Fasci italiani di combattimento: differenze tra le versioni

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|segretario = [[Michele Bianchi]]<br>[[Attilio Longoni]]<br>[[Umberto Pasella]]
|stato = ITA 1861-1946
|fondazione = 23 marzo 1919
|derivato da = [[Fasci d'Azione Rivoluzionaria]]
|dissoluzione = 10 novembre 1921
|confluito in = [[Partito Nazionale Fascista]]
|sede = Via Paolo da Cannobbio 37, [[Milano]]
|ideologia = [[Fascismo]]<ref>Payne, 1995</ref><br>[[Nazionalismo italiano]]<ref>Grčić, 2000, p. 120</ref><ref>Griffin & Feldman, 2004, p. 185</ref><ref>Spielvogel, 2012, p. 935</ref><ref>Payne, 1995, p. 106</ref><ref>Griffin, 2006, pp. 451–453</ref><ref>Riley, 2010, p. 42</ref><br>[[Nazionalismo rivoluzionario]]<ref>Griffin, 2000, pp. 31–35</ref><ref>Kallis, 2008, p. 515</ref><br>[[Anticapitalismo]]<ref name=rimbotti>Rimbotti, 2018</ref><br />[[Anticomunismo]]<br />[[Sindacalismo nazionale]]<ref name="Mack Smith">Mack Smith, 1983, p. 38</ref><ref name="Payne">Payne, 1995, p. 99</ref><br />[[Terza posizione (ideologia)|Terza posizione]]<ref name="Mack Smith" /><ref name="Payne" /><ref>Mack Smith, 1979, pp. 284, 297</ref><br>[[Sansepolcrismo]]<ref name=montanelli>Montanelli & Cervi, 1976</ref><br />[[Socialismo nazionale]]<ref name=montanelli/><br/>[[Repubblicanesimo]]
|collocazione = {{tutto attaccato|[[Trasversalismo|Trasversale]] <small>(1919-1920)</small>}}<ref>Raniolo, 2013, pp. 116–117</ref><br>[[Estrema destra]] <small>(1920-1921)</small>
|coalizione = [[Partito Politico Futurista|Blocco democratico]] <small>([[Elezioni politiche in Italia del 1919|1919]])</small><br>[[Blocco Nazionale (1921)|Blocchi nazionali]] <small>([[Elezioni politiche in Italia del 1921|1921]])</small>
|assemblea1 = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]]
|seggi1 = {{seggi|3736|535|P|a=[[Elezioni politiche in Italia del 1921|1921]]}}
|testata = ''Il Fascio''
|iscritti = {{M|312000}}
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|colori = {{color box|black}} [[Nero]]
}}
I '''Fasci italiani di combattimento''' furono il [[movimento politico]] fondato a [[Milano]] da [[Benito Mussolini]] il 23 marzo 1919 ed erede diretto del [[FascioFasci d'azioneAzione rivoluzionariaRivoluzionaria]] del 1915. Il 9 novembre 1921 si trasformò nel [[Partito Nazionale Fascista]].
== Storia ==
 
=== La nascita del movimento fascista ===
{{vedi anche|Interventismo di sinistra|Fasci d'Azione Rivoluzionaria}}
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] nell'estate del 1914, il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], [[Triplice alleanza (1882)|formalmente alleato]] dell'[[Impero austro-ungarico]] e dell'[[Impero tedesco]], i cosiddetti [[Imperi centrali]], decise di rimanere [[Neutralità italiana (1914-1915)|neutrale]] alle vicende belliche.<ref>{{Treccani|prima-guerra-mondiale|Prima guerra mondiale}}</ref> Tra i primi sostenere con forza la necessità dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] contro gli Imperi centrali, fu la corrente dei [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]] dell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI).<ref>{{Cita|Nello|p. 30}}.</ref> Secondo [[Filippo Corridoni]], [[Alceste de Ambris|Alceste De Ambris]] e [[Sergio Panunzio]] infatti una possibile vittoria degli Imperi centrali avrebbe provocato un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita della classe lavoratrice, mentre la vittoria degli Alleati avrebbe consentito la nascita di moti rivoluzionari di carattere nazionale nell'Impero austro-ungarico, nell'Impero tedesco e di conseguenza anche nel Regno d'Italia.<ref name=":0">{{Cita|Nello|p. 31}}.</ref> La corrente dei sindacalisti rivoluzionari provocò ben presto la spaccatura dell'USI, da cui si originò l'[[Unione Italiana del Lavoro (1918-1925)|Unione Italiana del Lavoro]] (UIL), mentre sul fronte politico la corrente degli [[interventismo di sinistra|interventisti di sinistra]] di [[Filippo Corridoni]] fondò il 5 ottobre 1914 il [[Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista]].<ref name=":0" />
 
