Apollo sauroctono: differenze tra le versioni

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|grandezza immagine =
|titolo = Apollo sauroctono
|artista = Da [[Prassitele]]
|artista2 =
|data = Copia romana del I secolo d.C. da un originale bronzeo del 350 a.C. circa
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|ubicazione = Museo del Louvre insieme Gioconda
}}
 
[[File:Apollo Sauroktonos Louvre Ma441 n02.jpg|thumb|Dettaglio della testa]]
L<nowiki>'</nowiki>'''''Apollo Sauroctono''''' (dal [[Lingua greca|greco]], ''σαυροκτόνος'', "uccisore del rettile") è una [[scultura]] [[bronzo|bronzea]], attribuita convenzionalmente a [[Prassitele]]. In epoca romana, ne furono tratte numerose copie marmoree oggi visibili nei principali musei del mondo.
 
==Storia==
[[Plinio il Vecchio]] ci riferisce che Prassitele, tra le altre opere, realizzò anche un Apollo ''Sauroktonos'' nell'atto di assalire una lucertola strisciante con un dardo<ref>{{cita|Plinio il Vecchio|XXXIV.19.70}}</ref>. Allo stesso tipo statuario deve far riferimento [[Marziale]], descrivendo un ''Sauroctonos Corinthius'' (cioè in bronzo corinzio):
La statua significava forse il ruolo protettivo di [[Apollo]], nella mano destra il dio doveva reggere una freccia con cui si apprestava a colpire la lucertola, simbolo della malattia, dell'epidemia e del contagio, che si sta arrampicando sul tronco dell'albero<ref>[[Stefania Ratto]]. ''Grecia''. Milano, Mondadori Electa, 2006, p. 103</ref>.
 
{{Citazione|O perfido fanciullo risparmia la lucertola che striscia verso di te: essa è smaniosa di morire ad opera delle tue mani|{{cita|Marziale|14.172}}|Ad te reptanti, puer insidiose, lacertare parce: cupit digitis illa perire tuis|lingua=la}}
 
[[File:Storia_delle_arti_del_disegno_presso_gli_antichi_(1783)_(14597345959).jpg|miniatura|upright=0.7|left|Incisione di [[Giacomo Bossi]] della copia Borghese dell'Apollo Sauroktonos nella ''Geschichte der Kunst des Alterhums'' di Winckelmann]]
 
Il tipo statuario fu riconosciuto nelle riproduzione glittiche già nel [[1724]] da [[Philipp von Stosch]] e nelle copie a tutto tondo da [[Winckelmann]] nel [[1764]], all'interno della ''[[Storia dell'arte nell'antichità|Geschichte der Kunst des Alterhums]]'', che ritenne di riconoscere l'originale prassitelico in una statua marmorea conservata nella collezione [[Borghese (famiglia)|Borghese]], oggi al Louvre.<ref>{{cita|Neils 2017|pp. 11-13}}</ref>.
Dell'opera si conoscono varie repliche, oltre a quella del Louvre, di provenienza [[Borghese (famiglia)|Borghese]]: tra le migliori uno al [[Museo Pio-Clementino]] (inv. 750) e una bronzea al [[Cleveland Museum of Art]] (inv. 2004-30), che alcuni hanno anche ipotizzato essere l'originale prassitelico.
 
==Descrizione e stile==
[[File:Apollo_Sauroktonos,_I-II_sec,_d.C.,_da_un_originale_del_350_a.C._attribuito_a_Prassitele_-FG2.jpg|thumb|right|Copia dell'Apollo Sauroktonos rinvenuta nel [[1777]] presso la villa Magnani Mattei Spada sul [[Palatino]] ([[Musei Vaticani]], Museo Pio Clementino, Galleria delle Statue, Inv. 750)]]
[[File:Apollo Sauroktonos attributed to Praxiteles (front).JPG|thumb|Apollo Sauroctonos, attribuito a Prassitele, 350 a.C., bronzo, 150 x 50.3 x 66.8 cm, Stati Uniti, [[Cleveland Museum of Art]]]]
[[Apollo]] è raffigurato come [[efebo]]: ancora giovanetto,<ref group=N>Secondo Plinio Apollo sarebbe qui stato raffigurato quale ''puber'', mentre Marziale lo definisce ''puer'' ({{cita|Plinio il Vecchio|XXXIV.19.70}}; {{cita|Marziale|14.172}}). La distinzione è enfatizzata da {{cita|Neils 2017|p. 22}} che non crede perciò che Marziale faccia riferimento a una statua di Apollo Sauroktonos.</ref> nudo e dalle membra molli, acerbe, quasi femmineefemminile, si appoggia con morbido abbandono ada un tronco d'albero (necessario per reggere la statua). Il piede sinistro, accostato al tallone destro, fa sì che la gamba sinistra sia completamente rilassata e quasi disarticolata, accrescendo il senso di grazia del tenero corpo flessuoso. L'impostazione non è più verticale e ferma come nelle opere degli scultori precedenti (si pensi ada esempio al ''[[Doriforo]]'' di [[Policleto]]), ma più dinamica e sbilanciata, in grado di creare linee sinuose.
 
