Fasci italiani di combattimento: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Migliora forma |
||
(12 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate) | |||
Riga 4:
|segretario = [[Michele Bianchi]]<br>[[Attilio Longoni]]<br>[[Umberto Pasella]]
|stato = ITA 1861-1946
|fondazione = 23 marzo 1919
|derivato da = [[Fasci d'Azione Rivoluzionaria]]
|dissoluzione = 10 novembre 1921
Riga 13:
|coalizione = [[Partito Politico Futurista|Blocco democratico]] <small>([[Elezioni politiche in Italia del 1919|1919]])</small><br>[[Blocchi nazionali]] <small>([[Elezioni politiche in Italia del 1921|1921]])</small>
|assemblea1 = [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]]
|seggi1 = {{seggi|
|testata = ''Il Fascio''
|iscritti = {{M|312000}}
Riga 25:
{{vedi anche|Interventismo di sinistra|Fasci d'Azione Rivoluzionaria}}
Allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] nell'estate del 1914, il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], [[Triplice alleanza (1882)|formalmente alleato]] dell'[[Impero austro-ungarico]] e dell'[[Impero tedesco]], i cosiddetti [[Imperi centrali]], decise di rimanere [[Neutralità italiana (1914-1915)|neutrale]] alle vicende belliche.<ref>{{Treccani|prima-guerra-mondiale|Prima guerra mondiale}}</ref> Tra i primi sostenere con forza la necessità dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] contro gli Imperi centrali, fu la corrente dei [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]] dell'[[Unione Sindacale Italiana]] (USI).<ref>{{Cita|Nello|p. 30}}.</ref> Secondo [[Filippo Corridoni]], [[Alceste de Ambris|Alceste De Ambris]] e [[Sergio Panunzio]] infatti una possibile vittoria degli Imperi centrali avrebbe provocato un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita della classe lavoratrice, mentre la vittoria degli Alleati avrebbe consentito la nascita di moti rivoluzionari di carattere nazionale nell'Impero austro-ungarico, nell'Impero tedesco e di conseguenza anche nel Regno d'Italia.<ref name=":0">{{Cita|Nello|p. 31}}.</ref> La corrente dei sindacalisti rivoluzionari provocò ben presto la spaccatura dell'USI, da cui si originò l'[[Unione Italiana del Lavoro (1918-1925)|Unione Italiana del Lavoro]] (UIL), mentre sul fronte politico la corrente degli [[interventismo di sinistra|interventisti di sinistra]] di [[Filippo Corridoni]] fondò il 5 ottobre 1914 il [[Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista]].<ref name=":0" />
[[File:Mussolini_arresto_comizio_1915.JPG|sinistra|miniatura|[[Benito Mussolini]] arrestato a [[Roma]] l'11 aprile 1915 dopo una manifestazione interventista]]
Una corrente interventista si costituì anche all'interno del [[Partito Socialista Italiano]] (PSI), a questa faceva capo [[Benito Mussolini]], direttore dell{{'}}''[[Avanti!]]'', che una volta estromesso dalla direzione del giornale, fondò il 15 novembre 1914 ''[[Il Popolo d'Italia]]'' per continuare a portare avanti le sue istanze.<ref name=":2" /> Mussolini fu poi espulso dal PSI il 29 novembre 1914, costituendo i Fasci Autonomi di Azione Rivoluzionaria.<ref name=":2">{{Cita|Nello|p. 32}}.</ref> Il 6 gennaio 1915 le varie anime dell'[[interventismo di sinistra]] confluirono nei [[Fasci d'Azione Rivoluzionaria]], all'interno dei quali Benito Mussolini assunse ben presto un ruolo di primo piano, grazie al suo passato da dirigente del PSI e al sostegno economico assicurato dagli ambienti dell'imprenditoria più favorevoli all'entrata in guerra dell'Italia al fianco degli Alleati.<ref>{{Cita|Nello|p. 33}}.</ref> All'interno del neonato movimento fascista maturò quindi un profonda avversione alle posizioni neutraliste del PSI, e parallelamente fu indicata la necessità di dare inizio a una serie di manifestazioni allo scopo di portare l'Italia in guerra contro gli Imperi centrali.<ref name=":1">{{Cita|Gentile|p. 29}}.</ref>
