Strage di Ustica: differenze tra le versioni

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{{P|in più paragrafi i fatti sono riportati i dati ad arte per indurre opinioni di parte non adeguatamente attestate e/o condivise (e comunque inaccettabili per l'enciclopedia). Vedasi ad esempio la trattazione dell'[[incidente aereo di Castelsilano]] (MiG libico) o la trascrizione dei tracciati radar. Inoltre note, bibliografia e l'elenco di link esterni contengono riferimenti, collegamenti e fonti di dubbia attendibilità (per esempio blog personali o contenuti atti alla pratica di [[Wikipedia:NPOV|punti di vista parziali]]) di cui bisognerebbe valutare la rimozione.|storia contemporanea|arg2=aviazione|gennaio 2013}}
{{Incidente aereo
|Identificativo =
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Varie ipotesi sono state formulate nel corso degli anni riguardo alla natura, alla dinamica e alle cause dell'incidente: una delle più battute, e accettata con valenza in sede civile e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento internazionale, in particolare [[Francia|francese]], [[Libia|libico]] e [[statunitense]], con il DC-9 che si sarebbe trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo e sarebbe stato bersagliato per "errore" da un missile lanciato nello specifico da un caccia francese o NATO con l'intenzione di colpire un [[Mikoyan Gurevich|Mig]] delle forze aeree [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|libiche]].<ref>{{Cita news | url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ | titolo = Ustica, Stato condannato a risarcire vittime. "Congruamente motivata la tesi del missile" | editore = la Repubblica | data = 28 gennaio 2013 | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170319183313/http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH |titolo = Ustica: fu un missile, ora i danni | pubblicazione = [[Il Sole 24 Ore]] | data = 29 gennaio 2013 |accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170627171251/http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml | titolo = Ustica, lo Stato risarcirà le famiglie delle vittime | editore = [[Corriere della Sera]] | data = 29 gennaio 2013 | citazione = La strage di Ustica avvenne a causa di un missile | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304111111/http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml }}</ref>
 
La più autorevole opinione sulla causa del disastro venne nel febbraio 2007 dal [[Presidente emerito della Repubblica Italiana|Presidente emerito della Repubblica]] Francesco Cossiga, che all'epoca dell'incidente era il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] in carica, il quale, riferendo all'autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell'abbattimento a un [[missile]] francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell'[[Aéronavale]] decollato dalla portaerei ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei ''[[Foch (R 99)|Foch]]'', e che furono i [[servizi segreti italiani]] a informare lui e l'allora (2007) ministro dell'interno [[Giuliano Amato]] dell'accaduto.<ref name="Corriere Cossiga 2007" /> Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga si sarebbe trovato il dittatore libico [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]].<ref name="Corriere Cossiga 2007">{{Cita news | titolo = Strage di Ustica, nuove indagini. Sentito Cossiga: un missile francese | url = http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110719031129/http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | pubblicazione = [[Corriere della Sera]] |p=19 | data = 22 giugno 2008 | accesso = 28 gennaio 2013}}</ref> Tesi analoga è alla base della [[Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica|conferma]], da parte della [[Corte di cassazione|cassazione]], della [[sentenza|sentenza di condanna]] [[Diritto processuale civile|civile]] al [[risarcimento]] ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di [[Ministero dei trasporti|trasporti]] e [[Ministero della difesa|difesa]] dal tribunale di [[Palermo]].<ref>{{Cita news | titolo = Ustica: Marrazzo, sentenza Cassazione coincide con dichiarazioni Cossiga | url = http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380 | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]| data = 28 gennaio 2013 | accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190421175545/https://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380|urlmorto=no}}</ref> Nel settembre 2023, lo stesso Giuliano Amato ha confermato tale ricostruzione, dichiarando aial microfoni diquotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' che la strage fu conseguenza di "''un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi''".<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/09/02/-ustica-amato-a-la-repubblica-missile-francese-colpi-dc9-_9fd0d3fe-42bf-44a4-b127-69988a8a647d.html|titolo=Ustica, Amato a La Repubblica "missile francese colpì Dc9" - Ultima ora - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-09-02|lingua=it|accesso=2023-09-02}}</ref><ref>{{cita news|nome=Concetto|cognome=Vecchio|url=https://www.repubblica.it/politica/2023/09/05/news/ustica_strage_amato_conferenza_stampa-413424903/|titolo=Amato su Ustica: "Non ritratto nulla, ho parlato perché sento il peso dell'età"|data=5 settembre 2023|pubblicazione=la Repubblica|citazione=ha invece ammesso di aver commesso un errore nel ricostruire il ruolo di Bettino Craxi. "Un errore, segnalato anche da figli di Craxi. Inizio ad avere una certa età e ho ammesso che non sono in grado dire se l'errore l'ho fatto io o se lo fece chi mi disse che Craxi informò Gheddafi. È un fatto che lo informò nell'86"}}</ref>
 
La compagnia aerea [[Itavia]], di proprietà di [[Aldo Davanzali]], era già pesantemente indebitata prima dell'incidente<ref name="RS19-01-81">{{Cita pubblicazione | formato = PDF | url = http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf | editore = [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] | titolo = Resoconto stenografico 267 della seduta del 19 gennaio 1981 | data = 19 gennaio 1981 | accesso = 12 dicembre 2017 |p=22493|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010124/http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf |urlmorto=no }}</ref><ref>{{Cita news | nome= Gianluca|cognome=Di Feo | url = http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/ | titolo = Itavia, la guerra segreta tra Andreotti e la Thatcher | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 27 giugno 2011|accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170557/https://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/|urlmorto=no}}</ref> e cessò le operazioni poco meno di sei mesi dopo, il 10 dicembre 1980; il 12 dicembre le fu revocata la licenza di operatore aereo<ref name="RS19-01-81" /> con messa a rischio dei livelli occupazionali<ref name="RS19-01-81" /> e, nel giro di un anno, si aprì la procedura di [[amministrazione controllata]], cui fece seguito il conferimento di [[flotta]] aerea e personale ad [[Aermediterranea]], società partecipata dall'allora [[compagnia aerea di bandiera|compagnia di bandiera]] [[Alitalia]] e dalla sua consociata [[Aero Trasporti Italiani|ATI]].
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=== Scatola nera e comunicazioni radio ===
{{Approfondimento
|larghezza=100%
|allineamento = centro
|titolo = Comunicazioni radio del DC-9 con Roma Ciampino
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}}
 
Il ''[[flight data recorder]]'' dell'aereo,<ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |titolo=Dagli USA è arrivato il nastro del DC9|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=16 giugno 1987|accesso=28 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220855/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |urlmorto=no}}</ref> recuperato dopo diversi anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, ha registrato valori regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], la quota circa {{Converti|25000|ft|m|lk=on|order=flip}} con prua a 178°, l'[[Accelerazione di gravità|accelerazione verticale]] oscillava senza oltrepassare {{TA|1,15 [[Accelerazione di gravità|g]]}}. La registrazione delIl [[Cockpit Voice Recorder|''cockpit voice recorder'']], recuperato nel corso della prima campagna di recupero subacqueo dopo anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, mostraha registrato un tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il copilotaprimo ufficiale Enzo Fontana, che in quel momento sembravano particolarmente rilassati e si raccontavano barzellette,; ela registrazione si interrompe senza preavviso.
 
