La bohème: differenze tra le versioni
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m La data 1956 che era stata apposta a suo tempo qui, non è stata accertata con una fonte dichiarata; è probabile che il fatto sia avvenuto alla metà degli anni '60, come Alessandra Borsetti Venier ha lasciato scritto (e l'evento resta da lei citato per prima e a lei stessa collegato)ːhttp://www.tellusfolio.it/index.php?prec=&cmd=v&lev=124&id=2962 |
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|genere=
|musica=[[Giacomo Puccini]]<br />([http://www.dlib.indiana.edu/variations/scores/bhq3853/index.html spartito online])
|libretto=[[Giuseppe Giacosa]] e [[Luigi Illica]]<br />([http://
|soggetto=''[[Scene della vita di Bohème]]'' di [[Henri Murger]]
|numeroatti=quattro (definiti "quadri")
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}}
{{Citazione|Più invecchio, più mi convinco che ''La bohème'' sia un capolavoro e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello.|[[Igor' Fëdorovič Stravinskij]], Venezia, [ca.1965]}} <ref>Alessandra Borsetti Venier, cfr.http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=&cmd=v&lev=124&id=2962</ref>
'''''La Bohème''''' è un'[[opera]] in quattro
== Storia ==
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* ''[[Vecchia zimarra]]'', aria di Colline (quadro IV)
* ''Sono andati? Fingevo di dormire'', assolo di Mimì (quadro IV)
== La reazione del pubblico e la critica contemporanea ==
«Nella vasta platea tutto è occupato; i palchetti rigurgitano per eleganza di bellissime signore; si contano in certi palchi sei, sette persone; le barcacce dell'ufficialità brillantissime; il loggione enormemente stipato; un teatro veramente meraviglioso».
«Musica chiara, semplice, melodica, piena di passione; musica che scuote e conquide anche a prima giunta e strappa l'applauso pur senza attendere la fine d'atto; i brani scintillanti di pensiero bello e scorrevole che restano di dominio pubblico appena sentiti. Trovate musicali, poderosità originali forse non se ne odono, ma Puccini è riuscito a mettere assieme tanta e si affascinante melodia da convincere anche i meno eclettici a deciderli a scordare qualche convenzionalismo di forma».
"''Il Secolo XIX''", 3-4 febbraio
La [[Gazzetta Musicale di Milano]], rivista dell'editore [[Ricordi (editore)|Ricordi]], nel n. 6 del 6 febbraio 1896<ref>{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1896_vol._I/N._6|titolo=Gazzetta Musicale di Milano}}</ref> cita i giudizi della stampa dopo la Prima al [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio di Torino]] della Bohème di Puccini.
L'accoglienza del pubblico fu estremamente positiva, in proposito più testate giornalistiche riportano la testimonianza.
"La ''Fanfulla''", il 3 febbraio scrisse:
«Il pubblico sorge in piedi acclamando con vero entusiasmo. Il maestro si presenta alla ribalta altre cinque volte. - Totale quindici chiamate».
O ancora ne "''L'Italia del popolo''", pubblicata il 2-3 febbraio, è raccontato:
«Grandi applausi e quattro calorose chiamate a Puccini, agli artisti ed al direttore d'orchestra, maestro Toscanini».
Da "''La Tribuna''" si può leggere:
«Il pubblico - che è il primo e forse l'unico giudice di un'opera d'arte - è stato nel suo giudizio, complessivamente, assai favorevole all'autore, o meglio agli autori. Ha ascoltato tutta l'opera con costante attenzione, con interesse sempre vivo.»
Ne "''La Perseveranza''" vennero espressi numerosi complimenti alle maestranze che hanno dato vita all'opera, pronosticando la futura fortuna della stessa:
«Per questo importante titolo, per l'eleganza della fattura, la speditezza della commedia, offerta dal bellissimo libretto, che corrisponde in parte al suo mandato, per la vivacità della musica alternata coi delicati, patetici, persuadenti episodi appassionati, per la varietà dei comici particolari, la ''Bohème'' resterà, ricercatissima nel repertorio nazionale, documento prezioso per attestare che l'arte nostra tiene alta sempre l'antica, gloriosa bandiera».
L'articolo dedicato alla Prima di ''Bohème'' del [[Corriere della Sera]] riportò apprezzamenti al compositore «Puccini ha compiuto un notevole passo sulla via del progresso» e alle melodie da lui ideate «la musica corre lesta ed agile, ora briosa, ora straziante, senza che sia concesso di fermarsi per ricercare effetti maggiori di quelli che le situazioni comportino».