[[File:Mussolini_arresto_comizio_1915.JPG|sinistra|miniatura|[[Benito Mussolini]] arrestato a [[Roma]] l'11 aprile 1915 dopo una manifestazione interventista]]
 
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] nell'estate del 1914, il [[Regno d'Italia]], formalmente alleato degli [[Imperi centrali]], decise di rimanere neutrale.<ref>{{Treccani|prima-guerra-mondiale|Prima guerra mondiale}}</ref> Tra i primi sostenere con forza la necessità dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] furono i [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]] dell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI).<ref>{{Cita|Nello|p. 30}}.</ref> Secondo [[Filippo Corridoni]], [[Alceste de Ambris|Alceste De Ambris]] e [[Sergio Panunzio]] infatti una possibile vittoria degli Imperi centrali avrebbe provocato un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita della classe lavoratrice, mentre la vittoria degli Alleati avrebbe consentito la nascita di moti rivoluzionari di carattere nazionale negli Imperi centrali e nel Regno d'Italia, [[Triplice alleanza (1882)|formalmente alleato]] dell'[[Impero austro-ungarico]] e dell'[[Impero tedesco]].<ref name=":0">{{Cita|Nello|p. 31}}.</ref> La corrente dell'[[interventismo di sinistra]] provocò ben presto la spaccatura dell'USI, da cui si originò l'[[Unione Italiana del Lavoro (1918-1925)|Unione Italiana del Lavoro]] (UIL), mentre sul fronte politico la corrente dei sindacalisti rivoluzionari di [[Filippo Corridoni]] fondò il 5 ottobre 1914 il [[Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista]].<ref name=":0" /> Una corrente interventista si costituì anche all'interno del [[Partito Socialista Italiano]] (PSI), a questa faceva capo [[Benito Mussolini]], direttore dell{{'}}''[[Avanti!]]'', che una volta estromesso dalla direzione del giornale, fondò il 15 novembre 1914 ''[[Il Popolo d'Italia]]'' per continuare a portare avanti le sue istanze.<ref name=":2" /> Mussolini fu poi espulso dal PSI il 29 novembre 1914, costituendo i Fasci Autonomi di Azione Rivoluzionaria.<ref name=":2">{{Cita|Nello|p. 32}}.</ref> Il 6 gennaio 1915 le varie anime dell'[[interventismo di sinistra]] confluirono nei [[Fasci d'Azione Rivoluzionaria]], neiall'interno quali neidei quali Benito Mussolini assunse ben presto un ruolo di primo piano, grazie al suo passato da dirigente del PSI e al sostegno economico assicurato dagli ambienti dell'imprenditoria più favorevoli all'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli Alleati.<ref>{{Cita|Nello|p. 33}}.</ref> All'interno del neonato movimento fascista maturò quindi un profonda avversione alle posizioni neutraliste del PSI, e parallelamente fu indicata la necessità di dare inizio a una serie di manifestazioni allo scopo di portare l'Italia in guerra contro gli Imperi centrali.<ref name=":1">{{Cita|Gentile|p. 29}}.</ref>
 
