Francesco Guicciardini: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|l'omonimo sindaco di Firenze|Francesco Guicciardini (politico)}}{{Carica pubblica
| nome = Francesco Guicciardini
| immagine = Ritratto_di_francesco_guicciardiniRitratto di Francesco Guicciardini.jpg |[[Antonio Maria Crespi]], ''Ritratto di Francesco Guicciardini''
| didascalia =
| carica = Ambasciatore della [[Repubblica di Firenze]] in Spagna
| mandatoinizio = 17 ottobre 1511
| mandatofine = ottobre 1513
| capo di stato = [[Pier Soderini]] (Repubblica)
[[Cardinale Giovanni de' Medici]] (Signoria)
| carica2 = Membro del consiglio degli [[Otto di Guardia e Balia]]
| mandatoinizio2 = 14 agosto 1514
| mandatofine2 = ottobre 1515
| monarca2 = [[Giuliano di Lorenzo de' Medici]]
[[Lorenzo de' Medici duca di Urbino|Lorenzo di Piero de' Medici]]
| carica3 = Membro della [[Signoria di Firenze]]
| mandatoinizio3 = settembre 1515
| mandatofine3 = ottobre 1515
| monarca3 = [[Giuliano di Lorenzo de' Medici]]
| carica4 = Commissario pontificio di Modena
| mandatoinizio4 = 5 aprile 1516
| mandatofine4 = 4 maggio 1519
| monarca4 = [[Lorenzo de' Medici duca di Urbino|Lorenzo di Piero de' Medici]]
| carica5 = Commissario generale dell'esercito dello [[Stato Pontificio]]
| mandatoinizio5 = 12 luglio 1521
| mandatofine5 = 25 dicembre 1523
| monarca5 = [[Leone X]]
[[Adriano VI]]
| carica6 = Presidente della Romagna Pontificia
| mandatoinizio6 = 19 marzo 1523
| mandatofine6 = 1526
| monarca6 = [[Adriano VI]]
[[Clemente VII]]
| titolo di studio = Laurea in diritto civile
| alma mater = Università di Pisa
| professione = Avvocato
}}{{Bio
|Titolo = Ser
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Questo matrimonio infatti funse per lui da trampolino di lancio, garantendogli una brillante e rapida ascesa politica: con l'aiuto del suocero fu nominato tra i capitani dello [[Ospedale del Ceppo|Spedale del Ceppo]], una carica non molto significativa di per sé, ma prestigiosa in quanto a membri insigniti dell'onorificenza. Nel [[1508]] curò l'istruttoria contro il [[podestà (medioevo)|podestà]] Piero Ludovico da Fano, iniziando la stesura delle ''[[Storie fiorentine]]'' e dei ''[[Ricordi politici e civili|Ricordi]]''. Esattamente dieci anni prima, ossia con l'anno [[1498]], si chiudono quelle ''Cronache forlivesi'' di [[Leone Cobelli]] che espongono le premesse degli avvenimenti riguardanti [[Caterina Sforza]]<ref>"Donna di grandissimo animo e molto virile", secondo il Guicciardini (''Storie fiorentine'', cap. XIX).</ref> e [[Cesare Borgia]] di cui Guicciardini si occupa, nelle sue ''Storie'', per i notevoli riflessi che hanno sulla politica fiorentina.
 
Nel [[1509]], in occasione della guerra contro [[Pisa]], venne chiamato ''a pratica'' dalla signoria, ottenendo, grazie all'aiuto del Salviati, l'avvocatura del capitolo di Santa Liberata. Questi progressi portarono il Guicciardini anche ad una rapida ascesa nella politica internazionale, ricevendo dalla Repubblica Fiorentina l'incarico di ambasciatore in [[Spagna]] presso [[Ferdinando il Cattolico]] nel 1512. Da questa sua esperienza nell'attività diplomatica nacque la ''[[Relazione di Spagna]]'', una lucida analisi delle condizioni sociopolitiche della [[Penisola Iberica]] e anche il "Discorso di Logrogno", un'opera di teoria politica in cui Guicciardini sostiene una riforma in senso aristocratico della Repubblica fiorentina.
 
Nel [[1513]] fece ritorno a Firenze, dove da circa un anno era stata restaurata la [[Signoria cittadina|Signoria]] [[Medici|Medicea]] con l'appoggio dell'esercito ispano-pontificio. Dal [[1514]] fece parte degli [[Otto di Guardia e Balia]] e nel [[1515]] entrò a far parte della signoria, divenendo, grazie ai suoi servigi resi ai Medici, avvocato concistoriale e governatore di [[Modena]] nel [[1516]], con la salita al [[papa|soglio pontificio]] di Giovanni de' Medici, col nome di [[Leone X]]. Il suo ruolo di primo piano nella politica emiliano-romagnola si rinforzò notevolmente nel [[1517]], con la nomina a governatore di [[Reggio Emilia]] e di [[Parma]], proprio nel periodo del delicato conflitto franco-imperiale. Fu nominato nel [[1521]] commissario generale dell'esercito pontificio, alleato di [[Carlo V]] contro i francesi; in questo periodo maturò quell'esperienza che sarebbe stata cruciale nella redazione dei suoi ''[[Ricordi politici e civili|Ricordi]]'' e della ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]''.
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L'opera districa la rete attorcigliata della politica degli [[Antichi stati italiani#XV secolo|stati italiani]] del [[Rinascimento]] con pazienza ed intuito. L'autore volutamente si pone come spettatore imparziale, come critico freddo e curioso, raggiungendo risultati eccellenti come analista e pensatore (anche se più debole è la comprensione delle forze in gioco nel più vasto quadro europeo).
 
