[Resistenza francese]] e nel [[2021]]<ref>{{cita web|url=https://www.lemonde.fr/societe/article/2021/11/18/manuscrits-retrouves-de-louis-ferdinand-celine-l-enquete-pour-recel-de-vol-classee-sans-suite_6102583_3224.html|titolo=Manuscrits retrouvés de Louis-Ferdinand Céline : l’enquête pour « recel de vol » classée sans suite|autore=Jérōme Dupuis|data=18 novembre 2022|lingua=FR}}</ref> sono ricomparsi alcuni manoscritti inediti di Céline<ref>{{cita web|url=https://www.barbadillo.it/100083-ritorna-louis-ferdinand-celine-con-la-una-inedita-petit-musique/|titolo=Ritorna Louis-Ferdinand Céline con una inedita “petit musique”|autore=Andrea Lombardi|data=5 agosto 2021}}</ref>, dati poi dal critico teatrale Jean-Pierre Thibaudat all’avvocato Emmanuel Pierrat alla morte della vedova di Céline [[Lucette Destouches|Lucette Almansor]] ([[1912]]-[[2019]]). Eredi probabili il biografo céliniano François Gibault e la signora Véronique Chovin<ref>Ex allieva di danza e vecchia amica di Lucette come rivelato da Jérôme Dupuis su “Le Monde”.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/ecco-i-capolavori-inediti-c-line-storia-furto-finito-2386778.html|titolo=Ecco i capolavori inediti di Céline. Storia di un furto finito in tribunale|data=26 ottobre 2024}}</ref>]]
Nell'agosto 2021 viene reso noto che nel marzo 2020 Jean-Pierre Thibaudat, giornalista di ''[[Libération]]'', aveva consegnato alla polizia di [[Nanterre]] seimila pagine inedite, che contengono alcune opere considerate complete: ''La Volonté du roi Krogold'', una saga medievale alla quale l'editore Denoël aveva negato la pubblicazione nonostante il successo del ''Voyage''<ref>{{cita web|url=http://www.lepetitcelinien.com/2012/01/celine-et-le-theme-du-roi-krogold-par.html|titolo=Céline et le thème du Roi Krogold (Céline e il tema del Roi Krogold)|data=24 gennaio 2012 |accesso=9 settembre 2021 |lingua=fr}}</ref>, uscito finalmente nel 2023; il romanzo ''Londres''; più altri scritti su temi già presenti in opere già pubblicate (''Casse-pipe'', ''Morte a credito'', ''Viaggio al termine della notte''). Queste pagine, verosimilmente, furono sottratte dall'appartamento di Parigi di Céline dopo la sua fuga alla fine della seconda guerra mondiale.<ref>{{cita news|url=https://www.lemonde.fr/livres/article/2021/08/04/lettres-manuscrits-photos-inedites-les-archives-retrouvees-de-celine-constituent-une-decouverte-extraordinaire_6090545_3260.html|titolo= Lettres, manuscrits, photos inédites… les archives retrouvées de Céline constituent une découverte extraordinaire (Lettere, manoscritti e fotografie inediti… gli archivi ritrovati di Céline costituiscono una scoperta straordinaria|pubblicazione=Le Monde|data=4 agosto 2021|accesso=10 agosto 2021|lingua=fr}}</ref><ref>{{cita news|url=https://blogs.mediapart.fr/jean-pierre-thibaudat/blog/060821/le-tresor-retrouve-de-louis-ferdinand-celine|titolo=Le trésor retrouvé de Louis-Ferdinand Céline (Blog di Jean-Pierre Thibaudat sul 'tesoro ritrovato' di Céline)|data=6 agosto 2021|accesso=8 settembre 2021|lingua=fr}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.francetvinfo.fr/culture/livres/roman/des-milliers-de-feuillets-inedits-de-louis-ferdinand-celine-retrouves-un-evenement-extraordinaire-pour-ses-ayants-droit_4729471.html|titolo=Des milliers de feuillets inédits de Louis-Ferdinand Céline