Il 24 maggio 1915 con l'ingresso dell'[[Italia nella prima guerra mondiale]] al fianco degli Alleati, molti fascisti si arruolarono come volontari vantando il loro contributo alla causa interventista e diffondendo tra i reparti dell'esercito le loro istanze rivoluzionarie.<ref name=":1" /> Dal fronte, Mussolini scrisse della necessità di rinnovare il movimento fascista affinché potesse sopravvivere al dopoguerra diventando il punto di riferimento di una nuova classe dirigente costituita dai combattenti, specialmente dai giovani [[ufficiali di complemento]], massimi esponenti della "trincerocrazia italiana".<ref>{{Cita|Gentile|p. 30}}.</ref> Il 3 novembre 1918, con la fine della guerra, la disfatta degli Imperi centrali e la nascita di nuovi stati nazionali repubblicani, Mussolini si impegnò a diventare il punto di riferimento di tutti coloro che avevano combattuto in ottica rivoluzionaria.<ref>{{Cita|Gentile|p. 32}}.</ref> Il 14 novembre 1918 Mussolini convocò per dicembre la Costituente dell'interventismo italiano, che aveva come punti fondamentali il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: tra le proposte c'erano quelle di portare la giornata lavorativa a otto ore e l'introdurre il salario minimo.<ref>{{Cita|Gentile|p. 33}}.</ref>
=== La fondazione ===
{{vedi anche|Fondazione dei Fasci italiani di combattimento}}[[File:Fasci di combattimento.jpg|miniatura|sinistra|''[[Manifesto dei Fasci italiani di combattimento]]'' pubblicato su ''[[Il Popolo d'Italia]]'']]Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni del [[Circolo dell'alleanza industriale]], in [[piazza San Sepolcro]] a [[Milano]], furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento.
Tra i fondatori<ref>Elencati da Mimmo Franzinelli in ''Fascismo Anno Zero. 1919: La Nascita Dei Fasci Italiani Di Combattimento''</ref> troviamo persone di diversa estrazione sociale e orientamento politico, a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei.<ref>Tagliacozzo, 2010, p. 58</ref><ref>Gutman, 1995, p. 1027</ref>
[[Benito Mussolini]] prevedeva l'attuazione di uno specifico [[programma di San Sepolcro]] (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di [[Roma]]). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.▼
▲[[Benito Mussolini]] prevedeva l'attuazione di uno specifico [[programma di San Sepolcro]] (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto [[sansepolcristi]], fregiati di una fascia giallorossa (i [[Bandiera della Città di Roma|colori di
I locali della prima sede a [[Milano]] furono affittati dall'Associazione lombarda degli industriali presieduta da [[Cesare Goldmann]], un industriale e [[Massoneria|massone]] di [[Ebraismo|origine ebraica]]<ref>Mola, 2016, p. 159</ref> a cui venne pagato regolare affitto. La sede era caratterizzata da simboli degli [[Arditi]] che sarebbero divenuti comuni nell'iconografia fascista, quali il pugnale, il gagliardetto degli arditi e il teschio. Il simbolo dell'organizzazione era il [[fascio littorio]], che si rifaceva alla storia romana, così come molti altri simboli del futuro regime. A tale riguardo [[Gino Coletti]], segretario e promotore della Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI), su “Pensieri e ricordi” suoi appunti del 1952 scrive: “…Fu con la garanzia di sicurezza degli arditi che il 23 marzo del 1919 Mussolini poté promuovere l’adunata di P.za San Sepolcro nella quale vennero fondati i Fasci di Combattimento”
Riga 46 ⟶ 48:
La maggior parte dei partecipanti della prima ora erano reduci interventisti della [[prima guerra mondiale]]. Molti di loro avevano precedentemente militato in formazioni di sinistra ([[Anarchismo|anarchici]], [[Partito Repubblicano Italiano|repubblicani]], [[Sindacalismo rivoluzionario#In Italia|sindacalisti rivoluzionari]] e [[Partito Socialista Italiano|socialisti]]).
Organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale ''Il Fascio'', che iniziò
=== L'arditismo ===
Riga 56 ⟶ 58:
{{vedi anche|Squadrismo}}
[[File:Incendio_dell'Hotel_Balkan.jpeg|sinistra|miniatura|L'incendio del ''[[Narodni dom]]'' il 13 luglio 1920 da parte delle [[Squadre d'azione|squadre]] triestine di [[Francesco Giunta]]]]
In seguito al [[II Congresso dei Fasci italiani di combattimento|II Congresso dei Fasci Italiani di combattimento]] del maggio 1920, il movimento fascista di [[Benito Mussolini]] mirò a diventare l'organizzazione di riferimento dei ceti medi laici e patriottici.<ref>{{Cita|Gentile|p. 97}}.</ref> Nella primavera del 1920, nel pieno delle proteste del "[[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]]", il segretario dei Fasci Italiani di combattimento [[Umberto Pasella]] si adoperò per organizzare delle "[[squadre d'azione]]" fasciste che potessero svolgere durante gli scioperi azioni di [[crumiraggio]] in collaborazione con i "[[Sempre Pronti per la Patria e per il Re]]" dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]] e le "leghe antibolsceviche" della piccola borghesia cittadina.<ref name=":03">{{Cita|Gentile|p. 99}}.</ref> Nel corso dell'estate del 1920, su incarico del segretario [[Umberto Pasella]], tutti i fasci cittadini
[[File:Fotografia_dell'Emilia_-_n._018_B_-_Bologna_-_Palazzo_Comunale.jpg|miniatura|Il luogo della [[strage di Palazzo d'Accursio]] del 21 novembre 1920]]
L'offensiva fascista contro le nuove amministrazioni socialiste cominciò il 21 novembre 1920 a [[Bologna]], dove nei mesi precedenti si era consumato uno scontro tra [[Federterra]] e l'associazione agraria bolognese per il rinnovo dei patti agricoli.<ref>{{Cita|Gentile|p. 105}}.</ref> Nel corso della manifestazione per l'insediamento della giunta socialista, le squadre d'azione di [[Leandro Arpinati]], irruppero tra la folla ingaggiando uno scontro a fuoco con le "[[Guardie Rosse (Italia)|guardie rosse]]" che provocò cinquanta feriti e in cui morirono undici persone, tra cui il consigliere nazionalista Giulio Giordani.<ref name=":62">{{Cita|Gentile|p. 106}}.</ref><ref>{{Cita|Franzinelli|p. 299}}.</ref> In seguito alla [[strage di Palazzo d'Accursio]] il comune venne [[Commissario prefettizio|commissariato]] e in breve tempo le azioni squadriste si diffusero in tutta la penisola, specialmente nelle aree della [[bassa padana]] dove la protesta contadina era stata più intensa.<ref name=":62" /> In generale si trattava di incursioni compiute da squadre d'azione armate volte a distruggere fisicamente circoli, cooperative e leghe di lavoratori e a intimidire con la violenza, o addirittura ad assassinare, i capi di queste organizzazioni.<ref>{{Cita|Gentile|p. 107}}.</ref> Lo [[squadrismo]] si trasformò rapidamente in un fenomeno di massa: i Fasci italiani di combattimento passarono così dai {{M|20165}} iscritti del dicembre 1920 ai {{M|187588}} del maggio 1921.<ref>{{Cita|Gentile|p. 113}}.</ref> In vista della scadenza della [[XXIV legislatura del Regno d'Italia|XXIV legislatura]] il [[Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del Consiglio]] [[Giovanni Giolitti]], constatata l'affermazione del fascismo e la nascita del [[Partito Comunista d'Italia]], decise lo scioglimento delle camere e la convocazione di nuove elezioni.<ref name=":72">{{Cita|Gentile|p. 137}}.</ref> Per favorire l'ingresso dei fascisti in parlamento, Giolitti ripropose le liste dei [[blocchi nazionali]] con l'inclusione di candidati fascisti.<ref name=":72" /> consentendo a