Gli ultimi secondi della registrazione recitano:
Gli ultimi secondi della registrazione recitano:<blockquote>''«Allora siamo a discorsi da fare... [...] Va bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Allora sentite questa... Guarda, cos'è?».''</blockquote>Essa si interrompe tagliando l'ultima parola, che per anni si ipotizzò fosse un «Guarda!».<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html|titolo=QUELLA SERA NEL CIELO DI USTICA UN PILOTA GRIDO': ' GUARDA...'|autore=Franco Scottoni |editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 agosto 1991|accesso=14 novembre 2019|citazione = Gli esperti fonici hanno stabilito che si tratta, in modo inequivocabile, della parola "guarda"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191115045828/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html |urlmorto=no}}</ref>
{{q|Allora siamo a discorsi da fare... [...] Va bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Allora sentite questa... Guarda, cos'è?}}
Il 10 giugno 2020, un'accurata pulizia dell'audio suggerisce che le ultime parole pronunciate dal copilota siano state «Guarda, cos'è?», lasciando presupporre che i due membri dell'equipaggio avessero individuato un'anomalia.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Strage-UsticaGuarda-cos-e-Le-ultime-parole-prima-del-disastro-audio-documento-c4b41d6d-1418-4fda-8308-3cd56778381b.html|titolo="Guarda, cos'è?". Le ultime parole prima del disastro: un documento sulla strage di Ustica|data=10 giugno 2020}}</ref>
Gli ultimi secondi dellaLa registrazione recitano:<blockquote>''«Allorain siamorealtà atermina discorsitagliando dala fare...prima [...]parola Vapronunciata bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Alloradopo "sentite questa... Guarda, cos'è?».''</blockquote>Essa si interrompe tagliando l'ultima parola", che per anni si ipotizzò fosse un «Guarda!».<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html|titolo=QUELLA SERA NEL CIELO DI USTICA UN PILOTA GRIDO': ' GUARDA...'|autore=Franco Scottoni |editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 agosto 1991|accesso=14 novembre 2019|citazione = Gli esperti fonici hanno stabilito che si tratta, in modo inequivocabile, della parola "guarda"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191115045828/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html |urlmorto=no}}</ref>
Il 10 giugno 2020, un'accurata pulizia dell'audio suggerisce che le ultime parole pronunciate dal copilota siano state «Guarda, cos'è?», lasciando presupporre che i due membri dell'equipaggio avessero individuato un'anomalia o comunque qualcosa visibile fuori dall'abitacolo.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Strage-UsticaGuarda-cos-e-Le-ultime-parole-prima-del-disastro-audio-documento-c4b41d6d-1418-4fda-8308-3cd56778381b.html|titolo="Guarda, cos'è?". Le ultime parole prima del disastro: un documento sulla strage di Ustica|data=10 giugno 2020}}</ref>
 
== Gli esami autoptici delle vittime ==
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=== Gli oblò del DC-9 ===
Buona parte degli oblò del DC-9, malgrado la presunta esplosione, è rimasta integra; è stato pertanto escluso che, l'esplosionequalora sia realmente avvenuta aun'esplosione, essa sia stata causacausata dida una bomba collocata all'interno dell'aereo.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|accesso=28 gennaio 2013|data=14 settembre 1991|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|citazione = Appare evidente che quei finestrini integri sono la prova più consistente che la strage di Ustica è stata causata da un missile con piccola carica esplosiva (fino a 10 chilogrammi), come avevano stabilito i periti Imbimbo, Migliaccio e Lecce nella prima maxiperizia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006234028/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html |urlmorto=no}}</ref>
 
=== Indagini successive ===
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I sistemi radar civili dispongono di capacità di rilevamento dei segnali primari (gli echi radar, dovuti alla riflessione da parte di aeromobili o altri oggetti delle onde radar emesse dall'antenna, che forniscono informazioni sul [[rilevamento polare]] dell'oggetto volante e della sua distanza dall'antenna radar) e secondari (derivanti dall'interrogazione dei [[Transponder code|transponder]] a bordo degli aerei che ne sono dotati, che fornisce un codice identificativo di 4 cifre e l'altitudine) e di apparati di registrazione automatica delle tracce (elaborate con procedimenti informatici) su supporti magnetici digitali. Usualmente, soltanto i segnali secondari vengono presentati sulle ''console'' degli operatori radar civili, mentre i segnali primari non accompagnati dalle informazioni digitali trasmesse dai transponder vengono filtrati, non essendo normalmente di interesse per il controllo del traffico aereo il rilevamento di "oggetti non cooperanti". Sia i dati primari che i dati secondari vengono comunque registrati sugli apparati di registrazione.
 
Vale poi la pena di ricordare che, prima della diffusione del moderno sistema [[ADS-B]], era compito del controllore di volo associare al [[Transponder code|codice SSR]] (la risposta del transponder, che sono quattro cifre da 0 a 7, per es. 4246) l'identificativo dell'aeromobile (per es. IH870), azione che prende il nome di [[identificazione radar]]. Questo può avvenire, ad esempio, tramite il passaggio tra i vari enti di controllo del traffico, man mano che il volo procede, delle informazioni contenute nelle cosiddette [[Striscia progresso volo|strip]], tra le quali vi è il codice transponder assegnato, oppure tramite la richiesta da parte del controllore al pilota di "identificarsi" ("squawk ident"), che consiste nell'attivare sul transponder il bottonepulsante IDENT, il quale aggiunge temporaneamente un ''flag'' al segnale di ritorno; esso, ricevuto dal sistema radar, mette maggiormente in risalto la traccia rispetto alle altre sulla console dell'operatore.
 
Nei voli commerciali normalmente il codice transponder viene assegnato inizialmente quando viene trasmessa al velivolo l'autorizzazione di rotta, prima del decollo, e può essere cambiato solo su specifica richiesta del controllore di volo (eccetto casi di emergenza); tuttavia, essendo appunto tale codice inserito nel transponder dal pilota, è tecnicamente possibile, (per quanto non desiderabile), che in volo vi siano più aeromobili con lo stesso codice SSR; la richiesta di attivazione del comando di IDENT è utile anche per differenziare gli eventuali velivoli con codice uguale.
 