retrouvés (Ritrovate migliaia di pagine inedite di Céline)|data=6 agosto 2021|accesso=8 settembre 2021|lingua=fr}}</ref> La mole di pagine ritrovate fece pensare ad alcuni, tra cui David Alliot, scrittore francese e esperto di Céline, che ci volessero molti anni prima che questi scritti potessero essere pubblicati integralmente<ref>{{cita web|url=https://www.marianne.net/culture/litterature/manuscrits-retrouves-dix-ou-quinze-ans-de-publications-inedites-de-celine-nous-attendent|titolo=Manuscrits retrouvés : 'Dix ou quinze ans de publications inédites de Céline nous attendent!' (Intervista a David Alliot sugli inediti di Céline: 'ci attendono tra i dieci e i quindici anni di pubblicazione degli inediti'|data=6 agosto 2021|accesso=8 settembre 2021|lingua=fr}}</ref>. L'editore [[Gallimard|Antoine Gallimard]], detentore dei diritti esclusivi di tutti gli inediti, ha dichiarato di voler ripubblicare ''Casse-pipe'', integrato delle parti ritrovate, nella prestigiosa ''Collection Blanche'' nel 2023, e nello stesso anno il terzo volume dei romanzi di Céline nella [[Bibliothèque de la Pléiade]].<ref>{{cita web|url=https://www.franceculture.fr/litterature/inedits-de-celine-mon-reve-ce-serait-une-edition-de-casse-pipe-des-lannee-prochaine|titolo=Inédits de Céline : 'Mon rêve, ce serait une édition de Casse-pipe dès l’année prochaine' (Inediti di Céline: 'il mio sogno sarebbe un'edizione di Casse-pipe l'anno prossimo)|data=18 agosto 2021|accesso=8 settembre 2021|lingua=fr}}</ref>▼
▲Nell'agosto 2021<ref>{{cita web|url=https://www.en-attendant-nadeau.fr/2021/12/15/deshonneur-patrie-affaire-celine/|titolo=Déshonneur et patrie : retour sur l’affaire Céline|autore=Philippe Roussin|data=15 dicembre 2021|lingua=FR}}</ref> viene reso noto che nel marzo [[2020]] Jean-Pierre Thibaudat, giornalista di ''[[Libération]]'', aveva consegnato alla polizia di [[Nanterre]] seimila pagine inedite, che contengono alcune opere considerate complete: ''La Volonté du roi Krogold'', una saga medievale alla quale l'editore Denoël aveva negato la pubblicazione nonostante il successo del ''Voyage''<ref>{{cita web|url=http://www.lepetitcelinien.com/2012/01/celine-et-le-theme-du-roi-krogold-par.html|titolo=Céline et le thème du Roi Krogold (Céline e il tema del Roi Krogold)|data=24 gennaio 2012 |accesso=9 settembre 2021 |lingua=fr}}</ref>, uscito finalmente nel [[2023]]; il romanzo ''Londres''; più altri scritti su temi già presenti in opere già pubblicate (''Casse-pipe'', ''Morte a credito'', ''Viaggio al termine della notte''). Queste pagine, verosimilmente, furono sottratte dall'appartamento parigino del [[Arrondissement municipali di Parigi|18⁰ arrondissement]] dove aveva vissuto il celebre scrittore, al num. 4, quinto piano, di
Nel maggio [[2022]] [[Gallimard]] pubblica ''Guerre,''
== Citazioni nella cultura di massa ==
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== Bibliografia ==
* Frédérick Vitoux, ''Bébert il gatto di Louis-Ferdinand Celine'', introduce Pino dì Branco, Milano, editore La Vita Felice, 2013, ISBN 978-8877994042.
* Marina Alberghini, ''Louis-Ferdinand Céline. Gatto randagio'', Milano, Mursia, 2009, ISBN 9788842536581.
* Philipe Alméras, ''Céline'', trad. di Francesco Bruno, Milano, Corbaccio, 1997 [''Céline. Entre haines et passion''].
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