Il 24 maggio 1915 con l'ingresso dell'[[Italia nella prima guerra mondiale]] al fianco degli Alleati, molti fascisti si arruolarono come volontari vantando il loro contributo alla causa interventista e diffondendo tra i reparti dell'esercito le loro istanze rivoluzionarie.<ref name=":1" /> Dal fronte, Mussolini scrisse della necessità di rinnovare il movimento fascista affinché potesse sopravvivere al dopoguerra diventando il punto di riferimento di una nuova classe dirigente costituita dai combattenti, specialmente dai giovani [[ufficiali di complemento]], massimi esponenti della "trincerocrazia italiana".<ref>{{Cita|Gentile|p. 30}}.</ref> Il 3 novembre 1918, con la fine della guerra, la disfatta degli Imperi centrali e la nascita di nuovi stati nazionali repubblicani, Mussolini si impegnò a diventare il punto di riferimento di tutti coloro che avevano combattuto in ottica rivoluzionaria.<ref>{{Cita|Gentile|p. 32}}.</ref> Il 14 novembre 1918 Mussolini convocò per dicembre la Costituente dell'interventismo italiano, che aveva come punti fondamentali il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: cometra le proposte c'erano quelle di portare la giornata lavorativa a otto ore nell'arco di due anni e l'introduzioneintrodurre delil salario minimo.<ref>{{Cita|Gentile|p. 33}}.</ref>
 
=== La fondazione ===
{{vedi anche|Fondazione dei Fasci italiani di combattimento}}[[File:Fasci di combattimento.jpg|miniatura|sinistra|''[[Manifesto dei Fasci italiani di combattimento]]'' pubblicato su ''[[Il Popolo d'Italia]]'']]Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni del [[Circolo dell'alleanza industriale]], in [[piazza San Sepolcro]] a [[Milano]], furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento.
{{vedi anche|Fondazione dei Fasci italiani di combattimento}}
Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni del Circolo dell'alleanza industriale, in [[piazza San Sepolcro]] a [[Milano]], furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento. Tra i fondatori<ref>Elencati da Mimmo Franzinelli in ''Fascismo Anno Zero. 1919: La Nascita Dei Fasci Italiani Di Combattimento''</ref> troviamo persone di diversa estrazione sociale ed orientamento politico, a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei.<ref>Tagliacozzo, 2010, p. 58</ref><ref>Gutman, 1995, p. 1027</ref>
 
Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni del Circolo dell'alleanza industriale, in [[piazza San Sepolcro]] a [[Milano]], furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento. Tra i fondatori<ref>Elencati da Mimmo Franzinelli in ''Fascismo Anno Zero. 1919: La Nascita Dei Fasci Italiani Di Combattimento''</ref> troviamo persone di diversa estrazione sociale ede orientamento politico, a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei.<ref>Tagliacozzo, 2010, p. 58</ref><ref>Gutman, 1995, p. 1027</ref>
[[Benito Mussolini]] prevedeva l'attuazione di uno specifico [[Programma di San Sepolcro]] (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di [[Roma]]). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.
 
[[Benito Mussolini]] prevedeva l'attuazione di uno specifico [[Programmaprogramma di San Sepolcro]] (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto [[sansepolcristi]], fregiati di una fascia giallorossa (i [[Bandiera della Città di Roma|colori di [[Roma]]). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.
 
I locali della prima sede a [[Milano]] furono affittati dall'Associazione lombarda degli industriali presieduta da [[Cesare Goldmann]], un industriale e [[Massoneria|massone]] di [[Ebraismo|origine ebraica]]<ref>Mola, 2016, p. 159</ref> a cui venne pagato regolare affitto. La sede era caratterizzata da simboli degli [[Arditi]] che sarebbero divenuti comuni nell'iconografia fascista, quali il pugnale, il gagliardetto degli arditi e il teschio. Il simbolo dell'organizzazione era il [[fascio littorio]], che si rifaceva alla storia romana, così come molti altri simboli del futuro regime. A tale riguardo [[Gino Coletti]], segretario e promotore della Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI), su “Pensieri e ricordi” suoi appunti del 1952 scrive: “…Fu con la garanzia di sicurezza degli arditi che il 23 marzo del 1919 Mussolini poté promuovere l’adunata di P.za San Sepolcro nella quale vennero fondati i Fasci di Combattimento”
 