I sistemi radar di difesa aerea dispongono sia di capacità di rilevamento polare (posizione dell'aereo) sia di rilevamento azimutale (per stimare l'altitudine di volo) tramite radar ausiliari detti ''quotametri,'' e all'epoca dell'incidente producevano registrazioni automatiche su supporti magnetici oppure, in mancanza anche temporanea di apparati automatici, operavano in modalità "fonetico-manuale" con la trascrizione dei dati di rotta rilevati su appositi registri cartacei.
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==== Aeroporto di Grosseto e Centro radar AM di Poggio Ballone ====
Il giudice istruttore e la Commissione stragi sono in possesso dei tracciati del radar di [[Aeroporto di Grosseto|Grosseto]]:<ref name="altriradar">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|titolo=Ustica 4 caccia sulla rotta del DC-9|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º giugno 1990|p=9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130710171001/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|urlmorto=no}}</ref> nelle registrazioni del radar dell'aeroporto di Grosseto si vedono due aerei in volo in direzione nord, sulla rotta del DC-9 Itavia. Mentre dueDue altre tracce di velivoli, provenienti dalla Corsica, giungono sul posto alcuni minuti dopo l'orario stimato di caduta del DC-9 stesso.<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=DC9 Itavia, i misteri di Grosseto|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131215142853/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml |urlmorto=sì}}</ref> I nastri con le registrazioni radar del [[121ª Squadriglia radar remota|centro della difesa aerea di Poggio Ballone]] sarebbero invece spariti: ne rimangono soltanto alcune trasposizioni su carta di poche tracce.<ref name="registrazioniGrosseto">{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Sparite le registrazioni|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/sparite_registrazioni_co_0_92030318672.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>
 
==== Le registrazioni radar del centro di controllo d'area di Roma ====
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==== AWACS ====
In quelle ore un aereo radar [[AwacsAirborne Early Warning and Control|AWACS]], un quadrireattore [[Boeing E-3 Sentry|Boeing E-3A Sentry]], dell'USAF, uno degli unici due presenti in Europa nel 1980, basati a Ramstein (Germania) dall'ottobre del 1979, risulta orbitante con rotta circolare nell'area a nord di Grosseto.<ref name="altriradar" /> Dotato dell'avanzatissimo radar 3D Westinghouse AN/APY-1 con capacità "Look down", in grado di distinguere i velivoli dagli echi del terreno, era in condizione di monitorare tutto il traffico, anche di bassa quota, per un raggio di 500&nbsp;km.
 
==== Portaerei Saratoga ====
Il [[contrammiraglio]] James Flatley, al comando della [[portaerei]] [[USS Saratoga (CV-60)|USS ''Saratoga'']] della [[United States Navy|US Navy]], ancorata il 27 giugno 1980 nel [[golfo di Napoli]], dopo aver inizialmente dichiarato che «dalla Saratoga non fu possibile vedere nulla perché tutti i radar erano in manutenzione» e che l'impianto funzionava con un carico fittizio (''dummy load''), cambiò versione: disse che nonostante fossero in corso lavori di manutenzione dei radar, uno di essi era comunque in funzione e aveva registrato «un traffico aereo molto sostenuto nell'area di [[Napoli]], soprattutto in quella meridionale» e che le registrazioni relative erano state richieste e inoltrate, il giorno dopo l'incidente, ai comandi superiori. A detta dell'ammiraglio, si videro passare «moltissimi aerei».<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=A Ustica c'era anche una portaerei|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/19/Ustica_era_anche_una_portaerei_co_0_97061916751.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/19/Ustica_era_anche_una_portaerei_co_0_97061916751.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=19 giugno 1997|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]}}</ref><ref>{{Cita TV|lingua = it|autore = Giovanni Minoli|wkautore = Giovanni Minoli|trasmissione = La storia siamo noi|wktrasmissione = La storia siamo noi|titolo = Ustica - La verità negata|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|url = https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data = 27 giugno 2011|ora = 0|minuto = 36|secondo = 37|citazione = Sul radar abbiamo visto passare moltissimi aerei}}</ref> I registri radar della ''Saratoga'' sono andati persi.<ref>{{Cita TV|lingua = it|autore = Giovanni Minoli|wkautore = Giovanni Minoli|trasmissione = La storia siamo noi|wktrasmissione = La storia siamo noi|titolo = Ustica - La verità negata|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|url = https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data = 27 giugno 2011|ora = 0|minuto = 37|secondo = 30}}</ref>
Secondo altre fonti, la ''Saratoga'' non si trovava affatto in rada a Napoli il 27 giugno 1980.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|titolo=Saratoga, la portaerei fantasma|pubblicazione=la Repubblica|città=Napoli|data=14 novembre 1992|p=2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110502055109/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|urlmorto=no}}</ref> Brian Sandlin, ex militare della US Navy in forza sulla Saratoga nel 1980, ha confermato nell'intervista rilasciata al giornalista Andrea Purgatori e trasmessa durante la trasmissione televisiva Atlantide del 20 dicembre 2017 che quella sera il comandante della Saratoga informava l'equipaggio che aerei F4 della Saratoga avevano dovuto abbattere due MiG libici che apparentemente si apprestavano ad attaccarli smentendo le dichiarazioni ufficiali a suo tempo rilasciate dal governo americano al giudice Rosario Priore che si occupava del caso, stando alle quali la nave Saratoga quella notte era ancorata in rada a Napoli. Sandlin dichiara, senza elementi, che quella sera la portaerei era al largo, che oltre metà dei caccia era decollato per una prova di forza con la Libia e che due di questi erano rientrati senza armamenti perché avevano sostenuto uno scontro con due MiG libici e li avevano abbattuti. In zona era presente anche la portaerei francese Clemenceau per lo stesso motivo.<ref>{{Cita news|cognome=QuotidianoNet|url=http://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|titolo=Strage di Ustica, militare Usa rivela: "Quella notte la Nato abbatté due Mig libici" - QuotidianoNet|pubblicazione=QuotidianoNet|data=20 dicembre 2017|accesso=21 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171221184559/https://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|urlmorto=no}}</ref><ref name="atlantide_la7"/>
 