=== La formazione del Partito Nazionale Fascista ===
{{vedi anche|Partito Nazionale Fascista}}
All'apertura della [[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]] Mussolini però votò la sfiducia al [[Governo Giolitti V|governo Giolitti]], che a causa dell'esigua maggioranza rassegnò le dimissioni, mentre rivolse al PSI una proposta di pacificazione.<ref name=":02">{{Cita|Gentile|p. 143}}.</ref> A luglio re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò l'incarico di governo a [[Ivanoe Bonomi]], ministro del tesoro nel [[Governo Giolitti V|governo uscente]], che si adoperò per la buona riuscita del "[[patto di pacificazione]]".<ref name=":02" /> In seguito all'intervento delle forze dell'ordine nei [[fatti di Sarzana]] e all'efferatezza della violenza squadrista nella [[strage di Roccastrada]], nonostante la contrarietà di molti fascisti, Mussolini proseguì per l'approvazione del patto di pacificazione, che fu firmato tra i fasci, il PSI e la CGdL il 3 agosto 1921.<ref>{{Cita|Gentile|pp. 145-147}}.</ref> Le forti resistenze interne alla pacificazione furono risolte a novembre al [[III Congresso dei Fasci italiani di combattimento]] in cui Mussolini si impegnò ad abbondonare la strada della pacificazione, a patto di trasformare il movimento in partito, Il [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).<ref>{{Cita|Gentile|p. 169}}.</ref> Alla sua formazione il partito contava già {{formatnum:312000}} iscritti,<ref>[http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 ''Guardia di Finanza''<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111230085538/http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 |
== Nelle istituzioni ==
=== Camera dei deputati ===
{| class="wikitable" style="font-size:100%;width:100%;margin:auto;clear:both;text-align:center;"
! width="50%" |[[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]]
|-
| align="center" |36 deputati
|}
[[Giacomo Acerbo]], [[Luigi Albanese (politico)|Luigi Albanese]], [[Giovanni Floriano Banelli]], [[Luigi Bilucaglia]], [[Giuseppe Bottai]], [[Carlo Buttafochi]], [[Italo Capanni]], [[Giuseppe Caradonna]], [[Giovanni Celesia di Vegliasco]], [[Manfredo Chiostri]], [[Costanzo Ciano]], [[Valentino Coda]], [[Ottavio Corgini]], [[Alberto de' Stefani]], [[Roberto Farinacci]], [[Aldo Finzi (politico)|Aldo Finzi]], [[Silvio Gai]], [[Barbato Gattelli]], [[Francesco Giunta]], [[Giovanni Giuriati]], [[Dino Grandi]], [[Virgilio Lancellotti]], [[Luigi Lanfranconi (politico)|Luigi Lanfranconi]], [[Dario Lupi]], [[Cesare Maria De Vecchi]], [[Ettore Mazzucco]], [[Alfredo Misuri]], [[Benito Mussolini]], [[Filippo Ostinelli]], [[Aldo Oviglio]], [[Ottorino Piccinato]], [[Guido Pighetti]], [[Alessandro Sardi]], [[Michele Terzaghi]], [[Edoardo Torre]], [[Marco Arturo Vicini]].<ref>[[Alfonso Imperati]], eletto nella lista fascista, si iscrisse al gruppo misto.</ref>
== Risultati elettorali ==
Riga 83 ⟶ 95:
!<small>Camera <sup>b</sup></small>
| colspan="2" |<small>Nei [[blocchi nazionali]]</small>
|{{Seggi|
|Opposizione
|-
Riga 109 ⟶ 121:
== Stampa ==
L'organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale ''Il Fascio'', che iniziò ad essere pubblicato il 15 agosto 1919. Vicino alle posizioni dei Fasci era poi
== Note ==
|