In breve tempo, in tutto il mese di aprile in diverse città aprirono diverse sezioni,<ref name="autogenerato1">Vivarelli, 2012, p. 363</ref> anche se le adesioni non furono massicce.<ref>De Felice, 2009, p. 11</ref> Accanto ai Fasci di combattimento sorsero affiancate numerose associazioni, con lo scopo di reagire ai tentativi insurrezionali del [[Partito Socialista Italiano]].<ref name="autogenerato1" /> Queste ultime erano costituite principalmente da leghe di reduci e associazioni patriottiche e studentesche.<ref>Vivarelli, 2012, p. 365</ref>[[File:Fasci di combattimento.jpg|miniatura|sinistra|''[[Manifesto dei Fasci italiani di combattimento]]'' pubblicato su ''[[Il Popolo d'Italia]]'']]
 
Il ''Manifesto dei Fasci italiani di combattimento'', alla cui stesura aveva collaborato attivamente [[Alceste de Ambris]],<ref name="Indro Montanelli 1976">Montanelli & Cervi, 1976, p. 82</ref> fu ufficialmente pubblicato su ''[[Il Popolo d'Italia]]'' il 6 giugno 1919. Nel manifesto venivano avanzate numerose proposte di riforma politica e sociale per far «fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra», rappresentando la [[Terza via (fascismo)|terza via]] tra i due opposti poli e sviluppandosi nell'ambito delle teorie moderniste sull'[[uomo nuovo]]. Solo parte di queste vennero realizzate durante il periodo del [[regime fascista]] (1922–1943). Pur riprese successivamente durante la [[Repubblica Sociale Italiana]], come la [[Socializzazione dell'economia (fascismo)|socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione]], rimasero sostanzialmente inapplicate a causa degli eventi bellici.
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La maggior parte dei partecipanti della prima ora erano reduci interventisti della [[prima guerra mondiale]]. Molti di loro avevano precedentemente militato in formazioni di sinistra ([[Anarchismo|anarchici]], [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicani]], [[Sindacalismo rivoluzionario#In Italia|sindacalisti rivoluzionari]] e [[Partito Socialista Italiano|socialisti]]).
 
Organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale ''Il Fascio'', che iniziò ada essere pubblicato non appena ce ne furono i mezzi. Vicino alle posizioni dei Fasci era poi, ovviamente, ''[[Il Popolo d'Italia]]'', che però non ne divenne mai l'organo ufficiale, mantenendosi separato dal movimento.<ref name="ref_A">{{Cita libro|autore=[[Renzo De Felice]]|titolo=Mussolini il rivoluzionario|anno=1965|editore=Giulio Einaudi Editore|p=462|citazione="Il popolo d'Italia" - si badi bene - non fu l'organo ufficiale, ché questo fu, appena ne ebbero i mezzi, "Il fascio"}}</ref>
 
=== L'arditismo ===
=== Il biennio rosso e prime elezioni ===
{{vedi anche|Biennio rosso in Italia|Squadrismo}}
A Milano i [[Sansepolcrismo|primi elementi fascisti]] dei neocostituiti Fasci italiani di combattimento si fecero notare il 15 aprile 1919, per la prima volta a livello nazionale,<ref>Guerri, 1995, p. 70</ref> prendendo parte all'[[Assalto all'Avanti!|assalto]] alla sede del quotidiano [[Partito Socialista Italiano|socialista]] ''[[Avanti!]]'' dopo una giornata di scontri tra manifestanti socialisti e contromanifestanti del [[Associazione Nazionalista Italiana|Partito Nazionalista]], [[futuristi]] e [[arditi]]. Nel novembre 1919 si presentarono alle [[Elezioni politiche in Italia del 1919|elezioni politiche]] nel collegio di Milano, con capilista Mussolini, [[Arturo Toscanini]] e [[Filippo Tommaso Marinetti]], ma non ebbero alcun eletto.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2007/febbraio/18/Politica_musica_temperamento_nella_vita_co_9_070218224.shtml ''Politica, musica e temperamento nella vita di Toscanini''<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>
 