Il giovane dio, dallo sguardo un po' distratto, è colto nell'attimo in cui sta per trafiggere con uno stilodardo una ''lacerta'', probabilmente un [[Lacerta bilineata|ramarro]] arrampicatosi sul tronco.<ref>{{cita|Rolley È1999|p. un48}} dioper chela stadistinzione giocando:tra silucertola trattae quindi di un'attività che nessuno scultore delle età precedenti avrebbe mai pensato di attribuire a un essere divino.ramarro</ref>
 
Gli studiosi hanno tentato di dividere le copie note dell'Apollo in due serie distinte, raggruppate attorno alla copia oggi al Louvre<ref>{{cita|Preisshofen 2002|pp. 56-59}}</ref> e quella conservata ai Musei Vaticani:<ref>{{cita|Preisshofen 2002|pp. 59-64}}</ref> nella prima serie, il giovinetto sembra collocarsi più vicino al sostegno laterale, mentre il dio è più lontano dal tronco e ha il braccio sinistro maggiormente innalzato nella seconda serie. L'ipotesi che ne è seguita è che la seconda serie sia più vicina all'originale, poiché per i copisti di età romana poteva risultare più semplice riprodurre la statua con il sostegno più vicino al dio. Ma per via degli abbondanti restauri di età moderna, risulta comunque difficile avallare questa divisione.<ref>{{cita|Klein 1898|pp. 112-113}}; {{cita|Rizzo 1932|p. 39}} per la distinzione in due serie; scettici al riguardo studi più recenti come {{cita|Martinez 2007|p. 205}} e {{cita|Preisshofen 2002|p. 43}}</ref>
Come la realizzazione dell'[[Afrodite cnidia|''Afrodite Cnidia'']] metteva in conto il coinvolgimento diretto dello spettatore, motore dell'azione considerato un evento chiuso in se stesso, suscettibile solo di essere guardato dall'osservatore, che quasi rubava alla divinità un istante di intimità,<ref>{{Cita libro|autore = G. Cricco|titolo = Itinerario nell'arte|anno = 2006|editore = Zanichelli|città = Bologna|autore2 = F.P. Di Teodoro|volume = 1|ISBN = 978-88-08-23012-6}}</ref>
anche nell'''Apollo Sauroctonos'' al riguardante è dato di contemplare la nuova relazione fatta di spazi, di gesti e di sguardi.
 
Dal punto di vista [[Iconologia|iconologico]], può trattarsi di una versione di ''Apollo Alexikakos (Ἀπόλλων Ἀλεξίκακος),'' ovvero protettore dal male. Infatti Apollo era anche dio della luce e, in quanto dispersore di tenebre, difendeva gli uomini da vari pericoli: così agli epiteti ''alexikakos'' e ''apotropaios'' si affiancavano quelli di ''smintheus'' (come difesa dal morso dei topi) e ''parnopios'' (che salva dalle cavallette).<ref>{{Cita web|url=https://artmasko.wordpress.com/2014/02/23/gli-dei-dopo-la-caduta-lapollo-sauroctnos-e-il-segreto-dei-suoi-occhi/|titolo=GLI DEI DOPO LA CADUTA. L’APOLLO SAUROCTONOS E IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI.|autore=mariscot|sito=ArtMaSko - arti visive|data=2014-02-23|lingua=it-IT|accesso=2019-05-01}}</ref>
 
==GalleriGalleria d'immagini==
<gallery>
File:Bildhuggarkonst, Apollon Sanroktonos, af Praxiteles, Nordisk familjebok.png|alt=da fastidio ad una Lucertola|Ricostruzione grafica
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== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
=== Riferimenti ===
{{Note strette}}
 
==Bibliografia==
===Fonti antiche===
* {{Cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=Naturalis Historia|url=https://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia|pagine=libro XXIV|cid=Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3atext%3a1999.02.0137 The Natural History] — traduzione in inglese di John Bostock).
* {{Cita libro|autore=[[Marziale]]|titolo=Epigrammaton libri XII|url=https://la.wikisource.org/wiki/Epigrammaton_libri_XII|pagine=libro XIV|cid=Plinio il Vecchio, ''Epigrammaton libri XII''}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
===Fonti moderne===
*{{Cita libro|nome = Gisela M. A.|cognome = Richter|titolo = L'arte greca|editore = Einaudi|città = Torino|anno = 1969|cid =Richter 1969}}
*{{Cita libro|nome = Ranuccio|cognome = Bianchi Bandinelli|wkautore = Ranuccio Bianchi Bandinelli|coautori = Enrico Paribeni|titolo = L'arte dell'antichità classica. Grecia|editore = UTET Libreria|città = Torino|anno = 1986|ISBN = 88-7750-183-9.}}
* {{Cita libro|autore=Antonio Giuliano|titolo=Storia dell'arte greca|editore=Carocci|città=Roma|anno=1998|isbn=88-430-1096-4}}
* {{Cita libro|autore1=Pierluigi De Vecchi|autore2=Elda Cerchiari|titolo=I tempi dell'arte|volume=1|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1999|isbn=88-451-7107-8}}
* {{Cita libro|autore1=Wilhelm Klein|autore2=|titolo=Praxiteles|volume=|editore= Leipzig, Veit & Comp.|città=Lipsia|anno=1898|cid=Klein 1898}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Jean-Luc Martinez|titolo=L'Apollon sauroctone|rivista=Praxitèle, cat. exp. (Paris, musée du Louvre, 23 mars - 18 juin 2007)|editore=Louvre éditions / Somogy|città=Parigi|anno=2007|cid=Martinez 2007}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Jenifer Neils|titolo=The "Apollo Sauroktonos" Redefined|rivista=The Art Bulletin|numero=99.4|anno=2017|cid=Neils 2017}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Renate Preisshofen|titolo=Der Apollon Sauroktonos des Praxiteles|rivista=Antike Plastik|numero=28|anno=2002|cid=Preisshofen 2002}}
* {{Cita libro|autore1=Giulio Emanuele Rizzo|autore2=|titolo=Prassitele|volume=|editore=Treves - Treccani - Tumminelli|città=Milano|anno=1932|cid=Rizzo 1932}}
* {{Cita libro|autore=Claude Rolley|titolo=La sculpture grecque: Volume 2, La période classique|editore=Editions A&J Picard|città=Parigi|anno=1999|cid=Rolley 1999}}
 
== Voci correlate ==