[[Giulio Ricordi]] decise di raccogliere nella Gazzetta Musicale di Milano solo i resoconti benevoli, ciò ebbe un effetto controproducente perché attribuì eccessiva importanza agli articoli dei detrattori. In particolare su ''La Luna'' (supplemento settimanale del periodico torinese ''[[Il Fischietto]]''), anno XVI, n. 6 <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Mercedes Viale Ferrero|titolo=Per la bohème: una critica alla Critica|rivista=Programma di Sala dell'opera Bohème, Stagione Lirica 1999-2000|editore=Ufficio stampa dell'E.A. Teatro alla Scala}}</ref> l'articolo del "Conte di Luna" contiene aspre critiche all'opera pucciniana a causa della somiglianza con la precedente ''[[Manon Lescaut]]'' e la mancanza di «colore locale», che fu rimproverata alla Bohème da molti critici anche in seguito, persino nel complessivamente favorevole articolo della "''[[L'Illustrazione Italiana|Illustrazione Italiana]]''" del 23 febbraio 1896 si può leggere «L'appunto più serio che si può fargli è una mancanza troppo palese di color locale». Nella pubblicazione n. 5 della Gazzetta Musicale di Milano del 30 gennaio 1896<ref>{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1896_vol._I/N._5|titolo=Gazzetta Musicale di Milano}}</ref>, [[Alfredo Caselli]], riassumendo alcuni episodi complessi della gioventù del compositore, affermava che essi potrebbero costituire un ulteriore capitolo per le Scene della Bohème. Proprio per questo motivo, Giacomo Puccini ha scelto di musicare quelle scene. L'autore, ancora non identificato dietro lo pseudonimo "Conte di Luna", concluse il suo articolo alludendo molto probabilmente a quanto scritto da Caselli per contraddirlo:
«Il torto grave del maestro è quello di non aver fatto opera ''sentita''. Non essendo in miseria non poteva sentire la ''Bohème''. Certo cose non si fanno di maniera. Se si vuole musicar bene la ''fame'' e l'''amore''...senza quattrini, bisogna star senza mangiare qualche anno. allora, forse, si riesce a rendere il colore locale coll'efficacia che si esige dai moderni estetici».
L'anonimo giornalista mosse delle velate critiche anche alle scelte dell'editore Ricordi:
«Invece quando si ha la fortuna di essere applauditi e di trovare editori ed imprese che vi mettono in scena i lavori senza nemmeno chiedervi un soldo di compenso, anzi regalandovi ancora qualche solderello per il vostro disturbo, è impossibile avere un'idea chiara di certe situazioni».
== Versioni cinematografiche ==
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|-
|1947
|[[Richard Tucker]], [[
|[[Giuseppe Antonicelli]]
|[[Columbia Records|Columbia]]
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|-
|1956
|[[Jussi Björling]], [[Victoria de los Ángeles]], [[Robert Merrill]], [[Lucine Amara]], [[Giorgio Tozzi]], [[John Reardon (baritono)|John Reardon]]
|[[Thomas Beecham]]
|[[RCA Records|RCA]]
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|[[Herbert von Karajan]]
|Decca
|-
|1973
|[[Plácido Domingo]], [[Montserrat Caballé]], [[Sherrill Milnes]], [[Judith Blegen]], [[Ruggero Raimondi]], [[Vicente Sardinero]]
|[[Georg Solti]]
|RCA
|-
|1978
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|-
|1998
|[[Roberto Alagna]], [[Angela Gheorghiu]], [[Simon Keenlyside]], [[Elisabetta Scano]], [[Ildebrando D'Arcangelo]], [[Roberto
|[[Riccardo Chailly]]
|Decca
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|Deutsche Grammophon
|}
== Omaggi ==
2017 - ''Mimì'' ''swing it,'' giocoso omaggio a La Bohème, dove alcuni estratti dal libretto originale di Illica e Giacosa, sono stati musicati ex novo dal violinista e compositore ''Daniele Richiedei.'' La forma scelta per le nuove composizioni è la canzone e i brani sono stati pensati e arrangiati negli stili e nei generi musicali popolari e da ballo della prima metà del Novecento, dallo swing al tango, dal valse musette al blues. La voce è quella della cantautrice bresciana ''Ottavia Brown'', che per l’occasione veste i panni di una moderna Mimì rediviva.
==Note==
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[[Categoria:Libretti di Luigi Illica]]
[[Categoria:Opere liriche basate su Scene della vita di Bohème]]
[[Categoria:Musica nel 1896]]
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