Al tempo dell'[[impresa di Fiume]], quando nella città giuliana occupata da [[Gabriele D'Annunzio]] cominciarono a mancare gli approvvigionamenti, i Fasci italiani di combattimento, supportati anche da organizzazioni femminili patriottiche, si occuparono di sfollare verso città del nord circa quattromila bambini.<ref>Guerri, 2008, p. 248: «Quattromila bambini furono sfollati e mandati in varie città del Nord, grazie all'organizzazione dei Fasci di combattimento ed ai gruppi patriottici femminili».</ref>
 
=== Lo squadrismo ===
[[Giovanni Giolitti]], come aveva fatto nei suoi due precedenti governi, decise di non reprimere le rivolte, ma cercò di servirsi dei Fasci di combattimento, dando loro piena libertà di azione per riportare alla calma la situazione italiana (questo incoraggiamento sarebbe poi stato determinante per l'ascesa in Italia di Mussolini e del [[fascismo]]).
{{vedi anche|Biennio rosso in Italia|Squadrismo}}
 
[[File:Incendio_dell'Hotel_Balkan.jpeg|sinistra|miniatura|L'incendio del ''[[Narodni dom]]'' il 13 luglio 1920 da parte delle [[Squadre d'azione|squadre]] triestine di [[Francesco Giunta]]]]
Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1921|elezioni politiche]] del maggio 1921 esponenti fascisti si candidarono nelle liste dei [[Blocco Nazionale (1921)|Blocchi Nazionali]], eleggendo 35 deputati, tra cui lo stesso Mussolini, mentre due furono eletti in liste dei Fasci italiani di combattimento.
In seguito al [[II Congresso dei Fasci italiani di combattimento|II Congresso dei Fasci Italiani di combattimento]] del maggio 1920, il movimento fascista di [[Benito Mussolini]] mirò a diventare l'organizzazione di riferimento dei ceti medi laici e patriottici.<ref>{{Cita|Gentile|p. 97}}.</ref> Nella primavera del 1920, nel pieno delle proteste del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]", il segretario dei Fasci Italiani di combattimento [[Umberto Pasella]] si adoperò per organizzare delle "[[squadre d'azione]]" fasciste che potessero svolgere durante gli scioperi azioni di [[crumiraggio]] in collaborazione con i "[[Sempre Pronti per la Patria e per il Re]]" dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]] e le "leghe antibolsceviche" della piccola borghesia cittadina.<ref name=":03">{{Cita|Gentile|p. 99}}.</ref> Nel corso dell'estate del 1920, su incarico del segretario [[Umberto Pasella]], tutti i fasci cittadini si attivarono per costituire delle [[squadre d'azione]], preferibilmente armate di manganelli, munizioni, bombe a mano e rivoltelle.<ref name=":03" /> Su impulso di [[Francesco Giunta]], lo [[squadrismo]] fascista si diffuse inizialmente in tutta la [[provincia di Trieste]] (ancora sotto occupazione militare) colpendo sistematicamente le sedi delle organizzazioni socialiste e della [[Sloveni in Italia|minoranza slovena]], incendiando il 13 luglio 1920 il ''[[Narodni dom]]''.<ref>{{Cita|Gentile|p. 100}}.</ref> Il 23 settembre 1920 Benito Mussolini si recò a [[Monfalcone]] per celebrare le squadre della [[Venezia Giulia]], le quali il 14 ottobre 1920 assalirono una manifestazione socialista a favore della Russia bolscevica incendiando la sede de ''[[Il Lavoratore]]'' e la [[Camere del Lavoro|Camera del lavoro]] di [[Fiume (Croazia)|Fiume.]]<ref name=":32">{{Cita|Gentile|p. 103}}.</ref><ref>{{Cita|Franzinelli|p. 297}}.</ref> Le proteste del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]" terminarono nel settembre del 1920 con l'occupazione delle fabbriche, nel frattempo all'interno del [[Partito Socialista Italiano]] (PSI) la [[Partito Comunista Italiano|frazione comunista]] era sempre più decisa alla scissione e, nella [[guerra sovietico-polacca]], l'[[Armata Rossa]] sovietica iniziava a riportare le prime sconfitte.