Guicciardini è l'uomo dei programmi che mutano "per la varietà delle circunstanze" per cui al saggio è richiesta la ''discrezione'' (''Ricordi'', 6), ovvero la capacità di percepire "con buono e perspicace occhio" tutti gli elementi da cui si determina la varietà delle circostanze.<ref>"È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente, e assolutamente e , per dire così, per regola, perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per la varietà delle ''circunstanze'', le quali non si possono fermare con una medesima misura: e queste distinzione e eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la ''discrezione''. ("Ricordi", 6).</ref> La realtà non è quindi costituita da leggi universali immutabili come per [[Machiavelli]]. Altro concetto saliente del pensiero guicciardiniano è il ''particulare'' (''Ricordi'', 28) a cui si deve attenere il saggio, cioè il proprio interesse inteso nel suo significato più nobile come realizzazione piena della propria intelligenza e della propria capacità di agire a favore di se stesso e dello stato.<ref>[[Natalino Sapegno]], ''Compendio di storia della letteratura italiana'', La Nuova Italia, Firenze, 1963, pp. 94-97.</ref> In altre parole il ''particulare'' non va inteso egoisticamente, come un invito a prendere in considerazione solamente l'interesse personale, ma come un invito a considerare pragmaticamente quanto ognuno può effettivamente realizzare nella specifica situazione in cui si trova (pensiero che collima con quello di [[Nicolò Machiavelli|Machiavelli]]).<ref>"Nondimeno el grado che ho avuto con più pontefici, m'ha necessitato a amare per el ''particulare'' mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo: non per liberarmi dalle legge indòtte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa communemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a' termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autorità".("Ricordi", 28).</ref>
 
Altro concetto saliente del pensiero guicciardiniano è infatti il ''[[particulare]]'' (''Ricordi'', 28) a cui si deve attenere il saggio, cioè il proprio interesse inteso nel suo significato più nobile come realizzazione piena della propria intelligenza e della propria capacità di agire a favore di se stesso e dello stato.<ref>[[Natalino Sapegno]], ''Compendio di storia della letteratura italiana'', La Nuova Italia, Firenze, 1963, pp. 94-97.</ref> In altre parole il ''particulare'' non va inteso egoisticamente, come un invito a soddisfare solamente l'interesse personale, bensì a considerare pragmaticamente quanto ognuno può effettivamente realizzare nella specifica situazione in cui si trova.<ref>«Nondimeno el grado che ho avuto con più pontefici, m'ha necessitato a amare per el ''particulare'' mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo: non per liberarmi dalle legge indòtte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa communemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a' termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autorità» (''Ricordi'', 28).</ref>
In netta polemica con Francesco Guicciardini, per alcuni passi della ''Storia d'Italia'', Jacopo Pitti scrisse l'opuscolo ''Apologia dei Cappucci'' (1570-1575), a difesa della fazione dei democratici, soprannominati i ''Cappucci''.
 
In netta polemica con Francesco Guicciardini, per alcuni passi della ''Storia d'Italia'', [[Jacopo Pitti]] scrisse l'opuscolo ''Apologia dei Cappucci'' (1570-1575), a difesa della fazione dei democratici, soprannominati i ''Cappucci''.
 
== Fortuna ==
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[[File:Guicciardini M Francesco La Historia dItalia.jpg|thumb|right|Copertina di un'antica edizione della ''Storia d'Italia'']]
[[Francesco De Sanctis]] non ebbe simpatia per Guicciardini ed infatti non nascose di apprezzare maggiormente il [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]].
Nella sua ''[[Storia della letteratura italiana]]'' il critico irpino mise in evidenza come Guicciardini fosse, sì, in linea con le aspirazioni di Machiavelli, ma se il secondo agì in linea con i suoi ideali, il primo invece "non metterebbe un dito a realizzarli".
Sempre nella sua ''Storia della letteratura italiana'' De Sanctis affermò: “Il{{citazione|Il dio del Guicciardini è il suo particolare. Ed è un dio non meno assorbente che il Dio degli ascetici, o lo stato del Machiavelli. Tutti gli ideali scompaiono. Ogni vincolo religioso, morale, politico, che tiene insieme un popolo, è spezzato. Non rimane sulla scena del mondo che l'individuo. Ciascuno per sé, verso e contro tutti. Questo non è più corruzione, contro la quale si gridi: è saviezza, è dottrina predicata e inculcata, è l'arte della vita”vita.}}
 
E poco più in basso aggiunse: "«Questa base intellettuale è quella medesima del Machiavelli, l'esperienza e l'osservazione, il fatto e lo «speculare» o l'osservare. Né altro è il sistema. Il Guicciardini nega tutto quello che il Machiavelli nega, e in forma anche più recisa, e ammette quello che è più logico e più conseguente. Poiché la base è il mondo com'è, crede un'illusione a volerlo riformare, e volergli dare le gambe di cavallo, quando esso le ha di asino, e lo piglia com'è e vi si acconcia, e ne fa la sua regola e il suo istrumento"».
 
