La parola '''sawmṣawm''' ({{Araboarabo|ﺻﻮﻡ|ṣawm}}) indica il [[digiuno]] canonico (cioè obbligatorio) che ogni [[musulmano]] [[pubertà|pubere]] e in buone condizioni psico-fisichepsicofisiche deve compiere lungo tutto l'arco dei 30 dìgiorni del [[mese]] lunare di [[Ramadan]]. Esso costituisce il quarto dei cosiddetti ''arkān al-dīn'', oi "[[Cinque pilastri dell'Islam|pilastri della religione]] [[islamislamica]]ica".
L'obbligo va dal primo sorgere apparente del [[soleSole]] al momento del suo totale tramonto. Quando non sia più visibile la luce solare si ha allora il diritto d'interrompere il digiuno e di assumere ogni sorta di bevanda o cibo fino ad allora interdetto. Tale pasto prende il nome di [[Ifṭār]].
Si pensa che serva a ricordare al credente le privazioni dei poveri, in modo da invogliarlo a versare la [[zakat]] (elemosina religiosa annuale) alla fine del mese di [[ramadan]].
Nel corso della notte ci si può nuovamente profumare, si può eventualmente fumare ed è consentito avere rapporti sessuali: cose tutte che, nell'arco del dì, sono assolutamente interdette per chi sia impegnato nel ''sawm''.
==Voci correlateBibliografia==
* [[Alessandro Bausani]], ''Islam'', Milano, Garzanti, 1980.
* [[Alberto Ventura]], "''L'islām sunnita nel periodo classico (VII-XVI secolo)''", in: Giovanni Filòramo (a cura di), ''Islam'', ''Storia delle religioni'', Roma-Bari, Laterza, 1999.
== Voci correlate ==
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