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* In generale la zona sud del [[Tirreno]] era utilizzata per esercitazioni [[NATO]].
* Furono inoltre accertate in quel periodo penetrazioni dello spazio aereo italiano da parte di aerei militari libici. Tali azioni erano dovute alla necessità da parte dell'[[Aeronautica Militare Libica|Aeronautica militare libica]] di trasferire i vari aerei da combattimento da e per la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], nelle cui basi<ref>[[Base aerea di Batajnica]] presso la [[vazduhoplovni zavod]] (fabbrica aeroplani) - [[Vazduhoplovni Zavod "Moma Stanojlović"|VZ]] "[[Momčilo Moma Stanojlović|Moma Stanojlović]]".</ref><ref>[[Aeroporto internazionale di Mostar|Aeroporto di Mostar]] presso la fabbrica aeroplani [[SOKO]] della quale la Libia era cliente in quanto in possesso dei modelli [[SOKO G2 Galeb|G2 Galeb]] e [[SOKO J1 Jastreb|J1 Jastreb]].</ref> veniva assicurata la manutenzione ai diversi [[Mikoyan Gurevich|MiG]] e [[Sukhoi]] di fabbricazione sovietica, presenti in gran quantità nell'aviazione del regime guidato dal colonnello [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]].<ref>Procedimento penale n. 527/84 a G. I.; Titolo 2, pagg. 1431-1435.</ref><!-- Il ruolo del governo ed i suoi intenti siano cortesemente spiegati con riferimenti precisi alle fonti che li spiegano, pagine di atti giudiziari non significano nulla. Soprattutto si spieghi il concreto nesso con le questioni alluse -->
* Il governo italiano, fortemente debitore verso il governo libico dal punto di vista economico (non si dimentichi che dal 1º dicembre 1976 addirittura la [[FIAT]] era parzialmente in mani libiche, con una quota azionaria del 13% detenuta dalla finanziaria libica [[Lybian Arab Foreign Investiments Company|LAFICO]]<ref>A tal proposito si veda anche il libro di A. Purgatori, ''A un passo dalla guerra'', pagg. 257-258.</ref>), tollerava tali attraversamenti e li mascherava con piani di volo autorizzati per non impensierire gli [[USA]]. Spesso gli aerei libici si mimetizzavano nella rete radar, disponendosi in coda al traffico aereo civile italiano, riuscendo così a fare in modo che non venissero allertate le difese NATO.<ref>Procedimento penale n. 527/84 a G. I., Volume 6, Capitolo XVII, ''La Libia'', Par. 8 e 9 (''I sorvoli nelle nostre FIR'' e ''Il corridoio'') - pagg. 1449-1462; Capo 7, Capitolo III - pag. 4962.</ref><ref>Ordinanza-sentenza Priore, Sottotitolo 2, pag. 3956; Capo 7, Capitolo III, pag. 4963. Citiamo: «[...] Tutti, quelli che dovevano provvedere, erano a conoscenza di queste penetrazioni; nessuno se ne curava; non pochi ne lucravano in giochi di potere e denaro. Quasi si chiudeva, la Difesa, al tramonto ed altri apparivano come delegati alla bisogna [...]».</ref><!-- Il ruolo del governo ed i suoi intenti siano cortesemente spiegati con riferimenti precisi alle fonti che li spiegano, pagine di atti giudiziari non significano nulla. Soprattutto si spieghi il concreto nesso con le questioni alluse (Citiamo Capo 7, pag. 4963: «Tutti, quelli che dovevano provvedere, erano a conoscenza di queste penetrazioni; nessuno se ne curava; non pochi ne lucravano in giochi di potere e denaro. Quasi si chiudeva, la Difesa, al tramonto ed altri apparivano come delegati alla bisogna». -->
* Diverse testimonianze, inoltre, avevano descritto l'area come soggetta a improvvisa comparsa di traffico militare [[Stati Uniti d'America|statunitense]] con un'intensità tale da far preoccupare piloti, civili e controllori: poche settimane prima della tragedia di Ustica, un volo Roma-[[Cagliari]] aveva deciso per sicurezza di tornare all'aeroporto di partenza; in altre occasioni i controllori di volo avevano contattato l'addetto aeronautico dell'ambasciata USA per segnalare la presenza di aerei pericolosamente vicini alle rotte civili. Più specificamente, durante la giornata del 27 giugno 1980, era segnata nei registri, dalle 10:30 alle 15:00, l'esercitazione aerea USA "Patricia", ed era poi in corso un'esercitazione italiana ''h. 24'' (cioè della durata di ventiquattro ore) a [[Capo Teulada]], segnalata nei [[NOTAM]].
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* Sembra che in quei giorni (e anche quella sera) alcuni [[cacciabombardiere|cacciabombardieri]] [[F-111]] dell'[[USAF]] basati a [[RAF Lakenheat|Lakenheath]] ([[Suffolk]], [[Gran Bretagna]]), si stessero trasferendo verso l'[[Egitto]] all'aeroporto di [[Cairo West]], lungo una rotta che attraversava la penisola italiana in prossimità della costa tirrenica, con l'appoggio di aerei da trasporto strategico C-141 Starlifter. Gli aerei facevano parte di un [[ponte aereo]] in atto da diversi giorni, che aveva lo scopo di stringere una cooperazione con l'[[Egitto]]<ref>Il presidente egiziano [[Anwar al-Sadat|Sadat]] aveva appena espulso i vari consiglieri militari sovietici, portando di fatto il Paese nella sfera di influenza dell'[[Alleanza Occidentale]].</ref> e ridurre la Libia, con la quale vigeva uno stato di crisi aperta sin dal 1973,<ref>Tensione scaturita dall'azione unilaterale libica di estendere, nel 1973, le proprie [[acque territoriali]] tracciando la così detta "linea della morte", crisi che porterà, il 19 agosto 1981, ad un [[Primo scontro aereo del golfo della Sirte|primo scontro aereo sul golfo della Sirte]] tra due [[F-14 Tomcat]] del [[VF-41]] ''Black Aces'', [[call sign]] ''Fast Eagle 102'' (CDR "Hank" Kleeman/LT "DJ" Venlet) e ''Fast Eagle 107'' (LT "Music" Muczynski/LTJG "Amos" Anderson) e due [[Sukhoi Su-22]] Fitter dell'[[Aeronautica Militare Libica]].</ref> a più miti consigli.
* Un'intensa e insolita attività di volo fino a tarda sera era testimoniata anche dal generale dei [[Carabinieri]] [[Nicolò Bozzo]],<ref>{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/comstragi/bozzo.pdf|titolo=''Testimonianza del generale Bozzo''|formato=PDF|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160316191718/https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/bozzo.pdf|urlmorto=no}} 28ª seduta. Commissione Parlamentare d'inchiesta sul [[terrorismo]] in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi. 21 gennaio 1998.</ref> in quel periodo in vacanza con la famiglia presso la base aerea di [[Solenzara]], in [[Corsica]], che ospitava vari stormi dell'[[Armée de l'air]] francesi: ciò smentiva i vertici militari francesi, i quali avevano affermato ai magistrati italiani di non aver svolto con la loro aeronautica militare alcuna attività di volo nei cieli italiani nel pomeriggio del 27 giugno 1980.
* La sera della strage di Ustica, quattro aerei volavano con lo stesso [[Transponder code|codice di transponder]]. Il DC-9 Itavia aveva come codice il nº 1136, ema vi erano altri tre velivoli, di cui uno sicuramente militare, erano dotati dello stesso numero di riconoscimento.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/20/quella-sera-quattro-aerei-una-sola-sigla.html|titolo=Quella sera 4 aerei, una sola sigla, dietro al DC-9 c'erano tre velivoli|editore=la Repubblica|città=Roma|data=20 febbraio 1992|p=13|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804173836/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/20/quella-sera-quattro-aerei-una-sola-sigla.html|urlmorto=no}}</ref>
* Dalla perizia tecnico-radaristica risulta che trenta aerei supersonici militari, difensori e attaccanti, sorvolarono la zona di Ustica nel pomeriggio e alla sera del 27 giugno 1980, dalle 17:30 alle 21:15, per 3 ore e 45 minuti. Gli aerei militari avevano tutti il transponder spento per evitare di essere compiutamente identificati dai radar per il controllo del traffico aereo.<ref>{{Cita news|nome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/11/trenta-aerei-fantasma-nei-cieli-di-ustica.html|titolo=Trenta aerei fantasma nei cieli di Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=11 dicembre 1997|p=23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804165811/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/11/trenta-aerei-fantasma-nei-cieli-di-ustica.html|urlmorto=no}}</ref> Un'esercitazione d'aviazione di marina, come ha detto l'ammiraglio James H. Flatley, nella sua prima versione<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/si-nella-notte-di-ustica.html|titolo=Sì, nella notte di Ustica la Saratoga lasciò il porto|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=20 novembre 1992|p=18|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108001819/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/si-nella-notte-di-ustica.html |urlmorto=no}}</ref> e che conferma la presenza di una portaerei che raccolse i propri aerei.
 
