Ottone Rosai: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Figlio di un artigiano, Giuseppe Rosai, e di Daria Deboletti, aveva due fratelli, Oreste e Perseo, e una sorella, Ada.
Figlio di un artigiano, conseguito il diploma all'[[Istituto Statale d'Arte di Firenze|Istituto Statale d'Arte]] frequenta l'[[Accademia di belle arti di Firenze|Accademia di Belle Arti]], da cui viene espulso dopo pochi anni per cattiva condotta. Prosegue pertanto come autodidatta, e in questo periodo sono significativi gli incontri con [[Giovanni Papini]] e soprattutto con [[Ardengo Soffici]], che lo avvicina all'arte [[Futurismo|futurista]] e al movimento di [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]]. Da qui traggono ispirazione le sue prime opere (''Bottiglia + zantuntun'', 1912). Prima del rigore pittorico degli [[Anni 1920|anni venti]] e [[Anni 1930|trenta]], alla fase futurista si alterna un breve periodo [[Cubismo|cubista]] (''Paesaggio'', 1914).▼
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===Gli inizi===
Esordisce nel [[1913]] alla Mostra del Bianco di Pistoia con l'acquaforte ''Case civette'', stilisticamente ispirata alle opere di [[Edward Gordon Craig]]<ref>{{cita libro|autore=Siliano Simoncini|titolo=Pistoia. L’anima del luogo. A 100 anni dalla Mostra di Bianco e Nero|editore=Settegiorni|anno=2013}}</ref>.
Aderendo al [[futurismo]], il 9 Dicembre 1914 si arruola come volontario nel [[Regio Esercito]],
In questo periodo la sua pittura ritrae persone della sua famiglia, nature morte o figure di anziane tristemente sedute. Nel novembre [[1920]] tiene la sua prima esposizione personale a Firenze. Nel [[1922]] la sua vita è segnata dal suicidio del padre, annegatosi in [[Arno]] per debiti. Nei suoi scritti giovanili rivela di sentirsi colpevole di quella morte, e di dover vivere due vite, la sua e quella del padre. Per risanare la difficile situazione economica della famiglia, è infatti costretto a rilevare la bottega di falegnameria del padre e a diradare la sua attività pittorica.
Nel periodo della maturità, Rosai si dedica invece all'osservazione degli umili e alla descrizione di scene di vita quotidiana, improntate al tipico populismo toscano; esse sono riconducibili ad una fase della pittura italiana che può definirsi post-futurista, caratterizzata dal ritorno all'ordine, dove a emergere sono volumi, contorni nitidi e colore ricco. In particolare, l'uso dei volumi e dei colori di Rosai si ispira fortemente a [[Paul Cézanne|Cézanne]]. Allo stesso tempo, la sua pittura resta tipicamente fiorentina e in essa riecheggia il [[XV secolo|Quattrocento]] di [[Masaccio]] (''Giocatori di toppa'', 1920 - ''Donne alla fonte'', 1922 - ''Il concertino'', 1927).
[[File:Ottone Rosai, Feltrinelli, Firenze.jpg|thumb|
===La sofferenza e il successo===
Fino al [[1929]] collabora come illustratore ad alcune testate dell'epoca fascista (''Il Selvaggio'', ''Il Bargello''). La stipula dei [[Patti Lateranensi]] è per lui la conferma che l'[[anticlericalismo]] del primo Mussolini è stato tradito e provoca in lui una violenta reazione, che si traduce nella pubblicazione di uno scritto (''Per lo svaticanamento dell'Italia'') che desta scalpore tra le gerarchie fasciste. Nell'imbarazzo della federazione fiorentina, la voce dissenziente del pittore viene messa a tacere, facendo venire a galla particolari della sua vita privata finora tollerati e tenuti nascosti. Le voci di [[omosessualità]] minacciano di penalizzare il suo lavoro di artista, e Rosai viene praticamente costretto a sposare un'amica d'infanzia, che conosce e accetta le sue abitudini e le sue frequentazioni.
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Nel [[1939]] viene nominato professore di figura disegnata al Liceo Artistico, e nel [[1942]] gli viene assegnata la cattedra di pittura all'Accademia di belle arti di Firenze.