<ref>{{Cita|Gentile|p. 102}}.</ref> In questo contesto di sostanziale indebolimento del [[movimento operaio]], il 16 ottobre 1920 ''[[Il Fascio]]'' incitò l'avvio di una guerra civile contro i socialisti esaltando le azioni delle squadre triestine dei giorni precedenti.<ref name=":32" /> A muoversi contro il socialisti non erano solamente i fascisti, ma anche le forze [[Liberali (Italia)|liberaldemocratiche]] e [[Associazione Nazionalista Italiana|nazionaliste]], che alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1920|elezioni amministrative del 7 novembre 1920]] si coalizzarono con i fasciste nelle liste dei "[[blocchi nazionali]]" che raccolsero il 56% dei voti ottenendo la maggioranza in trentatré [[Consiglio provinciale|consigli provinciali]] su sessantanove, e in {{M|4655}} comuni su {{M|8346}}.<ref name=":52">{{Cita|Gentile|p. 104}}.</ref> Le elezioni ebbero però anche un esito favorevole, anche se non quanto le [[Elezioni politiche in Italia del 1919|politiche del 1919]], anche per il PSI che conquistò 26 consigli provinciali e {{M|2022}} comuni, di cui venti capoluoghi, tra i quali [[Milano]] e [[Bologna]]; nello stesso periodo gli iscritti al PSI toccarono i {{M|216327}}.<ref name=":52" />
[[File:Fotografia_dell'Emilia_-_n._018_B_-_Bologna_-_Palazzo_Comunale.jpg|miniatura|Il luogo della [[strage di Palazzo d'Accursio]] del 21 novembre 1920]]
L'offensiva fascista contro le nuove amministrazioni socialiste cominciò il 21 novembre 1920 a [[Bologna]], dove nei mesi precedenti si era consumato uno scontro tra [[Federterra]] e l'associazione agraria bolognese per il rinnovo dei patti agricoli.<ref>{{Cita|Gentile|p. 105}}.</ref> Nel corso della manifestazione per l'insediamento della giunta socialista, le squadre d'azione di [[Leandro Arpinati]], irruppero tra la folla ingaggiando uno scontro a fuoco con le "[[Guardie Rosse (Italia)|guardie rosse]]" che provocò cinquanta feriti e in cui morirono undici persone, tra cui il consigliere nazionalista Giulio Giordani.<ref name=":62">{{Cita|Gentile|p. 106}}.</ref><ref>{{Cita|Franzinelli|p. 299}}.</ref> In seguito alla [[strage di Palazzo d'Accursio]] il comune venne [[Commissario prefettizio|commissariato]] e in breve tempo le azioni squadriste si diffusero in tutta la penisola, specialmente nelle aree della [[bassa padana]] dove la protesta contadina era stata più intensa.<ref name=":62" /> In generale si trattava di incursioni compiute da squadre d'azione armate volte a distruggere fisicamente circoli, cooperative e leghe di lavoratori e a intimidire con la violenza, o addirittura ad assassinare, i capi di queste organizzazioni.<ref>{{Cita|Gentile|p. 107}}.</ref> Lo [[squadrismo]] si trasformò rapidamente in un fenomeno di massa: i Fasci italiani di combattimento passarono così dai {{M|20165}} iscritti del dicembre 1920 ai {{M|187588}} del maggio 1921.<ref>{{Cita|Gentile|p. 113}}.</ref> In vista della scadenza della [[XXIV legislatura del Regno d'Italia|XXIV legislatura]] il [[Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del Consiglio]] [[Giovanni Giolitti]], constatata l'affermazione del fascismo e la nascita del [[Partito Comunista d'Italia]], decise lo scioglimento delle camere e la convocazione di nuove elezioni.<ref name=":72">{{Cita|Gentile|p. 137}}.</ref> Per favorire l'ingresso dei fascisti in parlamento, Giolitti ripropose le liste dei [[blocchi nazionali]] con l'inclusione di candidati fascisti.<ref name=":72" /> consentendo a trentasette fascisti l'ingresso in parlamento.<ref>{{Cita|Gentile|p. 142}}.</ref>
 
=== La formazione del Partito Nazionale Fascista ===
{{vedi anche|Partito Nazionale Fascista}}
 