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Successivamente, all'inizio dell'agosto 1980, oltre a vari relitti furono ritrovati in mare anche due salvagenti e un casco di volo della marina americana; a settembre, presso [[Messina]], si rinvennero frammenti di aerei bersaglio italiani, che sembrano però risalenti a esercitazioni terminate nel gennaio dello stesso anno.
 
Questi dati evidenziano che nell'area tirrenica, in quel periodo del 1980, si svolgeva un'intensa attività militare. Benché molti di questi fatti, se presi singolarmente, appaiano in relazione diretta con la caduta del DC-9, si è notata da alcuni la coincidenza temporale dell'allarme degli [[F-104]] italiani su [[Firenze]], al momento del passaggio del DC-9, dell'esistenza di tracce radar non programmate che transitano a oltre 600 nodi in prossimità dell'aereo civile, della pluritestimonianza dell'inseguimento tra aerei da caccia sulla costa [[Calabria|calabra]]<ref name="ReferenceA">Procedimento penale n. 527 84 a G. I., Capo 2, Cap. 11, pagg. 4283 e successive.</ref> e, infine, delle attività di ricerca, in una zona a 20 miglia a est del punto di caduta, effettuate da velivoli non appartenenti al [[Soccorso aereo Italiano]].
 
==== Due aerei militari italiani danno l'allarme ====
Due [[F-104]] del [[4º Stormo]] dell'[[Aeronautica Militare italiana|Aeronautica militare italiana]], di ritorno da una missione di addestramento sull'[[aeroporto di Verona-Villafranca]], mentre effettuavano l'avvicinamento alla [[Aeroporto di Grosseto|base aerea di Grosseto]], si trovarono in prossimità del DC-9 Itavia. Uno era un [[F-104]] monoposto, con l'allievo Aldo Giannelli ai comandi; l'altro, un [[TF 104 G|TF-104 G]] biposto, ospitava due istruttori, i comandanti [[Mario Naldini]] e [[Ivo Nutarelli]].<ref name="righi_2013-06-27">{{Cita news|url = https://archivio.unita.news/assets/derived/2013/06/27/issue_full.pdf|nome= Salvatore Maria|cognome = Righi|data = 27 giugno 2013|titolo = Ustica e Ramstein: «Non fu errore umano. Un filo lega le due stragi»|pubblicazione = [[l'Unità]]|p = 13 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190531144456/https://archivio.unita.news/assets/derived/2013/06/27/issue_full.pdf|urlmorto=no}}</ref>
 
Alle ore 20:24, all'altezza di [[Aeroporto di Firenze-Peretola|Firenze-Peretola]], il biposto con a bordo Naldini e Nutarelli, mentre era ancora in prossimità dell'aereo civile, emise un segnale di allarme generale alla difesa Aerea (''codice 73'', che significa emergenza generale e non emergenza velivolo) e nella registrazione radar di Poggio Ballone «il SOS-SIF è [...] settato a 2, ovvero emergenza confermata, e il blink è settato a 1, ovvero accensione della spia di Alert sulle consolles degli operatori»<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Titolo 2, Capitolo 4.14, ''I dati radaristici'', pag. 565.</ref> — in linguaggio corrente: «il segnale di allarme-SIF (''Selective Identification Feature'', caratteristica di identificazione selezionabile) è posizionato su 2, ossia ''emergenza confermata'', e il lampeggìo è posizionato su 1, ossia accensione della spia di allarme sulla strumentazione degli operatori»: ciò quindi risultasignifica che Naldini e Nutarelli segnalarono un problema di [[sicurezza aerea]] e i controllori ottennero conferma della situazione di pericolo.
 
I significati di tali codici, smentiti o sminuiti di importanza da esperti dell'aeronautica militare italiana ascoltati in qualità di testimoni, furono invece confermati in sede della ''Commissione ad hoc'' della NATO, da esperti dell'[[NATO Programming Centre|NPC]] (NATO Programming Centre),<ref>Procedimento penale n. 527 84 A G. I, Capitolo LXV, pag. 2917.</ref> i quali difatti hanno affermato nel loro rapporto del 10 marzo 1997:
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I sottufficiali Nicola De Giosa e Giulio Linguanti dissero altresì che la fusoliera del MiG era sforacchiata «come se fosse stata mitragliata» da «sette od otto fori da 20&nbsp;mm» simili a quelli causati da un [[Cannoncino automatico|cannoncino]].<ref name="ReferenceC" />
 
La perizia eseguita nel corso dell'istruttoria del giudice Vittorio Bucarelli fece bensì emergere elementi che vennero interpretati come coerenti con la tesi che l'aereo fosse precipitato proprio il 18 luglio: dalle testimonianze dei Vigili del fuoco e dai Carabinieri accorsi sul luogo dello schianto e dal primo esame del medico legale si evinse che il pilota era morto da poco; il paracadute nel quale era parzialmente avvolto era sporco di sangue e il cadavere (non ancora in [[rigor mortis]]) riportava ferite in cui era visibile del sangue che incominciava a coagularsi. In aggiunta fu riportato che dai rottami del MiG usciva il fumo di un principio di incendio (subito domato dai Vigili del fuoco).<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/mig/periziemig.pdf|titolo=TITOLO 2 Le perizie. Perizie MiG|editore=''stragi80.it''|citazione=In base agli elementi disponibili, si ritiene che la morte del pilota libico dell'aereo MiG23 si sia verificata in occasione e per causa dell'incidente aereo del 18 luglio 80|formato=PDF|data=|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180204183922/https://www.stragi80.it/documenti/mig/periziemig.pdf |urlmorto=no}}</ref> Per contro tali affermazioni vennero criticate, nonostante avessero essi stessi confermato inizialmente la data del decesso al 18 luglio, dal professor Zurlo, che in una lettera scritta con il dottor Rondanelli e inviata nel 1981 alla sede dell'Itavia affermò che il cadavere del pilota del MiG era in avanzato stato di decomposizione, tale da suggerire una morte avvenuta almeno 20 giorni prima del 2318 luglio.<ref name="ricerca.repubblica.it">{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/15/si-quel-mig-libico-precipito-la.html|titolo='SÌ, QUEL MIG LIBICO PRECIPITÒ LA SERA DELLA TRAGEDIA DI USTICA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190531180321/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/15/si-quel-mig-libico-precipito-la.html?ref=search |urlmorto=no}}</ref>
 