Dopo l'[[8 settembre 1943]], Rosai viene fatto oggetto di una brutale aggressione, questa volta da parte di antifascisti
===Gli ultimi anni===
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Negli [[anni 1950|anni cinquanta]] comincia a farsi conoscere in ambito internazionale, partecipando a rassegne in città come [[Zurigo]], [[Parigi]], [[Londra]], [[Madrid]]. Un'esposizione organizzata a Firenze viene riproposta poi nei musei di molte città [[Germania|tedesche]].
A Firenze nel [[1954]] dipinge e dona gratuitamente, in seguito all'iniziativa del Comitato per l'estetica cittadina di rinnovare gli antichi [[Tabernacolo|tabernacoli]] in rovina con opere di artisti contemporanei, una ''Crocifissione'', la quale testimonia il perdurare dell'interesse di Rosai per la tradizione tre-quattrocentesca toscana: [[Giotto]] e [[Masaccio]] sono ancora i punti di riferimento di un linguaggio che si è fatto tuttavia, con gli anni, sempre più aspro e scontroso, esasperando la propria radice espressionista.
{{Senza fonte|Durante una collettiva allestita nella città di
[[File:Belvedere_-_Ottone_Rosai_-_Immagine_2.jpg|upright=1.6|thumb|Belvedere nel 1923 (40 x 30 cm) appartenente all'Ing. Eligio Boggione]]
A Venezia, in occasione della [[XXVIII Esposizione internazionale d'arte|XXVIII edizione]] della [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|Biennale d'arte di Venezia]] del [[1956]], viene allestita una grande [[retrospettiva]] della sua opera.
Nel 1957, mentre cura ad [[Ivrea]] l'allestimento di una sua personale, muore colto da [[infarto miocardico acuto|infarto]], in una camera dell'[[Palazzo Ravera|Albergo Dora]]. È sepolto nel [[cimitero delle Porte Sante]] in Firenze.
==Lascito al comune di Firenze==
All'inizio degli anni Sessanta numerose vedute di Rosai pervengono nelle Collezioni civiche del Comune di Firenze dove, grazie al lascito Fei/Rosai, confluiscono anche le serie dei ''Tondini'' e degli ''Amici''; sono dipinti che ritraggono persone a lui care, realizzati negli anni Quaranta e Cinquanta e destinati ad una fruizione privata, a lungo conservati nella sua casa studio. I personaggi ritratti sono letterati, critici e artisti con cui Rosai aveva condiviso la propria esistenza. Tra questi si ricordano: [[Valerio Zurlini]]<ref>{{Cita web|url
Alcuni dipinti delle due serie sono oggi esposti nella sezione 12 del [[Museo Novecento]] di Firenze, intitolata ''Ottone Rosai: Poeti, Critici e Artisti''. A ulteriore testimonianza del milieu culturale nel quale Rosai si trovò ad operare, le voci di Piero Bigongiari, Mario Luzi, Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti, intenti nella lettura dei propri componimenti, risuonano nell’ambiente grazie a riproduzioni sonore.
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Di grande importanza per la conoscenza dell'uomo e dell'artista è la sua corrispondenza, pubblicata solo molti anni dopo la sua morte: ''Lettere, 1914-1957'', 1974<ref>{{cita libro|autore1=Ottone Rosai|autore2=Vittoria Corti|titolo=Lettere, 1914-1957|editore=Galleria d'arte moderna Falsetti|anno=1974}}</ref>.