AlAll'apertura terzodella congresso[[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]] Mussolini però votò la sfiducia al [[Governo Giolitti V|governo Giolitti]], che a causa dell'esigua maggioranza rassegnò le dimissioni, mentre rivolse al PSI una proposta di pacificazione.<ref name=":02">{{Cita|Gentile|p. 143}}.</ref> A luglio re [[RomaVittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò l'incarico di governo a [[Ivanoe Bonomi]], ministro del tesoro nel novembre[[Governo 1921Giolitti V|governo uscente]], fuche si adoperò per decisola lobuona scioglimentoriuscita del movimento"[[patto di pacificazione]]".<ref name=":02" /> In seguito all'intervento delle forze dell'ordine nei [[fatti di Sarzana]] e all'efferatezza della violenza squadrista nella [[strage di Roccastrada]], nonostante la contrarietà di molti fascisti, Mussolini proseguì per l'approvazione del patto di pacificazione, che fu firmato tra i fasci, il PSI e la CGdL il 3 agosto 1921.<ref>{{Cita|Gentile|pp. 145-147}}.</ref> Le forti resistenze interne alla pacificazione furono risolte a novembre al [[III Congresso dei Fasci italiani di combattimento]] in cui Mussolini si impegnò ad abbondonare la strada della pacificazione, a patto di trasformare il movimento in partito, Il [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).<ref>{{Cita|Gentile|p. 169}}.</ref> Alla sua formazione il partito contava già {{formatnum:312000}} iscritti,<ref>[http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 ''Guardia di Finanza''<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111230085538/http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 |datedata=30 dicembre 2011 }}.</ref> e fula creatodenominazione il [[Partito Nazionale Fascista]]. La denominazioneoriginale rimase tuttavia ada indicare le strutture territoriali locali del nuovo partito, tra cui la Federazione dei Fasci di Combattimento a livello provinciale.
 
== Nelle istituzioni ==
 
=== Camera dei deputati ===
{| class="wikitable" style="font-size:100%;width:100%;margin:auto;clear:both;text-align:center;"
! width="50%" |[[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]]
|-
| align="center" |36 deputati
|}
[[Giacomo Acerbo]], [[Luigi Albanese (politico)|Luigi Albanese]], [[Giovanni Floriano Banelli]], [[Luigi Bilucaglia]], [[Giuseppe Bottai]], [[Carlo Buttafochi]], [[Italo Capanni]], [[Giuseppe Caradonna]], [[Giovanni Celesia di Vegliasco]], [[Manfredo Chiostri]], [[Costanzo Ciano]], [[Valentino Coda]], [[Ottavio Corgini]], [[Alberto de' Stefani]], [[Roberto Farinacci]], [[Aldo Finzi (politico)|Aldo Finzi]], [[Silvio Gai]], [[Barbato Gattelli]], [[Francesco Giunta]], [[Giovanni Giuriati]], [[Dino Grandi]], [[Virgilio Lancellotti]], [[Luigi Lanfranconi (politico)|Luigi Lanfranconi]], [[Dario Lupi]], [[Cesare Maria De Vecchi]], [[Ettore Mazzucco]], [[Alfredo Misuri]], [[Benito Mussolini]], [[Filippo Ostinelli]], [[Aldo Oviglio]], [[Ottorino Piccinato]], [[Guido Pighetti]], [[Alessandro Sardi]], [[Michele Terzaghi]], [[Edoardo Torre]], [[Marco Arturo Vicini]].<ref>[[Alfonso Imperati]], eletto nella lista fascista, si iscrisse al gruppo misto.</ref>
 
== Risultati elettorali ==
Riga 76 ⟶ 92:
|Opposizione
|-
![[Elezioni politiche in Italia del 19191921|Politiche 1921]]
!<small>Camera <sup>b</sup></small>
| colspan="2" |<small>Nei [[Blocchiblocchi Nazionalinazionali]]</small>
|{{Seggi|3736|535|P}}
|Opposizione
|-
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Numero di iscritti e sezioni per periodo:<ref>G. A. Chiurco ''Storia della Rivoluzione Fascista'', Firenze, Vallecchi, 1929, II ed., Milano, 1973, I</ref><ref>Renzo de Felice ''Breve storia del Fascismo'', Mondadori, 2002</ref>
 