A gennaio 2016 un'inchiesta del canale televisivo francese [[Canal+]] addebitò la responsabilità dell'abbattimento dell'aereo Itavia ad alcuni caccia francesi impegnati in un'operazione militare sul mar Tirreno: secondo la ricostruzione proposta, un velivolo estraneo si sarebbe nascosto ai radar volando sotto il DC-9, non riuscendo però a evitare l'intercettazione da parte dei suddetti caccia francesi, che nel tentativo di attaccarlo avrebbero inizialmente colpito per errore l'I-TIGI. Il velivolo nascosto sarebbe poi comunque stato colpito e infine sarebbe precipitato in Calabria, venendo quindi identificato col MiG caduto a Timpa delle Magare<ref name="repubblica.it" />. Le ipotesi del documentario vennero però in parte confutate dai documenti di anni di indagini e perizie, come dalla sentenza-ordinanza del giudice Priore.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.iltempo.it/cronache/2016/02/11/news/dalla-francia-unaltra-bufala-su-ustica-1001490/|titolo=Dalla Francia un'altra bufala su Ustica|pubblicazione=[[Il Tempo]]|data=11 febbraio 2016|accesso=22 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180204070435/https://www.iltempo.it/cronache/2016/02/11/news/dalla-francia-unaltra-bufala-su-ustica-1001490/|urlmorto=sì}}</ref>
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==== Telefonata anonima a ''Telefono Giallo'' ====
Nel 1988, l'anno prima, durante la trasmissione ''[[Telefono giallo]]'' di [[Corrado Augias]], con una telefonata anonima qualcuno aveva dichiarato di essere stato «un [[aviere]] in servizio a Marsala la sera dell'evento della sciagura del DC-9». L'anonimo aveva riferito che i presenti come lui, avrebbero esaminato le tracce, i dieci minuti di trasmissione di cui parlavano nella puntata, dichiarando: «noi li abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella vicenda. <nowiki>[...]</nowiki> la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti».<ref>{{Cita TV|lingua = it|autore = Corrado Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono giallo|wktrasmissione = Telefono giallo|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 6 maggio 1988|citazione = Ci fu ordinato di starci zitti|titolo = Il giallo di Ustica|url = https://www.raiplay.it/video/2018/01/Telefono-giallo-Puntata-del-06051988-e19ec880-932d-4aac-b9fd-935e511606d2.html|accesso = 29 maggio 2019|dataarchivio = 29 maggio 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190529220518/https://www.raiplay.it/video/2018/01/Telefono-giallo-Puntata-del-06051988-e19ec880-932d-4aac-b9fd-935e511606d2.html|urlmorto = sì}}</ref>
 
==== Scontro aereo tra caccia ====
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=== La firma falsa del Presidente della Repubblica ===
Mario Ciancarella, ex capitano che indagava sull'incidente aereo, venne cacciatoespulso dall'Aeronautica con decreto del Quirinale nel 1983; il decreto, tuttavia, non era stato firmato veramente dal Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]], ma da un soggetto esterno che ha falsificato la sua firma.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_11/ustica-firma-pertini-era-falsa-l-ufficiale-che-cercava-verita-ustica-radiato-ingiustamente-b0ad379a-8f8a-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml|titolo=Ustica, la firma di Pertini era falsa: l'ufficiale pilota che cercava la verità sul Dc 9 venne radiato ingiustamente|autore=Alessandro Fulloni|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=10 novembre 2016|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170706233750/http://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_11/ustica-firma-pertini-era-falsa-l-ufficiale-che-cercava-verita-ustica-radiato-ingiustamente-b0ad379a-8f8a-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml|urlmorto=sì}}</ref> In seguito a questa scoperta, è stato richiesto il reintegro del capitano Ciancarella dal ministro della difesa [[Roberta Pinotti]].<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/11/12/ASlfhv5E-reintegra_ufficiale_cacciato.shtml|titolo=I misteri di ustica - Dopo 33 anni Pinotti reintegra l'ufficiale cacciato con una firma falsa di Pertini|pubblicazione=[[Il Secolo XIX]]|accesso=24 gennaio 2019|data=12 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190124152402/http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/11/12/ASlfhv5E-reintegra_ufficiale_cacciato.shtml|urlmorto=no}}</ref>
 
== Il processo ==
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Aldo Davanzali, anche se formalmente non per motivi direttamente correlati alla sciagura, perse la compagnia aerea Itavia, che cessò di volare e fu posta in amministrazione controllata nel 1980, con i conti in rosso, previa revoca della licenza di operatore aereo: un migliaio di dipendenti restò senza lavoro. Probabilmente, anche l'errata conclusione peritale in merito ai motivi del disastro influì sulla decisione di chiudere la società.<ref>{{Cita news|wkautore=Andrea Purgatori|nome=Andrea|cognome=Purgatori|titolo=Davanzali: dissi che era un atto di guerra, mi incriminarono|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=2 settembre 1999|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|p=3}}</ref> Lo stesso Davanzali chiese allo Stato un risarcimento di {{formatnum:1700}} miliardi di [[lira italiana|lire]] per i danni morali e patrimoniali subìti a seguito della strage di Ustica, nell'aprile 2001. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9.<ref name="risarcimenti">{{Cita web|autore=Cristiano Zepponi|url=http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|titolo=La verità affondò al tramonto Ustica, 27 giugno 1980|editore=In Storia|data=dicembre 2009|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130427054721/http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Il 22 aprile 2020 la corte d'appello di Roma ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti a risarcire alla società di trasporto aereo Itavia 320 milioni di euro, per non aver garantito la sicurezza dei cieli.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|titolo=Ustica, i ministeri della Difesa e dei trasporti condannati a risarcire 330 milioni all'Itavia per non aver garantito la sicurezza dei cieli|data=23 aprile 2020|accesso=1º maggio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200501180316/https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|urlmorto=no}}</ref>
Mentre l'unico processo penale per la strage di Ustica, dei generali dell'Aeronautica ([[Lamberto Bartolucci (generale)|Lamberto Bartolucci]], [[Franco Ferri (militare)|Franco Ferri]], [[Zeno Tascio]] e [[Corrado Melillo]]), accusati di depistaggio, si è concluso con l'assoluzione definitiva, i procedimenti civili sono giunti alla conclusione che un missile ha centrato l'aereo passeggeri, causandone l'esplosione. Ciò metterebbe sotto accusa l'aeronautica di essere stata incapace di difendere il cielo italiano da attacchi stranieri.
 
'''Risarcimento recupero carcassa del DC-9'''
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La tesi era emersa già nel novembre 1980 dal rapporto tecnico del [[National Transportation Safety Board]], ente federale americano per la sicurezza dei trasporti. L'NTSB è particolarmente autorevole a livello mondiale per l'analisi degli incidenti aerei anche in considerazione del suo coinvolgimento, in base alle procedure previste dall'[[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|International Civil Aviation Organization]] (ICAO) per le investigazioni sugli incidenti aerei, in tutti i casi che coinvolgano su scala mondiale velivoli di produzione americana. Il rapporto NTSB, redatto con il contributo principale dell'analista John Macidull<ref name="Macidull" />, fu trasmesso alla Commissione Ministeriale d'inchiesta tecnica formale nominata dal [[Ministero dei trasporti|ministro dei trasporti]] [[Rino Formica]] e presieduta da Carlo Luzzatti, direttore dell'[[Aeroporto di Alghero-Fertilia|aeroporto di Alghero]], che sulla base delle informazioni ricevute fu in grado di elaborare una pre-relazione già nel dicembre 1980 e di ultimare poi i lavori con la relazione conclusiva del 16 marzo 1982.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|anno=1982|titolo=Relazione della Commissione d'inchiesta tecnica formale incivolo a/m DC9 I-TIGI - Giorno 27 giugno 1980|pp=41-42|url=https://www.stragi80.it/documenti/Luzzatti/Luzzatti.pdf}}</ref>
 
Si leggeva infatti alle pagine 41–42 della relazione della Commissione "Luzzatti" che: <blockquote>''
{{q|l'NTSB, analizzando le informazioni radar disponibili, è giunto alle seguenti conclusioni:''
 
# ''un oggetto volante non identificato ha attraversato la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità e circa allo stesso momento dell'incidente''
# ''l'a/m I-TIGI non è, comunque, entrato in collisione con tale oggetto''
 
''Si fa notare che l'NTSB basa la traccia dell'oggetto sconosciuto sulla correlazione di soli 3 plots, situati a ovest della rotta dell'I-TIGI.''
 