== Opere ==
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* ''Via Toscanella'' (1922)
* ''Conversazione'' (1922)
* ''Belvedere'' (1923)▼
* ''Il muro del Carmine'' (1924)
* ''Giocatori di toppa'' (1928)
* ''L'artigiano'' (1939)
* ''Venditore di
* ''Figure al caffè'' (1941)
* ''Giocatori di carte'' (1943)
* ''Paesaggio'' (1944)
* ''Muro rosso'' (1945)
* ''Piazza del Carmine''▼
* ''I muratori'' ([[1949]]-[[1950]])
* ''Paesaggio'' (1950)
* ''Ulivi'' (1950)
* ''Carabinieri''▼
* ''Musicante'' (1951)
* ''Ritratto di Ezio Casamonti'' (1952)
* ''Crocifissione'' (1954)
* ''Ritratto di Romano Bilenchi'' (1954-1955)
* ''Il parroco'' (1955)
* ''Cupolone con campanile'' (1957)
▲* ''Carabinieri''
* ''Adunata''
* ''Scorcio di via Cittadella''
▲* ''Piazza del Carmine''
▲* ''Belvedere'' (1923)
* ''Ritratto di Mino Maccari''
▲* ''[[San Vincenzo (Rosai)|San Vincenzo]]'' (1955)
* ''Via San Leonardo'' (diverse versioni)
==Ottone Rosai nei musei==
* [[Museo del Novecento]] di Milano
* [[Galleria d'arte moderna (Firenze)|Galleria d'Arte Moderna di Firenze]]
* [[Museo Novecento]] di Firenze
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti,]] Firenze
* [[Palazzo Romagnoli (Forlì)|Palazzo Romagnoli]] di Forlì
* [[MAGI '900]] di [[Pieve di Cento]] ([[Provincia di Bologna|BO]])
* [[Museo Palazzo Ricci]], [[Macerata]]
* [[Pinacoteca comunale Attilio Moroni]], [[Porto Recanati]]
* [[Museo di arte moderna e contemporanea (Udine)|Museo di arte moderna e contemporanea]], [[Udine]]
* [https://procivitate.assisi.museum/it Galleria d'Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana, Assisi]
==Note==
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* {{cita libro | nome=Michelangelo | cognome=Masciotta | titolo=Ottone Rosai | anno=1940 | editore=F.lli Parenti | città=Firenze}}
* {{cita libro | | | | titolo=Dipinti di Ottone Rosai : dal 4 al 22 giugno 1969, [Fiesole], Sala del Consiglio Comunale | anno=1969 | editore=STIAV | città=Firenze}}
* Ettore Bonora( a cura),'' Rosai Ottone'', ''Dizionario della letteratura italiana'', Milano, Rizzoli, 1977
* {{cita libro | curatore=Alessandro Parronchi | titolo=Rosai oggi : venticinquesimo anniversario della morte, 13 maggio 1982 | anno=1982 | editore=Galleria Pananti | città=Firenze}}
* {{cita libro | nome=Ottone | cognome=Rosai | curatore=Vittoria Corti | titolo=Lettere : 1914-1957 | anno=1974 | editore=Galleria d'arte moderna Falsetti | città=Prato}}
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* {{cita libro | curatore=Stefano De Rosa | altri=con il contributo di Silvana Fei Doninelli | titolo=Ottone Rosai : dalla stagione futurista agli anni maturi : Palazzina Mangani, Fiesole, 10 aprile-4 maggio 2003 | anno=2003 | | | |}}
* {{cita libro | curatore=C. Silla | curatore2=L. Lucchesi | titolo=Collezioni del '900 : da Morandi a Guttuso [giornale dell'esposizione, Firenze, Forte di Belvedere, 2006] | anno=2006 | editore=Polistampa | città=Firenze}}
* Antonella Crippa, [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page45d.do?link=oln82d.redirect&kcond31d.att3=93 Ottone Rosai], catalogo online [http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page1z.do Artgate] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160516011843/http://www.artgate-cariplo.it/collezione-online/page1z.do |date=16 maggio 2016 }} della [[Fondazione Cariplo]], 2010, CC-BY-SA.
* {{cita libro |autore= [[Piero Girace|Girace P.]] |titolo= Artisti contemporanei|città= Napoli|editore=Ed. E.D.A.R.T.|anno=1970 |SBN=
== Voci correlate ==
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*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.exhibitions.it/eventi/186/ottone-rosai-palazzo-medici-riccardi.html|Ottone Rosai su exhibitions.it}}
*{{cita web|https://www.comprensivorosai.edu.it/.|Istituto Comprensivo Ottone Rosai}}
*Luigi Baldacci, ''Per un autoritratto del vero Rosai'' in [[Corriere della Sera]], [http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/30/Per_autoritratto_del_vero_Rosai_co_0_95033013581.shtml 30 marzo 1993, pag. 33]
{{futurismo}}
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[[Categoria:Artisti di scuola fiorentina]]
[[Categoria:
[[Categoria:Sepolti nel cimitero delle Porte Sante]]
[[Categoria:Ottone Rosai| ]]
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