* I Congresso Nazionale ([[Firenze]]) 9-10 ottobre 1919: 17&nbsp;000 iscritti, 22 sezioni
* II Congresso Nazionale ([[Milano]]) 24-25 maggio 1920: 30&nbsp;000 iscritti, 56 sezioni
* Fine 1920: 800 sezioni
* Febbraio 1921: 1000 sezioni
* III Congresso Nazionale ([[Roma]]) 7-10 novembre 1921: 310&nbsp;000 iscritti, 2200 sezioni
 
== Stampa ==
L'organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale ''Il Fascio'', che iniziò ad essere pubblicato il 15 agosto 1919. Vicino alle posizioni dei Fasci era poi, ovviamente, ''[[Il Popolo d'Italia]]'', che però non ne divenne mai l'organo ufficiale, mantenendosi separato dal movimento.<ref name="ref_A" />
 
== Note ==
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*Giordano Bruno Guerri, ''D'Annunzio'', Oscar Mondadori, 2008
*{{en}} [[Israel Gutman]], ''Encyclopedia of the Holocaust'', Volume 2, Macmillan Library Reference USA, 1995
*{{en}} [[Aristotle A. Kallis]], ''Perversions of Nationalism'', in Guntram H. Herb, David H. Kaplan (a cura di), ''Nations and Nationalism: A Global Historical Overview'', Santa Barbara, CaliforiaCalifornia, ABC-CLIO, 2008
*{{en}} [[Denis Mack Smith]], ''Modern Italy: A Political History'', University of Michigan Press, 1979
*{{en}} Denis Mack Smith, ''Mussolini'', New York: Vintage Books, 1983
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*Francesco Raniolo, ''I partiti politici'', Roma, Editori Laterza, 2013
*{{en}} Dylan John Riley, ''The Civic Foundations of Fascism in Europe: Italy, Spain, and Romania, 1870–1945'', Johns Hopkins University Press, 2010 ISBN 978-0-8018-9427-5.
*Luca Leonello Rimbotti, ''Fascismo rivoluzionario. Il fascismo di sinistra dal sansepolcrismo alla Repubblica Sociale'', Passaggio Al Bosco, 2018.
*{{en}} [[Jackson J. Spielvogel]], ''Western Civilization'', Wadsworth, Cengage Learning, 2012
*Franca Tagliacozzo, ''Gli ebrei romani raccontano la propria Shoah'', Casa Editrice Giuntina, 2010
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*{{Cita libro|autore-capitolo=Paolo Nello|titolo=A cento anni dalla Grande Guerra: l’Italia divisa|url=https://library.oapen.org/bitstream/handle/20.500.12657/55394/9788864535531.pdf?sequence=1&isAllowed=y|anno=2017|volume=2|capitolo=L'Italia interventista|cid=Nello}}
*{{Cita libro|autore=[[Emilio Gentile]]|titolo=Storia del fascismo|anno=2022|editore=Editori Laterza|cid=Gentile|ISBN=978-88-581-4891-4}}
*{{Cita libro|autore=[[Mimmo Franzinelli]]|titolo=Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922|collana=Universale economica|annooriginale=2003|anno=2019|editore=[[Giangiacomo Feltrinelli Editore]]|cid=Franzinelli|ISBN=978-88-07-89287-5}}
 
== Voci correlate ==
*[[Fasci giovanili di combattimento]]
*[[Fascismo]]
*[[Partito Nazionale Fascista]]
*[[Programma di San Sepolcro]]
*[[Rivoluzione fascista]]
*[[Sansepolcrismo]]
*[[Squadrismo]]
*[[Storia dell'Italiadel fascistafascismo italiano]]
*[[Biennio nero]]
 
== Altri progetti ==
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{{fascismo movimento (1914-1922)}}
{{fascismi nel mondo (1919-1945)}}
{{Partiti politici del Regno d'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Fascismo (movimento)]]