''Inoltre, l'ente americano considera significativa l'esistenza della traccia veloce relativa alla 1ª ipotesi della relazione Selenia.''
 
''A tal proposito, la stessa Selenia aveva accennato alla possibilità di correlare i due plots a ovest della rotta dell'I-TIGI con la traccia in questione''.</blockquote>}}
 
La Magistratura italiana ha condotto un'attività di indagine durata decenni, con cospicue cartelle di atti: al processo di primo grado si giunse con due milioni di pagine di istruttoria, 4&nbsp;000 testimoni, 115 perizie, un'ottantina di rogatorie internazionali e 300 miliardi di lire di sole spese processuali<ref>{{Google books
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=== Altre ipotesi ===
 
Nel 1994, nel libro di [[Claudio Gatti]] "Il quinto scenario" pubblicato da [[Rizzoli]], l'autore espose la pista israeliana, con il DC-9 che era divenuto bersaglio di un missile lanciato da un caccia israeliano, con l'intenzione di colpire l'aereo di linea con a bordo gli 81 passeggeri poiché, secondoscambiato alcuneper voci,errore vi sarebbecon statoun Gheddafiaereo a bordofrancese con un carico di plutonio dasulla utilizzarerotta inMarsiglia-Baghdad, a causa di una fantomatica "''Bombaerrata raccolta delle informazioni relative al volo da parte dei degliservizi iracheni''"israeliani.<ref>{{Cita libro|nome=Claudio|cognome=Gatti|wkautore=Claudio Gatti|nome2=Gail|cognome2=Hammer|titolo=Il quinto scenario|editore=Rizzoli|anno=1994|città=Milano|isbn=88-17-84317-2}}</ref>
 
Altre ipotesi, tuttavia meno accreditate e, alla prova dei fatti, rivelatesi inconsistenti, parlano di cedimento strutturale o di [[attentato terroristico]] (un ordigno esplosivo di cui è stata ipotizzata la collocazione a bordo in varie posizioni, per ultimo nella [[toilette]] del velivolo). Quest'ultima ipotesi appare in forte contrasto sia con la scoperta di varie parti integre della [[fusoliera]], quali vani carrelli e bagagliaio e perfino il sedile del WC della toilette, risultato intatto, che suggerivano che non vi fosse stata alcuna esplosione interna,<ref>{{Cita news|nome=Franco|cognome=Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 settembre 1991|accesso=12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010656/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|urlmorto=no}}</ref> sia con la accertata presenza di sostanze esplosive come il T4 e il TNT compresenti su alcuni rottami e suppellettili recuperate e perciò indicativa — per la delicatezza della lavorazione congiunta delle due sostanze — di un ordigno esplosivo di fabbricazione industriale e non artigianale.
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== Elenco delle vittime ==
I membri dell'equipaggio sono indicati con un asterisco.<ref>{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/vittime/ |titolo=Le vittime|editore=stragi80.it|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190313091153/http://www.stragi80.it/vittime/ |urlmorto=no}}</ref>
{{div col}}
* Andres Cinzia (24)
* Andres Luigi (32)
* Baiamonte Francesco (55)
* BonatiBonanti Paola (16)
* Bonfietti Alberto (37)
* Bosco Alberto (41)
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* Cammarata Giuseppe (19)
* Campanini Arnaldo (45)
* CasdiaCandia Antonio (32)
* Cappellini Antonella (57)
* Cerami Giovanni (34)
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* Parrinello Carlo (43)
* Parrinello Francesca (49)
* PelliccioniPellicciani Anna Paola (44)
* Pinocchio Antonella (23)
* Pinocchio Giovanni (13)
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* Zanetti Emanuele (39)
* Zanetti Nicola (6)
{{div col end}}
 
== Commemorazioni ==
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L'artista francese [[Christian Boltanski]] ha creato intorno alla carcassa un'[[Installazione (arte)|installazione]] composta da 81 lampadine flebilmente pulsanti sospese sui resti dell'aereo (a metafora del battito dei cuori delle vittime) e da 81 specchi neri, posti accanto alla passerella ove transitano i visitatori, inclinati verso l'aereo, i quali, oltre a ricordare gli oblò del DC-9, riflettono il viso degli spettatori oscurandolo, ricordando la notte della tragedia.
 
Dietro ciascuno specchio è posizionato un altoparlante che diffonde la registrazione sonora di una frase che esprime un semplice pensiero/preoccupazione, volendo rappresentare ciascuno dei passeggeri del velivolo; le voci che recitano le frasi sono state attentamente scelte in base all'età, alla provenienza e alle caratteristiche fisiche delle vittime.
 
Tutti gli oggetti ritrovati nei pressi dell'aereo sono conservati in alcune casse di legno rivestite di plastica nera, poiché, come Boltanski sottolinea, non sono considerati particolari importanti per il ricordo che il museo vuole lasciare ai visitatori.
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* {{Cita TV|lingua=it|autore=Giovanni Minoli|wkautore=Giovanni Minoli|trasmissione=La storia siamo noi|wktrasmissione=La storia siamo noi|titolo=Ustica - La verità negata|canale=Rai 3|wkcanale=Rai 3|url=https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data=27 giugno 2011}}
* {{Cita TV|lingua=|trasmissione=Indagini ad alta quota|wktrasmissione=Indagini ad alta quota|titolo=Ustica: una tragedia italiana|stagione=13|episodio=7|canale=Discovery|wkcanale=Discovery Channel (Canada)|data=20 gennaio 2014}}
* [[Paolo Mieli]], [https://www.raiplay.it/programmi/ustica-veritasenzanomi-lagrandestoria Ustica-verità senza nomi], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 2019.
* {{Cita TV|nome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|trasmissione=Atlantide|wktrasmissione=Atlantide - Storie di uomini e di mondi|titolo=Ustica, 40 Anni di Bugie|episodio|canale=LA7|wkcanale=LA7|data=24 giugno 2020}}
* [[Franco Di Mare]], [https://www.raiplay.it/programmi/voloitavia870 Volo Itavia 870], [[Rai 3|RAI 3]], [https://www.raiplay.it/programmi/voloitavia870 [RaiPlay|Rai Play]], 2020.
* ''Il V Scenario'' servizio di Luca Chianca, in onda in [[prima visione]] su [[Raitre]] domenica 26 maggio 2024 in seconda serata, nella rubrica ''Report Plus'' all'interno di [[Report]], condotto da [[Sigfrido Ranucci]]<ref>servizio disponibile su ''[[RaiPlay]]'' all'interno della sezione dedicata a ''Report'' [https://www.raiplay.it/video/2024/05/Il-V-scenario---Report-26052024-8ca27ebb-bafe-4580-9d3c-3ca4972cf0d4.html].</ref>.
* [[Massimo Giletti]], [https://www.raiplay.it/video/2024/06/Speciale-Ustica-una-breccia-nel-muro-25062024-1ad57728-e4b1-45e9-a58a-784b94f1391c.html Ustica una breccia nel muro], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 25 giugno 2024.
 