Nel [[Romanticismo italiano|Romanticismo]], la mancanza di evidenti passioni per l'oggetto dell'opera era infatti vista come un grave difetto, nei confronti sia del lettore che dell'arte letteraria. A ciò si aggiunga che il Guicciardini vale più come analista e pensatore che come scrittore. Lo stile è infatti prolisso, preciso a prezzo di circonlocuzioni e di perdita del senso generale della narrazione.: "Qualsiasi«qualsiasi oggetto egli tocchi, giace già cadavere sul tavolo delle autopsie"».
 
== Le opere ==
[[File:Guicciardini - Scritti autobiografici e rari, 1936 - 1843787 0005.jpg|thumb|''Scritti autobiografici e rari'', Laterza, 1936]]
* ''[[Storie fiorentine]]'' (dal [[1508]] al [[1509]]), rimasta inedita fino al [[18571859]]
* ''[[Discorso di Logrogno]]'' (1512)
* ''[[Considerazioni sui Discorsi del Machiavelli]]'', ([[1527]] - [[1529]])
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* ''[[Dialogo del Reggimento di Firenze]]'' (dal [[1521]] al [[1526]])
* ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]'' (dal [[1537]] al [[1540]])
* ''Scritti inediti sopra la politica di Clemente VII dopo la battaglia di Pavia'', P. Guicciardini (a cura di) P. Guicciardini, Firenze, Olschki, 1940.
* ''Le cose fiorentine'', R. Ridolfi (a cura di) R. Ridolfi, Firenze, Olschki, 1945.
* ''Carteggi'', 17 voll., 1938-72 (voll. 1-2 presso Zanichelli, Bologna; vol. 3 presso Istituto per gli studi di politica internazionale, Firenze; vol. 4 presso Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, Roma; voll. 5-17 presso P. G. Ricci, Roma)
 
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=== Testi ===
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=19321574 |titolo=DialogoHistoria edi discorsiItalia. delLibri reggimento di Firenze1.-16. |url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=18430204170353&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4DTL5&pds_handle= |città=BariIn Venetia |editore=Gius.appresso Laterza &Giorgio FigliAngelieri }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1819 |titolo=Historia di Italia |volume=1 |url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4162083&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=Pisa |editore=presso Niccolò Capurro }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1819 |titolo=Historia di Italia |volume=2 |url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4163635&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=Pisa |editore=presso Niccolò Capurro }}
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*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1820 |titolo=Historia di Italia |volume=9|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4169516&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=Pisa |editore=presso Niccolò Capurro }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1820 |titolo=Historia di Italia |volume=10|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4163148&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=Pisa |editore=presso Niccolò Capurro }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1574 |titolo=Historia di Italia. Libri 1.-16. |url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=4170353&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=In Venetia |editore=appresso Giorgio Angelieri }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1936|titolo=Scritti autobiografici e rari|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1843787&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza e Figli }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1933|titolo= Scritti politici|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1844634&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1929|titolo= Storia d'Italia |volume=1|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1845433&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1929|titolo= Storia d'Italia |volume=2|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1846262&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza }}
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*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1929|titolo= Storia d'Italia |volume=5|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1848561&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1931|titolo=Storie fiorentine dal 1378 al 1509 |url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1849436&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=G. Laterza }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=19331932 |titolo=Dialogo e discorsi del reggimento di ScrittiFirenze politici|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=18446341843020&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL4&pds_handle= |città=Bari |editore=GGius. Laterza & Figli }}
*{{cita libro|autore=Francesco Guicciardini|data=1574 1933|titolo=Historia di Italia. Libri 1.-16.Scritti politici|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=41703531844634&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL5DTL4&pds_handle= |città=In VenetiaBari |editore=appresso GiorgioG. AngelieriLaterza }}
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*Francesco Guicciardini, ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d’Italia]]: la Novara rinascimentale,'' a cura di Claudio Groppetti, Novara, Interlinea edizioni, 2014
*Francesco Guicciardini, ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]. Versione nella lingua italiana di oggi'', a cura di Claudio Groppetti, 2 vol., Novara, [[Interlinea edizioni]], 2019
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[[Categoria:Aforisti italiani]]
[[Categoria:Filosofi della storia]]
[[Categoria:Francesco Guicciardini]]
[[Categoria:Guicciardini|Francesco]]