=== Musica ===
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== Bibliografia ==
 
 
* Franco Bonazzi e Francesco Farinelli, ''Ustica, i fatti e le Fake news. Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica'', Vicchio, LoGisma, 2019 ISBN 978-88-94926-187
* Daniele Biacchessi, ''Ustica, ultimo volo '', Milano, Jaca Book, collana Contastorie, 2025 ISBN 978-88-16419-285
* Gregory Alegi (a cura di), "Uscire dal labirinto. Ustica dalla A alla Z", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-934
* Claudio E.A. Pizzi, "Paradossi di Ustica. Al vaglio della logica e del ragionevole dubbio", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-835
* Paolo Cucchiarelli, "Ustica e Bologna. Attacco all'Italia", La Nave di Teseo, collana I fari, 2020.
* Claudio E.A. Pizzi, "Ustica 40 anni dopo. Riflessioni su un caso aperto", Vicchio (FI), LoGisma, 2020 ISBN 978-88-94926-354
* Franco Bonazzi e Francesco Farinelli, ''Ustica, i fatti e le Fakefake news. Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica'', Vicchio (FI), LoGisma, 2019 ISBN 978-88-94926-187
* Andrea Foffano, ''Segreti e intelligence: Ustica, Ilaria Alpi, Nicola Calipari, Giulio Regeni'', Milano, Mursia, 2019
* Benito Li Vigni, ''Stragi: da Ustica a Bologna le verità nascoste: i depistaggi hanno occultato mandanti ed esecutori ma soprattutto le responsabilità politiche'', Roma, Sovera, 2014, (Dentro le storie), ISBN 978-88-6652-264-5
* Göran Lilja, ''Ustica: il mistero e la realtà dei fatti: un perito racconta la propria esperienza'', traduzione di Alberto Notari, Vicchio (FI), LoGisma, 2014,(Aeronautica), ISBN 978-88-97530-45-9
* ''Ustica, la verità inconfessabile: dall'esplosione del DC9 Itavia alla sentenza del 2013 nelle pagine dei giornali siciliani: Palermo, 13 giugno-15 luglio 2013, Palazzo Reale, Loggiato del piano parlamentare'', Palermo, ARS, Assemblea regionale siciliana, Biblioteca e archivio storico, 2013, Catalogo della Mostra
* Arcangelo Badolati, ''Stragi, delitti e misteri: la tragedia di Ustica e il mistero del MiG libico, la morte del generale Mino, la Freccia del Sud e il golpe della 'ndrangheta, il mancato putsch e la superloggia massonica, l'assassinio di Roberta Lanzino''; prefazione di [[Nicola Gratteri]], Cosenza, Pellegrini, 2011, (Mafie; 10), ISBN 978-88-8101-724-9
* Vincenzo Ruggero Manca, ''Giustizia e verita: Ustica, trent'anni di immaginario collettivo, imperizie, sofferenze e mistificazioni: per la prima volta parla il capo di Stato Maggiore dell'A. M. dell'epoca'', con la collaborazione di [[Enrico Pinto]], Roma, Koinè nuove edizioni, 2010, (Storia e storie), prefazione di [[Giuseppe Scandurra]], ISBN 978-88-89828-03-8
* Giovanni Fasanella, [[Rosario Priore]], ''Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire'', [[Chiarelettere]], 2010 rist. 2018
* ''Gli impuniti: da Ustica al Moby Prince, dal Vajont alla Valtellina, da don Pessina agli immigrati africani di Castel Volturno: le tragedie italiane "senza colpevoli"'', Milano, L'Europeo, 2009, (L'europeo cronaca nera; 7), sulla cop.copertina: 'Quando la giustizia è complice'
* ''Ero nato per volare: Museo per la memoria delle vittime di Ustica'', regia Enza Negroni; prodotto da Valeria Consolo, Bologna, Comune di Bologna, 2008, 1 DVD (22 min.)
* [[Giovanni Minoli]], [[Piero Corsini]], ''Quella maledetta estate'', Rizzoli, 2007
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* Vincenzo Ruggero Manca, ''Ustica assoluzione dovuta, giustizia negata'', Koinè, 2007
* Carlo Casarosa, ''Ustica. Storia di un'indagine'', Plus, 2006
* {{Cita libro|nome=Erminio|cognome=Amelio|nome2=Alessandro|cognome2=Benedetti|wkautore2=Alessandro Benedetti| titolo=IH870. Il volo spezzato. Strage di Ustica: le storie, i misteri, i depistaggi, il processo| editore=Editori Riuniti| cid=Amelio-Benedetti, 2005|anno=2005|città=Roma|ISBN=88-359-5595-5|postscript= nessuno}}
* [[Luigi Di Stefano]], ''Il Buco. Scenari di guerra nel cielo di Ustica'', Vallecchi, 2005
* [[Carlo Lucarelli]], ''Strage di Ustica'' in ''Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu notte'' (pagg. 46-73). Torino, Einaudi, 2004
* [[Arcangelo Badolati]], ''Il MiG delle bugie. Segreti di stato e verità nascoste'', Pellegrini editore, 2004
*Sandro Bruni, Gabriele Moroni, ''Ustica: la tragedia e l'imbroglio '', Cosenza, Memoria - Pellegrini, 2003, (Senzaconfine; 6), ISBN 88-87373-32-9
* {{Cita libro |titolo =Punto Condor, Ustica: il processo |autore1 = [[Daniele Biacchessi]] |autore2 = Fabrizio Colarieti |editore = Pendragon |città = Bologna |anno = 2002 |ISBN = 88-8342-134-5 |oclc=260014585|cid = Condor|postscript= nessuno}}<br />Visualizzazione limitata su Google Libri: {{cita web|url=https://books.google.it/books?id=cVCO6mhOWmwC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Punto Condor, Ustica: il processo|postscript= nessuno}}
* Leonora Sartori, Andrea Vivaldo, Ustica: scenari di guerra, Sommacampagna, BeccoGiallo, 2010, (Cronaca storica; 6), ISBN 978-88-85832-69-5
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* Giuseppe Zamberletti, ''La minaccia e la vendettaː Ustica e Bolognaː un filo tra le due stragi'', F. Angeli, 1995
* Fabrizio Clementi e Aldo Musci, ''Il segreto di Stato: dal caso Sifar alla giustizia negata di Ustica e Bologna: profili giuridici e prospettive di riforma'', Roma, Editori riuniti riviste, 1990,(Materiali e atti, Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato; 19), Suppl. a: ''Democrazia e diritto'', settembre-dicembre 1990, nº 5-6
* Antonio Mazzeo, ''Non solo Ustica: il rischio militare in Sicilia'', Messina, Il professore, 1990, in testa al front.frontespizio: 'Comitato messinese per la pace e il disarmo nucleare'
 
== Voci correlate ==